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Autore: Mirty_92    06/02/2016    1 recensioni
_Momentaneamente sospesa per mancanza di ispirazione_
Ogni compleanno è il primo giorno di altri 365 giorni di viaggio intorno al sole. Siediti, allaccia le cinture di sicurezza e... goditi il viaggio!
Una raccolta di storie dedicate ai più svariati personaggi poiché si sa che, il giorno del proprio compleanno, ricorre solo una volta all'anno e per questo è degno di essere ricordato.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Arthur Weasley

 

 

Una giovane Molly Weasley era più indaffarata che mai quel venerdì mattina del 6 Febbraio 1981. Era ancora molto presto ma la sue giornate erano sempre così piene di cose da fare che ormai era diventata un’abitudine per lei alzarsi di buon’ora. Senza contare il fatto che quel giorno era davvero speciale: era il trentunesimo compleanno di suo marito, il primo compleanno che festeggiavano insieme dopo la caduta di Colui Che Non Deve Essere Nominato. Erano fortunati ad essere ancora lì, tutti quanti sani e salvi. E la vita, si disse Molly, da quel giorno sarebbe stata migliore.

Molly correva da una parte all’altra dell’ingombra cucina della Tana impartendo ordini alle scope che spazzavano il pavimento, agli strofinacci che pulivano meticolosamente ogni singola superficie dei mobili e alle padelle sul fuoco nelle quali stava cuocendo la colazione per i suoi sei figli che, ben presto, avrebbero cominciato a far capolino dalle scale.
Cinque minuti più tardi un allegro “Buongiorno, mamma!” la salutò dal primo pianerottolo.
“Buongiorno tesoro! Hai dormito bene?”
Un bambinetto dall’aria vispa la raggiunse per darle un bacio sulla guancia. “Non molto, mamma. Ho sentito Charlie parlare nel sonno.”
“Io non parlavo nel sonno!” protestò un secondo ragazzino che, a sua volta, aveva raggiunto la madre per darle il bacio del buongiorno.
“Invece sì!”
“Invece no!”
“Suvvia, ragazzi, non cominciate a litigare.” Si rivolse al bambino più piccolo. “Non c’è niente di male a parlare nel sonno, Charlie.” Poi si voltò verso Bill. “E non penso proprio che tu non abbia dormito bene solo perché Charlie parlava. Dico bene, Bill?”
Bill divenne paonazzo e abbassò il capo. “Scherzavo, mammina.”
“Ma certo che scherzavi.” Molly scompigliò i capelli al suo primogenito mentre rivolgeva un sorriso incoraggiante a Charlie che aveva messo il broncio per l’accusa ingiusta del fratello. “Su ragazzi, sedetevi che la colazione è quasi pronta.”
I due bambini non se lo fecero ripetere due volte. Mentre Molly disponeva in tavola pane tostato, bacon e altre leccornie, due bambinetti identici di tre anni si catapultarono letteralmente giù dalle scale inseguiti da un ragazzino di sei che esibiva un’aria indispettita.
“Mamma! Fred e George hanno preso le mie ciabatte e non vogliono dirmi dove le hanno nascoste!”
I due gemelli cercavano di trattenere un sorrisetto furbo che tentava di far capolino sul loro viso tondo e infantile.
“Non è vero, mamma. Io e George non abbiamo preso nulla.”
Assolutamente nulla.”
I gemelli scossero la testa all’unisono. Bastò un’occhiata di Molly per far crollare la loro espressione sicura.
“E va bene. Le tue ciabatte sono sotto il letto di Fred, Percy.” George si arrese per primo mentre Fred, a malincuore, fu costretto ad annuire.
Molly li guardò soddisfatta avendo ottenuto, così presto, la confessione desiderata. Quei due erano davvero delle pesti in miniatura, ogni giorno ne inventavano una nuova.
“Bene, ragazzi. Ora che siamo apposto facciamo tutti colazione.” Un pianto a dirotto catturò l’attenzione di Molly mentre tutti i bambini si tapparono le orecchie con le mani.
“Ancora?”
“Ma perché piange sempre?”
Molly tornò veloce in cucina dopo aver recuperato il suo ultimo figlio di appena 11 mesi.
“Oh, ragazzi! Quante storie! Frignavate molto anche voi all’età di Ron. È affamato anche lui, poverino.”
“Ma ha sempre fame quello!” si lagnò Fred.
“Giusto.” gli fece eco George.
“Ragazzi, basta e mangiate ora. Oggi voglio che mi promettiate di essere bravi perché ho bisogno di tutti voi. Ve lo ricordate che è un giorno speciale, vero?”
“Certo, oggi è il compleanno di papà!” Percy intervenne senza esitazioni.
“E stasera gli faremo una bella festa e gli daremo il bel regalo che gli abbiamo comprato. D’accordo?”
Gli occhi di tutti i bambini si accesero di entusiasmo mentre annuivano convinti. Anche Ron pareva aver compreso le parole di Molly e aveva smesso di piangere. O, forse, aveva solo bisogno di essere coccolato.

