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Autore: Wozzugururu    17/09/2014    1 recensioni
la Terra Spaccata è composta da innumerevoli isole che volteggiano nel vuoto, sospinte dai venti impregnati di Pulviscolo, l'essenza stessa della magia. In un mondo in cui la vita di chiunque è impregnata sin dalla nascita di incantesimi e rune, e dove le tue Ossessioni possono mutare anche il tuo corpo, i protagonisti dovranno trovare la loro strada e schierarsi con una delle fazioni in lotta per il predominio, capendo che non tutto è o bianco o nero.
Genere: Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Incredibilmente pubblico un nuovo capitolo nel giro di un giorno. Mi sentivo un po' in colpa per non aver pubblicato niente (o quasi) durante l'estate, quindi cerco di farmi perdonare. Ringrazio davvero tantissimo Vyolet che segue questa storia che sta prendendo forma pian piano, e ringrazio anche tutti quelli che hanno letto i primi due capitoli. Vi invito (se vi aggrada) a lasciare una recensione o una serie di insulti, a farmi domande ma soprattutto a dirmi cosa c'è da migliorare (perché sono sicuro che nel vostro intimo, accanto a cilly, ci stanno tutte le critiche che vorreste farmi). buona lettura, vi lascio al...

Capitolo terzo


Centinaia di stelle brillavano nel cielo notturno, e la luce della luna si rifletteva sulle nuvole basse e sul vecchio mulino di Yleen.

Ito era carponi sul pavimento in legno della sua camera, un orecchio appoggiato per terra, cercando di captare la conversazione che stava avvenendo al piano di sotto.

Il nano, o Sten, aveva acceso un fuoco nel caminetto per rischiarare la stanza e scaldare la zuppa, poi Yleen gli aveva imposto di non muoversi dalla sedia e gli aveva medicato con cura la gamba con delle bende pulite e con degli impacchi di erbe perchè le ferita non si infettasse.

Avevano mangiato in silenzio, accompagnando la minestra con qualche fetta di pane scuro, poi il ragazzo era stato mandato a letto. Eppure, nonostante il tono della madre gli avesse fatto capire con estrema chiarezza che doveva star fuori dalla faccenda, Ito non riusciva a contenere la curiosità. Aveva fatto come la madre gli aveva detto e si era messo a letto, ma una volta spento il lume mille domande avevano cominciato ad affollargli la testa, urlando e picchiando contro le pareti del cranio: “chi è quel nano?” “da dove viene” “come ha fatto a sbaragliare que due teppisti nonostante fosse solo e ferito?” “come conosce mia madre?”. Così dopo poco, per placare le voci nella sua testa, aveva cominciato ad origliare.

-Qualunque sia la storia tu non dovresti essere qui!- questa era sua madre. Malgrado il tono quasi sussurrato si poteva benissimo intuire il furore che la donna stava provando.

-Tu dovresti ascoltarmi con maggiore attenzione- ribattè Sten pacatamente -ti ho detto che, qualunque cosa accada, comunque le nostre nazioni vadano, gli agenti del Triumvirato ti stanno cercando, te e il ragazzo. Non avete più un posto sicuro-

-Se tu non fossi venuto fin qui non avremmo alcun problema! L'Arcipelago del Tramonto si trova sul confine estremo delle Terre!

-Sono venuto fin qui per trovarti e avvisarti- ci fu un momento di silenzio carico di tensione, poi il nano rincominciò a parlare: -Tu sai cosa è succeso Zana qualche giorno fa?-

-Zana si trova a centinaia di leghe di distanza, ovvio che non so cos'è successo-

-Qualcuno ha bruciato l'intero villaggio nella notte. Io stesso sono andato a controllare le macerie in cerca di sopravvissuti, in vano. Zana non esiste più, come non esiste più nessuno che vi vivesse. Il pemim del villaggio è stato trovato decapitato nel mezzo della piazza...-

-Sono affranta per la sorte degli abitanti del villaggio, ma siamo in guerra da anni, non è il primo villaggio che viene attaccato e raso al suolo, o il primo scempio perpetrato in nome dell'onore del proprio sovrano. Come mai questa notizia dovrebbe essere collegata con me?-

-Nella piazza hanno disegnato una civetta con i corpi smembrati degli abitanti-

Di nuovo silenzio.

-Non posso credere che Askert abbia commesso una simile atrocità... non può essere vero.- la voce di Yleen era rotta da una tristezza profonda, Ito lo capiva benissimo.

-Infatti non è vero! Askert non farebbe mai un atto così deliberatamente crudele!- Sten inspirò profondamente, svuotò i polmoni, riprese, ma a voce più bassa. -Pensiamo che sia opera dei Generali. Ho notato delle impronte quanto mai sospette, come di uno zoccolo caprino, e nella piazza ho trovato un pezzo di tessuto color rosso sangue... potrebbe non significare nulla, ma tutti e due sappiamo benissimo a chi potrebbero appartenere quelle tracce. Se la situazione è come penso tu e il ragazzo non sarete al sicuro finchè non sarete usciti dallo Stato.-

Ito aveva il cuore in gola. Aveva cominciato ad ascoltare la conversazione attraverso il pavimento perché sentiva di aver bisogno di risposte, ma ora aveva solo una nuova sequela di interrogativi, primo fra tutti chi fosse Askert. “Dove andremo se non possiamo stare qui?” si chiese il ragazzo “non possiamo abbandonare tutto, il mulino, il villaggio, gli altri ragazzi... mia madre troverà una soluzione migliore... ne sono certo... e non dovremo andarcene”

Intanto la discussione di sotto proseguiva.

-Io non penso che Ito debba venire... è ancora un ragazzo e non voglio che si mischi alla gentaglia di Askert. Dovrei avere ancora dei parenti all'Arcipelago dell'Orso, lo affiderò a loro. E' brava gente, e gli farà comodo avere un paio di braccia in più per il lavoro nei campi.-

Ito trasalì: sua madre non poteva abbandonarlo, se anche lei se ne fosse andata, cosa gli sarebbe rimasto?

-Non c'è bisogno che tu faccia una deviazione così lunga. Posso tenere io il ragazzino, se la cosa ti compiace. Ho degli affari da sbrigare a Gamla Sten, e mi servirebbe un apprendista. Immagino che per te debba essere straziante, ma così il giovane potrà aspirare a qualcosa di più che fare il contadino.-

-E sia, Sten, ti ringrazio di cuore. Io...non so proprio cosa farei senza di te.-

-Figurati, lo faccio in memoria dei vecchi tempi. Lo crescerò come fosse mio figlio.-

Il ragazzo staccò l'orecchio dal pavimento tremando. Amare lacrime gli rigavano il viso, ruscellandogli in bocca e sotto al mento. Singhiozzando si rimise a letto, stringendo forte il cuscino con le mai ossute. E così sua madre aveva deciso di abbandonare tutto, lui compreso, per lasciarlo solo con un perfetto sconosciuto, per dirigersi verso una destinazione ignota. Come aveva potuto?

Continuò a piangere piano finchè il sonno non lo prese nel suo abbraccio consolatore, ma neppure dormendo Ito trovò pace, e sognò che il nano lo buttava giù dal borbo di un'isola, mentre sua madre guardava e rideva, accanto ad una figura in ombra.

   
 
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