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Autore: istinto della luna    03/04/2015    6 recensioni
- Fremione -
Questa storia non seguirà gli avvenimenti cronologici, bensì saranno i protagonisti che ricorderanno eventi nei quali hanno compiuto alcuni gesti senza rendersene conto.
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[Cap.3]
Quando fu abbastanza lontano, si girò verso di me. Compiaciuto per il fatto che non avevo ancora distolto lo sguardo alla sua schiena, si mise ad urlare: " Vedrai Hermione, la prossima volta sarai tu a ronzarmi intorno! "
[Cap.4]
Purtroppo avevamo più di una gatta da pelare. Una di queste era una sorta di gatto impagliato con la faccia da rospo. Si chiamava Dolores Umbridge ed era il nostro nuovo insegnante di Difesa. [...]
E la seconda? Beh, la seconda era...
" FRED WEASLEY! "
[...] Assomigliava un po' ad una ragazzina saccente con i capelli arruffati e uno sguardo fiero.
[Cap.5]
Prima di spingermi verso Ron che stava avanzando verso di me, mi sussurrò la miglior promessa che avessi potuto sentirmi dire. " Prima o poi andremo ancora insieme sulla scopa, vedrai. "
[Cap.7]
" Hermione? " Mi girai e spalancai la bocca. Era stato lui a chiamarmi.
" Si? "
" Non fare la guastafeste. "
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George e Fred Weasley, Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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E fu solo l'inizio
(Pov's Hermione - primo libro)

Primo anno ad Hogwarts. Non potevo crederci. La mia vita cambiò nell'esatto momento in cui ricevetti la mia lettera d'ammissione per Hogwarts, la Scuola di Magia e Stregoneria più famosa della Gran Bretagna. 
Ora mi trovavo a ridosso del binario nove e tre quarti. Davanti a me c'era un treno scarlatto, il mezzo che mi avrebbe permesso di entrare a far parte realmente del Mondo Magico. Percepivo sulle spalle il peso di due emozioni diverse: paura e contentezza. Tutto era nuovo per me. Io ero nata da due babbani e il Mondo Magico non aveva mai fatto parte della mia vita. Tuttavia, volevo dimostrare al mondo intero che, anche se i miei genitori erano semplici dentisti, io sarei diventata una grande strega.  
Feci un respiro profondo e salii sul treno. Sentivo dietro di me i bisbigli di tutti i ragazzi entusiasti di intraprendere un nuovo viaggio verso quel vecchio castello. Guardai il mio baule con la scritta H.G. sul davanti. Risplendeva di orgoglio. Tirai il mio bagaglio fino ad uno scomparto libero e mi ci tuffai dentro. Soddisfatta mi sedetti sul sedile e aprii uno dei libri che avevo comprato a Diagon Alley, senza riuscire a trattenermi. Avevo già studiato metà di quello che c'era scritto.  Volevo dimostrare di avere la stoffa necessaria, per varcare la soglia di Hogwarts.  Mi sentivo un po' fuori posto. Vedevo tutti gli altri ragazzi urlare e scherzare come se si conoscessero da una vita. Io ero lì, rinchiusa nel mio piccolo mondo da sola. Nessuno era ancora entrato nel mio scompartimento. Girai un'altra pagina, assaporando l'odore di vecchio del libro.
Finalmente sentii bussare. Alzai lo sguardo all'istante, avida di conoscere l'identità di colui che aveva scelto me, come accompagnatrice.  Un ragazzo basso e paffutello con i capelli neri mi stava guardando timidamente. Doveva avere la mia età. Sorrisi e gli aprii la porta.
<< Ciao, sono Neville Paciock. >>
<< Piacere, Hermione Granger. >>
Gli tesi la mano, che strinse dopo aver indugiato una manciata di minuti.
<< Hai bisogno di qualcosa, Neville? >>
Lui, dopo avermi fissato un po' troppo a lungo, annuì lentamente.
