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Autore: Mr Apricot    21/09/2015    4 recensioni
[TRAILER: http://youtu.be/ndfs75Lblkk]
Nome?
-Andrea
-Alberto
Età?
-18 anni
-Prossimamente 19!!
Segni particolare?
-Nessuno...
-Vediamo, occhi verde-ghiaccio, tanti e troppi tatuaggi...insomma, mi si vede lontano un miglio che sono io!
Sapresti definire il tuo carattere con una sola parola?
-Lunatico...molto!
-Solare!
Che lavoro fanno i tuoi genitori?
-Mio padre!? Psicologo...
-Ho solo una madre! Psicologa...che stress!
Che rapporto hai coi tuoi genitori?
-Mi sono dimenticato di dire che mio padre come secondo lavoro si impegna a rovinarmi la vita!
-Da piccolo mi usava come una cavia per i suoi studi...diciamo che il nostro rapporto non è certamente cominciato col piede giusto!
Come definiresti la tua vita sociale?
-Inesistente...
-Molto spesso mi sveglio con gente che non ho mai visto in vita mia! Ahah!
Etero o gay?
-Nessuna delle due...è normale?!
-Decisamente gay!!
Quante volte l'hai fatto?
-Mai!
-Troppe...
Ultima domanda: a cosa non potresti mai rinunciare nella tua vita?
-Facile: alla danza hip hop!
-E c'è da chiederlo?! Alla danza hip hop ovviamente!!
Genere: Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12: Bang Bang (Jessie J feat Ariana Grande & Nicki Minaj)
 
 
Andrea's POV:
 
Mi svegliai lentamente e di malavoglia...
 
Tanto che non volevo neppure saperne di alzarmi...
 
Tenevo ancora gli occhi chiusi,
in attesa che suonasse la sveglia...
 
Prima o poi, ne ero certo,
si sarebbe messa a suonare.
 
Nell'attesa intanto, mi resi conto che avevo tutto il
corpo piuttosto indolenzito.
Come cavolo avevo dormito stanotte?
 
Ci stava mettendo troppo però la sveglia
a suonare, cominciavano a venirmi
le crisi d'ansia, del tipo se ieri sera avevo
impostato la sveglia o meno.
 
Provando a fare mente locale, non
mi sembrava di aver fatto nulla del genere però...
 
...
 
....CAZZO!!!
 
She got a body like an hourglass, 
 
Cercai di scattare in piedi, ma
il risultato fu che andai a sbattere
la testa contro qualcosa dalla
forma appuntita.
 
"Ahia!", mi lamentai.
 
Alberto's POV:
 
Venni svegliato brutalmente da
un paio di colpi sulla pancia,
per finire con
una botta sotto il mento.
 
I soliti metodi alternativi di mia madre per
farmi alzare dal letto.
 
"Sono sveglio...", grugnii di malavoglia.
"Lasciami stare..."
 
Vedendo la situazione in cui mi
trovavo, mi ricordai del perchè mi
ero dimenticato di mettere la sveglia.
 
"Alberto?", provai a chiamarlo,
toccandogli delicatamente un braccio.
"Sono Andrea."
 
Andrea...?
 
Nel mio stato di rincoglionitaggine
generale realizzai che non poteva
esserci Andrea in camera mia...
 
O forse sì?!
 
"Andrea...?", cercai di dire tirando su la
testa, con la voce ancora impastata dal sonno.
"Perchè sei in camera mia?", domandai,
piuttosto confuso.
 
"Siamo sul mio divano", gli feci notare.
 
"Sul tuo divano?"
 
Cercai di mettere a fuoco.
 
"Abbiamo fatto sesso sul divano?",
domandai massaggiandomi il mento.
 
but I can give it to you all the time 
 
"Come sarebbe che abbiamo fatto sesso sul divano?!",
urlai con la voce che mi uscì più stridula del dovuto.
 
In quel momento tornarono
i ricordi della sera precedente.
 
"Scusa...", risposi, passandomi una mano
sul viso. "Cazzata! Ho parlato senza pensare!"
 
"Io...io non mi ricordo niente!",
continuai in preda al panico.
 
L'idea di aver perso la verginità in un modo
tanto banale mi  stava facendo andare in crisi!
 
Come...come era potuto succedere?!
Perchè non mi ricordavo niente!?
 
Insomma, una cosa del  genere te ne
dovresti accorgere quando succede, no?!
 
"Tu!", esclamai poi rivolto ad Alberto.
"Tu...hai aspettato che mi addormentassi e...
e...", non riuscii a terminare la frase.
Mi  tirai su  a sedere, lontano da lui,
stringendomi nella mia maglia.
 
"Hai finito di sparare cazzate?",
domandai sbuffando.
"Non ho fatto niente! Niente! 
Ho parlato senza pensare,
comprendi?!"
 
Rimasi un po' lì lì ad osservarlo.
 
"Quindi non è successo niente, giusto?",
domandai. "Neppure quando dormivo?"
 
"No, Andrea", risposi. "Ti ho solo dato 
un bacetto sulla fronte finché dormivi...
nulla di tragico mi sembra, no?"
 
"Un bacetto sulla fronte?",
ripetei ancora più perplesso.
 
She got a booty like a Cadillac,
 
"Se non ti dispiace però",
decisi di tagliare corto.
"Vorrei tornare a dormire!
È mattina presto per tutti!",
borbottai, cercando di trovare
una posizione comoda.
 
Avevo passato tutta la notte
a dormire contro un angolo
del divano, con Andrea che mi
dormiva rannicchiato praticamente
addosso.
Le conseguenze di quella scelleratezza
si stavano facendo sentire sui muscoli
di tutto il corpo.
 
Sfilai il telefono dalla
tasca dei pantaloni
e accesi lo schermo.
 
"Alberto?", lo chiamai di nuovo.
 
"Che c'è?"
 
"Sono le undici passate."
 
E per fortuna che avevo,
anzi avevamo scuola oggi!
 
"Pazienza...", risposi tenendo gli
occhi chiusi. "Diremo che
abbiamo avuto un impegno...
tanto ormai non ne vale la
pena alzarsi per andare a fare
l'ultima ora."
 
"Alberto?", lo richiamai.
 
