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Autore: roro    12/12/2008    16 recensioni
Allungai una mano con fare disinteressato, pregando che quella matta di Higurashi non notasse il mio imbarazzo – sarebbe stato ridicolo, e lei mi avrebbe preso in giro a vita –, quindi deglutii.
«Allora, stasera ti andrebbe di-».
«InuYasha, non fare l’idiota.
Leggi».
Grattandomi il capo, chiusi gli occhi e presi il fax. «Com’è andata?».
«Leggi, ho detto».

Prendete uno scrittore frustrato, la figlia del capo e tanti - troppi - amici irritanti. Mischiate tutto: cosa ottenete? Una storia folle, di istanti noiosi e di attimi lunghi una vita.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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The brothering life of a forced writer

Capitolo 1 - Complicazioni improvvise - quando una diciottenne ti mette nei guai

“Er… No. No, non era materiale per la pubblicazione. Sì, so che sua figlia è entusiasta… Sì, signore. Terminerò quella storia. Arrivederci”.

Riagganciai, frustrato. Quella dannata mocciosa aveva la bocca larga – esageratamente larga.

Non la farò leggere a nessuno, aveva detto. Certo. Come no.

Nota per me: mai fidarsi di una donna, specie se si chiama Kagome Higurashi ed è famosa per la sua loquacità. Potresti pentirtene.

Mi voltai verso il mio computer – un portatile con un paio di anni di servizio, ormai giunto quasi alla pensione – e sospirai, pensando al lavoro che, ne ero certo, mi sarebbe toccato a causa di una mocciosa logorroica. Ho già detto che detesto Kagome con tutto il mio cuore, vero?

“Dannazione”, sospirai, pigiando un tasto a caso. La schermata s’illuminò, mostrandomi una vagonata di appunti piuttosto grossolani che stavo – disperatamente, mi duole aggiungere – tentando di riordinare.

In primis: cosa c’entrava uno shinigami con una studentessa delle superiori? E che cavolo di lavoro voleva offrirle? E, domanda più importante, perché non mi ero ucciso quando ne avevo avuto l’occasione?

Lasciai scorrere lo sguardo, cercando l’intuizione, l’idea geniale che mi avrebbe consentito di scrivere un best-seller. Nulla.

Mimi – la studentessa – era una sottospecie di genio, talmente simile ad una Mary Sue da poterne ereditare il nome senza alcun problema: alta, mora, bella, intelligente, abile con il computer… Non il mio tipo ideale, ma pur sempre una ragazza di tutto rispetto.

Poi c’era Shinji, lo shinigami, una mia personalissima versione dei supereroi del ventunesimo secolo.

Erano entrambi penosi. Assolutamente penosi.

Nessuno – a parte quella malata di mente di Kagome – avrebbe potuto gradire un’idea così grossolana; non avrei mai pubblicato un libro così. Sarebbe stato uno sfregio totale.

“Pensa”, grugnii, afferrando una matita e posizionandola in equilibrio tra il pollice e l’indice, muovendola di tanto in tanto. “Pensa, stupido”.

Offendermi era sempre stato un buon metodo per recuperare la concentrazione – l’avevo imparato alle scuole medie, quando, pur odiando la matematica, ero riuscito ad ottenere un punteggio vagamente sufficiente. Ero sempre stato capace di prendere voti abbastanza onorevoli in tutte le materie, in realtà.

“Dannazione”, esclamai, portandomi le mani tra i capelli ed afferrando malamente le mie orecchie.

Mi venne in mente la sagoma sfocata di una mocciosa dai capelli corvini che sorrideva divertita, e mi ritrovai a ringhiare, soprappensiero.

Dannata mocciosa.

Era insopportabilmente irritante.

“Dannata”.

Poggiai le mani sulla tastiera, tentando di scacciare i pensieri negativi e di concentrarmi – andiamo, come avrei potuto farli incontrare?

