A chi segue Safely, uno dei tanti missing moments… approfitterò per ringraziare chi ha commentato la
scorsa One-shot come vedete è divenuta una raccolta,
forse ce ne saranno altri, forse no… magari sulla fuga di Sirius da casa… non
lo so… Vabbeh vi lascio alla lettura ^^
_.-Fidanzamento
-._
Ad Alohomora
con cui mi ritrovo a
fare discorsi “seri” via e-mail
che danno un mucchio
di ispirazione.
“Il fidanzamento
dovrebbe giungere a una ragazza come una sorpresa, piacevole o spiacevole che
sia.
Non è, in effetti, una
questione in cui le dovrebbe essere permesso di agire per se stessa.”
Oscar
Wilde
La
luce del candelabro illuminava i volti dei due uomini: il più giovane aveva
capelli mogano dolcemente pettinati all’indietro, gli occhi nocciola guardavano
con impazienza il suo ospite, curioso di conoscere il motivo per cui aveva
invitato lui e sua moglie a Londra. Seduto
su una poltrona del salottino maschile di casa Black, una mano appoggiata sul
mento rasato mentre l’altra muoveva il bicchiere di Odgen
che gli era stato offerto, Algol Icecrow
aspettava.
“Sigaro?”
chiese il padrone di casa. Orion Black risaltava anche nella esigua luce della
stanza: i capelli neri impomatati riflettevano la luce delle candele, gli occhi
chiari sembravano rilucere come quelli di un felino e le bordature argentate
del suo abito ne risaltava la figura slanciata e nobiliare.
“No,
grazie…” rispose, sorseggiando il whisky.
“Ti
chiederai perché vi abbia invitato qui, non è vero Algol?”
chiese l’uomo sedendosi di fronte a lui.
“In
effetti Orion… con tutto il rispetto, la tua fama di imprenditore supera di
gran lunga quella di vecchio amico…” sorrise il signor Icecrow
“di cosa volevi parlarmi?” chiese poi serio.
“Spero
ti ricorderai della proposta che ti feci al fidanzamento di Bellatrix,
cinque anni fa…” gli occhi azzurri saettarono in direzione del compagno di
casa.
“Forse
dovresti ricordarmelo… temo di esserne dimenticato” sorrise l’uomo, ai tempi
del suo primo anno ad Hogwarts aveva rimediato parecchie sgridate dall’allora
prefetto Orion Black per comportamenti analoghi.
“Come
sempre anche tu vuoi vedere tutte le offerte prima di firmare…” rispose
sorridendo Black. “…parlo del fidanzamento tra Sirius ed Enif…”
“Fidanzamento?”
Felicia Icecrow guardò la
donna che le parlava. Le due ad un occhio poco attento sarebbero potute
sembrare in buoni rapporti, ma la più giovane provava sempre uno strano disagio
di fronte alla magnificenza di Walburga Black. Tutti
sapevano la storia di Walburga: primogenita del ramo
cadetto della famiglia Black, venne promessa sposa al discendente del ramo
principale, nato quattro anni dopo, e venne cresciuta per divenire la matriarca
della famiglia. Mentre Orion si occupava di amministrare gli affari, lei
amministrava tutta la famiglia. Seduta composta su divanetto, che i babbani
avrebbero definito stile impero,
guardava dall’alto in basso la sua ospite che dubbiosa continuarla a
fissarla.
“Si,
Felicia… come sai nella nostra famiglia sono pochi i
matrimoni che non siano stati predisposti a tempo debito…”
“Lo
capisco, Walburga... ma non capisco il motivo di
fidanzarli adesso… sono appena andati ad Hogwarts, anno undici anni e…” seduta
su un piccolo sofà Felicia si torse le mani mentre
lisciava il vestito di seta color nebbia marina. Distolse lo sguardo dagli
occhi azzurri della padrona di casa, i suoi occhi verde chiaro non riuscivano a
reggere quello sguardo così sicuro. Felicia non era
abituata a comandare.
“Felicia, tu sei giovane e per tua fortuna mia cognata
Lucrezia ebbe abbastanza peso nel permettere che Algol
ti sposasse, siete stati fortunati. Il fatto che lui fosse già promesso a Christina
Roockwood e i tuoi sette anni in meno di certo non
avrebbero giocato a tuo favore, non vorrei tua figlia dovesse avere lo stesso
destino.” Sorrise Walburga osservando cosa aveva
destato la sua frase nella donna.
