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Autore: Hoi    02/10/2015    2 recensioni
I fatti narrati si svolgono dopo gli eventi del primo film
“Pronto! Aiuto ho investito una persona. Sono in via...” Dove cazzo ero? Mi guardai attorno nel panico. Non c’era neanche un fottutto cartello. Merda! Ma quella era New York. Una New York mezza distrutta e ancora in piena ricostruzione, ma pur sempre New York. Di certo avrebbero rintracciato la chiamata e sarebbero venuti ad aiutarmi.
“il numero da lei selezionato è inesistente”
“Cosa?!?!?!” Piena di sgomento guardai lo schermo. 118. Idiota! Idiota! Idiota!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ascensore non era grande. O meglio, era grande, ma non era una camera da letto… Insomma non ci potei stare sdraiato comodamente. Così dopo aver trascinato il signor Stark nell’abitacolo, lo avevamo dovuto stipare dentro a forza. Non si può dire che si stesse proprio scomodo, semplicemente era faccia a terra con le gambe in su, appoggiate alla parete. Forse la cosa più scomodo era avere 70 kili di donna sulla schiena… Ok, lo ammetto, al massimo quella donna potrà pesare 60 kili… I muscoli pesano, ok? Bhé, comunque la voglia di insultarla mi era passata. In fondo era improbabile che Stark ne sentisse li peso sotto tutta quella corazza… e poi essere calpestato da una donna, per uno come lui è quasi una punizione Karmica. Sì, in fondo se lo meritava proprio e sono certa che anche la signorina Potts sarebbe stata d’accordo con me e Natasha.
Erano passati pochi istanti da quando le porte dell’ascensore si erano chiuse, ma Davide e la Vedova Nera avevano già iniziato a confabulare qualcosa, in teoria il loro discorso riguardava anche me, ma io ero troppo intenta a stare rannicchiata su me stessa tenendomi il braccio dolorante per preoccuparmene.
Ovviamente però poter restare rinchiusa nel mio piccolo mondo di dolore era chiedere troppo, ci pensò Miss Superspia a venirmi a disturbare.
“Alzati e dacci una mano, dobbiamo girare Stark”
Sorrisi il più gentilmente possibile, pensando a quale epiteto la rispecchiasse meglio, devo dire che ero molto combattuta tra sociopatica e un più banale stronza.
“Lasciala stare… Con quel braccio è meglio che non si muova”
Ci voltammo entrambe verso Davide. Non mi guardava, era sicuramente ancora arrabbiato, ma almeno ci teneva ancora a me. Iniziai a sorridere come una deficiente, mentre Davide e Natasha cercavano di girare l’armatura. Non ci volle molto, anche se il moribondo quasi mi tirò un calcio in faccia. Quando finalmente fu in una posizione più umana, ossia seduto con la schiena contro le porte, la Vedova iniziò ad armeggiare con il suo elmo, mentre un brusio familiare riempiva il silenzio. Io… Sinceramente mi era passata anche la voglia di arrabbiarmi con Stark… Insomma cosa puoi dire ad uno che passa l’intero combattimento faccia a terra e prima ancora di essere liberato inizia già a lamentarsi.
“Non si apre così” “Devi… no! Non toccare lì” “è talmente semplice che potrei farlo bendato, perché non bla bla bla”
Insopportabile. Davvero, se fossi stata Natasha gli avrei sclerato in faccia. Fortuna che il viaggio in ascensore stava durando un po’ altrimenti non avrebbe fatto tempo a liberarlo. Solo allora me ne accorsi. Non ci stavamo muovendo. Feci un profondo respiro e chiusi gli occhi. Espirai mentre li riaprivo e facevo mente locale. Eravamo bloccati in ascensore, in una torre che stava per crollare. Bene. Ottimo.
Amore?
Parlai in italiano sperando di riuscire a tenere la Vedova fuori dalla conversazione. Sapevo che sarei risultata solo più sospetta, ma aveva messo già abbastanza zizzania. Davide si girò verso di me e per un attimo temetti che potesse fulminarmi… o meglio che volesse fulminarli, ma sembravo ancora viva quindi continuai.
“L’ascensore è fermo”
Lui alzò un sopracciglio. Doveva essere una cosa chiara da un po’ visto che se n’era accorta anche la spia rossa che lampeggiava ad intermittenza sul tastierino.
