Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert
Segui la storia  |       
Autore: Fay_8    10/04/2014    5 recensioni
Erano passati solo tre giorni, ma nessuno aveva stabilito il tempo che bisognava impiegare per innamorarsi. L’amore non ha dei tempi specifici. Accade e basta. Puoi innamorarti con una semplicità inspiegabile, basta uno sguardo, un sorriso, un voce. Pensi che non sia possibile, perchè non puoi innamorarti di una voce o di uno sguardo, ma accade. Ti ritrovi in un uragano di emozioni, che non sai spiegare, vorresti uscirne ma allo stesso tempo vorresti rimanerci dentro in eterno. Perché l’amore è così, fa paura ma vale sempre la pena di essere vissuto. Tommy lo sapeva e non si sarebbe arreso, perché lui era innamorato di Adam dalla prima volta che l’aveva visto, la prima volta che aveva ascoltato la sua voce, se ne era innamorato ogni secondo di più. Non sapeva come era possibile, ma non si sarebbe tirato indietro. Stava soltanto dando ad Adam il tempo per capire che ormai erano dentro l’uragano, insieme.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Adam Lambert, Tommy Joe Ratliff
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

It Was My Home


La porta del suo camerino si aprì per mostrargli il padre di Tommy, che lo fissava dalla testa ai piedi, per poi soffermarsi sul suo reggiseno, che indossava sopra i suoi abiti, < non è come sembra? > si giustificò Adam, sentendo di dover dire qualcosa, < e come sembra? > chiese Jack

< signore, io….vede….io > Adam temporeggiava, non sapeva cosa dire e non capiva neanche che ci facesse lì il padre di Tommy.
Jack alzò il volto sul suo sguardo e non riuscì a trattenersi dal ridere. Adam alzò un sopracciglio e guardò Jack in modo confuso, stava ridendo, il padre di Tommy stava ridendo della scena che gli si era appena presentata davanti. Sutan lo assecondò ridendo insieme a lui.

< sta ridendo? Non è arrabbiato o disgustato? > domandò Adam,
< perché dovrei essere arrabbiato o disgustato? > rispose continuando a ridere, Jack
< ha trovato un ragazzo, lo stesso che esce con suo figlio- precisò- in reggiseno e con il rossetto, e poi si è arrabbiato quando mi ha visto con suo figlio- > venne interrotto,  < frena, frena, vederti truccato è diverso dal vederti mentre mio figlio ti è avvinghiato sopra >
< lei è il padre di Tommy, quindi > si intromise Sutan porgendogli la mano < io sono Sutan >
< il famoso Sutan > disse, prima di ricambiare la stretta, riferendosi alle volte in cui Adam e Tommy aveva pronunciato il suo nome,
< in realtà, sono famoso come Raja >
< Raja ? > chiese Jack e Adam pensò che non era il momento di spiegargli chi era Raja
< Sutan ti stanno chiamando > inventò un scusa per fare uscire l’amico
< io non sento niente > disse l’interpellato < sul serio credo che ti stiano chiamando, vai > disse avvicinandosi a Sutan e spingendolo lievemente, cercando di fargli capire con lo sguardo che doveva uscire < senti > insistette, Sutan lo guardò come se fosse impazzito, poi capì e annuì leggermente < è vero, mi dispiace “papà di Tommy” ma devo andare > disse prima di uscire dalla stanza.

