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Autore: Slytheringirl093    18/09/2015    6 recensioni
Dopo la morte di sua madre, Caroline sembra non riuscire a trovare la forza di andare avanti. Quando comunica a Stefan che ha intenzione di spegnere la sua umanità, il ragazzo capisce che hanno bisogno d'aiuto. Sono disposti a tutto pur di aiutarla, persino a richiamare un certo vampiro originale che aveva giurato di non mettere più piede a Mystic Falls...
[...]
Dal prologo:
«Oh, no...» sussurrò tra sé, mentre anche Elena sembrava ci stesse arrivando. Stefan attese che anche la ragazza realizzasse, incapace di pronunciare il nome ad alta voce.
Non le ci volle molto.
«Klaus»
In un tacito assenso, Stefan optò per l’ennesimo bicchiere di Bourbon.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus, Enzo, Klaus, Stefan Salvatore, Un po' tutti | Coppie: Damon/Elena
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Crossover : The Vampire Diaries/ The Originals
La storia inzia dopo la 6x12 (TVD) e dopo la 2x12 (TO)
[Qualsiasi cosa successa prima di questi episodi resta invariata]



Up with the birds



Chapter 10
Oh, We’ve stained these walls with our mistakes and flaws



A Davina,  Klaus non  era mai andato a genio. Fin dal primo momento in cui aveva avuto a che fare con l’ibrido aveva provato una sensazione di sfiducia, mista a riluttanza e ad una buona dose di paura che l’avevano sempre trattenuta dal trovarsi in situazioni che richiedessero la loro collaborazione, se possibile. Ultimamente, tuttavia, sarà che a New Orleans oramai nulla di ciò che succede non ha a che vedere con Klaus o la sua famiglia, o magari per il fatto che frequentare uno della famiglia non è la maniera più esatta per tenere le distanze, Davina e Klaus hanno dovuto vedersi e collaborare più di quanto alla ragazza piacesse.
« Davina»
La voce di Marcel la richiamò dolcemente. L’uomo la osservava da lontano, le mani in tasca e lo sguardo del genitore preoccupato, che come sempre lo accompagnava ogni volta che la guardava. Davina amava Marcel, lo considerava a tutti gli effetti la sua unica famiglia. Lui era un altro dei motivi che, in un modo o nell’altro, la legavano al maledetto ibrido originale. Ormai c’era dentro, ed uscirne era impossibile. Davina si lasciò andare ad un sospiro di rassegnazione.
« Sei venuta» disse ancora Marcel, un lieve sorriso sulle labbra.
« Avevo scelta, forse?» chiese lei avanzando lentamente verso di lui. Marcel l’accolse tra le sue braccia e i due assaporarono il calore di un abbraccio che per qualche minuto diede loro una sensazione di benessere. Oramai ogni abbraccio, ogni sorriso, ogni gesto d’affetto era un ringraziamento, un siamo ancora vivi, un puoi contare su di me. E ne avevano bisogno come l’ossigeno, di quei piccoli momenti. Con tutto quello che stava succedendo, poi...
« Lui è qui?» chiese incerta Davina, sciogliendosi dall’abbraccio e tenendo lo sguardo basso. Marcel annuì carezzandole la spalla e mostrandole un sorriso incoraggiante.