“Mm… Mimi è convocata dal preside”, biascicai, scribacchiando. “È una studentessa irreprensibile, così si domanda il perché, soffocando qualche bestemmia particolarmente plateale e qualche maledizione”, aggiunsi, convinto. , era proprio così.

Mimi era arrabbiata, perché il preside l’aveva convocata senza motivo.

E ora?

“Entra nello studio, ma lui non c’è”. Socchiusi le palpebre, tentando di focalizzare l’immagine di una moretta piuttosto carina che apre turbata una porta, aspettandosi un uomo che in realtà non si trova lì. “Al suo posto c’è Shinji, che si è sostituito al preside proprio per parlarle”.

Sì, ma perché proprio per parlare con lei?

Mi grattai il capo, indeciso – da un lato, darle qualche particolare potere avrebbe solo contribuito a enfatizzare il suo lato Mary Sue. Dall’altro, renderla una timida e debole ragazzina avrebbe sortito lo stesso effetto, infastidendo i lettori, che l’avrebbero trovata insopportabilmente carina.

In entrambi i casi, avevo bisogno di un perché. Non sapevo ancora per quale strano scherzo del destino Shinji aveva scelto di convocare proprio lei, e questo mi mandava in escandescenze. Dopotutto, era il mio libro. Dovevo decidere io, cos’era giusto e cosa no.

Non appena il campanello suonò, scattai in piedi, chiudendo velocemente la schermata e collegandomi istantaneamente ad internet, alla ricerca di qualche informazione inutile sugli shinigami.

Sentii distintamente una chiave girare nella toppa, e sospirai, sollevato: non era un ladro.

Non che avessi paura di fronteggiare qualche malvivente, ovvio, ma di prima mattina era noioso. Le risse si fanno di sera, quando si è sbronzi e non si pensa minimamente alle conseguenze.

“Chi è?”, domandai, non appena la porta, con un debole click, si aprì. “Miroku? Rin? Sesshomaru?”, elencai velocemente i nomi delle persone in possesso del duplicato della porta di casa mia, sperando ardentemente che no, mio fratello non avesse deciso di presentarsi senza preavviso.

Sesshomaru non è un tipo particolarmente loquace, e, di certo, non provava il benché minimo affetto per me – io sono un hanyou, nato dalla seconda relazione di nostro padre. Lui uno youkai, il primogenito di mio padre, superiore a tutti quelli che incontra. Me compreso.

“Ehi, sono io”.

Mi passai una mano tra i capelli. “Miroku, che cazzo vuoi?”, chiesi, evitando accuratamente le gentilezze e cercando di simulare una voce ancora assonnata.

“Nulla, Inu-Yasha”. Spalancò la porta sorridendo. Aveva i capelli neri legati in uno stupido codino, e gli occhi celesti mi osservavano, tentando di valutare il mio umore. “Volevo solo raccontarti la mia splendida serata”. Sospirò, prima di iniziare ad elencare il numero spropositato di belle donzelle che aveva avuto il piacere di osservare in discoteca.

Ho già detto che il mio amico è un maniaco, vero?

Vaffanculo, Miroku”, borbottai. Era un hentai di prim’ordine, certo, ma le donne perseveravano a fare la fila per entrare nel suo letto, pur sapendo perfettamente che, da qualche mese, era blindato. La sua ragazza, Sango, avrebbe eliminato tutte le pretendenti.

Non c’era possibilità d’appello.

Mi infastidiva ascoltare i suoi racconti – detestavo sentirmi rinfacciare i miei quasi sei mesi di castità. Non era colpa mia se non avevo tempo di uscire, no? “Ti diverti a mettere il dito nella piaga”.

“No”, ribatté lui. Sembrava felice come una pasqua – strozzarlo non sarebbe stato poi così grave. “Volevo solo raccontarti di com’è bello il mondo, tutto qui”. Sorrise, e la voglia di cavargli gli occhi, per poi gettarlo in un fosso, mi solleticò.

Forse dovevo smetterla di guardare film come Il silenzio degli innocenti in piena notte…

“Comunque, Inu-Yasha, stamane mi ha chiamato Kagome”.

