Film > The Phantom of the Opera
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Autore: __aris__    03/01/2016    4 recensioni
Ophelia Weston non parla da dieci anni, da quando ha assistito alla morte dei genitori. Suo nonno, Lord Edward Weston, ha chiamato i migliori precettori ed i migliori medici che l'Europa di fine 800 è in grado di offrire ricevendo un unico verdetto: il mutismo della nipote è irreversibile. A Parigi sente parlare del Fantasma dell'Opéra e viene a conoscenza delle lezioni di canto impartite a Christine Daaé, così decide di salvare Erik da un imboscata dei gendarmi proponendogli un patto: gli offrirà la possibilità di lasciare la Francia se verrà con lui e proverà a ridare la parola a Ophelia.
-- Questa è un'idea che avevo da tempo e che torna spesso a tormentarmi. L'ennesima possibilità per Erik di rifarsi una vita dopo l'Opéra. spero vi piaccia e che venga recensita.
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Erik/The Phantom, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’arrivo di Erik Destler era stato il principale argomento di conversazione della servitù di Grainstar per tutta la cena. I commenti sul suo aspetto erano stati molti, ma tutti avevano creduto alla storia del Duca ed avevano provato sincero dispiacere per un soldato valoroso rimasto ingiuriato per l’Impero. Ciò che aveva scatenato una discussione più animata era stata la volontà di Lord Weston di trattarlo come un ospite del castello, più che come un precettore. “E secondo voi è giusto? Dopo tutto è un precettore!” la voce di Mery, la sguattera, trillo sovrastando il rumore delle posate che stava rimettendo nei cassetti.
La stanza comune della servitù era grande e luminosa: due ampie finestre erano messe sotto al soffitto, i muri erano di un grigio indecifrabile. In mezzo alle finestre c’era il mobile in cui venivano risposte le stoviglie. Il mobile principale era un imponente tavolo in legno massello ricco di venature e circondato da robuste sedie, ma c’erano anche due poltrone vicino al camino. Un vecchio pianoforte verticale era abbandonato sotto una finestra, prima di diventare maggiordomo era Coyle a suonarlo dopo cena ma ormai serviva solo per prendere polvere. Dietro al posto riservato al maggiordomo, su uno dei lati corti della stanza, erano appesi i campanelli collegati ai piani superiori con cui venivano chiamati camerieri e cameriere. Un’ampia apertura, priva di porte, conduceva al corridoio della cucina ed alla scala per i piani superiori.
È stato compagno d’armi di Sua Grazia. Ed è ospite del Duca, vuoi che dorma al piano di sopra e che mangi con noi?” rispose serafico Coyle, che dopo le rassicurazioni di Lord Weston aveva deciso di accantonare tutti i suoi dubbi. Dopotutto, si era detto, se Sua Grazia lo aveva difeso in modo tanto perentorio si doveva fidare molto di Mr Destler.
Certo non pretenderà che anche gli altri ospiti mangino con lui. Io mi rifiuterei!” commentò altezzoso un cameriere di nome Evan picchiettando una sigaretta sul porta sigari.
Perché è un soldato?” chiese ancora Mery.
No, per la maschera.” Ripose con ovvietà.
La maschera? Quale maschera?
Quella che ha sul viso per nascondere i segni della malattia.” Disse accendendosi la sigaretta.
Nessuno mi aveva detto che aveva una maschera!” protestò la sguattera.
Smettila Mery.” disse severamente la governante .
Ammetterete, Mis Price, che all’inizio è … strano.” Intervenne Daisy, una cameriera “Dopo quello che è successo all’Opéra, Lord Weston torna con un uomo mascherato che assomiglia a quel Fantasma.”
E tu che ne sai dell’aspetto del Fantasma dell’Opéra?” domandò Mr Collier, il valletto di Lord Weston che aveva fatto finta di leggere il giornale fino a quel momento. Di solito stava alla larga da queste conversazioni, gli starnazzi di sguattere e cameriere lo avevano sempre interessato molto poco, ma il Duca gli aveva dato ordine di riferire ogni cosa che il resto della servitù avrebbe detto su Erik ancor prima liberarlo dal baule in mezzo alla Manica.
L’ho letto su un penny dreadful, il Fantasma Sanguinario. L’ultima puntata è uscita proprio ieri! Ci sono perfino delle illustrazioni. Vuole vederle Mr Collier?” Spiegò la Daisy con una certa eccitazione.
