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Autore: DalamarF16    02/11/2015    4 recensioni
Questa storia è il seguito di: "La Recluta". Mentre Steve e Natasha sono impegnati nelle vicende di Captain America The Winter Soldier, Clint è alle prese con il recupero della vista, sempre accompagnato dal fidato Tommy. Il ritorno di tutti i miei personaggi de La Recluta, con l'aggiunta dei nuovi arrivati: Sam Wilson e Bucky, e non è escluso l'arrivo di Coulson. Come procedevano le vite degli altri avengers durante TWS? E come cambieranno le loro vite dopo la caduta dello SHIELD?
ATTENZIONE: Ho messo l'avvertimento spoiler per precauzione, potrei mettere riferimenti alla prima stagione di agents of SHIELD
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Clint Barton/Occhio di Falco, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America
Note: Cross-over, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Avengers: Rinascita.'
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PERSONAL SPACE: Buongiorno, buongiorno! Eccomi qui con un nuovo capitolo, finalmente! Ma prima... momento ringraziamenti! Grazie mille a Ragdoll_cat per i messggi notturni e le consulenze, senza dimenticare le recensioni! E poi un grazie mille anche a Ella Rogers e td 89 per le loro recensioni!
Piccolo annuncio: Questa cosa... che comprende La recluta e Trust me... diventerà una trilogia, quindi il mio viaggio con Tommy & co. non è ancora finito, e spero mi seguirete fino alla fine!
Detto questo... momento marchetta. XD
Vi ricordo che se (per colpa mia o meno) vi siete appassionati a Daredevil della Netflix, sto pubblicando qualcosina anche, lì. In particolare una long,  (Friendship & loyalty)  e due one shot (fever e Don't go away, appena appena sfornata XD)
E niente... Buona lettura!


CAPITOLO 11: What's Next?

Era notte fonda e, a rigor di logica, il Soldato d'Inverno avrebbe dovuto essere profondamente addormentato, se non altro per il livello di stress che il suo corpo aveva sopportato durante la giornata.
Invece era ben lontano anche solo dal minimo torpore.
Ancora non riusciva a credere che fosse tutto reale, che quei ricordi gli appartenevano per davvero, che non c'era modo che l'HYDRA glieli avesse impiantati artificialmente. Erano memorie condivise, private, che Steve non aveva mai raccontato a nessuno, perchè appartenevano a un passato a tratti doloroso, e farle riaffiorare riapriva ferite che non si erano mai del tutto chiuse, specialmente dopo la morte di Bucky.
Tutto questo avrebbe dovuto tranquillizzarlo, no? Non era più solo una faccia. Il suo nome era davvero James Barnes e, a quanto pare, aveva un vero passato che attendeva solo di essere sbloccato. Era quello che voleva, giusto?
E invece no.
Perchè ora avrebbe dovuto combattere con i propri rimorsi e con le proprie azioni. Clint, che di essere controllato ne sapeva qualcosa, gli aveva detto di stare tranquillo, che non era stata colpa sua, che lui non ne era responsabile. Era tutto molto bello, ma non poteva fare a meno di chiedersi se l'arciere ci credesse davvero o se stesse solo ripetendo parole che qualcun altro gli aveva detto quando aveva ripreso coscienza di sè stesso.
Bucky girò piano la testa, verso l'altro letto della stanza, dove dormiva Steve Rogers, Capitan America, il suo più vecchio e migliore amico, almeno in un'altra vita. Mentre raccontava, aveva visto qualcosa cambiare negli occhi dell'altro: era comparsa una gioia genuina, di chi ha appena realizzato che le sue più belle speranze si erano appena realizzate.