Alzai lo sguardo dal pc, congelandolo prontamente con un’occhiataccia. Detestavo ricordare che il mio migliore amico era anche il ragazzo della migliore amica della mocciosa irritante.

“Sembrava entusiasta”, sussurrò. “Ha divagato parecchio su quanto la intrighi una tua idea, e quanto tu sia intelligente”.

“Che?”, borbottai, confuso. “Higurashi mi ha fatto un complimento?”. Era inammissibile. Miroku doveva aver bevuto parecchio, quella notte, e la telefonata di Kagome doveva essere stata solo un sogno – o un incubo.

“Sì, certo”.

Inarcai un sopracciglio. “Ne sei sicuro?”.

Sorrise, guardandosi intorno, ed afferrando la mia caffettiera. “Al cento per cento”, confermò, prendendo una tazza e riempiendola del liquido color cioccolata, che subito inondò l’ambiente circostante del suo disgustoso aroma. Odiavo il caffè. L’unica ragione per cui ne avevo sempre un po’ a portata di mano era perché – ormai – mi era entrato in circolo come droga, e non riuscivo a mantenermi sveglio senza berne un sorso.

Tentai di analizzare razionalmente la cosa: Kagome Higurashi – quella Kagome Higurashi – mi aveva fatto un complimento. Cazzo. Doveva aver fumato qualcosa di molto potente, per arrivare a complimentarsi con me.

“Ehi, Inu-Yasha, mi dici qualcosa sul tuo libro?”, domandò a un tratto Miroku, sorridendo, malizioso. “Ci sono parti interessanti?”.

“Non il genere di storie che piacciono a te, hentai”, grugnii, rendendomi presto conto di ciò a cui alludeva, e ringhiando sommessamente, imbarazzato.

“Oh… Andiamo, neppure una scena leggera leggera?”.

Feci cenno di no col capo, e riaprii la pagina. L’ultimo appunto – Mimi entra in presidenza, ma il preside non c’è – attirò nuovamente la mia attenzione, ricordandomi il motivo dell’irrazionale rabbia provata poco prima. “Ehi, Miroku, secondo te, perché uno shinigami dovrebbe ingaggiare una studentessa?”.

“In che senso?”.

“Che genere di lavoro potrebbe offrirle?”.

Mi osservò qualche attimo, indeciso. “Per farle fare la centralinista di un numero porno?”.

Inarcai uno sopracciglio: colpirlo o non colpirlo? Questo il dilemma.

Poi qualcosa – qualcosa di assolutamente inaspettato – mi colpì: centralinista? “Sei un genio”, borbottai, scrivendo. “Shinji vuole offrirle un posto come centralinista”.

“Di un numero porno?”, domandò lui, sorseggiando ancora un po’ di caffè, e inclinando il capo, deliziato da se stesso.

“No”, chiarii. “Non sarà una centralinista porno. Anzi, il suo lavoro sarà utile alla comunità dei mostri: lei gestirà un numero di pronto intervento, dando consigli agli esseri soprannaturali in crisi esistenziale”, dichiarai, compiaciuto. “Non ti sembra un’idea geniale?”.

Miroku rise, rischiando di macchiare il mio divano con il mio caffè. “No. Io ci aggiungerei qualche scenetta simpatica, ma sei tu lo scrittore”. Ridacchiò, sistemando una ciocca di capelli sfuggita al codino.

Ancora una volta mi trovai a domandarmi se uccidere il mio migliore amico potesse essere considerato un atto così malvagio. “Sei uno stupido, Miroku”.

“Me lo dicono tutti”, sospirò – probabilmente Sango doveva avergli ripetuto che era un baka per tutta la notte. “Specie quando saluto una bella donzella. Ti sembra logico?”.

Finsi di non aver sentito la sua domanda, per evitare di spiegargli che , era normale, dato che lui sembrava provarci spudoratamente con ogni singolo essere vivente di sesso femminile. “Mi dici perché sei venuto qui?”, domandai ad un tratto.