 
Adam si avvicinò allo speccho e con delle salviettine imbevute iniziò a pulire il rossetto che aveva sulle labbra e un pò sul mento. Jack aspetto che fosse completamente pulito e che sganciasse il reggiseno per sfilarselo, prima di parlargli < sarai sorpreso di vedermi qui? >
Adam lo invitò con un gesto della mano a sedersi sul divanetto del camerino < sinceramente non ho la minima idea di come abbia fatto a trovarmi, perché sia qui posso immaginarlo, vorrà dirmi di stare lontano da suo figlio >
< cosa? No, non voglio che tu stia lontano da mio figlio. Ascoltami bene, perché non lo ripeterò- guardò Adam negli occhi, come a volergli imprimere quelle parole nella mente- La mia famiglia ha passato un brutto periodo, la madre di Tommy è morta, abbaiamo sofferto molto, Tommy ha passato un periodo orribile, non voleva parlare con nessuno neanche con Isaac e soltanto da qualche mese ha ricominciato a vivere, a quanto pare tu adesso fai parte della sua vita e non mi interessa se vi conoscete da 3, 4 giorni, lui ci tiene a te, quindi non azzardarti a farlo soffrire > Adam rimase in silenzio, cosa doveva dirgli, non si aspettava di certo un discorso del genere, non si aspettava di sapere che il suo piccoletto aveva sofferto così tanto. Non aveva mai visto la madre di Tommy ma non aveva mai pensato che fosse morta, < mi dispiace > disse semplicemente, < per cosa? > domandò jack
< Tommy ha perso sua madre e lei ha perso sua moglie > Jack sorrise e si sporse leggermente in avanti per abbracciare Adam, che perso alla sprovvista non ricambio subito l’abbraccio. Si allontanò per ritornare a guardarlo negli occhi < sembri un bravo ragazzo Adam, soltanto, la prossima volta che assisti ad una discussione tra me e mio figlio, che riguarda te, non svignartela > Adam sorrise , avrebbe voluto dire a Jack che non doveva preoccuparsi, che ormai aveva completamente perso la testa per suo figlio e che farlo soffrire era l’ultimo dei suoi pensieri ma Jack non gli diede il tempo di rispondere che era già vicino alla porta < lo so che ne sei innamorato- disse come se l’avesse letto nel pensiero- ne sono felice, quindi, cerca di non lasciartelo scappare > detto questo Jack lo salutò con un cenno, lasciandolo da solo e perplesso per quella sue ultime parole “non lasciartelo scappare”.
Perché doveva scappare?

 

Prese il giubbino di pelle appoggiato sul divanetto e uscì dal camerino,
< Adam > lo chiamò Sutan, vedendolo mentre si dirigeva verso l’uscita
< io esco un attimo > lo informò voltandosi verso di lui,
< non fare tardi hai un esibizione stasera > gli ricordò l’amico,
< okay, cercherò di tornare presto >
< presto è presto, Adam > lo rimproverò,
< vuoi davvero farmi la predica, tu che fai sempre tardi >
< hai ragione, vai da Tommy e divertiti > disse Sutan facendogli l’occhiolino. Adam non fu sorpreso che il suo amico sapesse già dove era diretto, anche se neanche lui sapeva se stava per andare da Tommy, ma ormai Sutan lo conosceva bene e riusciva a capire ogni cosa, anche prima di lui. Lo salutò con un cenno della mano prima di uscire dal locale. Salì in auto e accese il motore, era diretto a casa Ratliff. 

Una volta arrivato, non parcheggiò davanti alla casa di Tommy ma in un vialetto laterale ad essa. Si avvicinò, salì il porticato, stava per bussare quando sentì delle risate provenire dall’interno e la porta aprirsi. Prima che la porta potesse aprirsi completamente, corse via, nascondendosi dietro un albero li vicino. Tommy aprì la porta ed insieme a lui, Adam vide anche una ragazza, stavano fermi sulla soglia della porta a chiacchierare. La situazione non gli piaceva, non gli piaceva il modo in cui quella ragazza sorrideva al suo piccoletto e non gli piaceva come lui ricambiava. La ragazza si avvicinò a Tommy e gli baciò una guancia mentre l’altro restò fermo, ma Adam non fece caso alla sua reazione, riusciva solo a pensare alle labbra di quella ragazza che stavano toccando la guancia di Tommy. No, la situazione non gli piaceva affatto. La ragazza, che era Ashley, salì sulla sua moto, non prima di essersi voltata ed aver sorriso di nuovo a Tommy, facendo irritare Adam, quel modo di sorridergli non gli piaceva per niente, era troppo allusivo, almeno dal suo punto di vista. Dopo che la ragazza si allontanò, Tommy rientrò in casa e Adam non aspettò neanche un minuto prima di bussare alla sua porta.

