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Autore: Novelist Nemesi    05/01/2009    4 recensioni
Questo è il sequel della mia prima fan fiction, e spero di non deludere le vecchie conoscenze e che se ne aggiungano di nuove pieni di voglia di leggere! E finalmente, ora che ho tempo, ho potuto modificare e risistemare anche qui!
Genere: Commedia, Malinconico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Mello, Near, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Wammy stava uscendo dalla stanza di L, lasciandolo da solo. Entrò nella sua e torvò hayley che gli sorrideva, sul letto.

-Non dovresti essere a casa?- chiese lui senza scomporsi.

-Volevo sapere una cosa prima di prendere la mia decisione- disse Hayley senza smettere di sorridere –Perché tu lo sai di quello che mi ha chiesto L, vero?-

-Sì, lo so- rispose Wammy sedendosi sulla poltrona. Offrì del caffè a Hayley –Comunque, cosa volevi sapere?-

-Wammy, immagino che ora sia un diritto per me sapere qualcosa di più su L. Prima che ci conoscessimo, intendo. Io non so nulla di lui, e mi fa male-

Wammy bevve del caffè, e ci mise dello zucchero. Mescolò tranquillo –Immaginavo che prima o poi saresti tornata a chiederlo- rispose lui facendo un sorriso –D’accordo, allora. come hai detto tu, è un tuo diritto sapere, e L non mi ha proibito di parlarne con te, dopotutto-

Finalmente Hayley avrebbe saputo qualcosa di più su di lui. Non si sarebbe più sentita così estranea.

Wammy poggiò sul tavolino la tazza, e fece un colpetto di tosse –L aveva otto anni quando arrivò alla Wammy’s  House. Era un orfanello che viveva per strada, da solo, senza nessuno. Era un bambino che andava a procurarsi il civo nella spazzatura, e si accampava con degli scatoloni prestati da qualche vagabondo come lui-

Insomma, nemmeno lui se l’era passata bene.

-Lo portai con me- continuò Wammy –E appena arrivati all’orfanotrofio aveva già creato scompiglio-

-Cioè?-

-Aveva steso a terra tutti i bambini che volevano coccolarlo dicendo “Hanno usato violenza contro di me. Sono loro che hanno iniziato. Io sono la giustizia”-

Non si smentiva mai nemmeno da piccolo, a quanto sembrava…

-Già da piccolo aveva quelle occhiaie. All’inizio è stata dura abituarsi a vederlo sembre ridotto così, magro, che non dormiva mai. Solo io me ne accorgevo, ma lui di notte girava sempre per l’orfanotrofio a passeggiare. Un giorno l’ho visto piangere. Hai fatto caso che ha gli occhi sempre aperti? Bè, ha pianto così tanto prima di venire a Winchester che…-

-Capisco…- disse Hayley bevendo del caffè malinconica –Ma i suoi genitori? non lo so, avete provato a cercarli?-

-Certo, è la prima cosa che ho fatto- rispose Wammy bevendo il caffè –Ma sono praticamente partito da zero, visto che L non sapeva nemmeno doc’era nato. Sapeva solo il suo nome, e non ricordava chi glielo avesse dato, chi l’avesse cresciuto e come avesse fatto a finire per strada-

-Potrebbe essere un’amnesia provocata da uno shock- esordì Hayley.

-Lo pensai anche io, ma il nome di L non risultava in nessun anagrafe. Anche provando a cercare oltre il suolo britannico, non si trovava niente. ho provato anche ad andare in quegli ospedali dove si abbandonano i figli appena nati, dopo avergli dato un nome, ma nessuno ricordava un bambino del genere o un cognome come quello di L-

-Insomma…- disse Hayley un po’ terrorizzata –Praticamente L non esiste all’anagrafe, giusto?-

-Esatto. L dovrebbe essere un fantasma, Hayley-

-Continua, Wammy- disse Hayley. La rabbrivida quella cosa. Da nessuna parte risultava nato uno come L.

