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Autore: axonitum    22/04/2015    3 recensioni
"Ora si era sistemato, si era tagliato quei cosi che aveva in testa, si era lasciato crescere i capelli e poi li aveva tinti di nero.
Si era messo a dieta e nonostante avesse perso molto peso - ora poteva andare fiero del suo fisico- il suo viso aveva mantenuto dei lineamenti morbidi e delicati.
Aveva anche cercato dei componenti per una band ed ora suonavano in giro. Era diventato figo ed ora poteva metterlo in quel posto a quello stronzo di Gerard."
Un ballo, un Frank arrabbiato e un Gerard troppo cambiato, difficile da credere possibile.
Enjoy.
[il rating potrebbe subire variazioni] [FRERARD] [ero ANYIERO, efp ha cambiato il nick dopo secoli, pardon]
Genere: Fluff, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Altri, Frank Iero, Gerard Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note inutili very important: Salve! Vorrei innanzi tutto scusarmi per l’ENORME ritardo! In realtà visto che la storia era capitata proprio in un momento non proprio “felice” per problemi familiari, avevo pensato di abbandonarla. Però poi mi sono detta che ormai mancava un capitolo solo e non potevo –davvero- lasciarla incompleta. Così mi sono data una mossa e in tre giorni ecco qua!
Spero che non ci siano troppi errori e se ci fossero fatemeli presente che provvederò a correggere.
Ringrazio le persone che hanno recensito e letto lo scorso capitolo!
 
Altre note inutili very important: Ho cambiato Nick. Ero anyiero, ora, penso che terrò questo per tutta la vita quindi non ci dovrebbero essere altri cambi imprevisti hehehe
 
 
Vi aspetto –spero in tanti- alle recensioni e detto questo:
Enjoy!

 

 
 
 
 
 



 
 
Terzo Capitolo

let’s close our eyes, we’ve got time to make each other way.





 
 
 
Due giorni dopo Frank era di nuovo al lavoro. Di nuovo annoiato, di nuovo seduto in una posizione scomoda per la sua schiena e di nuovo confuso. Anzi, confuso lo era più di prima.
Aveva detto a Gerard che gli andava bene se lui l’avrebbe.. uhm.. corteggiato..?
In realtà lui aveva solo detto ‘okay’ ma a Gerard doveva essere sembrato proprio un consenso. Infatti appena un ora prima era passato al negozio di musica, fingendo di essere stato nei paraggi. Gli sembrava che avesse proprio detto “Frankie giuro che sono qui per caso, non sono venuto per te” e subito dopo aveva poggiato sul bancone un cappuccino fumante ed un croissant alla cioccolata. Ed aveva sorriso.
Ah! Avrebbe volentieri sbattuto la testa sul ripiano freddo sotto i suoi gomiti se un uomo sulla quarantina non lo stesse guardando male per tutti quei mugolii che stavano uscendo dalle sue labbra.
 
« Frankie che hai.. » gli chiese dolcemente Hannah posando una mano sulla sua spalla subito dopo aver ‘cacciato gentilmente’ il tipo che lo guardava male.
« ehm io- » sospirò « Gerard, ricordi? Uh- il tipo moro, con gli occhi profondi, che era venuto l’altra volta.. » lasciò la frase in sospeso.
Hannah sembrò capire e annuì « certo, non sono mica tonta.. e quindi? »
« è tornato qui sta mattina, poco prima che attaccassi il turno » Hannah inarcò un sopracciglio « ehi! Non guardarmi così! Cioè.. eeh a capodanno mi ha fatto un discorso strano e in pratica mi ha chiesto una seconda possibilità, p-per farsi perdonare » gli spiegò.
« ho capito.. e tu.. gli hai detto di.. si. Vero? »
«  beh più o meno »
« più o meno? Frank quel ragazzo ti sbava letteralmente dietro! E l’ho visto solo per cinque minuti! »
« io n-non direi proprio ma- in pratica gli ho detto ‘okay’ e lui sta mattina è tornato qui e mi ha portato la colazione. »
« aw che carino, invitami quando vi sposerete! » lo punzecchiò.
« Hannah con te non si può parlare seriamente.. sei.. sei troppo- »
« sono una shipper[*] professionista, caro. Vedi di farci l’abitudine » poi gli fece l’occhiolino e sparì dietro uno scaffale.
Anche la sua amica sembrava essersi coalizzata con Gerard e- non sapeva sinceramente se dispiacersene o essere spaventato e.. credeva che quella sensazione dentro di se, fosse proprio felicità, per le attenzioni che gli rivolgeva ragazzo.
 