“L’ascensore si è bloccato, ora liberiamo Stark e poi proviamo ad uscite da sopra”
Per un piano del genere non serve essere una superspia, chiunque abbia una TV può escogitarlo e io ero abbastanza grande per sapere che fare le cose viste in TV è un idea del cazzo. Comprese quelle che dei programmi televisivi per bambini… Tipo Art Attack per dirne uno a caso. Cercai di mordermi la lingua ed essere gentile.
“Capisco che la signorina qui sappia bene il fatto suo, ma non mi sembra una grande idea. Insomma anche ammesso che riusciamo a salire poi? Non sappiamo neanche quanto sia in alto la prima porta. Senza contare che poi dovremmo riuscire ad aprirla quella porta e non è come nei film. Queste porte non le apri a mano, hanno un sistema di sicurezza che…”
Hai un piano migliore Francesca? Perché l’unica alternativa che vedo io è restare fermi qui fino a che l’ascensore non precipiti”
In realtà l’ascensore aveva freni idraulici e corde di metallo rinforzate, quindi non sarebbe mai precipitato, al limite la torre si sarebbe accartocciata sull’abitacolo schiacciandoci… ma forse questo era meglio tenermelo per me.
Magari siamo fortunati… Intendo dire, magari si è fermato solo per il protocollo anti incendio che è partito in ritardo. Quando la torre è sotto attacco Jarvis stacca l’elettricità dove non è indispensabile, ma si può farla tornare”
Lui mi guardava in silenzio. Un po’ guardava la mia faccia e un po’ il mio braccio. Per un attimo lanciai un occhiata alla Vedova Nera. Era perfetta cazzo. Neanche un capello fuori posto. Io invece dovevo sembrare una disperata. Ero coperta di terra, con un braccio livido, il viso graffiato e dio, non volevo sapere in che condizioni fossero i miei capelli. Potrò sembrare superficiale a pensare una cosa simile in un momento del genere, ma io non ero stupida né superba: sapevo bene che non potevo salvare il mondo, il mio quasi matrimonio invece… Per quello avrei potuto fare qualcosa forse. Un sonoro clang e un concitato “Era ora!” mi riportarono alla realtà. Stark era senza maschera e totalmente intenzionato a sapere cosa stesse succedendo. Iniziò a tartassarci di domande, visto che l’unica cosa che aveva visto lui del combattimento era stato il pavimento. Prima che chiunque potesse parlare lo interruppi, volevo che la prima versione ad essere sentita fosse la mia.
“Per farla semplice: i chitauri vogliono Loki morto, ma fanno fatica a distinguerci per l’aspetto, più che altro captano una specie di aura. Per questo Loki mi ha messo una specie di marchio, prima su una sciarpa e poi sul gesso, che mi faceva sembrare lui. Credo volesse che vi uccideste a vicenda… Comunque, prima durante la battaglia ho tagliato il gesso e per culo un chitauro si è avvicinato mentre Loki aveva in mano la formula. Credo che ora stiano combattendo… Io e Davide ti abbiamo trascinato dentro l’ascensore e ce la siamo data a gambe. Fine della storia”
La Vedova Nera mi fulminò con lo sguardo, non mi sembrava molto convinta. Probabilmente non credeva a nulla di quello che avevo detto.
“Credo che dovrai impegnarti di più se vuoi convincerci. Ad esempio iniziando a dirci cos’è lui”
Cos’è lui?! Come fosse un animale. Come fosse una bestia da etichettare. Fu un attimo, il sangue mi salì al cervello nello stesso tempo che miss superspia impiegò ad alzare il braccio e ad indicare il mio ragazzo col pollice, io scattai.
“LUI, brutta stronza, è quello che ti ha salvato il culo. Senza di LUI le porte dell’ascensore ti si sarebbero chiuse in faccia e tu saresti ancora là. Quindi vedi di ridimensionare i toni!”
Ero arrivata al culmine. Non riuscivo più a sopportare insinuazioni sul mio presunto coinvolgimento, ma più di tutto mi faceva impazzire che parlasse di Davide con quel tono. Lei mi guardava con calma, per nulla impressionata. Si mosse in un attimo e mi afferrò con forza la maglietta. Giuro che per un istante vidi una lama balenare nella sua mano.