-Intanto L monopolizzava tutto ciò che voleva all’orfanotrofio, perché era il più forte. Se voleva guardare la Tv, monopolizzava la TV, se voleva fare un puzzle lo faceva. Col tempo cominciò a chiedere giocattoli più difficili e prese a mangiare una gran quantità di dolci, mano a mano. E al primo test che gli ho fatto fare ha ottenuto quasi il massimo, 499 su 500. Ormai avevo chiaro che era un bambino fuori dal comune. Dato il suo quoziente intellettivo, non mi stupii che fosse riuscito a vivere per strada da solo- Wammy bevve un altro po’ di caffè –Intanto nessuna novità sul suo passato, e anche controllando denunce di figli scomparsi o rapiti non si trovava niente che facesse al caso mio. Senonchè un giorno, L guardando una soap opera straniera, si mise a parlare italiano-

-Italiano?-

-Italiano-

-Bè, L mi ha detto che parla anche italiano…-

-Sì, ma ora ha ventitre anni, Hayley, ha studiato. Quella volta invece non aveva mai aperto un libro di lingua italiana-

-Quindi L è italiano?-

-No, non risulta nato nemmeno lì, ma ho scoperto che c’è stato per un po’ di tempo quando era più piccolo- Wammy mise altro caffè una volta finita la tazza –Così sono andato in Italia a fare un p di ricerche, tenendomi sempre informato su L all’orfanotrofio. Non sapevo perché, ma L mi interessava parecchio. E mi dispiaceva saperlo sempre da solo, senza farsi toccare da nessuno-

Hayley continuava a essere malinconica. Sembrava proprio che per L non ci fosse mai stata pace.

-Un giorno però mi chiamò proprio L mentre ero in Italia. Me lo ricordo benissimo. Mi disse “Fai attenzione, Wammy, e torna presto-

-Mi stai dicendo… Che si era affezionato a te?-

-Di cosa ti stupisci, Hayley?-

-Bè, ti tratta sempre come un maggiordomo-

-E’ un rapporto strano quello tra me ed L, Hayley. Strano, ma bello. Vedi, lui, senza chiedere nulla in cambio e senza che glielo chiedessi, mi ha dato consigli su come giocare in borsa, sempre da piccolo. Nel giro di due anni il mio patrimonio era triplicato. E io, per ricompensarlo, gli diedi una stanza tutta per sé, con un computer, quando l’uso di Internet era ancora sconosciuto a mezzo mondo-

Hayley sorrise. Chissà quanto si era dannato Wammy per stargli appresso.

-In Italia riuscii finalmente a trovare qualcosa di interessante. Una donna aveva in qualche modo saputo delle mie ricerche, e diceva di essere la madre di L-

Hayley spalancò gli occhi –Hai trovato sua madre?!-

-Parlai con lei, e la sua storia, come dovevo aspettarmi, non era felice. Quando l’ho conosciuta aveva solo ventitre anni, quindi quando nacque L lei ne aveva quindici. Una ragazza madre abbandonata dal proprio fidanzato quando ha saputo di essere rimasta incinta, da quello che mi raccontò questa donna. Parlava bene italiano, ma non sembrava nata e cresciuta lì. Comunque, la cosa che mi interessava era capire le origini di L. Finalmente non sembrava un bambino comparso dal nulla-

La conversazione prese un risvolto diverso. Hayley aveva l’ansia.

-Questa ragazza mi raccontò che non aveva soldi per manenere un figlio, per permettersi di prendere precauzioni contro una gravidanza, che non poteva pagarsi gli studi e non poteva lavorare. Diceva di venire da una famiglia severa e dalle regole rigide, e che era stata cacciata di casa dopo aver saputo del bambino. Non sapendo dove andare decise di abortire-

Però L era vivo. Quindi?

-Non aveva soldi nemmeno per l’intervento, e ci voleva il consenso dei genitori per abortire. E…- Wammy restò in silenzio a mescolare lo zucchero del caffè. Hayley lo esortò a continuare.

-Rimase a fare tutto da sola per sette mesi, mentre la gravidanza si mostrava difficile. Lei era troppo cagionevole di salute per reggere una gravidanza e il bambino ogni volta aveva qualche problema. Così si mise a studiare da sola medicina e pensò ad abortire da sola-

-Da sola?!-

-Da sola. A casa, senza l’aiuto di nessuno-

-Ma è orribile…-

-E’ la disperazione della gente, Hayley. Comunque qualcosa andò storto. Le cose andarono peggiorando e lei rischiava di perdere anche la sua vita. Dovette per forza chiedere aiuto e andare all’ospedale. Ovviamente lo seppero i genitori, e accorsero immediatamente all’ospedale. Era il 31 ottobre del 1979, ed era nato L-

-In Italia?-

-Questo non me l’ha voluto dire, ma credo che sia probabile-

-Va bene…-

-Al bambino venne dato il cognome del padre, e purtroppo tutti i problemi durante la gravidanza non erano stati superati. Era nato al settimo mese, pesava pochissimo, era pallido e aveva problemi respiratori. Hai fatto caso che la sua voce sembra sempre stanca? E lo sapevi che pesa cinquanta chili per un metro e ottanta di altezza?