 

 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Quella era esattamente la quarta mattina che Gerard gli portava la colazione e Frank cominciava ad avere costantemente uno sguardo da ebete sul suo viso.
Di solito il moro arrivava con i suo sorriso splendente e gli occhiali da sole calati sul naso –anche se a gennaio non ne capiva l’utilità.
Facevano colazione insieme seduti al bancone, essendoci raramente dei clienti alle dieci del mattino, in pieno inverno e chiacchieravano per una mezz’ora. Poi Gerard gli dava un bacio sulla guancia -Frank arrossiva- e se ne andava.
Invece, quella mattina, dopo aver mangiato la sua ciambella e Frank il suo cornetto, si era messo a sbirciare tra i scaffali, e Frank –ovviamente- l’aveva seguito nella sua ricerca, lasciando ad Hannah la cassa.
 
« cosa cerchi? » chiese curioso. Gerard aveva lo sguardo concentrato mentre leggeva il retro di un cd dei Queen.
« uhm.. un cd..? » sorrise.
« ma davvero.. cerchi un cd.. in un negozio di cd? Ardito.. » disse sarcastico Frank.
E Gerard sorrise.
E allora Frank si ritrovò a rispondere a quel sorriso con un risolino imbarazzato.
Uh.
Mentre pensava a quanto fosse imbranato Gerard aveva preso dallo scaffale tre cd e poi si voltò verso di lui ancora sorridente.
« ho scelto! »
« mh? » guardò gli album che aveva davanti, Queen, Green Day e Misfits « non ti faceva tipo da Queen » rise.
« ah i Queen sono una delle mie band preferite. Non si è “tipo da Queen” » mimò le virgolette con le dita « ..tutti sono tipi da Queen! »
« effettivamente.. » annuì concorde « ..e il cd dei Misfits? Il primo? Davvero? »
Gerard annuì « ti piace? » gli chiese.
« certo! Scherzi? Purtroppo però anche con lo sconto dipendenti per comprarlo dovrei vendere un rene quindi.. » il moro rise, gli scaldava il cuore come con le sue stronzate riusciva a farlo ridere. Adorava farlo ridere.
Poi Gerard tornò serio e si guardò in giro, poi si avvicinò a lui.
Gli carezzò la guancia e « ..posso baciarti? » soffiò sul suo viso. Non riuscì a dire niente che un lampo di consapevolezza passò negli occhi del moro e che lo fece allontanare da lui « uhm- hai ragione ho detto che ti avrei dato del tempo per pensarci. E non mi sembra che tu abbia ancora le idee chiare.. »
« i-io.. »
Gerard gli baciò la guancia e l’altro arrossì. In realtà era già pronto a baciarlo sulla bocca ma.. qualcosa gli diceva che non poteva rinunciare al suo orgoglio così in fretta.
Poi inaspettatamente Gerard si chinò, gli affondò la mano libera dai cd tra i capelli e tuffò il viso nell’incavo del collo. Lo sentì inspirare profondamente il suo odore.
« hai un buon profumo.. » mormorò sulla sua pelle sensibile della gola facendolo tremare.
« ..beh- sta mattina ho fatto la doccia.. » sussurrò senza pensare Frank. L’altro rise forte e lo lasciò li, tra gli scaffali, per andare alla cassa.
Frank si picchiò mentalmente per le cazzate che l’altro gli faceva dire; senza neanche accorgersene sorrise.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Senza che se ne rendesse conto era già ora di tornare a scuola. Le vacanze erano passate in un modo che non aveva previsto e poteva dirsi contento.
Purtroppo per Frank, la sveglia scelse proprio quel giorno per non suonare –parola sua non aveva suonato!- e così era leggermente in ritardo.
« mamma! » gridò da sotto al letto « hai visto la scarpa sinistra? » urlò a Linda.
Poi si precipitò giù dalle scale ed entrò in cucina come una furia.
« mamma hai visto la mia scarpa? »
Linda lo guardò male « cosa te lo fa pensare? » Frank fece spallucce e si mise a frugare dentro ai cuscini del divano « ..e perché dovrebbe essere nel divano? » chiese sospirando. Poi abbassò lo sguardo e notò una scarpa rossa « Frankie tesoro, stai cercando la scarpa che si trova nella ciotola del cane? » rise e il figlio la raggiunse con uno sguardo allucinato.
« non posso crederci! Dylan me l’ha rubata ancora.. » fu interrotto dal campanello che suonò due volte.
« non dare la colpa al cane, sei tu che le lasci sempre in giro! » lo sgridò mentre andava ad aprire.
« seh.. come no » borbottò imbronciato mentre si metteva la scarpa in tutta fretta. Forse sarebbe riuscito a prendere l’autobus.
 
