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Autore: lullublu    04/01/2016    0 recensioni
Gin chiede consiglio ad Hinowa su come conquistare Tsukuyo.
(GintokixTsukuyo)
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gintoki Sakata, Kagura, Tsukuyo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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gintsu3 Quella mattina Gintoki si svegliò più tardi del solito.
Era da un po' che dormiva male e che si svegliava di malumore, da quando era stato rifiutato.
Non ricordava che le donne facessero un effetto simile, forse perchè era da tanto che non provava quel sentimento.
Gli bastava ripensare a quando, dopo averla liberata dalla ragnatela, l'aveva stretta tra le braccia, per provare una sensazione di tenerezza.
Tenerezza che gli risultava ora quasi dolorosa dopo gli ultimi risvolti.
Perciò, in quel momento, sentire Kagura urlare chiamandolo da fuori la porta, gli diede molto fastidio.
Uscì con l'intenzione di sgridarla.
"Kagura la smetti di fare tutto sto' casino?" le disse.
Vide che aveva in mano quello che sembrava essere un mazzo di rose, rovinato, tra l'altro.
"Gin-chan, guarda cos'ho trovato qui fuori" disse la ragazzina con aria esaltrata.
L'albino fece una smorfia.
"Sarà opera di quella stalker pazza" disse riferendosi a Sacchan "buttalo. E lavati bene le mani, non si sa mai".
E questa fu la fine delle rose che Tsukuyo aveva comprato per Gintoki.

Quel giorno stesso, Tsukuyo fu nuovamente messa sotto torchio da Hinowa e confessò di non essere riuscita nel suo intento.
Allora la cortigiana capì che doveva intromettersi, i due erano troppo stupidi per fare da soli.
Tsukuyo era giustificata almeno, essendo per lei quella la prima cotta.
Credeva che almeno Gintoki ci sapesse fare, ma a quanto pareva o non era così o la bionda era troppo difficile per lui.
Decise allora di parlare con i due amici del samurai, insieme avrebbero pensato a qualcosa.

Se Gin ci avesse pensato, avrebbe capito subito cosa c'era sotto quando gli arrivò un invito di Tsukuyo (o almeno così diceva la firma) che gli chiedeva di incontrarla perchè voleva chiedergli scusa.
In fondo era uno dei clichè più usati negli shojo.
Ma forse perchè fu preso alla sprovvista che il piano funzionò.
Ed ora si ritrovava su una panchina affianco alla ragazza che affermava di aver ricevuto la stessa lettera da lui.
"Tsk, me l'hanno fatta" si lamentò l'albino.
Si sentiva parecchio a disagio in quel momento.
La ragazza teneva lo sguardo puntato verso il basso e stranamente si esprimeva senza la sua solita aggressività.
Gintoki non sapeva se interpretare quell'atteggiamento come imbarazzo o se stesse cercando di ignorarlo.
"Sono una stupida" mormorò lei " come se uno stupido rozzo come te sapesse chiedere scusa".
"E per cosa dovrei scusarmi?" replicò lui un po' indispettito da quel tono "per aver cercato di regalare dei fiori ad una donna?".
Lei rimase in silenzio, sentendosi un po' in colpa nel rivolgergli un' accusa ingiustificata.
"Se vuoi solo litigare me ne vado, non ne ho proprio voglia" fece Gintoki alzandosi.
Ecco, pensò Tsukuyo, adesso per colpa mia non riusciremo più a chiarire.
Doveva fare qualcosa, impedirgli di andarsene così.
Gli afferrò la manica del Kimono.
"Aspetta" gli disse con tono incerto e lui si girò a guardarla senza dire nulla, come ad invitarla a parlare.
Quegli stessi occhi continuavano a darle emozioni diverse.
Durante la battaglia per esempio, l'avevano sorretta con la loro forza.
La indispettivano quando lui la prendeva in giro ed in quel momento la stavano travolgendo.
Si sentì di nuovo mancare il coraggio e pensò che non sarebbe riuscita a parlare.
"Mi dispiace" disse invece, sentiva la sua voce lontana, come se non le appartenesse "non avrei dovuto trattarti in quel modo".
Gintoki sorrise, di certo si sentiva rassicurato da quelle parole, anche se quel tono dolce, quasi remissivo, non le apparteneva.
"Non importa, vuol dire che ci proverò di nuovo" fece l'albino.
Lei lo guardò con aria interrogativa, la mano ancora stretta attorno alla stoffa bianca del suo kimono, come se temesse ancora che lui la lasciasse da sola.
Se ne accorse in quel momento e lasciò la presa.
"Perchè?" domandò la ragazza.
Lui la squadrò e capì a cosa si riferisse sul serio la sua domanda.
Sul serio non aveva capito perchè le aveva portato (cercato di portarle) dei fiori?
Era proprio così.
Dopotutto, nonostante l'ambiente in cui era vissuta, Tsukuyo non aveva nessun tipo di esperienza con gli uomini.
Trattenne malamente una risatina, divertendosi poi nel vedere la sua reazione smarrita.
"Sai, questo si chiama corteggiamento. Di solito si fa con le belle donne, ma farò un'eccezione per il tuo caratteraccio".
Notò che la ragazza stava diventando rossa nella consapevolezza di quel che lui aveva detto.
Gintoki voleva corteggiarla.
Avrebbe dovuto sentirsi fortunata, si era da poco accorta della sua prima cotta, e già il tipo che le piaceva la stava corteggiando.
Decise però di reagire rispondendogli a modo, invece di innervosirsi o stare in silenzio.
"Va bene, riprovaci. Però non voglio fiori stavolta. Portami una bottiglia di sakè.".
"Va bene" rispose lui un po' titubante, dopotutto aveva già avuto modo di vederla ubriaca ed avrebbe preferito non ripetere l'esperienza.
Intanto poco lontano dalla panchina, dietro ai cespugli qualcuno stava guardando.
"Ah" sospirò Shinpachi "sembrano già una coppia sposata, sono invidioso" disse.
"Semmai sembrano sul punto di divorziare" ribattè Kagura.
Hinowa invece non disse nulla, limitandosi a sorridere.
'Gintoki, spero che tu la renda felice' pensò 'spero che tu le faccia capire che d'ora in poi non dovrà portare tutto il peso da sola'
E mentre guardava i due, si convinse che sarebbe andata proprio così.


  
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