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Autore: Lady Warrior    25/11/2015    1 recensioni
Questa storia narra le vicende di Jill Shepard, dalla sua prima missione sulla Normandy alla sconfitta di Saren Arterius e la Sovereign mediante una narrazione introspettiva. Mi sono soffermata sui sentimenti e le emozioni della nostra Shepard in modo particolare. Il tutto è accompagnato, ad ogni inizio di capitolo, dalla canzone "Starlight" dei Muse.
Dal prologo:
"Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così piccole ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita."
Genere: Introspettivo, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Comandante Shepard Donna, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Note dell'autrice: Salve a tutti! Ho scritto le note prima del titolo, così potrete leggere tutto senza interruzioni. Volevo spiegarvi quale è il mio progetto. Come noterete, già dal prologo il dialogo tra Kaidan e Shepard è quello riportato all'interno del videogioco. Il mio scopo non è copiare tutti i dialoghi e le scene principali, tuttavia in alcuni casi, come nel primo capitolo che uscirà a breve, noterete che ho praticamente riportato scene e dialoghi del videogioco. Questa cosa sarà presente soprattutto nel prim o capitolo, poichè è introduttivo, ma non negli altri perchè ho intenzione di discostarmi. Questo vuol dire che Noveria, Feros e compagnia bella non ci saranno? no! Ci saranno, eccome! Tuttavia cercherò di rendere diversi diloghi e qualche particolare, insomma, non saranno tali e quali alle main quest del gioco anche se ne erediteranno i caratteri principali (ad esempio lo scopo della missione, le scelte importanti, eccetera). Spero di essere stata chiara. Vi consiglio di leggere il prologo proprio con la canzone Starlight come sottofondo. Per altre domande, sono qui!





Starlight



Prologo
 
 
 
 
Far away
This ship has taken me far away
Far away from the memories
Of the people  who care if I live or die
 
Starlight
I will be chasing a starlight
Until the end of my life
(Starlight, Muse)
 
 
 
 
 
 
 
