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Autore: BeautifulMessInside    15/05/2016    1 recensioni
"Non hai paura di morire?" - "Non ho molte ragioni per vivere."
Cara non sarebbe dovuta salire su quell'aereo, non sapendo che Joseph Michaelson, detto il Lupo, sarebbe stato sul suo stesso volo.
Joseph non avrebbe dovuto salvare la ragazza, non sapendo chi lei fosse. Ma Joseph non ha idea di chi sia Cara e lei non può sapere che lui davvero farà il grosso sbaglio di salvarla.
Assassini, famiglie potenti, attrazioni pericolose e segreti nascosti in una storia dove non tutto è come sembra.
Genere: Angst, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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capitoloXVII

Ciao a tutti! Stavolta mi scuso davvero per l'ennesimo lunghissimo ritardo. La storia va a singhiozzi per mille motivi che non sto qui ad elencare, ma vi assicuro che non ho perso la passione e che arriveremo comunque ad una conclusione. D'altronde ve lo devo, siete così pazienti e numerosi che ogni volta mi riempite di nuova ispirazione. Grazie davvero, di leggere, apprezzare ed aspettare ogni volta.


Martina





CAPITOLO XVII



E adesso chi diavolo sei tu?”


Mille volte aveva visto quel viso. Fotografie. Scatti rubati. Reportage. Telecamere nascoste. Ogni linea ed ogni piccolo dettaglio erano esattamente dove s'aspettava che fossero, ma quegli occhi.. Il vuoto di quei piccoli occhi marroni l'inghiottì come una voragine. Non c'era sorpresa e non c'era paura tra le pagliuzze dorate di quelle iridi, nulla che riconoscesse la sua presenza nella stanza. Era come se non ci fosse, come se non esistesse. Forse la sua vita era davvero finita nove anni prima nel bagno della Salle de Paris. Forse avevano sparato anche a lei quel giorno. Forse si era solo trascinata come uno spirito tra i viventi per tutto quel tempo. Forse era già morta.


William corrugò le sopracciglia mostrandosi basito per un secondo appena. Lisciando il collo della giacca, accarezzò poi il liscio legno della sua scrivania e nascose le mani sulle ginocchia.


E' opera tua questo blackout?”


Di nuovo la sua voce fredda e strafottente. Gli occhi di Cara, incollati a quelli di lui, guardavano una scena totalmente diversa da quella che gli si parava davanti. Il cuore batteva così forte nelle sue orecchie che quasi non riusciva più a distinguerne i battiti, la mano destra, ormai più gelida del metallo, stringeva ancora la pistola, senza più la forza di sollevarla e mirare.


Era davvero il mostro che le avevano descritto, capace di risucchiare tutta l'energia vitale di un essere in un solo sguardo, in grado di renderti una nullità ancor prima d'aprir bocca.


Hai intenzione di parlare o no ragazzina?”


Le dita di Cara si strinsero attorno al ferro ed il suo indice accarezzò piano il grilletto. I suoi occhi si chiusero per un solo secondo, abbastanza lungo da ricordare finalmente perché fosse lì. Il sorriso di sua madre ed il sudore di suo padre. Le carezze della sera e la terribile sveglia del mattino. L'allenamento delle cheerleader e gli scontri a corpo libero. Le costole incrinate e la mano sempre calda di Mancini. I regali di Natale e le lacrime salate. Un funerale doppio e mille scatoloni da riempire.


Mandò giù l'asciutto della sua bocca e finalmente sollevò le braccia, arma stretta tra le dita e piedi ben piantati al terreno. Questa è la fine. Questo è il momento.


Il mio nome è Cara. Cara Phillis.”



E il mostro sfoderò un sorriso, senza neanche degnare la pistola d'uno sguardo.



Ci conosciamo?”



