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Autore: Hoi    02/11/2015    1 recensioni
I fatti narrati si svolgono dopo gli eventi del primo film
“Pronto! Aiuto ho investito una persona. Sono in via...” Dove cazzo ero? Mi guardai attorno nel panico. Non c’era neanche un fottutto cartello. Merda! Ma quella era New York. Una New York mezza distrutta e ancora in piena ricostruzione, ma pur sempre New York. Di certo avrebbero rintracciato la chiamata e sarebbero venuti ad aiutarmi.
“il numero da lei selezionato è inesistente”
“Cosa?!?!?!” Piena di sgomento guardai lo schermo. 118. Idiota! Idiota! Idiota!
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’armatura d’oro era macchiata di rivoli viola, il mantello era strappato in più punti e attorno a lui c’erano solo macerie eppure la sua risata riempiva l’aria ed era un suono dannatamente bello. Con il fascino che può avere solo il principe dei dannati, Loki si strappò il mantello logoro e lo gettò a terra. La sua risata cessò e i suoi occhi scivolarono su tutti noi, come alla ricerca di qualcosa. I chitauri dovevano essere morti e il sangue degli Avengers copriva i loro costumi da eroi, eppure nello sguardo di Loki c’era un’ombra di insoddisfazione. Qualunque cosa volesse non la stava ottenendo e se c’era una cosa che avevo capito di Loki, era che non si arrendeva. Un brivido mi percorse la schiena e istintivamente strinsi Davide a me.
“Arrenditi Loki! Questa è l’ultima opportunità che avrai”
La voce decisa di Capitan America si alzò sopra al silenzio. Nonostante avesse il braccio destro sanguinate e la sua voce fosse rotta dalla fatica, il capitano Rogers si ergeva contro la tirannia come aveva sempre fatto. Per quanto potesse sembrare patetico e misero come tentativo, io non potei fare a meno di sorridere d’ammirazione e sentire il cuore che si riempiva di speranza. Il più grande eroe di tutti i tempi e il principe continuarono a guardarsi, quando Loki si incamminava verso di lui, pronto ad affrontarlo, mentre allo stesso tempo restava dov’era e si voltava a fronteggiare noi. Strizzai gli occhi per assicurarmi di non essere impazzita. Poi li ricontai. Erano due. Ora c’erano davvero due Loki, oppure un Loki e uno Scott…
“Pensaci bene Loki, se fai come ti ha detto Cap ti risparmierai un sacco di calci in culo”
Se il signor Stark si era accorto che i Loki erano aumentati non lo stava dando a vedere… e da com’era sicuro di sé non sembrava essersi accorto che la sua scalfita armatura sembrava sempre meno luminosa.
“Non so se sia più ammirevole la vostra testardaggine o disdicevole la vostra stupidità. Ho già vinto Stark. Siete sopravvissuti solo perché io potessi darvi il colpo di grazia. Gli unici che potevano preoccuparmi erano mio fratello e la belva verde… e oserei dire che se mio fratello fosse vivo sarebbe nel mezzo della battaglia, mentre Hulk…” Loki si voltò indicando il povero signor Banner a terra, che non si reggeva più in piedi.
Devo ammettere che molto più del Dottor Banner mi preoccupava l’assenza di Thor. Come avevo fatto a non accorgermi che era sparito? Contai rapidamente le teste per assicurarmi di non aver dimenticato altri. Davide, io, Banner, Cap, Loki, Clint, Stark, La vedova e Loki e Loki e… No un attimo… li ricontai, ma continuavano a muoversi... Strizzai nuovamente gli occhi e ammetto che egoisticamente pregai il cielo che le Vedove non fossero aumentate. Riaprii gli occhi e la vidi. La Vedova Nera stava aiutando il dottor banner ad alzarsi, ma era ancora appeno fuori all’ascensore a guardare con la mascella contratta la scena. Dannazione!
Stark fece un passo avanti, ma la Vedova ancora accanto a lui lo fermò.
