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Autore: lolli89    20/02/2016    3 recensioni
James Phelps e la sua ragazza Italiana si trovano di fronte a scelte importanti, che potrebbero cambiare la loro vita... oppure no, potrebbero addirittura dividerli. Cosa sceglieranno di fare? Cosa sarà mai, questo ostacolo tra loro? E se lo supereranno, quali sorprese riserverà la loro storia? Saranno belle, o dovranno superare le avversità? Sarà tutto rosa e fiori, o troveranno anche spine, nel mezzo? Come sempre, quando trovate Xx metteteci il vostro nome, così la storia, spero, sarà più realistica!
Per ora vi lascio nel dubbio, se siete curiosi, leggete!
lolli89
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Phelps, Oliver Phelps
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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 << Ma che diavolo è questo rumore? >>, borbottò tra se James prima di aprire gli occhi e sentirsi spaesato: dov'era finito?

<< Ah, già… >>, borbottò ancora, ricordandosi della sera precedente.

Era sul divano con una coperta, e si era ritrovato con le scarpine che Xx gli aveva impacchettato per dargli la notizia in mano, e il suo cellulare incastrato tra i cuscini che suonava.

<< Oliver >>, rispose vedendo il nome.

<< Hi James! >>, fece allegro il fratello.

<< Che ti serve? >>, gli chiese spiccio: non aveva nessuna voglia di starsene al telefono.

<< Ehi! Che modi? Volevo solo chiederti a che ora avevi il volo, così passo a prenderti dopo >>, rispose Oliver.

<< Il volo? Oh… si, l'avevo dimenticato >>, rispose, rendendosi conto di non essere stato molto carino con il fratello, in fondo non era certo colpa sua, e non sapeva niente.

<< Ma che ti prende? Sembri strano. Domani abbiamo l'incontro con quegli ambasciatori per l'associazione… >>.

<< Si, si. Ora mi ricordo. Il volo ce l'ho verso le tre del pomeriggio >>, fece James sbrigativo.

<< Ok… ci vediamo più tardi >>, fece Oliver perplesso mettendo giù il telefono.

<< Merda, è tardi, devo ancora preparare le cose >>, fece balzando su dal divano, e per un po' riuscì a non pensare a quello che era successo.

Prima di uscire aveva scritto un biglietto a Xx, avvisandola che sarebbe stato via qualche giorno, lo lasciò sul tavolo e uscì di corsa.

 

Xx quel giorno si era data malata a lavoro: non aveva voglia di stare in mezzo alla gente e alla confusione… voleva solo starsene in pace. La sera precedente aveva detto a James che avrebbe chiesto a un amica di stare da lei, ma già sapeva che non l'avrebbe fatto, che sarebbe andata direttamente in un hotel, e li si sarebbe sfogata liberamente, e infatti non appena si era chiusa la porta della camera alle spalle, si accasciò con la schiena contro la porta e pianse… non sapeva nemmeno lei se per la frustrazione, la rabbia, la delusione, l'incredulità o per altro.

In qualche modo era riuscita a trascinarsi sul letto, e li i pensieri non le avevano lasciato tregua: era distrutta per il litigio con James, uno dei rari che succedevano tra loro… ma di sicuro il più grosso. Si chiese perché il ragazzo aveva reagito così: era stato colto alla sprovvista… non voleva figli… o come aveva detto, per lui non era il momento giusto? Eppure nella sua testa prese forma l'immagine di lui con un neonato in braccio… e la trovò un immagine molto dolce e molto bella, naturale. Vero, non ne avevano mai parlato, non c'era mai stata occasione… ma perché aveva reagito così male? Anche lei era rimasta scioccata dalla notizia, quando aveva visto il test, me dopo un po' si era ripresa, perché in fondo al suo cuore sapeva che prima o poi sarebbe successo con James, sapeva che avrebbe formato una famiglia con lui, se lo sentiva. Certamente non avrebbe voluto che avvenisse per “caso” - non si sentiva certo di dire per “errore”-, e aveva cominciato ad accettare l'idea, ad immaginarsi un bambino che somigliasse a James…

E poi era arrivata la doccia fredda: magari non si era aspettata i salti di gioia… ma neanche quel distacco, non era da lui. Si era sentita… allontanata bruscamente, rifiutata.

