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Autore: istinto della luna    21/01/2015    2 recensioni
- Fremione -
Questa storia non seguirà gli avvenimenti cronologici, bensì saranno i protagonisti che ricorderanno eventi nei quali hanno compiuto alcuni gesti senza rendersene conto.
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[Cap.3]
Quando fu abbastanza lontano, si girò verso di me. Compiaciuto per il fatto che non avevo ancora distolto lo sguardo alla sua schiena, si mise ad urlare: " Vedrai Hermione, la prossima volta sarai tu a ronzarmi intorno! "
[Cap.4]
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare. Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. [...]
E la seconda? Beh, la seconda era...
" FRED WEASLEY! "
[...] Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
[Cap.5]
Prima di spingermi verso Ron che stava avanzando verso di me, mi sussurrò la miglior promessa che avessi potuto sentirmi dire. " Prima o poi andremo ancora insieme sulla scopa, vedrai. "
[Cap.7]
" Hermione? " Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
" Si? "
" Non fare la guastafeste. "
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Uno scherzo di troppo

(Pov's Fred - sesto libro)

<< George, è pronta quell'invenzione? >> chiesi al mio gemello mentre ci apprestavamo ad aprire il negozio. Lui mi guardò compiaciuto annuendo all'istante.
<< Certo che si! Abbiamo già una decina di fiale in magazzino. >>
Entrammo nel negozio e la spensieratezza dei nostri scherzi ci investì all'istante. Dovevo ammettere che facevamo veri e propri affari, anche se non ci trovavamo nel periodo migliore. Quell'anno infatti Voldemort stava per raggiungere il culmine del suo potere e, dopo la morte di Sirius, molti altri Mangiamorte si erano uniti al loro "signore".
Ci avvicinammo al bancone e infilammo le nostre stupende spille lampeggianti. La nostra era una divisa davvero inusuale e fin troppo meravigliosa. Traboccava di divertimento e felicità che, in quel momento, non poteva che essere di conforto.
Sentimmo suonare il campanello e ci girammo all'istante. Verity, la nostra commessa, ci stava salutando timidamente all'entrata.
Vidi George sogghignare e raggiungerla velocemente. "Non cambierà mai"  pensai scuotendo la testa divertito.
<< Verity, cos'è quella faccia rossa, sei arrabbiata? >> chiese George. Scoppiai a ridere, cercando di non farmi notare. La faccia di Verity stava diventando ancora più rossa, tant'è che avrebbe potuto prendere fuoco da un momento all'altro.
<< No... no, signor Weasley. Ehm... sono pronta per il mio turno. >>
Raggiunsi i due sorridendo: non potevo certo far fare tutto a mio fratello.  Sogghignai e assottigliai lo sguardo. Sapevamo entrambi perché era rossa come un peperone e io ne approfittai.
<< Verity, arrivare in ritardo non è ammesso >> dissi serio con tono pomposo. Sentivo il vomito risalire alla mia bocca perché neanche il mio povero stomaco riusciva a sopportare quel tipo di comportamento. Cercai di apparire il più serio possibile, sfidandola con lo sguardo.
Lei abbassò il capo: << Ecco... ehm... io... >>
George mi affiancò, anch'egli turbato per ciò che avrebbe dovuto dire. << Ci dispiace, ma questo incomberà sul nostro giudizio nei tuoi confronti. Siamo costretti a far presente a tutti le tue mancanze. >>
<< Avete ragione... io... scusatemi. Non accadrà più. >>
Bingo! Esultai mentalmente cercando di non ridere. Avvicinai il mio viso alla ragazza e, con lo sguardo più serio che io, Fred Weasley, nonché proprietario del più noto negozio di Scherzi - anche più di quello di Zonko - potessi rivolgere, affermai convinto: << Questo lo hai detto anche ieri, Verity. Non credi di doverci dare delle spiegazioni? >>
Finalmente alzò le sopracciglia stranita. Mi avvicinai a George, la cui faccia stava diventando più rossa di un pomodoro per aver trattenuto troppo a lungo le risate. Verity, come avrebbe già dovuto fare tempo prima, assottigliò lo sguardo e ci guardò indispettita.
<< Un momento - disse - ieri non sono arrivata in ritardo. Ero qui anche prima di voi! >>
<< Esatto >> affermammo all'unisono con nonchalance.
<< Non ditemi che... >>
<< Esatto ancora una volta Verity, complimenti! >> la interruppe George.
<< Sai, dovresti conoscerci ormai - dissi io convinto - fare scherzi è il nostro mestiere. >>
