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Autore: Tera_Saki    19/05/2016    2 recensioni
Percy e Annabeth si ritrovano improvvisamente catapultati sull'OLimpo.
Percy e Annabeth capiscono che qualcosa non va quando Zeus medita se ucciderli oppure no.
Alla fine li risparmia.
Ma solo perchè i due vengono dal futuro e, davvero, lui non vuole causare inutili e noiosi paradossi temporali.
Dalla storia:
-Ah, ah- fece Percy per spezzare il silenzio che si era creato -Ma guarda! Sembriamo noi da giovani!- disse rivolto ad Annabeth -E c'è anche Grover!-
-Percy, non credo che...-
-E voi chi siete?- domandò l'altro Percy osservandoli curioso.
-Prima che questi qui ci forniscano delle spigazioni- prese parola Zeus -Vorrei ricordare che ho un conto in sospeso da pareggiare. Perseus Jackson- al richiamo entrambi alzarono lo sguardo -oggi ascolterò quello che hai da dirmi e deciderò se tenerti in vita o scaraventarti giù dall'Olimpo-
-Cosa? Di nuovo?- fece Percy seccato.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy/Annabeth, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAP. 3 Connessioni

-Brutto pezzo di...!-

-Ma come...?-

-Quando torniamo a casa ti...-

-Sei vivo!-

-... ti affogo!-

-Leo! Come hai osato?!-

-Stupido figlio di un ciclope!-

-Ehi, ragazzi! So che il Grande Leo Valdez vi era mancato, ma andateci piano con i complimenti, non vorrei mi venisse il dibete!-

-Cavoli amico, sono davvero felice di rivederti-

-E tu chi saresti?-

Annabeth e Percy si voltarono verso i loro sè stessi indecisi finchè quest'ultimo spintonò con poca grazia i due semidei lontano dallaq visuale del loro amico.

-Niente, niente. Poi ti spieghiamo...-

-Ehi, ma lo sapete che quei piccoletti vi assomigliano molto... c'è qualcosa che dovete dirmi?-

-Leo!- esclamò Annabeth arrossendo -Non dire cavolate!-

-Di cosa state...-

-Valdez!-

-Qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?-

-Che c'è?-

-Insomma!-

-Vi spieghiamo dopo...-

Percy sbuffò infastidito -Perchè non uscite un attimo mentre noi parliamo con il nostro amico?-

Annabeth del passato studiò pensierosa il nuovo ragazzo nel Messaggio Iride -Certo, vi aspettiamo per cena allora-

-Ma...-

-Dai, muoviti. Dobbiamo ancora allenarci, ricordi?-

-Ma...-

-Niente storie!- disse trascinandolo verso la porta.

-Allora?- chiese Leo una volta che i ragazzini furono usciti -Si può sapere cosa sta succedendo?-

 

 

-Perchè lo hai fatto? Io volevo restare!-

-Quanto sei stupido! Non ti rendi conto di quello che è appena successo? Dobbiamo avvisare immediatamente Chirone-

-Ma che dici?- quando lei non gli rispose sbuffò infastidito -Io non capisco...-

-Sai che novità?-

-Perchè dobbiamo avvisare Chirone?-

-Per quel ragazzo, Leo-

-E allora?- chiese confuso -Che ha fatto di male?-

-Ma quanto sei lento!-

-Smettila! Che c'è che non va, eh?-

-Cosa c'è?- ormai era sull'orlo di una crisi di nervi, e tutto per colpa di quell'idiota di Percy -C'è che non avrebbe dovuto poter chiamare quei due con un messaggio Iride, ecco cosa c'è!-

-Aspetta!- la richiamò afferrandola per un polso e impedendole di andare dal centauro -Non dovremo raccogliere qualche informazione?-

-Che intendi?-

-Possiamo ascoltare la loro conversazione per capire se è davvero chi dice di essere e se loro sono davvero noi due-

-Pensi che ci stiano mentendo?-

-Non so- disse dubbioso -Ma devi ammettere che è piuttosto strana la loro storia e neanche gli Dei hanno mai sentito parlare di una cosa simile-

-Ok- acconsentì lei alla fine -Ma diamoci una mossa-

 

 

-Come sarebbe a dire? Perchè non potete dirmi niente?-

-Scusaci Leo, ma già ne capiamo poco noi...-

-Avanti! Sono Leo Valdez, il vostro amico! Sapete che potete dirmi tutto, sarò muto come una tomba, davvero!-