<< Ho perso il mio rospo, non è che l'hai visto? >>
Strinsi i pugni. Voleva solo sapere se avessi visto il suo rospo. Non voleva dividere lo scompartimento con me. Nonostante la delusione, scossi il capo. Forse anche lui faceva fatica ad ambientarsi e lo aveva chiesto a me, perché anche io mi trovavo da sola. Dovevo dargli una mano. << Se vuoi posso aiutarti a cercarlo. >>
Lui sorrise sinceramente e mi fece segno di seguirlo. Fuori dallo scompartimento ci mettemmo d'accordo sul punto di ritrovo. Mi misi a camminare dalla parte opposta alla sua sperando di trovarlo più in fretta possibile.
Passai in rassegna numerosi scomparti fino a quando non vidi due strani ragazzini della mia età uno da parte all'altro ingozzarsi di merendine.
 Richiamai la loro attenzione e loro si voltarono di scatto.  Sembravano uno l'opposto dell'altro: il ragazzino di sinistra aveva capelli rossi e il naso spruzzato di lentiggini, mentre l'altro aveva i capelli scompigliati di un nero lucido e un misero paio di occhiali sul naso.
<< Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville, l'ha perso. >>
<< No >> sbottò seccato quello con i capelli rossi. Aveva in mano la sua bacchetta pronta ad essere utilizzata. Una scintilla mi attraversò, capendo all'istante le intenzioni del ragazzo. Voleva fare un incantesimo e io lo avevo interrotto. Gli sorrisi e lo incitai a proseguire. Lui si schiarì la gola e disse ad alta voce: << Per il sole splendente e il fior di corallo, stupido topo diventa giallo. >>
Colpì il suo topo spelacchiato con la bacchetta, ma tutto quello che accadde furono qualche zampillo biancastro.
<< Eppure Fred mi aveva detto che avrebbe funzionato >> disse sconsolato, prima di rituffarsi in un pasticcino. Avrei voluto sorridere beffardamente, ma non sarebbe sembrato carino. Io avevo provato numerosi incantesimi e tutti mi erano riusciti all'istante.
Sentendomi più sicura di me stessa, entrai nello scompartimento e mi sedetti di fronte al ragazzo con gli occhiali. Ero sicura di averlo già visto o, perlomeno, di aver visto una sua foto. Era troppo familiare. Un'altra scintilla attraversò il mio corpo. << Per tutte le cavallette, tu sei Harry Potter! Io sono Hermione Granger... e tu sei? >> chiesi all'altro ragazzino.
<< Ehm... Ron Weasley >> rispose tra un boccone e l'altro
<< Piacere >> dissi semplicemente.
Dopo poco tempo lasciai lo scompartimento, esortando i due ragazzi a mettersi la divisa.
Sconsolata per aver fatto un buco nell'acqua, attraversai al contrario il corridoio, per spiegare a Neville la situazione.  Stavo per arrivare al mio scompartimento, quando qualcuno mi fece cadere a terra da dietro. Caddi in avanti, cercando di pararmi con le mani. Intenzionata a sgridare il colpevole, mi alzai. Le parole morirono nella mia gola quando vidi due ragazzi completamente identici uno di fianco all'altro, con i capelli rossi e le lentiggini sparse sul viso. Uno di loro era ancora seduto a terra, mentre l'altro, in piedi, aveva un ghigno divertito impresso sul volto.
<< Dovrebbero proprio legarli questi primini, non credi George? >> disse quello a terra, alzandosi all'istante.
<< Concordo a pieno, Fred >> rispose l'altro di rimando.
Li guardai trucemente. << Siete voi che mi siete andati addosso. Anzi, tu! >> risposi, indicando colui che un attimo prima si trovava a terra.
I due gemelli si guardarono. << Fred, attento, ce l'ha con te adesso. >>
Io aggrottai la fronte. Fred? Avevo già sentito quel nome e poi aveva lo stesso colore di capelli. Non poteva essere.
