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Autore: Hotina_Chan    03/05/2015    1 recensioni
Benvenuti Daeva =) Questa storia nasce da due mie passioni: Aion e la scrittura... Poi nel mio piccolo vorrei invogliare sempre più persone ad intraprendere questo viaggio ad Atreia e magari sul server Curatus, lato Asmodiano (siamo in minoranza). In questa storia i protagonisti sono i pg di player della comunity italiana, che si sono gentilmente prestati e vi ringrazio. La storia è incentrata su una visione asmodiana del game, ma ci saranno anche spezzoni di racconti Elisiani per una storia più obiettiva e coinvolgente. Buona lettura, spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Azione, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Missing Moments, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Proibito.
 
I due uomini camminavano avanti ed indietro nella piazza di Pandemonium, davanti al Tribunale delle Ombre. Narvinye era stata convocata, quella stessa mattina e non poteva esimersi da quel compito. Garubbo e Chase avrebbero voluto accompagnarla, ma Jylla e Vair sbarrarono loro il passo non appena tentarono di salire l’ascensore.
- “Rivalutiamo la situazione ancora una volta…Narvinye ha disubbidito spontaneamente ad un ordine di Lord Bard ed ora il Tribunale l’ha convocata… Potrebbe succederle di tutto…” -
Chase non disse nulla, non voleva scoraggiarsi, non riusciva nemmeno a pensare ad una tragica eventualità. Garubbo invece continuò a parlare fra se e se.
Altre due figure in lontananza correvano verso di loro. Chase si voltò appena, mentre Garubbo non parve nemmeno accorgersi dei nuovi venuti.
- “Ci sono novità?” -
- “Io ho appena saputo…Mi dispiace…” -
Mercure e Nasky mostrarono la loro preoccupazione, ma il non ricevere risposte non fu di aiuto. Il Tribunale delle Ombre era un organo super partes nella fazione Asmodiana ed agiva raramente, ma quando lo faceva c’era sempre da aspettarsi il peggio.  I Signori dell’Empireo promulgavano i loro ordini tramite i Giudici del Tribunale e la presenza di Lord Marchutan non faceva che aggravare la situazione. Il Tribunale aveva il compito di punire coloro che minavano la tranquillità e la pace di Asmodae, nonché condannare traditori e spie fra la razza. Nessuno immaginava cosa potessero aver deciso per Narvinye, data la rarità delle volte in cui agivano, non rimaneva loro che aspettare.
- “L’accusa di tradimento è punibile con l’esilio… Ma vedrete che andrà tutto bene…” -
Senny comparve dietro di loro, seguito da Spartan, negli occhi la stessa ansia degli altri presenti.
- “Andiamo non possono essere così crudeli, ha solo disubbidito ad un ordine diretto di un superiore… Che sarà mai…Noi le disubbidiamo sempre, al massimo ci manda a fare Tahmes con i pivelli… “-
Nessuno colse l’ironia nella voce di Spartan, che tentava in tutti i modi di alleggerire la tensione. Il tempo passava e molti Daeva si fermarono per avere notizie, qualcuno li invitava alla Taverna per rifocillarsi, ma loro non avevano intenzione di muoversi da li. L’arrivo di Sonia ed Ulgorn li stupì, era raro vederli spostarsi da Aldelle. Sonia aveva gli occhi rossi e gonfi di pianto e camminava sorretta da un Ulgorn angosciato. Quando i due si fermarono, di fronte ai ragazzi non parlarono subito e l’unico suono proveniva dal pianto sommosso della donna.
- “Non oso nemmeno immaginare una brutta fine per la mia bambina…L’ho cresciuta io da quando era in fasce, non possono accusarla di tradimento…Non possono…” -
Sonia continuava a ripetere quelle parole, mentre Ulgorn la stringeva a se, carezzandole i corti capelli rosa. Narvinye era stata abbandonata da neonata nel piccolo villaggio di Aldelle e furono i membri della piccola comunità a prendersi cura di lei. Sonia, però, si prese l’incarico di istruirla nell’arte della Musica e del Canto e notò il naturale talento della bambina con l’arpa. Sonia non poteva avere figli e riversò in quella bambina dagli occhi verdi tutto il suo amore.