“No, lasciali andare. Non gli farà del male, sa di non poterlo battere e noi non lo vogliamo qui almeno quanto lui”
Sensato devo ammetterlo. Anche se devo ammette anche che mi dava un po’ fastidio notare l’assoluta mancanza di qualcuno deciso a illustrarle come ora fosse lei quella sospetta… o lei lei o l’altra lei.
Mentre parlavamo Cap afferrò lo scudo saldamente e si preparò ad attaccare Loki 2.0. Con le spalle basse e la guardia alta si avvicinò all’avversario, che non sembrava affatto preoccupato. Cap sembrava sicuro di sé, forse anche perché da non molto distante una macchia viola e rossa si stava lentamente muovendo, incoccando una freccia che non avrebbe mai potuto mancare il bersaglio. Nascosto dietro ad una colonna che impediva la visuale di Loki 1.0, l’arco si tese in silenzio alle spalle di Loki 2.0. Le dita si allentarono e la freccia sibilò tagliando l’aria. Loki 2.0 intento a schivare un pugno di Cap non si voltò a guardare cosa fosse successo e allo stesso momento lo fece ed afferrò la freccia che esplose sullo scudo di Cap. Ok. Cercai di non strizzare gli occhi anche questa volta. Ora i Loki erano tre e l’ultimo arrivato sembrava avercela con il mal ridotto Clint. Osservai il dio nordico allungare il passo verso l’arciere, chiedendomi ipocritamente perché nessuno stesse facendo niente. L’arco di Clint si tese per l’ennesima volta e per l’ennesima volta la freccia venne deviata. Clint era gravemente ferito e per quanto sembrasse deciso a piantare una freccia in un occhio di Loki, era improbabile che ci riuscisse… non da solo quanto meno. Alzai gli occhi sui due presunti eroi che mi davano le spalle cercando di avvertirli, ma l’attenzione del signor Stark era tutta per Loki, la Vedova invece… Si voltò verso di me, nell’esatto istante in cui io alzai gli occhi su di lei e posso dire che tra noi ci fu uno di quei rarissimi istanti d’intesa. Bastò quello sguardo, correlato da un gesto rapido per farmi capire cosa si aspettava che facessi e… cazzo, ero pienamente d’accordo con lei. Mi alzai, controllando per un’ultima volta Davide, mentre lei iniziava a correre ed in un istante era dall’altra parte della stanza al fianco di Clint. Loki 1.0 la lasciò andare, seguendo i suoi movimenti con lo sguardo, probabilmente stava aspettando fossimo tutti dove lui aveva previsto, compreso Iron Man che era ancora in piedi immobile.
“Cosa intendi fare? Iniziamo?”
Lo invitò Loki. Probabilmente il mio capo stava ancora cercando di non fare quello che gli veniva chiesto, come sempre, ma Loki non gli lasciò troppa scelta. In un attimo fu davanti all’ascensore e Stark dovette proteggersi con le mani per evitare un pugno in faccia che probabilmente avrebbe sfondato il suo elmo. Era chiaro che l’avesse preso di sorpresa, d’altronde Loki non sembrava tipo da corpo a corpo. Mentre Stark lo incalzava, cercando di colpirlo con uno dei suoi raggi, Loki si girò verso di me e mi sorrise. Fu un istante, un attimo dopo era nuovamente girato verso Stark, ma le sue parole erano per me.
