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Autore: Maria_2015    11/04/2015    0 recensioni
"Non so cosa credi di essere venuta a fare qui, forse a mangiare carne comodamente seduta su un trono d'argento o forse credi che due paroline messe a cazzo e un paio di mossette possano addomesticarmi. Ma questo è il mondo reale, sarà pure una merda, e su questo non ho niente da obbiettare, ma ci dobbiamo adeguare lo stesso. Quindi tira fuori le palle e affrontalo, oppure trovati un azzannatore e vivi con lui la tua appassionante storia d'amore ragazzina, perché è ora che tu decida da che parte stare. Vivi o azzannatori? Perché se decidessi di ammazzarti e per uno sfortunato caso non dovessi beccare il cervello, non credere che avrò la clemenza di farlo io al posto tuo. Quindi scegli e cerca di farlo in fretta perché non ho tempo da perdere con una mocciosetta che non sa distinguere una bambino da un zombie."
Il mio cervello è letteralmente in stand-by e non so cosa pensare.
Non solo di lui, anche di me stessa.
È vero, devo fare una scelta.
La vita infondo è come una delle piccole sfide che affrontiamo ogni giorno.
Possiamo scegliere di affrontarla o aggirarla.
Io scelgo la libertà, scelgo la vita, scelgo di provarci.
Genere: Azione, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Daryl Dixon
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Rieccoci con un nuovo capitolo! Come avrete notato non ho il tempo di fare aggiornamenti fissi e vi ringrazio per l'infinita pazienza che avete.
Un saluto speciale a coloro che mettono la storia fra le seguite e che hanno la costanza di controllare i miei aggiornamenti.
Allora... Che dire di questo capitolo? Sicuramente c'è più azione e già dall'inizio capiamo che il prossimo sarà incentrato su Daryl e sul suo passato.
Diciamo che serve da slancio per addentrarci meglio nel vivo della storia.
Ora spetta a voi giudicare ;)
Un grazie in anticipo e buona lettura! 


                                                             


Mi sveglio nel cuore della notte, sento degli strani versi, sono confusa.
Mi alzo, il freddo mi invade il corpo e il cervello.
É tutto buio.
Come ho fatto ad essere così stupida da addormentarmi quando non c'era nessuno a fare la guardia?!
I miei occhi vedono ancora tutto nero e ho paura che ci metteranno tempo ad abituarsi all'oscurità, troppo tempo.
Sbatto velocemente le ciglia ma questo contribuisce solo a farmi agitare di più.
Versi di zombie mi riempiono le orecchie.
Dopo un po' quasi non li sento dal rumore del mio battito.  
Estraggo il coltello e mi posiziono davanti a quello che spero sia Mike.
Ho il respiro troppo affannato per parlare con lui, sempre ammesso che sia ancora vivo.
Qualcosa mi afferra il braccio, un presa ferrea ed estranea.
Vorrei che il cuore si fermasse per poter percepire meglio i rumori.
Colpisco a vuoto, sento il coltello perforare qualcosa di inconsistente e allo stesso tempo molliccio... ma la presa non si allenta.
Sento altri gemiti, il battito aumenta ancora di più, almeno i miei occhi cominciano a fare pace con il buio e intravedo una sagoma sfocata davanti a me.
Continuo ad agitare il coltello con l'intento di colpire l'essere che mi sta bloccando la circolazione sanguigna del braccio.
Quest'ultimo cade a terra, devo avergli ferito una gamba con i mie goffi tentativi di accoltellarlo. 
Cadendo mi sbilancia, ma fortunatamente per me (e sfortunatamente per lui), il suo braccio si stacca dal resto del corpo, rimanendo parzialmente avvinghiato al mio.
Con un piccolo strattone cade anch'esso a terra.
Sento altri gemiti, ma non di zombie.
"Mike" sussurro senza fiato.
Mi giro e i miei maledetti occhi ora mi permettono di vedere una scena orribile: Mike immobilizzato contro il tronco dell'albero e un vagante che gli sta sopra, in cerca di carne.
Tutto rallenta ma, nella mia testa, il tempo va tre volte più veloce, i miei pensieri scorrono come un fiume in piena.
La consapevolezza di non poterlo salvare mi scuote tutto il corpo come un brivido di freddo.
Mi sento dannatamente impotente e in lotta con me stessa.
Devo prendere una decisione ma l'impulso mi precede: quasi in lacrime mi butto addosso allo zombie.
Cadiamo entrambi sul prato umido.
Lui, stupito, si dimena sotto il mio corpo.