Non mi sembra il caso.” Il maggiordomo provò a fermare la cameriera intenta a cercare il libricino nel grembiule ma il valletto lo interruppe.
Oh no, m’interessa molto. A Parigi nessuno parlava d’altro.” Disse benevolmente il valletto.
Ecco!” Daisy sorrise appena trovò la tasca giusta “Tenga.”
Collier prese il fascicolo in mano e lo sfogliò. Tra le pagine spuntò il ritratto di un uomo deforme, grottesco, del Fantasma. Al posto del naso un buco, gli occhi scavati e lividi, le labbra sottili piegate in un ghigno raccapricciante, il mento stretto e allungato, pochi capelli sul cranio spelacchiato e deforme. Non era un ritratto somigliante, o almeno lo era solo per metà, ma era perfetto per far venire i brividi alle cameriere ed alle sartine. “Libretti del genere circolano anche a Parigi ma devo dire che hanno un tono più umoristico.”
Commentò atono ridando l'oggetto alla proprietaria. “Ad ogni modo non mi sembra il caso di parlarne.” Gli occhi severi di Mr Coyle fecero sentire Mery e Daisy formiche in un mondo di giganti. “Mr Destler è ospite personale di Sua Signoria, ha servito questo Paese in India e noi lo tratteremo con il rispetto che merita.” Disse mentre uno dei campanelli suonava.
È lady Ophelia che si ritira per la notte. Tocca a te Daisy.” Ordinò Mis Price “E non fare affermazioni inopportune.”
l'ammonì con il dito alzato.
Si, Mis Price” la cameriera prese libretto e lo rimise nella tasca del grembiule, per poi salire le scale in silenzio. Daisy era la capo cameriera, per cui spettava a lei aiutare Ophelia a vestirsi e pettinarsi. Si distingueva dalle altre ragazze per la forma del grembiule, che aveva le spalline più ampie ed era più lungo rispetto agli altri.
La cameriera entrò nella camera di Ophelia trovando la ragazza seduta davanti allo specchio intenta a togliere le prime forcine dell’acconciatura che aveva indossato per la cena. “Lasciate che lo faccia io, milady.” Si affrettò a dire avvicinandosi.
Vestire e svestire Ophelia era, in realtà, più facile di quanto potesse sembrare ad occhi esterni perché avevano creato un linguaggio assolutamente personale, fatto di sguardi e piccoli gesti che rendeva il taccuino quasi superfluo. Daisy faceva piccole domande sulla cena o su come aveva passato la notte e Ophelia di solito le faceva un leggero sorriso ed un cenno di assenso per dirle che era andato tutto bene; poi puntava l’indice verso la domestica per chiedere come stesse e lei rispondeva raccontandole alcune delle chiacchiere che si facevano al piano di sotto: che Mr Coyle aveva rimproverato l’ultimo cameriere assunto perché non gli aveva consegnato i giornali dopo averli stirati o che la cuoca stava sperimentando una nuova ricetta per la bavarese al cioccolato sul resto della servitù.
Ne avete parlato?
Sorprendendo Daisy, Ophelia si era messa a scrivere mentre le raccoglieva tutti i capelli in una treccia bassa e morbida per la notte. “Di chi milady?
Mr Destler
Un po’. Mr Coyle ha detto che dobbiamo essere onorati di ospitare qualcuno che ha servito nell’esercito ed ha rischiato la vita in India. Mery, la sguattera, era arrabbiatissima perché non lo ha potuto vedere.
Ophelia guardò l’altra attraverso lo specchio, sicura che nelle cucine avessero detto anche molto altro, ma non insisté perché Daisy non le avrebbe certo riferito i commenti che erano stati fatti sull’aspetto di Mr Destler. Si lasciò togliere i vestiti e slacciare il busto senza fare altre domande. Quando tutti i suoi indumenti furono sostituiti dalla camicia da notte si accorse del libricino che spuntava dal grembiule della cameriera, con la mano le fece cenno di mostraglielo ma l’altra scosse la testa.
Milady non credo che vi piacerebbe. È solo un romanzetto dell’orrore. Uno di quelli che escono a puntate.” Disse vaga coprendo la copertina con le mani.
