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Autore: _crucio_swag_    29/06/2016    3 recensioni
Sesto anno ad Hogwarts. Draco si ritrova a dover ingannare Harry oltre ad uccidere Silente. Sembra facile ma un sentimento mai provato prima a cui neanche il re delle serpi sa dare un nome gli impedirà di portare a termine ciò che il Signore Oscuro gli ha ordinato. Riuscirà a cambiare la sua anima? Riuscirà a distinguere ciò che è giusto da cio che non lo è? Riuscirà a sciogliere il ghiaccio che avvolge i suoi occhi e il suo cuore?
Questa storia non sarà delle più felici ma vi posso assicurare che avrà un bel lietofine.
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Note dell'autrice: Portate pazienza se questa storia non sarà particolarmente bella. E' la prima fanfiction che scrivo e devo ancora fare un po' di pratica. Ho scelto di farla sulla coppia Draco-Harry perchè mi sento l'unica drarrysta rimasta al mondo, siate con me. La storia è ambientata al sesto anno e gli avvenimenti di sottofondo saranno più o meno gli stessi anche se  cambierò qualcosa. I personaggi ovviamente sono quelli della Rowling. Non sono una scrittrice quindi scusatemi per eventuali errori di ortografia. R.I.P. grammatica XD
Mi farebbe piacere se mi lasciaste una piccola recensione anche per dirmi che fa schifo se necessario.
Detto questo vi lascio alla storia.







PROLOGO

La figura incappucciata



Era una sera particolarmente buia, il cielo era coperto da nuvoloni neri che non lasciavano passare nemmeno la luce della luna e gli alberi oscillavano piegandosi sotto la spinta del vento. In una grande villa lì vicino, o castello se cosi lo si voleva chiamare, aleggiava un’aria triste e cupa, non che ci fosse mai stata un’atmosfera di grande felicità visti i proprietari ma quella notte di fine agosto, nei sotterranei di Malfoy Manor, era particolarmente malinconica.
Si trovavano in una stanza piuttosto grande dalle pareti nere e spoglie e dal pavimento in marmo grigio. Un tavolo rettangolare in legno di mogano la attraversava da un lato all’altro mentre un lampadario di cristallo opaco gettava strane ombre sulla superficie scura, come il resto della stanza dopotutto.
A capotavola sedeva il più grande mago oscuro di tutti i tempi: Voldemort. Tutt’intorno invece i mangiamorte tenevano lo sguardo basso per evitare di incontrare quello perfido e penetrante del Signore Oscuro.
Un leggero cigolio risuonò nella stanza altrimenti silenziosa, attirando l’attenzione di tutti, e una piccola porta a lato si aprì lasciando intravedere sulla soglia la sagoma di un uomo alto dai capelli neri che ricadevano sulle spalle spigolose e dal lungo mantello.
Il Signore Oscuro voltò la testa in quella direzione. “Sei in ritardo Severus” sibilò.
L’uomo fece qualche passo in avanti per poi inchinarsi fin quasi a sfiorare il pavimento con la punta dei capelli corvini e a quel punto scusarsi “Sono mortificato mio signore, le assicuro che la prossima volta farò più attenzione all’orario”. Il Signore Oscuro lo squadrò dall’alto in basso per poi sibilare “Non ne dubito Severus. Ringrazia solo che stasera non sono in vena di punire”. Attese qualche secondo poi fece segno a Severus Piton di accomodarsi sull’unica sedia rimasta libera.