“ Che cosa devo fare? “, era stata la domanda che si era posta quella notte, e quella mattina era tornata a farsi sentire ancora, dopo aver dormito poco e male. Avrebbe dovuto, per così dire, cedere ed abortire? Ma lei come si sarebbe sentita dopo? Come gli aveva detto era contraria, non sarebbe mai riuscita a uccidere il suo bambino, il bambino di James… e se lui non avesse voluto… suo figlio… lei ce l'avrebbe fatta da sola? Sarebbe stata abbastanza forte per entrambi? Separarsi da James… era doloroso solo pensarlo, ne sarebbe stata capace?

Per l'ora di pranzo era tornata a casa, e aveva trovato il biglietto di James:

 

“ Ciao amore, sono volato a Londra, me ne ero dimenticato, ma io e Ollie abbiamo un incontro con un associazione benefica, domani. Dovrei tornare venerdì pomeriggio.

Ti amo, James “

 

Xx si sorprese a sorridere al biglietto, nonostante tutto: lui teneva a lei… questo lo sapeva già, ma dopo il litigio che avevano avuto, ricordarselo le era di conforto.

 

<< James, mi vuoi dire che hai? Da quando sei arrivato sei strano! >>, sbottò Oliver alla fine: erano andati in un pub quella sera per bersi qualcosa e stare insieme, a chiaccherare come un tempo.

<< Problems with Xx? >>, domandò, ancora, e dall'espressione che fece il fratello capì di aver indovinato.

<< Vuoi parlare o devo indovinare di nuovo? >>, domandò ancora qualche minuto dopo, irritato dal mutismo del gemello.

<< Non indovineresti >>, fece infine James.

<< Then tell me >>, rispose sollevando un sopracciglio, bevendo un sorso di birra.

<< Ok… but non dirlo a nessuno, ancora. Xx… is pregnant >>, confessò infine, tirando fuori le scarpette bianche che si era portato dietro tutto il giorno.

Oliver spalancò la bocca, sconvolto, e fissava quelle scarpine che aveva James, prendendole in mano.

<< C- come è successo?? >>, domandò.

<< È la stessa domanda che ho fatto io a lei. E ora mi rendo conto di quanto sia idiota, come domanda. Secondo te come è successo? >>, sbottò ironico.

<< Oh, yes. Right >>, fece Oliver dopo due secondi.

<< E…? Non… sei felice? >>, continuò, vedendo lo sguardo del gemello.

<< Io… non lo so, in verità. Io vorrei dei figli… ma non so se è il momento… e se poi viene fuori che non sono capace? A quel punto sono responsabile di una vita, e se cresce male a causa mia? Non è un gioco! >>, si sfogò James.

<< And if you had just afraid? >>, suggerì semplicemente Oliver.

<< Maybe >>, rispose l'altro.

<< E Xx che dice? >>, chiese: quella sera doveva cavargli tutte le parole di bocca.

James fece un sorriso amaro.

<< Lei… è contraria all'aborto, quindi vuole tenerlo. E così, ieri sera quando me l'ha detto, abbiamo litigato, non so che mi è preso >>, disse James, e raccontò al fratello cosa si erano detti lui e la sua fidanzata.

<< Hai detto a Xx… che vostro figlio è un problema?!? Ma… James!! >>, Oliver era scandalizzato.

<< Beh… non esattamente. Non volevo, comunque. È stato un errore… >>, tentò di difendersi l'altro.

<< Che tu l'abbia detto o quasi, non fa differenza, James. Lei l'ha capito, e non posso immaginare niente di peggio che tu potessi dire… andiamo! Come fai a dire che tuo figlio è un problema? >>, Oliver si scaldò, prendendo le difese di Xx.

<< Lo so che ho sbagliato, va bene?!? Me ne sono pentito mezzo secondo dopo di averlo solo pensato, ok? >>, James era distrutto, e alzò la voce sfogando la sua frustrazione e la sua rabbia contro il fratello: aveva gli occhi lucidi, dava l'idea di poter crollare da un momento all'altro.

A vederlo, il gemello si rese conto che il fratello “minore” era più che pentito, e cercò di confortarlo.

