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Autore: AlekHiwatari14    03/11/2014    1 recensioni
Quando il mondo della realtà incrocia quello della fantasia e sembra che l'universo intero si sia sbagliato a dar definizione di realtà e fantasia, accade qualcosa di magico. Qualcosa sconosciuto all'umanità, alla realtà e alla fantasia stessa. Qualcosa che nessuno può immaginare mai. Questo è ciò che accade ad una giovane ragazza che vive nella realtà sognando la fantasia che improvvisamente quella fantasia si mischia con la realtà stravolgendole la vita. VAMPIRE. Questo è il nome del mondo in cui dovrà fare i conti e tra risate e lacrime, paure e speranze, troverà l'amore e l'indecisione che alberga sempre nella realtà di tutti i giorni. Chi sarà questo amore? Come lo affronterà? Quali pericoli e quali sfide l'attendono? Lo scoprirete solo leggendo.
[CONTINUA CON My Life like a Vampire 2 - The Vampire's Academy.]
Genere: Commedia, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Life like a Vampire'
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Capitolo 20 - Il compleanno di Subaru.


Mi ritrovai nella torre a investigare. Perchè? Dovete sapere che in questi giorni Raito era piuttosto strano, proprio come gli altri vampiretti. Sembravano che controllassero ogni mio movimento da dopo il compleanno di Shu. Dicevano che mi comportavo in modo strano ed io, sinceramente, mi sentivo combattuta con me stessa fino a stamattina. Perchè? Ho saputo la realtà su di me, ma non ero sicura. Tutto è successo qualche giorno fa nell'accademia di danza, poi si è messo Karlheinz e infine il mio comportamento. Che voglio dire? Beh...adesso vi spiego meglio.

***

Le mie ferite erano magicamente sparite alla festa di Shu dopo aver bevuto del liquido che mi era stato offerto da Karlheinz e Reiji sosteneva essere sangue. Da lì incominciò una lotta strana con me stessa. Avvertivo odori molto forti ed ero anche abbastanza forte, ma cercavo di trattenermi, tagliandomi e odorando il mio sangue come successe l'altra volta con Louis. So che è un pò strana come cosa. Lo è anche per me e non capisco ancora perchè mi comporti così. E' come se fosse un istinto, come se improvvisamente fossi diventata una sadica masochista che adora vedere il sangue e ne è attratta, anche se cercavo e cerco ancora di frenarli questi assurdi istinti. Avevo sempre sete e bevevo litri d'acqua senza dissetarmi. Non capivo cos'avevo fin quando Karlheinz non mi rivelò il motivo, ma prima d'allora, già era successo un altro episodio a darmi sospetti. Ero all'accademia di danza. Avevamo appena finito gli allenamenti e come ogni volta andavo negli spogliatoi per lavarmi, ma quel giorno...

Rita:Oh...merda!

Esclamai vedendo che mi era venuto il ciclo. Le vampire nello spogliatoio incominciarono a sniffare nell'aria.

Vampira1:Ragazze? Sentite anche voi questo odore di sangue?
Vampira2:Si, la sento anch'io. E' così intenso.
Vampira1:Già. Chi ha le sue cose che le copra per bene che è troppo forte. 

Le vampire annusavano estasiate nell'aria mentre io cercavo qualcosa per coprirmi, ma non avevo assorbenti. Era il momento più imbarazzante della mia vita, ma mai come quello che venne dopo. Dietro di me comparse Karin che vedendo che scavavo nella borsa incominciò a fare domande.

Karin:Che cerchi?
Rita:Ah..niente di che.

Dissi chiudendo la borsa. La vampira mi guardò ed incominciò ad annusarmi per poi lanciare un urlo:

Karin:Aspetta un attimo! Sei tu che odori di sangue!!

In quel momento mi preparai al peggio. Era la fine per me, sopratutto con la fortuna che mi ritrovavo, ma le cose presero una piega diversa. Praticamente tutt'altro di quello che avevo immaginato.

Karin:Ah...perchè non l'hai detto subito? Cerchi qualcosa per coprire l'odore, vero?
Rita:Beh..ecco..io...
Karin:Non fare complimenti. Tieni! Ho un pacco di assorbenti nuovi nuovi, appena comprati. 
Rita:Cosa?

