Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: EsterElle    14/02/2015    1 recensioni
C’era una volta una ragazza e il suo segreto.
C’era una volta l’Irlanda e tutta la magia del mondo ferma in un punto.
C’era un villaggio, un ragazzo e i suoi colori, alla ricerca di ciò che è bello.
Ed allora fu incontro e scontro, vita e rinunce, magia e colori; semplicemente Caris e Will, alla ricerca di sé, dell’altro, della strada giusta per loro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2



Le strade del villaggio le conosco a memoria.
È buio e non si vede nulla, ma i piedi mi guidano con precisione infallibile; ecco la vecchia panetteria del signor Connor, la Piazza del Mercato, la filanda di Jenny la Zoppa . Per quindici anni ho percorso queste vie; qui ho giocato coi miei amici, qui ho partecipato alla Festa del Falò, alle cerimonie del Fondatore, qui ho preso parte alle nascite e alle morti del villaggio. Eppure, non ho mai, mai, percorso queste stesse strade con il cuore tanto pesante, le mente tanto offuscata, una moltitudine di residui di lacrime secche sulle guance.
È tutta colpa mia.
Ho sbagliato ogni cosa.
È colpa mia se, alle prime luci dell’alba, uccideranno Will.
Non posso neanche pensarci.
Ecco, questo è Vicolo dei Walsh, la mia meta, l’unica possibilità. È facile scorgere una luce, il tremolio delle candele e il fiato caldo che crea condensa sulle finestre della grande casa che si affaccia sulla via.
Mi accuccio un momento, giusto il tempo di gettare uno sguardo all’interno: sono tutti lì, i potenti di questo villaggio. Sin da questa mattina confabulano chiusi nella casa del Capo, cercano di prendere una decisione, di stabilire quale destino spetta al mio amico Will.
Se solo non fossi stata così idiota da voler andare in città!
C’è anche mio padre, là dentro.
Ha gli occhi cerchiati e le labbra tese; che delusione sono stata, per lui!
Un brivido di freddo scende giù, lungo la schiena.
Nell’angolo, seminascosto dalle grandi spalle di Michael Murphy, capo costruttore, c’è anche Gerald. Il vecchio Gerald, il mio maestro. Se solo potessi parlargli un minuto, se solo potessi spiegare!
È vero, ho rivelato il nostro segreto ad un ragazzo senza magia, ad un ragazzo come tanti altri.
Ma lui è mio amico e so che non potrebbe mai tradirci!
Loro non mi capiscono, non riescono a fidarsi di me.
Perché deve essere Will a pagare per questo mio errore?
So che lui è qui, qui vicino. Lo tengono chiuso in una stanza sotto la casa, scavata nella terra nera dei nostri avi. Resterà lì, solo, fino a quando non avranno deciso il da farsi. Non otterrà mai la possibilità di difendersi; tutti, qui, temono gli uomini senza magia.
Temono le loro armi, il loro amore per le guerre, la loro tecnologia. Temono la loro fobia per chi è diverso, per chi è speciale, la loro morbosa, distruttrice, curiosità. Temono le grandi città che hanno coperto la terra, ucciso foreste, bruciato campi; quelle città che minacciano di privarci della fonte stessa del nostro potere.
Ma Will non c’entra, lui non è come loro!
Vorrei urlare, farmi sentire.
Non possono essere tutti cattivi, io non l’ho mai creduto. Per questo motivo mi sono avventurata al di là del bosco, qualche anno fa, per questo motivo ho trasgredito a leggi vecchie di millenni.
Non posso vivere tutta la mia vita chiusa in questo villaggio!
Impazzirò.
Se Will muore non ci sarà più speranza, non ci sarà più un domani diverso, per me.
Will è mio amico, il mio unico vero amico.
Will è tutto ciò che vorrei essere.
Tutto ciò che vorrei, e basta.
So cosa devo fare.
Prendo il coraggio a due mani e busso alla porta.