Ho il coltello stretto nella mano e cerco invano la sua testa.
Dopo essermi lanciata su quel corpo putrido ho perso la cognizione dello spazio, non so in che posizione sono, né qual è il mio braccio destro o la mia gamba sinistra... e la vista non mi aiuta.
Procedo a tentoni, mi sembra di sentire i suoi versi disumani chiamare il mio nome e lì capisco che è finita.
Poi mi ricordo di ciò che ho detto a Daryl, ciò che ho promesso a me stessa: devo lottare, fino alla fine.
Respiro a fondo per qualche secondo mentre guardo la figura del vagante strisciare verso di me.
È troppo buio, le possibilità di riuscire a farcela sono scarse e non in mio favore.
Le gambe a contatto con il suolo fangoso mi tremano, paralizzate dal freddo, so che anche volendo non riuscirei ad alzarmi.
Rimango ferma, aspettando la morte che, chiassosa, si fa strada tra l'erba alta.
Stringo più forte il manico del coltello, mentre la mano sinistra è abbandonata al suolo.
I ciuffi d'erba davanti a me cominciano a muoversi producendo un fruscio inquietante.
Faccio il mio ultimo respiro e mi preparo.
Il vagante mi afferra un piede e non ho neanche la forza per impedirgli di aprire le fauci intorno ad esso.
Dovrei urlare ma il mio respiro affannato fa per due. 
I denti dello zombie vengono a contatto con la suola logorata della mia scarpa.
Deluso decide di spostarsi più su in cerca di carne fresca.
Paralizzata lo fisso mentre avvolge i miei jeans in una morsa infetta.
Riesco a vedere la sua pelle putrida cadergli lungo il viso, i suoi abiti sporchi di sangue di chissà quale persona innocente, forse solo un bambino spaventato.
Poi, quando inizio a sentire i suo veleno invadermi il corpo, una freccia gli fracassa il cranio schizzando l'ennesimo sangue sulla mia maglietta.
Altre uccidono gli zombie nascosti nel buio.
Daryl.
Daryl.
Daryl.
Daryl.
Daryl.
Daryl.
Riesco a pensare solo a lui.
Una persona si fa strada fra l'erba verso di me, non è un vagante, sento il suo battito.
Sono sicura sia lui e, già che la mia mente instabile me lo permette, mi metto a piangere silenziosamente per la gioia.
Si avvicina sempre di più, finché non riesco a scorgere il suo viso e le lacrime si ritirano facendo spazio alla paura.
"Ciao bellezza, serve una mano?"
Una figura alta, ben piazzata, sulla quarantina, mi guarda eccitata.
O forse no, forse sulla trentina, ma il fumo e la droga non l'hanno risparmiato, riesco a vederlo anche al buio completo.
Assumo un'espressione dura e indifferente, per quanto il tremore in tutto il corpo me lo permetta.
È probabile che non riesca nemmeno a vedere la mia faccia, quindi diciamo che è più per me che per lui.
"No, grazie" rispondo ma non ho le forze per alzarmi e andar via, allora resto lì, a ricambiare lo sguardo.
Un sorriso gli scopre i denti, ma gli occhi dicono tutt'altro.
Deve avere un rifugio, una casa magari.
Lo so, si capisce dai vestiti puliti, dalla pelle ancora profumata di sapone, dai capelli lavati e pettinati accuratamente e soprattutto dalla pancia che spunta da sopra la cintura.
Ha anche una balestra appesa in spalla... è uguale a quella di Daryl. 
Se lo avesse incontrato e ucciso, o fatto prigioniero?
Si fa spazio dentro di me la vera paura, si annida nel mio corpo e nel mio cervello.
"Il tuo amico lì non sembra stare bene" dice divertito e mi accorgo che ci sono altri uomini nel buio che si stanno avvicinando a Mike.
Metto un attimo Daryl da parte e mi concentro su di lui.
Raccolgo tutte le forze che mi rimangono e mi metto in piedi, ma un improvviso capogiro mi fa ritornare con il sedere per terra.
"Non toccatelo o giuro che vi ammazzo!" cerco di lanciare minacce alla bene e meglio.
Continuo a urlare e mi dimeno finché non mi sento più le gambe.
La cosa va avanti per così tanto tempo che l'uomo è costretto a mettermi una mano davanti alla bocca per non attirare i vaganti.
Mentre io mi procuro un biglietto di sola andata per zombieville, gli altri esaminano Mike per lungo e largo.
Un uomo si avvicina a noi due e parla a quello alla mia destra con voce bassa.