"Dimmi."
 
but I can send you into overdrive (oh) 
 
"Oggi è l' 1 Dicembre.",
dissi calmo.
 
"E allora?",
domandai.
 
(Stop and wait, wait for that,
 
"Martedì 1 Dicembre...",
continuai. "Non ti dice niente?"
 
"C'entra qualcosa con me e te,
non è vero?"
 
"Sì..."
 
"Aspetta...dimmi che non
si tratta di quel corso pomeridiano
che dobbiamo fare!",
lo supplicai.
 
stop, hold up, swing your bat) 
 
"Proprio quello",
risposi.
 
"Bu-huuu!", mi lamentai
scalciando la coperta.
"Non voglio andarci!"
 
"Ci tocca...", mi limitai a dire.
"Siamo obbligati, rassegnati."
 
See anybody could be bad to you, 
 
Aveva ragione cazzo.
 
"Andrea, devo ammettere che ti
sto odiando in questo momento, sai?"
 
"Ti voglio bene anch'io",
risposi tranquillo.
 
Mi limitai ad aprire un occhio
e ad accennare un piccolo sorriso.
"Questa me la segno, sappilo."
 
you need a good girl to blow your mind, yeah
 
 
 
 
Alla fine arrivammo di corsa a scuola,
in tempo per l'ultima ora, quella di matematica
con la Severi.
 
Ci impiegai un po' prima di riuscire
a falsificare a regola d'arte anche la
firma del dottor Latorre, ma se volevamo
entrare con quattro ore di ritardo,
riuscire nell'impresa era d'obbligo...
visto che dei nostri genitori ancora
non se ne sapeva nulla!
 
Quando bussammo alla porta
non potei fare a meno di notare le
facce stupite della Severi e
dei nostri compagni di classe.
 
"Martin! Latorre!", esclamò la prof.
"Come mai entrate a quest'ora?",
domandò, chiaramente
sorpresa nel vederci insieme.
 
Che gli raccontavamo adesso?
 
Bang bang into the room
 
"Suo padre", cominciai a spiegare a macchinetta.
"Ieri notte ha fatto un brutto incidente.
Mia madre, dopo che gli aveva rifiutato una proposta
di matrimonio, è dovuta andare a prenderlo
e io sono andato ad avvisare Andrea visto che
nessuno riusciva a telefonargli...
Se non fosse che la prossima settimana abbiamo
compito con lei e alle due dobbiamo
fare un corso, non saremmo neppure venuti", 
conclusi, guardandola tranquillo.
Niente era meglio della pura,
semplice e schiacciante verità.
 
E tutta sta roba da dove usciva fuori?!
Okay la storia dell'incidente,
ma il particolare sul matrimonio
mi pareva esagerato!
 
"Caspita!", esclamò la Severi,
segnando una 'x' a caso sui nostri
permessi, senza neanche degnarli
di uno sguardo.
Tutto il mio impegno, sprecato...
 
"Sembra più avvincente di una soap opera!",
commentò. "Fatemi sapere come andrà avanti, eh!",
si raccomandò.
 
"Certamente prof", risposi.
 
(I know you want it) 
 
"Andrea!", mi salutò Samantha
tutta contenta non appena mi sedetti
di fianco a lei.
"Che è successo? Mi stavo chiedendo
che fine avessi fatto!"
 
"Certo che potevi sforzarti
per inventare una scusa migliore...",
commentò Ella non appena
mi sistemai vicino a lei.
 
"Ciao anche a te!",
risposi.
 
"Che tra l'altro non sai che ti sei
perso oggi!", continuò su di giri.
"Riboni  ha detto che sono una
delle migliori allieve che abbia mai
avuto! Capisci?! Davanti
a tutta la classe!"
 
"Wow!", commentai.
"Stai scherzando?!"
Riboni che si lasciava
andare a certi sentimentalismi
era una cosa a cui non potevo
credere.
 
"No, no! Ti giuro!", fece lei.
"Chiedilo a chi vuoi!"
 
Bang bang all over you 
 
"Da quando hai deciso
di farti Andrea, per curiosità?",
domandò poi Ella.
 
"Guarda che non mi sono fatto Andrea!",
ribattei.
 
"Quella che hai addosso è una sua maglia, no?"
 
Abbassai lo sguardo osservando la maglia che
indossavo.
Sì, era di Andrea, che me l'aveva data
dopo che mi ero accorto di essere rimasto senza chiavi
di casa...quindi il tornare a casa mia per cambiarmi
e darmi una sistemata sarebbe stata una cosa impensabile.
Questo almeno finchè non sarebbe tornata mia madre.
 
"Sì", risposi alla fine. "E allora?"
 
(I’ll let you have it) 
 
"Tu invece che hai combinato
in tutto questo tempo?",
domandò poi.
 
"Giuro che se te lo raccontassi
non mi crederesti,
è tutto troppo assurdo!",
esclamai.
 
"Racconta! Racconta! Racconta tutto!",
ordinò lei.
 
Wait a minute let me take you there (ah) 
 
"Nulla...", fece lei. "È che sono
sempre stata convinta che Andrea
mi venisse dietro, non che fosse gay",
fece Ella come se nulla fosse.
 
"Infatti non è gay", confermai.
"E non è successo niente,
ci siamo trovati letteralmente
a dormire insieme, ma è stato un caso!"
 
"Sarebbe la prima volta che non tenti
di farti qualcosa che condivide il tuo stesso letto!",
commentò con una piccola risata.
 
"Infatti!", ridacchiai anch'io. "È così!"
 
"Caspita!", disse lei. "Che ti sta succedendo,
Alberto Martin?", mi prese in giro.
 
"Non lo so", risposi semplicemente.
 
Wait a minute tell you (ah) 
 
"Tuo padre ubriaco non riesco
proprio ad immaginarmelo!",
commentò Samantha.
"Alberto preoccupato
che passa la notte
con te poi!",
aggiunse dopo.
"Andrea, hai dimenticato
di raccontarmi qualcosa
per caso?"
 
"Non mi pare..."
 
Bang bang there goes your heart 
 
"Quindi secondo te,
Andrea avrebbe un debole per te?",
domandai poi.
 
"Non è un 'secondo me',
Alberto", rispose Ella.
"Ne sono convinta!
Basta guardare il modo in
cui mi guarda...da praticamente
quando sono arrivata qui!"
 