« buon giorno! » disse un ragazzo dai capelli neri a Linda.
« ..ciao, tu chi sei? » chiese cordiale.
« sono Gerard, il ragazzo di Frank » disse sorridendo, con una punta di malizia.
Linda rimase a bocca aperta e Frank spuntò al suo fianco.
« mamma chi- Gee » lo salutò sorpreso « che ci fai qui.. »
« Frankie! » attirò la sua attenzione Linda « tu- ah tu hai un fidanzatino e nemmeno me lo dici? » lo sgridò ancora.
Quella mattina era cominciata decisamente male.
E.. poi- fidanzatino? Era impazzita? Ma soprattutto, chi usava ancora la parola fidanzatino?
« cos- no mamma non è il mio ragazzo! » si difese negando con la testa.
Gerard allora rise e capì « Gerard.. perché gli hai detto che stiamo insieme..? »
Aggrottò le sopracciglia e di tutta risposta il moro fece spallucce.
Poi sorrise.
« sono venuto a prenderti. » disse come se niente fosse.
Linda li guardò entrambi e poi abbracciò lievemente Frank « vai o farete tardi, dopo mi spieghi.. »
Frank le annuì, prese la borsa, si mise la giacca pesante ed uscì di casa « ciao mamma! » sentì appena la risposta della madre, dalla cucina, prima di chiudere la porta.
 
Salirono in macchina silenziosamente e Gerard accese subito il riscaldamento. Si sporse per salutare Frank con un bacio sulla guancia ma lui si allontanò prima che potesse solo sfiorarlo.
« da quando stiamo insieme? » chiese sarcastico guardandolo.
« Frankie dai.. era uno scherzo.. » cercò di giustificarsi.
« e lo dici tu a mia madre che “era uno scherzo”? » disse mimando le virgolette.
« se necessario si. » sospirò « non volevo farti arrabbiare scusa.. »
« ..okay » annuì Frank.
Gerard sorrise « su vieni qua.. » lo tirò per la manica e poi gli posò un bacio sulla guancia. Inutile dire che Frank fosse arrossito.
Mise in moto e partì verso la scuola mentre l’altro guardava fisso fuori dal finestrino, imbarazzato.
 
 

 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
« Neil »
« si »
« sta mattina Gerard è passato a prendermi.. »
« cos- »
« ..e ha detto a mia madre di essere il mio ragazzo. »
L’amico sbiancò « sul serio? » Frank annuì con un’espressione da cane bastonato, poi batté la fronte contro l’armadietto.
« questo significa che gli piaci! »  gli diede una pacca sulla spalla.
« ..perché sei più esaltato di me per questo? »
Neil gli sorrise « facciamo tardi a matematica »
Chiuse il suo armadietto e andò in classe. Frank sospirò affranto e lo seguì.
Tutti complottavano contro di lui. Ne era certo.
 
 
 
 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
I giorni passavano. Frank era sempre più confuso e Gerard sembrava essere sempre più premuroso.
Ormai la mattina lo passava a prendere prima di andare a scuola e –non che non gli facesse piacere- ma gli sembrava.. strano.
Si comportava da fidanzato nonostante Frank cercasse di essere freddo. Non aveva più provato a baciarlo ma continuava a lasciargli dei teneri bacetti sulle guance e sulla fronte quando meno se lo aspettava.
 