Chiesi diventando tutta rossa dalla vergogna con Karin che mi mise tra le mani gli assorbenti. Che scena imbarazzante.

Karin:Sei una vampira produttrice anche tu, vero? Ah...non immagini che gioia! Qui in accademia ce ne sono poche di vampire produttrici. Perchè non me l'avevi detto?
Rita:Io...
Karin:Ho capito. Avevi vergogna. Tranquilla! Ti capisco. Anche a me da fastidio dirlo in giro. Poi ci sono anche molti vampiri, sopratutto i maschi, che vanno pazzi per quelle come noi. Infatti se sanno che sei una vampira produttrice ti sposano in pochissimo tempo. Anzi...sono capaci di rapirti e violentarti pur di averti con loro.

E fu così che Karin incominciò a parlare senza sputare mai un secondo a terra. Ogni volta che apriva un argomento era difficile fermarla, ma comunque ne ero grata del gesto che aveva fatto così, mentre lei continuava a parlare a bambera io la interruppi con un grazie.

Karin:Cosa?
Rita:Grazie...mi hai salvato la vita. Senza questi non saprei che avrei fatto.
Karin:Ma figurati. Poi noi produttrici ci dobbiamo riguardare, o sbaglio? E poi siamo amiche e le amiche servono a questo.
Rita:Hai ragione.
Karin:Senti, che ne pensi se qualche mattina vieni da me?
Rita:Mattina?
Karin:Si. Tanto sei una vampira produttrice non dovrebbe farti male il sole, giusto?
Rita:Beh..se non fa male a te non fa male neanche a me.
Karin:Solo quelli della nostra razza possono uscire la mattina. Quindi se usciamo in quel momento penso che staremo tranquille senza rompiscatole tra i piedi. Che ne pensi?
Rita:Ti farò sapere, ma per me va bene.

Risposi sorridendo. Era una grande amica pur essendo una vampira. Io non sapevo ancora cos'ero. Finchè non me lo disse Karlheinz. O meglio mi diede degli input ed io li afferrai al volo. Ero in camera mia a studiare per i test di conoscenza dell'università quando venne con una tazza di sangue tra le mani. 

Karlheinz:Tesoro, dovresti bere.
Rita:Te l'ho detto un milione di volte. Sono un umana e non un vampiro.
Karlheinz:Eppure vedo che hai sete e sei anche abbastanza debole.
Rita:Io? Debole? Ma va! Sono forte come una roccia.

Il vampiro appoggiò la tazza sulla scrivania e si sedette affianco a me.

Karlheinz:Eppure hai sete. E' da quando ti sei svegliata che stai bevendo e non riesci a saziare la sete.
Rita:Deve essere l'aria secca.
Karlheinz:L'aria secca non ti fa bere 10 bottiglie d'acqua da un litro e mezzo in un ora.

In quel momento mi fermai di colpo voltandomi verso di lui con tono minaccioso e alterato.

Rita:Che vuoi?
Karlheinz:Sei in conflitto con te stessa perchè non bevi. Te ne rendi conto?
Rita:Dici che sono un vampiro. Sentiamo, da cosa lo deduci?

Mi prese la mano. Sentivo la sua mano stranamente calda.

Karlheinz:La tua mano è congelata, sei bianca in volto e quel bianco ti rende bella come una bambola. 
Rita:Ma smettila! Sarà la pressione bassa.
Karlheinz:Studierai medicina?
Rita:Si, perchè?
Karlheinz:Beh.. allora studierai sicuramente che la pressione è collegata al tuo battito e la differenza tra un vampiro e un umano. In effetti, i vampiri hanno il battito solo quando bevono il sangue, proprio come la pressione. 
Rita:Che centra questo?
Karlheinz:Fatti un analisi di coscienza. Adesso vado a lavorare. Spero che tu ci pensi attentamente.