-Anche se mangia tutti quei dolci?- chiese sbalordita Hayley. Wammy annuì –Potrebbe avere una malattia…-

-Almeno non così grave da portarlo alla morte-

Hayley tirò un piccolo sospiro di sollievo.

-La ragazza, per essere riaccolta a casa, dovette abbandonare il bambino-

-E perché si è rifatta viva otto anni dopo?- chiese Hayley

-Voleva rivederlo, ma non era disposta a riprenderlo con sé-

-Perché?-

-Era ancora sotto la custodia dei genitori, ed era sempre senza un soldo. Non voleva rischiare di restare sotto un ponte-

-E suo padre? Niente?-

-L’ho rintracciato, ma lui non voleva proprio saperne di…- Hayley lo esortò a continuare –Di un figlio anormale-

-Vai avanti, Wammy, ti ascolto- mai come in quel momento si sentiva vicina a L.

-Fissammo la data per un incontro con L e sua madre, ma L sembrava indifferente quando gliel’ho detto. Poi, una volta soli, venne nel mio sutdio e mi disse con un sorriso “Grazie, Wammy. Ti voglio bene”-

Hayley si fece scappare un sorriso intenerito.

-Davanti a qualcuno non lo vedrai mai fare queste effusioni, Hayley, ma ti giuro che mi ha detto così-

-Sì, immaginavo, Wammy- disse Hayley sorridendo e bevendo ancora del caffè.

-Poi mi chiese com’era fatta sua madre. Chiedeva un sacco di cose. Mi fece promettere di non rivelarlo a nessuno, ma non vedeva l’ora di vederla- Wammy a questo punto abbandonò il sorriso che gli venne ricordando quei momenti –Ma il giorno dell’incontro andò tutto a monte. Sua madre l’aveva abbandonato una seconda volta. Si era dileguata con un uomo, mandando comunque tanti saluti e soldi del suo nuovo ragazzo all’orfanotrofio. E il suo vero padre era finito in galera perché accusato di violenza verso la moglie. E i genitori della ragazza non volevano sapere di un nipote nato prematuro-

-E’… Orribile, Wammy…- disse Hayley –E… L?-

-Fece l’indifferente anche quella volta. Ovviamente davanti agli altri dava quast’impressione. Ma vedi, Hayley, il silenzio vale molto più di qualunque parola. Se ne stava tutto il giorno a guardare alla finestra, in quella strana posa, come un bambino che è ancora nel ventre della madre. Anche di notte era sempre lì, ma non piangeva più-

Hayley si versò dell’altro caffè e mise un po’ di zucchero –Cavolo, mi dispiace…-

-Immagino, Hayley. Da allora, per rispetto a L, non ho più fatto ricerche sul suo conto. Anche perché sicuramente ci ha già pensato da solo ma non lo vuole dire-

-Sicuramente-

-Da allora fece finta di nulla. Era ancora meno interessanto ad avere rapporti con qualcuno dell’ìorfanotrofio, ma aveva un cervello invidiabile che affascinava gli altri bambini. Un giorno, portandogli la colazione, lo vidi leggere sul giornale un caso d’omicidio senza nessun indizio. E lui rideva, dicendo che quello era doverso da ogni puzle e gioco. Nel gior di due giorni risolvette il caso nell’anonimato, firmando le prove su Internet con la lettera L. Ma il carattere normale non gli piaceva, così gli inserii la lettera in Old English. E lì capii la strada che avrei preso con L. Quella di contribuire allo sviluppo della giustizia. E L lo vedevo sorridere di più per ogni caso che risolveva, lo vedevo divertirsi e sentirsi, a modo suo, realizzato nel vedere che, come dice lui, la giustizia trionfa sempre. Io ero diventato il suo braccio destro e facdevo da tramite alle prime piccole organizzazioni che chiedevano il suo appoggio. Poi, sai, grazie al passaparola di Internet e vari, la fama di L divenne sempre più grande, tant’è che cominciarono anche a pagarlo, diventando così un investigatore effettivo, che sta bene attento a non rivelare la sua identità. E io divenni Watari, il tramite in tutte le sue indagini. Ma facendo l’investigatore si fece presto molti nemici che volevano sapere di lui, così si inventò altre due identità, Erald Coil e Deneuve. Insieme a L sono i migliori detective del mondo intero-

Hayley stavolta era ammirata. Partendo da zero, L ora era qualcuno.