“Sono un mutante”
La Vedova mi lasciò andare e si voltò verso di lui. Sembrava sorpresa e la cosa mi confuse, i mutanti al mondo sono pochi è vero, ma una che fa il suo lavoro doveva averne già visti molti. Eppure c’era uno strano silenzio teso nell’abitacolo. Era appunto per questo che non lo diceva dopo il ciao, per questo e per l’argomento Test di laboratorio.
“Appena si aprono le porte corri.”
Davide mi guardò dubbioso, ma io avevo sentito parlare di Hulk abbastanza a lungo per avere la sgradevole sensazione che presto avrebbero iniziato a discutere del “bene dell’umanità” e delle “possibili ripercussioni sul progresso scientifico”.
“Va via. Fidati. Vattene prima che arrivi qualche agente governativo o prima che –Lancia un occhiata tesa a Natasha, cercando il coraggio di dire quella frase che tanto mi terrorizzava- inizino a parlare di una cura”
Natasha mi sorrise era chiaro che non gradisse sentirci parlare in una lingua sconosciuta. Peccato. Bé, se ne sarebbe fatta una ragione, perché io non intendevo smettere. Le risposi al sorriso.
“L’unica cura che riceverà se proverà a svignarsela sarà la sedia elettrica”
Per un attimo mi chiesi se avrebbe potuto fargli male. Sembra sciocco, ma non mi ero mai chiesta se potesse fulminarsi. Solo dopo che questo pensiero fu passato realizzai che la Vedova Nera parlava un ottimo Italiano, con persino un vago accento del Nord, d’altronde era una superspia, probabilmente parlava più o meno tutte le lingue al mondo. Davide scoppiò a ridere, probabilmente dovevo avere un’espressione davvero stupida, oppure era tutta la situazione a sembrargli ridicola.
“Hai sentito anche la parte sul come riattivare l’ascensore?”
“Intendete andare avanti a lungo? Non che mi dispiaccia sentire chiacchiere in una lingua incomprensibile mentre sono comodamente intrappolato nella mia armatura…”
In un certo senso apprezzavo che il signor Stark se ne fosse stato buono tanto a lungo, in ogni altro senso gli ero grata per aver cambiato discorso. Senza dire nulla la Vedova Nera gli passò sopra, letteralmente, e dopo averlo scavalcato si dedicò al tastierino, per far ripartire l’ascensore. Il silenzio non durò molto, d’altronde c’era Stark tra di noi.
“Bhé? Questo gene mutato che bel regalo ti ha fatto?”
Davide stette zitto per un attimo, ma ormai era tardi per ripensarci.
“Ho degli organi in più…” I suoi occhi vagavano nell’abitacolo senza meta, si vedeva che la cosa lo metteva a disagio. Stark ovviamente non sapeva nemmeno cosa volesse dire Privaci quindi non poté fare a meno di spronarlo a continuare.
“Su! Non essere timido… Sei tra semi umani qui. Ok, prometto che se farai il bravo poi potrai vedere il reattore che ho nel petto”
Davide mi lanciò un’occhiata, ma prima che potessi risponderli lui si voltò verso la Vedova, che riusciva a svolgere il suo compito e tenerci d’occhio contemporaneamente. Lentamente Davide si arrotolò le maniche, mettendo in mostra quella specie di voglie che gli coprivano gli avambracci.
“Sono organi elettrici… in pratica sono dei muscoli mutati che contengono più tessuti nervosi del dovuto”
Non so neanche come descrivere la scena. Il sigor Stark sembrava un bimbo a Natale… o, come temevo, un piccolo secchione a cui è stato detto che potrà sezionare una rana. Natasha invece…
“È grazie a quelli che riconosciuto Loki?”
Lei aveva lo sguardo gelido di chi non ti considera un essere umano. Se fossi stata meno coinvolta forse mi sarei accorta che guardava tutti così, Avengers compresi, ma siamo franchi gli Avengers erano tutto tranne che umani e quello era il mio ragazzo, quindi ero molto, molto coinvolta.
“Ah… no, io non ho riconosciuto Loki. Più che altro non mi sembrava Stark. Io ho degli elettroricettori…” Davide si tolse il berretto, mostrando quei puntini che gli segnavano la fronte, molto simili a lentiggini.
“Quindi riesci a sentire le aure come un chitauro?”