Disse uscendo. La cosa mi puzzava e non poco. Mi sentivo veramente strana e quell'odore di sangue era intenso, tanto intenso che volevo berlo a tutti i costi, ma cercavo di trattenermi. In quel momento decisi di fare una prova. Presi dall'armadio il kit medico il fonendoscopio con il sfigmomametro. Per chi non lo sapesse sono i due oggetti che servono per sentire il battito e per misurare la pressione. Ciò che vidi e sentii da quei due aggeggi, mi lasciò perplessa. Rivelarono che avevo la pressione massima a 30, la minima a 15 e il battito quasi assente, cioè ero praticamente in fin di vita. Decisi di bere quel sangue e riprovare il test e lì scoprii di essere una vampira a tutti gli effetti, poichè bevendolo avevo riacquistato il battito e la pressione che si era regolarizzata come un umano qualsiasi.

Rita:Ma...non è possibile.

Sorpresa andai in camera di Sho per chiedere come era possibile una cosa del genere. Dopotutto mi ero trovata in un mondo alieno anche essendo un vampiro e la cosa mi sembrava alquanto strana. Entrai in camera di Sho, ma lui non era lì. 

Rita:Che strano. Forse avrà accompagnato Louis a Cartoon World. Chissà.

Stavo per uscire dalla porta quando sulla scrivania vidi dei libri.

Rita:Da quanto in qua Sho legge?

Mi chiesi avvicinandomi ad essa. Erano tutti libri finti. All'interno non c'era scritto nulla anche avendo una bella foderina. Nascosto tra i suoi libri vidi delle carte. La curiosità fu forte e incominciai a sfogliare quelle carte. Quelle non erano semplici cartaccie o appunti fatti a casaccio per qualche materia, ma erano le mie analisi. 

Rita:Analisi sanguigna positiva? 10% sangue sconosciuto (intoccabile), 5% umano e 85% vampiro. Conclusione -  L'essere analizzato è un intoccabile di genere.... vampiro? Ma è impossibile! Ero un vampiro e Sho lo sapeva? Allora perchè non me l'aveva detto? 

Sorpresa mi cadde il foglio da mano. Quel foglio fu raccolto dalla persona che mi stava dietro. Era Sho che chiudendo la porta mi guardò in modo strano.

Sho:Perchè dovevo tenerti sotto controllo.
Rita:Cosa?
Sho:Che ci fai qui?
Rita:Volevo chiederti una cosa, ma da quel che ho visto, ho già avuto le mie risposte.
Sho:Quindi hai visto cosa sei.
Rita:Perchè l'hai tenuto nascosto?
Sho:Non sono stato io a tenerlo nascosto. 
Rita:Cosa? E chi sarebbe stato allora?
Sho:Non prendertela con me. E' stato Izayoi. Fino a poco tempo fa non lo sapevo neanche io. Quando l'ho saputo ho chiesto di avere le tue analisi da Ciel e Libertà. Hanno detto di tenerti sotto controllo per una questione fisiologica.
Rita:Fisiologica?
Sho:Tu sei un vampiro, ma quando sei nata non lo eri. Non sappiamo cosa sia successo ed è per questo che dobbiamo verificare ogni volta. Qualora si presentasse di nuovo il sangue alieno dovremo sospendere di far bere il tuo sangue ai vampiri.
Rita:Perchè allora non me l'hai detto? Perchè i vampiri non devono sapere che sono come loro?
Sho:Perchè è una questione delicata. Se i vampiri sapessero che sei come loro....perderesti ogni speranza di stare qui e di scoprire le tue abilità.
Rita:Ma...io...
Sho:Tranquillizzati e non aprir bocca con nessuno di quel che sei realmente.
Rita:Sho!!

Da quel giorno, ogni volta che aprivo il discorso Sho lo chiudeva dicendo di stare zitta e non dire niente o che aveva da fare, quindi decisi di tenere il segreto per me. Da lì incominciai ad allenarmi e scoprii che avevo l'abilità di adattarmi facilmente, di parlare con chiunque (cosa che comunemente hanno gli intoccabili),  di essere forte, sapermi teletrasportarmi e volare (che erano qualità vampiresche). Tutto questo lo scoprii in soli 4 giorni. Era strano, ma forse era stato l'effetto della luna rossa a cambiarmi o forse il sangue, chissà. Ma nonostante ciò, non avevo ancora trovato la mia abilità principale che mi collegasse e mi distingueva dagli altri intoccabili. Ero nel viale di rose quando Raito mi fissava mentre mi allenavo a parlare con le altre creature, cioè con le rose e gli uccelli che gironzolavano lì dentro.

