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Autore: hiromi_chan    03/11/2015    0 recensioni
Raccolta disomogenea dei fill scritti per i prompt durante le iniziative del gruppo We are out for prompt.
I. «Che disastro» sussurrò. «Anche se sei un mezzo lupo, nessuno ha detto che tu debba apparire selvatica anche in forma umana, amica mia.» {Fem!Malandrini}
II. «Ehi, Evans, come va?» ritentò James. «È una splendida giornata e ho pensato, 'perché non andiamo a fare un salutino al caro vecchio Lucas e vediamo se non ha cambiato idea riguardo a quella gitarella da Mielandia?'.» {James/Male!Lily}
III. Gli occhi di Lily, gli occhi più belli che Remus avesse mai visto, sorridevano. Per lui. Quel piccolo universo in cui nuotavano pianeti e stelle, per lui. {Remus/Lily}
IV. James ingoiò il rospo e vedette sfumare davanti a sé i suoi sogni di appuntamenti romantici, dolci e perfetti. {James/Lily}
VII. Qualcosa in Bill si spezzò e si ricucì allo stesso tempo. Allungò le dita fino a sfiorare il piccolo viso della moglie, ne carezzò i contorni, le avvallature che conosceva a memoria, e ne baciò ogni centimetro, ripercorrendo le forme amate degli occhi, delle labbra, del naso, della fronte. {Bill/Fleur, AU}

... E tante altre!
Genere: Commedia, Fluff, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Bill/Fleur, James/Lily
Note: AU, Lemon, Raccolta | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Più contesti, Contesto generale/vago
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#01
prompt
Male!Lily/James, James sembra più maturo quell'anno, più alto, e meno suo + Sono chiusi in uno stanzino e James non lo guarda nemmeno una volta.

"Cosa stai aspettando?"
"A fare cosa?"
"Lo sai, tu mi volevi. Mi hai sempre voluto."
"Ma tu non hai mai voluto me."

rating: verde

genere: angst, fluff, romantico

avvertimenti: gender-bending



 

Stavano correndo da così tanto che Lucas non aveva quasi più fiato, ma con quel poco che gli rimase si tolse la soddisfazione di sbraitare contro Potter: «Si può sapere perché diavolo sto scappando anche io?»

«Oddio, non lo so, mi dispiace!» si sgolò l'altro, tirandolo per la manica per fargli svoltare l'angolo. «Ma quel fantasma non vuole sentire ragioni, e quando mi ha beccato ti stavo camminando vicino e ora crede che anche tu sia coinvolto e-»

Un ululato disumano li fece sobbalzare.

Lucas si guardò intorno (possibile che la scuola fosse sempre deserta quando c'era qualche guaio?) e imboccò una stradina laterale che portava a una delle uscite segrete del castello, quella sotto la statua di Ulrich il conquistatore.

«Oh, Evans, ma non mi dire... conosci anche tu i passaggi segreti come i cattivi ragazzi?» disse Potter, ansimando per stargli dietro e fare lo sbruffone allo stesso tempo.

A Lucas scappò suo malgrado un sorrisetto, perché erano mesi, mesi che non sentiva Potter rivolgerglisi con quel tono. Stava per rispondergli per le rime, spinto dall'abitudine e dall'emozione di poterlo finalmente rifare, quando l'aria si fece pesante e i peli cominciarono a rizzarglisi sulle braccia.

«È vicino» disse Potter, «non faremo in tempo! Di qua!»

E afferrò Lucas per la collottola spingendolo contro il muro. Il ragazzo chiuse automaticamente gli occhi, ma la collisione della schiena contro i mattoni non avvenne. Quando sollevò le palpebre si ritrovò immerso in una nuova oscurità, nel profumo opprimente della presenza di Potter e nel ritmo dei suoi respiri spezzati e irregolari.

«Lumos» sussurrò Potter, e Lucas vide che erano chiusi in una sorta di piccolo...

«... Stanzino?» mormorò, sbattendo la testa contro una scopa che era stata depositata accanto a lui.

Potter sospirò, appoggiando la fronte alla porta. «Da qualche parte dovranno pur tenerle, queste cose» disse senza guardarlo.

