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Autore: Mirty_92    12/03/2015    4 recensioni
Dopo la battaglia di Hogwarts molte cose sono cambiate, le persone sono cambiate... ma ora, è il momento, per ognuno, di riprendere a vivere perché questa non sarà la fine ma solo un nuovo inizio.
Dal testo:
"La locomotiva scarlatta è sparita dietro l’angolo da quasi dieci minuti ormai ma io non sono ancora riuscito ad andarmene. Dopo la partenza del treno, a poco a poco, la folla di genitori si è diradata ma io sono ancora qui. Non riesco a capacitarmene; a capire il motivo per cui faccio così fatica a dirigermi verso la barriera per tornare nel mondo babbano e poi a Diagon Alley. Forse perché non sono un genitore. Forse perché su quel treno non ho visto partire mio figlio o mia figlia ma la mia ragazza."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, Hermione Granger | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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PARTENZA

“Rivedo ancora il treno allontanarsi
e tu che asciughi quella lacrima
Tornerò

com'è possibile un anno senza te."

(Tornerò, I Santo California)

 

 

Fred

La locomotiva scarlatta è sparita dietro l’angolo da quasi dieci minuti ormai ma io non sono ancora riuscito ad andarmene. Dopo la partenza del treno, a poco a poco, la folla di genitori si è diradata ma io sono ancora qui. Non riesco a capacitarmene; a capire il motivo per cui faccio così fatica a dirigermi verso la barriera per tornare nel mondo babbano e poi a Diagon Alley. Forse perché non sono un genitore. Forse perché su quel treno non ho visto partire mio figlio o mia figlia ma la mia ragazza. Sorrido. È buffo pensare a lei come alla mia ragazza. Solo due anni fa avrei scommesso che sarebbe diventata la ragazza di mio fratello e invece, ora, lei è mia. La mia Hermione Granger, la mia saccente prefetto, la mia so-tutto-io. Poco importano i nomignoli con cui è stata chiamata negli anni a Hogwarts. Una sola cosa conta davvero: lei è mia.

Ma il treno è partito. Ha deciso di ritornare a Hogwarts, Hermione. Ha deciso di terminare quegli studi per lei così importanti. Chissà poi cosa avranno di così interessante. “Non sono forse più interessante io di loro?” le avevo chiesto quando mi aveva comunicato la sua idea di partire. Lei, come se nulla fosse, si era messa a ridere e poi mi aveva baciato appassionatamente prima di chiedermi di accompagnarla alla stazione il primo settembre. Quel giorno è arrivato troppo presto per i miei gusti e, anche se non lo ammetterebbe mai, scommetto che è stato così anche per lei.

Dopo la battaglia di Hogwarts la vita ha ricominciato lentamente a rinascere. Tra le macerie cariche di morte e dolore, la speranza per un futuro migliore ha avuto il sopravvento. Morti ce ne sono stati, e parecchi anche. Io stesso me la sono vista brutta. Quell’esplosione, di cui per fortuna, ho solo un vago ricordo, era stata davvero orribile. Ma io avevo fatto una promessa a George. Non potevo lasciarlo e così ce l’ho messa tutta e, grazie alle cure della mia famiglia e ad un mese passato al San Mungo, mi sono ristabilito e da quel momento tutto è cambiato.

Ho cominciato a vedere la vita in modo diverso. Ho cominciato a vedere lei in modo diverso. Non chiedetemi come né perché. È semplicemente capitato. Il mese che abbiamo passato insieme, io, lei e mio padre in Australia per cercare i suoi genitori, è il ricordo migliore che ho dell’estate appena trascorsa. Tutti erano rimasti perplessi quando avevo dimostrato interesse per partire alla ricerca dei signori Granger. Ron era scocciato, quasi irritato oserei dire; George era incredulo che volessi abbandonare, anche solo momentaneamente, il negozio per aiutare Miss prefetto-perfetto mentre mia madre era preoccupata: aveva paura che avessi avuto qualche danno al cervello a causa dell’incidente quasi mortale dal quale, secondo lei, non mi ero ancora ripreso del tutto. Io, Fred Weasley, che aiutavo di mia spontanea volontà Hermione Granger? Era una cosa assurda! Specie perché io e lei non avevamo mai avuto molto da spartire se non le petulanti ramanzine che mi faceva per il mio comportamento spregiudicato e irriverente, a detta sua.

Ma io non ho ceduto. A dispetto di tutto e di tutti, mi sono impuntato a voler accompagnare Hermione in Australia. Di fronte alla mia testardaggine, tutti, loro malgrado, hanno dovuto cedere e così siamo partiti. E quel luglio di estenuante ricerca ha dato i suoi frutti. Non solo siamo riusciti a tornare con i genitori di Hermione di nuovo consapevoli di avere una figlia, ma, io e lei, siamo tornati con una notizia che mio padre e i signori Granger aveva già capito. Lei era diventata la mia ragazza. Ricordo la faccia di Ron quando Hermione gliel’ha detto. Lei aveva insistito per rivelarglielo di persona prima che lo venisse a sapere da qualcun altro poiché tutti, più o meno, avevano notato un cambiamento tra di noi: occhiate furtive, sorrisi rubati e incontri non propriamente così casuali. Ron, diventato bianco come un lenzuolo, aveva semplicemente annuito e accettato. Non voleva che Hermione lo credesse debole. Sempre insicuro, mio fratello. Eppure quel giorno dimostrò una maturità che da lui non mi sarei mai aspettato. Non fece scenate, non tirò giù la Tana a suon di urla o Schiantesimi. Abbracciò Hermione e le sussurrò un qualcosa all’orecchio, un qualcosa che io, appoggiato allo stipite della porta di camera sua, non sentii. Poi si alzò, mi strinse la mano e con un sorriso tirato uscì dalla stanza.
Hermione, senza dire una parola, si gettò fra le mie braccia e io, semplicemente, l’accolsi.

