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Autore: ADH    01/12/2015    1 recensioni
Jeff The Killer oramai è conosciuto da tutti come il serial killer più pazzo del secolo.Se ne sta rintanato in una catapecchia,in attesa di una vittima da rendere più bella con un smagliante sorriso inciso sulle labbra.
Un giorno,una misteriosa ragazzina dai capelli color grano verrà a fargli visita presentandosi con la frase "Ci siamo già conosciuti,solo che a quei tempi non esistevo ancora"
Da allora svariati ricordi torneranno a galla,per il killer sarà difficile continuare ad alimentare la sua sete di sangue con quella ragazza vicino.
Genere: Drammatico, Horror, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jeff the Killer
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il medico se ne sta seduto su un letto bianco, di fronte ad una ragazza che sembra la fotocopia di Mercy, se non fosse per gli occhi spenti e un sorriso sforzato sul volto. Quella nella foto è chiaramente Mercy ma... Sembra infelice. Mi rimetto in piedi e considero l'idea di far finta di niente e rimettere la foto a posto. E se Mercy non volesse ricordare? Nella foto non sembra che sia poi così felice... Dovrei fargliela vedere? Dietro la copertina dell'immagine inizio a sentire qualcosa di umido macchiarmi le dita, giro la foto e con orrore noto delle lettere insanguinate. Non sono scritte sul foglio ma ogni lettera sembra comporsi sulla foto una dopo l'altra, come se una mano invisibile stesse scrivendo adesso con un inchiostro rosso sangue. Scioccato,lascio la foto che svolazza in aria e mi allontano. Le lettere stanno continuando ad apparire dal nulla, come se venissero appoggiate dall'aria sulla plastica bianca del retro della foto. Deglutisco nervoso e mi avvicino. La fotografia si è messa a volare per aria. A. Volare. Per .Aria. Sempre più convinto di essere in uno stupido sogno,scuoto la testa, ma la foto sta continuando a roteare da sola. Come guidata da un filo, la foto si avvicina al mio volto. La lettere rosse formano una parola "L E G G I I D I O T A". Idiota a chi? Senza pormi altre domande afferro la foto,ancora sospesa in aria. Le lettere cambiano di nuovo e quello che viene a formarsi è un testo, firmato "Jack lo squartatore". Prima di leggere, giro la foto che, come per magia, adesso è a colori. Mercy e il dottore sono sempre gli stessi, ma adesso riesco a distinguere una tappezzeria azzurra e gli occhi color ghiaccio dell'uomo, che guardano quelli di Mercy pieni di affetto. Rigiro la foto e inizio a leggere, anche se so che ciò che leggerò non mi piacerà.

"Adesso sono morto, non chiedermi come faccio a scrivere se sono oramai deceduto da quasi un secolo, non lo so nemmeno io. Tu che adesso stai tenendo in mano questa lettera probabilmente hai conosciuto mia figlia, Nancy. E' una ragazza dai capelli del color grano, e ha uno sguardo meraviglioso, sei davvero fortunato ad averla incontrata... è una ragazzina speciale. Comunque, non mi perdo in chiacchiere. Devo dirti che ho ucciso la mia splendida bambina. Sono un assassino dopo tutto, non essere sorpreso. Ma ho avuto un buon motivo per farlo. Io adoro mia figlia, è la cosa più bella e meravigliosa che la vita ha deciso di regalarmi, anzi, probabilmente l'unica; ma una ragazza talmente bella non poteva esistere, perciò si ammalò gravemente all'età di tredici anni... una malattia senza cura. Quello che vedi nella foto siamo io e lei, ero un dottore all'epoca... ma persino le mie conoscenze non potevano fare niente per la sua malattia. Io non volevo che morisse, volevo che restasse con me, volevo vederla sorridere. Lei era così piena di sogni e aspettative, non meritava di fare una fine del genere. Così feci un patto... col Diavolo. Ti sei mai chiesto perché Jack lo squartatore ha ucciso tutte quelle persone? Pensavi che fosse solo un pazzo che si divertiva a uccidere le persone? In parte è esatto, ma la pura verità è che aveva un debito con il Diavolo, doveva pagare con la sua e le anime di altre venti persone. Chiedere il perdono è troppo per il male che ho fatto, ma vorrei che almeno tu ti sforzassi di capire. Uccidere le prostitute era più facile all'epoca, quindi mi soffermai solo su quelle. In cambio dei miei servigi il Diavolo avrebbe dovuto far diventare immortale Nancy, avrebbe vissuto per sempre... ma il suo corpo è comunque molto debole. Il suo umore influisce sulla sua vita, perciò ti prego di non intristirla e arrabbiarla. Volevo che mia figlia continuasse a vivere... Era quello che più desideravo in quel momento. Ma prima avrei dovuto ucciderla. E' stato davvero difficile, anzi, è stato orribile. Vedere il terrore nel suo sguardo mi ha convinto di essere un mostro, e lo sono stato davvero per tanto tempo. Ma funzionò, il patto era stato rispettato alla regola. Mia figlia era ritornata in vita e io, una volta finito di pagare il debito, sono morto d'infarto. Forse uno come me non merita di chiedere un favore ma, ti prego, tieni tutto nascosto a Nancy... ne rimarrebbe sconvolta. Voglio solo che tu ti prenda cura di lei. Grazie