Lo stomaco di Lucas si strinse – di sicuro i muscoli si erano tesi troppo per la corsa. Dubitava che il fantasma non avrebbe potuto trovarli lì, ma del resto dubitava anche che lui e Potter insieme non avrebbero potuto mandarlo via con un paio di incantesimi ben fatti. Però rimase zitto, il petto che iniziava ad abbassarsi e alzarsi in modo più regolare.

James continuava a guardare con interesse un punto davanti a lui, e visto che nelle vicinanze c'era solo un vecchio secchio con uno straccio bucato dentro, Lucas incrociò le braccia al petto, un po' scocciato. Ah, dunque ora le cose erano tornate così. Smaltita l'adrenalina, si era innalzato di nuovo quel muro a dividerli.

Dall'inizio dell'anno Potter non aveva fatto altro che ignorarlo studiatamente, e le cose erano pure peggiorate dopo la festa di Lumacorno, quando aveva candidamente ammesso a un confuso Lucas di star tentando di lasciarlo stare per il bene di tutti.

Ma per il bene di chi? Che ne sapeva, Potter, di quale poteva essere il bene per Lucas?

Ok, c'era anche da ammettere che Lucas aveva avuto una specie di piccola (microscopica) crisi dopo essersi accorto del suo debole per Potter. Cioè, no, non debole. Della sua inclinazione, ecco. Oh, per Merlino, neanche inclinazione andava bene. Era troppo imbarazzante e presupponeva che Lucas fosse interessato a... Quando invece...

In quel momento Potter sospirò facendo il meno rumore possibile e si schiacciò sulla porta, mettendo ancora più distanza tra loro – il che era ridicolo, visto che erano pochissimi i centimetri a separarli.

Al diavolo.

«Va bene, Potter...» iniziò, ma poi James si voltò verso di lui, probabilmente senza rendersene conto, perché subito dopo tornò a fissarsi le scarpe.

Ma in quella manciata di secondi Lucas l'aveva visto, e il suo viso era rimasto marchiato a fuoco nella sua testa, come succede quando guardi direttamente il sole e poi chiudi gli occhi e un pallino luminoso e incandescente ti resta sotto le palpebre.

Potter era... diverso. Più grande. C'era qualcosa di meno infantile nel suo volto, nei suoi lineamenti più duri, qualcosa di più posato nella linea scura della sua bocca, una consapevolezza nuova nel modo in cui si muoveva. E ora che erano di nuovo così vicini dopo moltissimo tempo, Lucas si accorgeva che era anche più alto.

Era così diverso dal ragazzino che faceva il bullo con i più piccoli per farsi notare, e ora che era così vicino non era mai stato tanto lontano. In un certo senso Lucas lo conosceva molto poco... James non era più l'immagine che di Potter aveva nella sua mente, non era più suo, ecco.

E questo lo confondeva, perché non sapeva bene cosa diavolo era a piacergli, o se qualcosa gli era sempre piaciuto, o perché dovesse iniziare a piacergli proprio ora.

Ma in questo modo, illuminato a malapena dalla luce fioca dell'incantesimo, James era bello. Era bello, capelli indomabili e occhi scuri e grandi dietro le lenti. E se solo avesse sorriso sarebbe stato molto più bello, e questo Lucas non aveva alcuna remora ad ammetterlo a sé stesso.

«Guardami» disse allora, deciso.

Potter sbatté le palpebre, sorpreso, e lo fissò. Lucas fece un sorrisetto. Era già un miglioramento. Ora rimaneva solo da vedere se il suo Potter c'era ancora o se non se ne era mai andato ed era stato Lucas, quello che aveva capito male dall'inizio.

«Cosa c'è?» chiese l'altro.

«... Sei più alto. Una volta eri più basso di me» disse Lucas, e in parte questo riassumeva la questione, e in parte non lo faceva affatto.

«Io... grazie?» fece Potter, passandosi nervosamente una mano tra i capelli. Ma poi abbassò di nuovo gli occhi e Lucas ammise di colpo, le parole che scivolavano via disordinate, inseguendosi:

«Non mi guardi più.»

«L'avevamo... questo l'avevamo già stabilito, no? Sto cercando di...» e fece un vago gesto con la mano libera, «... andare avanti.»