“Mah, per perdere tempo…”.

Sbuffai. “Sango ti ha di nuovo cacciato di casa?”.

Sbatté più volte le palpebre, incredulo. “Come hai fatto a capirlo?”, chiese, scioccato. “Ti ha chiamato e te l’ha detto?”.

“No. Ma, quando vieni a casa mia da solo, vuol dire che Sango ce l’ha con te”, spiegai – l’ultima volta che la sua ragazza si era arrabbiata, Miroku aveva soggiornato nel mio salotto per almeno una settimana. Per una volta avevo quasi provato pena per lui – salvo poi scoprire che aveva palpato il sedere a tutte le donne presenti al compleanno di un’amica di Sango. “Quanto tempo hai intenzione di restare, questa volta?”.

Abbassò il capo, osservando torvo la tazzina. “Non ne ho idea”, disse infine, sospirando. “Sango era molto arrabbiata”.

“Ah”.

Bene. La mia pace era andata definitivamente a farsi benedire.

Goodbye, mio nuovo romanzo.

“Non preoccuparti, Inu-Yasha. Non farò alcun rumore”.

Inarcai un sopracciglio – ho già fatto presente che il mio qui presente amico è stato arrestato per disturbi alla quiete pubblica?

“Te lo prometto”.

E ho già detto che ha vinto il premo di spergiuro dell’anno?

“Certo”, mugugnai. “Sicuro. In ogni caso, io dovrei terminare le bozze, quindi… Potresti gentilmente andare a farti un giro?”.

Lui fece cenno d’assenso. “Vado al bar. Non ho ancora fatto colazione”, ridacchiò, stiracchiandosi. “Devo portarti qualcosa da mangiare?”.

Annuii. “Mm… Un cornetto”. Abbozzai un sorriso. “Ti perdonerà. Lo fa sempre”.

“Lo spero”. Fece cenno con la mano, poi aprì la porta.

Aspettai che l’ingresso si chiudesse, per sospirare: perché tutte a me? Non poteva bastarmi una mocciosa logorroica? Doveva aggregarsi anche un maniaco di prim’ordine?

Beh, com’è quel modo di dire?

Al peggio non c’è mai fine?

Forse avrei dovuto ricordarlo, prima di sconfortarmi.

“Mm…”. Scrissi velocemente qualcosa sull’idea malsana che mi era balzata in mente, sorridendo al pensiero di Mimi-la-Mary-Sue che osservava sbigottita Shinji, seduto innanzi a lei, tra le mani dei depliant e un ghigno divertito sulle labbra. Poi suonò il telefono.

“Pronto?”, grugnii – odiavo essere interrotto durante il mio lavoro. “Pronto?”.

Non sentivo nessuna voce. Solo un brusio, e un rumore strano, di acqua che scroscia.

“Pronto?”. Inarcai un sopracciglio, infastidito. “Se non vuoi fare una brutta fine, ti conviene rispondere”. Sospirai sollevato, quando la voce divertita di Kagome mi chiamò dall’altro capo della cornetta.

“Cosa vuoi?”, chiesi, storcendo il naso.

“Mah, volevo sapere come procede la tua idea”.

Sentii un moto di stizza crescermi dentro, e mi domandai se – oltre ad uccidere Miroku – farla fuori avrebbe potuto mettermi nei guai. O se l’umanità si sarebbe rattristata per la sua scomparsa – probabilmente no: nessuno poteva sentire la mancanza di una piattola logorroica come lei. “Non penso ti riguardi”, sbottai.

“Er… Invece sì, mi spiace. Papà mi ha dato l’incarico di supervisionare il tuo lavoro, e correggere le tue bozze. Lavoreremo insieme molto, molto a lungo, sai?”.

Ecco. Avrei dovuto ricordarlo, quel detto, prima di sollevare la cornetta. Perché dopo questa simpaticissima telefonata, mi ritrovai a terra. Svenuto.