Lontano. Quella nave la aveva portata lontana da casa sua, dalla Terra, dalla guerra grazie o per colpa della quale era divenuta un’eroina, lontano dalle persone che la volevano morta. Ma era poi così lontana?
Quando era piccola sognava sempre di esplorare lo spazio, si immaginava come un marine dell’Alleanza, ed era ciò che era divenuta. Immaginava la galassia come uno spazio infinito, immenso, senza confini né barricate. E invece si sbagliava: aveva scoperto che la galassia era sì grande, eppure le sembrava così piccola, le sembrava quasi di avere Saren col fiato sul suo collo.
Shepard osservò le stelle brillare. Le sembravano così insignificanti ai suoi occhi da bambina, ma adesso era adulta e aveva scoperto che quel cielo stellato non era così bello, affascinante e liberatorio come aveva sempre pensato. Aveva promesso una volta al suo migliore amico che sarebbe diventata una marine e gli avrebbe portato della luce stellare, e se non la avesse trovata la avrebbe cercata per tutta la vita. Poi aveva scoperto che la luce stellare non esiste, o meglio, non si può afferrare. Aveva scoperto che il suo migliore amico lo aveva tradita e la aveva ostacolata su Elysium e aveva tentato di ucciderla pure in seguito. Scosse la testa. Non voleva pensarci. Non voleva pensare a nulla, né al perché fosse lì, né perché tutto ciò fosse capitato a lei né se sarebbe riuscita nella missione.
La porta dietro di lei si aprì lentamente ed entrò un Kaidan stanco e provato. Shepard lo guardò coi suoi occhi blu. Come sempre non riuscì a reprimere una strinta allo stomaco né a fermare il cuore martellante. Se c’era una persona a cui non poteva rinunciare, una persona per cui avrebbe dato la vita, era lui, Kaidan Alenko, un uomo alto, muscoloso, dagli occhi gentili e i lineamenti abbastanza morbidi.
Shepard abbassò lo sguardo, sospirò, e continuò a guardare le stelle.
Kaidan le si avvicinò e le strinse una mano. Adorava quando lo faceva. Anche Shepard, il primo spettro umano, eroe di guerra, aveva bisogno di amore, anche lei si era innamorata di un uomo, anche se aveva dovuto violare vari protocolli per farlo. Ma ne aveva già violati molti.
Anche Kaidan iniziò a guardare le stelle. La Normandy viaggiava a velocità impressionante, eppure loro non se ne accorgevano. Percorrevano distanze incredibili in pochissimo tempo  e non ne erano coscienti. La verità era che aveva paura. Paura di fallire. Paura che la Cittadella venisse distrutta, paura che Saren e la Sovereign vincessero, paura che la galassia come la conosceva sarebbe finita, paura che i Razziatori l’avrebbero invasa e distrutta, paura che il Consiglio sarebbe stato impotente e sordo come sempre, ma soprattutto aveva paura di perdere l’uomo che era accanto a lei, paura che quelli fossero i loro ultimi giorni. Se avesse potuto fare qualcosa per salvarlo, per impedirgli di morire, l’avrebbe fatto. Sapeva perché aveva salvato lui e non Ashley su Virmire, e le faceva male, perché non sarebbe dovuto accadere. Eppure era capitato. Si era innamorata, e pur di non perdere Kaidan aveva sacrificato Ashley, la sua amica, la sua confidente, la ragazza sorridente che le era sempre stata fedele e vicina, e ciò la faceva sentire una traditrice, un’assassina. Ma avrebbe potuto fare altrimenti? Nella sua vita si era imposta di compiere sempre la scelta giusta senza farsi condizionare da sentimenti, eppure non vi era riuscita: su Virmire i suoi sentimenti avevano preso il sopravvento.  Avrebbe preferito che Ashley l’avesse offesa, l’avesse maledetta, le avesse urlato contro ogni sorta di ingiuria, invece l’aveva compresa ed era morta con onore. E questo contribuiva ai suoi sensi di colpa.
Ilos era vicina. Presto tutto sarebbe finito, nel bene e nel male.
Kaidan la guardò e poi osservò di nuovo il vuoto, infine si fece coraggio. La guardò negli occhi e prese parola.
- Comandante?
- Non dovresti chiamarmi così. Forse non merito neanche di indossare questa uniforme
- Già. Non è una bella situazione –,  disse Kaidan con un sospiro, - Avevamo giurato eterna fedeltà all’Alleanza per indossarla. E se il nostro piano non funzionasse, Shepard?-, Kaidan pareva quasi adirato nel pronunciare quelle parole. –Ci siamo ammutinati. Abbiamo rubato una nave da guerra sperimentale,  tecnicamente-, e qui scandì bene le parole – sarebbe un vero e proprio rapimento. Non stiamo mettendo gli umani in buona luce, eh?- Era per caso venuto lì per provocarla? Non comprendeva come si stava sentendo? Cosa stesse provando? Riteneva che per lei fosse semplice tutto quello, che non avesse pensato alle conseguenze? Se riteneva che quella non fosse stata la scelta giusta, non avrebbe dovuto seguirla.
- Continuo a ripetermi che stiamo facendo la cosa giusta, ma ancora non ne sono convinta- rispose Shepard, malinconica. Kaidan si avvicinò a lei. Erano l’uno di fronte all’altra, ad una vicinanza così stretta che non avrebbero potuto fare un passo. Shepard sentiva il cuore battere, martellare, provava una forte emozione, un grande desiderio.
- Beh, di certo se non pensassi che questa è la cosa giusta da fare non sarei qui-, disse Kaidan, quasi le avesse letto nella mente – Ora aspettiamo solo di arrivare su Ilos- proseguì, e la sua voce si fece più dolce – Se le cose finiranno male posso solo dirti che, beh, è stato un piacere stare sotto il tuo comando.-
- Kaidan, è da parecchio che non ti considero più un subordinato, non credi che sia tempo di uscire allo scoperto?- chiese Shepard
- Le relazioni sul campo di battaglia sono una cosa, Shepard- disse Kaidan, come sempre era ligio al dovere, Shepard aveva sempre dubitato che avrebbe rivelato i suoi veri sentimenti, e forse aveva avuto ragione. Forse da quel dialogo non ne sarebbe uscito niente.
- Ci sono delle regole che le impediscono- proseguì Kaidan, sicuro. Poi disse una cosa inaspettata – Beh, comunque una violazione del protocollo sarà la cosa meno grave che ci sarà rivolta alla corte marziale. Sai una cosa? Hai ragione. Ma proprio su tutto. Non posso sopportare l’idea di perderti. La galassia ci sarà sempre, così come gli attacchi dei Razziatori, ma io e te abbiamo una vita sola- Shepard abbozzò un sorriso. Forse quello era il suo modo di rivelarle i suoi sentimenti. Kaidan la guardò negli occhi e proseguì – Ma nella storia dell’universo c’è una cosa che non si ripeterà mai: noi due. Shepard, tu mi fai sentire umano.-
Shepard tacque. Un insieme di sentimenti ed emozioni non ben definito si erano appropriati di lei. Da tutti era sempre stata vista come una persona forte, ligia al dovere, un soldato, ma come tutti provava emozioni e sentimenti, come tutti provava amore. E c’era una cosa che desiderava fare con tutta se stessa.
- Trascorri qui la notte, Kaidan. Insieme a me.
- È un ordine, comandante?- Come sempre Kaidan aveva assunto una nota ironica nella voce, ma Shepard sapeva che era un sì.
- Kaidan, insieme a te sento che potrei affrontare la galassia intera. E in effetti, dobbiamo farlo
- Questo non dovrà cambiare niente, Shepard- sottolineò Kaidan, preoccupato per le sorti della missione – il nostro è un ottimo equipaggio, il migliore che abbia mai avuto. Non voglio mandare all’aria tutto.- Shepard lo guardò e annuì. Sapeva cosa intendeva, non voleva che capitasse un nuovo Virmire, e se mai fosse accaduto, non voleva che lei decidesse secondo i suoi sentimenti, ma per il bene di tutti. Se c’era una cosa in cui loro credevano è che a volte è necessario il sacrificio di pochi per la sopravvivenza di molti, e se Kaidan avesse dovuto affrontare un pericolo mortale, Shepard non avrebbe dovuto impedirglielo in nome dei suoi sentimenti.
Shepard  quindi annuì e vide l’altro sorridere. D’impeto la ragazza si gettò su Kaidan e lo baciò in bocca con slancio. Quello sarebbe potuto essere il loro ultimo bacio. E forse lo era. Sentì le braccia dell’uomo stringerla a sé con amore, con desiderio, con passione. Kaidan si accinse a spogliarsi e a togliere l’impaccio gli indumenti anche a Shepard, poi si sdraiò sul letto, sorridendole. Shepard si distese anche ella sul giaciglio, poi Kaidan la strinse a sé.
 
