TRA AMMISSIONI E FILTRI D'AMORE
intorno a me c'è il ricordo dei giorni belli.
(Tornerò, I Santo California)
Fred
Sono
sempre con la testa fra le nuvole, almeno questo è quello che tutti, da un po’
di tempo a questa parte, dicono di me. George pensa che io stia diventando
matto; mia madre è sempre all’erta, pronta a cogliere qualunque genere di
stranezza mentre Ron ancora non mi parla. Da quando sei partita le giornate per me
scorrono lente. Sono interminabili come se qualcuno avesse fatto un incantesimo
per allungare il tempo. Lo so naturalmente che questo non è possibile: nessuno
può giocare con il tempo. Solo a te è stato concesso, se non altro questo è
quello che ho sentito dire un giorno da Harry mentre parlava con Ginny di
quella volta che, tu e lui, avete salvato Sirius dai Dissennatori. Ancora non
riesco a rendermi conto di come tu, avendo avuto fra le mani un oggetto così
prezioso come la Giratempo, l’abbia usata solo
ed esclusivamente per frequentare
corsi in più. Se solo io e George ne avessimo avuta una… Beh, non ti posso
rivelare tutti i nostri segreti ma sicuramente avremmo fatto faville, tanto che
ora ad Hogwarts ci sarebbe una statua d’oro massiccio con le nostre sembianze
completata da una targa di ottone esplicativa che reciterebbe qualcosa di
simile a questo: Ad imperituro ricordo
dei gemelli più esilaranti degli ultimi 100 anni.
Rido
tra me mentre immagino la tua faccia scocciata di fronte alla nostra presunta
statua. Poi d’un tratto poso la piuma con la quale sto registrando gli ultimi
ordini provenienti da alcuni studenti e sento che mi manca qualcosa. Ho una
specie di vuoto all’altezza dello stomaco ma posso giurarti che non si tratta
di fame. Ho fatto colazione e sono in negozio da appena un quarto d’ora. Non
riesci ad immaginare di cosa si tratta? Ok, d’accordo Hermione, te lo dico. Ma
tu devi giurarmi di non prendermi in
giro, intesi? Ecco, il punto è che… mi sento solo. Solo come non mi ero mai sentito prima di adesso. È strano
ammetterlo anche solo a me stesso dato che questa conversazione sta avvenendo
unicamente dentro la mia testa ma, devo dire, che è in qualche modo
confortante. Non il fatto che mi senta solo, ovviamente. Quello non è
confortante per niente! È confortante il fatto di averlo finalmente accettato e
di sapere esattamente cosa mi manca. Tu mi manchi, Hermione.
“Ehi,
Fred, ci sono dei clienti laggiù. Vuoi andare tu a sentire di cosa hanno
bisogno o sei ancora nel mondo dei sogni?”
George
mi rivolge un ghigno identico al mio e mi fa sentire uno stupido. Forse è
proprio vero quello che dicono su di me: ultimamente ho sempre la testa fra le
nuvole. Ma loro, semplicemente, non sanno il perché. Lo sappiamo solo io e la
mia vocina nella testa che finge di parlare con te. Lo sappiamo che mi manchi e
che soffro di solitudine.
Cerco
di accantonare quel vuoto e, con un sorriso cordiale,
vado dai nuovi clienti. Si tratta di tre ragazze poco più grandi di me, mi
sembra. Mi pare addirittura di riconoscere in una di loro, una cacciatrice di
Corvonero del settimo anno di quando io ero ancora al secondo.
“Le
signorine desiderano?” chiedo con tono professionale.
Due
di loro cominciano a sghignazzare mentre quella di fronte a me – la presunta
cacciatrice – rifila una gomitata a quella più vicina a lei per farla smettere.
“Vorremmo avere alcune informazioni su questi Filtri d’Amore.” Quella che mi ha
appena parlato è sicuramente la più ardita mentre le sue due amiche ancora non
la smettono di ridacchiare.
“Dunque
cosa volete sapere esattamente? Se vi state chiedendo se funzionano, vi posso
assicurare che sì, funzionano al 100%, secondo ovviamente il peso del ragazzo
in questione e la bellezza della ragazza.” Senza davvero volerlo le faccio un
occhiolino e noto, con una punta di senso di colpa, le sue guance colorarsi di
rosso. Accidenti! Non mi ricordavo di fare questo effetto sulle ragazze! Perché
con te, Hermione, non è mai successo? Perché io e te ci abbiamo messo così
tanto per capire che provavamo qualcosa l’uno per l’altra? Ancora, quel senso
di solitudine, si fa strada dentro di me.
“Beh,
tu peserai più o meno 80 kg ma il problema reale è quanto tu mi consideri
bella.”
Sbatto
le palpebre per mettere meglio a fuoco quella ragazza. Possibile che mi abbia
davvero chiesto una cosa simile? Ora le sue amiche sono ammutolite e si
scambiano sguardi sconcertati. È un attimo: ogni forma di imbarazzo è sparita
dalle sue guance e lei ammicca velocemente nella mia direzione indicando appena
le sue amiche mentre io capisco al volo. È uno scherzo. Si tratta probabilmente
di una scommessa fra ragazze. Non ho dubbi perché spesso anche io e George ci
capiamo con uno sguardo molto simile a questo. Decido di stare al gioco. “Sei
decisamente carina e se non fossi già impegnato penso proprio che uscirei
volentieri con te anche senza bisogno di un filtro d’amore.” Risulto credibile.
D’altronde è da me fare il buffone, fingendo.
Questa
volta è lei che scoppia a ridere. “Grazie, allora mi sa che per questa volta
farò a meno dei vostri filtri ma li pubblicizzerò sicuramente ad altri.” E
prese le sue amiche sotto braccio le accompagna, ancora attonite, fuori dal
negozio.
Sento
George arrivare alle mie spalle. “Perdi colpi, fratello. Perché quelle belle ragazze
non hanno acquistato nulla?”
“Perché
non era loro intenzione.” Faccio spallucce e gli spiego meglio. “Probabilmente
erano qui solo per una scommessa. Un po’ come quelle che facevamo io e te prima
che io partissi per l’Australia a cercare i genitori di Hermione. Ricordi?”
George
finge di rifletterci un attimo su poi si batte una mano sulla fronte.
“ Ma
certo! Chiedere cose assurde e dirette alla Granger per cercare di
conquistarla. Non pensavo ce l’avresti fatta, dico sul
serio.” Mi batte una
mano sulla spalla e poi si allontana. “Ah, a proposito di
Hermione. Lo so che
ti manca, che tu non sei pazzo e che, a quanto pare, ogni cosa ti fa
ricordare
lei ma… tieni presente che noi ci dobbiamo campare con questo
negozio. Per cui
se i prossimi clienti che entrano non comprano qualcosa, ti
sequestrerò la prima lettera che ti arriverà da Hermione
e non te la ridarò finché non
avrai venduto qualcosa, intesi?” Un finto sguardo severo,
identico al mio, mi
scruta e io decido di assecondarlo. Accenno un sì con la testa e
mi dirigo di
nuovo verso il bancone per terminare la lista degli ordini. Non
c’è
niente da fare. Mio fratello George sarà sempre l’unico
che mi capirà in
qualunque situazione io mi trovi.