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Autore: satakyoya    12/01/2015    1 recensioni
Ebe, una ragazza angelo, e Pan, un ragazzo demone. Lei del PARADISO e lui dell'INFERNO.
Dei pretendenti per i due protagonisti. Pretendenti non desiderati ma costretti a dimostrare il loro amore davanti a tutti e tutto.
due destini che si uniscono, una maledizione che rischia di dividerli. uno scontro che cercherà di unire i due mondi.
Ce la faranno nella loro impresa??? E poi, riusciranno a vivere insieme o saranno condannati a restare divisi da una forza superiore?? Chi sarà questa forza superiore?
Lo scoprirete solo leggendolo e se vi piace recensite!!
Genere: Romantico, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Ero in classe e come mi aspettavo sentii dei passi arrivare dietro di me. Era di nuovo lui. Questa volta non mi disse niente. Appena arrivò, mi prese il polso con un po’ di forza e mi trascinò fuori dall’aula. Si fermò di scatto, mi spinse contro il muro e bloccandomi mi guardò fisso negli occhi.
“senti tu mi piaci. Molto. Anzi posso dirti con sicurezza che ti amo.”
“Eh? Ma cosa ti prende stamattina?” gli dissi con un’espressione un po sconvolta. Lui continuò a fissarmi negli occhi e mi diede un bacio sulla guancia.
Iniziava a piacermi. Non so per quale ragione ma riuscii a inserire anche lui (oltre a mio padre) nella categoria maschile a me conosciuta e da me sopportata. Ne rimasi molto stupita e arrossii un pochino. Dopo avermi baciato mi guardò con dolcezza, mi prese la mano e uscimmo per arrivare al parco a fianco alla scuola.
Io mi sedetti su un gioco e lui si mise in piedi a fianco a me. Attesi che iniziasse a parlare anche di una cosa stupida ma sarebbe comunque servita a interrompere quel silenzio imbarazzante, dopo un paio di minuti che aspettavo pan aveva già attaccato gancio con ben tre ragazze e per non dare nell’occhio tirai fuori dalla mia borsa il mio libro di leggende e iniziai a leggerle. Lui se ne accorse e curioso, si mise dietro di me per vedere cosa stessi facendo. Fui attratta dalla stessa leggenda che non riuscii a leggere la volta scorsa. Iniziai a leggere, ma mi dovetti fermare subito perché Pan cominciò a parlare :“Vedo che ti piacciono molto le leggende. Allora chiudi il libro e ti racconto la mia storia.”
Io lo chiusi e lo guardai anche lui mi guardò per pochi secondi, poi si sedette su un gioco  vicino a me e iniziò:
“Bene. Come ti avevo già detto prima io sono Pan. Sono un ragazzo che viene dall’oltretomba, più precisamente  dal regno dell’INFERNO. Sono figlio unico e sono il legittimo erede al trono dell’oscurità. Sono nato e cresciuto lì fino all’età di 16 anni.”
“Ma se tu sei del regno dell’inferno…  perché allora sei qui sulla Terra?”
“Lasciami finire e capirai. Al compimento del mio 16° anno di vita i miei genitori mi comunicarono che avevo oramai raggiunto la maggiore età ed era arrivata l’ora per me di  andare in superfice. Anche adesso non riesco a capire che intenzioni avevano.” Fece un breve momento di silenzio e poi si rivolse a me chiedendomi: “E tu invece?”
“Io? Io sono una comune mortale non c’è niente di particolare in me..”
“Non ci credo.. non puoi essere una semplice ragazza c’è di più in te ne sono sicuro!”
Forse poteva essere vero, non assomigliavo né come fisionomia né come carattere a nessuno dei miei genitori ma adesso che ci pensavo Pan non aveva poi tutti i torti c’era qualcosa di più in me, qualcosa che mi avevano sempre tenuto nascosto..
“Hai ragione Pan, ci deve essere qualcosa in più.. gli unici che lo possono sapere sono i miei genitori.”
“Che ne dici di chiederglielo? In fin dei conti abbiamo il diritto di sapere!”
Non ci avrei mai creduto ma ero d’accordo con Pan, decidemmo di chiederlo ai miei genitori il giorno stesso ma prima tornammo a scuola. Appena in tempo per l’inizio della lezione di inglese. Avevo una prof.ssa giovane, alta. Era bravissima in inglese e la sua pronuncia era perfetta. Appena finì la lezione vidi la prof. uscire dall’aula e andare nei bagni. Presi la mia tracolla e la seguii. Mi nascosi e vidi l’insegnante stare male e piegarsi su se stessa da dolore. Volevo aiutarla ma non ci andai per non farmi scoprire. La vidi soffrire e a un certo punto vidi delle piume di color nero acceso sparpagliarsi e cadere intorno a lei. L’insegnante si affrettò a bere una fialetta con una sostanza rosso chiaro che aveva nascosto dentro la borsa. Tornò normale e bella come sempre e come se nulla fosse successo ritornò nel corridoio. Io chiusi la porta del bagno, mi appoggiai al muro e rimasi lì qualche minuto con un’espressione scandalizzata. Poi uscii e comunicai l’accaduto a Pan.
   
 
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