< hai dimenticato qualcosa? > Tommy aprì la porta senza neanche vedere chi fosse e fu sorpreso di ritrovarsi davanti Adam 
< speravi che fosse quella ragazzina > Tommy alzò un sopracciglio < quale ragazzina ? > chiese, < ero qui fuori, vi ho visto > disse Adam
Tommy sorrise mentre si appoggiava con la spalla alla stipite della porta < sembrerebbe quasi che tu sia geloso > disse sorridendo, 
Adam sbuffò < io non sono geloso >
< a me sembra di si > insistette il biondo, Adam alzò gli occhi al cielo, per poi riportarli su Tommy  < che facevi con quella , da solo > era geloso ma non l’avrebbe mai ammesso, neanche a se stesso, < studiavamo e “quella” si chiama Ashley > lo informò
< non puoi studiare con Isaac? > a quelle parole Tommy iniziò a ridere
< perché ridi? > chiese Adam
< non credevo che tu fossi così geloso > disse continuando a ridere
< non sono geloso >
Tommy si rassegnò al fatto che Adam avrebbe negato di essere geloso. 
Prese il suo giubbino e uscì fuori < andiamo > disse e l’altro lo guardò confuso < dove? > chiese,
< non lo so, ovunque, non  mi va di restare a casa, sono stato chiuso li dentro tutto il giorno >
< andiamo > disse Adam porgendogli la mano che l’altro afferrò subito.
Salirono in auto, era la prima volta che Tommy entrava in quell’auto. Era una Comet nera, era decappottabile e il tettuccio era aperto. 
Adam accese il motore mentre Tommy cercava una stazione radiofonica.
< dove andiamo? > chiese il moro, non era andato li con l’intento di portare Tommy da qualche parte, quindi non aveva la minima idea di dove andare, 
< sorprendimi > gli disse e questo non lo aiutò. 
Mentre camminavano per una strada senza neanche sapere dove erano diretti, Tommy mandò un messaggio a suo padre per avvertirlo che non era a casa, dopo si voltò verso Adam e osservò il suo profilo, incantandosi in alcuni punti, prima di parlare < comunque, potresti almeno chiedermi come è andata la discussione con mio padre, visto che alla prima occasione te ne sei andato > disse spostando lo sguardo  da Adam,
< mi dispiace, le discussioni in famiglia non fanno per me > disse senza pensarci troppo, non si capiva molto dalle sue parole ma era già qualcosa, almeno aveva risposto sinceramente, < vorrei sapere il perché, ma tanto non me lo dirai, quindi, non fa niente > Tommy appoggiò la testa sulla sua mano mentre iniziava a canticchiare la canzone che risuonava dallo stereo.

Adam si sentì in colpa, voleva spiegargli il perché, ma da una parte non voleva farlo. Farlo avrebbe significato confidarsi con lui e per Adam era un passo importante, non sapeva se voleva farlo. Mentre guardava la strada davanti a se, capì dove avrebbe portato Tommy, ormai era inutile negare che si stava affezionando più del dovuto a quel biondino, quindi perché non mostrargli una parte della sua vita. 
Durante il viaggio in auto, nessuno dei due parlò e Tommy si addormentò posando la testa sulla spalla di Adam. 

Erano fuori città, diretti verso casa Lambert.