*\* Ta-dan! Probabilmente, qualcuno, in questo momento, starà osservando la schermata, ancora confuso: come mai roro ha aggiornato così in fretta?
Boh, se lo sapessi ve lo dire. XD Avevo pensato di farli attendere ancora qualche giorno - come sono perfida - ma il capitolo, impresso nella pagina di Word, sembrava osservarmi, e dire "Postarmi!". ù.ù Non potevo dirgli di no.
Poi... Non so. Il capitolo è abbastanza lungo, o preferivate qualcosa di più? Io ho preferito concluderlo qui per non appesantire il tutto. ù.ù E perché, se mi dilungassi troppo, non scriverei neppure un capitolo ogni tre mesi. ù.ù
Mm... Ah! XD Per chi conosce la storia che Inu-Yasha vuole scrivere: sì, è quella mia cavolata. No, non ho mai avuto intenzione di finirla. Sì, mi va benissimo così. XD
Allora, ringrazio sentitamente le dodici commentatrici, che hanno fatto di me la baka più felice della terra! ç.ç Mi sono molto commossa, notando che la storia ha comunque riscosso un certo consenso!
RINGRAZIO:
sango93 Maddai! Figurati, non fa nulla se non hai più seguito le mie storie. ^^ Sono davvero felice di sapere che il prologo ti è piaciuto, e spero vivamente che il seguito ti sia piaciuto. XD Ciao!
inufan4ever ò.ò Kikka! ù.ù Non puoi adorare i miei scleri, è matematico. Sìsì. Per le idee folgoranti... XD Oddèi, a me vengono di continuo, ma spesso non le metto su carta. XD Te le regalerei tutte, se potessi! XD Ah... Che te n'è parso del capitolo?
jessy je XD Ehi, non esageriamo, non sono mica chissà chi! ù.ù Mi farai montare la testa, uno di questi giorni, sìsì. ù.ù Spero che il capitolo ti sia piaciuto! ^^
Mary_lovelovemanga XD Già, per una volta ho invertito le parti, rendendo Kagome superiore ad Inu-Yasha. ù.ù Non mi piace cadere nei soliti cliché, preferisco sondare sempre nuovi terreni. ^^ Spero che questo capitolo ti sia piaciuto, baci!
ran ugajin92 Ma ciao! XD No che non ti ho dimenticata, figurati: può capitare a tutti, che il pc impazzisca. ù.ù Succede di continuo anche a me, dopotutto! XD Mi fa piacere sapere che la storia ti piace. Bacioni!
stella93mer ^^ Sono felice di sapere che la mia idea ti è piaciuta, e spero vivamente che il capitolo sia stato di tuo gusto. ^^ Fammelo sapere, mi raccomando!
daygum XD Beh, Inu-Yasha scrittore era uno dei miei sogni nel cassetto: non appena l'ispirazione ha deciso di assistermi, non ho potuto esimermi dal realizzare questo sogno. XD Spero tu abbia gradito il capitolo. ^^
demetra85 Sono felice di sapere che mi segurai, e spero vivamente che questo primo capitolo sia stato all'altezza del precedente. ^^ Sono inoltre lieta di sapere che la mia idea di stravolgere le parti sia stata gradita: per un attimo avevo temuto di essere linciata. XD Spero che il capitolo ti sia piaciuto!
Aryuna *.* Il titolo è di Elisa, per questo è geniale! *.* Io mi sono limitata alla trama - a questa stupidissima trama. XD E poi... *.* Ary-tesoro, sei riuscita a trattenerti per ben 118 parole! *.* Non è da tutti! E... XD Come hai fatto a capire che quel prologo era mio? Per il mio stile? Per le cavolate contenute al suo interno? *.* O forse perché tra amiche di succo di frutta alla pera ci si capisce al volo? *.* (No, perché siete stupide. ù.ù ndTakkun) (Leggermente ritardate, prego. ù.ù ndInu) -.-'' Questi due non cambiano mai, eh? Eppure ho preso tutti i loro giocattoli con l'intenzione di bruciali... (ò.ò Non oserai! ndTakkun) (ò.ò Oserà, oserà. La conosciamo bene: oserà. ndInu) ^^ Andate via? *I due si allontanano, di corsa* XD Ebbene, Ary, io mi congedo: devo ringraziare molte persone. *.* Spero di sentirti presto! E di leggere presto la tua fic per il concorso, my dear ghost! *.* Sao!