-Bucky?- la voce lo fece sobbalzare. Non si era accorto che Steve fosse sveglio -Tutto ok?-
-Sì... credo- rispose sinceramente, e quasi se ne pentì. Avrebbe dovuto suonare sicuro di sè nella risposta, e magari che lasciasse che dopo tutti i trattamenti di potenziamento per lui dormire fosse diventato superfluo. Invece no. Era stato sincero. E la sua bocca lo tradì ancora: -Eh che... non so chi sono. Cioè sono Bucky, ma sono anche quest'altra cosa, il Soldato d'Inverno. E ora non so cosa voglio essere, chi voglio essere tra i due. Conosco entrambi così poco...-
-Bucky...- Steve si alzò dal letto e camminò silenziosamente fino al suo -Non posso capire quello che provi. Posso capire che tu sia spaesato, lo ero anche io quando mi sono svegliato e mi sono ritrovato in un mondo che non riconoscevo più, ma io sapevo chi ero, e da dove venivo. Non riesco nemmeno a immaginare cosa si provi a non sapere niente di sè stessi, se non che la gente è terrorizzata perchè ti ha visto uccidere senza battere ciglio. Ho solo un consiglio che mi sento di darti, ed è quello di non rimuginarci troppo sopra. Scopriremo chi sei solo man mano che ti troverai davanti a situazioni nuove. Insieme, se lo vorrai.-

Il mattino dopo, il primo ad alzarsi, come sempre, fu proprio James. Era incredibile quanto poco potesse dormire, indipendentemente da ciò che gli succedeva. Si chiese distrattamente se era un cambiamento dovuto al potenzialmento e ai lavaggi del cervello o se invece era sempre stato una persona mattiniera mentre preparava la colazione per tutti.
Sapeva che Clint non si sarebbe svegliato almeno per un paio d'ore ancora (se c'era qualcuno che non era assolutamente mattiniero era proprio l'arciere), mentre si aspettava l'arrivo del ragazzino a minuti.
Invece si trovò davanti Sam Wilson, colui che, tra tutti, era il più diffidente nei suoi riguardi. Istintivamente, lasciò cadere il coltello dalle proprie mani sul tavolo e fece un passo indietro, per dimostrare che non era armato e non aveva intenzione di fargli del male. Non sapeva bene perchè lo stesse facendo, non erano certo affari dell'uomo di colore quello che faceva, ma, per un qualche motivo, voleva a tutti i costi evitare di fare una brutta impressione.
-Buongiorno- lo salutò per primo Sam, non esattamente cordiale, ma nemmeno ostile, James giudicava il suo tono cautamente cortese.
-Buongiorno- rispose, più o meno nello stesso tono, sempre stando ben lontano da ogni cosa che potesse fungere da arma -Stavo... preparando la colazione-
-Vedo- constatò l'altro mentre si avviava verso il frigorifero alla ricerca probabilmente di latte o succo di frutta.
James cercò dentro di sè la forza di fare una di quelle battute idioti sul possibile sviluppo di vita che aveva sentito fare a Tommy, ma proprio non ci riusciva. Si sentiva come in equilibrio sull'orlo di un precipizio, e temeva che una parola sbagliata detta alla persona sbagliata o al momento meno opportuno avrebbe distrutto quel fragile equilibrio, facendogli perdere il poco che finora era riuscito a mettere insieme così faticosamente.
Così rimase zitto, e sostanzialmente immobile, mentre guardava Sam aggirarsi per le cucina in cerca di quello che gli serviva.
***
Sam non era certo uno stupido, e sapeva esattamente cosa stava facendo il Soldato d'Inverno, ma ancora non riusciva a trovare la forza di parlargli normalmente. Cosa si dice a una persona che appena pochi mesi prima aveva cercato di ucciderlo e che ora, stando a quanto gli avevano detto, era in uno stato di confusione mentale?
Il silenzio e la tensione erano palpabili, riusciva ad avvertirli mentre tirava fuori il succo di frutta e afferrava un bicchiere ancora sul lavandino probabilmente dal giorno prima.
-Posso... prendere un po' di uova?- chiese alla fine, appigliandosi all'aspetto e al profumo di quello che James aveva appena finito di cucinare. Non era molto un tipo da uova e bacon, ma l'immobilità assoluta di quell'uomo iniziava a metterlo seriamente a disagio.