Raito:Se speri che ti rispondano, stai parlando con l'essere sbagliato.
Rita:Che vuoi?
Raito:Più ti fisso e più penso che in te c'è qualcosa che non va.
Rita:Di nuovo con questa storia? Cos'è che non va?
Raito:Non ricordi qui cos'è successo?
Rita:No, è successo qualcosa?
Raito:Ah..già. Dimenticavo che eri ubriaca per ricordartelo.
Rita:Ricordarmi cosa?

Chiesi vedendo che si allontanava. Il vampiro strappò una rosa rossa dal viale e annusandola mi rispose guardandomi in modo intenso e malizioso.

Raito:Della torre. Lì mi hai portato e hai fatto quel che hai fatto.
Rita:Aspetta! Cosa avrei fatto nella torre?
Raito:Se vuoi saperlo, perchè non controlli?


***

Ed eccomi ad investigare nella torre. 

Rita:E' praticamente assurdo che io sia venuta qui e per giunta con Raito. E poi cos'è che avrei fatto con lui? 

Davanti ai miei occhi mi veniva l'immagine di Raito malizioso che mi diceva: "lì mi hai portato e hai fatto quel che hai fatto" facendomi venire i brividi e pensare che fossi stata con lui.

Rita:Ohh.... su via Rita! Che vai pensando?! Non saresti mai stata con quella mezza cartuccia di Raito! Tu hai il tuo bellissimo Louis, figuriamoci se ti ci metti a farlo con lui.

Ad un tratto mi fermai. Ero arrivata in cima alla torre dove c'era una prigione. Incuriosita vi entrai e mettendo le mani su quelle pareti vidi l'immagine di Christa nella mia mente.

Rita:Questa è la prigione di Christa. Allora...da qui si dovrebbe vedere il viale.

Dissi affacciandomi. Infatti, da lì si vedeva tutto il viale e in quel viale stava passeggiando tranquillamente Subaru, mentre Kanato correva seguito da Natsuki che voleva travestirlo da donna.

Rita:Ora capisco perchè sta sempre in quel viale. Era il luogo in cui poteva vedere sua madre.

Mentre guardavo in basso, Subaru alzò la testa ed io mi nascosi, ma la mia solita goffaggine, nel nascondermi caddi all'indietro su di un mattone grigio.

Rita:Ah...che botta!

Esclamai ritrovandomi a terra col sedere dolorante. L'impatto con il mio piede, il mattone rialzato scorse qualcosa che luccicava.

Rita:Cos'è?

Mi chiesi cercando di togliere il mattone. Al di sotto di quel mattone c'era un cofanetto di ferro pieno di polvere che prendendolo e soffiandoci su,alzò un polverone che mi fece venire chiudere gli occhi e incominciai a starnutire e tossire. 

Rita:Stupida allergia!

Aprendo gli occhi scorsi una scritta "Christa" incisa nel cofanetto. 

Subaru:C'è qualcuno?

Sentii provenire da sotto. In fretta e furia, presi il cofanetto e lo avvolsi nella giacca che portavo addosso teletrasportandomi in camera mia.

Subaru:Che strano. Eppure ero sicuro di aver visto qualcuno qui.

Disse entrando nella stanza. Intanto, ero tornata in camera mia e avevo messo il cofanetto sulla scrivania cercandolo di pulirlo con degli stracci. Ero talmente presa che non feci caso a Raito che era entrato in camera mia.

Raito:Che fai, Bitch-chan?

Immediatamente coprii il cofanetto con lo straccio.

Rita:Niente. Cosa vuoi che faccia? 
Raito:Non ti sarai mica dimenticata di oggi?
Rita:No, non mi sono dimenticata. Infatti è una cosa per oggi.
Raito:Davvero? Cos'è?
Rita:Una sorpresa.