Venerdì, prima di tornare a casa, se lo ritrovò davanti con un sorriso sornione. Gli diede un altro bacio e poi si incamminò con Frank verso la fermata –Gerard lo passava a prendere ma non lo accompagnava dopo scuola per il semplice fatto che Frank aveva rifiutato categoricamente.
« oggi è venerdì » affermò Gerard.
« già.. »
« e domani è sabato » Frank lo guardò male.
« si, mi sembra ovvio.. » inarcò un sopracciglio.
« e le previsioni dicono che ci sarà il sole » annuì a se stesso « hai qualche programma? »
« uh no, penso di rimanere a cas- »
« sbagliato! » sbraitò Gerard dandogli una spallata amichevole « tu domani esci con me! Non prendere appuntamenti » gli baciò la guancia « vengo a prenderti alle undici! » e sparì nel parcheggio della scuola lasciando Frank da solo in mezzo al marciapiede. Sbigottito.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
La mattina dopo Frank si era alzato alle otto -nonostante dovesse uscire alle undici- per l’ansia. Gerard gli aveva mandato qualche messaggio ma in nessuno di questi aveva accennato a dove lo volesse portare o cosa avrebbero fatto. Ed in quel momento, mentre si faceva la doccia, stava semplicemente morendo dalla curiosità.
Scelse un paio di jeans neri, leggermente più stetti del solito, e una felpa, dopotutto era un freddo cane e se avesse dovuto vestirsi più elegante Gerard lo avrebbe quantomeno avvisato.
Sperava.
 
Scese in cucina, sua madre stava rassettando ma lo salutò comunque con un bacio sulla fronte.
« esci con il tuo ragazzo? »
« mamma lui non- non è proprio il mio ragazzo, non lo so perché l’ha detto » sospirò mentre si versava una tazza di latte e caffè.
« va bene, ma lui ti piace » affermò. Frank sospirò « okay, okay. È comunque un bellissimo ragazzo »
« ..si.. lo so »
« se ti tratta male dimmelo però, che forse deve ricevere un bel discorsetto! Ah! Non ci sarà tuo padre a farglielo ma di sicuro potrei mettergli molta paura lo stesso e farlo scattare sull’attenti! »
« mamma.. sicuramente gli metti molta più paura tu.. » rise Frank. Sua madre era proprio la migliore.
 
Il campanello trillò due volte e Frank si precipitò ad aprire.
Salutò prima Gerard –cioè Gerard salutò lui con un bacio sulla guancia- e poi sua madre prima di essersi infagottato per bene ed uscire.
« sei molto carino » gli disse Gerard mentre salivano in macchina.
« g-grazie » arrossì. Solo poi si ricordò di aggiungere « ..anche tu stai bene »
Passarono qualche minuto in silenzio, rotto solo dalla radio in sottofondo.
« ..allora.. dove andiamo? »
« eheh sorpresa! » sghignazzò Gerard.
« ma! Non puoi farmi morire così dalla curiosità! »
« lo vedrai presto.. siamo quasi arrivati » gli sorrise.
« uh.. okay allora »
Quando Gerard parcheggiò l’auto non capiva proprio dove fossero. Intorno a loro c’erano solo alberi, alberi ed ancora alberi. Nel parcheggio c’erano appena un altro paio di macchine.
 
Scesero e quando il moro aprì il bagagliaio –tutto sorridente- Frank fece un’espressione scandalizzata.
« u-un.. pic-nic? Sei serio? » l’altro annuì soddisfatto « ma- con questo freddo? »
« c’è il sole.. e poi ho portato tante coperte » si giustificò, poggiandogliele sulle braccia che teneva aperte, mentre lui prendeva quella che doveva essere una borsa frigo contenente il loro pranzo.
« ma fa comunque un freddo cane! Siamo quasi a febbraio! » piagnucolò avviandosi con l’altro in un sentiero che doveva portare ad una radura.
« vabbè.. vorrà dire che ti scalderò io! » ghignò.
Okay.. ancora gli sembrava troppo strano Gerard quando flirtava apertamente con lui.
 
In poco tempo raggiunsero –come aveva immaginato- una grande radura. Un prato, insomma.
Fortunatamente non pioveva da qualche settimana quindi, almeno il terreno, non sarebbe stato troppo bagnato. Scelsero un posto che gli piaceva, abbastanza in piano e poi sistemarono tre coperte, una sopra l’altra, mentre chiacchieravano. Sembravano quasi amici, a quel punto. E dopotutto Frank si stava divertendo con lui ed era anche simpatico.
 