Questa era una novità.
 
"E...non ha mai fatto nulla in merito?",
provai a chiedere.
 
Ero piuttosto curioso.
 
"Coi suoi modi un po'
timidi e impacciati...
sì, qualcosina nel suo
piccolo ha provato a fare,
anche se tra molte virgolette",
rispose lei tranquilla.
 
(I know you want it) 
 
"Quindi la storia della proposta
di matrimonio di tuo padre
non è vera!?",
esclamò poi.
 
"Direi di no!", risposi.
"Credo che se lo sia inventato,
anche se non so il perchè!"
 
"È un bravo ragazzo",
commentai. "Potresti anche prendere
in considerazione l'idea di dargli una
possibilità."
 
"Dì la verità, ci tieni molto a lui, non è vero?",
mi chiese lei di punto in bianco.
 
"Di cosa parli?", domandai perplesso.
 
"Di Andrea", rispose lei tranquillamente.
"Si vede dal modo in cui vi guardate
che c'è qualcosa tra voi due", spiegò.
 
"Tipo con la faccia da pesce lesso?",
domandai alquanto preoccupato.
 
"No, no!", fece lei. "Non è che vi
guardate come si guarderebbero
due persone innamorate!", provò
a spiegare. "Avete un modo
di guardarvi tutto vostro...",
ci pensò un po' su.
"...hai mai visto una gatta
alle prese coi suoi piccoli?",
domandò poi.
 
"Vagamente...", risposi. "Perchè?"
 
"Perchè una gatta i suoi piccoli
li osserva sempre con due
occhi ben spalancati, grandi, tondi...
e uno sguardo che è un misto
di attenzione e curiosità...
Facci caso quando ti capita!"
 
"Me ne ricorderò", ridacchiai.
 
In quel momento mi venne in mente la sera
prima, quando mi ero intestardito a voler tenere
Andrea praticamente in braccio...
 
"Comunque per darti
un'idea, tu e Andrea
vi guardate allo stesso modo,
secondo me. Si vede
che vi preoccupate
l'uno dell'altro."
 
"Ma io mi preoccupo
anche di te!",
le feci notare.
 
Back, back seat of my car 
 
"A proposito!", fece poi Samantha.
"C'è una cosa che ti devo dire!",
esclamò con uno sguardo furbetto.
 
Rimasi a guardarla senza capire.
 
"Sì...", fece Ella.
"Ma tu ti preoccupi di me
perchè ci conosciamo,
abbiamo fatto amicizia
e tutto il resto! Con
Andrea invece sembra
proprio che lo facciate
per istinto! È dal primo
giorno che non ho potuto
fare a meno di notarlo!",
spiegò.
 
"E questa è una cosa...",
provai a dire. "...positiva?"
 
"Sinceramente, Alberto,
devo ammettere che a volte
vi invidio!", confessò.
 
"Perchè mai?", domandai perplesso.
 
"Perchè sembra che non possiate
farne a meno di comportarvi così
l'uno verso l'altro!
È una cosa incredibilmente...", fece una pausa.
"...dolce."
 
"Ehi! Guarda che io ci tengo anche a te!",
esclamai convinto.
 
(I’ll let you have it) 
 
"Anch'io", rispose lei.
 
"Da dove ti viene tutta questa
malinconia oggi?", domandai poi.
 
"Dal fatto...", sospirò. "Che oggi
è uno di quei giorni del mese in cui una
ragazza si trasforma in un potenziale
serial killer...", spiegò. "E dal fatto
che ieri sera sono stata mollata",
aggiunse poi abbassando lo sguardo.
"Quindi possiamo dire
che oggi non è proprio una grande
giornata per la sottoscritta!"
 
"Ella si è mollata col fidanzato?!",
esclamai allibito.
 
"È stata mollata!", puntualizzò
Samantha.
 
"Come ha potuto mollarla!?",
esclamai ancora più sconvolto.
 
"Capisco...", dissi piano. "Mi dispiace"
Presi delicatamente la sua mano,
per stringerla appena, sperando con
quel gesto di confortarla
un poco.
 
"Personalmente non mi è mai
piaciuto il tuo ragazzo",
dissi poi.
 
"Perchè?", domandò Ella.
"Che aveva che non andava?"
 
Mi voltai a guardarla
negli occhi.
"Guardati", dissi.
"Sei maggiorenne e
ti imbottisci ancora il reggiseno
come una ragazzina!"
 
"E allora?!", esclamò
arrossendo.
 
"Una ragazza non dovrebbe arrivare a farlo,
soprattutto se è fidanzata", spiegai.
 
"A Fabio piacevano le curve...",
rispose Ella.
 
 
Wait a minute let me take you there (ah) 
 
"Andrea, concentrati!", esclamò Samantha.
"Non ci interessa il perchè il fidanzato l'abbia mollata.
Ci interessa che è libera, giusto?"
 
"Giusto!", risposi.
 
"Bene! Quindi ora, finalmente TU", disse
indicandomi fino a toccare il mio petto con l'indice.
"Potrai provarci con lei!",
sentenziò.
"È la tua occasione ragazzo!"
 
"Questa è la chiara dimostrazione
che non ti amava, no?", ribattei.
"Se lo avesse fatto non credo che ti saresti
ridotta a tanto."
 
"Hai finito di farmi la morale?", domandò lei.
 
"Dì che non ti va di affrontare un argomento del genere!",
la presi in giro. "Sei una ragazza con un'intelligenza e una
furbizia incredibile...ma quando si tratta di ragazzi
diventi scema!", scoppiai a ridere.
 
"Nessuno è perfetto!", ribattè lei cercando di sembrare
offesa e mettendo su il broncio.
Peccato che scoppiò a ridere due secondi dopo.
 
"Ella! Ella!", sospirai poi. "Che devo fare con te?"
 
"Ma...ma...Ma come?!", esclamai
esasperato, completamente
preso alla sprovvista.
 
"Sabato sera darò una festicciola a casa mia...",
cominciò a spiegare Samantha col suo sorrisetto sadico.
"Con anche i nostri amici...dei maschi solo quelli simpatici ma cessi,
così ci penseranno bene prima di rompere le palle!",
continuò. "Poi inviterò lei e inviterò anche te,
così finalmente comincerete a vedervi pure fuori
di qui! Tu cerchi di passare un po' di tempo con lei,
chiacchierate, ridete, conversate, ecc...",
continuò.
 
