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Autore: virgo78    24/05/2015    1 recensioni
-Se ne è andato!- la ragazza cadde sulle ginocchia, grosse lacrime rigarono il suo viso roseo. Il vento gelido della Siberia portò lontano il suono di quelle parole. Una calda mano si poggio sulla sua spalla destra, Maia alzò lo sguardo verso il suo maestro – lo rivedrai… Cristal ha terminato il suo addestramento – disse l’uomo scrutando l’orizzonte come se cercasse qualcosa- e a te manca poco, poi lo rincontrerai.- le sorrise guardandola negli occhi celesti ancora umidi di lacrime, la ragazza annuì e si alzò da terra. Maia si avviò verso la casetta che per tanti anni aveva condiviso con il suo compagno d’armi, ora avrebbe affrontato da sola l’ultima prova…
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cygnus Hyoga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO XIV

Alle 19:30 in punto Mylock fece il suo ingresso, invitando i Samurai e Maia a seguirlo. La ragazza notò che i Samurai erano tutti in qualche modo eleganti, persino Shido abituato a salopette di tutti i colori, quella sera indossava un pantalone scuro con camicia dello stesso colore. Lei aveva preferito un pantalone nero, con sandali alla schiava e una camiciola senza collo, che lasciava le spalle scoperte, tenuta sui fianchi da un cinturino. I capelli rigorosamente sciolti gli davano un senso di sicurezza, li considerava quasi un marchio del suo carattere ribelle. Si avviò insieme con gli altri per la stradina, rivestita da pietre antiche, che li avrebbe condotti al luogo dove si sarebbe tenuta la cena. Maia ne avrebbe fatto volentieri a meno, il pensiero di trovarsi a faccia a faccia con Cristal la metteva in agitazione. Dopo circa dieci minuti di cammino la struttura che si ritrovò davanti, ricordò a Maia uno di quei posti dove le coppie si scambiano promesse d’amore. Il gazebo circolare, con colonne illuminate da torce le cui fiamme danzavano sotto la leggera brezza estiva, presentava una volta finemente decorata in ferro battuto che creava giochi di forme lasciando intravedere il cielo stellato. Al centro di quella costruzione un tavolo circolare era illuminato da candelabri classicheggianti. Mylock fece un inchino e si dileguò. Sull’ultimo dei gradini che precedevano l’ingresso al gazebo, Lady Isabel attendeva i suoi ospiti. Il leggero vestito color pesca lungo fin sotto le ginocchia metteva in risalto la sua minuta figura. Nessuno avrebbe mai pensato che in quella leggiadra creatura potesse albergare una divinità. Nel vederli sorrise e, Maia si rese conto di quanto i suoi amici fossero rapiti da quell’immagine da cui traspariva un senso di pace. I suoi amici, non lei.
Kimo fu il primo ad avvicinarsi e, facendo un inchino, prese la piccola mano baciandone il dorso:- La sua ospitalità Milady è degna del suo nome-.
Era ovvio che anche Kimo si fosse rammollito. In quel momento fece capolino il ragazzo dall’armatura con grandi ali, Pegasus era il suo nome, o almeno cosi Maia ricordava. La camicia bianca lasciata sciattamente fuori dal pantalone metteva in risalto la sua pelle scura.
- Isabel – fece sorridendo – pare che la cena sia pronta per essere servita, almeno così dice quella sottospecie di maggiordomo che ti ritrovi- concluse.
La ragazza lo fulminò con lo sguardo per poi rivolgere l’attenzione ai suoi ospiti invitandoli a seguirla con un sorriso. Il Cavaliere salutò uno a uno i Samurai con un gesto del capo, quando fu la volta di Maia si avvicinò porgendole il braccio:
- Permette ?- chiese mettendo in mostra una fila di denti bianchissima.
Maia sorrise di rimando, accettando l’invito di quel ragazzo che le stava particolarmente simpatico. Appena dentro si ritrovò davanti Phoenix, al suo fianco c’era  il cavaliere dai tratti dolci e trasparenti come quelli di un bambino, la salutò con un gesto del capo:
- Allora – fece l’ex cavaliere della fenice – come ti pare tutto ciò’- accompagnò le parole con un gesto che abbracciava l’ambiente intorno a loro.
Maia arrossì:- Non vorrei sembrare scortese Phoenix è tutto bello ma ... un po’ eccessivo-.
- Che ti avevo detto fratello, non è tipa da lustri e balletti- rise di cuore Phoenix.
Maia fece passare lo sguardo da Phoenix ad Andromeda, quest’ultimo notando gli occhi smarriti della ragazza aggiunse:- Io sono Andromeda, il fratello minore di Phoenix, non abbiamo avuto modo di presentarci per bene prima – e gli offrì, la piccola mano bianca.
Maia la strinse prontamente ma, continuò a guardare i due ragazzi.
- In pratica il giorno e la notte - aggiunse Pegasus e rise di gusto davanti all’espressione che assunse Maia.
Le sorprese in quel gruppo non finivano mai. In quel momento Lady Isabel invitò i presenti ad accomodarsi al grande tavolo, numerose pietanze tipiche della terra di Grecia erano state servite. Fu allora che senti lo sguardo di Cristal che la passava da parte a parte. Di fianco a lui il cavaliere dai tratti orientali, le sussurrava qualcosa all’orecchio. Cristal rispondeva con un gesto del capo continuando a fissare Maia. Si distrasse solo nel momento in cui un altro cavaliere, se non ricordava male Lady Isabel lo aveva chiamato Scorpio, si avvicinò a lui. Quel cavaliere, che a Maia ricordò Aquarius in qualche modo, invitava Cristal a sedersi al suo fianco. Maia squadrò il suo vecchio compagno d’arme. Il ragazzo indossava un paio di pantaloni scuri e una camicia bianca leggermente aperta sul petto che lasciava intravedere l’antico rosario, ultimo dono di una madre a un figlio che non avrebbe più rivisto. Maia ricordava quella storia come se l’avesse sentita il giorno prima; ricordava come Cristal l’avesse quasi narrata in una di quelle tante sere in cui, l’ululato del vento misto a neve la rendeva particolarmente nervosa. Il Maestro dei Ghiacci aveva riso di cuore davanti all’espressione buffa che Maia aveva assunto dopo l’ennesimo tuono. Rammentava ancora come Cristal per farla tranquillizzare gli aveva messo una coperta di pelliccia sulle spalle e aveva iniziato a raccontarle la storia di quel rosario. Ricordi … oramai rimanevano solo ricordi …. La voce di Sami la richiamò al presente:
- Maia ?- chiese il biondo Samurai – ci accomodiamo – si era reso conto dello sguardo vuoto dell’amica ed era andato in suo aiuto.
Come un automa, la ragazza, fece un cenno di assenso con il capo invitando di rimando Pegasus a sedersi accanto a lei. Almeno la serata non sarebbe stata cosi pesante. Solo dopo aver preso posto si rese conto che Cristal era seduto di fronte a lei. Bene, pensò, ne vedremo delle belle...
Da lì Maia guardò gli ospiti seduti al tavolo, i Cavalieri di Atena discutevano educatamente con i Samurai che, sembravano a loro agio in quel contesto. Solo io mi sento un pesce fuor d’acqua... rimuginando su quei pensieri la voce di Scorpio le arrivò quasi ovattata. Il cavaliere dell’ottava casa le chiedeva, gesticolando con la forchetta che aveva in mano, dove avesse svolto l’addestramento. Rio e Shido per poco non si strozzarono. Kimo, Simo e Sami guardarono Maia, la ragazza apparve molto imbarazzata, prese un bel respiro e disse:
- In Siberia, cavaliere -.
- Ecco dove ti ho visto - fece Scorpio agitando la forchetta – tu eri quella ragazzina che dava tanto da fare ad Aquarius, teneva una tua foto nella sua stanza- fece ironizzando. Il sorriso si spense alla vista degli occhi pieni di lacrime della ragazza. Cristal sentì il cuore frantumarsi in mille pezzi. Lui che aveva giurato di proteggerla le aveva provocato tanto dolore, i suoi occhi s’incupirono, e guardò di traverso Scorpio. Sami, di fianco a Maia, si avvicinò – Non ora Maia, non ora- le sussurrò all’orecchio prendendole la mano.
Pegasus fece passare lo sguardo da Cristal a Maia, l’aria si era fatta carica di tensione. Doveva deviare il discorso su altro:- Va bene, quest’argomento è troppo doloroso per alcuni di noi – aveva improvvisamente perso il tono spiritoso che lo accompagnava in ogni sua battuta, poi cercando di portare l’attenzione su qualcosa che non fosse Aquarius, disse – allora Samurai raccontateci come si sta dalle vostre parti. Qui da noi, in queste case piene di polvere, ci annoiamo molto- quelle parole suscitarono le risa di tutti. Tutti tranne che di Maia e di Cristal. La freddezza negli occhi dell’ex cavaliere del Cigno, fece crescere nella ragazza una rabbia intensa. Si fermò dallo spaccarle un piatto in testa per il quieto vivere. Come poteva Cristal rimanere indifferente a quello che era successo ad Aquarius, come poteva indossare l’armatura del suo Maestro con tanta disinvoltura. La voce di Shido là allontanò da quei pensieri malsani:
– Vero Maia- il samurai terminava una frase che Maia non aveva capito, assorta com’era nei suoi pensieri.
Sami gli venne nuovamente incontro – Shido sta raccontando di quando tu lo hai buttato fuori di casa per fare le pulizie- gli sussurrò.
Maia arrossì rendendosi conto dello sguardo dei presenti - Bè è difficile tenere a bada cinque uomini –.
Lady Isabel sorrise, poi schiarendosi la voce disse:- Domani sera sarà tutto pronto per la partenza -.
- Domani sera!- esclamò Maia, trovando consenso in Shido e Rio; anche Pegasus si accodò a quella muta protesta.
- Mia giovane guerriera – fece Virgo con tutta calma – capisco l’apprensione che nutri per la tua amica, ma non possiamo partire alla cieca contro un nemico di cui non conosciamo nulla, se non ciò che il mito racconta- quell’uomo a Maia metteva i brividi.
- Le chiedo scusa Milady, se le sono sembrata troppo impulsiva. Ambra è nelle loro mani da troppo tempo ormai ed io ….- lasciò la frase in sospeso.
Lady Isabel la guardò con dolcezza:- Stai tranquilla Maia, capisco la tua preoccupazione, ma ti prometto che faremmo di tutto per portare in salvo la vostra amica - terminò sorridendo gentilmente.
Convinto di aver parlato fra sé e sé Cristal sussurrò:- La solita testa calda – fece sorseggiando il liquido ambrato nel suo bicchiere.
- Ti darà molto da fare amico mio. Aquarius mi raccontava del carattere irruento di quella ragazza – fece Scorpio di fianco a lui.
Cristal sorrise. Gli anni l’avevano cambiata fisicamente, ma lo spirito battagliero era rimasto quello di un tempo. Quello dell’addestramento quando, lo stesso Maestro dei Ghiacci era dovuto intervenire più volte nelle scazzottate di Maia con i ragazzi del villaggio.
Il resto della cena si svolse in maniera tranquilla, intervallata a sprazzi dalle battute di Pegasus e Shido e, dalle grosse risate del cavaliere del Toro che aveva proclamato quella coppia vincente. Al termine del caffè, Lady Isabel si congedò dai suoi ospiti non prima di aver ricordato, a Cavalieri e Samurai, che la mattina successiva si sarebbe tenuta una riunione nella sala del trono per discutere sui particolari della partenza. Cristal seguì il gesto di Atena, stiracchiandosi salutò gli altri ospiti fingendosi stanco. Si voltò un ultima volta a guardare Maia impegnata in conversazione con il Grande Mu e Ioria.