-Leo, questa non è una visita di piacere, te l'ho già spiegato-

-Certo, certo-

-Valdez, non tirare troppo la corda-

-Va bene Percy, non ti arrabbiare, non dirò a nessuno di quello che ho visto, neppure a tua madre. Anche se lei forse dovrebbe sapere che suo figlio se ne è andato chissà dove con la sua ragazza...-

-Cosa vorresti insinuare, scusa?-

-Io? Niente, figurati!-

-Adesso basta bambini, smettetela di litigare, la situazione non è delle migliori-

Leo sfuffò esasperato -Almeno ditemi dove siete!-

-È complicato...-

-Già, è un casino-

-Non sappiamo neanche cosa è successo...-

-... quando siamo arrivati quì...-

-... o come...-

-... o perchè...-

-... e non sappiamo neanche quando potremo tornare...-

-... se potremo tornare...-

-... dove torneremo...-

-... come ci torneremo-

-Ok ok ragazzi, basta, mi sta venendo il mal di testa. Almeno sapete dirmi dove siete? Posso venire a prendervi-

-Lascia perdere- rispose Annabeth -Prima o poi torneremo ma tu non puoi aiutarci questa volta-

-Ma...-

L'immagine del ragazzo iniziò a tremolare.

-Non abbiamo più molto tempo- commentò Percy -Leo- intervenne Annabeth -Avverti Chirone-

-Cosa?-

-Se riescia ricontattarci cerca di farci parlare con Chirone, abbiamo bisogno di lui-

-Non preoccupatevi, ci penso io- sembrava molto confuso e di certo non aveva capito il senso di quella richiesta ma cercò di essere sicuro e convincente per i suoi amici.

-Cercate di non farvi uccidere-

-Dopo tutto quello che è successo sarebbe il colmo-

-Oh, quasi dimenticavo... non vorrei darvi brutte notizie ma... crediamo che se ne sia andato, per davvero questa volta-

-Come? Di che parli?-

-Non pensavamo che lo avrebbe fatto, insomma... sembrava abbastanza felice, per quanto lui possa essere felicie, ecco-

-Chi? Chi se ne è andato?-

-Nico. Nico di Angelo-

La nuvola di vapore sfumò e con essa il viso dispiaciuto di Leo.

 

 

La Sala Grande era stata preparata a dovere per ospitare i due giovani, come premesso era stato portato loro del cibo per la cena e così anche per la colazione il giorno dopo. E poi avevano pensato alla loro sistemazione.

Non potevano farli stare in nessuna Casa col rischio di essere scoperti e non potevano neanche lasciarli nella Sala Grande, non avevano il permesso per uscire fuori dai confini e non potevano neanche buttarli nella foresta e lasciarli a sè stessi. Ci aveva pensato Annabeth (come al solito) a risolvere il problema, se proprio non potevano restare in alcun posto accessibile agli altri semidei e nemmeno potevano uscire allora sarebbero andati a stare in quella che in futuro sarebbe stata la "residenza" di Rachel: la casa dell'Oracolo.

Non è che facessero esattamente i salti di gioia ma almeno lì nessuno ci entrava mai, non di sua spontanea volontà.

E fu così che passarono quattro giorni durante i quali cercarono di distrarsi un po' senza attirare l'attenzione, uscirono furtivamente in un momento di quiete per andare a farsi un giretto al lago, o almeno lo fecero finchè vennero beccati dal Signor D che, dopo un'infinità di prediche e minacce e insulti, li rispedì indietro senza troppi complimenti.

 

 

-Adesso basta! Non ce la faccio più a stare rinchiuso qui a fare niente tutto il giorno e aspettare che quelli si decidano, io esco e chissenefrega se a loro non sta bene!-

Scese dalla sedia e si diresse verso la porta, tornò indietro e prese la mano di Annabeth trascinandosela dietro.

-Cerca di ragionare!- disse lei tentando di dissuaderlo -Neanche a me piace questa situazione ma dobbiamo farcela andare bene-

-Cioè tu vuoi restare quì relegata come un criminale?-

-No, ma...-

-E allora andiamo!- cercò di uscire dalla porta venendo però ostacolato dalla ragazza.