"Okay..."
Inutile dire che mi stava già salendo l'ansia.
 
"Andrea...", mi fece poi Samantha. 
"Stai tranquillo...è solo un modo
per cominciare a conoscervi meglio
per il momento. Vedila così!",
cercò di rincuorarmi.
 
"E se non viene?!",
domandai piuttosto agitato.
 
"Oh...", sospirò lei.
"Ti garantisco io che farò
di tutto per convincerla a venire
se necessario!"
 
"E...io come mi dovrei comportare poi!?",
domandai. "Con lei intendo!"
 
Samantha scoppiò a ridere.
"Basta che ti comporti normalmente!
Sii spontaneo", disse poi. "Alle ragazze piace!"
"Comportati da Andrea Latorre, insomma!",
disse alla fine.
 
"Samantha...", feci poi. "Grazie",
dissi sincero.
 
"Figurati, Andrea", rispose lei
con un enorme sorriso.
"Questo ed altro per il mio
migliore amico!"
 
Wait a minute tell you (ah)
 
 
 
 
 
 
Erano le due meno dieci.
La scuola si era letteralmente svuotata.
La palestra era stata sistemata a dovere
con stereo, casse e specchi in bella mostra ed era
pronta ad accogliere i prossimamente-ballerini...
Mancavano solo i prossimamente-ballerini, appunto!
 
"Tra un po' ci siamo",
provai a dire.
 
Dio mio, più si avvicinavano le due,
più mi saliva l'ansia, la nausea e chi
più ne ha più ne metta.
 
Se continuavo così, avrei vomitato prima delle due!
 
E meno male che ero a stomaco vuoto pure!
 
"Già...", bofonchiai con il filtro della sigaretta in bocca.
"Tra poco saranno qui", dissi intento a sistemare
filtro e tabacco dentro una cartina.
 
"Non hai l'ansia?", domandai.
 
"Sì!", risposi dopo aver passato la lingua
sulla cartina. "Parecchia anche!"
 
"Non sembra", commentai.
 
"Neppure tu sembri in ansia, Andrea",
dissi accendendomi la quinta sigaretta
nell'ultimo quarto d'ora,
ricominciando poi a grattarmi
in punti in cui sentivo
dei leggeri pruriti immaginari.
 
"Guarda se non sembro in ansia",
mi limitai a dire
mettendo le mani in bella mostra.
 
"Caspita!", esclamai dopo la prima aspirata.
Osservai le sue mani tremare come delle foglie.
"Vuoi fare un tiro?", domandai poi.
 
"No, grazie", risposi
rimettendo le mani nelle tasche della
giacca  e osservando
il cortile della nostra scuola
ormai completamente deserto.
 
"Sicuro?",
domandai di nuovo.
 
"Sì", risposi.
"Odio l'odore del fumo",
spiegai.
 
"Questo è un problema!",
esclamai, sventolando una
mano per cercare di diradare
il fumo il più in fretta possibile.
 
"Perchè?", domandai
tornado a guardarlo.
 
"Perchè io fumo a manetta,
soprattutto quando 
sono nervoso!",
spiegai.
"Si parla di picchi di due,
qualche volta tre,
pacchetti al giorno!
Questo quando non
c'ho voglia di girare le
sigarette!"
 
"Che viziatello",
lo presi in giro
scoppiando
a ridere.
 
She might’ve let you hold her hand in school, 
 
"Viziatello lo vai a dire a qualcun'altro",
ridacchiai.
 
"Dei nostri genitori si sa qualcosa?",
domandai cambiando argomento.
"Ho provato a chiamare mio padre prima, 
ma il suo cellulare sembra non dar
segni di vita!"
 
"Mia madre mi aveva scritto
stamattina un messaggio
per avvisarmi che c'era
qualche rogna da sistemare
coi carabinieri...", raccontai.
"Però non dovrebbe essere
nulla di particolarmente lungo!
Se vuoi casomai dopo, quando
abbiamo finito, la chiamo
per sapere di tuo padre",
proposi. "Magari riesce
a farti parlare direttamente con lui."
 
"Grazie."
 
"E di cosa?",
dissi sorridendo appena.
 
Con la coda dell'occhio
notai poi una figura
piuttosto larga
avanzare verso di noi.
"Sta arrivando la prof",
sentenziai, affrettandomi
a spegnere la sigaretta
contro il bordo del cestino,
prima di buttarcela dentro.
 
Osservai la nostra insegnate
venire nella nostra direzione
seguendo un tragitto irregolare,
agitando le mani per aria...
sembrava che stesse...danzando?!
Almeno questo nelle sue intenzioni,
perchè il risultato era piuttosto ridicolo...
 
"Salve, creature!", esclamò non appena
ci fu vicino. "Vado dentro...fa piuttosto
freddo qua fuori!", disse,
agitando un braccio per aria
in una maniera alquanto bizzarra.
 
"Certo prof", risposi cercando di mantenere
un atteggiamento serio.
 
"Sapete...mi sarebbe sempre piaciuto
fare la ballerina", aggiunse poi
prima di andarsene, facendoci
l'occhiolino.
 
"Credo che...", cominciai a dire
mentre la osservavo allontanarsi.
"...non abbia esattamente capito
di che tipo di ballo si tratti",
commentai.
 
"Io credo che non abbia
proprio idea di quello che dice,
Andrea!", esclamai.
 
"È la nostra prof di ginnastica",
gli feci notare.
"Che ti aspetti?"
 
"Pietà", risposi. "Ecco cosa mi aspetto!
Un po' di pietà!"
 
"E poi sarei io il melodrammatico?!"
 
"Sempre e comunque! Andrea, ti sei mai visto
per caso?"
 
"Vaffanculo!", ridacchiai.
 
"Sentilo!", esclamai scandalizzato. "Che termini
scurrili che mi tira fuori il signorino!",
lo presi in giro.
 
"Fottiti!", ribattei,
scoppiando a ridere subito dopo.
 
"Lo farei volentieri se ci fossero ragazzi carini
in circolazione!", risposi.
 