E di nuovo era nessuno. Solo una macchia scura sul tappeto, un'insignificante visino pallido che non spaventava nemmeno le mosche. Il cuore vacillò nel petto, ma i suoi grandi occhi blu non mollarono la presa, nemmeno per una frazione di secondo. Avvolta nella semioscurità le sue guance avrebbero potuto infiammarsi e le sue ginocchia tremolare, ma nessuno se ne sarebbe accorto, nessuno avrebbe mai saputo che aveva paura. Ancora una volta sentì nelle orecchie l'applauso del pubblico dopo lo spettacolo di fine anno alla prima liceo. L'orgoglio era sbocciato nel suo petto ed il sorriso le era esploso in volto. Sentì la carezza di Robert, bollente sulla sua guancia destra



Sei la donna più bella e più forte che abbia mai visto crescere.

Le tue ossa potranno spezzarsi e le tue ferite sanguinare,

ma continua a tenerli fuori Cara...”


Il polpastrello ruvido aveva battuto delicatamente sulla sua tempia


...Tienili fuori da qui...”


Lo stesso dito aveva battuto il suo petto con più decisione


...Tienili fuori da qui ...”


Il suo sorriso aveva brillato fiero


...Tieni tutti fuori e sarai invincibile figlia mia.”




Cara riempì i polmoni d'aria e chiuse i boccaporti del suo povero cuore. Lei era il merlo. Lei era il gelo.


Potrei raccontarti di me e della mia famiglia...”


Con lo sdegno più puro sulla lingua strinse la presa e si preparò a premere il grilletto


...Ma non meriti che io sprechi anche solo un altro secondo parlando con te.”




------------




Elia.”


Elia!”


ELIA!!”


La voce di Joseph rimbombava nella stanza, inutile e stanca contro le pareti insonorizzate. Le mani ormai ferite cercavano ancora di liberarsi, ignare che mai avrebbero potuto sfondare una porta blindata. Il ritorno della luce aveva ferito i suoi occhi come una lama nel petto. Non era arrivata. Cara non era venuta a liberarlo. Eppure la corrente era saltata, quindi lei c'era, aveva seguito il suo piano fino alla casa e poi... L'avevano presa? Erano riusciti a bloccarla? L'avevano già ammazzata? Una voce strisciante nel retro della sua mente continuava a ripetere che no, la ragazzina era ancora viva e vegeta, solo l'aveva tagliato fuori, si era liberata di lui nel momento più opportuno ed era corsa a fare a modo suo.


ELIA!!”


Un altro pugno nello stomaco lo colpì. Non poteva farcela, non da sola. Non dentro quella casa degli orrori. Troppi uomini e troppa tensione. Di nuovo si chiese se non fosse già morta.


ELIAA!!”


La telecamera di fronte al suo viso stava certo trasmettendo l'immagine scomposta dei suoi patetici tentativi di liberarsi, rabbia ed agitazione sul suo viso e nella sua voce.


ELIA!!!”



Finalmente la sentì aprirsi e la grande porta metallica strisciò sul pavimento più lenta di quanto Joseph potesse sopportare


Fammi uscire da qui!”


Urlò prima ancora di vederlo entrare nella stanza. Elia lo guardò stupito e confuso


Ti avevo chiesto di calmarti.”


Joseph si sollevò sulla sedia ancora una volta


Devi farmi uscire da qui immediatamente Elia.”


Il tono assertivo non bastò per convincerlo all'istante


Non ho alcuna intenzione di liberarti in questo stato.”


Joseph grugnì cercando per la millesima volta di venir fuori dalle manette.


DEVI farmi uscire!”


Elia, davanti a tanta foga, mangiò finalmente la foglia. Cercò gli occhi del fratello


Perché?”


Lo scrutò con attenzione cercando di leggergli nella mente mentre l'altro valutava l'idea di lasciargli libero accesso. Quanto fiato avrebbe risparmiato.


Non sono venuto qui da solo Elia.”


Il maggiore corrugò la fronte


Di cosa stai parlando?”


Nemmeno il tempo di finire la frase che già gli ingranaggi della sua mente avevano preso a girare nel verso giusto. Ora tutto quel trambusto prendeva senso.


Che cosa hai fatto Joseph?”