< Tommy > Adam gli accarezzava il volto cercando di svegliarlo, erano arrivati. L’altro mugugnò aprendo leggermente gli occhi per poi strofinarci le mani sopra e dopo aprirli completamente, sembrava un gattino < dove siamo? > chiese, staccandosi dalla spalla di Adam.
< vedi quella casa > indicò un’abitazione poco distante da loro, che dal punto in cui erano si poteva vedere perfettamente, Tommy annuì,
< quella era casa mia > aggiunse. Il più piccolo si voltò verso il maggiore, facendogli capire che era pronto ad ascoltare e che poteva continuare. Adam tamburello le dita sul volante, era la prima volta che ne parlava con qualcuno oltre a Sutan,
< Adam, se non vuoi parlarne- > venne interrotto
< no, voglio dirtelo >
< okay > Tommy allungò una mano verso quella che l’altro aveva sul volante e la strinse alla sua, incoraggiandolo, Adam inspirò ed espirò profondamente prima di iniziare,  < mi sono reso conto di essere attratto dai ragazzi al liceo, non ho mai cercato di nasconderlo, per me è ed era una cosa normale, non c’era bisogno di nasconderla, ma le altre persone la pensavano diversamente. Incontrai un ragazzo, il primo con cui ebbi una relazione, inutile dirti che i bulli non persero tempo ad infastidirci, ma la situazione era sopportabile, non mi hanno mai picchiato o almeno non gravemente. Le cose sembravano andare bene, ma quando mio padre venne a sapere del mio orientamento sessuale, la situazione peggiorò, mi proibì di uscire con il mio ragazzo e disse che un volta compiuti i diciotto anni me ne sarei dovuto andare … disse che ormai non aveva più un figlio, che lui non mi aveva cresciuto così > abbassò lo sguardo e Tommy strinse la presa sulla sua mano < Adam, mi dispiace > il moro ricambiò la stretta e riprese il suo discorso, < mentre mio padre mi diceva queste cose, mia madre se ne stava in disparte a piangere. Da quel giorno non mi parlò più e mio padre si limitava ad urlarmi contro, non facevamo altro che litigare e alla fine ero sempre io quello che ne usciva sconfitto. Stare a casa era un inferno e la scuola non faceva differenza, nessuno mi rivolgeva più la parola, per un periodo pensai di essere morto perché mi sentivo invisibile come un fantasma che nessuno può vedere, ma la verità era che nessuno voleva vedermi > si sentì stretto da due esili braccia. 
Tommy lo strinse forte, abbassando il volto e lasciando che delle lacrime gli rigassero la guancia. 
Adam portò una mano ad alzargli il volto < è inutile piangere, non farlo, orami è il passato >
< lo so, ma è una situazione bruttissima, come si fa a comportarsi così con una persona >
< le cose sono andate meglio dopo. Quando me ne andai di casa, non avevo una macchina quindi feci l’auotostop sull’autostrada, è stato in quel momento che ho conosciuto Sutan. Era da un anno che nessuno parlava con me, ma Sutan era gentile e per questo mi venne naturale raccontargli perché ero lì. Mi portò a casa sua, ero in una nuova città con delle persone che non mi conoscevano. Fu un periodo fantastico, iniziai a frequentare locali e incontrare nuove persone. Sono felice della vita che ho adesso, le persone che ho accanto mi accettano per quello che sono. Mi dispiace che la mia famiglia non mi accetti ma non posso cambiare ciò che sono, comunque, nonostante questo, sono i miei genitori e non riesco a dimenticarli o a dimenticare i bei momenti che abbaiamo vissuto insieme. È per questo che a volte vengo qui ad osservarli e a vedere come stanno, non ho mai provato a parlargli e non credo che lo farò. Guardarli e sapere che stanno bene mi basta, non importa se a loro non interessa di me >. Adam si voltò leggermente per poter abbracciare Tommy che cercava di non piangere < grazie > gli sussurrò vicino al suo orecchio. Tommy si allontano leggermente dall’abbraccio per guardarlo negli occhi < grazie per cosa? >
< per avermi ascoltato, è bello parlarne con qualcuno, mi fa sentire meglio > Tommy sorrise, era felice. Felice perché finalmente Adam aveva condiviso con lui qualcosa, qualcosa di doloroso ma infondo sono le cose dolorose quelle più difficili di cui parlare e se Adam era riuscito a parlargliene, significava che finalmente si era fidato di lui. < puoi parlarmi di qualsiasi cosa, sono qui per te, in qualunque momento >
< attento potrei prenderti sul serio > Tommy lo spinse leggermente posandogli un mano sulla spalla < sono serio > 
Adam si avvicinò lentamente a lui portando la mano ad accarezzargli la guancia, sorrise e dopo appoggiò le labbra alle sue, all’inizio un contatto leggero, semplicemente bocca contro bocca, poi insieme dischiusero le labbra, nessuno dei due chiese a l’altro di approfondire il bacio perchè entrambi decisero di farlo nello stesso momento. Era bello baciarsi dopo tutto quel tempo dall’ultima volta, era bella la sensazione che provavano sentendo che avevano bisogno l’uno dell’altro ed era bello essere finalmente insieme. Tommy portò le mani dietro la testa di Adam toccandogli i capelli mentre l’altro continuava a tenerlo stretto a se con un braccio. Stare in quella posizione in una macchina non era comodo per questo si staccarono.