<< D'altra parte i fratelli “ maggiori “ a che servono, se non per dare consigli e sostegno? >>, chiese sarcastico, mettendo le virgole con le dita sulla parola maggiori, e James fece un vago sorriso, imbarazzato per come si era appena comportato.

<< Mi… dispiace, sorry. Non dovrei prendermela con te >>, si scusò.

<< James, e da ieri sera non l'hai più sentita? >>, domandò Oliver sorpreso, quando il fratello glielo confidò.

<< Le ho lasciato un biglietto sul tavolo e basta. Dovevi vederci ieri sera: sembravamo due estranei… tra noi c'era il gelo >>, fece James abbattuto, e Oliver annuì dispiaciuto.

<< E cosa aspetti a chiamarla, o mandarle almeno un messaggio? E poi… cosa sperate di risolvere con queste due settimane di riflessione? Non concluderete nulla, dovete parlarvi subito, quando tornerai da lei >>, osservò Oliver, convinto.

<< Ma… >>, fece James.

<< Niente ma. Sarai un bravo papà, la tua è solo paura. E poi non sarai solo, avrai anche Xx al tuo fianco… e voi due vi amate, è un idea folle e stupida quella di dividervi! Senza contare l'aiuto dei suoi genitori e dei nostri, i consigli… aspetta quando verranno a sapere che diventeranno nonni! I vostri amici… lo zio fico, che sarei io, zia Katie… sua sorella… tutti i parenti… tutti vi aiuteremo, se sarà necessario >>, concluse Oliver.

<< Tu non vedi l'ora di diventare zio, vero? >>, chiese James guardando il fratello “ maggiore “.

<< Esatto! >>, confermò allegro lui.

<< E tu e Katie? Siete sposati, avete fatto la luna di miele…. Un bel bimbo? >>, chiese sorridendo.

<< Per ora ci godiamo la vita da sposini, e poi vedremo. Voglio prima vedere che cosa combinerai tu con un neonato! >>, disse scoppiando a ridere, e James gli tirò un calcio sotto il tavolo, ma sorrise anche lui, e bevve un sorso della sua birra.

<< In ogni caso, se ti azzardi a piantare in asso Xx e tuo figlio, giuro che ti prendo a calci nel sedere, e non scherzo >>, fece Oliver più serio.

Più tardi chiamò Xx, ma rispose la segreteria, e lasciò un messaggio.

 

<< Ciao amore… sono io. Volevo solo dirti che non ti ho abbandonata, non sono scappato dopo una lite… ma sono qui per una cosa importante. Scusa se non mi sono più fatto sentire, dovevo pensare. Ci sentiamo, ok? Buonanotte… ti amo… nonostante quello che è successo ieri>>.

Poi si accorse che lei, poco prima, gli aveva lasciato a sua volta un messaggio in segreteria e lo ascoltò con attenzione.

 

<< Ciao James. Volevo dirti che sto bene. Ieri sera sono andata in un hotel, alla fine… e mi dispiace per alcune cose che ho detto, volevo solo ferirti, in quel momento, e questo non lo posso sopportare, perché io ti amo, e non dovrei dirle, certe cose. Comunque ci vediamo tra qualche giorno… spero tu stia bene. Salutami Oliver, Katie e i tuoi >>. James sorrise… dopotutto se si preoccupava di dirgli che stava bene e che non voleva ferirlo… non tutto era perduto.

 

Xx era da poco arrivata a casa dal lavoro, era stata una giornata faticosa e così andò subito a farsi una doccia.

<< Ora piccolino andiamo a mangiare qualcosa, la tua mamma ha molta fame >>, disse più tardi uscendo dal bagno con l'accappatoio, dopo la doccia.

<< Ciao amore >>, salutò James che l'aveva sentita parlare al bimbo, e Xx sussultò per la sorpresa, stringendosi un po' di più l'accappatoio addosso: il ragazzo notò il gesto, ma non disse nulla.

<< Ciao… che ci fai già a casa? Credevo tornassi domani >>, domandò lei: non voleva essere così brusca e fredda, ma non le riusciva diversamente, era la prima volta che si vedevano dopo il litigio.