Il Lupo si morse le labbra


Ero qui per distrarti...”


Gli occhi di Elia si strinsero nei suoi


...Ho detto a Cara come far saltare la corrente ed entrare in casa...”


Gli ci volle una manciata di secondi per ricollegare quel nome alla bionda dalla lingua lunga che aveva colpito gli occhi di suo fratello


...Sarebbe dovuta venire a liberarmi quasi mezz'ora fa.”


Elia abbassò gli occhi per un momento


Probabilmente è già morta.”


Joseph ignorò il brivido lungo la schiena e tese i muscoli ancora una volta. Scosse il capo davanti all'altro


Credo abbia deciso di affrontare William da sola.”


Elia sollevò un sopracciglio


Allora è sicuramente già morta.”


Ancora una volta il più giovane scosse la testa, fissando il fratello col suo stesso mix di orgoglio e paura


Non sottovalutarla Elia. Lo odia. Forse anche più di noi.”


Quello sguardo impassibile fece vacillare la pesante armatura del maggiore. Poteva fidarsi di Joseph? Forse la sua era solo l'ennesima montatura per farsi liberare, forse non c'era nessuna Cara Phillis in casa... Ma d'altra parte si trovava lì proprio per difendere suo padre, per evitare che qualcuno montasse un macello e finisse per peggiorare la situazione. Se la ragazza di suo fratello fosse davvero riuscita a raggiungerlo? Se mai fosse riuscita a soddisfare la sua vendetta? Come avrebbe spiegato a Nathaniel che proprio quella sconosciuta era riuscita a distruggere il grande impero dei Michaelson? Lanciò uno sguardo al viso speranzoso di Joseph. La prima minaccia da fermare era li e di certo non ne aveva bisogno per bloccare l'intrusione di una ragazzina di Mancini in casa sua.


Andrò a controllare.”


Sentenziò facendosi vicino alla porta. Joseph tirò ancora forte, sperando che finalmente il pollice si dislocasse e potesse liberarsi per conto suo


Elia fammi uscire!”


L'altro prese un lungo respiro


Non posso fidarmi di te.”


Gli voltò le spalle, ma Joseph insistette dimenandosi sulla sedia


Elia!... Elia ti prego...”


Il maggiore si fermò sulla soglia


...Per favore...”


Era più di una preghiera vuota ed Elia non poté non notare l'onedto tremolio nella voce di Joseph. Si voltò e trovò gli occhi sgranati dell'altro che cercavano i suoi


...Non m'importa del piano. Voglio solo uscire da qui.”


Elia si bagnò le labbra e palesò ciò che finalmente era riuscito a leggere nella testa del fratello, per quanto strano suonasse


Vuoi assicurarti che lei stia bene.”


Joseph abbassò lo sguardo, ma non ribatté. La vergogna in quel momento grattava forte il suo petto, ma non avrebbe perso quell'appiglio per uscire da lì. Cara era da qualche parte in quella casa e per quanto fosse forte e motivata, non poteva affrontare il mostro da sola. Il mostro l'avrebbe schiacciata come un moscerino.


Elia s'avvicinò al fratello ed ancora una volta piegò le ginocchia al suo livello, cercando uno sguardo che sapeva non avrebbe trovato


Sei innamorato di lei.”


C'era meraviglia nella sua stessa voce, al solo pensiero che quel fratello così schivo e cinico avesse provato ciò che anche lui aveva scoperto con sconcerto. La bionda sconosciuta aveva scavato nella testa di suo fratello come una serpe scava la tana nel terreno, ma niente meno era arrivata fino al cuore. Erano entrambi sulla stessa barca adesso e, nonostante il cervello remasse contro, poteva sentire le pene del fratello come fossero le sue.


Joseph prese coraggio e finalmente sollevò la testa


Fammi uscire da qui.”


Saltò a piè pari l'imbarazzo e le giustificazioni, chiedendo ciò che in quel momento importava davvero. Elia prese fiato e finalmente si decise a liberare le mani dolenti di Joseph. Balzarono in piedi e senza bisogno di dire altro presero a correre su per le scale, diretti verso il silenzioso studio di William Michaelson terzo.



