Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: Nausicaa Di Stelle    30/05/2016    6 recensioni
"Non so da dove cominciare! Mi sento così in colpa... e non so se esiste un modo per rimediare al guaio che ho combinato. No, non io in verità... Tutto è iniziato a causa di Tadashi e della sua imprudenza, ma chi ci ha rimesso più di tutti è stato il capitano. Non ho ancora avuto il coraggio di andare a trovarlo in infermeria per vedere come sta! Del resto, le ultime notizie non sono confortanti."
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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SULLA BARCA DI CARONTE




Dalle memorie segrete di Raflesia

Forse se avesse saputo che sarei stata con lui quel giorno, Harlock non avrebbe mai accettato di sottoporsi alla procedura che doveva riportarlo avanti nel tempo, ripulendo il suo corpo dalla contaminazione della palude dell’Eden. Per questo sono entrata in incognito nella sala operatoria della nave ospedaliera. Volevo essere lì quando avrebbe attraversato di nuovo l’Inferno, qualunque fosse stata la sponda sulla quale sarebbe approdato. Perché non era affatto scontato che la destinazione finale non fosse un al di là irrimediabilmente lontano.

L’astronave medica era stata attrezzata con cura di tutti i macchinari capaci di ridurre quasi a zero i rischi connessi alla somministrazione dell’antidoto. Ciononostante, il fatto che Harlock avesse subito di recente la trasformazione e che il suo corpo fosse ancora provato nelle fibre più profonde molto più di quanto ci fosse dato vedere, rendeva pericoloso l’intervento.
Tesius si era dimostrata meticolosa come le avevo richiesto e non aveva tralasciato il minimo dettaglio. Era la migliore scienziata di cui disponesse il popolo di Mazone e non nutrivo alcun dubbio sulla sua professionalità. Ma temevo che, se avesse scoperto in anticipo l’identità del suo misterioso paziente, si sarebbe rifiutata di fare quanto le ordinavo e, soprattutto, che non sarebbe stata scrupolosa nel tentativo di garantirne l’incolumità. Per questo le ho rivelato quel nome solo una volta che siamo giunte sulla nave ospedaliera.
Eppure sono certa che abbia iniziato a sospettare qualcosa fin dal momento in cui l’ho informata della mia decisione di accompagnarla. Tesius ed io non avevamo ancora perso quella sintonia che un tempo ci faceva muovere di comune accordo e che l’aveva resa la più fedele delle mie alleate. All’epoca riusciva a leggere nel profondo le mie intenzioni.
- Chi può essere così importante nell’universo da far scomodare Vostra Maestà?
Con queste parole, e senza nascondere un vago disappunto, mi ha apostrofata non appena sono salita sulla navetta da trasporto che ci avrebbe condotte a destinazione. Il fatto che non mi scortasse neppure una guardia armata di certo accresceva le sue perplessità.
Tesius era da sola ai comandi e io mi sono seduta accanto a lei, fissando lo spazio vuoto oltre il vetro.
- Lo saprai al momento opportuno.
Ho liquidato così quella e ogni altra domanda che avesse potuto anche solo immaginare di pormi. Non era il momento opportuno per parlare di Harlock. Ma la mia era una preoccupazione inutile: Tesius aveva già capito tutto. Me ne rende certa la fredda indignazione con la quale ha reagito una volta che le ho rivelato la verità. Mostrava una calma che andava ben oltre il rispetto che si deve alla propria regina.
Ci stavamo cambiando nella piccola anticamera della nave ospedaliera. Di là, nella sala operatoria già pronta, presto avrebbero fatto il loro ingresso Harlock e il dottor Zero.
Mi sfilai di dosso il lungo vestito nero, lasciandolo cadere come una pozza di denso inchiostro sul pavimento. L’uniforme bianca da infermiera si addiceva davvero poco alla mia anima scura, ma non avevo altra scelta se volevo essere fisicamente presente all’interno di quella stanza senza correre il rischio di essere riconosciuta. Come se fossi stata una paziente sottoposta ai raggi X, Tesius mi ha esaminata da capo a piedi prima di esternare i pensieri che ormai da un po’ la stavano tormentando.
- Anche davanti a questo ridicolo travestimento volete continuare a tacermi il nome della persona che avete tanto insistito per farmi curare?
Mi sono voltata verso di lei, sdegnata. Osava definire ridicoli me e il mio abbigliamento solo perché sapeva che né in quel momento né in seguito avrei potuto punirla della sua insolenza.
- Non ho intenzione di tacerti alcunché, ma è evidente che non tollererò un rifiuto.
- Immagino che non saremmo giunte fin qui, altrimenti, - ha prontamente ribattuto, e le sue parole traducevano perfettamente i miei pensieri, a dimostrare ancora una volta, se mai ne avessi avuto bisogno, quanto profondamente riusciva a capirmi.