« è mezzogiorno.. » constatò il moro guardando sul cellulare l’ora « ..hai fame? » chiese.
« uhm si. Va bene » gli sorrise lui, per una volta.
Gerard si allungò per aprire la borsa ed inevitabilmente finì un po’ su di lui. quando si erano seduti, una mezz’ora prima, si erano seduti stranamente vicini. Fin troppo. Frank gliel’aveva fatto notare ma lui aveva semplicemente risposto con una scrollata di spalle e un « almeno non sentirai troppo freddo »
Già. Non aveva potuto non dargli ragione.
 
« ..tramezzini vegetariani? » chiese stupito.
Si sarebbe aspettato dei semplici panini con l’affettato dentro.
Gerard annuì mentre ne addentava uno « uhm- sei vegetariano, giusto? »
« ..si » ne prese uno per se e dopo averne preso un morso dovette reprimere fortemente un gemito di piacere. Erano buonissimi. « ehi! Aspetta io non ti ho mai detto di essere vegetariano. Come fai a saperlo? » gli chiese sospettoso.
Gerard bevve un sorso di coca cola « beh- io potrei.. aver accidentalmente piantonato il tuo amico. A scuola. Per avere informazioni » ammise arrossendo.
« Neil? » chiese e Gerard annuì « ah! Lo uccido! » poi comunque si mise a ridere e diede una spallata all’altro « hai imbrogliato però! »
« ehi no! Aspetta secondo te come facevo a sapere quello che ti piaceva? »
« ..chiedendomelo? »
« e che sorpresa sarebbe stata! »
Frank sorrise « hai ragione.. »
Frank ingurgitò tre tramezzini. Si fermò solo per non sembrare un ingordo.
La sua mente gli suggerì maiale. Picchiò la sua mente.
Gerard tirò fuori anche dei brownies e a quel punto rischiava davvero di saltargli addosso. Ma non lo fece.
Dopo dieci minuti ci pensò Gerard però. Dopo essersi sdraiati, a guardare il cielo terso ed aver chiacchierato incessantemente, tirò su di loro una coperta di pile, essendosi accorto che Frank aveva cominciato a tremare lievemente, e si appollaiò sul suo fianco.
La posizione non era delle migliori. Erano abbastanza scomodi per via delle giacche pesanti.
A quel punto Gerard si avvicinò per schioccargli un bacio sulla guancia. Poi un altro più vicino all’orecchio. Uno sulla mascella. Uno sul collo. Frank tremò ma non per il freddo.
Sentiva il fiato caldo sulla pelle sensibile del collo che gli diede una piacevole sensazione di tepore.
Così, senza rendersene veramente conto –o forse si- cominciò ad accarezzare i capelli leggermente lunghi del moro.
Quello parve cominciare a fare le fusa e subito lo baciò ancora.
Si coccolarono per incessanti minuti, in silenzio. Si scambiavano baci dolci –anche Frank alla fine aveva dato qualche bacetto, si- dappertutto, tranne sulla bocca. E a Frank parve di sognare. Ormai aveva un colorito rosso-pomodoro costante ma a Gerard sembrava non fregare granché.
Poi lo sentì inspirare forte e stringerlo ancora di più. Doveva ammettere che quel metodo funzionava davvero contro il freddo.
 
« mh.. » iniziò Gerard « amo il tuo profumo »
Frank ridacchiò « sai.. ho fatto la doccia anche sta mattina » scherzò.
Gerard gli diede un pizzicotto sul fianco. Sotto alla giacca.
« mannò.. non è odore di sapone è.. proprio uhm l’odore della tua pelle. Mi piace il tuo odore.. » confessò.
Frank si sentì lusingato di quello ma non avendo parole per rispondere lo strinse più a se e gli carezzò la nuca.
Gerard evidentemente si sentì di farlo perché –dopo aver passato due ore con il viso sepolto nell’incavo del suo collo- sapeva che sarebbe successo prima o poi. Prima lo baciò sul collo. Poi prese a succhiare e gli fece un succhiotto.
 