Queste sono le ultime parole che comunicherò al mondo dei vivi e ho deciso di firmarle con il mio "vero" nome

Jack lo Squartatore

dall'oltretomba"

La lettera prende fuoco e sparisce lasciando solo cenere. Non ci posso davvero credere... Diavolo... assassini... immortalità... oltretomba? Rimetto la foto nel baule. Ma perché Mercy... anzi... Nancy non ricorda nulla? Jack lo squartatore uccideva per affetto? Non era un pazzo? Ho talmente tante domande che credo il cervello mi esploderà. Suo padre era un killer, come me, ma lui uccideva per il bene di qualcun altro. Si può uccidere per amore? Si può vendere l'anima al Diavolo per amore? Si può sopportare un peso del genere per amore? Io non riesco a capacitarmene. Jack era uno stupido diventato folle per amore di qualcuno. Io invece faccio solo l'egoista, uccido per piacere personale, per capriccio. Non sono migliore di un cane che uccide gatti solo per il piacere di farlo, e la cosa peggiore è che ne sono pienamente consapevole. Uno come me è davvero il peggio. Sono un caso disperato. Che dovrei fare? Che dovrei dirle? All'improvviso mi sento osservato. Nancy mi sta guardando con due occhi preoccupati, sull'uscio della porta. Corre veloce verso di me --Tutto a posto?--.Sto bene? Non lo so. Cado a terra e appoggio la schiena al muro,la mia spalla fa ancora male. Lei si inginocchia davanti a me e inizia a fissarmi. --Sto bene-- rispondo, ma non è vero. Sto male, e non solo in senso fisico. Lei inclina la testa da un lato --Sicuro?--. Si siede per terra, di fianco a me, e i suoi occhi vengono di nuovo scuriti da un accenno di tristezza. Dovrei dirgli tutto?No, dovrei starmene zitto. Volto lo sguardo altrove ignorando la sua presenza. Non sono così malvagio, non potrei mai dirle che suo padre si è sacrificato per salvarla. --Sai Jeff mi chiedevo...-- mi giro a guardarla --Cosa?--. Lei osserva i suoi piedi, le sue scarpe rosse sembravano l'unica cosa davvero colorata in quella stanza. Fa una piccola pausa, come se stesse cercando le parole --...Perchè sei...-- fece un'altra pausa, poi indicò il mio volto --...diventato così?--. Sorpreso da quella domanda abbassai la testa, ma risposi. Dopo quello che ha passato Jack, quello che è successo a me in passato è niente. --Volevo sorridere-- confesso. Lei fa una faccia confusa --Ma tu sorridevi sempre!--. --Solo quando parlavo con te, io in realtà non sorridevo mai. Vedi..-- presi un bel respiro. Devo raccontargli che è successo, sperando solo che il mio racconto non la sconvolga --... un paio di anni fa fui la causa di una rissa a scuola. Mia madre da allora diventò ossessiva nei miei confronti. Voleva controllare me e la mia vita con la scusa di volermi proteggere. Arrivò al punto di seguirmi in continuazione dappertutto. L'ossessione con tempo divenne vera paranoia,non mi faceva nemmeno uscire con mio padre e mio fratello. Lei stava diventando pazza e mio padre non sapeva cosa fare,tanto che chiamò uno psicologo. Era malata. Mio padre provò a farla ragionare, il risultato fu che si ritrovò con una