- “Narvinye da bambina era peggio della mia piccola Rae…Si metteva sempre nei pasticci, testarda e curiosa come un gatto…Più le dicevi di non fare qualcosa più lei doveva farlo, a costo di farsi male…Una volta voleva imparare a pescare con Nephar e, presa dalla fretta, per poco non affogò nel lago. Ma secondo voi la cosa la demoralizzò? No, il giorno dopo riprovò e riprovò finché non imparò a pescare…Narvinye è fatta così, se le cose non si fanno come dice lei non è contenta…” -
Ulgorn raccontava quegli aneddoti dell’infanzia della loro Capo Legione, ma l’ansia non si dissipò. Erano passate quasi sei ore dalla convocazione e l’attesa cominciava a logorare l’anima. Garubbo stava per dirigersi nuovamente verso i Custodi quando l’ascensore si mosse e videro la figura di Narvinye scendere. Sonia scattò in avanti e corse ad abbracciare la ragazza. Narvinye non sembrava avere ai polsi manette e sul suo viso si leggeva solo stanchezza. Rivolse un piccolo sorriso ai presenti e l’ascensore si mosse di nuovo facendo scendere il loro Governor, Lord Bard e Lord Marchutan. Tutti si prostrarono in inchini di circostanza davanti a quelle tre figure importanti della fazione Asmodiana. Lord Marchutan si fermò di fronte Sonia e Narvinye e le guardò malevolo. Sonia strinse di più fra le braccia Narvinye, come a volerla proteggere da un eventuale attacco. Con una smorfia ironica Marchutan prese a parlare.
- “Per questa volta siete libera, il nostro colloquio non ha rivelato nessuna anomalia, ma siete caldamente invitata a non infrangere mai più un MIO ordine, che sia diretto o indiretto!” -
Narvinye annuì stancamente e gli uomini si tele traportarono.
- “Andiamo a festeggiare dai! Non accetto un no come risposta!” -
Spartan sorrise e batte le mani con forza, avvicinandosi alla ragazza e prendendola sotto braccio.
- “Una bella rimpatriata ci vuole no? Almeno ci racconti cosa volevano da te quei tipacci seri seri!” -
Narvinye non poté fare molto per disdire quel caloroso invito e accettò di buon grado.
La Taverna Apellbine si trovava poco distante dal Tribunale, bisognava solo attraversare la piazza e superare i manichini ai lati dell’Assemblea. Una volta entrati nella Taverna, Seriphim corse loro incontro preoccupata.
- “Narvy, Narvy…Come stai? Tutto bene? Posso fare qualcosa per te?” -
L’ansia era la caratteristica principale della giovane ragazza di fronte a lei. Narvinye ridacchio piano e le sorrise caldamente. La prima persona che conobbe appena arrivata a Pandemonium era proprio quella buffa Daeva, conosciuta da tutti come dispensatrice di emozioni. Appena toccato il suolo di Pandemonium venne accolta da Seriphim che si autonominò sua guida ufficiale del luogo, riconoscendo in lei una ragazza appena Ascesa a Daeva. Seriphim non si staccava mai da lei e il suo carattere solare e iperattivo ben si combinava con quello della ragazza, che molto spesso poneva dei freni alla sua irruenza. In quanto Daeva dei sentimenti era la massima esponente della contraddizione, sembrava una persona strampalata e lunatica, ma il suo compito era quello di far trasparire le emozioni delle persone e non poteva essere diversa da quella che era.
La Taverna era stranamente vuota e loro si sedettero nella saletta secondaria, accanto ai barili di idromele. Chiesero all’oste di poter chiudere la porta e Senny fece un sortilegio vietando ad estranei di origliare la conversazione. Una volta fatte le ordinazioni tutti si voltarono ad osservare Narvinye, aspettando iniziasse a raccontare. Con un sospiro e dopo un lungo sorso di Idromele prese a raccontare.