<< Scusate, voi conoscete un certo Ron Weasley? >> chiesi senza pensarci.
Entrambi puntarono lo sguardo su di me e io ammutolii. Due espressioni perfettamente identiche coronavano il loro viso, rendendolo altamente sprezzante ed entusiasta.
Poi uno di loro si avvicinò maggiormente a me. Boccheggiai e sentii le guance colorarsi di un tenue rosa. Nessuno si era mai avvicinato tanto a me.
<< È nostro fratello, ma non dirlo in giro >> mi sussurrò all'orecchio.
Alzai un sopracciglio e lo guardai scettica. Voleva fare lo sbruffone?
L'altro interruppe la mia meditazione presentandosi. << Sono George, piacere. >>
<< Io invece Fred. >>
Strinsi la loro mano e affermai orgogliosa: << Hermione Granger. >>
Mi rivolsi poi al ragazzo contro cui ero andata a sbattere. Diceva di chiamarsi Fred, proprio lui mi serviva, infatti.
<< Non è divertente >> affermai risoluta.
<< Che cosa? >> mi domandò sfrontato.
<< Prendere in giro tuo fratello. >>
Fred guardò il suo gemello per poi mettersi a ridere. Strinsi i pugni, indispettita. Mi stavano facendo salire il nervoso. Perché dovevano ridere del proprio fratello?
<< Perché ridete? >> chiesi, cercando di sovrastare il loro vociare.
<< Non dirmi che ha provato a far diventare giallo Crosta. >>
Io digrignai i denti: << Se ti riferisci al topo, allora si. >>
Appena ebbi finito di parlare cominciarono a ridere convulsamente. Feci qualche passo indietro intimorita da quella strana reazione.  Non riuscivo a credere ai miei occhi, avevano architettato tutto. Che razza di comportamento...
Richiamai la loro attenzione e dissi: << Quindi era solo uno stupido scherzo. >>
<< Certo! >> affermarono all'unisono.
Io li guardai sarcastica. << Bene, allora vado a riferirglielo. >>
Prima che potetti anche solo muovere un passo, qualcuno mi tirò per un braccio, bloccandomi.  Ruotai su me stessa e incrociai lo sguardo di uno dei gemelli. Lo etichettai come Fred e sperai che fosse davvero lui. Non sopportavo sbagliare. 
Cercai di liberare il polso, ma lui non accennava ad allentare la presa. Poi mi sorrise, ironico, permettendomi di fissare i suoi occhi vispi. Erano di un azzurro strano, troppo profondo per il cervello di gallina che si ritrovava nella testa. Eppure qualcosa mi diceva che quegli occhi non erano fuori posto. Forse aveva davvero qualcosa di speciale, al di là della presa in giro. Gli scherzi a suo fratello celavano un'altra faccia di lui, quella che riservava alle persone a cui teneva davvero. Anche io volevo conoscere la sua parte nascosta, ma non mi sarei mai sforzata di diventare sua amica.
<< Che stai facendo, Granger? >>
Io mi ridestai dai miei pensieri: << Come prego? >>
Lui mi fissò divertito: << Mi stai fissando. Che cos'ha la mia faccia che non va? >>
Oh no, se n'era accorto. Cercai di non arrossire troppo e sviai la domanda.
<< Allora, avete visto questo benedetto rospo? >>
Fred scosse la testa così alzai lo sguardo sul suo gemello, ma mi accorsi che si era dileguato.
<< Dov'è... ? >>
<< George, dici? Deve essere andato da Lee Jordan, un nostro vecchio amico. >>
Annuii ancora racchiusa nella sua morsa ferrea. Con che coraggio mi stava tenendo in quella posizione? Nemmeno ci conoscevamo. Non volevo più conoscere nulla di lui, volevo solo che mi lasciasse andare.
