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Autore: Mirty_92    17/02/2016    1 recensioni
_Momentaneamente sospesa per mancanza di ispirazione_
Ogni compleanno è il primo giorno di altri 365 giorni di viaggio intorno al sole. Siediti, allaccia le cinture di sicurezza e... goditi il viaggio!
Una raccolta di storie dedicate ai più svariati personaggi poiché si sa che, il giorno del proprio compleanno, ricorre solo una volta all'anno e per questo è degno di essere ricordato.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Luna Lovegood

 

“Mamma, mamma! L’ho ritrovato! Sono così felice, mamma. È proprio come avevi detto tu!”
Una donna alta dai lunghi capelli biondi posò una mano sulla testolina dorata della figlia di 8 anni che, tutta trafelata, l’aveva appena raggiunta da chissà dove. Le scompigliò amorevolmente i capelli un poco più scuri dei propri e la guardò con infinita dolcezza.
“Che cosa hai ritrovato, tesoro mio?”
“Il braccialetto che avevo perso!”
La donna cercò di ricordare quale dei tanti braccialetti, la sua Luna aveva perso – e appena ritrovato – questa volta. Una rapida occhiata al polso sinistro della figlia le fece ricordare quanto accaduto appena tre giorni prima. Luna, in lacrime, le aveva confessato di non trovare più il braccialetto con gli strass e le perline blu e bronzo, i colori della Casa di Corvonero, Casa nella quale non vedeva l’ora di essere smistata quando finalmente avrebbe avuto l’età giusta per andare a Hogwarts. 
“Oh, ma certo! E dove l’hai ritrovato?” la sfumatura di attenta curiosità nel tono della madre fece sorridere Luna che incominciò entusiasta a raccontare di come, in un rocambolesco gioco da lei inventato, fosse finita vicino al fiume dove aveva visto un Plimpo d’acqua dolce nascondere sotto le squame il suo braccialetto.
“Non avrei mai pensato di ritrovarlo laggiù. Ne tanto meno di trovarlo incastrato ad un Plimpo! Non è stata una vera fortuna, mamma?”
La donna sorrise e presa per mano Luna, la condusse in casa. 
“Cosa ti avevo detto, Luna?”
“Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di ritornare da noi,” recitò tutto d’un fiato la ragazzina. “Anche se non sempre come noi ce le aspettiamo*” concluse trionfante.
“Esatto, tesoro. Ricordalo sempre.”
“Sì, mamma. Lo farò.”

 

13 Febbraio 1995

 

“Lo farò, lo farò” biascicò con la voce ancora impastata dal sonno.
Luna si svegliò un po’ confusa. Le ci volle un momento per capire dove si trovasse. Era a Hogwarts, nel dormitorio di Corvonero che condivideva con altre quattro  ragazze del suo stesso anno. Si mise a sedere sul letto a gambe incrociate e rimase a fissare le cortine di seta blu notte che la nascondevano  alla vista degli altri letti a baldacchino. A giudicare dalla debole luce che filtrava da uno spiraglio delle tende, doveva essere ancora molto presto, forse era da poco sorto il sole.
Si lasciò ricadere sul letto e cominciò a ricomporre i pezzi del sogno che aveva appena fatto. Aveva sognato sua madre. Erano 5 anni che non sognava più sua madre in modo così vivido. Da quando era morta, cioè da quando lei aveva 9 anni, le era capitato di sognarla solo un paio di volte e l’aveva sempre vista molto distante, nonostante avesse sempre quell’aria affabile e  quel sorriso dolce che riservava solo a lei. Invece questa volta aveva sognato un episodio preciso della propria vita, accaduto un anno prima della scomparsa prematura della madre ma, la cosa stupefacente, era che sua madre le aveva parlato! Certo si era trattato solo di poche frasi, ma il punto era che le aveva parlato!
Pensava di non ricordare più tanto bene la voce della madre eppure, dopo quel sogno, era come se quella voce l’avesse sentita solo il giorno prima.
Luna rimase a fissare la tenda superiore del letto a baldacchino e si perse a fantasticare tra le pieghe traslucide della seta scura.
Si sentiva felice come non lo era stata da molto tempo. Certo, aveva ancora un papà che non le faceva mancare nulla e che le voleva molto bene. Aveva dei buoni amici dei quali Ginny era sicuramente una delle migliori. Ma a volte si sentiva incompleta, come se le mancasse qualcosa che prima possedeva e che poi aveva perduto. Luna non era una stupida, non per niente il Cappello Parlante l’aveva smistata in Corvonero. E sapeva perfettamente cosa le mancava, cosa aveva perso: sua madre.
Si ricordò in quel momento, con precisione, le parole che sua mamma le aveva insegnato e che, come un mantra, aveva ripercorso in sogno.

Le cose che perdiamo trovano sempre il modo di ritornare da noi … anche se non sempre come noi ce l’aspettiamo.
E di colpo capì.
Senza fare rumore, sgusciò fuori dal letto per controllare il calendario Babbano raffigurante uno strano gruppo musicale immobile che una delle sue compagne teneva appeso vicino alla porta del dormitorio.
Sorrise sognante quando una data le confermò la sua ipotesi.
Era infine giunto il 13 Febbraio, il giorno del suo compleanno. Sempre sorridendo beata e muovendosi come un gatto nella notte, Luna si accoccolò sul davanzale della finestra, guardò spuntare il primo raggio di sole e sussurrò: “Sei ritornata, mamma. Sei ritornata da me per farmi gli auguri di buon compleanno.”
E anche se nessuno le rispose, Luna sapeva che, da qualche parte, sua madre la stava guardando e sorrideva con lei.

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*: Cit da Harry Potter e l'Ordine della Fenice.
  
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