Lucas piegò la testa di lato, stranamente sempre meno a disagio a mano a mano che riusciva a mandare avanti la conversazione. Aveva un che di confortante, tornare a sentire la voce di Potter. «Quest'anno sei così diverso... non solo per l'altezza» precisò, guadagnandosi un timido ghigno. «Sei meno... tronfio. Meno insopportabile, ecco.»

A quel punto James poggiò la schiena contro la porta, fronteggiandolo. «Ehi, non ho più quindici anni. Tutti siamo un po' idioti, a quell'età» disse, come se in quel momento parlasse con molta più esperienza alle spalle.

Lucas scosse la testa.

«È che tu sei così... perfetto» disse James, con un'onesta disarmante, e Lucas si sentì arrossire con orrore, «così buono e intelligente, e all'inizio non avevo altro modo per attirare la tua attenzione che fare un po' l'idiota, perché altrimenti non ti saresti mai accorto-»

«Non ne hai bisogno» mormorò Lucas. «Hai scelto... il modo peggiore» e non riuscì a trattenere un sogghigno.

«Lo so» sorrise Potter, mesto.

Ma ora qualcosa era cambiato. L'aria era meno pesante, la tensione tra loro era diversa, si era trasformata in qualcos'altro. Lucas guardò le loro scarpe e si accorse di quanti pochi passi ne separassero le punte.

«Non mi odi, allora?» chiese Potter, di nuovo con quel suo modo di essere diretto che scombussolava lo stomaco di Lucas.

«No... sei un idiota, ma, no.»

«Oh... ok. Bene» disse James, annuendo e battendo il tacco per terra.

Lucas si soffermò sulle sue ciglia, lunghe e nere e basse tanto da toccare quasi lo zigomo. «Cosa stai aspettando?» si sentì mormorare.
«A fare cosa?»

Allora Lucas si staccò dal muro e in due passi fu davanti a Potter, il petto a un palmo dal suo. «Lo sai, tu mi volevi. Mi hai sempre voluto. L'abbiamo chiarito, questo, no?» disse in fretta, lo sguardo che non ne voleva sapere di abbandonare le labbra dell'altro.

Potter deglutì sonoramente. «Ma tu non hai mai voluto me.»

«Ora è diverso» disse Lucas. James gli aveva dimostrato che sapeva essere diverso. Che non era poi così arrogante, che sapeva pensare agli altri prima che a se stesso, che sapeva essere accorto e delicato e coraggioso...

«Tu sei diverso» riuscì a dire, scuotendo la testa. Perché non ce la faceva a esprimersi? «Non una persona diversa. Diverso da quello... che ho visto finora. Cioè, prima. Cioè...»

Ora erano così vicini... le punte dei nasi quasi si toccavano e il suo respiro aveva appannato per metà le lenti degli occhiali di James.

«Evans... Evans...» mormorò, «non ci vedo più, quindi...» e appoggiò un palmo caldo contro il suo petto. «Ehi, Evans... non ci sto capendo un bel niente, ma non mi ucciderai se adesso ti bacio, giusto?» soffiò sulla sua bocca.

«Tranquillo, non ci capisco niente neanch'io» mormorò Lucas. Ma più probabilmente riuscì ad articolare solo la prima parte, e l'ultima si perse nella bocca di James, accogliente e tiepida e assolutamente perfetta per la sua.

Si baciarono piano, a lungo, lentamente. James aveva passato un braccio intorno alla sua vita e con una mano aveva preso ad accarezzargli i capelli con attenzione estrema.

Lucas, le ginocchia di cera, non aveva potuto fare altro che stringersi a lui mentre imparava a conoscerlo di nuovo, e ancora e ancora e ancora.

 

(A un certo punto il fantasma attraversò il muro e fece capolino nello stanzino, ma James lo scacciò con un gesto della mano, borbottando un 'non ora'. Lucas scoppiò a ridere, gli scostò le ciocche ribelli dalla fronte, gli aggiustò gli occhiali storti sul naso e riprese a baciarlo per molto, molto tempo.)