Continuavo a ridere senza
riuscire a fermarmi un attimo.
"Quanto sei scemo!",
riuscii ad articolare alla fine tra
una risata e l'altra.
 
"Sempre e comunque!", ripetei
convinto.
 
Era bello vederlo ridere...
 
but I’mma show you how to graduate 
 
"Senti...", feci poi,
guardando l'ora sul cellulare.
"Sono praticamente le due.
Che facciamo? Vogliamo entrare?",
domandai.
 
"Okay", risposi. "Andiamo."
 
"E andiamo!"
 
"Posso farti una domanda?", chiesi dopo un po',
mentre eravamo intenti a varcare l'ingresso
della nostra scuola.
 
"Mi dica", risposi tranquillamente.
 
"Come mai hai inventato quella storia
sulla proposta di matrimonio?", domandai.
 
"Non l'ho inventata", dissi.
"È la verità."
 
"Cosa?!", esclamai.
Ero sconvolto.
 
"Non ne so molto", spiegai. "So solo
che tipo tuo padre ha chiesto a mia madre
di sposarlo...e lei gli ha risposto di no.
Da lì penso tu sappia cosa sia successo dopo..."
 
Certo che lo sapevo.
 
Era tornato a casa ubriaco,
ecco cos'era successo.
 
No, I don’t need to hear you talk the talk, 
 
"Comunque...", cominciai a dire,
notando il suo cambiamento d'umore.
"Sono stato bene ieri sera.
Potremmo rifarlo qualche volta",
proposi. "Se ti va."
 
Mi ritrovai a sorridere.
"Possibile che stai tutto il tempo
a monitorare il mio umore?",
commentai.
 
La verità era che gliene ero grato
in quel momento.
 
"Perchè? Ti da fastidio forse?",
domandai ricambiando il suo sorriso.
 
"No", risposi.
 
just come and show me what your momma gave
 
"Tutti hanno dei momenti no",
spiegai. "Ti toccherà risollevarmi
il morale prima o poi come ora sto
facendo io", scherzai.
"E non credere che sarà facile!"
 
"Vedremo se sarò all'altezza...",
acconsentii.
 
(Oooh yeah) 
 
Dio, quanto mi faceva tenerezza in quel momento...
 
Volevo essergli vicino.
 
Volevo che mi sentisse vicino....
 
"Ehi", feci poi. "Vieni qui,
fatti abbracciare",
dissi aprendo un poco le braccia.
 
Probabilmente ero più io che
sentivo il bisogno di farlo.
 
"Guarda che non
ho tre anni", gli
feci notare.
 
Tuttavia non me lo feci
ripetere due volte.
 
"Io sì però...",
sussurrai avvolgendolo tra le mie braccia.
 
Di nuovo quella sensazione di protezione
e di sicurezza.
 
Di nuovo quella sensazione di essere amato.
 
(Your love gotta be baby, love but don’t say a thing) 
 
Mi ritrovai a rispondere al suo abbraccio.
 
Sentii d'un tratto le sue braccia
circondarmi i fianchi,
stringendomi di più a lui.
 
"Ehi, guarda che potrei pure
abituarmi ad una cosa del genere, sai?",
dissi dopo un po', ridacchiando piano.
 
"Spero che tu ti stia riferendo
solo all'abbraccio", lo presi in giro.
 
"Possibile che pensi sempre male?",
domandai fintamente offeso.
 
"Possibile che tu parli sempre?",
ribattei, scoppiando a ridere.
 
"Sempre meglio di te che non parli mai!", ribattei a mia volta.
 
"Questo non è vero!",
risposi non smettendo di ridere.
 
See anybody could be good to you,
 
Mi sentivo stranamente felice
in quel momento...
 
...Dio se lo ero!
Con lui lo ero.
 
you need a bad girl to blow your mind
 
Purtroppo la cosa durò qualche
istante, ossia il tempo che la prof
ci mise a spuntare fuori dalla
porta, preoccupata di venirci a chiamare.
 
"Oh, siete qui!", esclamò. "Stavo per venirvi
a cercare ragazzi!"
 
"E invece siamo qui",
risposi staccandomi da Andrea.
 
Lo guardai divertito
e per poco non
scoppiammo a ridere.
 
"Meglio entrare!",
esclamai non appena vidi
la prof scomparire di nuovo
in palestra.
 
"Sarà meglio!"
 
 
 
 
Bang bang into the room
 
"Ragazzi!", cominciò ad urlare
subito la prof non appena entrammo.
"Qui c'è uno dei vostri allievi!",
esclamò, enfatizzando l'ultima parola,
guardando poi con un sorrisino
inquietante un povero ragazzino
che stava tenendo lì a conversare.
 
Povero ragazzo!
 
Osservai attentamente l'unico
altro ragazzo oltre a noi.
 
Si trattava di qualcuno che
dovevo conoscere in qualche
modo, anche se non mi ricordavo
il nome.
 
"Lui è Edoardo!", ce lo presentò la prof
non appena li raggiungemmo.
 
"Piacere", si limitò a dire il ragazzo,
in maniera educata ma un po'
impacciata.
 
Si trattava di un ragazzino piuttosto snello.
 
Occhi e capelli scuri.
 
Poteva avere più o meno...quindici anni?
 
Aveva dei caratteri abbastanza
ordinari.
 
Si poteva dire che era carino,
ma nulla di particolare.
 
Indossava dei pantaloncini scuri, una maglietta tinta unita
e un paio di quelle scarpe palesemente da corsa
con la punta del piede che andava verso l'alto...
 
Ordinario.
 
(I know you want it)
 
"Tu!?", il filo dei miei pensieri
venne interrotto dagli urli isterici di una
qualche voce femminile. "Qui?!"
 
"Perchè?!", s'intromise poi una
voce maschile. "Che ho fatto di male?!"
 
"Che ho fatto IO di male!", esclamò la proprietaria
della voce femminile,
sbucando fuori dalla porta e camminando a
grandi falcate.
 
Si trattava di una ragazza della nostra stessa età,
sempre del quinto anno, ma di un'altra sezione.
 
Corpo atletico, sinuoso...
avvolto in paio di pantaloni
larghi col cavallo basso
di un rosso scuro
e in due tre canottiere
in diverse tonalità
di bianco che lasciavano
scoperte abbondanti
porzioni di pelle.
 