- Di là troverai il ragazzo che è stato mutato dalle paludi dell’Eden. Sono certa che lo riconoscerai subito, appena lo vedrai. Porta uno stemma di morte sul petto e non abbassa mai lo sguardo.
La mia voce ostentava una noncuranza crudele. Come regina, detenevo un potere assoluto, e mai come in quel momento ero stata determinata ad usarlo fino all’ultima goccia. Tesius doveva prendere atto dei fatti, ubbidire alla mia volontà senza porsi altre domande. Senza porle a me. Perché non avevo alcuna intenzione di spiegarle per quale motivo lo stavo facendo. Altrimenti sarei stata costretta a guardare dentro il mio cuore, e da troppo tempo non potevo più concedermelo.
- Vostra Maestà non può domandarmi di salvare la vita all’uomo che è stato maledetto da tutto il nostro popolo a causa delle sofferenze che gli ha fin qui inferto. All’unico uomo che si frappone fra noi e la Terra!
Mentre pronunciava quelle parole, Tesius ha riappeso il camice al muro, incrociando le braccia al petto. Un po’ di resistenza era inevitabile, dovevo farci i conti senza adirarmi, poiché l’avevo già preventivata.
- Non ti è richiesto niente di più e niente di diverso di ciò che già sapevi di dover fare. Praticare un’iniezione in una dose non letale e tenere sotto stretto controllo tutti i parametri vitali del tuo paziente, di modo che non soccomba. E se non lo vuoi fare per ubbidire agli ordini della tua sovrana, lo farai in nome del giuramento che pure i medici mazoniani pronunciano, prima di esercitare la professione.
La mia voce suonava dura e ferma, ma non era alterata. Non traspariva alcun accoramento, nessuna necessità personale. Non era per me che doveva compiere quel gesto. Volevo che questa menzogna fosse chiara. Altrimenti, come avrei potuto crederci io stessa?
Ho terminato di vestirmi senza aggiungere altro, annodando in alto i capelli in uno chignon voluminoso e nascondendo il viso dietro una mascherina medica. Una volta pronta rimasi a fissare Tesius in silenzio, non aspettandomi da lei nient’altro che la dovuta ubbidienza. Mi sono concessa un sorriso soddisfatto quando, dopo un intero minuto, si è decisa ad indossare di nuovo il camice e, senza rivolgermi la parola, è entrata in sala operatoria.
Harlock e il dottor Zero erano stati fatti salire a bordo da poco dal personale di plancia. Nessuno dei due era armato.
Di nuovo lo avevo davanti a me completamente vulnerabile, avrei potuto prendermi la sua vita in qualunque momento. Questo pensiero continuava a sfiorare la mia coscienza come un pesce che cerca ossigeno oltre il pelo dell’acqua, per poi affondare nuovamente da solo, inconsistente e vuoto.
Tesius si è soffermata a lungo a guardare il giovane pirata che aveva davanti. Sembrava stentare a riconoscerlo. O forse anche lei cercava, dietro le apparenze di quel viso da adolescente, i tratti dell’uomo che era stato fin qui l’unico ostacolo alla conquista della nostra nuova patria. Harlock non aveva mostrato alcun imbarazzo, sostenendo il suo sguardo, e alla fine di quella sorta di esame preliminare aveva tranquillamente confessato ciò che immaginavo si sarebbe invece sforzato di nascondere.
- Credo che la vostra regina vi abbia informate di ogni dettaglio, compresa la mia identità, - ha detto, parlando ad entrambe.
- Sono qui solo per eseguire i suoi ordini, e non mi occorre sapere altro, - ha tagliato corto Tesius. Poi ha aggiunto, indicando la capsula. - Vuoi sdraiarti, per favore?
Tesius ha appoggiato su di un ripiano la valigetta metallica che aveva portato con sé, facendo scattare le serrature. Dentro, chiuso in una fiala trasparente, c’era l’antidoto preparato da lei personalmente.
- Ehm, perdonate... - ha borbottato d’un tratto il dottor Zero, facendo un passo avanti. - Prima vorrei dare un’occhiata al contenuto di quella fiala. Un’analisi preventiva, diciamo così.
Tesius lo ha guardato come se fosse stato l’ultimo delle sue matricole, un incompetente studente al primo anno d’Università. Era evidente che non lo credeva capace neanche di capire se dentro quella fiala c’era o meno acqua. Ma la più dura lezione che mi ha insegnato questa lunga guerra è che non bisogna mai sottovalutare gli esseri umani, soprattutto quando dalla loro apparenza sembrano valere così poco. Persino Harlock inizialmente mi sembrava un semplice fuorilegge, un delinquente scampato alla forca che voleva riscattare passati insuccessi con il lustro di una memorabile battaglia contro una flotta invitta. Ho trovato più di quel che cercavo sotto il teschio bianco che porta sul petto.
Solo allora, mentre Tesius e il dottor Zero si disponevano ad effettuare quell’ulteriore, inutile controllo, ho notato la presenza di un’altra persona che era rimasta fino a quel momento discosta e in silenzio. Era il giovane ufficiale di plancia, la ragazza bionda figlia dello scienziato tradito da Kazuya.
