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Autore: Novelist Nemesi    26/03/2009    0 recensioni
Ho deciso di migliorare questa storia, nel senso di aggiungere finalmente il famoso "a capo" dato che era una cosa orrenda tenerlo com'era. Questa è la mia prima fan fiction su Death Note, e ha ue seguiti: Murder Case Before Halloween, seguto da Remember My Name. La protagonista esce dal mio immaginario e si trasferisce alla Wammy's House. Ho notato che è piaciuta a diverse persoe e ne sono davvero contenta! Scusate per l'oscenità di prima, senza andare a capo, ma non avevo ancora scaricato NVU!
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri personaggi, L, Mello, Near, Watari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Wammy si sentiva tirare costantemente la giacca dalla mano di Hayley. Mai vista così nervosa.
-Hayley, rilassati. Va tutto bene-
-M-ma io… S… S-sono calma… Calmissima!-
Come no…
Percorrevano le bellissime scale della Wammy’s House. Hayley stava per incontrare i suoi nuovi genitori. Si era sistemata davanti allo specchio per ore e ore… Fece il punto della situazione.
Capelli: a posto
Faccia: sveglia, pulita e fresca
Vestiti: bè, i soliti. Non poteva permettersi chissà cosa, ma aveva fatto del suo meglio
Scarpe: ce le aveva, non si era scordata nulla
E per ultimo, ma non meno importante: la catenina di L. Le avrebbe portato certamente più fortuna di quella vecchia. E poi era davvero carina da vedere, altro che quello squallido dorato. L aveva buon gusto.
Continuarono a scendere quelle scale che sembravano infinite. Quel pomeriggio avrebbe salutato definitivamente tutti. Mello, Near… A proposito di quei due…
-Wammy, come sono andati i testi di fisica?-
Wammy si girò lievemente e disse calmo –Near ha preso 99 su 100, e Mello 97-
… Povero Mello… Meglio non alludere a quel test.
Appena Hayley si accorse che le scale erano finite, entrò nel panico. Cosa doveva dire? Doveva chiamarli subito mamma e papà? Come si chiamavano? E il loro cognome? Qual era?
Ed eccoli lì, sorridenti. Che bella donna che era, sua madre, la sua nuova madre. Minuta, capelli castani, corti, vestita benissimo. Sembrava una bambolina, e i suoi occhi erano di un azzurro bellissimo, cristallino. Appena vide Hayley la donna si irrigidì, arrossì, stringendo forte la borsetta e il braccio del marito. Il marito… Il suo nuovo papà. Un uomo alto, con un piccolo pizzetto. I capelli neri erano ricoperti di gel e tirati indietro. I suoi occhi scuri erano penetranti e rassicuranti. Vestito elegantissimo, con la cravatta. Sembravano davvero persone per bene.
-Buongiorno, signori- disse Wammy con un sorriso –Vi presento la ragazza. Hayley…-
Hayley fece un piccolo passo verso Wammy, timida. Arrossì, e la donna davanti a lei arrossì ancora di più. Bene, sarebbero andate d’accordo.
-Hayley- continuò Wammy –Questi sono Charles Wallace e Cleas Wallace. Sono i tuoi nuovi genitori-
Hayley guardò imbarazzata per terra e cominciò a tamburellare con la spalla di Wammy, che faceva finta di niente. Che scenetta…
-P-piacere… Io sono… Hayley…-
-P… Piacere, Hayley… Io sono Cleas- disse la donna minuta –Ma puoi chiamarmi mamma…-
Al che suo marito, Charles, scoppiò a ridere. Doveva aspettarselo da una come sua moglie, si diceva.
Hayley sorrise. Si, sarebbero andate d’accordo. Guardò Charles, che le porse la mano.
-Io sono Charles, Hayley. Molto piacere-
Si strinsero la mano. Fino a poco tempo prima non ce l’avrebbe fatta a toccare qualcuno…
-Bene… Vogliamo andare a firmare i documenti?- disse Wammy, che con un gesto del braccio indicò il suo studio. Si diressero con calma nello studio. Hayley notava che l’orfanotrofio era deserto. Nessuno, davvero, non c’era nessuno. Che tristezza. Quando non c’era nessuno persino i passi rimbombavano.
-Bene, allora vogliate mettere una firma qui…- Wammy illustrava ai signori dove mettere le firme, mentre Hayley era seduta su una poltrona, che guardava i suoi nuovi genitori incuriosita. Soprattutto Cleas. Sarebbe stato uno spasso vederla arrossire per qualunque cosa.