Per finire il tutto poi,
ai piedi portava un paio di Nike Air
perfettamente bianche.
 
Chioma rossa, riccia e voluminosa.
Occhi scuri.
Pelle pallida.
 
Da mozzare il fiato, insomma.
 
Inutile dire che era una ragazza bellissima.
 
Subito dopo di lei entrò un ragazzo,
sempre della stessa età.
Un tipo abbastanza particolare...
Capelli scuri.
 
Spettacolari occhi chiari...
...anche se in uno di essi c'era
una macchiolina marrone sull'iride.
 
Che però non rovinava per niente il tutto.
 
Piercing ai lati della bocca come
se fossero due canini...
 
Un paio di dilatatori per le orecchie.
 
Sembrava un tipo abbastanza singolare.
Nonostante il look piuttosto ordinario
che consisteva in pantaloni
larghi della tuta e maglietta.
 
Gli avrei dato volentieri una stuprata...
Piccola piccola.
 
Bang bang all over you
 
"Ma che problemi hanno quei due?",
esclamò di punto in bianco una terza voce
maschile...un po' tanto da effemminato 
dovevo ammettere...
 
"E stai ancora a chiedertelo?!", scoppiò a ridere
un'altra ragazza fermandosi
all'ultimo sulla porta.
 
"Io non ne posso più!", urlò in un
improvviso attacco isterico l'effemminato,
che altri non era che un ragazzo dalla pelle
scura...coi capelli corti e tinti di biondo...
gli occhiali...
 
Dio mio, ma da dove spuntava sta gente?!
Osservai il tizio dalla voce stridula e dalla
camminata volutamente sculettante
attraversare tutta la palestra
e frenare di colpo davanti alla rossa
e al ragazzo da stupro.
 
"Tu!", strillò cominciando a gesticolare
verso la ragazza carina.
"E tu!", aggiunse poi verso il ragazzo
dall'aspetto inquietante.
"Vi avverto!", li ammonì. "Con i vostri continui
battibecchi avete rotto! ROTTO! Sono costretto
a starvi a sentire: in classe,
in palestra, al corso di hip hop,
il sabato sera con il resto degli amici",
disse contando con le dita della mano.
"E adesso anche qui?!",
disse poi indicando per terra.
"Sappiate che mi sono iscritto
a sta cosa perchè speravo di riuscire
a fare qualcosa in cui non ci foste
voi due a rompere i cosiddetti co...",
solo in quel momento realizzò
che c'era anche la nostra prof.
 
"...cari cimeli e gioielli vari di famiglia!",
riuscì a dire alla fine, salvandosi brutalmente
dall'occhiataccia che gli stava già rivolgendo
la nostra prof.
 
Simpatico il tipo.
 
(I’ll let you have it)
 
"Ahahah!",
una risata rieccheggiò
per tutta la palestra.
"Bravo François! Ben detto!",
esclamò la ragazza
che era rimasta indietro,
appoggiandosi allo
stipite della porta della
palestra.
 
Capelli biondi e corti.
Occhi scuri.
Viso tondo
e sorrisone...
 
Ma io la conoscevo quella!
 
"Dana!", sentii esclamare di punto in bianco
da Andrea, tanto che a momenti avrei
perso un battito.
Lo vidi trotterellare tutto contento
verso l'ultima arrivata.
"Oh mio Dio!", urlò ancora più forte quella.
"Andrea! Amore mio! Che ci fai qui?!", gridò correndogli
incontro.
Una volta che lo ebbe raggiunto
lo abbracciò riempiendolo di baci
su tutta la faccia.
 
Com'era che io non riconoscevo nessuno
di questi ragazzi?
E sì che andavamo nella stessa scuola!
 
Mah...
 
Wait a minute let me take you there (ah)
 
"Dana!", esclamai di nuovo tutto contento
non appena ci staccammo dall'abbraccio.
 
"Anche tu qui?!", domandò lei
euforica.
 
"Io!?", esclamai. "Io in teoria sarei l'istruttore!
Tu che ci fai qui?!", ripetei.
 
"Oddio, tu sarai l'istruttore?",
esclamò lei sorpresa.
"Giuralo! No! È troppo bello quello
che mi stai dicendo!"
 
Qualcuno poteva spiegarmi che
cavolo stava succedendo?!
 
Wait a minute tell you (ah)
 
"Lei è Diana!", esclamai verso Alberto,
vedendo la sua faccia leggermente sconvolta.
 
"Abbreviato, Dana!", aggiunse lei.
"Puoi chiamarmi pure così!",
disse porgendo una mano verso
Alberto.
 
"Alberto", risposi
stringendole  delicatamente la mano.
"Piacere mio."
 
"Lui sarà l'altro istruttore",
le spiegai.
 
"Fantastico!", esclamò Dana
sgranando gli occhi.
 
"Qualcuno mi vuole presentare?",
strillò poi il tizio palesemente gay,
facendo il broncio all'amica.
 
"Lui è Andrea", fece Dana rivolta all'amico, 
prendendomi sotto braccio. "Abbiamo fatto 
hip hop insieme qualche anno fa",
spiegò.
 
Ecco com'era che si conoscevano...
 
"E lui è...Alberto, giusto?", fece poi la bionda chiedendomi conferma.
 
"Yes!", mi limitai a rispondere con un cenno della testa.
 
"E sono gli istruttori!", finì così di spiegare la tipa..
 
"Lui invece, ragazzi", disse poi Dana
rivolta verso me e Alberto. "È François!"
 
"Piacere...", fece lui tendendomi la mano.
 
"Piacere mio!", risposi.
 
Bang bang there goes your heart
 
"Io invece sono la professoressa di ginnastica!",
s'intromise di punto in bianco la nostra prof,
che nel frattempo si era avvicinata sempre di più
al nostro piccolo gruppetto con occhi scintillanti.
 
"Piacere!", fece François con un sorriso
a trentaquattro denti che sembrava
piuttosto tirato.
 
Inutile dire che si vedeva lontano
un miglio che non gliene poteva fregare nulla.
 
"E quei due là?", domandai dopo un po',
visto che ero piuttosto interessato
a saperne di più sul tizio da stupro.
 
