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Autore: 365feelings    21/12/2014    2 recensioni
10. modern au in cui Arianna è in fuga; modern au in cui si rispettano le tradizioni legate al vischio; modern au in Arianna chiede a Dioniso di mettere fine ai litigi della sua famiglia
(scritte per il drabble event: 12 days of christmas)
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Arianna, Bacco
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Autrice: kuma_cla
Titolo: Gioventù bruciata
Coppia: Dioniso/Arianna
Prompt: high-school!AU in cui lei viene lasciata subito prima del prom dal quaterback della scuola
Rating: verde
Genere: commedia, fluff
Avvertimenti: one shot, het, modern AU
Note: Cecilia chiedeva qualcosa da leggere…
  • Sto ancora pensando alla caratterizzazione di Pasifae, la madre di Arianna, ma io ce la vedo un po’ cinica e poi vorrei che almeno un membro della famiglia non veda di buon occhio Teseo. Fedra, invece, nel mio headcanon è la più piccola ed è ingenua e ottimista. Acalla è un’altra sorella, sempre nel mio headcanon è la maggiore. Medea e Arianna, mi sono resa conto, sono cugine e siccome amo entrambi i personaggi voglio farle interagire; non ditemi che solo io vedo le potenzialità di questo duo (+ Persefone che commenta con «Chi? Quella pazza di tua cugina?» e Arianna la difende «Ma poverina, è stata lasciata dal suo ragazzo. Sii comprensiva. È successa la stessa cosa a me» «Sì, ma tu poi non hai cercato di uccidere Teseo»).
  • Nel mito Dioniso regala ad Arianna una corona (che lanciano poi in cielo e diventa la costellazione della Corona Boreale).
  • Ho googlato qua e là Arianna e alcuni autori antichi dicono che fosse bionda. Dioniso o Bacco è biondo nella mitologia greca e diventa moro con i romani e con i quadri di Caravaggio; a me piace in entrambe le versioni, ma forse nel suo caso ho una predilezione per i riccioli neri <3
  • Per il prompt ringrazio Darkrin (se volete promptarmi anche voi voi chi? Andate qui: Fanfiction meme).
 
 
 
 
I primi quindici minuti non ci pensa e sistema ancora una volta lo strascico in trepidante attesa. Dopo quaranta minuti e nessun messaggio, però, inizia ad agitarsi.
Non sopportando più le occhiate di sua madre e i sorrisi ottimisti di Fedra, decide di aspettarlo in giardino, così esce di casa in un turbinio di satin e tulle viola, accompagnata dal rumore dei tacchi sul marmo dell’ingresso. Sotto il braccio tiene la clutch microscopica che le ha prestato Acalla, dentro ci stanno solo il telefono e, un po’ stropicciato, il documento d’identità.
I minuti diventano un’ora: sono le otto di sera, il ballo di fine anno sta per iniziare e di Teseo nemmeno l’ombra. Inizialmente pensa che sia in ritardo (un po’ strano, considerando quanto ci tiene al prom), poi che suo padre lo abbia in qualche modo spaventato, infine che gli sia successa qualcosa dato che non risponde alle sue chiamate. Osserva speranzosa il vialetto, cercando di tenere sotto controllo l’agitazione che cresce di secondo in secondo, e sobbalza quando sente un rumore alle sue spalle.
«Tesoro, tutto bene?» le chiede sua madre affacciandosi all’ingresso.
«Sì, adesso arriva» mente, le lacrime che iniziano a pizzicarle gli occhi. Ma non ha intenzione di piangere (non ancora almeno, ci ha messo un pomeriggio intero per prepararsi) e sorride alla donna che annuisce poco convinta e se ne torna in casa. Le pare di udire un sommesso «Come no» prima che la porta si richiuda ed è felice di essere nuovamente sola; sa bene che a sua madre Teseo non sta molto simpatico e mai come in quel momento non ha voglia di ascoltare i suoi commenti.
Chiama ancora una volta il suo fidanzato e come le sette precedenti scatta la segreteria telefonica. Stizzita inizia a camminare su e giù per il vialetto e non soddisfatta si avventura in strada. I lampioni sono già accesi e fatta eccezione per qualche solitaria macchina non c’è nessuno in giro; sono tutti a cena o al prom.
I minuti continuano a trascorrere (otto e venti, otto e ventuno, otto e ventidue, otto e ventitré, otto e ventiquattro) ma di Teseo non c’è traccia. Sa di doversi arrendere all’idea che non verrà, ma continua a chiedersi perché. Ha forse fatto o detto qualcosa di sbagliato? Prende un’altra volta in mano il telefono e mentre gli invia l’ennesimo messaggio riceve una notifica da Instagram; siccome non ha nulla di meglio da fare decide di guardare. Sua cugina Medea le ha lasciato un cuoricino alla foto del progetto di scienze che ha presentato una settimana prima con Teseo; sorride al ricordo della A+ che ha preso.
Scorre distrattamente le foto che le compaiono nella home: gattini, altri gattini, ancora gattini, la cena di Acalla, Teseo e i suoi amici al Nasso, l’ennesimo gattino. Sgrana gli occhi e scorre rapida verso il basso: in quell’ora e mezza il suo ragazzo non è passato a prenderla e non le ha mai risposto, ma ha trovato il tempo di scattarsi un selfie e di caricarlo su Instagram. La foto risale a non più di due ore prima e ha già sessantadue mi piace, cioè cinquantanove in più del suo progetto di scienze. Dopo aver appurato che l’utente medio di Instagram apprezza di più i selfie di Teseo, nota un ulteriore dettaglio: nella foto incriminata, il più non tanto suo fidanzato ha la mano appoggiata su sedere di una bella ragazza in abito da sera. Quando, nel tentativo di ingrandire l’immagine, regala involontariamente un altro cuore a Teseo, decide di mettere via il telefono.
Ecco, quello è il momento di piangere.
 