- “Suppongo che tutta Pandemonium sappia di ciò che è successo e del tradimento di mia sorella. C’erano delle persone che, però, lo sapevano prima di tutti noi…Lord Marchutan era a conoscenza del tradimento di mia sorella, lei stessa si era presentata dinnanzi a lui palesando le sue intenzioni.” -
Interruppe il discorso, proseguire la faceva soffrire, ma una spiegazione era doverosa, preferita di gran lunga alle numerose chiacchiere che sarebbero sorte.
- “Sapete che, leggende narrano, di Daeva tornati esseri umani grazie ad incantesimi dei Signori dell’Empireo. La Biblioteca del Tempio della Conoscenza è piena di quei racconti…Il procedimento è complesso e nemmeno di sicura riuscita, il dolore che se ne ricava potrebbe essere talmente elevato da invocare la morte. Ovviamente una volta tornati esseri umani ci si dimentica del proprio passato e non si ha più accesso ad Atreia… Mia sorella è andata da Lord Marchutan pretendendo uno di quei potenti incantesimi e ovviamente il permesso le è stato negato… Non vi erano motivazioni valide e Lord Marchutan non accetta certo dei capricci fatti da una ragazzina…” -
Prese un'altra sorsata di idromele e riprese il racconto. Non poteva credere che sua sorella avesse osato chiedere una simile cosa, non riusciva nemmeno ad immaginare come diavolo le fosse potuto venire in mente una simile pazzia. Narvinye si riteneva responsabile di quella pazzia, forse non le aveva dato le attenzioni dovute.
- “Elenna sapete tutti come è fatta, non ha reagito bene al no di Lord Marchutan e ha pensato bene di mettersi in contatto con gli Elisiani…Vuole chiedere a Lord Kaisinel di farla tornare umana per poi fare l’ascensione dal lato Elisiano… Le nostre leggi sono rigide e l’unico modo che si ha per ottenere il consenso di tornare un essere umano è quello di dimostrare di non essere degni dei poteri di Daeva. Elenna pensava di riuscire a far arrabbiare Lord Marchutan provocandolo, ma ha ottenuto l’effetto contrario…Sono stata convocata perché pensavano ne fossi al corrente e volevano ulteriori spiegazioni da me, ma sono rimasta sorpresa quanto loro…” -
Cadde un silenzio imbarazzante nella stanza e l’unico rumore percepibile erano le fusa sommosse del gatto di Spartan.
- “Dubito che Lord Kaisinel accetterà mai un simile oltraggio, solo la vista di noi Asmodiani gli reca disgusto…Figuriamoci scendere a compromessi…” -
Nasky, pensieroso diede la sua opinione e gli altri annuirono, supportando la sua tesi.
- “Non mi interessa… Sono stanca di correre dietro i suoi capricci…L’ho sempre protetta ed aiutata, ho sempre cercato di non farle mancare mai nulla e di farla sentire amata…Cosa ho ottenuto in cambio? Un tradimento…” -
Narvinye spostò da se il boccale quasi vuoto e abbassò lo sguardo.
- “Ma è tua sorella…” -
Un sussurro appena accennato e quella frase venne lasciata cadere in sospeso. Cosa poteva fare lei? Disubbidire nuovamente ad un ordine e rischiare l’esilio? Cosa ne sarebbe stato poi di lei? Tutto il lavoro fatto per la Legione sarebbe andato perso e non poteva agire egoisticamente pensando ad una persona che non aveva mai voluto essere sua sorella… Elenna era scappata da casa dei genitori perché pensava di trovare in Narvinye qualcuno di diverso…Non si aspettava gentilezza o comprensione, lei aveva bisogno di sotterfugi e cattiverie che Narvinye non poteva darle.
- “Ha scelto il suo destino…” -
Sonia e Seriphim si avvicinarono a Narvinye e le sorrisero dolcemente. Molti potevano immaginare che la decisione della ragazza fosse assurda, ma non potevano capire quanto quella scelta le facesse male… Il peso dell’azione della sorellastra sarebbe ricaduta su di lei, se avesse tentato di disubbidire ad un nuovo ordine e non poteva permetterselo. 
   
 
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