-----------




Katrina marciava a passi svelti da un lato all'altro del corridoio, mordendosi le mani come un topo in gabbia. Poteva andarsene. Poteva fregarsene di ciò che Cara aveva chiesto e fuggire il più lontano possibile. Eppure era ancora lì. Il silenzio che proveniva dallo studio era ormai preoccupante. In quella mancanza di suoni continuava a chiedersi cosa avrebbe potuto e dovuto fare. La ragazza di Mancini stava rincorrendo il suicidio per farle un favore, per fare un grosso favore al mondo intero. Aspettava con ansia di sentire almeno uno sparo o due, segno che quella tortura in un modo o nell'altra fosse finita. Se fosse toccato a Cara, beh, avrebbe ancora avuto l'opzione della fuga.


Appena quel pensiero le sfiorava la mente, l'acidità le prendeva lo stomaco. Non sarebbe fuggita ancora una volta per colpa di William. Si voltò verso la porta, forse sarebbe dovuta entrare e darle una mano. Non le sarebbe davvero dispiaciuto strappare la carne di quel verme a mani nude. Le dita fremettero al pensiero di vendicare con le proprie forze quel che lui le aveva tolto.

Fu quasi sul punto di muoversi quando sentì passi svelti alle sue spalle. Ruotò immediatamente il busto e subito le gambe seguirono il movimento. Strinse i pugni ripensando a ciò che Cara ed i gemelli Pryce le avevano insegnato. Dove colpire per rompere un naso, quanto forte calciare per togliere il fiato.


Quando la prima figura voltò l'angolo, i suoi occhi faticarono nel mettere a fuoco la sagoma di Joseph. Subito dietro di lui niente meno che suo marito. Katrina puntò i piedi al centro del corridoio, decidendo di far fede alla promessa fatta alla ragazza sparita, forse per sempre, dietro quella porta.


Katrina...”


Joseph frenò suo malgrado, apostrofandola con sorpresa e palpabile sdegno


...Fammi passare.”


La russa gli si parò davanti in tutta la sua minuta stazza, lo sguardo abbastanza aguzzo da far risuonare l'antifona. Dietro di lui Elia faticò nel trovare da solo una spiegazione plausibile


Che ci fai tu qui Katrina?”


Sua moglie cercò d'ignorare l'incertezza che quella voce le smuoveva dentro e non si mosse d'un millimetro. Joseph avanzò con la sua mole


Togliti di mezzo.”


Katrina ricambiò i suoi occhi con la stessa decisione


E' lì dentro, vero?”


Insistette lui mentre l'ansia montava. Non fosse stato per suo fratello, avrebbe già tolto la russa di mezzo senza troppa delicatezza


Sì... E nessuno può entrare.”


Tanto gli bastava. Cercò di bypassare Katrina, ma lei lo respinse a palmi aperti


Non andrai lì dentro.”


Che stai facendo Katrina?”


Finalmente Elia s'inserì nella conversazione, consapevole che forse anche sua moglie era parte di questo piano alle sue spalle. Ecco il perché delle sue dolci maniere e dell'amore ritrovato. Tutto portava lì ancora una volta, non è vero?


Katrina gli regalò uno sguardo veloce


Aiuto la mia amica.”


Cosa?!”


Elia aggrottò le sopracciglia, onestamente perso nella scena che stava vivendo.


Lasciami passare.”


Di nuovo uno scambio di occhiate come uno scontro di spade, Joseph incalzava premendo contro le piccole mani della cognata, appigliandosi all'ultimo brandello di decenza prima di sbatterla al muro e raggiungere lo studio.


E' sua vendetta.”


Joseph scosse la testa


Non può farcela da sola!”


Non puoi fermarla!”


Lui le afferrò i polsi


Non voglio fermarla.”