"Erica!", gridò la rossa, intenta a sistemare
la borsa in un angolo lontano della palestra. 
"Mi chiamo Erica! Piacere di conoscervi!"
 
"Tanto non gliene frega niente a nessuno!",
esclamò in risposta il tizio da stupro,
piazzandosi vicino a François.
 
"Nessuno ti ha chiesto di parlare, Alex!",
ribattè la rossa.
 
"Stai zitta, strega!",
rispose il tizio da stupro.
 
"Stai zitto tu!", ripetè la rossa,
mentre ci raggiungeva.
 
"Altrimenti che fai?!",
sfottè il ragazzo da stupro.
 
(I know you want it)
 
Notai François alzare gli occhi al cielo,
spazientito, e Dana vicino a me guardare male Alex.
 
"Alex?", cominciò poi Dana. "Se non
la pianti di fare il cretino maschilista
ti faccio conoscere i miei due migliori amici",
sibilò in tono minaccioso. "Ti presento Ti-spacco",
disse alzando il pugno sinistro in bella vista.
"E Quella-faccia-da-cretino-che-ti-ritrovi!",
aggiunse poi alzando anche il pugno destro.
"Loro non vedono l'ora di conoscerti, sai?"
 
Cercai di trattenere una risata.
Dana non era cambiata di una virgola!
La solita Picchia-maschi incallita!
 
No, il suo bel faccino no...
 
Ci sarei rimasto piuttosto male!
 
"Quando vuoi!", rispose il ragazzo cercando
di non lasciarsi intimidire.
In realtà arretrò di qualche passo.
 
"Non sono mica come uno di quegli schifosi tizi gay!",
aggiunse poi, alzando con fierezza il mento.
 
Uccidetelo.
 
Ora.
 
E qualcuno mi porti la sua testa su un vassoio d'argento...
 
 
Back, back seat of my car
 
"Che mente retrograda...", disse François
con tono esasperato e guardandolo con autosufficienza.
 
La tipa rossa nel frattempo
si unì alla nostra allegra combriccola,
andandosi a piazzare tra François
e Diana, mettendosi poi a fare la linguaccia
ad Alex...il classico ragazzo dal faccino
fenomenale...ma dal carattere che ti fa
cascare la braccia a terra...
 
(I’ll let you have it)
 
I quattro poi cominciarono un'animata
discussione fatta di continui e fitti botta e risposta.
 
Nel frattempo, dietro di loro, la prof
prese a fare un gesto con la mano
nel disperato tentativo di farsi vedere
(e salutare) nel mentre in cui
se ne stava andando.
 
"Arrivederci!", la salutai.
Ovviamente fui l'unico però...
 
Dopo qualche istante, notai Alberto,
completamente immobile e con un'espressione
indecifrabile negli occhi.
 
Staccai piano le mani di Dana
da sotto il mio braccio e mi
avvicinai a lui.
 
Wait a minute let me take you there (ah)
 
“Beh?”, sentì d’un tratto sussurrarmi vicino.
“Che dici?”, riconobbi immediatamente
la voce di Andrea.
 
“Dico che...”, ridacchiai tornando
a guardare quegli strani quattro tizi
usciti da chissà dove. “Sarà dura se questi
litigano sempre così animatamente...”
 
“Bene!”, esclamai poi a voce più alta per farmi sentire
anche dagli altri. “Ragazzi, dai che cominciamo a fare qualcosa!”
 
Wait a minute tell you (ah)
 
 
 
 
 
E fu così che, visto che avevamo perso mezz’ora,
facemmo stretching alla velocità della luce...
in cinque minuti, il minimo essenziale.
 
Per continuare poi con una mini-coreografia
che mi inventai al momento, alquanto stupida...
ma era solo per far passare il tempo.
 
Con gli avvenimenti
dell’ultimo periodo
mi ero completamente
dimenticato di pensare 
a qualcosa per oggi.
 
Comunque, si poteva dire che io e Andrea
stessimo sopravvivendo alla grande per il momento!
 
Alquanto imbarazzante il fatto di stare davanti
a tutti gli altri, che bisognava dirlo, erano parecchio
bravi, sciolti, puliti e precisi...si vedeva lontano un miglio
che avevano la stessa insegnante però, donna sicuramente,
visto gli sculettamenti e i movimenti di bacino con cui
rivisitavano i miei passi.
 
Mi piaceva un botto lo stile di Alberto,
molto fluido anche il suo, sinuoso per certi versi,
senza mai però cadere nel femminile...
 
Magari avessi avuto la sua stessa pulizia nei movimenti.
 
Di Andrea invece mi rapiva l’energia che
riusciva a metterci, contrariamente a quanto
poteva sembrare calmo e tranquillo da fermo,
era come vedere una bomba ad orologeria esplodere.
 
Grinta, entusiasmo ed energia.
 
Difficile da immaginarselo, ma mi piaceva molto la cosa.
 
 
L’ultimo che rimaneva poi...
 
...era il ragazzino che si chiamava Edoardo.
 
Che se ne stava all’estrema sinistra,
dietro me ed Andrea,
vicino a Diana e a tutti gli altri.
 
Si vedeva che era la prima volta che lo faceva.
 
E per essere la prima volta se la stava cavando
egregiamente.
 
Considerato che riusciva abbastanza bene
a stare al passo con gli altri.
 
Si perdeva un po’ più spesso, certo...
 
Ed era fortemente a disagio, si vedeva.
 
Ma era un grande solo per il semplice fatto di essere lì.
 
Per non parlare poi dell’impegno che ci metteva.
 
It’s Myx Moscato 
 
“E...cinque! Sei! Sette! E otto!”,
urlai per l'ennesima volta a scuarciagola,
cercando di sovrastare la voce di Nicki Minaj,
che stava per partire con la sua parte reppata.
 
E...si parte!
 
Pugno sinistro in alto,
con un lieve passetto in avanti...
 
It’s frizz in a bottle 
 
Stessa cosa con il pugno e piede destro.
 
It’s Nicki full throttle 
 
Le mani poi si univano sopra la testa.
 
It’s oh, oh 
 
Per poi cominciare a roteare
come nella migliore tradizione
del Vogue style.
 
Mi sentivo un elicottero...
 
Ahahah!
 
Era troppo divertente e io mi sentivo tanto stupido!
 