Ebbene si. Era il compleanno di Subaru. Nessuno gli aveva fatto gli auguri, ma avevamo preparato una bella festa per lui nel giardino dietro la torre. La giornata si prospettava serena, quindi non era un problema stare all'aria aperta. Anche essendo novembre si stava bene, anzi...faceva anche un pò caldo direi. I Mukami avevano deciso di provvedere loro alle decorazioni. Erano diventati stranamente amichevoli e partecipi dopo la festa di Halloween.Forse per causa che organizzarono la festa per Azusa, chissà. Purtroppo gli Starish e Louis non sarebbero stati con noi. E un'altra festa senza il mio Louis. Mi sa che la vita vuole vedermi soffrire, ma va beh... Andai in giardino per vedere come andavano i preparativi ed erano a buon punto. Dopotutto come facevano a non esserlo con Reiji che dava ordini?

Azusa:Qui sembra tutto apposto.
Reiji:Il cartellone pende da un lato.
Azusa:Ahhhh.... quanto sei puntiglioso!!
Reiji: Come va lo stereo?
Kou:Funziona alla grande!

Urlò stando appeso sullo scaletto sentendo il volume delle casse se andasse.

Reiji:Bene! Provvedi con le luci.
Kou:Si, signore!
Reiji:Come stiamo con il buffer?
Ruki:Abbiamo finito di spostare i tavoli.
Yuma:E Natsuki ha già preparato la torta.
Reiji:Molto bene! Date una mano a Kou!
Rita:Alla faccia. Sei nato per comandare.
Reiji:Che ci fai qui? Non avevo detto di tener d'occhio Subaru?
Rita:Sbaglio o l'avevi detto a Shu e a Kanato?
Reiji:E adesso lo dico anche a te.
Rita:D'accordo! Ho capito. Me ne vado. 

Dissi andando a cercare Subaru. Ormai mancava poco per la festa e lui se ne stava in camera sua che guardava fuori dalla finestra col suo pugnale tra le mani. 

Rita:Sei ancora qui?
Subaru:Perchè? Dove dovrei essere?
Rita:Ti va di fare quattro passi con me?

Non so come, ma lo convinsi e lo condussi nel viale delle rose dove improvvisamente si fermò e guardò in alto verso la torre.

Rita:Ti manca?
Subaru:Ogni giorno da piccolo venivo qui. Mi faceva male vederla rinchiusa li. Quando mi diede questo pugnale...mi chiese di ucciderla. Non sono mai riuscito a perdonarmi il fatto di non averla riuscita ad uccidere. Ero troppo debole.

Mi avvicinai e gli presi la mano.

Rita:Non sei affatto debole, anzi... l'unico problema è che non hai mai pensato cosa provasse lei lì rinchiusa.
Subaru:Sicuramente non provava ciò che provavo io.
Rita:Parli così perchè non sai quanto ti amava.
Subaru:E tu che ne sai? Mica l'hai conosciuta?

Mi urlò infaccia incamminandosi verso la torre e lasciandomi la mano.

Rita:Lo sento.
Subaru:Cosa?
Rita:Che lei ti amava e ti ama profondamente.
Subaru:Che importa? Importa solo che sono debole. Da quel giorno mi sono promesso che non sarei mai più stato così. 
Rita:Te ne sei accorto che è tutta rabbia?
Subaru:Ma piantala! Neanche fossi una psicologa parleresti così!

Esclamò mettendosi le mani nelle tasche e non appena girò la torre vide tutti urlare:"sorpresa".

Subaru:Cosa?
Kanato:Pensavi ce ne fossimo dimenticati?
Rita:Noi non ti dimenticheremo mai. Ti vogliamo bene, forse non come tua madre, ma ci andiamo vicino.
Subaru:Piantala di parlarmi di lei!!

Mi urlò venendomi incontro con volto arrabbiato. Voleva aggredirmi. Dalle tasche presi il cofanetto che avevo trovato porgendoglielo e dicendogli:

Rita:Questa è da parte di tua madre.

Quelle parole lo fermarono proprio mentre stava avvicinando il pugno al mio volto. Abbassò la mano e prese il cofanetto.

Rita:Non so come si apra, ma l'ho trovato nella torre.
Subaru:E'...di mia madre....? 

Il vampiro, incantato, prese la chiave che aveva al collo e la mise nella serratura del cofanetto. Ci entrava alla perfezione. Per tutti quegli anni aveva pensato che quella chiave fosse quella della prigione di sua madre e invece era del cofanetto. Non appena l'aprì trovò tante carte, ma quello che lo colpì su una lettera dove non perse tempo a leggerla. In quella lettera c'era scritto qualcosa che toccò profondamente il cuore di Subaru. Con le lacrime agli occhi, il vampiro corse via buttando per aria il cofanetto e le lettere.