sfregio sulla faccia. Un giorno cercai di parlarle, ma si arrabbiò talmente tanto che tentò di picchiarmi con un flacone di candeggina... inutile dirti che il flacone era aperto. Mi ustionò il viso. Credo io sia impazzito circa tre anni fa, quando mia madre tentò di nuovo di ferirmi, sta volta con un coltello da cucina. La spinsi via nel tentativo di difendermi e lei scivolò... ma mentre stava cadendo il coltello le sfuggì di mano e la ferì,uccidendola. Tutti mi hanno dato la colpa, sapevano che odiavo mia madre più di ogni altra cosa al mondo, perciò hanno pensato che l'avessi spinta di proposito. Quindi ho pensato "tutti mi credono un assassino, perchè non diventarlo?". Uccidere mia madre mi aveva dato una sensazione strana sai?...-- sorrido sotto i baffi , al ricordo della sua faccia prima di morire --... un forte calore al petto. Ma quando ero più piccolo non somigliavo per niente ad un killer. Perciò mi bruciai le palpebre e mi incisi uno splendido sorriso sulle labbra...-- afferrai Colty --... questo qui è lo stesso che ha ucciso mio padre,mio fratello e mia madre--. Lo rimisi a posto. Nancy mi sta guardando, in silenzio. --Sono un assassino, probabilmente lo sarò sempre-- continuo dopo, sperando che quando mi sarei girato avrei visto Nancy sparire. --Non è stata colpa tua-- dice. Io non dico nient'altro, dalla guancia di Nancy cade una goccia trasparente, che subito dopo si mischia con la polvere al suolo. --Jeff... ti sei sentito solo?--. Come colpito da un fulmine, mi giro di scatto --Come?!-- lei inizia a singhiozzare --Sei stato tanti anni da solo! Non mi sorprende se sei diventato così...-- esclama cercando di bloccare il pianto --Non sei un assassino! Non lo sei mai stato!-- mi alzo e mi giro, iniziando ad avviarmi verso l'uscita. Non voglio restare in questo poso un minuto di più, vorrei che Nancy se ne andasse per sempre. Lei si alza e mi raggiunge correndo --Aspettami!-- mi afferra la felpa e mi strattona per cercare di fermarmi. Io mi fermo sospirando --Sono un killer! Non puoi restare con me!-- esclamo cercando di cacciarla. Lei scuote la testa con decisione --Io non me ne vado! Non ti lascio da solo!--. Mi giro ad osservarla, i suoi occhi sono di nuovo color petrolio. Abbassa la testa e allunga una mano verso di me --Jeff... facciamo un patto?-- chiede. Io rimango di sasso. --Se io ti aiuto a tornare quello di un tempo tu mi aiuti con la mia amnesia?--. Mi vuole aiutare? Dopo tutto quello che gli ho detto non è spaventata? Guardo la sua mano, non trema nemmeno. Sospirando decido di stringerla. Può aiutarmi? Quando Nancy è nei paraggi è difficile non sentirsi sollevato, credo che lei abbia il "potere" di far sentire le persone più tranquille. Se può davvero aiutarmi... gliene sarei grato per l'eternità. Vorrei poter dirle grazie, ma sono troppo stupito per muovermi. Forse Jack ha ragione, sono fortunato ad averla incontrata. Lei fa un caldo ed enorme sorriso ed esclama :

--Sta volta non ti lascio da sol--

 

   
 
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