Swimming in the grotto 
 
Le mani poi scendevano da dietro
la nuca, per scivolare poi lungo il petto.
 
We winning in the lotto 
 
C’era poi quella cosa del ginocchio destro
che si piega per dare l’illusione che colpisca a distanza
quello sinistro, per poi partire e scivolare verso sinistra...
 
Per quella roba dovevo fissare Andrea per i tempi,
visto che era stata una cosa che aveva proposto lui
e io sbagliavo ogni volta che lo facevo.
 
We dipping in the pot of blue foam 
 
Giro poi il braccio destro
e mi accuccio giù...
 
Le gambe cominciavano a protestare per quella cosa,
mi pareva di dover muovere due macigni.
 
Kitten so good 
 
Poi si salta su...
Grazie a Dio ero riuscito a
convincere Alberto a tornare su
nello spazio di tre tempi...
altrimenti qualcuno si
sarebbe giocato le ginocchia...
 
Lui e il suo “ma un tempo è più che sufficiente!”
 
It’s dripping on wood 
 
Onda col corpo,
tendendo ferme le gambe
per fare poi un pas de bourrée!
 
E adesso veniva la parte che più temevo.
 
Get a ride in the engine that could 
 
E...piroetta!
 
Go, Batman robbin’ it 
 
Mi lanciai col mio precario equilibrio
verso l’ignoto...
 
Bang, bang, cockin’ it 
 
Ritrovandomi poi davanti ad Alex.
 
Queen Nicki dominant, prominent 
 
In questo punto però non mi pareva che nella canzone
ci fosse qualcuno che ridesse...
 
No aspetta, non era la canzone.
 
It’s me, Jessie, and Ari 
 
Ero scoppiato letteralmente a ridere.
 
Era Andrea che stava ridendo.
 
If they test me they sorry 
 
Provai a seguire gli altri,
ma il risultato fu che continuavo
a ridere e a sbagliare.
 
Così alla fine mi lasciai andare per terra.
 
Riders look like a Harley 
 
“Si può sapere che hai?”, domandai, cercando di andare avanti col pezzo
e guardando divertito la sua faccia completamente rossa
e piena di lacrime.
 
Then pull off in this Ferrari 
 
“La...la piroetta!”, ansimai.
“È inutile, sono impedito!”,
continuando a ridere
come un deficente.
 
If he hanging we banging 
 
Non pensavo che una piroetta potesse
costituire una tale minaccia.
 
Non c’era stata una volta in cui qualcuno non l’avesse sbagliata...
Persino io che avevo avuto la geniale idea di mettercela dentro!
 
Phone ranging, he slanging 
 
“Alberto...non ce la faccio!”
 
It ain’t karaoke night but get the mic ‘cause he singing
 
“No Andrea, tu ti alzi e continui!”
 
B to the A to the N to the G to the uh 
 
“Non ce la faccio!”, continuiai
a ridere. “Lasciatemi qui!”
 
B to the A to the N to the G to the hey 
 
“Piantala, che così fai ridere anche me!”
 
See anybody could be good to you, 
 
“Tu non farci caso!”
 
you need a bad girl to blow your mind 
 
Come c’era da aspettarsi, nel frattempo,
anche gli altri avevano cominciato
a ridere, per cui alla fine nessuno riuscì
più ad andare avanti.
 
Di alzarmi da terra però proprio non
se ne parlava!
 
(your mind)
 
“Mi hai sabotato la coreografia!”,
esclamai, fintamente offeso.
 
Bang bang into the room 
 
“No, non è vero!”, urlai in risposta
e cercando di farmi scudo con le braccia
vedendo che Alberto stava prendendo
la rincorsa per saltarmi addosso.
 
(I know you want it)
 
“Oh, sì che è vero!”, dissi, fermandomi
all’ultimo davanti a lui.
 
Bang bang all over you 
 
“No!”, ridacchiai.
 
(I’ll let you have it)
 
“Dai su, alzati allora”, dissi
prendendogli le mani.
 
Wait a minute let me take you there (ah)
 
“No!”, cercai di rispondere
serio, ma scoppiando di nuovo
a ridere subito dopo
e facendo resistenza alla sua presa.
 
Wait a minute tell you (ah)
 
“Come vuoi...”, ridacchiai.
“Scommettiamo che ti faccio passare
la voglia di startene lì per terra?”
 
Bang bang there goes your heart 
 
“Voglio stare qui”, mugugnai contrariato.
 
(I know you want it)
 
“Certo...”, dissi mantenendo
la presa sulle sue mani e buttandomi a peso
morto sopra di lui.
 
Back, back seat of my car 
 
“Alberto, che fai?!”, esclamai con la
voce strozzata,
dal momento che mi atterò
sulla pancia.
 
(I’ll let you have it)
 
“Te l’avevo detto di alzarti”,
ridacchiai.
 
Wait a minute let me take you there (ah)
 
“Alberto! Cavati!”, gli urlai,
cercando di scacciarlo via,
sentendomi l’aria mancare
e cominciando nuovamente
a ridere come un cretino.
“Sei pesante, sai?!”
 
Wait a minute tell you (ah)
 
“Che esagerato...”
 
Bang, bang, bang, bang, bang, bang, bang
 
Se non si levava subito,
sarei crepato!
 
Ahahahah!
 
 
SPAZIO AUTORE:
 
Ciao a tutti ragazzi!
 
Vorrei dire solo che: oggi è una giornata pessima, veramente, per varie ragioni e per il fatto che appena aperto questo capitolo che avevo finito di scrivere sabato...mi sono ritrovato metà capitolo scomparso a causa dell’aggiornamento del tablet (prima o poi ti farò volare, stronzetto, sappilo...e volerai, volerai, volerai in alto...mu ahahah!) adesso vedi che per vendette mi cancella tutto di punto in bianco XD
Ho i nervi un po’ a pezzi T_T il motivo? Sono stupido io.
 
Come sempre ringrazio tutti quelli che leggono questa storia, ma un mega abbraccio particolare a tutti coloro voi che mi sostenete e consigliate con le vostre recensioni :3
 
Dai che Sway sta per raggiungere le 40recendioniXD sono taaaante *^*
 
Un abbraccio!
 
mr Apricot
  
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