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Autore: Fenice_blu    17/09/2015    4 recensioni
«Allora… che ne dici Bea? Ti andrebbe di uscire con me?»
Ci riflettei un attimo e lo guardai. I capelli un po’ scompigliati, gli occhi verde smeraldo che mi fissavano speranzosi in attesa di una risposta, il sorriso caldo e gentile…
Sorrisi e dissi «sì, mi piacerebbe molto Ale».
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Stavo andando in crisi.
Avevo fatto la doccia, mi ero asciugata i capelli e con l’accappatoio addosso guardavo sconsolata l’interno del mio armadio. Il mio primo appuntamento sarebbe stato tra una mezz’ora e stavo ancora scegliendo i vestiti! Cosa avrei dovuto indossare in quella occasione? Non ne avevo la più pallida idea.
Nel massimo momento di indecisione ero stata sul punto di chiamare Jasmine per un consiglio, ma alla fine mi ero decisa a cavarmela da sola.
Non ero assolutamente preparata a questa uscita e di conseguenza anche il mio armadio, che era  una confusione totale. Per di più avevo iniziato a farmi mille complessi mentali:
questo mi ingrassa? Quello mi fa sembrare troppo trasandata? Se mi metto una cosa troppo elegante sembrerà che mi sono agghindata per lui? E se qualunque cosa metto non gli piacessi comunque?
Alla fine decisi di darci un taglio e optare per qualcosa di semplice e che andasse bene per me. Se non gli andava bene come mi ero vestita, pazienza! E poi perchè mi doveva importare di quello che pensava? Perchè volevo fare buona impressione su di lui?
Visto che iniziava a far caldo scelsi dei vestiti leggeri: pantaloncini jeans, maglietta verde menta chiaro, sandali beige, una collana con un ciondolo argentato a forma di sole e due braccialetti ( uno blu e uno azzurro). Quando fui pronta mi diedi un’occhiata allo specchio. Non mi ero truccata (non lo facevo mai), ero semplicemente io…  gli occhi di un insolito blu scuro, le labbra sottili, il naso piccolo e i capelli neri e mossi sciolti sulle spalle. Tutto sommato potevo andare.
A quel punto sentii il campanello e subito dopo il rumore della porta che si apriva.
«Beatrice! C’è Alessandro alla porta!» gridò mia madre in fondo alle scale.
«Arrivo!» urlai di rimando. Afferrai il cellulare e corsi al piano di sotto, dove trovai mamma nell'ingresso e Alessandro sulla soglia.
«Caspita sei in orario! Credo che sia la prima volta che succede!» disse mia madre sorridendo con aria compiaciuta.
«È vero non sono puntualissima, ma che sono sempre in ritardo mi sembra un po’ esagerato» ribattei, anche se consapevole del fatto di essere una ritardataria cronica «Adesso scusa ma dobbiamo andare. Ciao ciao!»
«D’accordo, ciao ragazzi, divertitevi!»
«Arrivederci!» salutò all’ultimo Alessandro mentre chiudevo la porta uscendo.
«Allora, che si fa?» gli chiesi dopo un attimo, cercando di mettere da parte l'insicurezza e la timidezza.
Lui mi guarda sorridendo «Non so tu ma io ho voglia di un bel gelato. Che ne dici?»
 
 
 