Che fosse preoccupata per la sorte di Harlock era più che giustificato, trattandosi del loro insostituibile capitano. Ma il modo in cui non gli levava gli occhi di dosso raccontava segreti ben più profondi, su di lei e sui sentimenti che la legavano ad Harlock. Che fossero o meno ricambiati, però, restava un mistero che non riuscivo in quel momento ancora a sondare.
L’atteggiamento di Harlock nei confronti di quella ragazza era distaccato come sempre, impenetrabile persino a me. Ancora una volta mi stupiva l’abilità con la quale riusciva a celare il suo animo, come se avesse nascosto il cuore in un forziere e l’avesse gettato in fondo al mare.
Mi riusciva del resto difficile immaginarlo con la piccola Yuki nella luce soffusa della sua cabina, avvinghiati insieme sotto un’unica coperta. Mi riusciva difficile immaginarlo con chiunque altra.
In quel momento mi ritornò alla mente un sogno che per qualche tempo mi aveva perseguitato, un sogno che risaliva alla prima visita che gli avevo fatto nell’intimità della sua cabina.
Ero fra le sue braccia, su quella sedia alta come un trono. Ed ero nuda.
Distolsi lo sguardo da Harlock e Yuki e mi allontanai, mentre sentivo montare dentro un’assurda gelosia. Che cosa mi assicurava che una simile fantasia non avesse preso corpo davvero con una delle giovani donne che vivevano sull’Arcadia?
Per un po’ finsi di essere molto occupata con un macchinario del quale ignoravo persino lo scopo, ma non potei impedirmi di ascoltare le loro voci in sottofondo. Non capivo quello che si dicevano, ma il tono di quella ragazza alternava diffidenza e preoccupazione, mentre la voce di Harlock, pacata e calda, suonava sempre così rassicurante. Rischiava la morte ma era lui a rincuorarla. Sorrisi mentre pensavo che io lo conoscevo bene anche in questo: non era un uomo che aveva bisogno di essere confortato.
D’un tratto Tesius gli ordinò di spogliarsi: avrebbe praticato l’iniezione quando fosse stato già all’interno della capsula.
- Perché devo entrare lì dentro? - ha obiettato Harlock.
- Quest’apparecchiatura ci darà maggiori garanzie sulla tua sopravvivenza. Quando ti sei trasformato la prima volta, e il vostro dottore se lo ricorderà bene, la tua temperatura corporea si è alzata molto, non è così?
Il dottor Zero ha annuito gravemente.
- Fino al limite massimo.
- Qui, in questa capsula per la criogenesi, potremo tenerla molto bassa. Questo servirà anche a scongiurare possibili danni agli organi vitali, in particolare al cervello.
- Capisco.
- Puoi spogliarti dietro quel paravento e poi entrare nella capsula. Io aspetterò che tu sia pronto.
Ci siamo allontanati per lasciargli un po’ di privacy. Non m’interessava minimamente vederlo nudo a quindici anni: il suo corpo glabro e privo di cicatrici non esercitava su di me alcuna attrattiva.
La giovane Yuki invece doveva essere di un’idea diversa: ho visto il rossore che le colorava il viso mentre Harlock si spostava dietro il paravento e noi ci allontanavamo insieme, come un unico gruppo medico che aveva a cuore soltanto la sopravvivenza del paziente. Talvolta mi capita ancora di pensare a quel giorno lontano e mi chiedo come abbiamo potuto stare così vicini senza tentare di ucciderci gli uni gli altri, lasciando che sul nostro odio vicendevole prendessero il sopravvento le cure per un uomo che era la causa del precario destino al quale andava incontro il mio popolo.
Tornammo a voltarci solo quando era ormai dentro la capsula, ma soltanto Tesius e il dottor Zero si accostarono a lui e lei gli spiegò in dettaglio la procedura alla quale stava per sottoporsi: la temperatura corporea sarebbe stata gradatamente abbassata mano a mano che il processo di trasformazione procedeva, senza giungere mai al punto di avvio di un’autentica ibernazione. Il dottor Zero avrebbe vigilato affinché tutti i parametri vitali del corpo umano venissero rispettati.
Alle parole di Tesius, Harlock non aveva mostrato alcun segno di preoccupazione. Ascoltava attento e serio, gli occhi fissi in quelli della mazoniana che aveva in mano la sua vita.
- D’accordo. Procediamo, allora, - ha detto semplicemente, e il vetro della capsula è stato chiuso su di lui.



Nota: Torno dopo un bel po' con questo nuovo capitolo. Spero che nessuno abbia perso le fila della vicenda e che abbiate ancora voglia di seguirmi in questo viaggio che sta giungendo al termine.
Ormai manca poco e se volete sapere non solo cosa accadrà ad Harlock ma anche quali sono gli inconfessabili segreti che si celano nel suo cuore non vi resta altro che attendere il prossimo capitolo!
 Prometto che svelerò (quasi) tutto ^_^

   
 
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