L'altro toglie la mano dalla mia bocca (l'unico accenno di sapone negli ultimi mesi) e mi parla con un finto tono grave.
"Il tuo amico sta morendo e solo noi possiamo garantirgli le cure necessarie".
Mike... Non posso lasciarlo nelle loro mani, non conosco quella gente e non mi sembra che in testa abbiamo un'aureola ma solo droga e sesso.
Se Daryl è ancora da qualche parte nelle foresta, ha un'arma e abbastanza forze per utilizzarla, dopodiché potremmo decidere insieme cosa fare. 
Devo prendere tempo anche se le possibilità che sia lì fuori a giocare a nascondino con una balestra uguale a quella del tizio, sono scarse.
"Cos'è, uno slogan pubblicitario?" rispondo distaccata per temporeggiare.
Ride.
"Mi piaci, sai? Chiederò al capo di averti, una volta al bar. Allora, vuoi sentire la mia proposta?" dice lui.
Mi irrigidisco al sol pensiero del significato di "averti".
"Avete un bar come rifugio?" chiedo innocentemente cercando di sviarlo.
Sorride di nuovo, odio quella bocca e quei denti ingialliti dal fumo.
"Rispondi alla mia domanda, inizio ad incazzarmi" Urla.
Forse ha capito il mio tutt'altro che originale piano.
Estrae il coltello e me lo punta alla gola, bloccandomi il respiro.
Ho l'impulso di chiedergli di Daryl. 
Se fosse morto tanto varrebbe la pena arrendersi.
Tuttavia continuo a seguire il mio unico, improbabile, incerto, assurdo piano A.
Mi guarda negli occhi.
"Chi altro c'è con te?" non so cosa l'abbia indotto a farmi questa domanda e non so nemmeno come io abbia fatto a tradirmi senza nemmeno accorgermene.
"Nessuno" rispondo in fretta.
"CHI ALTRO C'È CON TE?!" urla e spinge il coltello più in profondità, ma non sento dolore.
"Solo Mike, nessun' altro" dico apparentemente calma.
Si prepara per un altro urlo e sento la mano fremere dal desiderio di far scorrere il mio sangue.
In questo momento non m' importa di Mike o di me, però se proprio sto per morire per mano di quell'uomo vorrei almeno sapere se Daryl è vivo.
Sarebbe la dimostrazione del fatto che questo mondo non è del tutto ingiusto e cerca comunque di preservare un po' di equità.
Poi sento un fruscio provenire dalla foresta che aumenta sempre di più, riconosco quei passi.
"LASCIALA STARE!!" urla Daryl in preda alla furia correndo verso di me e il mio cuore si ferma.
L'altro, preso alla sprovvista si allontana con uno scatto.
Mi porto la mano alla gola, dove prima c'era il coltello, e riesco a percepire un taglio profondo sulla mia pelle.
Daryl si avvicina infuriato, senza guardarmi.
"Che cazzo volete?!" 
"Daryl?" chiede stupito l'uomo.
Alzo la testa e vedo quello con la balestra fissare incredulo il mio compagno.
L'altro, invece, non sembra affatto stupito di incontrarlo.
"A GB farà piacere sapere che sei vivo" gli sorride ironicamente, ripresosi dallo stupore "per non parlare di Merle".
Daryl non risponde ma lo fissa truce negli occhi.
"Come sei sopravvissuto a... Non ha importanza ora" dice l'uomo.
Allora continua "Come ho già detto alla tua puttanella, noi possiamo aiutare il vostro amico..." fa una pausa per dargli la possibilità di dire qualcosa "dovete solo venire con noi e darci una mano, ci sarebbe utile la tua esperienza nella caccia" dice rivolgendosi a Daryl.
"Sennò ci uccidete, dico bene? È così che funziona per voi!" sbotta l'altro.
Non riesce a stare fermo, mentre parla si muove a destra e a sinistra tenendo la balestra stretta in mano.
"Ovviamente. Mi dispiace ma non sono io a fare le regole qui" risponde l'uomo con un sorriso maligno in faccia.
"E lei?" chiede Daryl senza degnarmi di uno sguardo, ma capisco comunque che si sta riferendo a me visto che sfortunatamente sono l'unica "lei" nei dintorni.
"Lo sai, non ti posso garantire nulla".
"Devi invece".
"Non sono io il capo, Daryl!" 
"Mi aiuterai a convincere GB, ti ascolterà".
"Non più ormai".
"Come mai, si è fatto un altro cagnolino?" lo sfotte.
"Chiudi quella cazzo di bocca!" 