 

***

Aveva finito di contare il gregge di pecore quante volte? Nemmeno lei lo ricordava. Maia buttò di lato le coperte e decise di rivestirsi.  Quattro passi al chiaro di luna l’avrebbero calmata. Facendo attenzione a non provocare il minimo rumore, sgattaiolò fuori dal tempio del riposo. Una leggera brezza le scompigliò i lunghi capelli.  L’odore degli ulivi, di cui il grande tempio era circondato, gli inebriò quasi i sensi. Ispirò a pieni polmoni quell’aria frizzante, poi decise. Nel tratto di strada che conduceva al luogo dove albergava insieme agli altri, aveva notato un campo di fiori su cui si ergevano, solitarie, numerose lapidi di pietra. Aveva chiesto al ragazzo, che li aveva accompagnati al tempio del riposo, di che cosa si trattasse. Con un certo timore nella voce, il giovane aveva sostato un attimo davanti a quello spiazzo e, con mano tremante, aveva indicato quello che era il cimitero dei cavalieri caduti in battaglia. Maia si avviò verso quel campo fiorito in cui, probabilmente, riposava il suo maestro. I pallidi raggi della luna illuminavano le fredde pietre sepolcrali. Stava quasi per perdere la speranza di trovare la lastra con l’incisione del nome di Aquarius quando la vide, solitaria sulla parte più esterna del campo. Si avvicinò e, con mano tremante, sfiorò l’incisione in greco antico. Rose bianche adornavano l’intera pietra tombale a mo di rampicante. Come se qualcuno l’avesse messe lì di proposito. Calde lacrime iniziarono a solcarle il volto roseo, non riusciva a controllarle. Sollevò il viso, si massaggiò gli occhi con il pollice e l’indice, e si alzò. Guardò un’ultima volta il luogo dove giaceva il suo maestro e, si avviò per la strada che conduceva alle dodici case. A separarla da quella che un tempo era la dimora di Aquarius, c’era solo il tempio presieduto da Andromeda. Aggirò la Casa dei Pesci saltando da un masso all’altro per la strada più disastrata finché, non si ritrovò davanti agli alti colonnati dell’undicesima casa. Ricordò le parole di Pegasus alla domanda “Riposate all’interno delle vostre case?”. Il cavaliere aveva raccontato dei templi attigui, alle dodici case, fatti costruire da Lady Isabel per i suoi cavalieri. Entrò sicura che in quel momento la casa fosse deserta. Si guardò intorno, alcune colonne portavano i segni di una lotta che si era consumata anni addietro fra quelle mura. Maia strinse i pugni fino quasi a conficcarsi le unghie nella carne, l’ira s’impadronì di lei. Una sensazione simile a un pugno le attanagliò lo stomaco.
- Maestro- sussurrò.
- Sapevo che saresti venuta- la voce di Cristal la fece trasalire.
Cristal era coperto dalla cintola in giù, sul nudo petto riluceva il rosario di perle della madre. Aveva avvertito la sua presenza e, ora Maia non sapeva come uscire da quella situazione.
Accidenti a me e alle mie passeggiate notturne...

Note dell'autrice : Ed eccoci qui, non sono sparita sono solo super impegnata. Bè vi auguro buona lettura e tranquilli non lascerò passare molto tempo per i prossimi capitoli.... A presto

 

 

 

 

   
 
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