A Frank nessuno aveva mai fatto un succhiotto.
Inutile ribadire, ancora, che si imbarazzò all’inverosimile.
 
Gerard baciò poi la pelle dove aveva lasciato il suo marchio e poi si tirò su e, poggiato sui gomiti, le gambe ancora intrecciate con le sue, baciò Frank sul naso.
« ..è tardi dovremmo tornare a casa » disse. Frank si ammutolì per un secondo. Ma poi si accorse che era effettivamente quasi ora di cena e allora tornò sereno.
Raccolsero le loro cose e tornarono alla macchina mano nella mano. Gerard era così premuroso che Frank era sempre più consapevole del suo interesse per il moro. E del fatto che l’aveva perdonato da tipo.. subito.
Era palesemente coinvolto.
 
Gerard lo accompagnò a casa e gli lasciò sia i brownies avanzati che un bacio dolce sulla guancia. Frank lo ricambiò ed entrò in casa.
Chiusa la porta non poté trattenersi dal sorridere come un ebete ed abbracciare fortissimo sua madre.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Lunedì Frank era completamente in ansia. Stava aspettando Gerard da venti minuti e non si era ancora fatto vivo. A quell’ora anche l’autobus era già passato quindi, sarebbe dovuto andare a scuola a piedi. Linda aveva proposto di dargli un passaggio ma aveva rifiutato cortesemente dicendo che “sarebbe arrivato”.
Beh non era arrivato.
Dopo mezz’ora di ritardo si decise ad andare a scuola a piedi. Sua madre lo salutò e gli rivolse un « vedrai che ha solo fatto tardi, forse non si è svegliato in tempo.. » ma lui aveva pensato che avrebbe potuto almeno avvisarlo.
 
Così mentre camminava veloce sul marciapiede, col freddo che gli si insinuava dentro al cappotto,  ripensò a sabato ed al giorno prima. Dopo aver passato una giornata fantastica con Gerard era semplicemente caduto nell’ansia, la domenica. Aveva pensato tutto il giorno ai suoi sentimenti senza venirne davvero a capo. Aveva chiamato Neil per chiedergli qualche consiglio su come avrebbe dovuto comportarsi d’ora in poi ma lui gli aveva detto di darsi una svegliata perché –sue testuali parole- era evidente che ormai fosse innamorato cotto e che l’incidente dell’anno prima fosse completamente passato per lui, malgrado volesse fingere che non lo era.
Frank aveva sospirato e gli aveva dato pienamente ragione.
Comunque, per tutta la giornata era stato completamente assorto dai suoi pensieri e non aveva scritto a Gerard. Neanche una volta. Si sentiva tremendamente in colpa ma il moro l’aveva fatto sentire così.. bene, che ora si sentiva spiazzato e spaventato.
Ne aveva parlato anche con sua madre, a cena, quando l’aveva visto un po’ sconsolato ed anche lei, in pratica, gli aveva detto che se gli piaceva non c’era motivo per cui non dovesse starci insieme. Amava sua madre, davvero, ma era fin troppo accondiscendente per i suoi gusti.. non avrebbe dovuto gridare e impedirgli di uscire con lui? Tipo metterlo in punizione? Bah.
Alla fine, alle due meno un quarto era arrivato alla conclusione che voleva davvero stare con Gerard, perché in fin dei conti era innamorato di lui. anche se non gliel’aveva mai detto.
Solo che era talmente tardi che aveva pensato che magari avrebbe potuto dirglielo direttamente il giorno dopo, quando sarebbe passato a prenderlo. Per fargli una sorpresa.. Così andò a letto senza neanche mandargli un messaggio. Senza neanche dirgli che aveva passato una giornata splendida con lui. Si. Peccato che Gerard, non presentandosi a casa sua quella mattina aveva scombinato i suoi piani.
 
Entrò a scuola con il suono della campanella. Adesso doveva solo aspettare sei ore per parlare con Gerard.
 