Da quel giorno in poi, lei e Ron hanno cominciato a parlarsi un po’ meno spesso. Sicuramente molto meno che a Hogwarts, ma nessuno ha mai infierito su Ron o su di noi. Tutti l’hanno accettato. Mia madre sicuramente era la più sconvolta. Non tanto perché io avessi una fidanzata, quanto per chi era la mia fidanzata. Ma, anche lei come Ron, ha finito per farsene una ragione.

 

“Scusi, signore? Ha forse bisogno di qualcosa?” Il capostazione, un ometto basso dall’impeccabile divisa bordeaux, attira gentilmente la mia attenzione.
“No, ora vado.” Gli sorrido cordiale e mi avvio verso la barriera ma, in un attimo, rivedo Hermione che mi saluta dal finestrino del treno. Cerca di sorridere per non rendere troppo dolorosa la separazione che, dopotutto, come lei stessa mi ha ricordato, sarà solo per un anno. 
“Tornerò, Weasley. E poi vedrai che Natale arriverà prima che tu te ne sia davvero reso conto. E scommetto che arriverà così presto che tu ti sarai dimenticato persino di farmi il regalo. Perché hai intenzione di farmi il regalo, vero?”
Ho riso a quelle sue parole. “Certo, Granger. Contaci.” Più rilassata, ha fatto un lungo sospiro e si è asciugata in fretta una lacrima solitaria sfuggita al suo autocontrollo. Perché è impensabile che Hermione pianga per una separazione così banale! Eppure la guerra l’ha cambiata. È come se quell’estenuante battaglia contro il Male combattuta in prima persona accanto ad Harry per sette lunghi anni, l’abbia in qualche modo logorata. Nell’ultimo anno, Hermione ha imparato a piangere. Non come quando era una ragazzina e piangeva per una cattiveria detta da qualcuno, ma ha imparato a piangere sul serio. La costante paura di perdere Harry, Ron e qualunque persona a lei cara, l’hanno provata a tal punto che ora, ha la “lacrima facile” come le ho detto una volta quando, improvvisamente, era scoppiata a piangere per un nonnulla. Quella stessa volta che ho anche rischiato di far ritorno al San Mungo se, per mia fortuna, non avessi schivato una fattura Orcovolante di Ginny che, avendo assistito alla scena, aveva voluto dare man forte ad Hermione. Come se Hermione ne avesse davvero avuto bisogno.

Ritorno al presente e per l’ultima volta guardo il paesaggio che si estende oltre il binario, le rotaie che si perdono laggiù tra quei campi verdi. Un anno. Sarà dura ma posso resistere. In fin dei conti, forse è la punizione che mi aspetta per aver sottratto la quasi ragazza di mio fratello Ron. Mi sistemo meglio la giacca e attraverso la barriera con un ultimo pensiero: George mi sta aspettando al negozio e sicuramente avrà qualcosa da ridire sul mio ritardo. Hermione mi mancherà ma, per oggi, la ramanzina che mi farà George, certamente me la fa ricordare.

Angolo Mirty_92:

Buongiorno a tutti!
Questa ff è una cavia, un esperimento scritto in prima persona (io che di solito odio le cose scritte in prima persona) nel quale ho voluto cimentarmi. La storia dovrebbe essere la prima di una raccolta di pochi capitoli che si snoderanno più o meno seguendo parti di una canzone che cito all'inizio di ogni capitolo. (Come sempre sono le canzoni ad ispirarmi, non scagliatemi maledizioni, se potete evitarlo. Grazie! ;) ) Non sarà sempre Fred a parlare - come indubbiamente si è capito dallo pseudo sottotitolo - ma si alternerà con l'altra coprotagonista. 
Se siete arrivati fin qui presumo abbiate letto la storia, per cui vi lascio con una citazione del grandissimo William Shakespeare: 

"Se noi ombre vi abbiamo offeso, per poterci dare il perdono: fate conto di aver dormito, mentre queste visioni apparivano e che a mostrarvi paesaggi immaginari sia stato un sogno.
Signori, non ci rimproverate.
Se ci perdonate… rimedieremo!
Ascoltate l’onesto Puck: se avremo la grande sorte di sfuggire ai vostri insulti, potremo rimediare, signori. Che Puck non è un mentitore.
Quindi: buonanotte a tutti voi!
Datemi la mano e siamo amici! E Puck i danni vi rifonderà."
(Sogno di una notte di Mezza estate
)
  
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