Katrina si perse in quella confusione di voci e pensieri cercando di capire cosa dovesse fare. Perché diavolo non succedeva ancora niente? Cosa doveva fare a quel punto? I suoi grandi occhi scuri rimbalzarono da un fratello all'altro prima di fermarsi su Joseph. Sembrava stressato, frustrato, preoccupato perfino. Stando alle parole di Cara era un alleato, non un nemico. Poteva fidarsi di lui? Inconsapevolmente allentò la presa, quasi decisa a farsi da parte.


Il respiro di Joseph si rilassò appena...


BANG. BANG.


...Ed immediatamente gli morì dentro.


Due spari. Due spari forti e ravvicinati.


Era successo. Era finita.


Che si trattasse di William o di Cara, quella lenta agonia era finalmente finita.


A cervello spento e col gelo nel cuore Joseph sorpassò l'ormai minuscola sagoma di Katrina e coprì a lunghi passi la breve infinita distanza tra lui e la sua fine. Spalancò la grande porta ad occhi chiusi, pregando un dio in cui nemmeno credeva affinché riaprendoli potesse vedere solo il sorriso della sua ragazzina.


Elia fissò gli occhi spalancati di sua moglie. Le avrebbe dato la colpa? Sarebbe finalmente riuscito ad odiarla come tanto sperava? Come avrebbero potuto sopravvivere anche a questo?


Decise di seguire suo fratello, ma immediatamente si scontrò contro il corpo rigido di quella donna, la stessa che forse non avrebbe più riconosciuto


No.”


Lei lo spinse indietro con tutte le sue forze


Cosa?!”


Non l'avrebbe sopportato. Non adesso, non senza sapere se quell'impero era davvero improvvisamente caduto tra le sue mani


Non andrai lì dentro.”


Era ferma e gelida, ancor più fredda di quanto non fosse mai stata. I pugni chiusi tremavano contro la curva tornita dei suoi fianchi ed i suoi grandi occhi scuri andavano velandosi di lacrime e paura. Quasi sembrava più spaventata di lui.


Devo sapere cos'è successo!”


Sentenziò spostandola con un colpo di spalla, ma Katrina fu pronta ad afferrarlo per il polso


Spero sia morto.”


La cattiveria delle sue poche parole grondava di lacrime non ancora versate


Tu non sai...”


Elia la bloccò subito liberandosi il polso in malo modo


Non ho tempo per le tue stupidaggini adesso!”


Era già due passi avanti a lei quando finalmente Katrina aprì bocca


Non vuoi sapere verità?”


L'accento sovietico tornò ad arrotarsi prepotente sulla sua lingua, segno che stava perdendo il suo amato controllo. Elia esitò per un momento, ma non si voltò nemmeno


Tu non sei capace di dire alcuna verità.”


Aveva già deciso di lasciarla in quell'angolo e tagliarla fuori. Se William fosse morto non avrebbe perso solo un padre ed un fratello, ma anche una moglie. Katrina guardò la sua schiena allontanarsi veloce e raccolse il suo coraggio


E' stato lui!”


Non fu abbastanza. Suo marito continuava ad avvicinarsi pericolosamente a quella soglia, divenuta ormai il simbolico confine tra il futuro che aveva cercato di costruire e la misera fine di ogni ingenua speranza


Lui ha mandato via me!”


Urlò di nuovo, più forte di prima. Lui s'irrigidì ed i suoi passi rallentarono senza fermarsi. Katrina si riempì i polmoni quasi fino a scoppiare


Non ho lasciato te...”


Forse avrebbe dovuto strillare ancora una volta, ma suo malgrado quelle parole uscirono biascicate e spaventate. Elia finalmente si fermò


...Lui mi ha obbligata.”


Stavolta suo marito si voltò, trovandola piccola e tremante. Le sue labbra schiuse vibravano d'aspettativa.


Vuoi sapere la verità Elia?”


Gli domandò. Lui buttò gli occhi alla porta di suo padre ancora una volta


Adesso o mai più.”