« Purtroppo sì» disse. Davina sorrise dandogli un buffetto affettuoso sulla spalla.
« Sei davvero sicura che... insomma, magari cambi idea e...»
« Finiscila, Marcel. Non devi proteggermi da lui...»
« Io non smetterò mai di proteggerti Davina...»
Lei sorrise. Lasciò un bacio sulla guancia a Marcel e voltò lo sguardo verso il palazzo alle loro spalle.
« Ero davvero preoccupata. Quello che ha fatto per noi...»
« Sì, devo ammettere che il ragazzo mi ha sorpreso. Deve tenerci sul serio a te, scricciolo...»
« Beh... sarà meglio per lui. Perché anche io tengo a lui, e parecchio...»
« Non vorrei interrompere il momento...»
Lo sguardo di Davina divenne immediatamente serio. Quella voce. Si staccò immediatamente da Marcel, voltandosi verso l’ibrido originale in carne e ossa, che aveva appena fatto il suo ingresso nell’atrio.
« Sempre un piacere vederti, Klaus» celiò Davina. Un sorriso sardonico fece capolino sul volto dell’originale. La streghetta impertinente non sarebbe cambiata mai. Ma a Klaus non dispiaceva. A volte riusciva persino a capire cosa suo fratello ci trovasse in lei.
« Non posso dire lo stesso, ma la nostra collaborazione ultimamente è così frequente che forse potrei iniziare ad abituarmi alla tua impertinenza » replicò sagace.
« Che posso dire? Tiri sempre fuori il lato migliore di me» aggiunse lei. Marcel decise che era il momento di intervenire.
« Non c’è simpatia, messaggio afferrato. Perché non andiamo al sodo?» propose interponendosi fisicamente tra i due e guardando dall’uno all’altro con sguardo compiacente. Klaus fece un leggero cenno del capo e Davina prese la parola.
« Non che ci sia qualcosa di nuovo. Klaus ha un problema e ha bisogno di una strega»
« Perché non ti vedo lusingata della cosa?» chiese Klaus.
« Perché non sei esattamente nella lista delle persone a cui darei il mio aiuto più che volentieri »
« Ma sei qui»
« Tuo fratello ha tentato di uccidermi. Me, Marcel, Josh... credevi forse mi sarei tirata indietro? »
Klaus tacque per qualche secondo, il suo sguardo fisso sulla giovane strega. Sembrava stesse valutando con attenzione cosa dire. Portò entrambe le mani dietro la schiena e con un lieve sospiro parlò.
« Assolutamente no. E sono grato che tu sia qui»
Le ultime parole dell’ibrido la lasciarono spiazzata. Era forse Klaus Michaelson che aveva appena detto di essere grato del fatto che lei fosse lì per aiutarli? No... doveva aver sentito male. Eppure lo sguardo dell’Originale sembrava serio, sembrava sincero. Non trovando le parole per rispondere alcunché Davina se ne restò in silenzio e annuì debolmente col capo.
« Se vuoi seguirmi ti condurrò da mio fratello che, sono certo, sarai più felice di ascoltare. Lui ti dirà cosa fare» si limitò ad aggiungere Klaus, dando immediatamente le spalle alla ragazza e muovendo qualche passo verso l’interno. Davina si voltò rapidamente verso Marcel, come in cerca di una qualche spiegazione.
« Più tardi» disse lui « Va con lui, io devo occuparmi di una cosa»
Davina si affrettò a seguire Klaus, senza fare altre domande.


