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Autore: Crateide    19/04/2016    2 recensioni
Questa raccolta si basa su alcuni prompt che mi sono stati assegnati sul gruppo facebook we are out for prompt.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Flynn Rider/Eugene Fitzgerald, Rapunzel, Un po' tutti
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Prompt: A volte Rapunzel ha paura che a Eugene Fitzherbert manchino i vecchi tempi in cui era Flynn Rider.
Da: Soly Dea

 

 

 

 

 

 

 

 

 





Era maledettamente evidente che la vita di corte gli stava stretta, Rapunzel se ne era accorta ormai da tempo.

L’etichetta non faceva proprio per Eugene, nonostante il giovane cercasse di adattarsi meglio che poteva. Le regole imposte non erano per lui e, ogni tanto, i severi istitutori subivano qualche tiro mancino ed erano vittima di qualche innocente scherzo messo a punto dal futuro principe.

Ma se da una parte Rapunzel lo rimproverava e ogni volta si faceva promettere dal fidanzato – ahimè, invano – che non avrebbe più messo le rane nel letto del maestro di galateo, dall’altra era facile preda dei sensi di colpa e non riusciva proprio a biasimarlo. In fondo, si diceva la principessa, Eugene aveva vestito i panni dell’avventuriero Flynn Ryder per così tanto tempo e con così tanto piacere, che adesso quel palazzo in cui si ritrovava a vivere doveva apparire ai suoi occhi come una sorta di prigione. Dorata e piena di confort, certo, ma pur sempre una prigione!

Chissà, magari a Eugene mancavano i vecchi tempi in cui era il più ricercato e anche il più amato ladro del Regno…

Rapunzel aveva paura. Temeva che un giorno, svegliandosi, non avrebbe più trovato accanto a sé il suo amato. Temeva che avrebbe rinunciato a stare con lei e a sposarla, per riprendere la vecchia identità di Flynn Ryder, “l’audace briccone niente male con le signore”, come egli stesso amava definirsi.

“No, no, no!”.

La principessa scosse il capo, cercando di scacciare via l’immagine del suo Eugene circondato da donne molto più avvenenti ed esperte di lei.

Prese aria e si avvicinò verso la finestra, per gettare uno sguardo al meraviglioso giardino che cingeva il castello. Proprio lì sotto, scorse Eugene che passeggiava accompagnato da Maximus e da un bambino che gli saltellava intorno, chiedendogli probabilmente di raccontargli chissà quale rocambolesca avventura.

Rapunzel trasalì tutto ad un tratto e schiuse le labbra in un inaspettato sorriso. Ma certo! Perché non ci aveva pensato prima?

Si volse e corse via, sfrecciando per i corridoi del castello sotto gli occhi scandalizzati e divertiti della servitù. Uscì dal portone principale, rincorsa da una trafelata guardia, e s’immerse nelle vie cittadine, salutando di tanto in tanto coloro che, riconoscendola, le rivolgevano un sorriso o una riverenza.

“Ecco, sono arrivata!” si disse tutto ad un tratto, fermandosi davanti l’entrata di una piccola locanda dal nome che conosceva molto bene: Il Bell’Anatroccolo II.
- Principessa, ma cosa ci facciamo qui? – le chiese la guardia che l’aveva accompagnata e che già impugnava la lancia, tremando come una foglia.

Rapunzel trattenne una risata e la guardò divertita.
- Puoi anche aspettare fuori, se vuoi – gli disse.
- Siete sicura, principessa?
- Certo.

E senza attendere una risposta (la guardia era talmente spaventata che per poco non svenne!) aprì la porta e scomparve all’interno della taverna.

Venne subito investita da un forte odore di vino e sudore e dalle grida allegre dei commensali. Zigzagò fra i tavoli, ridendo e canticchiando allegramente quel motivetto che tanto tempo prima aveva avuto l’onore e il piacere di cantare, chiedendo permesso e sbracciandosi per attirare l’attenzione del suo caro amico.