Gli attimi che seguono sono i più penosi della mia vita; il cuore batte troppo forte e troppo veloci sono i respiri che prendo, troppa l’aria che agogno.
No, non posso farcela!
Una lama di luce cade ai miei piedi quando qualcuno apre la porta di un poco.
“Chi va la?” dice la voce preoccupata.
Con mani tremanti abbasso il cappuccio e lascio che il mio viso venga illuminato dalla luce della lanterna.
“Caris” dice la voce, il tono è sommesso, quasi deluso, esasperato.
È Tom che ha aperto la porta. È un giovane Guardiano, uno dei migliori amici di mio fratello.
“Voglio vederlo”.
Le parole escono strozzate dalla mia gola, quasi incomprensibili.
Non c’è premeditazione, non ho nessun piano; devo solo andare là sotto e fare la mia magia.
“Andiamo, piccola, torna a casa. Sai che non è possibile”.
Mantengo lo sguardo fisso su di lui, sul viso barbuto e scuro, e cerco di non spaventarmi troppo.
“No, non posso” ripete allora, senza che io gli abbia chiesto niente.
“Voglio vederlo e lo farò, con o senza la tua autorizzazione”.
“Non è permesso. Nessuno può avvicinarsi” ribatte più duro, ora.
“Tom, ti prego, non farò nulla di male. Sarà spaventato, laggiù, ed io voglio solo portargli un po’ di conforto” supplico.
“È solo uno schifosissimo ragazzo senza magia, Caris! Non merita la tua pietà” si lascia sfuggire, perdendo l’impassibilità del suo mestiere.
“Non è vero! Lui è mio amico”.
“Io sono tuo amico, ragazzina. Tutti noi qui al villaggio siamo tuoi amici”.
“Allora lasciami passare e non dire nulla agli uomini li dentro!”
“Sono tuo amico al punto da riaccompagnarti a casa personalmente” sbotta, afferrandomi un braccio.
Non mi ha nemmeno ascoltato!
“Lasciami, Tom!”
Non mi sente, non mi da retta.
Per tutti, qui, non sono altro che una povera bambina confusa e imbrogliata.
“Lasciami ho detto!”
Quando è la mia magia a parlare per me, nessuno, di certo non Tom, può opporsi.
Eccolo che ritira la mano, la scuote come fosse ustionata.
È uno sguardo risentito quello che leggo nei suoi occhi?
Non mi farà paura, non lui, il suo potere terribile, la sua posizione.
“Puoi colpirmi, se vuoi. Ma non mi impedirai di scendere di sotto”.
Il silenzio è duro, leggo l’offesa nel suo sguardo. Per un Guardiano l’orgoglio viene prima di tutto, la forza va dimostrata in ogni occasione, le offese non possono restare impunite: è questo quello che la mia famiglia mi ha insegnato, questo tutto quello che so.
“No, Caris, non alzerò un dito contro di te. Non sono io quello tanto pazzo da far comunella con gli uomini senza poteri ed affezionarmi a loro al punto da ferire un fratello” mormora, infuriato.
“Vieni dentro e non fiatare”.
Non è stato difficile, in fondo.
Va bene, stupida Caris, togliti quel sorrisino soddisfatto dalle labbra.
Il bello arriva proprio ora.
Non è stato difficile perché qui tutti mi vogliono bene. Sono io quella da proteggere, nei ragionamenti contorti di amici e fratelli, di uomini e donne che mi hanno vista nascere e crescere qui.
La povera Caris, ecco chi sono per loro; imbrogliata e corrotta da un ragazzo qualunque.
È così assurdo!
La luce è forte nella grande stanza della casa del Capo Walsh; ho bisogno di un momento per mettere a fuoco le sedie e le poltrone, i tavoli bassi, il gruppo di uomini e donne dalle facce scure che guardano me.
“Caris, bambina!” esclama Ana O’Sullivan, la donna più anziana del villaggio.
Viene verso di me e mette un braccio intorno alle mie spalle, come a volermi rassicurare.
“Va tutto bene” mormora, infatti.