Felicia si portò una mano a controllare
l’elaborata acconciatura dei capelli ramati, in un gesto più nervoso che
preoccupato.
“Devo
molto alla zia Lucrezia, in effetti… ma la situazione è diversa, Enif e Sirius
sono coetanei e…”
Walburga scosse le spalle come se gettasse
fuori un peso, scosse leggermente la testa adornata da un particolare chignon.
“Non
avrei voluto dover tirare fuori questa storia…” sospirò dolorosamente “ti
ricordi mia nipote Andromeda?”
“Si,
le è successo qualcosa?” chiese sinceramente preoccupata la signora Icecrow. Walburga si disse che
l’aveva in pugno.
“E’
scappata alcune settimane fa…”
“Come?”
chiese sorpresa
“Il
mio povero fratello le aveva proposto un fidanzamento, sai quanto lui abbia
sempre cercato di dare alle ragazze tutto il loro spazio, ma lei ha rifiutato…”
sospirò ancora “ed è scappata con quel poco di buono…”
“Poco
di buono?” chiese, la sua Enif parlava sempre della figlia di mezzo di Cygnus Black come una ragazza molto diligente, intelligente,
simpatica e solare.
“Un
figlio di babbani… un Tonks qualcosa… non ha nemmeno
un lavoro… non hanno una casa… e dove l’ha conosciuto questo elemento?” chiese
a Felicia che poté solo scuotere leggermente il capo
non capendo.
“Ad
Hogwarts… era un Tassorosso… un Tassorosso!”
Walburga prese fiato riprendendo dignità “Se
Andromeda ha trovato questo teppistello mentre lei
era a Corvonero… cosa troverà la tua piccola a Grifondoro? Non voglio nemmeno pensarci…” scosse il capo.
Felicia guardò l’intarsio argentato del
tappeto, per un secondo l’immagine di un punk come quello che aveva visto
passare in moto mentre erano a passeggio la fece rabbrividire. La sua
principessa non poteva finire con un elemento simile.
“Quindi
tu proponi…”
“Di
fidanzarli ora, prima che abbiano il tempo di trovare qualche pazzo o pazza nel
mio caso…” Walburga osservò la donna, aveva fatto
bene ad agire sul suo istinto materno, su una donna come Felicia
Prewett l’incolumità della sua bambina era la vita.
Felicia stava dal canto suo cercando di
trovare una soluzione per non costringere la figlia ad un matrimonio forzato ed
allontanare contemporaneamente il teppista dai capelli verdi. Alla fine si
disse che il matrimonio combinato in questo caso era il male minore: Enif adorava
Sirius, erano addirittura finiti nella stessa casa e la scuola avrebbe finito
per avvicinarli ancora di più, il che rendeva possibile che fosse lei stessa ad
innamorarsi dell’amico d’infanzia. Si certamente in questo caso, questo
matrimonio non avrebbe fatto male a nessuno, o almeno così si augurava.
“Se
Algol è d’accordo…” sentenziò.
“Avrai
sentito dell’incidente di Andromeda…”
“Si,
ho avuto modo di che discuterne con Abraxas, alcuni
giorni fa…” Orion si alzò seccato dalla sedia
“Vedi,
la gente comincia già a sparlare di noi, credono che il sangue dei Black non
sia più puro come un tempo… e di certo in questi mesi il fatto che Sirius sia
finito a Grifondoro sarà divenuto di dominio
pubblico…” disse camminando nervosamente
per la piccola stanza “conosco le tue idee riguardo i matrimoni combinati, e
non ti posso dar torto… ma capisci la gente vocifera che io non sappia tenere a
bada mio figlio, e con Andromeda scappata con quel mezzosangue…”
“Se
non sbaglio anche vent’anni fa successe qualcosa di simile, no?” chiese Algol “Con Cedrella che scappò
sposando Weasley e Marius
che cominciò a professare l’amicizia ai babbani…”
“Vent’anni
fa la gente parlava di meno… riuscimmo la mantenere la cosa sotto il profilo
familiare… con Marius al San Mungo e Cedrella diseredata…”
Algol guardò Orion, sembrava davvero
preoccupato.