In tanto nella sala di erano diffusi mormorii del tipo “Come si è permesso di arrivare in ritardo!” oppure “Se io fossi stato il Signore Oscuro lo avrei cruciato sul posto.” o ancora “Non capisco come faccia a fidarsi cecamente di lui!”. Voldemort aspettò che l’uomo si sedesse poi ordinò “Silenzio!” e tutti i bisbigli svanirono. A quel punto prese un respiro profondo e cominciò a parlare “Buonasera miei fedeli sevitori, come alcuni già sanno siamo qui riuniti sta sera per chiarire alcune cose. Come già avrete capito non possiamo passare direttamente alla conquista del mondo facendolo cadere sotto il lato oscuro se prima non ci liberiamo delle persone che potrebbero complicare le nostre azioni. Non volevo arrivare a tanto - mormorò fingendo di essere rattristato dalle sue stesse parole - ma temo proprio di dovervi annunciare che la morte di Harry Potter e di Albus Silente sia necessaria per il raggiungimento di tali obbiettivi. Per questo vi ho convocati qui, è indispensabile che alcuni di voi mi aiutino a realizzare questi piani”. Molti dei mangiamorte si scambiarono occhiate e bisbigli eccitati per avere l’opportunità di aiutare il Signore Oscuro, tuttavia questo momento non durò molto perché quest’ultimo riprese “Per favore contenetevi…so che ovviamente molti di voi saranno onorati e non vedranno l’ora di servire il vostro signore ma per questa missione sarete necessari solo in pochi, tuttavia è sempre meglio che tutti voi sappiate come si svolgeranno le azioni per trarre in trappola quei due maghetti insolenti. Ora vi spiego - Voldemort lasciò la frase in sospeso e continuò solo quando tutti gli occhi si puntarono nuovamente su di lui - vedete, non siete stati bravi a non farvi scoprire in questi periodi e di conseguenza a Hogwarts, dove si trovano i nostri due obbiettivi, hanno adottato nuove misure di sicurezza quindi non possiamo introdurci nel castello dall’esterno. Tuttavia c’è un altro modo…” non fece in tempo a finire la frase che Walden Macnair lo interruppe “E’ impossibile Signore, hanno sigillato anche tutti i passaggi segreti che da Hogsmeade portano al castello e tentare di smaterializzarsi sarebbe come tentare il suicidio…”. Voldemort sfoderò la bacchetta e dopo aver urlato un “CRUCIO!” stette a godersi la scena di un Macnair che urlava e si contorceva per terra mentre gli altri presenti trattenevano il respiro terrorizzati. Avrebbe tanto voluto sfogarsi su quell’uomo e ucciderlo definitivamente ma in quei tempi i suoi seguaci erano pochi e anche se odiava ammetterlo quell’uomo gli serviva. Abbassò piano la bacchetta per poi chiedere “Qualcun altro vuole interrompermi?”. Tutti serrarono le labbra distogliendo lo sguardo “No… bene, allora continuo…” sorrise sotto i baffi, preferiva di gran lunga essere temuto che amato, almeno era sicuro che gli avrebbero obbedito e portato rispetto. “Stavo dicendo che tuttavia c’è un altro modo per introdursi nel castello e cioè attraverso un armadio svanitore. Ora molti di voi si chiederanno appunto cosa sia, ebbene, esso è un oggetto in grado di trasferire qualsiasi persona, animale o cosa entri al suo interno ad un armadio gemello. Il primo si trova ad Hogwarts, nella cosiddetta Stanza Delle Necessità mentre l’altro si trova nel tenero negozietto Magie Sinister. Ma c’è un problema, e cioè che si suppone che l’armadio svanitore della Stanza Delle Necessità sia stato danneggiato per questo ho bisogno che un alunno che frequenti ancora quella scuola sia disposto ad aiutarmi. Questo comporterebbe sicuramente grandi vantaggi per il giovane nel caso l’operazione dovesse riuscire. Ma prima di annunciare il prescelto per questo incarico ci tengo a finire di raccontarvi gli ultimi dettagli