Katrina aveva finito gli appelli ed aveva ragione, una volta varcata quella soglia nulla sarebbe più stato uguale. Se ne avessero trascinato fuori il cadavere di William lui non l'avrebbe più guardata negli occhi in quel modo, forse per mesi, forse per anni, forse per sempre. Se invece fossero finiti a seppellire Cara Phillis ogni sua speranza sarebbe marcita sotto terra assieme a lei. William l'avrebbe fatta presto sparire, ne era più che sicura.


Elia si bagnò nervosamente le labbra e tornò indietro d'un passo


Posso darti un minuto. Niente di più.”


Come poteva tutta la loro vita non vissuta stare in un solo misero minuto?


Annuendo in silenzio lo raggiunse senza toccarlo


Ero appena tornata a casa quella sera...”


Stava piovendo. Le goccioline sbattevano sul parabrezza dell'auto con un ritmo lento ed incessante, spezzato solo dal calmo andirivieni del tergicristalli. L'autista proseguiva verso casa senza fretta, del tutto ignaro del suo cuore, ben più battente della pioggia. Katrina stringeva la bustina tra le mani, trepidante e terrorizzata allo stesso tempo.


Era corsa in casa senza nemmeno aprire l'ombrello, fregandosene dei capelli bagnati e delle impronte sul tappeto persiano. Voleva solo un tè caldo e magari un paio di biscotti in attesa che Elia finalmente rincasasse.


Forse avrebbe dormito fuori anche stanotte.


Scacciando il pensiero poggiò la bustina sul bancone della cucina ed inserì la spina del bollitore.


TOC TOC


Buttò gli occhi all'orologio. Quasi le dieci. Chi poteva essere?


La sua espressione cadde a picco trovando William sotto il suo portico, un sorriso plastico dipinto sul suo viso ed una bottiglia di champagne nella mano destra. Si fece avanti senza chiedere il permesso, riempendo la stanza di gelo come ad ogni sua visita. Katrina mandò giù l'inevitabile timore che lui le suscitava ed accennò un sorriso di circostanza


Cosa potere fare per te William?”


Lui arricciò il naso come avesse sentito lo stridere di una forchetta sul piatto. Con tanto tempo da perdere la cara Pushkina avrebbe almeno potuto perfezionare il suo inglese. Sollevò la bottiglia


Sono qui per festeggiare!”


Lei guardò la bustina marrone ancora in cucina e scosse il capo. Era sì il terzo test che comprava, ma non ne aveva fatta parola né con Elia né con altri. Era impossibile che sapesse. Vero?


Festeggiare cosa?”


La sua falsa ignoranza diede ai nervi del suocero che presto poggiò lo champagne sul tavolo e la fulminò col suo sguardo


Avrò presto un nipote. Non ti sembra un evento da festeggiare?”


Prese a scartare la bottiglia


So che tu non dovresti bere nel tuo stato, ma andiamo, cosa vuoi che succeda per un goccetto?”


Katrina divenne di pietra nell'istante in cui il tappo saltò fuori col suo “pop”.


Come... Come sai?”


La lingua le si era appiccicata al palato e tutta quella sceneggiata sapeva improvvisamente di preludio alla tragedia. Lui sfoderò un altro sorriso, facendo brillare i denti tra la folta barba scura


Davvero credi che non controlli ogni tua mossa?”


Buttò lì con leggerezza, andandosi a cercare un bicchiere degno dell'occasione. Katrina sentì il respiro che accelerava ed istintivamente cercò la porta con gli occhi


Conosco ogni tuo spostamento. Ogni cosa che fai, dove, quando e come la fai...”


Buttò giù d'un fiato la prima flute di bollicine


...Ma devo dartene atto. Questa non me l'aspettavo.”


Katrina portò il palmo sinistro sulla pancia


Io nemmeno.”


Rispose in un sussurro, ma lui scrollò le spalle e mollò il bicchiere per avvicinarla


Piccola dolce Pushkina...”


Katrina indietreggiò fino a raggiungere la parete, lui le fu presto davanti, alto e possente


...Così giovane ed innocente...”