Rita:Subaru!!

Urlai correndogli dietro, mentre Raito, incuriosito, insieme agli altri fratelli, prese quella lettera che aveva letto Subaru incominciandola a leggere. Su di essa c'erano scritte testuali parole: 

Lettera:"...4 novembre 2000...
Come ogni giorno, mi affaccio dalla finestra della mia prigione su questa torre orrenda. 
Mi sentivo impazzire, ma il solo pensiero che in quel viale di rose ci sia lui, mi riempie il cuore. 
Lui, frutto del peccato e dell'arroganza, quel frutto che amo profondamente più di me stessa, quella rosa così bella macchiata del sangue della violenza.
Amo profondamente quel piccolo. 
Egli è il mio piccolo. 
Ma come ogni volta che lo vedo, da quella finestra mi allontano.
Mi sento di impazzire al sol pensiero che non possa neanche abbracciarlo. 
Mai una carezza, mai un bacio, mai una coccola, eppur lui continua a venire con quella chiave al collo suo. 
Pensa che sia della mia prigione, ma in realtà è qualcosa di più prezioso.  
Mi sento diventare matta. 
Vorrei che lui mi uccidesse. 
Che mi uccidesse per amore e si sporcasse le mani del mio sangue che sorridendogli gli darei l'ultimo bacio. 
Essere un vampiro già è devastante, ancor di più è essere prigioniera di una vita che non vivi come vorresti. 
Desidero anche le cose più banali, come una passeggiata mano nella mano col mio bambino o anche solo mostrargli le bellezze della natura, ma mi ritrovo qui dentro senza forze per lottare.
''Eccolo, il mio bambino!'' Penso guardandolo giù da questa torre. 
Una torre alta, senza vie di uscita. 
Tra le mani ha il pugnale che gli ho regalato per difendersi.
Difendersi da suo padre, uomo rude e crudele, che pur non volendo ho sposato dando poi vita al mio gioiello.
Mi guarda con quegli occhi desiderosi di un abbraccio, uno sguardo, una carezza, ed io...madre indegna..non posso darglielo.
Vorrei tanto che uccidesse il mio dolore liberandomi da questa tortura, ma già so che è fin troppo dolce e gentile per farlo. 
Così mi allontano delusa da questa finestra.
Finestra che è l'unico contatto che ho con lui, il mio prezioso gioiello. 
Essere madre è la cosa più gratificante, specialmente avere un figlio così gentile, ma nella società vampiresca e con una persona come quella che mi ritrovo affianco, fa male.
Vorrei diventasse violento e trovasse la forza e il coraggio dentro di se per battere chiunque lo sfidi, ma già so che pretendo molto da lui.
Mi siedo a terra e penso che un altro giorno è passato ed io...non sono dinuovo riuscita a mostrare tutto il mio amore al mio figliolo adorato.
Che madre orrenda che sono.
Con le lacrime agli occhi, ecco che sfogo tutto con un pianto disperato.
Sento che sto impazzendo, ma con un sorriso, anche con occhi spenti, penso che la mia vita continua ogni giorno e vado avanti pensando che questo inferno sia meglio che sia mio che di mio figlio. 
Chiudo gli occhi ed ecco che mi addormento, sperando nell'indomani che lo rivedo. 
Come un gufo che aspetta la notte per volare, così io aspetto l'indomani per guardare, l'unica cosa rara e preziosa che ho.
L'unico che mi fa almeno sorridere un pò.
So che tutte queste emozioni e sensazioni non ti verranno trasmesse direttamente da me, ma voglio che tu sappia la verità.
Ti voglio bene, Subaru.
Dalla tua mamma, tanti auguri di un buon compleanno.
Non so quando leggerai questa lettera, ma voglio che tu sia te stesso.
Sii forte e coraggioso, come un vero leader, che la mamma è orgogliosa di te.
Un bacio, Christa."