 
 

 
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
Era di nuovo per strada. Appena raggiunta la fermata dell’autobus accanto al parcheggio della scuola aveva posato lo zaino per terra, ai suoi piedi, e si era appoggiato al palo degli orari. Accanto a lui alcuni gruppetti che aspettavano i mezzi come lui.
Aveva passato sei ore a scuola nella più completa ansia. Neanche Neil ce l’aveva fatta a reggerlo alla fine e l’aveva quasi insultato.
La sua ansia era data dal fatto che non aveva visto Gerard nemmeno una volta o di sfuggita in un corridoio. Poi quella mattina per la fretta aveva anche scordato il telefono sul bancone della cucina e così non aveva neanche potuto mandargli un messaggio.
Stava sbuffando proprio quando, voltando lo sguardo, aveva scorto proprio Gerard andare verso la sua macchina.
Ah! Allora c’era a scuola!
Raccolse velocemente lo zaino e corse verso di lui. Il moro, ormai accanto alla macchina, non si accorse della sua presenza finché Frank non gridò il suo nome.
Si piegò sulle ginocchia per riprendere fiato e poi lo salutò con un sorriso. Gerard inarcò il sopracciglio.
« ehi Gee.. non ti ho visto oggi » gli comunicò.
« già.. direi che ti ricordi almeno il mio nome.. »
Prese Frank in contropiede. Decisamente qualcosa non andava.
« io non- c’è qualcosa che non va? » gli chiese cercando di non scaldarsi.
« tu credi? »
« .. Gerard, ti prego. » provò a toccargli un braccio ma l’altro si scostò e si appoggiò alla portiera dell’auto incrociando le braccia.
« non ti sei fatto sentire ieri.. nemmeno una volta! Eppure pensavo che dopo sabato le cose sarebbero cambiate, almeno un po’. Pensavo ti fossi divertito.. » Gerard scosse la testa « evidentemente non è stato così. Evidentemente non ho fatto abbastanza. »
« ma- ehi! Neanche tu mi pare ti sia fatto sentire! » lo accusò il più basso.
Gerard a quel punto sbiancò « il fatto è, Frank, che mi aspettavo un tuo cavolo di messaggio. Una chiamata. Una fottuta chiamata di tre secondi per dirmi che eri stato bene, oppure male! Ma almeno non mi avresti ignorato! Ed il punto è che di dimostrazioni mi sembra di avertene già date abbastanza, del fatto che mi sono pentito di quello che ho fatto e detto e che mi piaci. Ed andava bene che tu ancora non mi avessi perdonato ma almeno non mi avevi ignorato apertamente! »
Frank dopo aver ascoltato lo sproloquio di Gerard non riuscì a trattenersi dal mettersi  ridere. Cavolo, se solo avesse immaginato quello che invece tormentava la testa del più piccolo..
« ..ridi anche di me? » domandò sconcertato.
Frank scosse la testa « Dio, quanto parli.. » mormorò prima di avvicinarsi e colmare la distanza fra le loro labbra.
Prima lasciò solo le labbra premute su quelle dell’altro ma poi le schiuse e gli leccò quello inferiore.
Desiderava farlo da troppo tempo che in quel momento voleva mettersi a piangere dalla felicità.
Gerard era così sorpreso che rispose solo dopo qualche secondo. Si baciarono con calma. Finalmente non era Gerard ad aver preso l’iniziativa. Questo significava che- « cosa.. significa..? » chiese sulle sue labbra.
Frank sorrise e tuffò il viso nell’incavo del collo.
« significa che parli troppo.. » sospirò « e.. che ieri non ti ho ignorato volontariamente.. o meglio.. quando mi sono reso conto che volevo scriverti erano ormai le due del mattino.. ho pensato che fosse troppo tardi »
« potevi scrivermi anche a quell’ora. Lo sai.. »
Frank annuì guardandolo negli occhi « lo so.. ma sono un ragazzo stupido a volte.. » poi sorrise e lo baciò ancora una volta a stampo.
« è vero, sei un po’ tonto » scherzò. L’arrabbiatura già completamente dimenticata.
« è che.. ho pensato e ripensato tutto il giorno a noi due ed a come ero stato bene sabato e poi alla fine ho solo capito che non c’era niente da pensare! Ti avevo perdonato già da tempo e non so cosa stavo aspettando.. » ammise.
Allora Gerard sorrise felice e lo strinse forte.
« ..finalmente! Non so se avrei potuto aspettare ancora ce il tuo cervellino bacato arrivasse a questa conclusione! » e poi risero insieme.
Gerard non sapeva quando avesse ragione..
 