-Hayley?- si rese conto che la stavano chiamando da un po’.
-Sì?-
-Devi firmare-
-Ah… Certo…-
-Firma qui se vuoi tenere il tuo nome- disse Wammy indicando un rettangolini o in fondo a destra
-Il mio nome…?-
-Puoi scegliere se chiamarti Hayley o cambiarlo-
-A, se ti piace Hayley puoi anche tenerlo…- disse sbrigativa e imbarazzata Cleas –Oppure puoi tenerlo come secondo nome… Come vuoi…-
Hayley guardò divertita la sua nuova madre. Guardò il foglio, dove mancava la sua firma. Ripensò a tutto ciò che la legava a quel nome. Ripensò a L che, finalmente, la chiamava così… Hayley… Suonava bene, dopotutto…
-Vorrei tenere Hayley, se non vi dispiace. Potrete mettermi come secondo nome ciò che volete voi-
-Bene- disse Wammy –Allora firma qui-
Una volta firmati tutti i documenti, Hayley sospirò, mentre Wammy metteva i fogli in un’apposita cartella.
-Questa copia è per voi, l’originale lo terrò io. Bene, Hayley, congratulazioni. Ti auguro di vivere bene con la tua nuova famiglia-
-Senz’altro!- disse hayley. Guardò quella che era ormai sua madre –Mamma… Suona bene! Allora d’ora in poi posso chiamarti mamma?-
-C-certo!- disse Cleas arrossendo all’inverosimile. Poveretta…
-Posso andare a salutare gli altri? Ne approfitto per prendere le valigie-
-Va bene. Ora sono tutti nella loro stanza-
Hayley risalì veloce le scale, e la prima camera in cui andò fu quella di Mello. Aprì la porta sorridente e subito si sentì sfiorata da una freccetta, che andò contro lo stipite della porta.
-Ops!- disse Mello
-Ma… Ma…-
-Ma bussare, no?-
-Ma senti questo! Perché diavolo tiri freccette alla porta?! Mi hai fatto prendere un colpo!-
-Questa è la mia stanza e faccio quello che voglio!-
-Comuqnue, volevo salutarti- disse Hayley chiudendo la porta e notando il bersaglio: una caricatura di Near appesa alla porta. Chissà se Near lo sapeva.
-Non hai digerito il test, eh?-
-Chiudi il becco!- sbottò Mello arrossendo. Si ricompose subito e passò a un altro argomento –Allora vai via?-
-Tra un po’… Volevo salutarvi…-
-E’ stato un piacere, Hayley… Vieni qua…-
Si abbracciarono –Aaaaah, mi mancherai, Mello! E smettila di mangiare cioccolata!-
-Ma muori!-
-Ah ah! Stammi bene, e sii sportivo con Near-
-… Ci proverò…- disse lui incrociando le dita.
-Ora vado da Near- disse uscendo. Appena chiuse la porta sentì subito il colpo di una freccetta e Mello che esultava un “Sì, l’ho preso in pieno!”
Arrivò qualche metro più avanti, dove c’era la stanza di Near, aperta. Era per terra che completava un puzzle.
-Near… Posso?-
-Sì-
-Oh, che bel puzzle…- si avvicinò e si rimangiò tutto. Era tutto bianco. Bello, già già.
-Ho saputo che oggi vai via-
-Già… Volevo salutarti- disse lei carezzandogli la testa –Fai il bravo… E porta pazienza con Mello-
-E’ lui che è in competizione con me-
-Fai comunque il bravo per L, okay?-
-Okay…-
Hayley si alzò, ma venne fermata da Near –Non saluti L?-
-Non c’è oggi. Dovrebbe essere in Italia per un caso, no?-
-E’ appena tornato-
-Non è necessario, Near. L’ho già salutato due giorni fa-
-… Okay…-
Hayley uscì e andò nella sua stanza, passando davanti alla porta semi aperta di L. Era lì che si stava sedendo, mangiando un gelato alla frutta. Distolse lo sguardo da quella stanza spoglia e andò a prendere le valigie. Era ora di partire. Non poteva fermarsi a salutare altra gente.
Passò di nuovo davanti a quella stanza. L si era alzato e si era affacciato alla finestra. Ora che ci ripensava… Non poteva non salutarlo. Non poteva essergli indifferente, porca miseria.
E poi voleva togliersi uno sfizio. Non ce la faceva più.