Ophelia aprì la bocca nell’ennesimo, vano, tentativo di parlare ma emise solo una specie di singhiozzo strozzato. Lascia che decida io cosa mi può piacere o meno. Scrisse sul solito quaderno.
Daisy abbassò gli occhi e prese il libro. Appena Ophelia lo vide rimase a bocca aperta: sulla copertina era raffigurato un uomo in abito da sera che rapiva una ragazza da un palcoscenico. Sul suo volto una maschera simile a quella del suo precettore. Il titolo, scritto in rosso, simulava piccole gocce di sangue che scendevano da ogni lettera.
Avete parlato di questo di sotto?Scrisse con mano frenetica.
Solo perché l’ultimo volume è uscito oggi!” si giustificò la cameriera che non aveva mai visto tanto arrabbiata l'altra.
Ophelia chiuse il taccuino di scatto mandando via Daisy con un gesto perentorio che ricordava molto Lord Weston.
 
 
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Lord Weston posò il bicchiere di brandy sul tavolo accanto alla scacchiera osservando la disposizione dei pezzi con estrema attenzione “Cavallo in H 5 … mossa poco convenzionale la vostra.” Disse assorto.
Mi adeguo al mio avversario.” Sorrise Erik.
Volete solo intimidirmi.” Rispose il nobile con sicurezza.
Vorrei vincervi.” Affermò con sicurezza il francese.
Potete provarci. Ma sappiate che si contano sulle dita di una mano coloro che ci sono riusciti." Lo avvisò il nobile "Alfiere in G 5.”
Mi deludete, Duca: la vostra è una mossa banale.  Alfiere in F 6.
Ma vi ho portato, ancora una volta, dove volevo. Adesso il mio pedone può mangiare il vostro alfiere.”
Ve lo lascio volentieri. Ciò che voglio è la vostra regina.
Lo sospettavo.” Commentò sull’ennesimo sorso di liquore “Devo dedurre che abbiate un debole per le mie donne. Pedone in F 5.”
Temo che questa volta vi stiate sbagliando.” rispose Erik sostituendo il pedone avversario con uno dei propri.
Dite? Allora mi dovreste spiegare perché avete accettato di rimanere. Questa mattina eravate convinto che sareste andato via dopo il tè ed invece siete qui. Nonostante io non vi piaccia. Perché? L’alfiere mangia il pedone in F 5.”
Voi non vedete oltre il vostro naso, Lord Weston. Avete costruito un castello splendido, lo avete arredato con mobili pregiati ed esibite con orgoglio un Van Djck in sala da pranzo. Avete speso tempo e soldi per costruire questa casa, perché nessuno capisse cos’è.” disse Erik guardando dritto negli occhi il suo avversario “Torre in E 8, scacco al re.”
E per voi cosa sarebbe? Re in D 1.” Il Duca sorrideva sotto la barba: avversari acuti e abili come quello che aveva davanti erano merce troppo rara.
Una gabbia dorata. Alfiere in B 1.
E chi avrei dovuto ingannare? Torre mangia alfiere.”
Ophelia. Scommetto che la tenete all’oscuro di ogni cosa che succede fuori da queste mura. Regina in F 6.”
Critica strana mossa da voi. Pedone mangia cavallo in H 5.”
Ma corretta. Torre in F 3, scacco a re e torre.
Re in G2.” Weston mise il re al sicuro aspettando che Erik commettesse un passo falso. Prima o poi lo facevano tutti i suoi avversari, il segreto per continuare a vincere era saperlo vedere.
Avete cercato di proteggere vostra nipote e le avete costruito una casa talmente bella da cui non volesse uscire. Ma così facendo non siete molto diverso da coloro che la vorrebbero in manicomio. Regina in H 1 mangia la torre.”
Teoria interessante che mi fa sorgere una domanda: credevate davvero di legare a voi la viscontessa de Chagny rapendola? Segregandola nei vostri domini? Regina in F 2, scacco alla regina.”
Erik osservò la scacchiera: la sua regina era immobilizzata ed appena Weston avrebbe spostato l’alfiere sarebbe stata mangiata dalla torre. Fare scacco matto in meno di due mosse non era possibile. “Non ha importanza. Ciò che speravo non si sarebbe mai potuto realizzare. L’unica scelta che avevo era lasciare il campo.” Ammise sfiorando la regina “Come adesso. La partita è vostra, Duca.” Disse alzandosi per raggiungere la porta.