“Il
punto è che Sirius e Regulus sono gli unici che
porteranno avanti il nome dei Black… nei rami cadetti ci sono solo figlie
femmine, Alphard a parte e non mi sembra che si sposerà tanto facilmente…”
“Non
si fa di certo ingabbiare lui..” ridacchiò Algol
sorseggiando il whisk “Ha fatto saltare un matrimonio
una volta e di certo non sta cercando qualcuna adatta a lui…”
“Ma
il fatto resta, Algol… la famiglia si sta
estinguendo. E Sirius si prospetta di seguire le orme di Alphard…”
“Divenire
lo scapolo dell’anno sul settimanale delle streghe?”
“Non
scherzare, è già finito a Grifondoro chissà quali
colpi di testa sarà in grado di fare… e per questo capisci… voglio che abbia un
posto scritto nel suo futuro, voglio dargli un binario su cui camminare… e il
fidanzamento è la scelta meno radicale che io possa fare…”
“Immagino
non sia nel tuo stile dargli una raddrizzata con le maniere forti?” chiese
“No,
sai che aberro le cinghiate o qualsiasi altra punizione corporale, è Walburga quella che alza le mani per tutto…”
“Già
tu sei un tipo più psicologico… compiango un po’ i vostri figli sai…”
“Algol… ritorniamo seri per favore… ho interpellato voi
prima di andare a cercare qualche altra bambina perché Enif e Sirius vanno
d’accordo, sono addirittura finiti nella stessa casa…”
“Vuoi
dargli la pozione meno amara?” sorrise Algol
alzandosi “Capisco le tue ragioni, Orion. Vedo anche quanto sarà vantaggiosa
per noi questa unione. Un matrimonio con una famiglia come quella dei Black
resta nella storia…” prese fiato “ma accetterò solamente se Felicia
non troverà un valido motivo per dissentire…”
“Beato
chi non avrà sogni da realizzare, perché non sarà mai deluso.”
Anonimo
La neve scendeva lentamente coprendo di
un bianco latte le colline. Le fronde degli alberi ondeggiavano appena sotto
quel dolce peso. In quel paesaggio il
castello appariva enorme e silenzioso con le sue pietre scure, eppure in una
delle torri tre bambine non riuscivano proprio a stare in silenzio. Parlavano a
bassa voce per non svegliare le altre due compagne di stanza, tra due ore
sarebbero cominciate le lezioni e avevano ancora molto da discutere sulle ormai
vicine vacanze.
“Ma siete sicure di poter restare?”
chiese la bambina dai capelli ricci.
“Bonnie,
pensi davvero che ti lasciamo sola qui?”
sorrise la bambina dai capelli castani. Bonnie Olsen era piccola e minuta, ma nonostante le origini babbane possedeva una strana magia che le illuminava il
viso tondo quando sorrideva come in quel momento. La cascata di riccioli color
ebano che le incorniciavano morbidamente il viso.
“Figurati, restiamo volentieri…” sorrise
la terza dai capelli rossi, seduta di fronte a Bonnie
a gambe incrociate. Anche Lily Evans era di origini babbane
ma anche in lei c’era qualcosa di magico, qualcosa che faceva risplendere
quegli occhi verdi. Magiche, era questo che aveva pensato la bambina castana la
prima volta che aveva visto le amiche. Trasudavano quest’aurea magica tanto che
le era stato difficile immaginarle tra i babbani.
“Sicura, Enif,
la tua famiglia non ha impegni per Natale?” Bonnie la
fissò. Enif indossava una ricca camicia da notte in
seta che sembrava risplendere nella penombra e le dava un aspetto etereo mentre
stava seduta composta nell’angolo del letto.
“Non lo so, forse oggi arriverà la
risposta… di certo non mi lascerebbero restare se dicessi loro che resto con
due nate babbane…” sussurrò tristemente. Per una vita
le era stato insegnato che i babbani erano inferiori, potevano essere
interessanti – ricordava ancora la faccia incuriosita di sua madre davanti alle
immagini immobili che le avevano mostrato i suoi cugini di nascosto dal Signor Icecrow -, curiosi, strani, ma loro e i loro figli magici
restavano comunque a loro inferiori.