La giornata trascorse tranquilla, molto più tranquilla di quanto Molly si aspettasse. Tutti i bambini, sotto la sua vigile sorveglianza, si affaccendarono a dare una mano per preparare la festa, così quando alle  sette e mezza Arthur Weasley tornò alla Tana, trovò tutta la sua famiglia riunita attorno al tavolo ad aspettarlo di fronte ad un superbo banchetto che avrebbe fatto invidia anche ai migliori banchetti di Hogwarts.
“Buon compleanno, papà!” Cinque voci festanti accolsero l’ingresso del signor Weasley che si ritrovò sommerso da bambini che volevano a tutti i costi essere presi in braccio per primi.  
“Oh, ragazzi! Grazie, grazie mille!” si accovacciò all’altezza dei suoi figli e cercò di abbracciarli tutti in una sola volta. I bambini risero felici mentre Molly, con in braccio il piccolo Ron, li guardava serena.
“Mi avete fatto davvero una bella sorpresa, ragazzi!”
Mentre i bambini lo scortavano al tavolo, Molly gli si avvicinò e gli schioccò un sonoro bacio sulla guancia. “Tanti auguri, Arthur.”
“Grazie, cara. Sei davvero un tesoro.” Arthur solleticò la guanciotta rosea di Ron. “E questo piccolino come sta?”
“Bene, oggi è stato più buono del solito. Ha mangiato in abbondanza direi.”
“Papà, dai. Sbrigati a sederti che così incominciamo la festa!” Charlie era sempre il più ansioso di festeggiare.

Fu una serata davvero speciale. Mangiarono di tutto, dal pasticcio di carne con patate al dolce preferito di Arthur: torta al cioccolato ricoperta di glassa alle fragole. Il regalo che Molly aveva comprato per Arthur fu perfetto. Un nuovo mantello color blu notte che gli stava alla perfezione, senza contare il biglietto di auguri gigante preparato da tutti i suoi figli.
“Grazie bambini. È bellissimo, davvero!”
“Hai visto come ti ho disegnato bene, papà?” chiese Bill orgoglioso del suo operato.
“Sei stato bravissimo, Bill. È molto somigliante.”
“Io ti ho colorato, papà.” Aggiunse Charlie anche lui in cerca di complimenti che non si fecero attendere.
“Hai decisamente del talento artistico, Charlie.”
“E la scritta ti piace, papà? L’ho fatta io!” Anche Percy si unì ai fratelli.
“Certo, Perce. Hai un’ottima scrittura, davvero!”
Percy gonfiò fiero il petto.
“E voi cosa avete fatto?” Arthur guardò prima Fred e poi George che stavano seduti uno sulla sua gamba destra e uno sulla sinistra.  
“Noi abbiamo fatto i coriandoli dello sfondo, papà.” spiegò Fred.
“Perché tra un po’ è anche carnevale.” puntualizzò George.
“E sono davvero i più bei coriandoli che io abbia mai visto!” I due gemelli lo abbracciarono, felici.
“Bene, bambini. Ora io e la mamma vi accompagnamo a letto. È stata davvero una bellissima festa.”
Un chiacchiericcio soddisfatto andò pian piano scemando mentre tutti i bambini si addormentavano nelle loro camere.
Molly si apprestò a raggiungere Arthur a letto dopo aver messo Ron nel lettino.
“Si è addormentato. Forse riusciremo a dormire un po’ prima che si svegli di nuovo.”
Molly si rifugiò nell’abbraccio protettivo di Arthur.
“Grazie, Molly. È stato un magnifico compleanno. Sei una madre meravigliosa e una moglie splendida.” La baciò teneramente sulle labbra.
“Te lo dovevamo, Arthur. Tu sei speciale per tutti noi. Non saprei davvero cosa fare senza di te.”
“Lo stesso vale per me.”
Rimasero per un attimo in silenzio consapevoli del fatto che quel compleanno festeggiato tutti insieme era davvero un regalo unico. Erano entrambi sopravvissuti ad una terribile guerra.
“Devo dirti una cosa, Arthur.” La voce di Molly era poco più che un sussurro.
“Dimmi.”
“Beh, ecco… vedi… tu… io… cioè… noi…”
Arthur la guardò stupito e in un attimo capì. Molly era sempre stata una donna molto concreta, decisa, forte. Le uniche volte che si era ritrovata in difficoltà erano state quando doveva comunicargli una gravidanza.
“Davvero?”
Molly annuì. Sapeva che Arthur aveva capito.
“E questa volta sarà una femmina” gli sussurrò.
Gli occhi di Arthur brillarono di gioia. Quello era decisamente il regalo migliore del mondo.

  
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