Vi augurerei buona notte ma ho saputo che non dormite mai.”
E voi, dormite?
La notte è il tempo in cui tutti noi incontriamo i nostri demoni.” Rispose il nobile terminando il brandy.
 
 
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Rannicchiata nella propria vestaglia, seduta sul divanetto ai piedi del letto Ophelia sfogliava l’ultimo numero de Il Fantasma Sanguinario. Le braci del camino si stavano spegnendo ed ormai tutti dovevano essere andati a dormire. Accanto a lei, posata sul bracciolo, la lampada a olio illuminava le pagine mentre il letto in ciliegio intagliato, le tappezzerie con minuscoli di boccioli rosa ed ogni altra cosa era avvolta da una malinconica penombra.
Il racconto narrava di un uomo deforme che si era innamorato del giovane soprano dell’Opéera Garnier; arrivando perfino a rapirla, incantandola con la sua musica portandola nei sotterranei del teatro pur di averla sempre con sé. Alla fine la ragazza veniva liberata dal suo innamorato e i due fuggivano mentre il mostro veniva ucciso dalla folla inferocita. Un racconto pieno di sangue come molti altri, se non fosse stato per la prefazione in base alla quale raccontava la misteriosa storia del Fantasma dell’Opéra che era diventato il criminale più ricercato di Francia.
Ophelia non poteva negare che quell’uomo assomigliasse molto a Mr Destler. Forse anche troppo. Ma non poteva credere che suo nonno avesse portato in casa un uomo capace delle atrocità che aveva appena letto! Tantomeno che lo avrebbe accolto in casa come un vecchio amico permettendogli di dormire al piano nobile, di mangiare con loro o di bere brandy assieme dopo cena. Mr Destler non poteva essere il Fantasma dell’Ophéra! La prima persona che l’aveva giudicata solo per ciò che era e per cosa sapeva fare (non per chi era e per cosa non riusciva a fare) non poteva essere un assassino tanto spietato. Il Fantasma Sanguinario, o dell’Opéra, era un uomo senza cuore, spietato che uccideva chiunque lo intralciasse senza il minimo rimorso, mentre Mr Destler era riuscito a capirla più di chiunque. Più di Mr Coyle, di Daisy e più di suo nonno.
Tutti i precettori ed i vari medici che si erano susseguiti a Grainstar l’avevano trattata solo con condiscendenza ma erano sempre convinti che ogni loro sforzo sarebbe stato inutile, che per lei non ci fosse speranza, e se ne andavano dopo poche settimane. Mr Destler si era dimostrato diverso fin da quando era sceso dalla carrozza, anche se non sapeva dire in che modo. L’aveva scrutata, protetto da una maschera impenetrabile, vedendo più di tutti.  Qualsiasi cosa avesse fatto Mr Destler in passato lui e l’uomo del libro non erano la stessa persona!
Ophelia chiuse di scatto il libro prima di sistemarsi il collo della vestaglia per scacciare i brividi. Doveva decidere cosa farne. Una parte di lei lo voleva bruciare nel camino, ma giunta davanti alle braci scoprì che le sue dita non riuscivano a lasciarlo cadere. Alla fine decise di metterlo nel suo segreter: girò la chiave, aprì la ribaltina e nascose il libro in uno dei tanti cassetti vuoti. Poi richiuse tutto sapendo che nessuno avrebbe mai pensato che in quel mobile ci fosse qualcosa. D’altronde nessuno le scriveva mai.
A Daisy avrebbe detto di averlo bruciato. Le dispiaceva raccontarle una bugia ma se Coyle o suo nonno avessero letto quel libro avrebbero anche potuto licenziarla.
Ophelia si guardò attorno cercando la brocca con l’acqua che la sua cameriera le portava tutte le sere senza trovarla. L’aveva mandata via e non era risalita l’acqua come faceva sempre. Con cautela, senza far rumore, aprì la porta della camera da letto per scendere nelle cucine. Camminava in punta di piedi per i corridoi, tenendo sollevata la camicia da notte con la mano destra mentre con l’altra reggeva la lampada ad olio. Scese la grande scala rimanendo incantata vedendo la luna illuminare il giardino dietro l’alta finestra piombata: i raggi bianchi si sfumavano nelle chiome degli alberi secolari o sull’erba creando un paesaggio talmente bello da sembrare dipinto.