“Caris Doherty, sei la benvenuta” mi accoglie il signor Walsh.
“Siedi con noi” aggiunge.
Non ho ancora avuto il coraggio di guardare verso mio padre e lui resta muto, non muove un dito, non da segni di avermi riconosciuto. Tom, invece, prende posto al suo fianco; sono entrambi Guardiani, dopotutto.
“ Il nostro mondo è in pericolo, non c’è dubbio, ne abbiamo lungamente discusso. Ma commetteremmo un grosso errore dimenticandoci delle sofferenze di chi è stato coinvolto in prima persona in questo orrido complotto” sento dire il Capo Walsh, mentre Ana mi fa spazio accanto a sé.
Complotto?
“Andiamo, Caris, raccontaci come sono andate le cose”
“Come ha fatto quel ragazzo ad attirarti fuori dal villaggio?”
“Ti ha drogata in qualche strano modo? Ti ha fatto bere una loro pozione?”
 “Abbiamo letto quella lettera, in un cofanetto sepolto al limitare del bosco. Un trucco davvero molto subdolo, arguto, non c’è che dire”.
“Ti ha fatto del male?”
“Viscido verme, essere immondo, vergogna dell’umanità!”
“Ci siamo rammolliti, le nostre difese si sono rammollite!”
“Non osare dare la colpa di tutto questo ai Guardiani, Michael!” si erge mio padre, dal suo posto nell’angolo.
Ha lo sguardo duro, le labbra tese in un’unica linea.
“Se solo avessi tenuto a bada tua figlia non sarebbe successo proprio nulla” è la risposta del carpentiere, da quel burbero omaccione che è.
Mai sfidare un Guardiano, mai sfidare il loro capo: Tom fiancheggia mio padre in un secondo e un taglio netto si apre sulla giubba di cuoio dell’uomo.
 “Basta, adesso, state spaventando la piccola!” dice Ana, carezzandomi la testa.
Sono spaventata è vero, ma non per mio padre, non per la magia distruttrice dei Guardiani. Sono preoccupata perché ancora non so come porterò avanti il mio piano, come salverò Will.
La mia mente è vuota e la disperazione monta in me come mai prima in vita mia.
Che devo fare?
Angosciata, torturo le maniche del mio maglione verde.
“Ana dice il giusto” interviene Walsh. “Non permettiamo a questo spiacevole episodio di creare rotture all’interno della nostra comunità” continua, lanciando uno sguardo severo al capo costruttore.
“Perché non lasciamo la parola alla ragazzina?” una voce, vicino alla finestra, sembra giungere in mio aiuto.
È Kathleen, capo della comunità dei Falsari.
“Giusto!” concorda la vecchia Ana, al mio fianco.
“Cosa volevi dirci, bambina?” mi chiede poi, sfiorandomi la guancia con la mano sottile, ricoperta di rughe.
Ecco, da questo momento dipende tutta la mia vita.
La vita di Will, la mia felicità.
Cosa diavolo dico?
È quasi per sbaglio che intercetto lo sguardo di Tom, dall’altra parte della stanza; lui sa, eppure non parla.
Sa perché sono qui, sa che ho bisogno di vedere Will. Potrebbe raccontare della nostra discussione, del fatto che io per prima l’ho colpito; allora, nessuno crederebbe più alle mie parole.
È una possibilità quella che vuole concedermi?
Se voglio andare da Will, devo assecondarli, assecondare la pazzia di tutti loro; il silenzio di Tom mi ha aperto gli occhi, il silenzio di Tom è la mia occasione.
 “Io… sono qui perché…” la voce mi muore in gola, le mani tremano.
Un bel respiro.
Forza, Caris, puoi farcela!
“Va bene. Io non avrei mai voluto arrivare a tutto questo” dico a precipizio, senza guardare in faccia nessuno.
Non potrei mentire abbastanza bene con i loro occhi nei miei.