 
Kaidan aera disteso sul letto ancora nudo mentre lei era seduta sulla scrivania. Si era rivestita in fretta, perché subito dopo aver fatto l’amore pensieri bui si erano di nuovo impossessati della sua mente, quasi quei momenti felici fossero stati uno squarcio di sole in un cielo tempestoso.
Quella nave la aveva veramente portata lontano dai suoi ricordi, dai suoi ricordi di Mindoir, dalla vita coloniale, da chi non importava se lei fosse morta o meno, come tutti coloro che la avevano spesso guar5data con arroganza tempo addietro, quando ancora era una semplice colona come tutte le altre, una ragazzina qualunque, senza alcun segno di riconoscimento. Chissà cosa pensavano adesso quelle persone di lei. Però quella nave l’aveva portata vicino a persone fantastiche, persone che la amavano, come Kaidan, o persone che l’avrebbero supportata sempre e che erano diventate le sue migliori amicizie e confidenti, come Garrus e Tali, ma anche Liara. Shepard d’un tratto si accorse che tutto l’equipaggio non la seguiva solo perché era il loro comandante, ma anche perché era qualcosa di più per loro. un’amica, un qualcuno di cui fidarsi. Un qualcuno per cui morire. Non si erano dimenticati ciò che lei aveva fatto per ognuno di loro.
Shepard guardò fuori dalla finestra. Le stelle brillavano di quella luce stellare che spesso aveva cercato. Valeva la pena combattere? Andare su Ilos? Valeva la pena rischiare di morire, per cosa, se il Consiglio non la ascoltava?
Guardò Kaidan. Aveva sempre desiderato stringerlo tra le sue braccia, aveva sempre desiderato confessargli i suoi sentimenti, lui aveva elettrificato la sua vita, le aveva dato una spinta in più. Non lo avrebbe più lasciato. D’un tratto si rese conto che non avrebbe potuto mantenere la promessa fatta poco prima a Kaidan. Non l’avrebbe mai lasciato. Mai. Perché lo amava e avrebbe dato la vita per lui. Shepard sospirò. Ecco perché il protocollo vietava le relazioni sul campo di battaglia.
- Non sparire, Kaidan. Non lasciarmi, mai. Mi farebbe male, troppo male- sussurrò Shepard. Senza che l’altro la udisse.Aveva sempre voluto stringerlo, amarlo, e lo aveva fatto.
Shepard guardò di nuovo le stelle.
Brillavano di luce stellare, e in quella luce stellare vide il perché era lì e ricordò ogni cosa.
Le stelle brillavano di luce stellare.
   
 
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