Si irrigidì all'istante ma, prima che potesse aggiungere altro, la esortammo a raggiungere il magazzino per prendere quelle beneamate fialette.
Appena ci ebbe lasciati ci lasciammo andare a delle risate convulse, durante le quali cercavo di tenermi al bancone per non cadere per terra.
<< Ma l'hai vista...? >>
<< Certo che si! ... Non riuscivo più a trattenermi! Ahaha >>
Quando ci ricomponemmo, cominciammo ad accogliere i clienti. Il nostro era uno dei pochi negozi non ancora distrutto ed anche per questo, era gravido di gente.  Ragazzi di ogni età giungevano da ogni dove per comprare i nostri Scherzi.
<< Fred. >>
<< Si? >>
George si avvicinò a me e mi disse qualcosa all'orecchio. Non appena capii a cosa alludesse, lo spinsi via.
<< E con questo? >> domandai seccato.
Lui sogghignò, lo stesso ghigno che riservava alle nostre vittime, un ghigno che, rivolto  me, non mi piaceva per niente.
<< Vedila così fratello: avrai un'altra occasione per fare colpo. >>
Prima che potessi controbattere si avvicinò a Verity chiedendole qualcosa a proposito del contenitore dei filtri d'amore.
Mi risollevai e cominciai a spostare alcune confezioni di Deluxe, quando sentì di nuovo il campanello trillare. Sconsolato mi girai, ma tornai a sorridere all'istante.  Era appena entrata la persona che mi interessava di più, quella che aspettavamo. Ghignai e mi dileguai all'istante. Dovevo fare un'entrata ad effetto e il modo migliore per farlo era avvicinarla senza farmi notare. Da quando l'avevo vista scendere le scale al Ballo del Ceppo non riuscivo a pensare a quanto fosse diventata bella. Beh, per essere sincero, Hermione Granger mi aveva incuriosito sin dal primo momento in cui l'avevo vista.
Vidi Hermione e Harry soffermarsi di fronte allo scaffale dei Sogni Brevettati. Mi avvicinai cauto e feci in tempo a sentire da parte di Hermione le parole: <<  Sai, questa è davvero magia straordinaria! >>
Sorrisi beffardo ed esclamai: << Per quello che hai detto, Hermione, puoi averne uno gratis. >>
Lei si girò a guardarmi e la mia sicurezza vacillò leggermente. Non potei fare a meno di notare, però, il grosso livido che circondava il suo occhio.
<< Come state ragazzi? E che è successo al tuo occhio Hermione? >> domandai.
Lei mi guardò accigliata e se lo coprì: << È stato uno dei vostri cannocchiali! >>
Risi leggermente e aggiunsi << Oh, mi ero dimenticato di averlo lasciato a casa. >>
Prima che potesse aggiungere altro le tesi un tubo dentro il quale vi era una pasta ideale per i lividi, o almeno avrebbe dovuto esserlo.
Lasciai Hermione a spalmarsi la crema sull'occhio e scortai Harry dall'altra parte del negozio dove poco dopo ci raggiunse George, anch'egli sorridente, come me del resto.
Volevamo ringraziarlo per il suo enorme finanziamento. 
Fummo, però, interrotti dall'arrivo di Verity che richiamò a raccolta George, il quale prima di allontanarsi mi fece uno strano occhialino. Mi ritrovai a pensare a cosa stesse alludendo quando vidi un ragazzino parlare da solo.  Lasciai Harry e lo raggiunsi. Doveva avere si o no undici anni.  Che bello sapere che tutti i bambini imparavano sin dal loro primo anno a seguire la strada giusta!  Anche se non lo conoscevo, ero già fiero di quel piccolo e paffuto nanerottolo.
<< Serve una mano? >> chiesi abbassandomi alla sua altezza.
Lui si girò di scatto e impallidì, senza aggiungere una parola.
<< Su - lo incitai - se sei entrato qui dentro, significa che la lingua ce l'hai... e anche bella lunga! >>
Lui sorrise e disse: << Mi chiedevo che cosa fossero questi Marchi Neri. >>
Analizzai la situazione e compresi che quel bambino, forse troppo piccolo, non era a conoscenza del significato di quei simboli. Sorrisi e mi avvicinai al suo orecchio: << Sono roba forte! Se vuoi rifilarli a qualcuno che ti da fastidio, gli andranno di traverso! Nausea garantita! >>
<< Ma mia mamma mi ha detto che... >>
<< Oh beh... tua mamma non sa che hai la lingua lunga, giusto? >>
Lui annuì convinto e io proseguii. Beh, quello che stavo per fare mi sarebbe costato un cliente e una caramella, ma non potevo non ascoltare il mio istinto.
<< Quindi, non si arrabbierà se invece della lingua... avrai le braccia lunghe... >>
Gli si illuminò il viso e prese una delle caramelle, la intascò e mi guardò entusiasta.