James quasi sobbalzò alla domanda, ma alla fine riuscì a balbettare un sì talmente timido che Sam lo guardò negli occhi, davvero, per la prima volta... e vi lesse uno sguardo che conosceva bene. Fin troppo bene. Lo vedeva ogni volta che entrava in quell'aula e iniziava un nuovo incontro con i reduci di guerra.
-Scusa- sussurrò alla fine, tendendogli la mano. -Sono Sam-
L'altro lo guardò per un secondo, come stranito, poi allungò a sua volta la mano per accettare la stretta.
-Buc... James.... James... o almeno credo-
Sam riuscì a fargli un mezzo sorriso
-Lo scopriremo, suppongo... ma prima...- Sam si tuffò sulle uova -inizieremo a scoprire quanto sei bravo con la colazione-
Finalmente riuscì a ottenere quello che voleva, e il ragazzo si mosse dalla sua immobilità per sedersi accanto a lui e servirsi la colazione. Parlarono poco, anzi quasi per nulla.

Gli altri arrivarono scaglionati: per primo Tommy, con una vitalità e una gioia di vivere che alle 8 del mattino erano sicuramente illegali in una qualche parte del mondo, se non in tutte; poi Natasha e Steve, la prima già irritata dal fatto di essere inciampata più volte nelle cose di Clint sparse ovunque, ovviamente, e il secondo che la ascoltava divertito.
Quanto all'arciere... fino a mezzogiorno non diede segni di vita. Natasha era andata un paio di volte a cercare di tirarlo giù dal letto, ma aveva ottenuto soltanto grugniti incoerenti, per cui aveva desistito.
Alla fine anche Clint comparve nel mondo dei viventi, verso l'ora di pranzo, e nessuno sapeva esattamente dire se fosse stato un risveglio naturale o il profumo delle lasagne che Tommy era riuscito a rimediare insieme a James in un'incursione al più vicino supermercato.
L'atmosfera era leggera, almeno apparentemente, ma tutti sapevano che presto o tardi avrebbero dovuto affrontare la spinosa questione Soldato d'Inverno, senza contare che alla lunga la loro permanenza nella casa sicura avrebbe destato qualche sospetto, per cui dovevano anche stabilire le loro prossime mosse a livello di sopravvivenza.
Clint e Tommy lo aggiornarono su quello che era stato il percorso che li aveva portati fino a lì, anche se Natasha ebbe la netta sensazione che avessero tralasciato un bel po' di dettagli sulla dinamica esatta del loro incontro con il supersoldato.
Poi fu il suo turno, e la fece molto breve a riguardo, anche perchè non è che avesse effettivamente fatto molto: dopo la conferenza stampa che l'aveva vista protagonista, e l'addio di fronte alla tomba di Fury, era salita sul primo aereo diretto in Russia. Da lì, si era spostata prevalentemente via terra, a volte in treno, a volte da clandestina, altre sotto le vesti di una ragazza che voleva fare il giro del mondo in autostop, copertura, quest'ultima, che aveva abbandonato molto presto una volta constatato quanti maniaci ci fossero in circolazione: una viaggiatrice che lasciava una scia di feriti sulla propria strada prima o poi avrebbe fatto notizia. Si era procurata diverse nuove identità, e più o meno aveva passato il tempo cercando di passare inosservata: aveva svolto parecchi lavori in altrettante città, scomparendo quando intuiva che la sua copertura potesse saltare. Aveva anche perso il conto della quantità di colori che aveva messo sui capelli (aveva avuto la cattiva idea di mostrare una sua foto in versione punk-rocker con capigliatura nera e verde, e sapeva che Clint l'avrebbe presa in giro perfino nella prossima vita, se era fortunata e non l'avesse incontrato in quelle successive ancora), per non parlare degli pseudo-fidanzati.