************************************

 
« Come sarebbe a dire l’hai lasciata andare
Stefan lasciò che la sua schiena poggiasse al muro del corridoio, un sospiro leggero lasciò le sue labbra. Aveva fatto bene a lasciarla andare? Avrebbe dovuto seguirla? Le parole di Caroline ancora riecheggiavano nella sua testa ‘Non seguirmi o giuro che non metterò più piede in questa casa’
« Ha detto di voler parlare con tutti e tre. Tornerà» si limitò a commentare.  Per quanto Elena trovasse la cosa assurda e da incoscienti, Stefan era convinto di aver fatto la cosa giusta. Aveva scelto di rispettare la sua richiesta, di lasciarla andare. Aveva scelto di fidarsi di lei.
« E se quando tornasse non fosse più la nostra Caroline? »
« Stefan ha fatto la scelta giusta, Gilbert» fu il commento di Damon che se ne stava accanto al portone semi-aperto. Teneva d’occhio l’ingresso con la speranza di vederla comparire. Ormai erano passate quasi due ore e della vampira nemmeno l’ombra. Certo, era d’accordo con Stefan: quando il fratello gli aveva raccontato l’accaduto aveva convenuto che era stata la scelta migliore, e anzi si era meravigliato del fatto che suo fratello fosse stato in grado di tenere fede alla sua scelta e che nelle ultime due ore non avesse mandato tutto al diavolo e fosse andato a cercarla. Tuttavia Elena non sembrava essere d’accordo, ovviamente.
« Continui a ripetere che è la scelta giusta Damon, ma dimmi una cosa. Ci fossi stata io al suo posto? Tu avresti fatto la stessa cosa
« Assolutamente no»
« Appunto»
« Tu e Barbie siete due persone completamente diverse. Non ti lascerei muovere un passo lontano dal mio sguardo in quello stato neanche mi pregassi nuda, in ginocchio e mi stessi facendo aria con una palma» concluse Damon con un sorrisino.
« Damon, fai il serio»
«Io sono  serio, Elena! Tu e Caroline siete due persone diverse, gestite le cose in modo diverso e io gestirei le cose in modo diverso con te. Ma se avessi parlato io con la bionda, l’avrei lasciata andare, proprio come ha fatto Stefan. Smettila di agitarti inutilmente e preparati un bel discorso per quando arriverà e vorrà spiegazioni sul nostro simpaticissimo e infruttuosissimo piano»
Elena sembrava ancora irritata, ma in qualche modo le parole e lo sguardo di Damon l’avevano tranquillizzata. A volte si chiedeva se questa non fosse l’ennesima conferma del fatto che anche se sembrava impossibile in base ai suoi ricordi , Damon sapeva influenzarla come nessun altro. I suoi occhi si spostarono velocemente su Stefan, poggiato alla parete: come se fosse in mondo tutto suo, si era estraniato dal loro ultimo scambio di battute e se ne stava immobile, con lo sguardo perso nel vuoto. Lui, più di tutti, portava il peso delle scelte  e delle conseguenze  che negli ultimi giorni avevano fatto. Elena ricordava perfettamente quanto aveva amato  Stefan e ricordava altrettanto bene quanto  lui l’avesse amata. Ed era per questo motivo che non le era sfuggito il modo in cui pronunciava  il nome di Caroline, il modo in cui la guardava , come le parlava, come sembrava gli cadesse il mondo addosso ogni volta che incrociava lo sguardo triste di Caroline, come stringeva i pugni quando la vedeva piangere, impotente davanti al dolore di una persona a cui chiaramente teneva in maniera smisurata. Elena aveva paura ad usare la parola innamorato, soprattutto perché le sembrava strano usare quell’aggettivo per Stefan, e non accostarlo a se stessa. Stefan e Caroline. Era ancora troppo strano, quasi sbagliato, a volte si ritrovava a pensare, ma poi cancellava la parola sbagliato, maledicendosi perché le pareva di essere solo egoista e perciò smetteva di pensarci. Ma in una situazione come quella degli ultimi giorni, dove non aveva potuto fare a meno di pensarci, era arrivata alla conclusione che, l’accettasse o meno, i suoi amici provavano qualcosa l’uno per l’altra. Era chiaro come il sole, e gli occhi spenti di Stefan rivolti al pavimento ne erano una riprova. Ancora una volta sospirò, chiudendo gli occhi per qualche istante.
« Non avremmo dovuto agire alle sue spalle»
Elena l’aveva sussurrata quella frase, quasi come per sottolineare che il pensiero a cui aveva dato voce era troppo pesante da sopportare. Si era sentita tradita?  Il fatto che fosse stato per aiutarla era superfluo. Per la prima volta da quando era iniziato tutto, Elena si immaginò nei panni della sua migliore amica, e per un attimo le mancò il respiro: tradita, ferita... come doveva essersi sentita Caroline?
«Quel che è fatto è fatto»
Elena levò lo sguardo fino ad incontrare quello di Damon. Gli occhi celesti di lui la tranquillizzarono. Senza aggiungere altro abbandonò i due fratelli per andare a sedersi in salotto. Avrebbe aspettato Caroline, si sarebbe fidata di lei, della sua parola . Al suo arrivo le avrebbe spiegato ogni cosa, le avrebbe fatto capire il suo punto di vista e poi... avrebbe fatto tutto ciò che era in suo potere per salvare la sua migliore amica, stavolta senza affidare il compito a vampiri centenari che hanno altro da fare.  Stavolta ci avrebbe provato solo e solamente lei.


