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Autore: LeGuignol    07/07/2014    3 recensioni
Il titolo dice già tutto, no?
Questa storia partecipa al challenge "La perfetta Mary Sue" indetto da MissChiara.
Dal prologo:
Wammy’s House, Wammy’s House… se pensate che questo istituto per giovani superdotati sia qualcosa di etereo e inarrivabile, una specie di tempio della conoscenza, siete fuori strada. D’accordo, accanto alle materie scolastiche classiche se ne studiano altre un po’ fuori dall’ordinario, e i metodi stessi di insegnamento non seguono i normali canoni, ma per il resto i ragazzi sono identici a quelli di tutte le altre scuole del mondo.
Delusi? Forse vi eravate immaginati qualcosa di simile allo Xavier Institute o alla Hero High School? Mi dispiace, ma qui non si sfornano supereroi.
Vi chiederete come faccio a sapere tutto questo.
Se avrete la pazienza e la voglia di ascoltarmi, vi racconterò qualcosa di interessante. Una storia d’amore finita male, legata ad un Quaderno della Morte.
Genere: Commedia, Parodia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'L'alfabeto della Wammy's House'
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EPILOGO
 
Il giorno seguente atterrai a Narita e giunsi senza problemi al Quartier Generale delle indagini sul caso Kira, specificando per bene l’indirizzo al tassista. Dopo aver superato un metal detector, una scansione della retina, un controllo delle impronte digitali, una radiografia e un tizio munito di guanto in lattice con cui passai un quarto d’ora spensierato, feci finalmente il mio ingresso nella sala principale.
E qui, com’era prevedibile, attirai l’attenzione di tutti. Aizawa spalancò così tanto la bocca che quasi si slogò una mascella, Matsuda si gettò adorante ai miei piedi, Mogi e il sovrintendente Yagami sparsero petali di rose di Damasco sul mio cammino, in onore al mio nome. Ukita purtroppo era già morto, altrimenti avrebbe recitato seduta stante un’ode alla mia avvenenza.
Solo due persone reagirono in maniera anomala: L, che mi salutò appena, e Light che, a quanto sapevo, era il sospettato principale. Quest’ultimo mi studiò come si guarda un avversario pericoloso, cosa che rafforzò non poco i miei sospetti. Evidentemente aveva riconosciuto la minaccia che rappresentavo per lui.
Ad ogni modo, mi assegnarono una poltroncina comoda ad una delle scrivanie libere e Watari mi portò subito un carrello di paste che io, affamata dal viaggio, mangiai avidamente senza preoccuparmi per la mia linea invidiabile. Mi misi immediatamente al lavoro, visto che avevo già approfondito durante il viaggio tutto quello che c’era da sapere sul caso, e chiesi di poter parlare a tu per tu con lo Shinigami legato al Death Note. Era chiaro come il sole che era in combutta con Kira. Perché mai nessuno se ne era ancora accorto?! Tuttavia, nonostante le mie notevoli abilità investigative, non riuscii a convincerlo in nessun modo a confessare.
Scoraggiata, tornai alla sala principale. Forse, L avrebbe avuto successo dove io avevo fallito. Purtroppo, però, non era seduto al suo posto. Lo cercai dappertutto, ed infine lo trovai sul terrazzo, in piedi sotto una pioggia torrenziale. Rimasi a fissarlo a bocca aperta: bagnato fradicio e con lo sguardo perso verso il cielo nero, con la pioggia che gli colava sul viso, era più sexy che mai. Così calciai via Light, che tanto era lì solo per assecondare un po’ di fan service yaoi, e mi buttai tra le braccia del mio detective preferito confessandogli…  le mie scoperte sul caso Kira? Ma vaaaaa’! Tutto il mio amore represso.
Lui questa volta non mi respinse, ma al contrario mi strinse forte, aggrappandosi a me in un gesto disperato.
«Come hai potuto pensare che non ti ricambiassi?» mi singhiozzò all’orecchio, «I tuoi capelli d’oro, i tuoi occhi di smeraldo, la tua pelle di pesca, la tua bellezza ultraterrena, la tua indole dolce ma forte, bastarda ma simpatica, strafottente ma timida non potevano non far breccia nel mio cuore».
Lo strinsi spasmodicamente, saggiando il suo corpo snello dalla muscolatura delicata, percorrendo con le dita la pelle diafana, fissandolo in quegli occhi profondi ed eterei. Le mie mani andarono alla cintura dei jeans, allentando il primo bottone.
«Ti prego, non ora» mi fermò lui, allontanandomi le mani. «Siamo a un punto decisivo del caso Kira… Devo concentrarmi unicamente su questo. Devo agire subito, o sarà la fine. Una volta sistemata questa faccenda, mi dedicherò esclusivamente a te»
Prima che avessi il tempo di replicare se ne andò, tornando all’asciutto nella sala principale. Io rimasi lì sotto la pioggia, a meditare sulle sue parole. Ancora una volta avevo perso un’occasione. Se doveva evitarmi continuamente, perché mi erano state assegnate quelle due lettere? Che significato avevano? Doveva esserci una spiegazione!
Tornai anch’io alla sala principale, e raggelai. Scoprii che L aveva intenzione di testare il Death Note, e questo avrebbe messo la parola fine al caso Kira, condannando Light se la regola dei tredici giorni si fosse rivelata falsa. In quel momento, tutti i pezzi andarono a posto nella mia mente, come quando una parola che è rimasta sulla punta della lingua finalmente si concretizza. Ma certo! Lo Shinigami! Avrebbe ucciso L prima che potesse risolvere il caso, togliendomi la possibilità di farmelo. Dovevo fermarlo ad ogni costo! Ma come? Dopo tutto ero solo MS, avevo anch’io i miei limiti!
 