“Non credere che mi sia dimenticato di voi due… ho dei piani anche per voi”
Un brivido mi percorse la schiena e ammetto che non potei fare a meno di domandarmi se fare ciò che la Vedova suggeriva fosse davvero una buona idea. Le mia gambe non si mossero ed io rimasi in piedi, appena dentro all’abitacolo a fissare Loki e gli Avengers che se le davano. La battaglia aveva perso di senso per me, cercavo di seguire i loro movimenti, ma appena mettevo a fuoco uno di loro perdevo di vista gli altri e iniziavo a vedere Loki ovunque. Fu soltanto quando il mio sguardo e quello di Loki si incontrarono di nuovo che mi ripresi. Nel sui occhi c’era un’espressione sorpresa mista a sconcerto ed io dovetti inclinarmi di lato per continuare a guardarlo, mentre le porte dell’ascensore si chiudevano. Alzai le spalle, cercando di sorridere come per scusarmi, come se fossimo al suo compleanno ed io stessi lasciando la festa dopo solo un quarto d’ora… ma in fondo avevo un moribondo di cui occuparmi… e poi lui stava cercando di ucciderci tutti! Non avevo nulla di cui scusarmi e poi era stata Natasha a dirmi di andarmene. Abbassai le spalle quando ormai le porte erano chiuse e tornai dal mio ragazzo, aspettando di sentire l’ascensore precipitare o fermarsi o qualunque altra cosa. I piani scorsero uno dopo l’altro sul tastierino che s’illuminava a cadenza regolare. C’era silenzio in quel maledetto abitacolo e il mio cervello non poté fare a meno di occupare quella tranquillità costringendomi a domandarmi cos’avrei fatto una volta arrivata a terra, prospettiva che comunque trovavo improbabile.
Non avevo un cellulare per chiamare soccorsi e non potevo trascinare Davide a braccio, non ero abbastanza forte e non sapevo se la cosa l’avrebbe ucciso. Una scossa fece tremare l’ascensore e io fui certa che sarebbe caduto. Una piccolissima parte di me desiderò che l’ascensore si fermasse e basta, che Loki entrasse e facesse finire quell’agonia. Le porte si aprirono. Una luce accecante mi venne puntata in faccia, costringendomi a voltare lo sguardo, mentre una voce imperiosa mi abbaiava contro qualcosa che non capii. Il corpo di Davide mi scivolò davanti, attirato dalla macchia sfocata che teneva la luce, istintivamente mi lanciai su di lui, cercando di fermarlo, di trattenerlo a me. Strinsi più forte che potei, afferrandogli il braccio, ma il mio polso malandato non mi permise una presa degna di questo nome e quando un’ombra mi afferrò, strappandomi da lui, le mie mani si aprirono e lo lasciarono andare. Fui trascinata fuori dall’ascensore, mentre tentavo di seguire almeno con lo sguardo Davide. Nonostante la macchia viola che mi riempiva gli occhi intuii che lo stavano fissando su una barella o qualcosa del genere. Era attorniato da persone che parlottavano di qualcosa, cercai di concentrarmi su quello che dicevano, ma credo fossero termini medici perché non li capii appieno. Uno scossone deciso mi costrinse a voltare lo sguardo e a rendermi conto che anche io ero circondata da persone. Militari, ma non proprio militari. Il mio cervello ci impiegò un po’ a capire chi mi stesse inveendo contro, eppure Stark ne parlava spesso e non era proprio un tipo che passasse inosservato.
“Signorina Recidivo mi sente? Deve dirci com’è la situazione! Dov’è Hulk? E i chitauri? Loki? Come sono le condizioni? A che piano sono? Come stanno gli Avengers? Sono uniti o stanno combattendo su più fronti?”
Ok, ok. Stavo capendo e sapevo la risposta a più o meno tutte queste domande, aprii la bocca decisa a dargli tutte le informazioni che voleva e anche il pin del mio bancomat se me l’avesse chiesto, ma il mio cervello si stava ancora riavviando.
“Nick Fury?”
Ipotizzai. Lui mi fissò per un attimo in silenzio, poi sbuffò e riprese a parlare, ricominciando da capo. Arrivato alla domanda su Loki lo fermai. Ero rintontita, non deficiente.
“Ok, ok! Ci sono. Credo che i chitauri siano morti e Loki sta combattendo contro gli Avengers loro sono… Come cazzo lo sai chi sono?”
Il mio cervello ci aveva messo un po’ ad avviarsi, ma ora era partito e io avevo iniziato a realizzare cosa stava succedendo attorno a me. Lui mi guardò con il suo unico occhio imbronciato e freddo come una lama sentenzio: “Io ho creato gli Avengers, direi che so chi sono meglio di chiunque altro”
Gli rinfacciai lo sguardo duramente e con davvero molta poco diplomazia gli sbattei in faccia la sua stupidità.