-Erald Coil risulta essere uno che si scomoda solo per denaro, mentre Deneuve viene richiesto più per affari come spionaggio-

Hayley posò la tazza sul tavolo –Grazie, Wammy. Credo di aver saputo abbastanza, per ora-

-Spero di esserti stato d’aiuto-

-Certo-

-Hai preso la tua decisione?-

-Sono tentata, ma credo che mi prenderò qualche altro minuto per mpensarci… Ora vado, altrimenti è possibile che L scopra che sono ancora qui. Sicuramente a lui non piace che si ficchi il naso nei suoi affari personali-

-Forse per te farebbe un’eccezione-

Hayley sorrise aprendo la porta. Fece un saluto con la mano a Wammy –Allora ciao, Wammy-

Hayley non chiuse d’occhio per tutta la notte, e fece in modo di non svegliare i suoi genitori, al ritorno a casa. La mattina arrivò presto, e appena svegli i genitori, Hayley li pregò di starla a sentire.

Erano le nove in punto. L era sveglio, e faceva colazione coi soliti dolci, più una torta alle fragole, e tè.

-Buongiorno, L- disse Wammy –Vedo che neanche stavolta hai dormito-

-Buongiorno, Wammy. Grazie per avermi portato la colazione- disse L.

Wammy girovagò un po’ per la stanza per sistemare le ultime cose nelle valigie –Credi che verrà-

-E’ la prima volta che non so cosa aspettarmi da una persona, Wammy- rispose L senza cambiare espressione.

Nove e cinque, L e Wammy uscirono dall’albergo. Arrivò una macchina, vicino alla loro, da cui scese Hayley, con al seguito Alicia e i suoi genitori, Charles e Cleas.

-Buongiorno, Hayley- disse L osservando chi li accompagnava. Loro che ci facevano lì?

-Buongiorno, Lucas- disse Alicia –Siamo venuti a sdalutare Hayley, ti dispiace?-

-Per nulla al mondo mi perdo la partenza di mia figlia che ha vinto una borsa di studio! Fai vedere ai giapponesi chi sei, Hayley!-

-Papà, calmati…-

-Mi raccomando, Hayley…- disse Cleas arrossendo –Sii educata con chi ti ospita… E scrivici… Mi mancherai…-

-Va bene, mamma, ora non arrossire…-

L restava a guardare, in silenzio. Poi vide che Alicia abbracciava Hayley –Stammi bene- diceva –E telefonami ogni tanto! Voglio essere aggiornata!- poi Alicia si avvicinò a L e gli sussurrò minacciosa –Stammi bene a sentire, Lucas… La prima volta okay, la lascio passare, ma se Hayley mi si ripresenta col rischio di essere incinta io non ci metto niente a ridurtelo in polvere. Prendi sempre tutte le precauzioni, soprattutto per te, e che siano marche buone!-

L annuì –D’accordo-

Ma aveva capito, almeno? Alicia lo guardò stranita. Non sembrava tanto convinta di quel “d’accordo”.

Hayley salì sull macchina di Wammy –Allora statemi bene, okay? Torno presto-

Wammy sorrise e salì in macchina. A L non restava che salire e salutare tutti.

Hayley si affacciò al finestrino, mentre la macchina si allontanava, salutando tutti. Le scese qualche lacrima, ma stava bene.

-Che cosa è successo?-

-Ma non ci sei ancora arrivato? Ho accettato la tua proposta, L: ti seguo in Giappone-

-Davvero?- chiese L

-Davvero. Hai visto Wammy che caricava le valigie qui dietro, no?-

-Sei sicura? Non hai paura del caso Kira, o di chissà quale altro pericolo ti faccio correre?-

-L, perché mi sembri pentito di avermi proposto la cosa?-

-No, è che sinceramente non mi aspettavo che avresti accettato-

-Mi hai messo alla prova?- chiese lei avvicinandosi

-… Sì- disse lui.

-E…? Come sono andata?-

L sorrise –Direi che sei andata bene. Grazie, Hayley. Ma se avessi rifiu…-

-Niente se, L- disse lei mettendogli un indice davanti alla bocca –Non supponiamo nulla, per stavolta-

Fece avvicinare L a sé, tenendolo come un bambino che andava coccolato. Hayley cominciò a canticchiare un qualcosa come una ninna nanna.

L la abbracciò –Grazie, Hayley…- disse, poggiando poi le labbra su quelle di Hayley. Avrebbero affrontato insieme anche quel caso, come era giusto che fosse. Era questo che si dicevano mentre il bacio continuava. Entrambi sarebbero stati insieme anche in quella circostanza. Non sarebbe certo bastato un altro caso a separare Hayley da L, e questo forse Hayley l’avrebbe dovuto capire già da prima. Ma ormai l’importante era averlo lì, vicino, sapendo tutto quello che eva passato, che anche lui come lei non era stato fortunato. E allora Hayley fece una promessa: avrebbe cercato di portargli fortuna. Costi quel che costi.

  
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