<< Vedrai, te la pagherò. >>
Io annuii e mi misi in piedi. Stavo ancora parlando con quel bambino quando qualcuno mi picchiettò sul braccio.
Ancora girato di spalle dissi: << Arrivo, un secondo. >>
Quella mano però, ancora insistente, aveva ricominciato a picchiettarmi sulla giacca rosso magenta che portavo. Infastidito, mi girai ma, invece di vedere un cliente, vidi una massa di capelli arruffati che mi invasero il volto. In un secondo mi ritrovai proprio quell'Hermione Granger appiccicata alle mie labbra. Merlino, mi stava baciando! Cosa stava succedendo, il mondo si era invertito? Si era ancorata al mio collo, mentre io ancora frastornato non sapevo che cosa fare. Sapevo che tutti ci stavano guardando e mi venne da ridere. Decisi ancora una volta di agire secondo l'istinto e risposi al bacio. Nonostante sapessi che ci fosse sotto qualcosa di strano le presi il viso tra le mani e mi avvicinai maggiormente a lei.
Ci staccammo dopo troppo poco tempo e non potei non incontrare lo sguardo malizioso che mi stava rivolgendo George. 
Qualcuno mi strattonò da dietro e mi girai a guardare quel bambino che mi fissava leggermente compiaciuto. << Anche tu però hai le braccia lunghe. >> Tutti si misero a ridere, mentre io meditavo sulle parole che gli avevo rivolto poco prima. Miseriaccia, stavo scherzando quando avevo detto che secondo me aveva la lingua lunga... ma quel bambino ce l'aveva sul serio! Mi ritrovai ancora una volta ad essere fiero di lui.
<< FRED! >> mi voltai di scatto e ritrovai Hermione adirata e più rossa della mia divisa da lavoro.
Sorrisi ampiamente e domandai: << Si? >>
Lei abbassò la testa e si allontanò all'istante da me, urtando il bancone dei filtri d'amore. << Che cosa ho fatto? >> chiese in un sussurro.
Inarcai in sopracciglio, deglutendo: << Quando? >>
<< Poco fa! >> sbottò.
Mi misi una mano sulla fronte. Si riferiva a quello! Forse stavo impazzendo sul serio.
<< Penso proprio che tu mi abbia baciato, Granger. >>
<< Ne sei sicuro? >>
Mi girai verso le persone che ci stavano fissando silenziose, come ad esortarle ad annuire. Incontrai gli sguardi stralunati di Ginny e Harry, mentre mia madre dietro di loro stava lanciando scintille dagli occhi. Feci un occhiolino, stando attento a non guardare in faccia mia madre; sarebbe stata capace di tirarmi uno scappellotto anche nel mio stesso negozio.
Anche Verity mi stava guardando, ma molto più insicura; intuii che avesse aiutato George in qualche modo. Solo lui, infatti avrebbe potuto dare un filtro d'amore ad Hermione.
Riportai il mio sguardo su di lei. << Si, pienamente. >>
Si mise le mani sulla faccia e girò il viso. Non riuscivo più a trattenermi: dovevo ridere... oppure baciarla di nuovo, ma sarebbe stato fin troppo strano... almeno agli occhi degli altri.
Quando alzò la testa mi guardò con odio. Deglutii all'istante, sperando che non mi trafiggesse con gli occhi.
Poi tuonò: << CHE COSA MI HAI SOMMINISTRATO, SI PUÒ SAPERE? >>
Alzai le mani in segno di resa e risposi tranquillo: << Io non centro nulla. Se ne sono occupati George e Verity. >>
Lei puntò il dito contro il mio gemello e sbottò: << Tu! Che cosa mi hai fatto? >>
George scivolò di lato raggiungendoci, mi diede una pacca sulla spalla e aggiunse tranquillo: << Penso che tu abbia, per puro sbaglio sia chiaro, sperimentato una mia nuova invenzione. >>
<< Cosa? >> chiedemmo all'unisono. Sapevo che George stava lavorando ad una nuova invenzione, la stessa di cui gli avevo chiesto la mattina, ma non sapevo di cosa si trattasse nei particolari. Che non si trattasse di un semplice filtro d'amore?
<< Esatto - rispose tranquillo - è una variazione dei filtri d'amore. >>
Io sogghignai leggermente e gli battei il cinque: << I miei complimenti George! Funziona. >>
Lui mi guardò malizioso: << Non ho ancora parlato dei suoi effetti. >>
Qualcuno urlò dall'altra parte del negozio. Ci girammo di scatto  e notammo Ginny alle prese con una Puffola Pigmea, mentre nostra madre stava cercando di portarla via da lì.
Hermione ne approfittò per sgattaiolare via e lasciare il negozio.
Mi affrettai a guardare fuori dalla vetrina, ma non la vidi da nessuna parte, se non il bel Malfoy che stava camminando insieme a mammina. Repressi un versaccio e tornai a lavoro con un sorriso forse troppo beota a completare il mio viso.