*
 

#02
prompt
Male!Lily/Fem!James, "Sei troppo imbarazzante per essere una ragazza"

"Non è colpa mia, è che mi disegnano cosi."

rating: verde

genere: commedia, romantico

avvertimenti: genderswap


 

Lucas era conosciuto per essere uno studente modello; il suo naturale amore per la cultura lo portava a essere sempre attento in classe. Non lo faceva per i voti o per quello strano senso del dovere che certi studenti hanno; semplicemente, gli piaceva imparare. E Pozioni era la materia che seguiva più volentieri tra tutte, quella in cui si sentiva libero di speziare il nozionismo con un po' di intuito ed estro personale.

Per questo era davvero, davvero, davvero strano persino per lui ritrovarsi distratto durante la spiegazione del professor Lumacorno. Destabilizzante, sul serio.

Eppure, Lucas era sicuro di poter affibbiare con precisione sorprendente un nome e un cognome alla causa della sua distrazione: Jemima Potter.

La ragazza, seduta sul tavolo da lavoro accanto a lui, era voltata di spalle da cinque minuti, il che avrebbe già distratto Lucas di per sé, visto che in genere Jemima approfittava di ogni momento disponibile per dargli il tormento a suon di 'Ehi, Evans!'.

A complicare le cose, c'era il fatto che Jemima continuava ad agitarsi, la piccola forma scossa da risatine soppresse e bisbigli complici scambiati con i suoi due compari seduti alle loro spalle.

Lucas ci aveva provato a ignorarla, davvero.

Ultimatene, però, si era rivelata una cosa impossibile: Jemima era ovunque intorno a lui... persino nei suoi pensieri. Lucas si vergognava di questo, un po', perché l'aveva sempre più o meno considerata una gallina piena di sé che amava tiranneggiare le matricole.

Da qualche parte negli ultimi mesi, però, era finita che Jemima era riuscita a guadagnarsi un posto accanto a lui a Pozioni, e Lucas non aveva ancora ben capito come avesse fatto – doveva avere qualcosa a che fare con il sorriso sghembo, luminoso e aperto della Potter.

In ogni caso, Jemima stava imponendo sui di lui anche in quel momento la sua presenza invadente pur non rivolgendogli direttamente la parola. Fu per quello che Lucas, che era un tipo che passava sempre al sodo, le poggiò una mano sulla spalla e la fece voltare verso di sé.

E poi si diede dell'idiota: Jemima aveva tirato su la frangetta con gli occhialoni protettivi anti-miasmi, e dal naso sbucavano, una per narice, due bacchette.

Lucas sentì dietro di loro il sonoro schiocco di una mano schiaffata su una fronte, accompagnato da una risata simile a un latrato.

«Ehm... tutto questo mi è un po' sfuggito di mano» disse Jemima, la voce nasale. «Volevo farti ridere, sai, ultimamente mi sei sembrato così serio... e così ho fissato le bacchette (oh, taci, Remus, sei stato tu ad acconsentire a prestarmi la tua) qui, ma ora potrebbero, tipo, non staccarsi più.»

Lucas incrociò le braccia al petto e la esaminò con aria critica; Jemima sorrideva, le bacchette nel naso e le guance un po' rosa per i fumi del calderone.

«Sei decisamente troppo imbarazzante per essere una ragazza, sai» commentò, ma sentiva la pelle pizzicare nella voglia di scoppiare a ridere e abbracciare forte Jemima, che era così idiota, così idiota, ma che aveva voluto farlo ridere con una cosa così stupida...

Lei alzò e abbassò con fare teatrale lo sopracciglia. «Non è colpa mia, è che mi disegnano così.»

*


 

#03
prompt
: Lily/Remus. Se Remus continua a ripetersi che non potrà mai amarla quanto James, è solo perché non ama abbastanza se stesso. E si accontenta delle briciole di una felicità che non ha il coraggio di andarsi a prendere.

rating: verde

genere: angst, romantico

avvertimenti: -


 

Lei è stata la prima ad averlo capito. Quando ancora James, Sirius e Peter arrancavano intorno all'idea che ci fosse qualcosa di diverso in lui, qualcosa di oscuro, Lily l'aveva già capito. Un giorno, sul ponte, gli aveva poggiato una piccola mano sulla guancia. La neve cadeva lenta intorno a loro; il respiro che usciva dalle labbra semidischiuse di Remus, il suono di qualcosa che si spezza.