“Non avevo capito quanto la mia avventura potesse essere dannosa per il nostro villaggio. Io.. sono stata talmente stupida! Mi pento e mi vergogno moltissimo per quello che è successo; ma ora ho imparato la lezione” le parole faticano a trovare la via della bocca.
Le menzogne pesano sul mio cuore e ancora non posso darmi per vinta.
“Ho imparato quanto gli uomini senza magia possano essere pericolosi. Tutti loro, senza esclusioni. E quanto sono stata ingenua a lasciarmi affascinare da uno di loro”.
Dove la trovo un’espressione sufficientemente contrita da ingannare tutti quanti, ora?
“Bambina cara, non devi affliggerti in questo modo. Tu non hai colpe; sono loro ad averti ingannata senza pietà” cerca di consolarmi Ana.
Mi mordo le labbra a sangue.
“Ana ha ragione. Sono certo che mai, di tua spontanea …” inizia a dire il Capo Walsh.
Ma mio padre lo interrompe.
“Caris ha commesso un terribile sbaglio, uno sbaglio che disonora tutta la sua famiglia” sono le sue parole, dure.
Non posso fare a meno di guardarlo, ora che finalmente lui mi degna della sua attenzione. Sento il sapore del mio sangue in bocca, gli occhi asciutti bruciano di lacrime prigioniere.
“Papà io …”
“Suvvia, Liam, non dovresti essere tanto rigido. Caris è ancora una bambina”.
“Una bambina a cui è stato fatto dono della migliore educazione, di una famiglia amorevole, di un potere unico al mondo. Merita la giusta punizione per la sua ingratitudine, per aver trasgredito alle nostre leggi e violato il segreto” continua lui, imperterrito.
Il silenzio cala sul gruppo.
Il mio cuore diviso batte violento, e violento sento il sangue salirmi alle guance.
Voglio bene a mio padre e voglio bene a Will; che fare, a questo punto?
“Caris, ammetti le tue colpe?” la sua voce, come una mannaia.
“Si” devo bisbigliare con un filo di voce. “E chiedo perdono” aggiungo.
I giochi sono fatti, il destino segnato, le scelte compiute in pochi secondi.
È doloroso vedere il volto di mio padre distendersi dopo questa ennesima menzogna. Con che animo potrò ancora chiamarmi sua figlia dopo questo?
“Ti è concesso, piccola Caris” sorride il Capo.
“A nome del clan dei Doherty ti ringrazio, Walsh. Ringrazio tutti voi per la benevolenza dimostrata nei confronti di mia figlia” china il capo mio padre.
So quanto è dura per lui.
“Mi assicurerò personalmente che la ragazza adempia alla punizione che questa assemblea sceglierà per lei” aggiunge. “E personalmente mi batterò affinché la peggiore delle pene si abbatta sul ragazzo prigioniero. Le ambizioni di quest’uomo comune hanno trovato terreno fertile nell’ingenuità e nell’avventatezza di mia figlia; Caris ha le sue colpe ma di molto maggiori sono quelle di colui che si è approfittato di lei”.
Con questo, con la vendetta negli occhi, si siede e Tom con lui.
“Il Guardiano Liam ha pienamente ragione” tuona Michael il costruttore, la discussione di poco prima già dimenticata.
“Dobbiamo assicurarci che taccia per sempre!” rincara la dose Darragh, Responsabile degli Approvvigionamenti.
“La magia nasce e muore con gli abitanti di Skin Deep. È inaccettabile che qualcun’altro ne sia a conoscenza” approva Ana, che ancora stringe la mia mano nelle sue.
La sua parole è quasi legge, al villaggio: sono rare le volte che il Capo non prende in considerazioni la volontà della vecchia.
Adesso. Questo è il mio momento.
“Capo Walsh, permettimi un’ultima parola, ti prego” cerco di farmi sentire tra tutto quel brusio.
Come calamite gli sguardi di tutti tornano per l’ennesima volta su di me, incerti.
“Parla pure, Caris”.
“Lascia che sia io a portare la notizia al ragazzo”.
Le reazioni sono immediate; no, non sono ancora dalla mia parte.