ryanforever XD Sì, l'idea di base era sfatare questo cliché secondo cui Inu-Yasha è sempre il ragazzo ricco e viziato e Kagome la mocciosa povera. ù.ù Per una volta, volevo vedere la situazione un po' ribaltata. ù.ù Sono comunque felicissima di rivederti come commentatrice. ^^ Una mia storia non sarebbe tale, senza il tuo prezioso contributo! ^^
Gweiddi et Ecate *.* Elisaaaa! *.* *Roro urla contenta, saltellando sul letto* *.* Tu il capitolo l'hai letto in anteprima, ma scritto su EFP ha tutt'un altro aspetto, eh? *.* Non sembra più professionale? ... -.- Ok, come non detto. Riavvolgiamo il nastro. ^^ Io... Io adoro il titolo! *.* Sei la persona più brava che conosco, a scegliere i titoli! *.* E poi... Mm... Scriverò in fretta il prossimo capitolo! Spero ne esca qualcosa di abbastanza comico, per i tuoi gusti. XD Ho già qualche ideuzza... Niente di che, ma pur sempre qualche idea. ù.ù E ora saltello via, attendendo il tuo arrivo su msn - se arrivi, ovvio.
pillo XD Beh: vista la prima pena? XD Kagome è riuscita a farlo svenire. Il che è tutto dire... -.- Andiamo, quella sottospecie di cucciolotto è rimasto sconvolto dal sapere che lei correggerà le sue bozze... -.- Mi fa quasi pena. Che te n'è parso di questo capitolo? All'altezza del prologo? ^^ Spero di sì. Baci!
HimeChan XD ù.ù Io non ho trascurato proprio nessuno. Sìsì. ù.ù Il contest è aperto a tutti, e chi voleva poteva sentirmi su msn, come hai fatto tu. Sìsì. ù.ù Non farmi rattristare. ç.ç Eddai, dopotutto ora sono qui, con un nuovo lavoro e tanta voglia di scrivere! Sono anche riuscita a farmi venire voglia di ricominciare con Inu - dopo aver quasi deciso di lasciare il fandom e passare a qualcos'altro. -.-'' Quindi, Hime cara, accontentati di sapere che sono pucci. XD E che lo sei anche tu!


E, ovviamente, un grazie molto speciale va anche a chi mi supporta solo leggendo o - *.* - inserendo la storia tra le preferite. E' davvero un onore.
Poi... Beh, voglio deliziarvi con uno spoilerino ino ino tratto dall'inzio del prossimo capitolo - è tutto ciò che ho scritto, accontentatevi. XD

“Dove sono?”, sbuffai, incapace di mettere a fuoco l’ambiente circostante, e ancora troppo scosso per tentare di analizzare gli odori.

“A casa”, rispose Miroku, ridendo. “Kagome deve averti dato una brutta notizia: sei svenuto. Quando sono rientrato, ho sentito la sua voce urlare nella cornetta”. Sospirò. “Povera ragazza. Credeva ti fossi fatto male”.

Mi passai una mano sugli occhi, iniziando a riconoscere le forme, e notando che l’oggetto morbido su cui ero disteso era il mio divano. “Quanto tempo…?”, esordii, salvo poi essere bloccato da una sua pronta risposta.

“Mah, penso un’ora. O forse due. Non saprei dirti, in realtà, e Kagome era troppo sconvolta per darmi le informazioni necessarie”.


Spero - ovviamente - che l'abbiate gradito. XD Bye!

   
 
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