Adam accese il motore della macchina, quando Tommy gli posò una mano sul braccio per attirare la sua attenzione, alzò lo sguardo verso di lui che era intento a guardare davanti a se. Adam guardò nella stessa direzione < sono loro > disse riferendosi ai due signori che sedevano sulla veranda della casa verso cui Tommy stava guardando.  < perché non provi a parlarci? > chiese
< perché non cambierebbe nulla > rispose Adam
< magari gli farebbe piacere vederti, magari con il tempo- > venne interrottò
< Tommy no, non voglio sentirmi dire di nuovo quelle cose >
< era solo un’idea. Guardali, non mi sembrano felici magari gli manchi > disse Tommy mentre gli accarezzava il braccio,
< impossibile, prima che me ne andassi ha detto che ero morto per lui > la voce di Adam era cupa, ricordarsi di quelle parole non faceva altro che fargli riprovare dolore,  < ma tu non sei morto, sei vivo e se continui a venire qui per osservarli significa che gli vuoi ancora bene e io credo che dovresti provare a parlargli > Adam si voltò verso di lui, pensò a tutte le volte che era stato li ad osservare la sua vecchia casa e a chiedersi cosa sarebbe successo se avesse bussato a quella porta, ma non aveva mai avuto il coraggio di farlo, pensò che forse Tommy aveva ragione, forse era arrivato il momento di riparlare con i suoi genitori.
Il momento di dirgli addio definitivamente.

Adam spense il motore, che era rimasto acceso finora, scese dalla macchina e si voltò verso Tommy < vieni con me? > gli chiese, l’altro sorrise, contento che Adam l’avesse ascoltato e che volesse finalmente risolvere la questione con i suoi genitori < vuoi che venga con te? >,
< si > rispose senza giri di parole, sapere di averlo vicino lo rassicurava e in quel momento ne aveva bisogno. 
Tommy scese dalla macchina e si avvicinò a lui per prendergli la mano e baciarlo, prima di dirigersi insieme verso casa Lambert.

 

Angolino di Fay: hola!
allora... vi chiedo scusa perchè sto aggiornando più tardi del solito e ultimamente ogni capitolo mi sembra un disastro, almeno prima, anche se una sola parola, qualcosina del capitolo mi convinceva, ma adesso cancellerei l'intera ff....ma non lo farò, per le persone che la stanno seguendo e sopratutto per chi la sta recensendo. Grazie. 
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, nonostante il modo in cui è scritto e che la trama non vi stia annoiando troppo.

Grazie a tutti ♥ 

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Adam Lambert / Vai alla pagina dell'autore: Fay_8