Non dovreste girovagare in piena notte.” Sentì alle sue spalle. La ragazza si voltò verso il suo precettore che la osservava da pochi scalini di distanza. Come aveva fatto a non sentirlo? E come faceva a camminare per il castello di notte senza nemmeno una candela?
Cosa state facendo?” le domandò con voce autoritaria.
Ophelia cercò qualcosa su cui scrivere per rispondere ma il suo quaderno era rimasto in camera.
Ah già!” sospirò Erik “Usate il mio palmo.” Disse porgendole la mano.
L’inglese lo guardò titubante. Se ne era davvero dimenticato?
Scrivete una lettera alla volta con un dito, vi assicuro che capirò perfettamente.”
Cercavo dell’acqua nelle cucine
Non ve l’ha portata la vostra cameriera? Non importa. Dove sono le cucine?
Al piano di sotto
Vi accompagnerò.” E se fosse servito l’avrebbe anche ricondotta fino alla sua camera, purché ci rimanesse. Non aveva mai amato chi interrompeva le sue passeggiate notturne. Anche se non gli facevano pensare a Christine.
Non serve. Conosco la strada e voi sarete stanco dopo il viaggio
Io non dormo mai, voi invece ne avete bisogno.” Rispose voltandosi ed iniziando a scendere le scale. Ophelia lo seguì chiedendosi come facesse a vedere tanto bene al buio appena si allontanarono dalle finestre. Scese le ultime due rampe di scale Erik si fece indicare la cucina, una grande sala con decine di pentole in rame appese alle pareti che riflettevano blandamente i raggi lunari. Una parete era occupata dai forni e dalle stufe che li alimentavano; di fianco, sotto alla grande finestra, l’ampio lavandino in marmo rosso. Al centro della stanza c’era il lunghissimo tavolo da lavoro delle cuoche, un unico pezzo di legno bel levigato. Le pentole ed i vari utensili erano riposti con grande ordine sulle mensole o dentro i mobili.
Dove dormono i servitori?” chiese Erik guardandosi attorno.
Nell’ala ovest. Le cameriere sono separate dai camerieri da una porta chiusa a chiave da Mis Price
Rimanete qui. Vado a prendervi un bicchiere nel refettorio.” Disse Erik dopo aver aperto qualche stipetto. Ophelia annuì ed appoggiò la lampada a olio sul tavolo. Appena l’uomo tornò aprì il rubinetto e riempì una brocca d’acqua, la mise su un vassoio accanto al bicchiere e posò tutto di fronte alla ragazza.
Ophelia riempì il bicchiere stando attenta a non bagnare il tavolo e poi osservò nuovamente il precettore tra un sorso e l'altro.
Cosa volete chiedermi?” disse l’altro intuendo che la ragazza avesse talmente tante domande nella testa da non sapere nemmeno lei cosa chiedergli prima. Se avesse parlato sarebbe stata come un fiume in piena. Probabilmente nemmeno MegGiry avrebbe mai trovato tante cose da dire nello stesso momento.
Davvero non dormite mai?  Gli scrisse sulla mano.
Davvero.” Rispose stupendosi che la prima domanda non riguardasse il suo viso. Forse la menzogna di Weston aveva funzionato meglio di quanto potesse immaginare.
E non siete mai stanco?
I fantasmi non hanno sonno e non sentono la stanchezza ma questo non glielo poteva certo dire. “Molto raramente.”
Cosa fate di notte?
Di solito compongo.”
Ophelia annuì e dopo pochi istanti scrisse nuovamente sul palmo del precettore Perché avete accettato di essere il mio insegnante?
Perché capisco cosa vuol dire sentire la Musica nel modo in cui la sentite voi. Esserne trascinati al punto di perdersi in essa; fino a essere solo una parte della Musica, un suo strumento.”
Quindi non v’importa che io non parli?
Che voi adesso non ne siate in grado? No. So che presto ci riuscirete.”
Come?
Avete ancora molto da imparare su cosa la Musica sia capace di fare. Domani vedrete.” Sarebbe stata la sua musica a farle uscire la voce dal petto, era solo questione di tempo.
Nessuno dei miei insegnanti ha mai avuto la vostra sicurezza
Vi hanno sentita suonare?
Ophelia annuì senza scrivere altro.
Allora erano sordi.”
   
 
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