E fu in quel momento che accadde qualcosa che, ancora oggi, non riesco a spiegarmi.
 
Improvvisamente, giunta da chissà dove, mi esplose nella mente una frase di cui ignoravo totalmente il significato. Afferrai un lecca lecca a forma di luna che trovai lì per lì sulla scrivania e, tenendolo alto sopra di me, ripetei meccanicamente la frase a voce alta:
«Mary Sue power, make up!» strillai con quanto fiato avevo.
Dal lecca lecca si sprigionò un lampo di luce che mi avvolse completamente. Quando svanì, il mio aspetto era mutato. I capelli, lunghi fin oltre le ginocchia, ora lisci, ora ricci, ora mossi, avevano assunto una sfumatura multicolore cangiante, tipo la superficie riflettente di un CD; gli occhi, rosa violetto, erano illuminati da pagliuzze argentate; la pelle opalescente risplendeva di luce propria; il seno era aumentato almeno di una coppa. La mia bellezza aveva raggiunto un livello tale che tutti gli astanti furono costretti a ripararsi gli occhi per non rimanerne folgorati.
«Ma… cosa è successo?» chiesi, sorprendendomi allo stesso tempo di quanto la mia voce fosse diventata flautata, carezzevole, autoritaria, carismatica e seducente.
«Tu sei la Mary Sue che stavamo cercando!» mi rispose un gatto parlante sbucato da chissà dove.
A dire il vero, alla prima occhiata stentai a capire che fosse proprio un gatto, tale era la quantità di fiocchetti e trine di cui era adorno.
«Io sono Gatty Stu, il messaggero delle fangirls, e tu sei colei che ha il potere di trasformarsi nella Mary Sue suprema» continuò l’animale. «Hai una missione da compiere: devi guidare le tue compagne alla conquista di questo fandom, grazie alla tua facoltà di distruggere l’IC dei personaggi principali facendoli regredire allo stato di babbei. Ed ora, avanti, combatti!»
Un’energia nuova, calda e potente mi pervase.
«SUE  GORGEOUS  BEAUTY  SHOCK!» gridai, producendomi in una posa molto scenografica quanto superflua.
L’energia defluì tutta insieme fuori dal mio corpo, riducendo in polvere il Death Note, lo Shinigami, tutto il suo mondo e ferendo a morte Light.
Subito dopo la trasformazione si sciolse, e mi sentii fiacca e debole. Le ginocchia mi cedettero, ma L mi afferrò prima che cadessi.
«Sei stata meravigliosa, non so dirti quanto. Lascia che te lo spieghi in camera mia» mi disse, mentre la pioggia cessava e l’arcobaleno spiccava in cielo.
Nell’udire ciò mi sentii subito meglio, e realizzai che le gambe mi sostenevano di nuovo. Mossi qualche passo verso Light, riverso a terra agonizzante, e mi inginocchiai accanto a lui.
«Avrei distrutto io stesso il Death Note, se me l’avessi chiesto. Ti conosco da appena due ore, ma ho perso la testa per te» furono le sue ultime parole prima di spirare.
Lo affidai agli altri, avevo di meglio a cui pensare. Mi feci spiegare da Watari come raggiungere la camera di L e feci sei piani in salita di corsa per arrivarci il più in fretta possibile. Non stavo più nella pelle per l’impazienza! Quando giunsi a destinazione con il fiatone e accaldata – ma non sudata – però trovai la camera deserta. Mi avvicinai alla scrivania, dove era posato un biglietto indirizzato a me.
 