 
 
 
 
 
«♪♪♪»
Epilogo.
«♪♪♪»
 
 
 
 
 
 
Frank rise forte mentre correva sul prato inseguito da un Gerard trafelato e con una bottiglia stappata e piena d’acqua in mano.
Con uno scatto riuscì a rovesciare tutto il liquido fresco addosso a Frank e quest’ultimo, ormai senza fiato, rotolò a terra.
Gerard lanciò da una parte la bottiglia ormai vuota e si infilò tra le gambe divaricate del più piccolo.
« preso! » affermò prima di fargli il solletico. A quel punto Frank rise ancora più forte. Gli dolevano le ginocchia per la caduta, i polmoni per il troppo ridere e la milza ma.. non era stato più felice.
In quella giornata calda di giugno avevano deciso di fare un pic-nic, proprio nella radura in cui l’aveva portati Gerard circa cinque mesi prima, insieme a tutti i loro amici. Compresa Hannah e fidanzato.
Gerard smise di fargli il solletico e si sdraiò con poca grazia su di lui. Lo baciò sulla bocca e Frank sorrise sulle sue labbra. L’aveva già detto quanto fosse felice?
« vado a giocare a calcio con gli altri. Tu vieni? »
Frank negò con la testa « lo sai che faccio schifo.. »
Gerard rise « è vero » acconsentì e Frank gli schiaffeggiò il sedere prima di vederlo correre verso Tim e Oliver.
 
Neil si sedette accanto a lui nel giro di dieci minuti.
« non è giusto! Anche Tim mi faceva i falli! Quindi Hannah è entrata al mio posto in squadra ed io sto qui a chiacchierare come due comari con il mio Frankie! »
« non dare la colpa agli altri se sei una schiappa a calcio! » rise Frank.
« ..quindi.. ti vedo felice » constatò l’amico.
Frank annuì sorridendo senza staccare gli occhi dal suo ragazzo.
« ormai stiamo insieme da cinque mesi ma.. non passa giorno senza che mi faccia stare davvero bene, anche quando litighiamo.. non me ne sono pentito un solo giorno » gli confidò.
« ne sono felice » sorrise abbracciandolo. Frank si accoccolò a lui. «e tua madre? Come l’ha presa? »
« non parlarmene! Ah lei faceva già il tifo per lui da tempo ma da quando ha saputo che ci siamo finalmente messi insieme non passa giorno che non lo inviti a cena o semplicemente per un caffè! E vedessi come si divertono a confabulare alle mie spalle! » poi si voltò verso di lui con espressione scandalizzata « gli ha persino fatto vedere le foto di quando mi faceva il bagnetto! Ed ero nudo! »
« beh, Frankie, era ovvio che fossi nudo.. mica Linda ti faceva il bagnetto vestito! E poi Gerard ti ha visto già nudo! Di cosa ti vergogni? »
« già.. beh- » Frank arrossì e nascose il viso sulla sua spalla.
Da lontano sentì Gerard gridare scherzosamente « ehi! Neil! Allontanati subito dal mio ragazzo, cosa stai facendo traditore! Vengo li e ti strozzo! »
Si misero a ridere e poi, come aveva ben detto il suo ragazzo si allontanò dall’amico e si stese sull’erba fresca.
Ora Frank era felice ed innamorato. Il dolore di un anno prima ormai dimenticato.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Fine.
 
 
 
 
 

 
[*] si, anche Hannah è una Frerard Shipper! *la cuora*
 
 
 

 
*sigh* è finita!
Spero che vi sia piaciuto il capitolo –ma anche gli altri prima di questo- e che non vi abbia deluso –o almeno non troppo.
Ringrazio tutti quelli che hanno messo tra le seguite, preferite e ricordate. Sappiate che vi voglio tanto bene! Ma soprattutto ringrazio quelli che hanno recensito e spero che siate così generosi da lasciare un commento anche a questo capitolo!
Frankie e Gee vi salutano e ringraziano, mentre pomiciano un po’ in santa pace! Lol
 
Se voleste leggere qualcosa di nonsense e senza pretese e molto –moltissimo pwp- vi lascio il link della mia ultima OS –frerard ovvio- scritta appena prima di questo capitolo gnaw - Draw the tattoo for me, on me.
 
 



 
Frankie.
   
 
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