Lily aveva passato il pollice intorno alle sue occhiaie, ai graffi che si era procurato la notte prima, solcandosi il volto con le proprie unghie mostruose, gridando.

«Va tutto bene» aveva detto. Senza paura, ribrezzo, pena. Solo, Lily.

Da lì, l'aveva amata. Forse da prima, non sapeva dirlo, era giovane e non sapeva. L'unica cosa di cui era sicuro era che il suo amore non sarebbe mai stato sufficiente, mai pulito e luminoso abbastanza; per questo l'aveva tenuto nascosto, e se lo teneva stretto addosso nelle notti di luna piena, stritolandosi lo sterno con le proprie braccia.

Lily e James. Era così, era giusto. Li amava entrambi, dopotutto, ed era felice di vederli felici assieme. Sì, sarebbe bastato. Se lo sarebbe fatto bastare. Era questo che si ripeteva, convincendosi che il suo amore era come le sue cicatrici sulla pelle, che avrebbe potuto nasconderlo per sempre e che il giorno dopo non sarebbe stato nient'altro di più che una riga rossa sulla sua faccia.

*

 

#04
prompt
Male!Lily/James, Le loro mani sono perfette insieme. Lucas non l'avrebbe mai detto dopo tutti quegli anni impegnato ad odiarlo. 
"Posso avere ancora un bacio?" James sembra non fermarsi mai dal farla quella domanda.
+  male!Lily/James, "James Potter! La smetti di guardare Severus come se te lo volessi mangiare con gli occhi!?"

rating: verde

genere: fluff, romantico

avvertimenti: gender-bending


 

Lucas aveva bisogno di grattarsi il naso, ma al momento non poteva farlo: infatti, con una mano teneva un lecca-lecca di un misterioso color giallino (e non ci teneva a conoscerne gli ingredienti, grazie tante) appena acquistato da Mielandia; l'altra mano era assicurata a quella di James Potter. Non aveva modo di districarsi dalla situazione, visto che non era possibile né fare a meno del lecca-lecca né sciogliere la stretta. Quindi, semplicemente, chiese:

«Potter, potresti grattarmi il naso?»

James si fermò, gli stivali che affondavano appena nella neve.

«Questa è davvero una frase che non avrei mai immaginato di sentirti dire» fece, tutto serio.

Lucas ridacchiò e si strinse nelle spalle quando l'altro si avvicinò, grattandogli delicatamente la pelle con le dita coperte dai guanti di lana.

«Fatto. Ora posso avere un bacio?»

Lucas alzò gli occhi al cielo e si limitò a proseguire la passeggiata, nascondendo alla meglio il suo divertimento. «Ne hai già avuto uno prima e penso che sia sufficiente. Adesso non allarghiamoci tanto, Potter.»

«Ma non siamo mica al primo appuntamento!»

«E' la prima volta che andiamo a Hogsmeade insieme, però.»

«Già» fece lui, tutto sognante. «Era una vita che volevo portarti da Mielandia.»

Lucas si sentì arrossire. Non era ancora abituato alla franchezza di James, che era sempre così aperto e parlava dei propri sentimenti come in genere si fa con il tempo. Stavano insieme da poche settimane, si disse per giustificare un po' la cosa. E d'altronde, il passaggio dal ti odio all'okay, forse mi piaci era durato anni, quindi era normale un pochino di confusione.

Anche se... bisognava dire che la mano di James era perfetta, nella sua. Perfetta, e con una naturalezza disarmante. Lucas ne poteva percepire il tepore anche attraverso i guanti, ed era una cosa che non avrebbe mai sospettato, prima.

La mano di James. Lunga e forte nella sua.

E aveva passato tanto di quel tempo a odiarlo!

«Perché sorridi così, ora?» chiese James. Aveva un'espressione curiosa e attenta, come se capire cosa passasse per la testa di Lucas fosse veramente importante.

Lo stomaco di Lucas tremò.

«Oh, non è niente. C'è... c'è Severus, laggiù» disse, per togliersi dalla situazione scomoda. Effettivamente aveva individuato la sagoma inconfondibile di Severus, davanti a loro: le spalle basse, i capelli lunghi e scomposti.

Il suo stomaco si strinse, ma per un motivo tutto diverso.