Quando, infine, tutti quegli uomini la videro avanzare verso il piano rialzato dove Uncino si stava esibendo, tacquero all’unisono e il silenzio calò greve, interrotto solo da qualche bisbiglio sommesso.
- Principessa, cosa ci fate voi qui? – le chiese l’omone al pianoforte, interrompendo il brano e balzando in piedi. Il suo uncino d’oro scintillò alla fioca luce che penetrava nella bettola.
- Non volevo disturbare la tua esibizione – rispose.
- State scherzando? Non disturbate affatto! Dobbiamo ringraziare solo voi e Eugene se è stato possibile aprire Il bell’Anatroccolo II – Uncino scese dal piano rialzato e la guardò dall’alto della sua stazza – ma cosa vi ha spinto qui, diteci.

Rapunzel sorrise.
- Bene, ho bisogno del vostro aiuto, di tutti voi! Si tratta di Eugene e vorrei che rintracciaste delle persone per me...

E nell’intimità della taverna, spiegò il suo piano a quelli che, ormai, erano diventati i suoi più cari amici.

 


*  *  *  *  *  *

 


- Ma dove mi stai portando? – le chiese Eugene, stando attento a non inciampare e resistendo con tutto le sue forze al desiderio di sbirciare dalla benda che gli copriva gli occhi.
- È una sorpresa, non temere! – rispose Rapunzel, trascinandolo con entusiasmo – e sono certa che ti piacerà...
- Vuoi forse farlo sul prato al chiaro di luna?
- Eugene!!

Per fortuna che era bendato, altrimenti l’avrebbe vista diventare rossa come un peperone! Anche se, pensandoci bene, una parte di lei si era lasciata sedurre da quell’idea così trasgressiva e aveva iniziato a prenderla seriamente in considerazione...
- Di chi sono queste voci? – chiese ad un tratto il giovane, richiamandola da quei pensieri poco casti.

Rapunzel sorrise e aumentò il passo.
- Stai per scoprirlo, vieni! – e lo trascinò con entrambe le mani – coraggio!
- AAAHHH!
- Oh cielo, perdonami Eugene! Ti sei fatto male?

Presa com’era dall’entusiasmo, non si era accorta che il sentiero che stavano seguendo curvava tutto ad un tratto, così Eugene aveva finito per inciampare nelle pietre che ne decoravano i bordi.
- Va tutto bene, tranquilla – le rispose, rimettendosi in piedi con un po’ di fatica – spero di non cadere più, però. Non è stato piacevole!
- Perdonami...
- Ma dove siamo? Sento che le voci sono più vicine!

Rapunzel lo prese di nuovo per mano e, facendo più attenzione, lo condusse fino alla fine del sentiero, dove un gruppo nutrito di ragazzini capitanati da Uncino e qualche altro amico attendeva in silenzio intorno ad un falò.
- Rapunzel, è il crepitio del fuoco quello che sento? – chiese a quel punto Eugene, che già si vedeva in fiamme.
- Sì, ma siamo arrivati. Ora ti tolgo la benda...

La principessa si alzò sulle punte e restò ferma ad ammirare compiaciuta l’arabesco di espressioni che si dipinsero sul viso dell’uomo che amava. Stupore, incredulità, felicità, nostalgia, malinconia... erano solo alcune fra le emozioni che attraversarono lo sguardo strabuzzato di Eugene.
- FLYNN!!! – i bambini gridarono in coro, saltandogli letteralmente addosso e buttandolo a terra, fra le risa divertite di Rapunzel e degli altri.
- Non ci posso credere! – urlò Eugene e guardò quei monelli uno ad uno, con commozione – Carlton, Friedrich, Daphne, Kayla, Leon... ci siete tutti! – e poi, rivolgendo gli occhi alla sua principessa, aggiunse – ma come hai fatto a trovarli?

Rapunzel gli indirizzò un occhiolino e con il capo accenno a Uncino e agli altri.
- Grazie all’aiuto di qualche amico – gli si avvicinò e lo aiutò ad alzarsi, cingendogli il collo con le braccia e stringendolo in un forte e caldo abbraccio.
- Hai fatto tutto questo per me?
- Non volevo che perdessi le cose belle della tua vecchia vita – rispose la principessa, per poi staccarsi e guardarlo in quegli occhi di cui si era pazzamente innamorata – adesso potrai tornare ad essere Flynn Ryder, l’audace briccone che racconta storie incredibili ai suoi piccoli amici...
- Oh Rapunzel...

Eugene la strinse a sé e fra gli sguardi imbarazzati degli adulti e quelli divertiti e ammiccanti dei più piccoli, baciò la sua Rapunzel.

 

   
 
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