<< Puoi liberarmi? >>
Lui mi guardò pensieroso, per poi controbattere: << Solo se non dici a Ron che è solo uno scherzo. >>
Prima che potetti controbattere mollò il braccio. Mi massaggiai il polso e lo fissai adirata. Non poteva obbligarmi a non dire nulla a suo fratello. Avrei parlato, eccome, se lo avrei fatto. Mi allontanai indignata senza salutarlo. In quel momento pensai a Neville e al suo rospo. Non ero riuscita ad aiutarlo, ma dovevo impedire che quel Ron usasse ancora quell'insulso incantesimo.
<< Hermione? >>
Mi bloccai di scatto, con un piede a mezz'aria. Era stato lui ad avermi chiamata. Mi girai e lo guardai stralunata. Non potevo credere che quel ragazzo mi avesse richiamata, o che si fosse semplicemente ricordato del mio nome. Cercai nuovamente i suoi occhi azzurri e mi ritrovai immersa in uno strano turbinio scuro. Che cosa mi stava succedendo? No, non poteva essere. Non potevo desiderare di diventare sua amica.
<< Si? >> domandai sorpresa.
Lui sorrise e mi fece l'occhiolino. << Non fare la guastafeste. >>
Dentro di me, sentii a poco a poco la rabbia scemare, come se fosse stata risucchiata dalle sue parole. Forse aveva ragione: dovevo semplicemente farmi gli affari miei. Si, era sicuramente stato quello il motivo che mi aveva portato ad annuire con la testa.  
Eppure, c'era dell'altro, ne ero sicura. 
Camminai lentamente lungo il corridoio, sperando che non mi seguisse. Quel ragazzo era arrogante e sfacciato, eppure qualcosa mi aveva spinto a cadere vittima dei suoi occhi. Hermione desiderava diventare sua amica, eppure io cercavo di convincermi a non perdere tempo. Avrebbe potuto prendere di mira anche me, così, da un momento all'altro. Eppure non riuscivo a non pensare a lui e alle sue parole, al tono con il quale mi aveva parlato e ai suoi occhi troppo profondi per appartenere ad un burlone. 
Mi risedetti nel mio scompartimento, dimenticandomi del motivo per il quale avevo abbandonato la mia lettura a metà. Ripresi il libro e sorrisi. Forse avrei potuto sopportarlo, nel caso in cui fossi finita nella sua stessa Casa. 
Quello fu solo l'inizio della sfilza di gesti avventati che compii per lui, ma già in quel momento sapevo che non me ne sarei pentita.




















Angolo Autrice:
Ecco qui l'ultimo capitolo! 
Spero che vi sia piaciuto. In questa situazione possiamo osservare come sin dall'inizio entrambi i ragazzi provino curiosità nei confronti dell'altro. In particolare la reazione di Hermione alle ultime parole del giovane è molto strana, indice di interesse. Lei è combattuta già da ora, non sa che fare, non sa se vuole essere sua amica o meno. Credo che sia abbastanza sorprendente, considerato che si tratta del loro primo incontro e proprio per questo ho voluto che reagisse così. La storia parla di gesti avventati, dettato da una parte del proprio cervello che non si pensi di possedere, da un istinto dormiente. 
Grazie a tutti voi per aver continuato a seguire la mia ff, nonostante abbia avuto alti e bassi. Siccome tengo molto a questa storia ho riscritto varie volte i capitoli prima di pubblicarli, soprattutto quello precedente, che l'ho riscritto da capo. 
Quindi, ancora una volta GRAZIE MILLE per coloro che hanno messo la storia tra le preferite, ricordate, seguite, per chi ha recensito, ma anche per chi si è limitato a leggerla, spendendo una parte del proprio tempo per me. GRAZIE : )
Tornerò presto con altre storie!
Mi farebbe davvero molto piacere se mi dicesse che ne pensate del risultato finale attraverso una bella RECENSIONE!!!
Alla prossima,
Martina


 
   
 
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