Bussò –L… Posso entrare?-
-Oh, Hayley… Credevo fossi già partita-
-Volevo… Salutarti…- si fece coraggio –E chiederti una cosa, prima che me la scordi-
-Va bene- disse L voltandosi verso di lei e avvicinandosi –Cosa c’è?-
-Volevo sapere il tuo vero nome-
Regnò il silenzio per un bel po’. L la guardava e basta, come se avesse parlato una lingua sconosciuta
-Hayley…- si decise a rispondere –Mi sembrava di averti detto che era meglio chiamarmi L-
-Però… Ecco, ci tenevo a saperlo…-
-Hayley… Io…- disse L distogliendo –Non vorrei che ti fossi fatta idee sbagliate su di noi… per quello che è successo…-
-Dovevamo fare finta che non fosse successo, ricordi?-
-Appunto. Tu non stai facendo di nulla-
Ops. Beccata.
-L, che ti costa dirmelo?-
-Hayley, forse non ti sei resa conto di chi sia io- disse L andando alla finestra –Io sono L, sono un detective… Hai visto che tipo sono, no?- disse indicandosi –E’ già troppo che io ti stia parlando in questo modo… Io non…-
-L… Non sia cosa dire?-
-No, è che…- sfiorò con la mano la finestra –Faresti meglio ad andare via. Tanto lo sapevo che andava così-
-L… Perché ti comporti così-
L restava zitto
-Lo capisci che non posso andarmene senza salutare l’uomo che mi ha salvato la vita? Che mi ha permesso di parlare normalmente e di toccare qualcuno? L’uomo che mi ha…-
-Hayley…- intervenne L –Fai silenzio, ora-
-Ma…-
In quel momento suonarono le campane. Ah, ecco. Le campane. Hayley non disse nulla. Sapeva che quel momento per lui era importante. Lo vedeva, assorto in quei suoni, che sfiorava la finestra, come se volesse uscire da lì. Vedeva il suo riflesso, occhi chiusi. Sembrava davvero liberato da ogni cosa. Era completamente diverso.
Poi notò che stava riaprendo gli occhi e che si stava avvicinando a lei. Le tappò gli occhi, come l’altra volta. Oh, cielo, mica vorrà di nuovo…?
E invece le labbra di L si poggiarono sull’orecchio di Hayley, scostandole i capelli.
Gliel’aveva detto. Hayley non ci poteva credere.
-L…-
-Soddisfatta, ora?-
-Bè… Sì… Ma… Ti chiami davvero…?-
-Ssh- disse L –Le campane stanno ancora suonando-
Hayley lo abbracciò e, cosa che la sorprese ancora, era che veniva ricambiata. Lì si rese conto che L era molto più dell’apparenza. Era umano, complicato, che aveva bisogno di tanto. E non da persone qualunque. Forse Wammy era tra quelle persone? E lei… Anche Hayley rientrava tra quelle persone?
Quando le campane smisero di suonare, L si staccò da lei –Ora dovresti andare sul serio, si sta facendo tardi-
-L…-
-Mh…?-
-Mi mancherai…-
L si staccò definitivamente da lei –Lo so. Anche tu… Cioè… E’ stato un piacere, Hayley…-
Hayley prese la mano di L –Promettimi che risolverai sempre ogni caso che ti si pone davanti-
Ma che diavolo di promesse chiedeva? Ma quanto sei scema!
L sorrise –Te lo prometto, Hayley-
-Hayley!- era Charles che la chiamava –Dobbiamo andare!-
-Arrivo!- disse sbrigativa Hayley –L… Io allora vado-
-Sì-
Hayley cominciò a camminare, ma la mano di L non la lasciò subito. E L teneva la sua mano finchè la distanza non fu troppa per entrambi.
-Ciao, L…-
-… Hayley…-
La porta si chiuse.
L si girò subito verso la finestra. Vide infatti che Hayley, dopo un po’, stava sistemando le proprie cose in macchina. Chissà se lei si rendeva conto che era ancora osservata. Ma ormai non importava.
Hayley osservò la finestra dove era affacciato L. Non vedeva bene, ma sembrava che ci fosse affacciato qualcuno. Ma ormai… Che importava? Ora doveva proprio andare
-Wammy… Grazie di tutto-
-Figurati. Torna a trovarci presto-
-Senz’altro- abbracciò Wammy e salì in macchina.
Partì. Una nuova vita. Avrebbe dimenticato tutto, tranne quegli orfani, ancora in quella casa. Probabilmente sarebbero rimasti i suoi momenti più significativi della sua vita.
Mello… Near… Wammy… Aiber e Wedy… E L.
Non li avrebbe mai e poi mai dimenticati.

  
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