Per quanto riguardava Steve e Sam, i due sembravano aver fatto coppia fissa: nonostante quello che era successo a Washington, gli americani continuavano ad adorare Capitan America, e gli avevano perdonato ben presto la distruzione della loro capitale; avevano accolto la loro personalissima visione di quello che era successo: il Vendicatore a stelle e strisce aveva smascherato sia i segreti dell'Hydra che dello SHIELD, liberando gli Stati Uniti dal pericolo dello spionaggio che aveva come scopo la distruzione del paese.
I media dopo un po' avevano iniziato a dare credito a questa versione, e le cose per il biondino si erano risolte nel migliore dei modi: Capitan America era decisamente una posizione migliore di quella di spia russa in un mondo dove, a quasi 30 anni dalla fine della guerra fredda, ancora America e Russia facevano a gara a chi l'aveva più grosso, anche se, alla fine della fiera: "Componenti americani, componenti russi: tutti fatti a Taiwan!". Lei era guardata con sospetto da entrambi i continenti: per l'uno era russa e quindi sospetta a prescindere, per l'altro era una russa che aveva tradito lavorando con il nemico, e quindi sospetta. La posizione ideale, no?
Comunque, non c'era bisogno che raccontasse quello che lui e Sam avevano fatto non appena si erano separati: si era dato la missione di salvare il suo migliore amico, e ci si era tuffato anima e corpo. E Sam... Sam aveva fatto quello che faceva Steve, solo più lento.
-E adesso?- chiese Steve alla fine dei racconti, quando ormai tutti erano a conoscenza dello status degli altri presenti. -Voglio dire... che ne sarà di noi?-
Natasha vide Clint e Tommy scambiarsi uno sguardo, che era un misto tra il dubbio, l'indecisione e... c'era anche qualcos'altro, che non riuscì bene a definire immediatamente. Sembrava quasi he fossero consapevoli di avere tra le mani una bomba, e che l'esplosione sarebbe stata inevitabile se avessero iniziato a parlare.
Non sapeva se esserne preoccupata o rasserenata.
Anche se finora non se l'era cavata male, questo continuo girare, senza una stabilità o uno scopo se non quello di restare viva, la stava snervando; certi giorni le sembrava che non sarebbe mai finita, che avrebbe passato la propria vita girando da una città all'altra, senza mai potersi fermare, perciò, se quei due decelebrati dei suoi amici avevano un piano concreto, era ben lieto di sentirlo.
-Sputate il rospo- li esortò.
-Beh...- Cominciò Clint, prima di prendere un bel respiro - Comincerò col dire che Phil Coulson è vivo.-
Ok, bene... Un attimo...
-Che cosa?!- Ma la sua voce non era stata l'unica a parlare. Steve le aveva fatto un eco così perfetta che le loro voci si erano perfettamente fuse l'una con l'altra, creando un mix inquietante. -Da quanto lo sai?- chiese, lei cautamente calma, pronta a esplodere se la risposta non le fosse piaciuta.
Non è che lei e Coulson fossero migliori amici, anzi, non era niente di più che un collega, anche se non le era mai stato chiaro se le fosse superiore in grado o meno; i compiti di Natasha erano sempre stati prettamente di spionaggio, mentre Coulson agiva più alla luce del sole, anche se i due avevano collaborato all'inizio del progetto Avengers, quando era stata mandata in incognito per valutare se Tony Stark potesse essere o meno una buona scelta per il team.
In quei mesi in cui lei gli aveva fatto costantemente rapporto, avevano creato una specie di legame: niente a che vedere con quello che c'era sempre stato tra lei e Clint, ma sufficientemente stretto per farle salire la voglia di abbattere Loki nel momento in cui lo aveva ucciso. E ora le stavano dicendo che era stato tutto un inganno: che Fury gli aveva mentito per anni e, per quanto ne sapeva Natasha finora, probabilmente anche Clint.