E ridaje con ‘sta storia del complotto alieno! Sembrava che la Vedova Nera proprio non riuscisse a farsi una ragione del fatto che non c’entravamo niente. Stavo per alzarmi in piedi e farmi prendere a pugni dopo averla insultata di nuovo, ma Davide mi batté sul tempo scoppiando a ridere.
“Direi che somiglio più a uno squalo che a un supersayan. Sinceramente non ho idea di cosa sia un’aura. Sento i campi elettrici soprattutto se sono in acqua e se sono molto forti, ma comunque è molto difficile che li percepisca… per via di tutti questi aggeggi elettronici in giro. Lui è molto riconoscibile però.”
Non era difficile da credere. Insomma reattore nel petto a parte con tutta la tecnologia che si portava sempre addosso come Iron Man era strano che non gli fosse già venuto il cancro. Un sonoro Clang decretò la rimessa in movimento dell’ascensore. Non c’erano state più scosse e questo mi faceva ben sperare, magari avevano trovato il modo di fermare Hulk. Pensandoci bene era paradossale che fossimo lì tranquilli a parlare delle interiora del mio fidanzato, mentre un mostro verde stava cercando di spiaccicarci, due mostri azzurri avevano appena cercato di ucciderci e un mostr… no dai mostro no… un sexy psicopatico stava cercando di diventare re del mondo. Mi stava tornando addosso la depressione.
Stark si lasciò sfuggire una risatina.
“Peccato ci saresti stato utile! Per riuscire a individuarlo dallo spazio Loki deve avere un’aura potentissima! Almeno più di 9000”
Scoppiammo a ridere. Persino la Vedova Nera si lasciò sfuggire un sogghigno (cosa che non fa altro che confermare la mia teoria secondo cui nessun terrestre non conosce Dragomball). Eravamo in una situazione disperata e ridevamo come degli idioti, se questo era il modo di prepararsi alla battaglia degli Avengers era il caso di preoccuparsi. Feci un profondo respiro, cercando di prendere in mano la situazione.
“Signor Stark… Cosa facciamo con la sua armatura?”
A giudicare dall’euforia con cui mi rispose, sembrò che non aspettasse altro che quella domanda.
“Ho intenzione di interrompere l’impulso energetico che continua a creare sbalzi di energia intermittente impedendo il funzionamento dell’armatura, controbilanciandolo con una carica maggiore continuata che mi dia il tempo di riprendere il controllo del sistema.”
Non avevo dubbi che avesse parlato difficile apposta per non farmi capire niente, ma per quanto volessi evitarlo, non potevo fare a meno di fissarlo con un’espressione imbecille dipinte in faccia. Dopo qualche istante di godimento il despota decise di sbuffare, tanto per continuare la pantomima e spiegare con tono monotono:
“Il ragazzo batteria darà una bella scossa all’armatura mentre io la riavvio”
Ah ecco. Altro che Controbilanciare, stava per spegnere e riaccendere! A giudicare dalla faccia bianca di Davide ero certa che lui avesse qualcosina da ridire sul piano, ma Stark non gli diede tempo di protestare.
“Non avevo mai incontrato un ragazzo-ornitorinco. Sai, sarebbe molto interessante fare qualche piccolo prelievo oppure…”
Cosa avevo detto? Secchione e vivisezione? Ecco appunto. Se voleva l’aiuto di Davide lo stava cercando proprio nel modo sbagliato. Avrei voluto tirare uno schiaffo a Stark. Invece mi voltai verso la Vedova Nera, quello per quanto sembri assurdo poteva essere un ottimo momento per dimostrarle che non eravamo avversari, ma non feci in tempo a dire nulla. Le porte dell’ascensore si aprirono, facendo cadere il mio capo pesantemente a terra, normalmente sarei scoppiata a ridere, ma una nuvola di detriti e urla entrarono nello stretto abitacolo. Una sagoma enorme che di umano non aveva nulla si stagliava poco lontano, nascosta dietro ai detriti del solaio superiore crollato nella stanza. Indietreggiai, schiacciandomi contro il fondo dell’ascensore, senza un minimo di pietà la Vedova mi afferrò il braccio dolente e mi trascinò fuori.


 
Ed eccoci quà! Ho cercato di seguire il consiglio che mi diede Elkie12 aggiungendo un po' d'Italiano in più ^^ a proposito... grazie mille per le recensioni che mi lasci! bé, grazie a tutti quelli che hanno recensito ^^
  
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