“Bravo, ti regalerò una scatola di biscotti. Stavo parlando di ME! Come sai chi sono IO!?”
Fury mi fulminò con lo sguardo, mentre mi ammoniva di quanto fosse stupida e superflua la mia domanda, che stavo perdendo tempo prezioso, ma io non ascoltai nulla, perché tornai a voltarmi verso Davide, giusto in tempo per vedere una siringa sospesa sopra di lui. Il panico ebbe la meglio. Inizia a correre verso il mio ragazzo, non feci nemmeno un passo prima che un agente mi afferrasse bloccandomi. Fury stava ancora parlando, ma io sentivo solo la mia voce gridare di non toccare il mio fidanzato. La siringa rimase sospesa in aria, mentre l’uomo che la impugnava guardava in maniera interrogativa una donna inquietante, che si stava avvicinando a me. Era una bella ragazza, aveva lo sguardo serio e la mascella squadrata, ma c’era qualcosa di dolce nei suoi lineamenti che mi fece ben sperare. Si fermò davanti a me con le gambe leggermente divaricate, come se fosse in soldato a riposo e mi tirò uno schiaffo in piena faccia tanto forte da farmi rimpiangere la Vedova Nera.
“Vedi di darti una calmata. Questo non è un gioco, ci servono quelle informazioni per intervenire e se non ce le fornirai volontariamente ti costringeremo. È solo questione di risparmiare tempo”
Alzai lo sguardo. Razionalmente sapevo che probabilmente il loro intervento sarebbe stato decisivo per fermare Loki e non far crollare la torre, ma non potevo fare a meno di pensare a quella maledetta siringa e a quella fottuta Cura di cui parlavano tutti. Inspirai profondamente, cercando di soppesare le opzioni e cosa fosse peggio. La possibile morte di chissà quante persone da una parte e un fidanzato normale dall’altra. Alzai gli occhi su quella stronza e dovetti ammettere a me stessa che su una cosa aveva ragione: avrebbe ottenuto comunque quello che voleva. Io ero malandata, stanca e dolorante e anche se fossi stata in ottima forma non sarei stata neanche lontanamente in grado di tenere testa ad una superspia come lei o la vedova nera. Feci cenno di sì con la testa e mi rilassai, mentre l’agente alle mie spalle allentava gradualmente la presa lasciandomi andare.
“Sono al penultimo piano… Loki si è moltiplicato e lo stanno combattendo, ma sono messi male. Clint è ferito gravemente e anche Capitan America e Thor è disperso…”
Cercai di fare mente locale, mentre riprendevo per un attimo fiato essendo finalmente stata liberata totalmente. Non ero idiota, sapevo bene che non era cambiato niente, mi stavano ancora tenendo sott’occhio e loro erano ancora delle superspie ed io una persona normale, ma cazzo io non avevo paura neanche della Vedova Nera. Tirai un calcio tra le gambe alla stronza che avevo davanti e da donna posso dirvi che fa un male boia pure a noi femminucce, anche perché non te lo aspetti. Con un’espressione tra lo stupito e il sofferente lei si piegò leggermente, dandomi il tempo di sfilarle la pistola dalla fondina aperta. Cercai di spostarmi di lato, per svignarmela dall’agente che mi aveva tenuta ferma, ma lui fu più veloce e mi afferrò il braccio, fortunatamente quello sano. Strattonai per liberarmi e lui si allungò cercando di disarmarmi, appena allungò la mano però la pistola scattò esattamente come aveva fatto quella della Vedova nera, illuminandosi d’azzurro. Appena la vide lui ritirò la mano e si allontanò, lasciandomi stupefatta.
