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Autore: Juliet88    06/04/2015    1 recensioni
Una spugna per cancellare il passato,
una rosa per addolcire il presente
e un bacio per salutare il futuro.
(Guy de Maupassant)
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass, Quasi tutti, Serena Van Der Woodsen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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1a2b3c4d5e6788 "I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture di sicurezza, è iniziata la fase di atterraggio".
Furono queste le parole di una voce meccanica, distorta, che mi fecero sobbalzare dalla poltrona, quasi avessi visto nuovamente i capelli di quell'hostess.
La fase di atterraggio era iniziata? Ciò vuol dire che mancava davvero poco.
Cominciai a sentire una stranza sensazione...erano farfalle?
Non sentivo le farfalle allo stomaco da quando...
"Blair!" quasi urlò, Serena.
Subito mi voltai, con un espressione forse troppo eloquente.
"Tutto bene? Siamo quasi arrivati a New York...non sei emozionata?"
"Si, certo che lo sono, S...non sai quanto mi mancaste tutti quanti" dissi, sincera. 
Mi abbracciò così forte che potevo quasi sentire la mancanza di ossigeno al cervello, ma non m'importava.
Sono sicura che lesse nei miei occhi anche un po' di nervosismo, poichè non volle lasciarmi la mano, per tutto l'atterraggio.
"Dopo che si fa?" chiesi, avida di risposte.
"Beh, a New York saranno circa le sette del pomeriggio, Gossip girl ha scritto di un evento filantropico, per raccogliere fondi insieme all'ONU".
"Sembra interessante", fu tutto quello che dissi, quasi quasi avevo perso l'abitudine alla mia vita mondana newyorchese. Mi vennero i brividi per quello che avevo appena pensato. 
"Ci andiamo?"
"Quale momento migliore per fare vedere a tutti che Blair Waldorf è tornata?" domandai, retorica.
Serena sorrise, sospirando per l'enfasi che avevo messo nel pronunciare il mio nominativo, sfogliando le pagine del giornale visto almeno un milione di volte.

"Taxi?"
"Taxi?"
I taxi gialli, i miei taxi gialli...quanto mi erano mancati. Sentivo nostalgia perfino dei tassisti antipatici e sempre di corsa. Wow, New York mi doveva mancare davvero tanto.
Prendemmo il primo che si fermò, dirigendoci dritte al mio loft.
Per ingannare il tempo decisi di fare un po' di ricerche su quello che fosse successo nel periodo in cui sono stata via su gossip girl, anche se trovai non molto.
"S, Gossip girl è forse in ferie?" domandai, curiosa.
"Mmm, no...ma poco tempo dopo che te ne sei andata ha un po' mollato la presa, credo che non trovasse più il senso di un puzzle, se mancava un tassello principale"
"Sicura sia per questo?" dissi, un po' lusingata, un po' sconfortata. 
"B, non sa nessuno perchè adesso scriva poco o nulla...ma sicuramente è un aspetto con cui conviveremo" rispose, sarcastica.
Serena non aveva mai sopportato Gossip girl, io...probabilmente il mio era più un rapporto di amore/odio, di stima reciproca, nonostante fosse nota per la cruentezza, e fermezza.
E se Gossip girl non poteva più saziare la mia sete di gossip, non mi rimaneva che chiedere direttamente notizie degli altri.
"Siamo arrivati, signorine, sono 40 dollari"
Mi opposi per pagare io il taxi, e salimmo fino a casa mia, dove un'Eleanor raggiante stava attendendo che arrivassi dall'ascensore.
"Mamma, non ci credo!" dissi, abbracciandola quasi per stritolarla.
"O tesoro mio, mio piccola Blair" esclamò, in una presa da far invidia a un'anaconda.
"Mi sei mancata così tanto" dicemmo all'unisono.
"No! No! I centrotavola devono essere messi esattamente al centro, non un millimetro di differenza, chiaro?" sentii una voce dal marcato accento polacco, avvicinarsi, e riconobbi subito di chi fosse.
"Dorota!" urlai, ormai in preda all'eccitazione.
"Signorina Blair?!" disse, con un tono sorpreso.
E ripetemmo la stessa scena vissuta poco tempo prima con mia madre.
"Dorota, non sai che bello vederti. A Parigi non ci sono domestiche come te!" dissi, sincera.
"E qui non ci sono altre Signorine Blair da servire, si è tanto sentita la sua assenza in questa casa" affermò, con la voce rotta.
"Su, Blair, devi prepararti per la festa di stasera! Serena mi ha detto che andrete all'evento benefico che ha organizzato Lily" irruppe mia madre, anch'essa con gli occhi leggermente arrossati.
"Si, hai ragione. Dorota..."
"...preparo la vasca da bagno?" interruppe, continuando ciò che io stessa volevo dire.
Le feci cenno di si con la testa, consapevole di essere a casa.
Camminando per casa valutai che tutto era rimasto uguale, esattamente uguale a quando me ne ero andata; le tende del soggiorno, il legno intarsiato del tavolo nel soggiorno, l'arredamento, la mia stanza.
Era scontato, ma quando aprii la porta della stanza una miriade di ricordi diversi e distinti colpirono la mia mente, che dovetti addirittura appoggiarmi alla parete più prossima, per evitare di rimanere sopraffatta.
Quante risate, quanti pianti, quanti dispiaceri, quante gioie.
Lo sguardo mi andò senza volere alle migliaia di diari custoditi nel mio piccolo forziere, e le gambe presero a muoversi senza che fossi io davvero a governarle.
Pagine e pagine di parole, talvolta stracolme di odio, talvolta stracolme di amore. In alcune pagine riconobbi la Blair adolescente, per poi andare a maturare paragrafo dopo paragrafo.  Rilessi la pagina in cui scoprii di non essere stata accettata a Yale, e la pagina in cui Serena ritornò, quando venni a sapere che era andata via per aver tradito la mia amicizia andando a letto con Nate. Probabilmente sarei andata avanti così tutta la notte, se non fosse per Dorota che bussò alla porta, porgendomi il necessario per il mio bagno.
Trascorsi in bagno tre quarti dìra circa, prima di decidermi ad abbandonare quell'acqua così rilassante profumata all'odore di mirtilli e fragola.
Indossai un abito rosso, Dior, e andai nella stanza di Serena, dove attesi che fosse pronta per andare.
"S, quanto ancora dovrò aspettare che ti metta un vestito?" chiesi, tra lo spazientimento e il sarcasmo.
"B, quale mi consigli...verde Vivienne Westwood, o blu Fendi?" domandò, indecisa.
"S, sarai bella comunque, anche con un Prada di quattro stagioni fa" risposi, francamente.
Lei sorrise, scegliendo l'abito blu.
"Non venivo qui, nella mia stanza di casa tua, da quando te ne sei andata" pronunciò, a bruciapelo.
"Fa uno strano effetto anche a me" dissi, sedendomi.
"Stasera rivedrai tutti, e tutti rivedranno te...farai loro una bella sorpresa" sussurrò, sedendosi accanto a me.
"Già, devi assolutamente aggiornarmi su quello che è successo durante questi anni." esclamai, tradendo un po' d'impazienza.
"Non è che sia successo granchè, lo vedrai da te stasera" disse, fiduciosa.
"Signorine, l'autista è qui, e vi sta aspettando." annunciò, Dorota, facendo capolino dalla porta avorio.