«È incredibile! Hai finito quel gelato in meno di cinque minuti!»
«Che posso dire? Adoro il gelato! Specialmente quello alla stracciatella!»
Stavamo camminando da poco, e mentre lui aveva già finito il suo, io ero appena arrivata alla cialda del mio cono alla crema e al cioccolato. Era una bella serata, una leggera brezza rinfrescava l’aria e nel cielo notturno risplendevano migliaia di stelle. Sembrava già estate.
«Se vuoi ti do una mano a finirlo!»
«No grazie! Va a finire che ti mangi pure il mio» risposi ridendo.
«Hahaha non hai tutti i torti!»
Ci sedemmo su una panchina continuando a parlare, passando da un argomento all’altro. Scoprii che era facile parlare con lui, di poter essere me stessa.
«Non vedo l’ora che arrivi l’estate!» esclamò a un certo punto.
«Un po’ come tutti»
«Già, immagino di sì… ma dico sul serio, non so tu ma voglio staccare dalla scuola e dal conservatorio…»
«Fai il conservatorio?» chiesi sorpresa.
«Sì dall’anno scorso… davvero non lo sapevi?»
Arrossii «In realtà no»
«Capisco… non preoccuparti sono pochi a saperlo» sorrise cercando di rassicurarmi.
«E com’è? Ti piace studiare lì?»
«Sì, mi piace molto. Anche se è molto faticoso, sai com’è devo esercitarmi col piano, ma anche studiare e fare i compiti… non è semplice» spiegò.
«Lo credo…»
«Già, ma ne vale la pena per me… vivere di musica è il mio sogno»
Sorrisi… mentre parlava gli si leggeva in faccia la sua passione per la musica, gli brillavano gli occhi e non potevi restare indifferente.
«E tu?» mi chiede con uno sguardo curioso.
«Io? Cosa vuoi sapere?»
«Non so… come mai hai scelto lo scientifico? Sogni di diventare una matematica?» mi guardò con uno sguardo scherzoso.
«Certo come no! Una grande professoressa di matematica!» dissi ridendo.
Quando smisi mi spiegai «No… ho scelto lo scientifico perché non avevo idea di cosa fare in futuro… i miei insistono nel dire che dovrei studiare per trovare un buon lavoro all’estero… queste cose così insomma…»
«Capisco… anche per i miei… li ho convinti a farmi andare al conservatorio solo a patto che andassi bene al primo anno di liceo… anche per loro l’inglese è una priorità, infatti se devo essere sincero è anche per questo che sono andato al linguistico»
«Caspita!» ero sorpresa, ma poi continuai «Beh un lato positivo è che facendo il linguistico e studiando bene l’inglese, ti torna utile con le canzoni inglesi e con la pronuncia no?»
Mi guardò sorridendo «Sì, in effetti sì»
 

Parlammo per un bel po’, finchè non ci rendemmo conto che si era fatto tardi e che era ora di tornare.
Ci incamminammo, e alla fine arrivammo a casa mia dove Alessandro mi accompagnò alla porta.
«Mi sono divertita molto!» gli dissi guardandolo in quei luminosi occhi verdi.
«Anch’io»
«Ok.. allora buonanotte!» lo salutai, stavo per rientrare quando lui mi richiamò «Beatrice?»
«Si?»
Mi guardò dritto negli occhi ma sembrava un po’ imbarazzato «Ecco, senti.  Volevo chiederti… se…»
«BEAAAAA!!!!» Alessandro non riuscì a finire la frase che mio fratello Gabriele piombò fuori di casa tutto euforico.
«Bea! Che avete fatto? Dove siete andati? Mi hai portato il gelato? Vieni devo farti vedere una cosa!» parlò a raffica senza lasciarmi neanche il tempo di dire qualcosa.
«Gabrì dai torna dentro!» esclamai spazientita.
«E daiii!!!» piagnucolò il mio fratellino di otto anni, guardandomi con i suoi occhioni dolci.
Sbuffai, mentre il mio vicino si godeva la scena. Lo guardai con uno sguardo tra il disperato e il dispiaciuto «Mi dispiace credo che dovremo finire il discorso la prossima volta»
«Non c’è problema! Ci vediamo allora!»
«Certo! Buonanotte Ale»
«Buonanotte Bea!»
Si avviò verso casa sua e sparì nel buio della notte. «Bea…»
«Chiudi il becco! Hai già fatto abbastanza casini! Perché ci hai interrotto?»
«Ti volevo far vedere una cosa…» disse in tono dispiaciuto.
Sospirai, per quanti guai combinasse non riuscivo ad arrabbiarmi con lui, anche quando mi faceva restare con il dubbio su cosa volesse dirmi Alessandro. Sospirai ancora e decisi che glielo avrei chiesto il giorno dopo.
«Dai piccolo, torniamo dentro»
«Non sono piccolo!»


Angolo autrice
Salve! Dopo un secolo sono riuscita a pubblicare il secondo capitolo! :) Lo so qui non succede nulla di che ma non volevo far accadere le cose troppo in fretta! Spero solo che vi piaccia! :) Sarei felice se recensiste, si accettano anche critiche! :) Allora a presto! Fenice_blu
   
 
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