************************************

Erano tutti riuniti nel grande androne, ognuno di loro perso nei propri pensieri. Mancavano solo due persone all’appello, e poi finalmente avrebbero potuto cominciare.  Gia osservava da lontano i due fratelli originali, Kol e Rebekah parlottare tra loro, la strega Davina alle loro spalle teneva in mano delle pietre e sembrava sussurrare incantesimi silenziosi. Poco lontano dal gruppetto se ne stavano Hayley e quello che, a quanto pare, era il suo futuro sposo Jackson. Alle loro spalle riconobbe altri due licantropi che un tempo erano al servizio di Finn, ora votati alla loro causa. Al centro della sala quello che sembrava un altare con diversi oggetti. Ciò che avevano intenzione di fare doveva essere certamente qualcosa di importante, altrimenti non avrebbero coinvolto così tante persone.
« Non che non mi piaccia essere all’oscuro dei piani del boss, ma... qual è il piano, esattamente?»
Gia si voltò in direzione della voce strascicata del vampiro, a qualche metro da lei. Enzo, poggiato al muro e finalmente libero da ogni costrizione, osservava con curiosità la scena davanti a lui, non avendo ovviamente la più pallida idea di cosa stesse succedendo. Al momento gliene sfuggivano di cose... per esempio che diavolo ci faceva ancora a New Orleans?  E soprattutto perché era ancora vivo?
« Non sono affari tuoi»
«Oh, no dolcezza. Qui ti sbagli. Qualsiasi cosa stia bollendo in pentola è il motivo per cui ancora sto respirando. Quindi, , mi riguarda»
Gia osservò che in fondo Enzo aveva ragione. Non aveva idea del perché Klaus avesse azzannato Enzo, condannandolo a morte certa e poi avesse dato il suo sangue per salvarlo, tutto nel giro di poche ore. Non era da lui. E per di più, non aveva degnato il nuovo arrivato di uno sguardo da quando lo aveva attaccato.  Ancora... non da lui. E poi questo rituale improvvisato. Gia aveva osservato l’agitazione di tutti, e la fretta con la quale avevano messo in piedi tutto quanto. Doveva essere importante e urgente.
« Il mio unico compito è tenerti al guinzaglio. Fa il bravo e presto avrai le tue risposte»
Enzo la guardò per qualche secondo per poi increspare le labbra in un ghigno.
«Tu non hai la più pallida idea di quello sta succedendo, non è così?» la sfidò. Gia storse le labbra in una smorfia e allontanò lo sguardo da lui.
« Lascia che ti dia un consiglio. Se fossi in te starei buono al mio posto, perché se c’è una cosa sulla quale io e te siamo d’accordo è che la ragione per la quale respiri è sconosciuta. E se muovi un passo, probabilmente resterò solo io a chiedermelo»
« Sto tremando» biascicò Enzo ironico, ma poi optò per seguire il consiglio della mora. Dopotutto se c’era una chance di uscire da quella città illeso, non sarebbe di certo stato lui a sprecarla.