del piano. Per uccidere Silente basterà cogliere l’opportunità in cui esso si trovasse solo e fuori dal suo studio, a quel punto manderò alcuni di voi per aiutare il giovincello a compiere la peggiore delle maledizioni senza perdono, per Potter, invece, le cose si fanno più complicate. Ovviamente devo essere io a ucciderlo quindi l’alunno prescelto dovrà ingannarlo e farlo passare attraverso l’armadio in modo che io stesso sia dall’altra parte ad attenderlo con la bacchetta alla mano, pronto ad ucciderlo prima che egli si renda conto di ciò che sta succedendo. Le ricompense saranno grandi se oltre a quello che ho appena detto il giovincello riuscirà a portarmi Potter entro la vigilia di Natale, in caso contrario, io non faccio differenze di età e le pene saranno altrettanto grandi. Un gioco da “ragazzi” giusto? Qualcuno a qualche suggerimento?”. I mangiamorte rimasero stupiti ad ammirarlo per l’incantevole piano e non sembrava volessero replicare nulla, tuttavia una donna dai capelli mostruosamente ricci e dalla voce pazza, quasi stridula parlò “Mio signore – disse mentre si alzava dalla sedia e faceva un profondo inchino – sarebbe un onore per me aiutare il giovane alunno prescelto nel compimento della sua missione introducendomi nel castello quando sarà necessario”. Voldemort fece un sorriso che assomigliava più ad un ghigno poi si rivolse alla donna “Non preoccuparti Bellatrix, ogni cosa a suo tempo. Ma visto che tu sei una delle mie più fedeli servitrici - la donna quasi si sciolse a quell’affermazione - puoi stare sicura che mi sarai molto utile in questa missione”. Detto questo il Signore Oscuro si inumidì le labbra, poi fece scorrere lo sguardo su ognuno dei presenti fino a soffermarsi su una figura incappucciata e più piccola delle altre che era rimasta per tutto il tempo con lo sguardo fisso sulla superficie di legno scuro del tavolo. Fece un respiro profondo per poi chiamare Nagini e farla accomodare gentilmente attorno alle sue spalle, poi annunciò “E ora è tempo di rivelare il giovane prescelto che avrà il grande onore di aiutarmi a raggiungere i miei obbiettivi… - i suoi occhi si puntarono nuovamente sull’esile figura mentre con la coda dell’occhio notava Tiger, Goyle e Nott agitarsi irrequieti sulla sedia – per favore togli il cappuccio e rivela a tutti il tuo viso che sarà quello che porterà stampato l’onore per questa mia scelta!”. Il ragazzo capì che si stava riferendo a lui e con tutta la forza di volontà che gli era rimasta abbassò il pezzo di stoffa che gli copriva il viso rivelando dei lucenti capelli biondo quasi bianco per poi allacciare i suoi occhi di ghiaccio con quelli rosso scuro e perfidi del Signore Oscuro. “Bravo Draco! Sono sicuro che sarò fiero di te!”. Esclamò quest’ultimo prima di congedare tutti eccetto i proprietari di quella casa.


Voldemort aspettò che tutti i mangiamorte uscissero dalla stanza poi chiese gentilmente a Narcissa di attendere fuori e infine richiuse la porta a chiave con un colpo secco di bacchetta per poi girarsi verso il ragazzo biondo dandole le spalle. Malfoy Junior intanto aveva riabbassato lo sguardo sul legno di mogano della tavolata e non si era mosso di un millimetro, consapevole che sicuramente il Signore Oscuro gli avrebbe chiesto di rimanere a parlare con lui. Il perfido mago avanzo lentamente di qualche passo, facendo frusciare il lungo mantello alle sue spalle poi, con cautela, poggio le mani pallide e rugose sulle spalle di Draco, infine sospirò. Il biondo rabbrividì a quel tocco gelido ma dopo essersi assicurato di avere un ghigno crudele stampato in faccia si decise nuovamente ad alzare lo sguardo su di lui. “Dovresti essere fiero di questo incarico Draco”.