“La ragazza è troppo fragile, troppo provata, Walsh” urla sopra tutti Michael Murphy.
“Non può scendere laggiù da sola!”
“Aspettate, aspettate un momento!” cerco di catalizzare di nuovo l’attenzione.
Maledizione, devono sentirmi, devono ascoltarmi!
“Come potrei continuare a vivere al villaggio sapendo di aver provocato la crisi più grossa dopo la fuga di Eoin il Folle, quasi cinquant’anni fa? Dovete lasciarmi andare, dovete darmi la possibilità di un riscatto. Vi supplico!” dico, alzandomi in piedi.
Il silenzio torna pian piano.
Bene.
“Non devo andare da sola, ovviamente. Ma ho davvero bisogno di guardare negli occhi chi mi ha ingannato e usato, ho bisogno di una rivalsa” cerco di convincerli.
Spero possa bastare.
Lo sguardo di Tom brucia sul mio viso ed allora sto bene attenta a non incrociarlo. Perché non interviene? Una sola sua parola e il mio patetico trucco sarebbe smascherato.
Non capisco.
Poi, qualcuno parla, ed il mio castello in aria crolla.
È solo quando prende la parola che mi ricordo di Gerald, della sua presenza silenziosa nella stanza.
Non è mai stato un uomo di molte parole, ha imparato bene a gestire il potere che ha, a differenza mia.
“Non è saggio mandare Caris laggiù” mormora con la sua voce bassa e baritonale.
Non sono in molti ad averlo sentito, però.
“Non è una cattiva idea, Capo! La ragazzina ha una reputazione da difendere” si accalora Darragh.
Sono in molti a pensarla come lui e questo è un bene.
Il pensiero di Gerald mi tormenta; come ho potuto dimenticarmi di lui? Lui che mi conosce tanto bene, che conosce il mio potere e i miei pensieri, con cui mi sono confidata in questi mesi.
No, lui non si lascerà ingannare.
Potrebbe essere la mia rovina; nessuno deve appoggiarlo, devo agire in fretta.
“Io sono pronta, non lascerò che si prenda gioco di me una volta ancora” ribatto con baldanza nella voce.
Mio padre sembra piuttosto fiero di questo; la vergogna mi scalda le guance.
“Ben detto!”
“La degna figlia di Liam Pugnodiferro!”
“Bene, bambina; chi vuoi con te?”
Non credo alla mia fortuna! La vecchia Ana non sa, ma mi ha spianato la strada.
“Tom” dico subito, allungando una mano verso di lui.
Meglio tenerlo vicino, sotto controllo.
“E Kathleen” aggiungo, sorridendo nella sua direzione.
Una Falsaria non potrà darmi troppi problemi nelle profondità della terra, in quelle segrete fredde ed umide; riuscirò a cavarmela contro di lei.
“Capo Walsh, mi offro volontario anch’io per accompagnare la mia allieva” afferma Gerald, ben udibile, ora.
Oh, no.
No, no, no!
Gerald manderà tutto all’aria.
“Non ti infliggerò una pena così grande, caro amico; alla tua età, le segrete sono un posto troppo malsano e troppo ripida è la strada per arrivarci” afferma il Capo, deciso.
Ancora una volta, la sorte mi sorride. Una buona stella brilla per me, oggi.
“Tom e Kathleen saranno sufficienti come protezione” continua.
Gerald si siede, la sua attenzione catalizzata da un filo di lana sfuggito al suo cardigan. Lui non si oppone, lui non si ripete mai, non offre una seconda volta il suo aiuto, questo lo so. La vita di sempre la routine del villaggio, i suoi scandali e i suoi problemi, non sono niente, per lui.
Will ha ancora una possibilità.
Io sono la sua possibilità.
Indosso il mantello; se il mio piano funziona, mi servirà.
“Quel ragazzo si pentirà di essersi messo contro di noi!” ride sguaiato Michael, seguito da alcuni degli altri.
