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Autore: Shelire    04/01/2015    1 recensioni
Caro diario,
mi presento, il mio nome è Beth ed ho 17 anni.
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Ripercorriamo insieme i giorni dell'epidemia dal punto di vista di uno dei personaggi più sottovalutati ma dotato di grande forza e coraggio, Beth Greene.
Attraverso le pagine del suo diario entreremo nei dettagli della sua vita, dettagli dimenticati con il tempo ma vividi sulla carta.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Beth Greene, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Giorno 1

Caro diario,
avevo ragione, papà è stato chiamato urgentemente a lavoro ed aveva bisogno di una mano. Ora ti spiego.
A chiamare era stato il signor Roberts, un allevatore che vive a pochi km dalla città. In pratica la sua fattoria è l’ultima prima di entrare nelle strade di Atlanta.
Non è la prima volta che ci chiama ma non mi aspettavo certamente una cosa simile.
Papà, in quanto veterinario, è stato chiamato da tutti i padroni delle fattorie vicine alla nostra in quanto specializzato in animali da allevamento. Insieme abbiamo visto tutti i casi possibili; nascite, morti per vecchiaia, infezioni … tutto quello che ci capitava, riuscivamo a comprenderlo ed a trovare una soluzione di conseguenza.
Certo, principalmente io guardavo o facevo le anestesie se vi era la necessità, però ero lì ed apprendevo. Non ho mai visto nulla di simile.
Uno dei cavalli del signor Roberts era riuscito a scappare dal suo box ed aveva poi superato la staccionata. Il padrone, dopo averlo cercato per diverse ore, lo aveva trovato per i campi, stanco e provato mentre tentava di ritrovare la via di casa. Di primo impatto, l’allevatore non ci aveva fatto caso allo stato del suo cavallo, voleva solo riportarlo a casa. Quando tornarono, alla luce della stalla, notò che quello non stava affatto bene e che aveva una ferita insolita sul garrese.
Quando siamo arrivati, quel povero animale era accasciato a terra, ansimante. Era chiaramente prossimo alla morte e non vi era alcuna soluzione a questo quindi, papà, si limitò a capire come si fosse procurato quella ferita.
Con nostra enorme sorpresa capimmo che era un morso. Pensai a tutti i morsi che avevamo visto negli ultimi anni ma nulla, nulla, era simile a quello. Non riuscivamo proprio ad individuare quale animale avesse potuto lasciare un’impronta simile e, allarmato da questo, il fattore Roberts iniziò a controllare tutti i box in modo che nessun cavallo potesse scappare nella notte e venire morso da quello.
Così lo lasciammo dopo un’intera nottata a vegliare su Fred –così si chiamava il cavallo-  nell’attesa che spirasse.
Durante il viaggio in macchina per il ritorno, papà era stato silenzioso e pensieroso; non ricordo di averlo mai visto così. Probabilmente era semplicemente allarmato per i nostri di animali. Io lasciai cadere momentaneamente la questione.
Quando siamo tornati a casa il sole era già sorto ed io mi sono fiondata in camera mia per tentare di dormire, cosa che non sono riuscita a fare. Questa mattina mi sentivo davvero distrutta a scuola. Non era la prima volta che avevo lezione dopo aver passato una notte con gli animali ma quel morso mi tormentava.
Alla quarta ora è successa una cosa strana. Alcuni miei compagni di corso, per scherzare, si sono morsi appena il polso, mostrando a tutti la forma che i denti avevano lasciato sulla pelle, vantandosi di avere un nuovo orologio modernissimo. Davvero qualcosa di stupido ed infantile ma hanno riscontrato qualche risatina anche da parte mia. Quando sono arrivati a me, mostrandomi il polso, una scossa elettrica mi è passata per la colonna vertebrale. Quella forma … mi ricordava tantissimo il morso sul cavallo.
Da quel momento non riesco a smettere di pensarci. Magari è suggestione, magari sto impazzendo ma non riesco a togliermi dalla testa che forse, ad aver ucciso Fred non sia stato un animale qualunque ma un essere umano.
Magari uno di quei pazzi che mangiano carne cruda, sicuramente non uno normale.
Non l’ho ancora detto a papà perché penso sia una sciocchezza e speravo che parlandotene mi sarei sentita più sollevata. Spero di sbagliarmi e che sia stato solo un abbaglio.
 Non mi ero mai sentita così e vorrei davvero lasciar perdere questa storia per concentrarmi sulla mia musica. Ho persino dovuto rifiutare di uscire con Jimmy, oggi, per questa stupida questione. Mi sono rovinata una bellissima giornata in città per nulla, uno stupidissimo pensiero idiota. Devo tornare in me e spero che Otis e Patricia vengano alla fattoria presto oggi. Vorrei davvero cantare con il suono della loro chitarra in sottofondo.
Otis e Patricia sono sposati e sono cari e vecchi amici. Lui aiuta papà con i lavori nei campi e lei è la migliore amica di mamma. In pratica sono parte della famiglia perché sono presenti in ogni ricordo. Sfortunatamente hanno avuto qualche problema economico ma casa nostra è abbastanza grande per accogliere anche loro. Purtroppo non hanno potuto avere figli quindi io, Maggie e Shawn siamo sempre stati, per loro, come pargoli da accudire e far crescere sani. Ci hanno sempre voluto bene e ci hanno sempre protetti da qualsiasi pericolo. Sarebbe il minimo accoglierli qui dopo tutto quello che hanno fatto per noi.
Sai, è stato proprio Otis ad invogliarmi a cantare e comporre. L’avevo sempre visto sfiorare le corde della chitarra e produrre note fantastiche. Ricordo che rimanevo imbambolata per ore a fissare la sua mano e come, ad ogni movimento, produceva un suono che, unito a tutti gli altri, dava il via ad una melodia degna di nota.
Anche io volevo essere in grado di farlo ma, in casa, avevamo solo un pianoforte quindi mi arrampicavo sullo sgabello e mi mettevo a spingere i tasti, del tutto a caso, pur di imitare la canzone ascoltata da lui.
Dopo avermi vista in ginocchio, su quello sgabello in pelle nera –logora dopo tutti gli anni in cui qualcuno l’aveva usato-  per l’ennesima volta, papà decise di pagarmi dei corsi di pianoforte con consenso della mamma.
Mi divertivo così tanto e trovo spesso, ancora oggi, conforto e sollievo nell’utilizzarlo.
Adesso, però, devo lasciarti, è ora di cena anche se non penso mangerò molto.
Grazie per avermi ascoltata, mi sento molto meglio. Domani, dopo scuola, ti aggiornerò.

                                                                                                                                                                                                         Con amore, Beth.


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Salve gente!
Come state? Passato bene il capodanno?
Che dire, siamo vicini alla scoperta di quello che sta accadendo
ma non ancora a comprenderne la gravità perchè, bhè, lo sapete.
Ci ho tenuto a parlare di Otis e Patricia perchè Beth e Maggie sembravano
molto legate alle loro figure e non mi sembrava giusto non dare loro un passato.
Ringrazio coloro che hanno messo la ff nelle "seguite", nelle "ricordate" e chi ha
recensito il mio primo capitolo.
Grazie a tutti, alla prossima! <3
  
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