Dopo un km di traballante e arrabbiata camminata sui tacchi, il marciapiede viene illuminato dai fari di una macchina che si accosta. Anche con i finestrini chiusi si sente la musica.
Arianna inizialmente sobbalza, poi si asciuga gli occhi cercando di non sbavare ulteriormente il trucco, infine guarda alla sua sinistra con sospetto e accelera.
La macchina continua seguirla e non appena sente il rumore di un finestrino che viene abbassato esclama, con le spalle ben dritte e il mento in fuori, un sicuro Non mi serve nessun passaggio, grazie che viene inghiottito dal rumore che proviene dall’abitacolo.
«Arianna, giusto?» urla il guidatore per farsi udire al sopra della musica e lei si volta, ritrovandosi a fissare confusa una sua coetanea strizzata in un abito leopardato e dietro il volto di un ragazzo.
«Ci conosciamo?» chiede, cercando di fare mente locale. I riccioli neri del giovane le ricordano qualcuno, ma non riesce a capire chi. È certa però di averlo già visto da qualche parte.
«Dioniso» risponde abbassando il volume «Lei è Menade e dietro ci sono Sileno e -» si volta per accertarsene «Un po’ di gioventù bruciata. Siamo…»
«A scuola con me» completa. Adesso ricorda di averlo incrociato in corridoio un paio di volte e in più di un’occasione di averlo visto scomparire insieme ai suoi amici sotto gli spalti; a fare cosa non è ben chiaro, circolano tante voci, nessuna rassicurante. Alcuni dicono a fumare, altri a drogarsi, altri ancora dicono che sono degli spostati.
«Allora, ti serve un passaggio?»
«No, grazie» risponde, non ha pregiudizi nei confronti di Dioniso, tuttavia non ha molta voglia di stare in compagnia.
«Sicura?» insiste «Non mi sembra che il tuo piano per la serata sia così entusiasmante».
«Che ne sai qual è il mio piano per la serata?»
«Lasciami indovinare, il tuo cavaliere non è passato e per smaltire la rabbia e non dover tornare a casa ti stai facendo l’isolato a piedi» replica con un sorriso adorabile e per quanto Arianna sa che dovrebbe concentrarsi su ciò che le ha detto, non riesce a far altro che pensare a quanto siano irresistibile quelle fossette.
«Avanti, sali, vieni a divertirti» le dice e la sua volontà vacilla. Analizza velocemente la situazione e alternative e, complici un paio di sorridenti occhi neri, decide alla fine di accettare l’invito. Perché no?
Dioniso sorride entusiasta e spinge Menade dietro insieme agli altri, liberando il posto per Arianna, che sale senza sapere esattamente cosa sta facendo. L’abitacolo è permeato da un odore dolciastro, quindi forse è vero che fumano, ma non le importa poi così tanto. Si allaccia la cintura di sicurezza e con un brivido di eccitazione liscia le pieghe del suo lungo abito.
«Ottima decisione» le dice Dioniso, ripartendo.
 
