Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Humanature_    08/06/2014    0 recensioni
''-Una cosa che adoro di te sono anche i tuoi occhi.- Mi disse, prendendomi per mano.
-Davvero?- Gli dissi, abbassando lo sguardo.
-Non sono mai stato così sincero in tutta la mia vita.- Mi disse, guardando il cielo che ormai stava scurendo.
-Allora perchè non mi guardi negli occhi?- Gli risposi, afferrandolo per il braccio destro.
-Sono troppo intensi, mi ci perderei.- Mi disse.''
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Janet Jackson
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
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Ero decisa a prendere in mano la mia vita. Molte volte rimanevo seduta davanti a questa finestra e mi chiedevo se avrei visto lo stesso paesaggio tutta la vita. Ma ora, ripensando a quei momenti mi ponevo un'altra domanda: perchè avrei dovuto? Non c'era motivo per rimanere qui. Nessun aggancio valido a questa terra, a questa città. Forse però dovrei rifletterci prima di fare una delle mie ennesime stupidaggini. Mi alzai e andai ad accendere un po' di musica. Feci partire 'The Lady in my life', una delle mie preferite. Mi distesi sul letto e iniziai a pensare, o anche solo fantasticare dove sarei potuta andare nel caso avessi deciso di trasferirmi. Se uno vuole trasferirsi dovrebbe come minimo avere le idee chiare su dove andare, cosa che io non avevo. Mi venivano in mente i nomi di molte città, ma nessuna mi convinceva fino in fondo. Mi misi seduta sbuffando. All'improvviso mi attraversò la mente un ricordo. Mi alzai di scatto e andai nella soffitta al piano di sopra. Odiavo andarci. Era un posto raccapricciante, tutto buio, pieno di polvere e ragnatele. L 'unica lampadina che c'era si era fulminata, entrava solo qualche raggio di sole dalla finestra semi rotta all'angolo. Avanzavo lentamente, quasi intimorita dalle ombre che mi circondavano, come se avessi paura che all'improvviso si tramutassero in delle mani che avide volevano portarmi via con loro. Scacciai dalla mente quegli stupidi pensieri e mi misi a cercare l'oggetto per cui ero venuta. Lo trovai dentro ad un vecchio scatolone impolverato. Era il mappamondo di quando ero bambina. Era un regalo di mio nonno. Di solito amavo immaginarmi in un altro posto, completamente diverso da quello in cui vivevo. Quindi lo facevo girare e puntavo il dito. Con la mia mente ero andata a Parigi, Las Vegas, Pechino, Sidney e tantissime altre città. Perchè non rifarlo? Solo che questa volta avrei potuto vedere realmente quei posti. Lo tirai fuori dallo scatolone e andai in camera mia. Presi uno straccio e lo passai sulla sua superficie. Tirai un profondo sospiro e lo feci girare, chiusi gli occhi e puntai il dito. Non avevo molto coraggio di aprire gli occhi. Solo dopo qualche istante mi feci forza e gli aprii, guardando il mio dito. Mi avvicinai, guardando la località più da vicino. Spalancai gli occhi, stupita, quando notai dove aveva puntato.
  
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