La nocche ruvide di William le sfiorarono il viso e lei si voltò immediatamente per evitare quel fastidioso contatto. Suo suocero le afferrò il mento con decisione e la costrinse a guardarlo


...Credo che tu sia molto più furba di quanto non voglia dare a vedere.”


Lei sgranò gli occhi. Non avrebbe saputo come difendersi se quell'assalto fosse continuato. Fortunatamente William mollò presto la presa e tornò ad abbeverarsi


Ti ho lasciato sposare mio figlio per poter siglare un contratto...”


Di nuovo quel tono pacato l'accarezzava con false attenzioni


...Di certo non volevo che lo trasformassi in un bamboccio malato d'amore.”


Con disprezzo tornò a guardarla, dall'alto in basso. Si leccò le labbra e di nuovo le fu vicino


Sono certo che si stia davvero bene tra le tue gambe Katrina...”


Lei rispose con una smorfia di disgusto, apparentemente gradita. William rise di gusto, stavolta accarezzandole i capelli


...Anche a me piace la carne giovane e profumata.”


Katrina si liberò dalle sue grinfie e corse all'altro lato della stanza


Non toccarmi!”


Lui rise di nuovo versandosi il terzo bicchiere


Sto solo dicendo che capisco Elia. Ma un figlio?”


Buttò giù tutto ancora una volta


Un figlio crea troppe complicazioni, non credi anche tu?”


No.”


Ribatté con decisione. Ne era felice, assolutamente felice, e lui non avrebbe distrutto quel momento. William fu di un'altra opinione, il suo sorriso sparì ed il volto gli si fece nero in un istante


Non stavo davvero chiedendo la tua opinione.”


Stavolta la raggiunse minaccioso. Afferrò una ciocca dei suoi lunghi capelli nel pugno e strattonò senza grazia, ignorando il suo lamento di dolore


Non ti lascerò rovinare mio figlio stupida russa.”


L'atmosfera piombò nel terrore in pochi istanti e Katrina si trovò nuovamente spinta al muro con un tonfo secco


Lui ama me.”


Tentò di difendersi, ovviamente con le parole sbagliate


Lui è il mio figlio migliore...”


Esordì afferrandole la faccia e battendole la testa al muro


...Ho passato anni a plasmarlo a mia immagine e di certo non ti lascerò rovinare tutto.”


Le si avvicinò tanto da sfiorare il naso di Katrina col proprio, mischiando il fiato alcolico a quello di lei


Quindi io e te faremo un accordo adesso, intesi?”


Katrina cercò di dimenarsi, ma lui la inchiodò ancora una volta col suo peso


Lascia che ti elenchi le opzioni...”


Le cinse la vita sottile con la sinistra, stringendo più del dovuto mentre il ruvido della sua barba pizzicava il lobo della nuora


...Puoi avere questo bambino e darlo a me non appena sarà nato. Posso farne un altro ottimo guerriero...”


NO!”


Niente di più scontato. William strinse ancora un po'


Bene. Allora non avrai nessun bambino.”


Katrina si dimenò più forte che poteva leggendo tra le righe di quelle parole. Non avrebbe mai abortito.


Lasciami!”


William stavolta sembrò più scocciato che divertito. Voltò il viso di Katrina perché i loro occhi potessero incrociarsi e si leccò le labbra ancora una volta. La mano che le cingeva la vita mollò la presa per impugnare quanta più stoffa del suo vestito potesse, tirando su con decisione. Lei si mosse disperatamente come un'anguilla, ma non v'era confronto


Di quante settimane sei? Tre? Forse quattro?”


Mentre le scopriva le gambe sembrava tutt'intento a fare i suoi calcoli, sempre e comunque freddo come un robot. Ciò che non sembrava affatto freddo erano le sue mani che cercavano di ficcarsi sotto la gonna e tra le sue gambe


No no no no no.”