Intanto, mentre i vampiri leggevano quella lettera rimanendone meravigliati, io ero riuscita a trovare Subaru prendendolo per mano mentre correva nel viale di rose.

Subaru:Lasciami!
Rita:Che ti prende?
Subaru:Come lo sapevi? Come facevi a saperlo?

Mi urlava con le lacrime agli occhi.

Rita:Sapere cosa?
Subaru:Come facevi a sapere che ero sporco? Come facevi a saperlo? L'avevi già letta?
Rita:No...io...non l'ho letta. Come avrei potuto? Hai tu la chiave.
Subaru:Come facevi?Dimmelo! 
Rita:Come facevo cosa?
Subaru:A sapere tutto su di lei!! Io ero suo figlio e non sapevo niente di quello che succedeva in quella torre. Non sapevo neanche che lei soffrisse e che pregava che venisse l'indomani per vedermi. Tu lo sapevi! Come hai fatto? 

Urlava arrabbiato contro di me. In quel momento non sapevo che rispondere. Io non sapevo come avevo fatto. Così balbettai a voce bassa:

Rita:Io..non lo so...lo sentivo.
Subaru:Lo sentivi... proprio come sentivi che ero una rosa sporca...vero?

Mi chiese con le lacrime agli occhi per poi abbassare lo sguardo. Vederlo così nel giorno del suo compleanno mi faceva male. Che stupida che ero stata. Come avevo potuto dare quel cofanetto e farlo star male? Non sono di certo la persona più adatta per dare conforto infatti, come ogni volta che vedo qualcuno piangere, i miei occhi incominciarono a lacrimare.

Rita:Mi...spiace....

Sussurrai abbracciandolo da dietro. Mi sentivo uno straccio. Se avessi saputo che fosse stato male dopo aver aperto quel cofanetto, non glielo avrei mai dato. Mi incolpavo dicendomi tra me e me che ero stata una stupida. Quella lacrima sul mio volto divenne una cascata che non riuscivo a fermare. Subaru si voltò verso di me abbracciandomi teneramente.

Subaru:Perchè piangi?
Rita:Mi spiace...sono una frana.
Subaru:Non sei una frana. Sono io che sono troppo impulsivo. Se solo qualcuno mi avesse fatto capire prima come stavano le cose, non sarei mai diventato così impulsivo. 
Rita:Mi spiace... forse dovevo dartelo qualche altro giorno e non oggi. Ti ho rovinato il compleanno.

Il vampiro si staccò e alzai il volto verso di lui. Lui sorrise dicendomi:

Subaru:E' il regalo più bello che potessi ricevere. Grazie.
Rita:Come il più bello? Ti ho fatto piangere, ti ho fatto arrabbiare, come può essere un regalo così essere considerato bello?
Subaru:Perchè mi hai dato un pezzo della mia vita. Ecco perchè.
Rita:Un pezzo della tua vita?
Subaru:Grazie.

Ribattè avvicinandosi sempre di più a me. Inaspettatamente appoggiò le sue labbra alle mie baciandomi teneramente. In quel bacio e in quell'abbraccio mi sentivo completa. Era strano, ma mi sentivo così. Si staccò da me incominciando a bere il mio sangue.

Rita:Subaru...

Mormorai sentendo le sue zanne affondare sul mio collo. Facevano male, ma poco importava. Sapevo che dopo una bevuta sarebbe stato meglio e infatti fu così. Tornammo nel retro della torre mano nella mano e continuammo a festeggiare. La festa si poteva dire che era andata a gonfie vele anche senza la presenza degli Starish. Ecco il momento della torta.

Yui:Vai, soffia!
Rita:Esprimi un desiderio!

Subaru ci guardò uno ad uno e guardando la torta con le sue 21 candeline disse:

Subaru:Vorrei che... la nostra famiglia sia compatta come lo è in questi giorni e...
Ayato:E...?
Subaru:Basta. Va bene così.

Rispose soffiando sulle candeline. Il desiderio si sarà realizzato? Chissà. Lo scoprirete presto. Alla prossima e un bacio dalla vostra Rita.










Il prossimo capitolo di My Life like a Vampire lo potete trovare sotto un altro nome, ovvero My Life like a Vampire 2 - The Vampire's Academy. ;) A presto!
   
 
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