Durante l'itinerario sentii un po' di nervosismo impadronirsi di me, chissà a quante domande avrei dovuto rispondere, quanti occhi mi avrebbero analizzata, non che la cosa mia dia fastidio...mi ha sempre fatto piacere stare al centro dell'attenzione, ma non potevo evitare di sentire una certa intolleranza per tutti quei pettegoli che non aspettavano altro che notizia nuove da raccontare.
E a proposito Gossip Girl non aveva ancora postato nulla sul mio ritorno, forse Serena aveva ragione...forse si era stufata.
Arrivammo a destinazione prima di quanto pensassi, il luogo era incantevole, come volevasi dimostrare se l'organizzatrice è Lily Van Der Woodsen. Vi era una schiera di limousine scintillanti, in fila l'una dietro l'altra, aspettando di poter entrare in questa festa, che, a dirla tutta, aveva buone premesse.
Scendemmo dall'auto, e sistemandoci gli abiti ci avviammo verso l'entrata. Serena mi prese per un secondo la mano, come per darmi coraggio.
Ma io ero impaziente, impaziente di rivedere tutti, quasi elettrizzata.
La sala era arredata in stile classico, e si vedevano scintillare candelabri fantastici, insieme allo scintillio dei flute con lo champagne. Dappertutto vi era gente che rideva, che faceva conversazione, che bisbigliava, che spettegolava.
Per un secondo vidi la maggior parte degli invitati girarsi verso di me, e guardarmi come se avessero visto ET. Idioti.
"Blair, tesoro" disse ad alta voce Lily, abbracciandomi.
"Lily, che bello vederti!"
"Ci sei mancata così tanto...com'è Parigi?"
"Bella, ovviamente, ma New York è sempre la mia città!"
"Lo so bene, cara. Ròman sta bene?"
"Benissimo, grazie. Gli dirò che lo saluti"
"Digli anche che saremmo felici se venisse presto a farci visita!"
"Lo farò"
"Adesso, mamma se vuoi scusarci, facciamo un giro. Complimenti per l'organizzazione" interruppe Serena, prendendo la mano della madre.
"Andate pure, siete dei raggi di sole stasera" e così dicendo se ne andò, fermandosi pochi metri lontano, parlando con altre donne di mezz'età.
"Che ne dici di prendere un po' di champagne?" chiese Serena.
"Si, ne ho proprio l'esigenza" replicai, ridendo.
"Per fortuna che ci ho già pensato io!" sentii dire da una voce conosciuta.
Ed ecco che un biondo ciuffo stava proprio alle nostre spalle, porgendo due bicchieri di ottimo champagne.
"Nate!" dicemmo all'unisono.
"Serena, perchè cavolo non mi hai detto che Miss B sarebbe tornata?! Avrei messo il papillon di seta!" disse Nate, sempre sardonico.
Non era cambiato di una virgola.
Abbracciai anche lui. Forse non avevo mai abbracciato tante persone nello stesso giorno.
"Che bello che sei tornata qui. Ci mancavi tanto!" quasi gridò, sincero.
"Anche voi mi mancavate, ed è proprio per questo che sono qui, Archibald."
"Sei sempre la stessa Blair" concluse, tenendomi le mani.
"Devi assolutamente raccontarmi di questi anni lontano da noi..."
"Ci sarà tempo, ne sono sicura" risposi, serena.
Ed ecco che vidi anche Jenny Humphrey, Dan Humphrey, Rufus Humphrey, le sgualdrinelle che avevo come tirapiedi al liceo, nella missione di sedurre l'ennesimo milionario, e poi vidi lui, in lontananza, mentre mi stava osservando.
Chuck Bass.
  
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