I suoi lamenti erano ormai solo un inutile sottofondo. Con la gamba l'aveva già obbligata ad allargare le ginocchia e le sue dita erano inesorabilmente riuscite ad accarezzare la sua parte più privata attraverso la biancheria. Quell'unico gemito di soddisfazione che William pronunciò nel suo orecchio la convinse che presto avrebbe vomitato. I pugni di Katrina sulla schiena lo sfioravano appena


Abbastanza presto da instillare il dubbio...”


L'altra mano di William mollò la presa per cercare uno dei suoi seni


...Potrei scoparti qui ed ora come la troia che sei...”


Le si spalmò addosso tornando a sussurrarle nell'orecchio


...Ti piacerebbe credimi...”


Lei trattenne un conato


...Ma non piacerebbe ad Elia.”


Le sue manovre si bloccarono di colpo e tornò a fissare le sue iridi terrorizzate


Come pensi che ti guarderebbe dovendosi chiedere ogni giorno se porti in grembo suo figlio o suo fratello?”


Katrina approfittò immediatamente di quel piccolo varco e fuggì il più lontano possibile per riprendere fiato


Elia non può credere questo.”


Lui sorrise vittorioso


Ci crederebbe invece. Lui ascolta ogni mia parola e tu lo sai.”


Katrina strinse i denti. Davvero non aveva armi contro quel mostro. Si calmò abbastanza da riuscire a star dritta e tirò su col naso, cercando di riprendere quanto più contegno possibile


Io voglio mio bambino.”


Lui non sbottò nuovamente come poteva immaginarsi, bensì si versò l'ennesimo bicchiere come niente fosse


Benissimo. Vattene allora.”


La russa scosse il capo ancora stordita


Cosa?”


William poggiò il bicchiere per l'ultima volta e le rivolse lo sguardo più autoritario che avesse mai ricevuto


Vattene da qui. Stanotte. Subito. Prendi tutte le tue cose e sparisci il più lontano possibile senza mai tornare. Penserò io ad Elia.”


Katrina aprì la bocca, ma lui la bloccò con un solo cenno dell'indice


Se sarai ancora qui domani, il bastardo che porti in grembo non sarà l'unico a dire addio alla sua vita.”




Non appena ebbe finito quel racconto, durato forse un minuto forse un'ora, le parve di aver finito anche tutte le lacrime che aveva in corpo. Era leggera adesso, era leggera e pulita, non aveva più bisogno di piangere. Cercò Elia e lo trovò più vicino di quanto ricordasse. Anche i suoi piangevano in silenzio, il suo viso rigato per la prima volta di fronte ad una donna che non fosse sua madre. Il pallore sulle sue guance a conferma di aver vissuto quel terribile ricordo con lei. Quel padre che aveva apparentemente distrutto ogni cosa, davvero ogni cosa.


Fu lui a muoversi per primo, provando a toccarle la pancia, ma immediatamente ritraendo la mano


Tu...”


Sussurrò appena. Non c'era bisogno di chiederlo a parole. Katrina abbassò il viso e scosse la testa


No. Ho perso il bambino... Ad undici settimane... Su un treno per il Nevada.”


Elia strinse i denti come se avesse preso un colpo allo stomaco. Lei inspirò


Tutto è finito quella notte. Ha fatto male e...”


Ti prego fermati.”


Lei si zittì, ma solo per una manciata di secondi


Merita di morire.”


Aggiunse per chiudere quel cerchio, scacciando quei terribili ricordi ancora una volta nel buio della sua mente. Era scesa da quel treno vuota e decisa, ripartendo il più presto possibile in senso contrario. Lei non avrebbe potuto far nulla contro William, ma qualcun altro forse sì. I Merli Mancini. Così li chiamava Elia ed a quello strano nome tutta la casata sembrava tremare per un istante. Se erano abbastanza forti da spaventare i Michaelson, allora forse avrebbero potuto aiutarla a schiacciare William come il verme che era. Li avrebbe trovati, li avrebbe trovati e pregati. Sarebbe diventata una di loro fosse stato necessario. Quel crimine non sarebbe rimasto impunito.


Lo so.”


Rispose Elia tornando a guardare la grande porta in fondo al corridoio.





  
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