“Lo sono mio signore” rispose il biondo. Voldemort rimase qualche secondo a guardarlo cercando di cogliere eventuali segni di dispiacere ma il ragazzo aveva imparato ormai da tempo a trasformare il suo viso in una maschera di indifferenza e a svuotare la mente in modo che nessuno riuscisse a indovinare i suoi veri sentimenti. Sapeva meglio di tutti che il Signore Oscuro era un abilissimo Legilimens, perché aveva potuto constatarlo più di una volta visto che era ormai un anno che vivevano sotto lo stesso tetto, per questo anche se in realtà non era particolarmente felice per la missione che gli era stata affidata non lo diede a vedere. “Bravo Draco, non puoi neanche immaginare la felicità di tuo padre quando gli ho comunicato la mia scelta” sorrise compiaciuto. Draco non poté fare a meno di sgranare gli occhi chiari, era da quasi tre mesi che non sentiva parlare di suo padre perché appena dopo la fine della scuola c’era stato un processo in cui era stato deciso che avrebbe passato il resto della sua vita ad Azkaban in attesa del “bacio” del dissennatore e non riusciva a capire come diavolo avesse fatto l’altro a comunicarglielo. In casa sua c’era stato un periodo di grande depressione sia per lui che anche se aveva cominciato a superarlo faceva comunque e spesso incubi in cui suo padre era sempre presente sia per sua madre che aveva passato i primi due mesi sdraiata sul letto senza rivolgere la parola a nessuno, piangendo in silenzio e ricordandosi solo di tanto in tanto di mangiare qualcosa. Sforzandosi di cacciare in dentro una lacrima che minacciava di uscire si rivolse nuovamente al mago davanti a se “C-c… come ha fatto a comunicarglielo, Signore?”. Voldemort lo guardò fingendosi dispiaciuto “Non c’è bisogno che nascondi i tuoi sentimenti Draco, l’arresto di tuo padre è stato doloroso anche per me, era in assoluto il mio più fedele servitore nonché amico…”. “Ci mancherebbe dopo che ti ha praticamente ceduto tutti i suoi averi e regalato la casa” pensò Draco prima di riprendere ad ascoltare “… per quanto riguarda il modo in cui gliel’ho comunicato, essere un mangiamorte e soprattutto il più grande mago al mondo ha i suoi vantaggi e li scoprirai presto Draco. Non posso descriverti la sua felicità quando è venuto a saperlo – sollevò gli angoli della bocca – e sono sicuro che sarà fiero delle tue azioni come lo sarò anch’io”. Il biondino ripensò alla frase “essere un mangiamorte ha i suoi vantaggi Draco e lo scoprirai presto”. Si stava riferendo veramente a lui? Lui, un mangiamorte? Così giovane? Ok che lui e anche Tiger, Goyle e Nott partecipavano alle riunioni ma solamente perché lo voleva il Signore Oscuro ed erano presenti i genitori. Tuttavia loro quattro non erano ancora mangiamorte a tutti gli effetti. Tornò a guardare Voldemort “Cosa vuol dire che lo scoprirò presto?” chiese sforzandosi di mantenere ferma la voce. “Vuol dire che fra non meno di 10 minuti sarai definitivamente uno di noi”. Un ghigno perfido si apri sul suo volto “Ti spiegherò più avanti come riparare un armadio svanitore Draco e come utilizzarlo, ora voglio che tu mi presti la tua massima attenzione… Vedi Draco, come ho già detto prima se riuscirai nella missione le ricompense saranno grandi, potrei anche decidere di trovare un modo per far uscire tuo padre di prigione – lo sguardo del ragazzo si illuminò – ma se fallirai… – girò intorno al biondino fino a ritrovarsi alle sue spalle e a quel punto si avvicinò pericolosamente all’orecchio – …potrai dire addio alla tua adorata mammina”. Concluse in un sussurro. Le budella di Draco si congelarono a quell’ultima affermazione ma non ebbe il tempo di pensarci toppo perché il Signore Oscuro riprese a parlare “Sono sicuro che ci penserai due volte prima di disobbedire al piano. Detto questo, oggi è un grande giorno e ci tengo a concluderlo con il più grande degli onori. Se non ti dispiace faccio rientrare tua madre in modo che possa assistere”. Draco annuì impercettibilmente. Voldemort si diresse nuovamente verso la porta e l’apri con un colpo di bacchetta “Entra pure Narcissa”. La donna si aprì in un sorriso a 32 denti poi avanzo verso il suo Draco. Anche se non era felice che Voldemort volesse farlo diventare un mangiamorte a tutti gli effetti si sforzò di non darlo a vedere, sapeva che il suo Lucius ne sarebbe stato fiero. “Ciao madre!” esclamò il biondino. “Ciao Draco!” rispose l’altra andandogli a scoccare un bacetto sulla fronte pallida “Sono fiera di te!” e finalmente, per una volta, Draco fece un sorriso