L'uomo fa per avvicinarsi ma Daryl è più veloce e con uno scatto felino lo fa arretrare puntandogli la balestra alla pancia.
In quel momento sembrava proprio un animale messo alle strette ma vittima di una natura che non conosce la resa e la sottomissione.
"Dov'è Merle?!" chiede freddo. 
"È in esplorazione, torna tra una settimana" risponde l'uomo.
"Hai preso peso vedo" dice disgustato cambiando discorso.
"Che altro fare con un'epidemia zombie per il giardino" dice sfoggiando il suo sorriso più amaro.
"Buffo, anche l'ultima volta che ti ho visto eri fatto come una scolaretta!"
È strano vedere Daryl prendersela con qualcun altro; è come assistere ad una nostra conversazione ma dall'esterno. 
"Rideremo noi quando te la dovrai vedere con gli altri, loro non perdonano!" dice uno degli uomini..
Lui non ribatte ma si volta verso di me e mi prende per un braccio costringendomi ad alzarmi.
"La vedete lei?" Mi urla nell'orecchio "Lei è mia cugina, la cugina di Merle Dixon! E sarò IO a ridere se al suo ritorno le avrete torto un solo capello!"
Non capisco.
"Ma fammi il piacere! Secondo te dovremmo credere a questa cazzata e lasciare tutta per te la puttana?" dice un altro.
"Risparmiaci le tue perle di saggezza Ron" ringhia Daryl "Poi saranno cazzi tuoi se Merle tornerà e la troverà sverginata! Magari quel giorno si sentirà altruista e ti taglierà una gamba sola!"
L'altro rabbrividisce.
Mi stringe il braccio così forte che mi ricorda lo zombie che mi ha aggredita poco tempo prima.
D'istinto mi porto la mano alla gamba, felice di non trovare nessun morso.
"Calmatevi ragazzi! Ora porteremo Daryl, il negro e la sua cuginetta alla base, dopodiché sarà il capo a decidere" l'uomo con la balestra conclude la frase con un ghigno disumano.
La mia testa è piena di domande ed interrogativi.
Non riesco a credere che Daryl possa aver avuto a che fare con quelle persone e non ho capito la maggior parte della conversazione.
Comunque sembra conclusa lì e sono sollevata perché se mi avessero chiesto qualcosa su "mio cugino" non so cosa avrei raccontato.
Inventandosi quella storia a quanto pare mi ha salvata, anche se ancora non capisco bene da cosa.
Ha messo la mia protezione persino prima della sua.
Cammino con fatica mentre ci addentriamo nella foresta verso il loro rifugio.
Due uomini sollevano Mike e lo trascinano fino al capo della fila, mentre io e Daryl camminiamo fianco a fianco per ultimi.
Dopo un po' non resisto più, devo sapere, sono stanca di essere tenuta allo scuro di tutto.
Ma Daryl mi precede.
"Cosa cazzo è successo?" sbotta ancora furioso.
"Stavo dormendo, poi dei versi di zombie mi hanno svegliata e..." rispondo a bassa voce.
"Cosa? Dormivi? Non ti è passato minimamente per la testa che forse siamo in un mondo invaso da zombie?!" 
"Daryl, ti prego! Abbassa la voce!" lo riprendo con un tono al confine tra la disperazione e la supplica.
Fa un cenno con la testa per indurmi a continuare.
"...sono arrivati loro mentre un vagante mi stava attaccando, poi mi ha minacciata. Io ho preso tempo finché non sei tornato".
"Quindi farti puntare un coltello alla gola per te è prendere tempo?!" mi urla di nuovo nell'orecchio.
Non capisco perché ce l'abbia con me ora!
"Non che glielo abbia chiesto io, ma si, per me è prendere tempo!"
"Merda! Sapevo che non dovevamo andare nella foresta!" pensa ad alta voce.
"Non è stata colpa tua, tu non potevi sapere che..."
Abbassa impercettibilmente lo sguardo e i suo occhi azzurri si spengono.
"Cosa? Tu lo sapevi? Sapevi che questi tizi andavano in giro nei dintorni?! Perciò ogni giorno tornavi qui a caccia da solo! E non hai pensato per niente che fosse il caso di informarci?" all'improvviso mi è tutto chiaro... tranne Daryl.
Lui non lo capisco proprio.
Non risponde! Odio quando fa così, come se fosse superiore a tutto e a tutti e non gli fregasse di niente.