Arrivano che il prom è iniziato da tre ore e hanno tutti in circolo dell’alcol. Quando ha visto le bottiglie, Arianna inizialmente si è chiesta dove se le fossero procurate e come, poi si è spaventata perché nessuno di loro ha ventun anni, quindi in barba alla coerenza ha accettato una birra e poi qualcosa di più forte, probabilmente della vodka, tra le acclamazioni di tutti. Si è sentita ribelle e invincibile e insieme a Menade ha tenuto la testa fuori dal finestrino urlando gioventù bruciata e biascicando le parole di Alors on danse.
«Perché siamo qui?» domanda, riconoscendo la palestra della scuola e rabbuiandosi. Il ricordo di Teseo torna a galla guastandole l’umore; stava andando tutto così bene.
«Per divertirci» risponde prontamente Dioniso, facendo comparire da sotto il giubbino di pelle una fiaschetta e sorridendole malandrino.
«Dai, andiamo» aggiunge e Arianna lo segue tra un sospiro e un risolino, ondeggiando sui tacchi. A pochi passi dall’ingresso temporeggia, chiedendo a Menade se non ha male ai piedi e come riesca a camminare così bene e la ragazza risponde che no, non ha male ai piedi perché le scarpe se le è tolte già da un po’ e non ricorda dove le ha lasciate. Per i successivi dieci minuti ridono fino a piangere l’una appoggiata all’altra, poi Arianna decide di seguire l’esempio di Menade e si toglie i sandali argentanti che le stanno massacrando i piedi. Infine, per farsi coraggio ruba a Sileno l’ultimo sorso di vodka.
Quando finalmente entrano nella palestra, vengono accolti dal flash di un fotografo e Dioniso è rapido a prendere Arianna per la vita e stringerla a sé davanti l’obiettivo.
«Una bella foto per l’annuario» le sussurra all’orecchio «Ricordi come si fanno le boccacce?»
 
Ricapitolando la sua disastrosa serata: Teseo l’ha lasciata senza nemmeno aver preso la briga di farglielo sapere, è brilla e sta ballando un lento con Dioniso. Non era così che sognava il suo prom, però deve ammettere non è stato un completo fallimento.
«Avresti voluto essere eletta regina del ballo?» le chiede, notando il suo sguardo malinconico e seguendolo fino ad incontrare le spalle larghe del quaterback.
«No. Era Teseo a tenere a questa cosa» replica riportando l’attenzione sul ragazzo che le sta davanti «E credo di essere felice di come siano andate le cose. Lui mi ha lasciata, certo, e quel che è peggio è che non ha avuto la decenza di dirmelo in faccia, e forse quello che provo è solo l’effetto dell’alcol, però adesso mi sento più libera e leggera».
Subito dopo aggiunge affranta: «È solo l’alcol, vero?»
«Domani mattina avrai così tanto mal di testa che non avrai la forza di pensare a nulla» le risponde e poi aggiunge «E comunque secondo me sei molto bella questa sera e Teseo è stato un idiota a lasciarti».
Arianna arrossisce, un po’ per il caldo, un po’ per la vicinanza, un po’ per il complimento, e sorride, chinando appena il capo per nascondere le guance in fiamme. Una ciocca di capelli sfugge all’acconciatura ormai sfatta e Dioniso allunga la mano per riportarla dietro l’orecchio, sfiorandole la guancia. Basta quel semplice e involontario contatto a farle sentire un nugolo di farfalle nello stomaco. Alza timidamente lo sguardo, incontrando quello scuro del ragazzo e confusamente realizza che le piacerebbe restare per molte ore tra le sue braccia, sentire il suo odore e il calore della sua pelle. Sta per stringersi a lui un po’ di più quando la musica finisce e Dioniso le sussurra un torno subito che la lascia sola e accaldata sotto una palla stroboscopica.
Mentre lo aspetta realizza che sì, si sente libera e leggera ma anche molto confusa – come sull’orlo di un precipizio. Decide che tornare a casa, farsi una doccia per togliersi di dosso l’odore del fumo, del sudore e dell’alcol e mettersi a letto sia la scelta migliore.
«Non voltarti» le dice Dioniso comparando alle sue spalle e facendola sobbalzare; è così vicino che prova l’impulsivo desiderio di abbandonarsi contro il suo petto.
«Cosa…?» chiede senza capire e subito dopo sente che qualcosa viene appoggiata alla sua testa. Qualcosa che assomiglia molto ad una corona e che le sue mani riconoscono come tale. Si volta con una marea di interrogativi nello sguardo e sulle labbra un accenno di sorriso.
Dioniso sta per dirle qualcosa, ma qualcosa alle sue spalle lo distrae e si interrompe.
«Temo si siano accorti che ho corretto il punch» le spiega prendendola per mano e correndo verso l’uscita. Arianna lo segue presa alla sprovvista, lo strascico della gonna che spazza il pavimento della palestra e i lunghi capelli biondi che si sciolgono sulla schiena. Fuori l’aria fresca della notte è così buona che respira a pieni polmoni.
È confusa, davvero molto confusa e insicura e domani sarà a pezzi, ma è anche libera e leggera e mentre osserva Dioniso correre fino alla macchina decide di seguirlo.
   
 
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