sincero. “Molto bene, non voglio farvi attendere ancora. - si intromise il Signore Oscuro dopo aver lanciato un incantesimo silenziante nella stanza - Draco, alzati prego”. Il biondino spostò la sedia e si alzò in piedi, non senza un certo peso sullo stomaco. “Dammi il braccio sinistro” e Draco glielo porse, tremava terribilmente dalla testa ai piedi, non era sicuro che sarebbe riuscito a reggersi in piedi ancora per molto. Rabbrividì al tocco del perfido mago senza riuscire a nascondere il terrore che provava. “Non preoccuparti, non sentirai quasi nulla…” lo rassicurò il Signore Oscuro. Draco, dal canto suo, non ne era così sicuro. Il mago oscuro premette la punta della bacchetta su una vena del suo polso e cominciò a pronunciare strane parole in una lingua che sembrava latino. Una macchia nera cominciò a espandersi sull’avambraccio, Draco non fece in tempo a rendersi conto di ciò che stava succedendo perché una scossa gelida lo attraverso dalle dita dei piedi alla punta del naso facendolo accasciare a terra dal dolore. Comincio ad urlare producendo suoni strozzati e senza riuscire a fermarsi. Aveva già provato gli effetti della maledizione Cruciatus e poteva assicurare che quello che sentiva in quel momento era mille volte peggio. Guardò in maniera supplichevole sua madre nella speranza che potesse in qualche modo alleviare il dolore che sentiva ma lei aveva girato la testa dall’ altra parte per non dover assistere a quella scena. Non sapeva quanto tempo fosse passato quando la scossa cessò di colpo, sapeva solo che gli era sembrato un’eternità. Strisciò sul pavimento per raggiungere la parete più vicina e poi si lasciò andare appoggiando la schiena su di essa e respirando affannosamente per riprendere fiato, non riuscendo comunque a trattenere gemiti di dolore.
Il Signore Oscuro inclino la testa da un lato divertito e lo osservò mentre recuperava le forze. Si aspettava di peggio visto le reazione degli altri mangiamorte quando aveva provveduto ad incidere il marchio anche a loro, c’era chi per poco non aveva avuto un attacco di cuore. “Bravo Draco, ne scoprirai presto i vantaggi. Mi fido e sono fiero di te!” ripeté prima di girare sui tacchi e dissolversi in una nuvola di fumo nero. “Sono messo bene, se l’unico che si fida di me è il Signore Oscuro” pensò il biondo prima di lasciare finalmente che le lacrime scorressero calde sul suo viso.
Sua madre non aveva aperto bocca fino a quel momento, si era limitata a distogliere lo sguardo perché il dolore che provava suo figlio minacciava di prendere anche lei e aveva passato già abbastanza tempo senza reagire lasciando Draco affrontare da solo il dolore che aveva seguito l’arresto di suo padre, doveva dimostrarsi forte, per lui. Avanzò lenta verso suo figlio e lo aiutò ad alzarsi poi continuando a tenergli la mano gli sussurrò “Tuo padre ne sarebbe fiero e guarda il lato positivo, avrai modo di vendicarti con Harry Potter, dopotutto non ha contribuito anche lui a far arrestare Lucius? E ricorda che io ti voglio e ti vorrò sempre bene Draco. Fallo per noi, per me e per tuo padre”. Narcissa non voleva assolutamente che suo figlio diventasse un assassino, anche se si trattava di Potter, ma se quello era l’unico modo per farlo stare meglio sarebbe stata disposta a fare di tutto. Draco la guardò intensamente, poi si asciugò le lacrime con un gesto secco. Era vero, era tutta colpa di Potter se ora si trovava in quelle condizioni e avrebbe di certo avuto modo di vendicarsi. Si guardò il polso sinistro che continuava a pulsare dolorosamente anche se molto meno di prima, la macchia nera era svanita lasciando il posto a grosse linee che si intrecciavano andando a formare un grosso teschio da cui usciva un serpente attorcigliato su se stesso. Il suo corpo prima gelido si scaldò improvvisamente, confortato dalle parole della madre e anche per la rabbia nei confronti di Potter che si era accesa in lui. L’avrebbe fatto, per i suoi genitori. Avanzò di un passo e abbracciò l’esile corpo di lei per poi sussurrare un “Grazie mamma” e lasciare finalmente libero sfogo alle sue emozioni.
 
Intanto, a Privet Drive numero 4, in una piccola cameretta, un ragazzo dai capelli neri scompigliati, dagli occhiali tondi e dalla cicatrice a forma di saetta sulla fronte si svegliò di soprassalto. Si alzo piano da letto e andò a sciacquarsi il viso, il ricordo di quegli occhi di ghiaccio penetranti e colmi di terrore ancora vivido nella sua mente…
   
 
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