<< Abbiamo finito prima… e così ho preso l'aereo oggi pomeriggio. Tutto bene? >>, domandò lui avvicinandosi di un piccolo passo. Rimasero fermi, a poca distanza l'uno dall'altra.

<< Si… Io… stavo uscendo a cena con delle amiche, vado a prepararmi >>, inventò lei, e si defilò.

James era… distrutto, c'era ancora tensione tra loro, e si poteva tagliare l'aria con un coltello.

Andò in camera per disfare la valigia che si era portato in viaggio, e trovò la ragazza solo con l'intimo, mentre sceglieva cosa mettere, e quando si accorse che la stava guardando, lo sguardo era caduto sulla sua pancia, si rimise l'accappatoio, cercando di farlo passare per un gesto per coprirsi dal freddo, invece che dalla sua vista, ma James lo notò di nuovo.

<< Cos'è, ti vergogni adesso? Con me? O non posso più guardarti? Ti ho vista nuda molte volte… >>, il tono gli era uscito più accusatorio di quanto non volesse in realtà.

<< Ho solo freddo >>, rispose lei piccata.

<< Mph >>, sbuffò il ragazzo.

<< Come… è andato l'incontro con quell'associazione? >>, domandò lei, cercando di smorzare i toni della loro “ conversazione “, se così si poteva chiamare.

<< È andata bene, verrà fuori una buona collaborazione, e delle cose interessanti >>, rispose lui, lieto che avesse portato la conversazione su un piano neutro.

<< Mi fa piacere. Se riuscirete a dare una mano agli altri sarà una bella cosa. Io… vado. Dovrebbe esserci della carne in frigo, se vuoi… ci vediamo >>, disse velocemente.

<< Davvero, invece che stare con me, preferisci uscire a mangiare da sola? Guarda che lo so, che ti sei inventata quella scusa prima >>, James non riuscì a trattenersi.

<< Io ho davvero una cena! >>, protestò, ma divenne tutta rossa, segno che si stava tradendo da sola.

<< Si, e quella delicata sfumatura pomodoro da dove esce? >>, domandò sarcastico, e lei non seppe rispondere: dopotutto la conosceva meglio di chiunque altro.

<< Sul serio… invece di parlare del nostro litigio, del perché… te ne vai? Dovremmo parlarne prima o poi, lo sai? >>, fece James, che era un po' deluso.

<< Certo che lo so, ma parleremo in un altro momento del problema >>, sputò fuori l'ultima parola, quasi con cattiveria, ancora ferita e risentita da quando lui l'aveva usata, alcuni giorni prima… o meglio, quasi usata.

James indietreggiò di un passo: solo adesso si stava rendendo veramente conto di quanto quella singola parola l'aveva ferita e delusa… e se ne rendeva conto perché ora feriva anche lui. Come diavolo gli era venuto in mente, anche solo per mezzo secondo, di paragonare suo figlio, il suo bambino, sangue del suo sangue... a un problema??

<< Ho delle amiche che mi aspettano >>, continuò lei ostinata non accorgendosi del cambiamento in lui, ma era più per non dargliela vinta: sapeva che stava facendo una magra figura.

<< Come vuoi. Divertiti >>, ribattè lui alzando le mani in segno di resa.

 

La sera, quando tornò a casa, James era già a letto, fermo sul suo lato, e Xx lo guardò per un po' prima di mettersi il pigiama ( lui invece dormiva quasi sempre in boxer e maglietta, in estate come in inverno) e andare verso la sua parte di letto con un magone alla gola. Non si era comportata affatto bene quella sera, e vederlo li vicino ma non riuscire ad avvicinarsi per accoccolarsi accanto a lui e amarlo la faceva soffrire, così si addormentò, piangendo lacrime silenziose.

 

Il mattino dopo, si svegliarono quasi nello stesso momento, ancora ai due capi opposti del letto, e questa era per loro una cosa insolita: di solito si svegliavano vicini o stretti insieme. Ma quella mattina il loro umore si rispecchiava nel loro risveglio, cercavano di essere cordiali e gentili, ma non sempre ci riuscivano.