Era successo tutto in una frazione di secondo. Un attimo prima ero la cretina da prendere a schiaffi, l’attimo dopo era la tizia con l’arma di distruzione di massa. Non avevo idea di come si impugnasse una pistola, per questo la tenevo con entrambe le mani con le braccia semi tese come avevo visto fare nei film e ad essere sincera lo facevo anche perché la pistola pesava e io ne avevo un po’ paura... quindi più stava lontana meglio era.
“Signorina Recidivo, mi consegni immediatamente quell’arma”
Fury fece un passo avanti tendendomi una mano aperta. Era una comoda soluzione, ma quell’arma era il mio passaporto, me l’ero guadagnata, era MIA e non me la sarei fatta soffiare.
“No.”
Lo fissai con aria imbronciata, tirando l’arma un po’ più verso di me. Cavolo dovevo sembrare una bambina! Lui sbuffò seccato e allungò di più la mano.
“Me la consegni immediatamente!”
Il tono della sua voce divenne più imperioso e ammetto che mi sentii un po’ in colpa, come se quel giocattolo in effetti non fosse proprio mio… e io non lo dovessi avere. In fondo io non sapevo nemmeno come si usava quell’aggeggio. Vedevo l’arma luccicare minacciosa, cercavo di non fermarmi a guardarla, Fury doveva essere molto forte se non faceva nulla per fermarmi forse era perché voleva davvero aiutarci. Sarebbe stato bello potermi fidare, ma io non potevo togliermi dalla mente l’immagine della siringa. E poi ammettiamolo: avevano passato la giornata a dirmi che ero troppo ingenua, avevo qualche problemino a fidarmi.
“Hulk si è ritrasformato nel dottor Banner, Loki travestito da Vedova Nera lo sta portando giù dalle scale. Non c’è altro. Io vi ho detto tutto quello che volevate sapere. Quindi, visto che abbiamo finito, credo che prenderò la barella e porterò il mio ragazzo in ospedale.”
Fury mi fissò per un lungo momento in silenzio. Probabilmente stava soppesando quanto valessero le parole di chi gli puntava un’arma addosso, o forse semplicemente sembravo una pazza isterica.
“Agente Hill, hai il comando, prendi gli uomini e intervieni”
La Stronza si mosse lentamente guardandomi in cagnesco, ma fece quello che le era stato detto e iniziò ad arretrare, strillando ordini. Gli agenti iniziarono a muoversi e un dolore lancinante mi attraversò la testa, oscurandomi la vista.
La prima cosa che vidi fu Davide. Aveva la schiena dritta, appoggiata ad un sedile e grazie agli dei era sveglio. Mi stava fissando e quasi mi saltò addosso quando mi vide sveglia. La testa mi pulsava, ma la parte peggiore era il polso. Avevo le mani legate dietro alla schiena, credo con delle fascette di plastica, che mi tagliavano i polsi e premevano dolorosamente sul braccio. Anche Daivide sembrava legato e mi venne da piangere mentre lo guardavo. Cercai di trattenermi. Eravamo seduti fianco a fianco nel retro di un souv credo, con le mani legate e non era il momento per le scenate. Iniziai a respirare profondamente, per mantenere il controllo.
“Un agente mi ha detto che sono dello SHIELD, noi… siamo in arresto credo. Dicono… dicono che gli hai puntato una pistola contro –Davide iniziò a ridacchiare, era ovvio che lo trovava ridicolo- io ho provato a dirgli che tu non sai nemmeno come si tiene una pistola, ma loro…”
“Loro avevano una siringa e te la puntavano contro e io…”
Scoppiai in lacrime. Piangevo talmente tanto che non riuscivo più a parlare. Tra un singhiozzo e l’altro sentii Davide avvicinarsi sul sedile.
Amore, poteva esserci qualunque cosa dentro… Io non mi sento diverso… Non credo mi abbiano dato niente... Ehy, tranquilla.”