Vedo mio padre bisbigliare qualcosa all’orecchio di Tom prima di lasciarlo venire verso di me.
Sono curiosa, ma non posso distrarmi.
“Sei molto coraggiosa, Caris” mi sta dicendo Kathleen, posando una mano sulla mia spalla.
Si, lo sono, ma non per i motivi che credi tu, amica mia.
“Bene. Saremo di ritorno tra pochi minuti, Capo Walsh” decreta Tom, investito del nuovo ruolo. “Mi assicurerò personalmente che il prigioniero riceva il messaggio in maniera adeguata” aggiunge.
E, allora, andiamo.
La scala e buia e stretta, man mano che scendiamo lacrime di umidità macchiano i muri grezzi. Nessuno parla, nessuno fiata; Tom, però, non allenta la presa sul mio braccio.
Un tremito mi scuote tutta.
Si, ho paura, paura di non farcela.
Kathleen se ne accorge “Tranquilla, Caris, non potrà farti nulla. La magia di Gerald lo obbliga  a stare confinato nella sua stanza. In caso di pericolo ti tireremo subito fuori di lì”.
Questa è una buona notizia.
“Grazie, Kat” le stringo una mano.
“Deve essere davvero orribile, per te. Mi dispiace così tanto!”
La sua gentilezza è come cartavetrata sulla mia pelle.
“Lasciate andare avanti me” dice Tom, rompendo il suo mutismo.
Siamo davanti ad una grossa porta, massiccia alla vista; prima di ruotare la chiave nella serratura Tom mi guarda a lungo, dritto negli occhi.
- Non mi inganni – è come se dicesse. – So che non sei pentita come sembra, so che vuoi solo stargli accanto -.
È terribile il sentimento di impotenza che mi assale. Terribile il senso di colpa quando comprendo che Tom ha deciso di darmi questa possibilità. Forse perché pensa che Will sarà morto tra poche ore e quindi non è veramente importante vietarmi la possibilità di parlare con lui.
Tom si sbaglia.
Annuisco, come per rassicurarlo, come per ringraziarlo.
La porta si apre con un cigolio tremendo; l’interno è buio, senza finestre.
Una sola sedia è addossata alla parete di destra e Will è lì, seduto, il capo chino. Indossa gli stessi vestiti di ieri notte, la sciarpa al suo collo penzola oltre i gomiti poggiati sulle ginocchia.
Alza la testa di scatto, alla luce del lume che reggo. È spettinato, il suo viso è macchiato di terra, un rivolo di sangue secco gli macchia il mento; ma i suoi occhi, quegli occhi così incredibilmente azzurri e belli, si sollevano accesi, vivi di sfrontatezza, senza paura.
Lo vedo portare una mano davanti al volto, infastidito dal chiarore improvviso, e annaspo, quasi, alla ricerca di un po’ d’aria nuova.
È qui, è davanti a me, sta bene.
Stupidamente, sorriso.
Lui non mi ha ancora visto, credo, accecato dalla luce.
“Chi sei?” chiede, la sua voce terribilmente roca.
Questo suono mi risveglia, mi scuote nel profondo. Che diavolo sto facendo? Voglio mandare tutto all’aria?
“Will!” lo chiamo.
“Caris? Che cosa …?”
Non posso aspettare che capisca, il tempo stringe.
È facile allontanarsi dalla stretta allentata di Tom, correre verso Will, travolgendolo, quasi.
Mi piazzo davanti a lui e spalanco le braccia, come a proteggerlo, da Tom, da Kat, da un mondo che non capirà mai quanto è speciale, quanto è importante per me.
Lui sfiora l’orlo della mia gonna con le dita, lo sento.
È come un saluto.
Sorrido perché ce l'ho fatta, sorrido perché da ora non ci separeranno più.
I giochi son fatti, che la magia adesso si compia!









Note
Ed ecco il capitolo due ed un nuovo punto di vista... spero possa piacere!!
Un grande grazie a chi legge e segue,
a presto!
EsterElle
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: EsterElle