Mia cara Rose-Damasque,
non ti ringrazierò mai abbastanza per avermi salvato la vita ed aver risolto il caso Kira al posto mio, sollevandomi dall’incombenza di arrestarlo e di dimostrare ancora una volta di essere il migliore.
Oggi mi hai fatto capire una cosa importante.  I tuoi capelli d’oro, i tuoi occhi di smeraldo, la tua bocca di rosa, i tuoi denti di perla mi hanno convinto a fuggire con Maggie, che ha capelli che sono capelli, occhi che sono occhi, una bocca che è una bocca e denti che sono denti.
In bocca al lupo per la tua missione, sono certo che avrai successo.
 
Mai più tuo,
L
 
Rimasi per ore a fissare il biglietto, impietrita, senza capire. Sulle prime pensai perfino che vi fosse un messaggio cifrato di significato diverso, nascosto fra le righe.
Quando giunse la sera, mi convinsi che con lui avevo proprio fallito.
Avevo commesso un errore imperdonabile. Avrei dovuto capire fin dall’inizio che L non faceva per me. Sì, avrei dovuto arrivarci da sola quando, qualche mese prima, il suo alter ego dagli occhi vermigli, Beyond Birthday, mi aveva seviziata e violentata ripetutamente nello scantinato della Wammy’s House durante un rave. Del resto, un trattamento del genere che cosa avrebbe potuto mai far nascere in me, se non un’attrazione fatale per Beyond?
 
 
 
Gli inutili commenti dell’autrice.
 
Durante la stesura di questa fanfiction ho appreso due verità fondamentali:
 
1)  Scrivere cazzate è facilissimo. La scrittura e l’auto-betaggio di questa “storia” hanno richiesto tre ore in tutto, riuscendo a farci stare in mezzo pure una mail e una mezza dozzina di SMS; al contrario, per scrivere un capitolo di “Mondi Diversi”, tra indizi da inserire e particolari da far combaciare, impiego dalle due alle tre settimane, e nonostante ciò mi chiedo continuamente se non abbia trascurato qualcosa.
 
2) Mantenere L  IC rasenta l’utopia, mandarlo OOC è semplice come bere un bicchier d’acqua: basta farlo parlare!
 
E, da ultimo, un pronostico: scommetto che questa “storia” avrà molto più successo di tante altre che mi sono costate fatica e ore di ricerche su internet per documentarmi.
Per cui tu, lettore amante della lingua italiana e delle trame ben strutturate, quando incappi in una storia meritevole non esitare ad incoraggiare gli autori promettenti con una recensione. Altrimenti, la mediocrità invaderà ogni fandom ^^
   
 
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