Affondai la faccia nella sua felpa, continuando a piangere a dirotto. Anche se era diventato il mio fazzoletto umano, Davide continuò a ripetere che andava tutto bene. Eravamo ammanettati nel retro di un furgone, non andava bene niente, ma almeno il mio Davide era ancora lui e in un certo senso era la cosa più importante. Continuai a piangere anche quando la portiera accanto a me si aprì e qualcuno chiamò prepotentemente per attirare la nostra attenzione. Io non mi mossi finché non mi afferrò e mi trascinò fuori. Mi ritrovai in piedi, mentre tiravo su col naso, accanto alla stronza a cui avevo tirato un calcio e faccia a faccia con gli Avengers, o quantomeno quello che ne rimaneva. L’armatura di Iron Man era scheggiata e segnata, Clint era seduto a terra, con una gamba fasciata grande quasi il doppio dell’altra, il capitano Rogers era chinato, mentre un agente gli puliva la ferita alla spalla. Non sembravano per nulla rilassati, ma decisamente sorpresi di vedermi, anche se non mi diedero molto peso intenti com’erano a parlare tra loro. A farsi avanti fu Fury.
“Hanno recuperato il Dottor Banner, ma non la copia di Loki. Quando siamo arrivati dagli Avengers si stavano combattendo l’un l’altro.”
Mi fissava serio, come se si aspettasse una risposta, ma io di domande non ne avevo sentite. Tirai su col naso e cercai di darmi un tono.
“E quindi se è scomparso tanto meglio e noi possiamo andare, giusto?”
Azzardai. Lui mi guardò impassibile.
“No.”
Lo immaginavo, ma valeva la pena tentare.
“Dov’è Loki?”
Aprii la bocca e la lasciai aperta. Io non mi ero nemmeno accorta di chi fosse quando ce lo avevo davanti. Non avevo davvero idea di cosa stesse facendo, a malapena sapevo cosa stavo facendo io. Davvero lo stavano chiedendo a me?
“Davvero lo state chiedendo a noi?”
Davide si sporse dal Souv con un’espressione stupita dipinta in faccia. Probabilmente credeva che ormai avessimo superato la fase “complotto alieno” e a dirla tutta lo avevo creduto anche io. Ok, forse avevo incasinato un po’ tutto con la storia del calcio, ma avevo buone intenzioni.
“Non sanno niente Fury. Meglio mandarli via, non abbiamo tempo né risorse da sprecare per loro”
La Vedova Nera si fece avanti e devo ammettere che era l’ultima da cui mi aspettavo sostegno. Aveva la fronte macchiata di sangue e diverse escoriazioni. Insomma non aveva una bella cera, ma sembrava essere rinsavita. Afferrò un coltello dalla cintura e mi fece cenno di voltarmi io feci come mi era stato detto, aspettando che mi venissero tolte le fascette dai polsi.
“Ferma. È sotto arresto per aggressione a pubblico ufficiale”
Il tono dell’agente Hill era glaciale. Doveva essere una di quelle che si legano le cose al dito. Mi guardai attorno cercando solidarietà, ma l’unico sguardo che incrociai fu quello contrariato di Cap.
“Ha iniziato lei! Mi ha tirato uno schiaffo e io ero ancora sotto shock”
Stark scoppiò a ridere, mentre la lama fredda scivolava tra le mie mani e spezzava la plastica delle mie manette. Non vidi Fury, ma ero certa che fosse d’accordo con la Vedova Nera, altrimenti non credo proprio che sarei stata liberata. Istintivamente mi guardai le mani. Erano in condizioni davvero orribili e non riuscivo a smettere di tremare. Sentii la Vedova muoversi alle mie spalle e la vidi distrattamente arrampicarsi nel Souv. Cap si alzò in piedi, lo avevano ricucito ed era intenzionato a tornare a combattere, come non mancò di affermare. Non credo avesse idea di come trovare Loki, ma era decisamente intenzionato a farlo… come tutti gli altri del resto. Se catturare il supercattivo del momento era la loro priorità, allora erano diventati tutti cretini.
“Vi siete dimenticati che la torre rischia di crollare?”
Era ovvio già da un bel po’, ma a quanto pare nessuno stava prendendo in considerazione il problema e io non potevo lasciar correre. Se proprio ci tenevano sarebbero potuti correre dietro a Loki dopo aver rimesso a posto il casino che avevano fatto. Capitan America si voltò verso di me, con aria rassicurante.