*
 
Quella sera chiudemmo il negozio piuttosto tardi. Con l'inizio della scuola tutti i ragazzi erano accorsi al nostro negozio per fare rifornimento. Mi trovai nuovamente a pensare alle labbra della Granger sulle mie e al modo con il quale avevo ricambiato. Ero stato troppo stupido forse, ma lei era sotto l'effetto di un filtro dopotutto.
Appena avemmo salutato Verity salimmo le scale diretti al nostro appartamento. Ero distrutto, ma il sorriso ebete non aveva ancora lasciato il mio volto.
<< Dimmi un po' - dissi quando raggiunsi il divanetto, sul quale affondai con tutto il corpo - come hai fatto a convincere Verity? >>
Lui si girò e mi raggiunse: << Oh, è stato estremamente semplice. Il suo compito era solo quello di offrire ad Hermione un po' di "succo". >>
Io risi, portandomi le mani all'altezza del cuore.  << Perché l'hai fatto, scusa? Chissà che cosa starà passando adesso Hermione... >> dissi pensieroso.
<< Fred, guarda che io non avevo idea che avrebbe baciato te. >>
Io mi alzai di scatto: << CHE COSA? >>
<< Shh... ho solo detto che c'era la possibilità che avrebbe baciato Ron, ma una parte di me era certa che il - beh si - fortunato fossi tu. >>
Mi passai una mano sulla faccia, cercando di venire a capo di quanto stava dicendo il mio gemello. Non riuscivo a capire come potesse un filtro farle baciare qualcuno piuttosto di un altro. Insomma, fino a prova contraria, i filtri d'amore facevano perdere la testa ad una persona di cui si aveva pianificato l'identità. Ok, dovevo chiedere spiegazioni.
<< Non capisco. >>
George alzò gli occhi al cielo e aggiunse: << Lo sapevo: mamma e papà hanno riservato a me tutta l'intelligenza. >>
Io sbottai offeso: << Beh, e a me hanno riservato il fascino, allora. >>
George si alzò di scatto  e mi guardò divertito: << Penso che anche Hermione sarebbe d'accordo con te in questo momento. Sai, dalla sua reazione... >>
Mi alzai a mia volta puntando un dito contro il suo petto: << Quel filtro... >>
<< ... rivela l'identità del ragazzo/a di cui sei attratta/o, proprio così. >>
Mi lasciai cadere nuovamente sul divano senza aggiungere altro. Ovviamente mio fratello era un genio, ma non riuscivo a credere a quanto mi aveva appena detto.
<< Questo vuol dire... >> enfatizzai dopo un po'.
<< ... che la Granger è cotta di te, fratello >> concluse George, allontanandosi da me per raggiungere il bagno.
Non sapevo se ridere o meno. L'unica cosa di cui ero sicuro era che volevo rivederla.




Angolo Autrice:
Ecco qui il secondo capitolo. Un flashback sicuramente più allegro del primo capitolo. Beh, che dire, anche qui è stato compiuto un gesto avventato. Questa volta da parte di Hermione, la quale non riusciva a credere ai propri occhi. 
Mmmm Ballo del Ceppo è? Vedremo...
Come avevo già accennato precedentemente questa storia si articola in capitoli che non seguono l'ordine cronologico, ecco perché ci troviamo nel sesto anno quando prima avevo trattato del settimo anno di Hermione.
Con ciò ho detto tutto!
Spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento.
Ricordo che mi piacerebbe ricevere un piccolo commentino!
A presto!

Martina
   
 
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