 

Andò avanti così per quasi cinque giorni: ogni volta che provavano ad affrontare l'argomento gravidanza finivano per litigare, anche se nessuno dei due lo voleva in realtà, ma si rinfacciavano solo le cose dette giorni prima, ed erano per questo di pessimo umore.

 

Dieci giorni dopo la “ scoperta ”, Xx tornò a casa sfinita dal lavoro e dalla situazione che si era creata con il suo fidanzato, chiedendosi se non fosse il caso di andarsene, almeno finché non si fossero chiariti: quelle liti non facevano bene al bambino.

<< Ciao James >>, fece stanca, rientrando in casa.

<< Ciao Xx… e quelle occhiaie?>>, domandò preoccupato lui, scrutandola. Erano di nuovo in piedi, a due metri di distanza, e si squadravano.

<< Dormo poco e male da quando… non dormo bene se non sono con te >>, ammise lei, e James, se pur preoccupato, era contento di sentirglielo dire: neppure lui dormiva un granchè bene se litigavano tra loro, o se non dormivano insieme.

<< Andiamo… non ce la faccio più in questa situazione. Prendiamo una decisione… James, io ti amo, ti amo come non pensavo si potesse amare… così profondamente… e totalmente. Amo tutto di te: i tuoi nei, la tua piccola cicatrice, il tuo accento… non li cambierei per niente al mondo. E io mi sono comportata male in questi giorni, e mi dispiace… ma mi sentivo persa… e si è stravolto tutto. Quel calore… quelle tenerezze tra noi… sono sparite, e io… io le rivoglio indietro. Mi manchi… mi manca l'abbracciarti quando arrivi a casa, baciarti… fare la doccia insieme...la tua barba che mi graffia il viso, fare l'amore insieme… darti il bacio della buonanotte e del buongiorno… il solletico che mi fai a volte quando cucino… la tua allegria, il tuo entusiasmo… mi manca addormentarci abbracciati ascoltando il battito del tuo cuore che mi rilassa così tanto. Mi mancano i tuoi meravigliosi occhi verdi che mi guardano con amore...mi manca guardare dentro di loro… e quando sembra che mi leggano dentro. Mi manchi tu, con ogni tuo gesto, sguardo o parola, dalla mattina quando ti svegli fino alla sera quando vai a dormire… ed entrambi sappiamo perché >>, cominciò lei con gli occhi lucidi, guardandolo improvvisamente.

<< Amore… la cosa che voglio di più al mondo è tornare a come eravamo prima, questa situazione di incertezza e di freddo che si è creata non la sopporto più nemmeno io… io ti amo tantissimo… e anche tu mi manchi da impazzire… mi manca quella luce nei tuoi occhi quando stiamo insieme, tu credi che non la noti, ma la vedo eccome, e voglio che torni a brillare… ma non essere d'accordo sul bambino ci ha portato ad essere due che sembra si conoscano appena. Quindi ora ci sediamo e ne parliamo, la notizia è ormai digerita, e cerchiamo di ragionare, anche se… questo potrebbe portare a decisioni che… fanno male… come… come l-lasciarci… >> disse, ma aveva la faccia che esprimeva un immenso dolore al solo pensiero.

<< N-non dirlo… neanche per scherzo… >>, disse allarmata lei.

<< Io non voglio costringerti ad abortire o a fare qualcosa che non vuoi… però ci troviamo di fronte a delle scelte importanti. Pensandoci in questi giorni sono arrivato alla conclusione che abbiamo ragione entrambi: io sul piano razionale, tu su quello emotivo… ognuno di noi ha delle tesi sia a sostegno che contro quello che pensiamo... >>, fece James.

<< Riflettendoci sono arrivata alla tua stessa conclusione… ma questo non risolve il nostro problema… in pratica siam fermi al punto di partenza >>, gli rispose affranta, avvicinandosi di qualche passo, le sue mani piccole che si perdevano in quelle grandi di lui come non accadeva da quando aveva scoperto di essere incinta.

Dopo dieci minuti che parvero eterni, James alzò lo sguardo, rimasto fermo sulle loro mani intrecciate.

<< Può… può darsi che dirò la più grande sciocchezza della mia vita… e da questo il nostro futuro sarà influenzato per sempre, ma…

 

  
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