"E poi se tu non fossi andato via come un vigliacco, tutto questo non sarebbe successo! La verità è che tu non ci hai detto nulla perché avresti dovuto parlarci pure del tuo passato! E a quanto pare fa proprio schifo! Avevi paura che pensassimo che sei uno stupratore omicida e che ti avremmo mollato!" improvvisamente si accendono tutte le emozioni che da un'ora a questa parte non ho avuto il tempo di provare, incluso l'odio verso Daryl che se n'era andato.
O forse voglio solo farlo arrabbiare così dovrà rispondermi per forza, anche solo per insultarmi.
"Che cazzo vai blaterando?!" dice stupito dal mio improvviso cambio di umore.
Respiro a fondo e decido di cambiare discorso, ora ho la sua attenzione.
"Perché conosci quei tizi?" 
"Li conosco e basta, okay?!" sussurra freddamente.
Sta per scoppiare.
L'avevo fatto innervosire di nuovo, non che ci volesse molto.
"Okay un cavolo! Hai anche accettato di andare con loro senza consultarmi!"
"Scusa mamma!" dice furioso ma abbastanza di buon umore per usare l'ironia.
So che sto rischiando grosso con Daryl e il suo tempismo nel salvarmi la vita mi fa saltare i nervi.
"Per che cosa sta GB?" chiedo.
"Per me sta per Gran Bastardo, ma sono aperto ad altre interpretazioni" 
Per quanto provi a mascherarlo, si vede da lontano un miglio che ha un problema con me e con l'umanità intera.
"Chi è Merle?" riprovo.
"Tuo cugino" risponde schietto.
"Ma va?! Dammi delle informazioni utili!"
"Che ti frega?!" sbraita stanco di rispondere alle mie domande.
"Se mi chiedono qualcosa su di lui per accertarsi che sono sua cugina?" Dico stancamente.
Sto perdendo la pazienza e a quanto pare pure lui.
Continua a tenere lo sguardo davanti a se con gli occhi mostruosamente socchiusi da chiedermi come faccia a vederci, quasi mi considerasse così orribile o imbarazzante da non riuscire nemmeno a guardarmi.
"Daryl... Potresti guardarmi mentre ti parlo e, se proprio non ti va giù il mio aspetto, almeno rispondimi" dico con la voce che si fa mano a mano più acuta e soffocata.
Quella è la goccia che fa traboccare il vaso.
Si gira di scatto, così velocemente da farmi sobbalzare.
Si avvicina e io, di conseguenza, arretro di qualche metro fino a trovarmi spiaccicata contro un albero.
"D-Daryl" balbetto spaventata.
Alla visione dei suoi occhi tutte le mie emozioni si disperdono caoticamente.
Lui cammina nella mia direzione con uno sguardo ghiacciato, la mascella contratta al massimo.
Persino i capelli sembravano uno strumento di tortura, appuntiti come aghi.
Un corpo fatto per infliggere del male, torturare, distruggere.
Il mio respiro si fa di nuovo affannoso.
Non conosco Daryl eppure, mentre si avvicina minaccioso, con le narici dilatate e gli occhi socchiusi, sento di potermi fidare, lui non è pericoloso.
Allora avanzo di un passo staccandomi dall'albero.
Lui si sorprende ma non lo da a vedere e continua a proseguire lentamente, sicuro di riuscire a farmi arretrare di nuovo.
Piazzo i piedi a terra anche se ho le gambe che mi tremano.
Mi arriva ad un palmo dal naso, sostengo il suo sguardo che mi fa sentire terribilmente a disagio, terribilmente imperfetta.
Il suo corpo mi sovrasta.
Poi sento una scossa, ma non arretro.
"Ti accetterò, qualunque cosa tu abbia fatto. Il passato è il passato, no? Lo hai detto pure tu." dico con tono deciso.
Voglio che si mostri alle persone per quello che è, e non per quello che loro credono che lui sia.
"Alcuni passati non possono essere cancellati" più che parole sembrano ringhi che penetrano dolci nelle mie orecchie.
Con un altro scatto si allontana facendomi barcollare leggermente. 
Ora sento freddo, mi invade il senso di solitudine nonostante lui cammini solo pochi metri più avanti.
Faccio un tentativo disperato di riavvicinarlo anche se non so il perché.
"Ma puoi riscriverlo!" urlò in preda al terrore che possa lasciarmi.
Ho bisogno di sentirlo vicino o rischio di svenire.
Non si gira nemmeno e lo sguardo si appanna in fretta.
Cado a terra silenziosamente e socchiudo lentamente gli occhi.
L'ultima cosa che vedo è lui che si allontana a grandi passi illuminato dal primo raggio di sole della mattina, poi tutto buio.
   
 
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