“Lo SHIELD è già intervenuto, sono certo che tra non molto sarà sicura”
Detto questo si voltò verso gli altri membri degli Avengers. Alle mie spalle Davide imprecò a bocca stretta. Ma perché imprecare? Che problema c’era? In fondo la torre era sotto il controllo dello SHIELD, no? Il famosissimo architetto e ingegnere strutturista SHIELD si stava occupando della MIA bambina, la mia piccola e dolce torre martoriata! Lasciare un capolavoro in mano di un branco di sbirri? No. Non lo avrei permesso.
“Lo SHIELD sta facendo cosa?! E nessuno mi ha avvisata? Chi se ne sta occupando? E sia chiaro, voglio un nome vero.”
Fury mi guardava contrariato. Era ovvio che stavo dando fastidio in un momento che loro ritenevano fondamentale, bé era fondamentale anche per me. Con tono imperioso l’uomo mi si rivolse spazientito.
“Non fraintenda il gesto dell’agente Romanoff. Siamo ancora in stato di emergenza e voi siete sotto arresto in attesa di chiarimenti. Scortateli sull’eliveivolo”
Ammetto che la parola Eliveivolo mi aveva confusa. Avevo solo un’idea vaga di cosa potesse voler dire, ma ero certa che non fosse un bel posto e soprattutto non era il luogo dove dovevo stare. Un agente mi prese sotto braccio gentilmente come per farmi strada, ma io non fui altrettanto gentile e mi divincolai con uno strattone. Se credevano di potermi liquidare così si sbagliavano di grosso.
“Ora mi ascolti attentamente Fury. Io non sono nemmeno cittadina Americana, se sono qui è perché sono stata assunta dalle Stark Industies, quindi forse sul suo Vascello Volante lei potrà permettersi di dire e fare quello che vuole, ma QUESTO è un terreno delle Stark Industries e io QUI non prendo ordini DA UN FOTTUTO PIRATA!”
Ero incazzata nera e sapevo di star facendo una scenata, ma non mi importava. Mi voltai e feci per andarmene, ma l’agente mi afferrò nuovamente e più saldamente. Erano intenzionati a non darmi peso, con tutta probabilità non avevano capito il punto fondamentale del mio discorso. Loro potevano anche avere delle belle uniformi, ma io avevo Iron Man.
“Signor Stark, per cortesia accompagnami nella torre per il sopraluogo e hai la mia parola che ti dirò quanti anni dimostra secondo mia madre”
Stark si voltò di scatto verso di me, dimenticandosi della conversazione che stava avendo. Se c’era una cosa su cui potevo sempre contare era la vanità del mio capo ed ero certa che quella storia se l’era legata al dito.
“Affare fatto!”
Cap lo afferrò contrariato, ma ormai l’attenzione del miliardario era passata a me. Persino Fury provò a protestare, ma era tardi ormai: avevo vinto.
“Tranquilla mamma, tanto non sappiamo cosa fare. Resto in contatto, se trovate qualcosa volo da te in un attimo”
Ebbi appena il tempo di lanciare un occhiata a Davide, mentre il signor Stark mi trascinava nella torre. Non sembrava sorpreso e mi sorrise quando i nostri sguardi si incontrarono, d’altronde se si parlava di alieni o bellimbusti potevo anche dargli regione se si incazzava, ma che ero una stacanovista pazzoide lo sapeva già da prima di chiedermi di sposarlo.


 
spero che questo capitolo non abbia tropo delluso... l'ho riscritto due volte perché non sapevo bene come far quadrare tutto. Ammetto che non sono pienamente soddisfatta, ma almeno sono arrvata dove volevo. Insomma mi pare ovvio che non sia ancora finito nulla, ma siamo alle battute conclusive. Spero che abbiate voglia di dirmi cosa secondo voi non va! Eeeeee niente, ciao ^^
  
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