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Autore: Alicecream    06/07/2014    3 recensioni
Abbiamo imparato che gli dei sono esseri immortali, creature nate adulte che litigano tutto il tempo.
Che comportamento immaturo, non trovate?
Immaginate se fossero nati come comuni mortali, ragazzini rompipalle con tutta la vita davanti, con ogni singolo problema che la loro adolescenza può offrire.
Riuscirebbero a sopportarsi a vicenda?
Tra problemi di cuore, brufoli killer e partite di basket, la giovinezza degli dei un po' mortali può avere inizio.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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C'era una volta un ragazzino che arteggiava.
Verbo arteggiare, prima coniugazione, tempo infinito: l'aveva inventato lui, e insieme ad altre centinaia di parole faceva parte del suo dizionario personale.
Arteggiare: l'arte di sentire arte.
Per esempio, Apollo adorava la musica in tutte le sue forme: dal rock più puro, come quello dei Queen, alle canzoni profonde di De Andrè; dalle ballate commerciali di Miley Cyrus alle arie di Mozart.
E, si vergognava ad ammetterlo, quando era solo in casa, chiudeva tutte le porte, sprangava le finestre, abbassava le tapparelle, faceva partire a tutto volume 'Live while we're young' degli One Direction e si metteva a saltellare in giro per le stanze.
Apollo e i suoi segreti segretissimi, se qualcuno l'avesse scoperto tutta la sua credibilità  sarebbe finita dritta dritta nel cesso. Ma passiamo oltre, che forse è meglio.
Apollo adorava leggere.
 "Come Atena!" starete pensando. Il fatto è che, mentre lei leggeva per divertirsi, lui lo faceva per imparare.
 I suoi molteplici scaffali strabordavano di testi medici, raccolte di poesie, classici, antiche edizioni di giornali (probabilmente se li avesse rivenduti a qualche collezionista ci avrebbe fatto soldoni) e saggi di ogni tipo. Era insopportabile averlo accanto quando, finita una faticosa lettura, iniziava a sparare citazioni una dietro l'altra. Citazioni che comunque nessuno coglieva, ma particolari.
Certo, un'altra cosa che non avrebbe mai ammesso era che nello scaffale enorme di camera sua, dietro ad un'edizione del 1900 della Divina Commedia e una Bibbia impolverata scritta in greco, si nascondeva uno scompartimento segreto (o forse sarebbe meglio chiamarlo "buco nel muro"). No, nessun giornalino porno; Apollo in esso teneva tutta la saga di Harry Potter, che leggeva sulle note di 'Story of my life'.
I segreti segretissimi di Apollo, parte due.
 Ora, scommetto che ve lo immaginerete ai margini del campo da basket, spiegando a qualche malcapitato giocatore la trama de 'Il fu Mattia Pascal' mentre si accingeva a tirare la palla nel canestro.
Forse a Zeus, che aveva abbastanza pazienza da stare ad ascoltarlo, oppure ad Ade, che faceva finta di sentirlo mentre dipingeva. Sicuramente non ad Ares, che gli avrebbe tirato un cartone per zittirlo.
E invece no.
 Con tutta la frustrazione del mondo, Apollo stava stravaccato sull'ultimo banco della terza G, sorbendosi una noiosissima lezione di matematica sui polinomi. Si era fatto fottere nell'ultima verifica di geometria dell'anno, dove aveva preso un bel tre e mezzo, e adesso si sarebbe rovinato l'estate con quei maledetti corsi di recupero. Tanto non ci capiva niente lo stesso, che differenza faceva?  No, lui doveva stare ad ascoltare quell'essere deforme definito professoressa, doveva capire quelle relazioni impossibili tra numeri e lettere. Che poi, che senso ha mischiarle? Ics e ipsilon si susseguivano in un vortice di più, meno, per e diviso.
Un raggio di luce attraversava la finestra e colpiva la sua schiena, facendolo sudare, come se non avesse abbastanza caldo.
Eccolo là, in una bollente giornata di luglio, disperandosi per la mattinata sprecata. In testa, più che le espressioni, il corpo scoperto di Afrodite che danzava e si muoveva sinuosamente durante la partita quotidiana di pallacanestro.  No, Afra non c'entrava nulla con la matematica, ma Apollo non poteva affrontare la lezione senza pensarla.
 'Bella, bella e impossibile' pensava, rivisitando la Nannini.
 Con la fronte appoggiata alla superficie fresca del banco, non riusciva a conciliare l'immagine di Afra con quella del mostro orrendo che gli aveva appena chiesto la soluzione dell'espressione che ovviamente non aveva neppure iniziato.
Forse era arrivato il momento di impegnarsi un po’.
E non solo nella matematica.



NOTE DELL'AUTRICE:
Buonsalve bella gente!
Okey, questo capitolo non è un granché, ma con Apollo mi trovate un po' impreparata. Comunque, devo dire due cose:
-Non ho la più pallida idea di cosa si studi in matematica in terza linguistico;
-Penso che i Queen siano un gruppo rock. Wikipedia dice così. Se sbaglio perdonatemi, non ho una grande cultura musicale, posso sempre correggere :)

Detto questo, uhm, devo ringraziare tuttissime le persone che hanno letto questi capitoli e che li stanno recensendo. Dei, mi state facendo diventare la persona più felice del mondo, lo giuro. Vi metterei anche i cuoricini, ma purtroppo sono da computer e non li trovo :')
Ciao ciao :)
  
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