-Percy- lo richiamò con voce seria, stranamente questo si fermò -Non possiamo permettere che qualcuno ci veda e che si venga a sapere di noi, dobbiamo rimanere nascosti da tutti quelli che potrebbero conoscerci-

-Oh, andiamo! Il mondo è grande e noi non siamo delle celebrità, se anche ci vedessero nessuno capirebbe chi siamo-

-Hai ragione, nessuno che abbiamo già incotrato potrebbe riconoscerci-

 

 

-No-

-Ma Chirone!-

-Ho detto no-

-Di che ti preoccupi? Non ci succederà niente!-

-Non posso lasciarvelo fare, è troppo pericoloso-

-Sarà solo per qualche ora, cosa vuoi che capiti in così poco tempo?-

-Beh, conoscendoti...-

-Ehi! Tu non dovresti stare dalla mia parte?-

-Dico solo le cose come stanno-

-Traditrice!-

-Bambino!-

-La mia risposta è sempre no-

-Eddai!- piagnucolò facendo gli occhi dolci ma vedendo che non sortivano alcun effetto sbuffò.

-Chirone, gli Dei anno capito che non siamo un pericolo e non stiamo mentendo, è quasi una settimana che stiamo rinchiusi per non farci vedere da nessuno, un po' d'aria farebbe bene anche a noi-

Il centauro sospirò, non voleva che corressero dei rischi uscendo fuori dal Campo ma comprendeva che anche restare era un pericolo per il loro futuro. Guardò attentamente i due giovani davanti a lui, anche se non sembrava aveva capito che Percy era cresciuto e non era più molto immaturo e con Annabeth al fianco era sicuramente più al sicuro, almeno uno di responsabile ce n'era.

-Vi concedo mezza giornata, se non tornate prima di sera penserò alla possibilità di avvisare gli Dei o meno, quindi vedete di non ritardare troppo-

Gli occhi di Percy si illuminarono -Grande!- Chirone pensò che avrebbe anche potuto saltellare dalla gioia.

Annabeth lo guardò negli occhi -Staremo attenti, davvero- abbozzò un sorriso e insieme al ragazzo uscirono -senza farsi notare- diretti verso il confine.

 

Erano da poco passate le dodici e Chirone stava per unirsi ai semidei del Campo per pranzare con loro quando scorse nella stanza adiacente una fievole luce azzurrognola, si avvicinò curioso e quello che vide lo lasciò per un attimo sorpreso.

-Credo che noi due dovremmo farci una bella chiacchierata-

Il suo riflesso nell'arcobaleno lo studiò giusto qualche istante prima di replicare pacatamente -Lo credo anch'io-

 

 

C'era qualcosa che non andava e ormai lo avrebbe capito anche un ritardato.

Lui non aveva avuto intenzione di andarsene, solo non aveva avuto scelta.

-Maledizione!-

Stava scappando e sì, gli costava molto ammetterlo, ma era senza forze, senza ambrosia e senza idee. E quei mostri che lo inseguivano non ne avevano mai abbastanza della sua lama. Era forte, sapeva di esserlo, ma non avrebbe retto ancora a lungo nello stato un cui era.

Sentì in lontanaza degli schiamazzi e questo gli fece capire che presto lo avrebbero raggiunto, ebbe appena il tempo di raccogliere quel poco che aveva e prepararsi.

Non era una buona idea, non era neanche una cattiva idea, questa era l'idea più folle che gli fosse mai venuta in mente di fare peggio di tradire il suo unico amico, peggio di...

-Oh Stige-

Sapeva che era pericoloso ma, ancora una volta, non gli restavano scelte.

Se fosse riuscito a tornare a casa tutto intero probabilmente Will lo avrebbe ucciso.

"Casa". Era strano poter devinire il Campo così dopo tanti anni.

Basta sentimentalismi, si disse, tanto ormai era deciso.

Inspirò una boccata d'aria prima di farlo, e sperò anche che non fosse l'ultima, poi si voltò. I Mostri stavano per raggiungerlo, mancavano solo pochi metri.

Guardò indietro sperando che non fosse l'ultima immagine a vedere prima di finire negli Inferi, poi saltò.

 

ANGOLO AUTRICE:

Spero non ci siano errori in questo nuovo capitolo, in caso contrario sarei ben felice se me lo faceste notare. Ringrazio chi ha avuto la pazienza di leggere anche questo capitolo, spero di non annoiare troppo. La storia proseguirà ma non ho idea di quando avrò il tempo di aggiornare. Le critiche di qualunque genere sono ben accette, specie se contribuiscono a rendere i capitoli più scorrevoli e avvincenti. A presto.

  
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