************************************

« Sei sicuro di quello di dici Niklaus?»
Elijah si schiarì la voce in attesa della risposta del fratello. Non voleva che corressero rischi inutili, che suo fratello agisse troppo impulsivamente come suo solito.
« Sicuro che ci darà un po’ di tempo, fratello. Non è una soluzione , ma ci darà un po’ di tempo. Alcune cose sono cambiate e ci sono nuovi giocatori sul campo. Dobbiamo capire da che parte stanno»
« Ti riferisci all’improvviso ritorno di nostra sorella Freya?»
« Vedo che Rebekah ti ha aggiornato»
« Ha chiamato ieri. Mi ha chiesto della bambina e... mi ha aggiornato sulle ultime novità»
« Trovo veramente sorprendente il fatto che nonostante siamo in allarme rosso, tu e Bekah troviate ancora il tempo di fare del gossip»
« Certe cose non cambiano mai, suppongo. Proprio come il tuo interesse per la signorina Forbes»
Klaus tacque per qualche secondo, assimilando la nota di leggera irritazione nella voce del fratello. Ovviamente Rebekah aveva riferito ogni cosa ad Elijah.
« Se pensi che non stia facendo tutto questo con il solo pensiero di riabbracciare mia figlia...»
«No, Niklaus non confondere le mie parole. Non dubito delle tue intenzioni. Mi limito solo a sottolineare che la tua attenzione potrebbe essere rivolta altrove, e che questo potrebbe distrarti da ciò che al momento è di vitale importanza per noi e per la nostra famiglia»
« Tu e le tue parole, Elijah. Ne hai sempre troppe da condividere...»
Elijah sospirò. Conosceva bene suo fratello. Non appena Rebekah l’aveva informato degli ultimi avvenimenti, aveva immediatamente capito che Caroline Forbes poteva essere una distrazione bella e buona. Era indubbio il sentimento che suo fratello provava nei confronti di quella vampira, dopotutto lui stesso ne era stato più volte testimone. Già una volta era tornato indietro per lei. Per la sua festa di diploma se non errava. Più di una volta lo aveva visto disegnare il profilo della ragazza su una tela e poi sempre distruggerlo. Spesso si chiedeva come fossero andate davvero a finire le cose tra i due, ma suo fratello non era mai stato un libro aperto e soprattutto quando si parlava di sentimenti. Da una parte era grato a Caroline, perché era stato grazie a lei che aveva scorto i primi segni di umanità in lui. Lei aveva acceso qualcosa in lui, qualcosa che Elijah sperava fosse quel briciolo di luce fioca che era rimasto del vecchio Niklaus, di quel ragazzo dolce e affettuoso che Rebekah decantava con ammirazione. Non poteva negarlo. Caroline Forbes era stata una benedizione per suo fratello.
Tuttavia avevano tutti detto addio a Mystic Falls. Erano a New Orleans adesso. Seppure Klaus avesse proposto alla bionda vampire di seguirlo a New Orleans, ed Elijah ne era sicuro se anche non ne avesse parlato con lui, la ragazza aveva scelto di restare a Mystic Falls. Credeva che fosse finita con lei. Soprattutto dopo che aveva visto il modo in cui Camille guardava suo fratello.
Come per uno scherzo del destino, Camille rassomigliava molto a Caroline. Lei e Klaus avevano, se così si può dire, legato nel corso di questi due anni ed Elijah spesso aveva pensato che prima o poi avrebbe visto Klaus guardare Camille con la stessa intensità con la quale guardava la signorina Forbes.
Ma non era mai successo. Sebbene si fossero avvicinati, e tanto, Klaus non l’aveva mai guardata in quel modo.  Ed Elijah spesso si chiedeva se mai l’avrebbe fatto.  
Dopo aver parlato con Rebekah, aveva capito. Caroline Forbes non se ne era mai andata.  Klaus era ancora legato a quella vampira, come mai lo era stato con nessun’altra. E che lui lo ammettesse, o no. Che ne parlasse o meno, era più evidente che mai.
Ed era per questo motivo che Elijah si ritrovò a pensare che probabilmente la notizia della morte della madre di Caroline, e del suo bisogno  di aiuto fossero rimasti nella mente di Klaus come un tormentato pensiero.  Un pensiero che avrebbe potuto distrarre suo fratello dall’attuale missione: liberarsi di Finn e mettere in salvo la piccola Hope. Non che pensasse che Hope non fosse il primo pensiero di Klaus: se così non fosse, al sentire della richiesta d’aiuto di Caroline, Klaus sarebbe corso ad aiutarla. Elijah sapeva però che il tarlo della richiesta d’aiuto di Caroline doveva tormentarlo. E con il tormento sarebbe seguita la parziale concentrazione sul loro obiettivo.
« Questo incantesimo ci procurerà del tempo. Quanto?»
« A quanto pare dipende dalla potenza degli oggetti di cui disponiamo. Tuttavia, considerando che Finn canalizza i nostri genitori, credo che non più di due giorni»
« Due giorni per trovare Freya e il nascondiglio di Finn»
« Esatto. Ed è per questo motivo che ho richiamato tutti all’appello. Più siamo e...»
« Penso che dovresti andare a Mystic Falls, Niklaus» disse Elijah interrompendo il fratello.
Klaus credette di aver sentito male.






My Corner

Buonasera e un'enorme infinito SCUSA è di dovere.
Purtroppo ho avuto un casino di problemi, esattamente in questo ordine
con INTERNET, poi COMPUTER ROTTO (memoria all'interno a rischio)e TELEFONO PERSO.
Insomma... una SFIGA pazzesca.
In ogni caso, che ve ne pare di questo capitolo?
Qualcosa che non v'aspettavate, o di particolarmente sconvolgente?
Idee per risolvere la situazione?
Klaus ve ne sarebbe particolarmente grato...xD
Come sempre, fatemi sapere le vostre considerazioni!
Un bacio e alla prossima settimana (sperando non mi capiti nient'altro!) Image and video hosting by TinyPic
  
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