La settimana prima lui e Severus avevano avuto una brutta litigata e da allora non si erano ancora riconciliati. Lucas non condivideva le compagnie frequentate da Severus e non le approvava; sarebbe stato disposto a capire la sua posizione, però. Ma Severus era sempre stato un po' irragionevole, e ora più che mai si era chiuso nelle sue idee e non accettava aiuti nemmeno da lui.

Lucas aveva sofferto, per questo. Doveva ammettere che se non avesse avuto al suo fianco James, sarebbe stato piuttosto depresso.

Al momento, James aveva completamente cambiato faccia. Si ergeva dritto al suo fianco, la postura tesa, gli occhi stretti e seri. Lucas non era abituato a vederlo così, e la cosa lo scosse, una piccola fitta inaspettata.

«James Potter, perché guardi Severus come se volessi mangiartelo?» Usò un tono un po' petulante per nascondere, sotto il rimprovero, ben altro.

James sbatté le palpebre e tornò da lui, un sorriso che si allungava sulla sua faccia. Un sorriso troppo largo per essere spontaneo. Ah, Lucas lo conosceva fin troppo bene, ormai. Lo conosceva con una precisione quasi spaventosa.

«Non vorrei che Severus arrivasse ai Tre manici di scopa prima di noi e ci soffiasse tutte le Burrobirre rimaste» disse James, tirandolo per la mano. «Dai, andiamo.»

«Tentativo lodevole, ma non ci casco» disse Lucas, scuotendo la testa.

James gli lanciò un sorriso storto e luminoso e un po' mesto, girando appena il volto. Quello sì che era autentico. «Ciò che conta è il pensiero, no?»

«Già» sospirò.

«Già... Sono stato bravo, giusto? Posso averlo, un bacio, ora?»

Lucas si ritrovò a ridere, allontanando la faccia di James che tentava di incollarsi contro la sua.

*


 

#05
prompt
: Lily/James, Canon?, tema Halloween. “Il mondo magico è sull’orlo della guerra e la tua unica preoccupazione è da cosa ti vestirai per la festa di Halloween?” / “Senti, non ho intenzione di farmi battere da Sirius anche quest’anno. Sei con me o sei contro di me, Evans?”

rating: verde

genere: commedia, romantico

avvertimenti: missing moment, più o meno


 

«Ta-daaaaan!» si annunciò James, scivolando in salone. Allargò le braccia, fece una mezza piroetta e poi la guardò, sollevando le sopracciglia con aria di attesa.

Lily si schiaffò una mano in fronte. Suo marito aveva indosso un enorme costume da zucca; solo gli arti e la faccia, dipinta di verde fino ai capelli, sbucavano dalla grossa forma rotonda.

«Allora, come sto?» fece James, le braccia ancora tese.

«Il mondo magico è sull’orlo della guerra e la tua unica preoccupazione è da cosa ti vestirai per la festa di Halloween?»

James sospirò, si tolse gli occhiali, ripulì una lente sulla manica nera e poi si accorse di aver sia macchiato di verde la manica che smacchiato la lente. Tirò fuori la bacchetta da un posto che Lily avrebbe preferito non vedere e aggiustò il danno. «Senti, non ho intenzione di farmi battere da Sirius anche quest’anno» disse, in tono pratico. «Ho ricevuto una soffiata: pare che abbia pianificato di vestirsi da cane a tre teste e che voglia arruolare Remus e Peter per le rimanenti due teste. Capisci, amore, sarà una cosa serissima!» fece, tutto convinto. «E mi ha lanciato una sfida pubblica. E i Potter non perdono mai. Quindi sei con me o contro di me, Evans?»

Lily scosse la testa, chiedendosi se ci non fosse, dopotutto, qualcosa che non andava in lei, che si era innamorata di quel ghigno scemo.

«I Potter-Evans non perdono mai, vorrai dire» lo corresse.

«Oh, amore!» esultò James, stirando le braccia verso di lei, che ci si buttò dentro ridendo.

James la sollevò e la fece girare, e bisognava ammettere che era una cosa abbastanza impressionante, visto che al momento era una specie di zucca umana.

«Vuol dire che parteciperà anche Harry?»

«Al massimo farà la zucchina» rise Lily. Sì, doveva decisamente essere un po' fuori di testa anche lei.

 

   
 
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