-Non molto tempo- stava rispondendo l'arciere -La Hill ha dato un numero di telefono a Tommy insieme all'ordine di sparire, comandandogli di darmelo solo quando mi fossi pienamente ripreso. Quando me l'ha consegnato e ho chiamato, c'era lui in linea-
Natasha tirò un interiore quanto involontario sospiro di sollievo.
-Come si è salvato?- chiese Tony
-Non ne ho idea. Non abbiamo avuto tempo per i convenevoli e le storie di resurrezione, anche perchè erò così incazzato che gli ho riattaccato il telefono. L'ho richiamato solo il giorno dopo-
-Cosa vuole da noi?-
-Che lo aiutiamo a ricostruire lo SHIELD. Dobbiamo rientrare il più in fretta possibile.- rispose Clint -Possibilmente senza farci arrestare-
Natasha rimase in silenzio. La cosa la attirava sì e no, ma una parte di lei non voleva perdere di nuovo Clint e Tommy, senza contare che non aveva una vera e propria alternativa, e aiutare a ri-fondare lo SHIELD poteva essere la dimostrazione del fatto che non era una spia russa traditrice.
Annuì.
-Io ci sto-

Clint aveva lanciato una di quelle bombe che, come gli ordigni nucleari lanciati su Hiroshima e Nagasaki, stavano per far vacillare il suo intero mondo. Di nuovo.
Phil Coulson era una persona impossibile da odiare.
A Steve era piaciuta fin da subito la genuinità dell'uomo, anche se la venerazione che provava nei suoi confronti lo aveva messo, in un primo momento, un po' a disagio, e sì, in fondo l'aveva anche divertito.
Fury gliel'aveva presentato come il responsabile del progetto Avengers, e gli aveva assicurato che si sarebbe trovato bene a lavorare con lui. E così era stato, almeno per il poco tempo che avevano passato insieme. Coulson era stato genuinamente entusiasta del progetto, come un bambino a cui era stato detto che si sarebbe trasferito nel suo parco giochi preferito, e Steve era rimasto quasi commosso dalla tenerezza con cui gli aveva chiesto se avesse potuto autografargli le sue figurine, soprattutto perchè aveva pensato che Natasha scherzasse quando gliele aveva menzionate.
Poi era morto, principalmente a causa della superbia di tutti loro, impegnati a fare a gara a chi fosse il più forte e il più intelligente invece di concentrarsi su quello che era davvero importante: Loki.
E ora scopriva che alla fine anche quella persona che gli era sembrata a posto, gli aveva mentito per due anni.
Ma c'era mai stato qualcosa di vero nella sua nuova vita? O negli anni 2000 il mondo si era rovesciato e la menzogna e l'inganno avevano preso il posto dell'amicizia e della verità? Cosa diavolo era andato storto nei settant'anni in cui aveva dormito?
Tuttavia, Coulson e le sue menzogne non erano la vera preoccupazione del supersoldato.
Che fine avrebbe fatto Bucky se loro fossero tornati alla base?
Il nuovo direttore sarebbe stato disposto a dare una seconda oppurtunità anche a lui come aveva fatto con Clint e con Natasha? O nel suo nuovo mondo non c'era spazio per i buonismi?
E se l'avessero arrestato? Giustiziato?
I delitti commessi sarebbero stati sufficienti per far condannare James alla sedia elettrica (o qualunque fosse il metodo adottato oggi per l'esecuzione della pena di morte, Steve non si era dato la pena di cercarlo, a dire il vero), senza contare che se davvero si sarebbero trovati contro Stark, qualunque processo sarebbe già stato perso in partenza, perchè nessuno avrebbe osato mettersi contro Ironman.
-Veniamo, ma vogliamo garanzie per James-
Steve era sicuro che la sua bocca non si fosse mosse. Assolutamente sicuro. E allora...?
Il suo cervello ci mise un secondo di troppo a capire che era stato Sam a parlare. E quasi volle baciarlo.
Clint annuì.
-Sono d'accordo. Torniamo in America, poi penseremo al resto.-

   
 
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