Peccato che questo dogmi fossero crollati come un castello di carte non
appena arrivata a scuola dove i sorrisi, la dolcezza e la simpatia delle due
l’avevano stregata, facendo dimenticare tutto ciò. “Vedo in te la capacità di
guardare oltre alle apparenze e un cuore abbastanza coraggioso da difendere le
sue scelte, Grifondoro!” era questo che le aveva
detto il Cappello Parlante allo smistamento, ed era ciò che voleva fare… ma
affrontare suo padre a viso aperto, deluderlo magari, quello era un altro
discorso, qualche segreto che male poteva fare?
“Non gliel’hai ancora detto di noi?”
chiese Lily un po’ offesa.
“Ho detto che ho trovato delle amiche
stupende, che voglio invitarle a casa mia per le vacanze estive… vorrei dirgli
che siete nate babbane dopo che vi abbiano
conosciuto.”
“Paura?” chiese Bonnie
ridendo.
“Staresti attenta pure tu, credimi…”
“Cambiamo argomento!” sorrise Lily “Che
faremo a Natale con il castello tutto per noi?”
Così parlando a bassa voce passarono il
tempo ad immaginarsi quanto belle sarebbero state le vacanze.
TTT
“Black
è ora: Prima Neve II in azione!” esclamò James Potter saltando sul letto del
compagno.
“Potter,
sveglierai tutti…” esclamò zittendolo ma sorridendo. Sirius Black aveva già
abbandonato i modi nobiliari che gli erano stati insegnati a forza e
rimpiangeva di aver conosciuto il figlio della sua prozia Dorea
solamente a scuola, sarebbe stato divertente passare con lui le giornate.
“L’unico
che ha il sonno abbastanza leggero è Lupin ed è in infermeria con l’influenza…”
sorrise cospiratore “e di certo il cocco dei professori farebbe di tutto per
fermarci, ma non c’è…” sorrise ancora. Sirius ridacchiò.
Stavano
vestendosi quando qualcuno si mosse.
“Posso
venire anche io con voi?” chiese la voce impacciata di Peter Minus, che già
vestito di tutto punto li guardava speranzoso.
“Vedi
non intralciarci però…” disse seccato Sirius, Peter descriveva appieno i figli
di babbani che gli avevano insegnato a disprezzare e nonostante non lo
mostrasse chiaramente cominciava a pensare che anche se era una palla al piede,
era pur sempre una palla simpatica.
“Vieni
pure! Stiamo andando a organizzare lo scherzo Prima Neve II!” esclamò
sorridente James.
“Uffa,
vorrei anch’io essere bravo come voi…” mugugnò Peter vedendo James trasfigurare
le balle di neve che avevano raccolto in panini e Sirius incantare la brocca di
succo di zucca in modo che lo schizzasse su tutti i Serpeverde.
“Sono
sicuro che puoi riuscirci anche tu, non sembra ma li abbiamo trovati sui libri
questi incantesimi…” sorrise James “ti manca solamente un po’ di fiducia in te
stesso Minus…” aggiunse dolcemente.
“Senti
Peter, va a controllare che non ci sia nessuno… non vorrei che Gazza ci
beccasse…” gli chiese Sirius che riteneva che dato che era lì qualcosa dovesse
pur fare.
Erano
nascosti dietro l’arazzo di Mungo Bonham davanti
all’infermeria, stavano aspettando che qualcuno scendesse a fare colazione per
seguirlo.
“Perfetto…
se funziona non ci prenderanno mai…” disse soddisfatto di se James
“Ma
quando l’avete scoperta la cucina?” chiese Peter curioso
“Due
settimane dall’inizio della scuola ci siamo svegliati tardi e avevamo fame…”
disse misterioso Sirius.
“Da
dove abbiamo sistemato i panini e la brocca siamo sicuri di prenderli… si
siedono sempre agli stessi posti” continuò contando mentalmente la pancata dei Serpeverde: Lucius, Narcissa, salta due posti di fronte girato verso il tavolo
dei Grifondoro: Piton
“Se la McGrannit avesse visto la mia esecuzione, mi toglierebbe
quel votaccio nell’ultima prova scritta…” ridacchiò James.
“Facile
quando hai una bacchetta predisposta per la trasfigurazione!” rise il moro,
Peter li guardò un po’ invidioso, lui era sempre da solo, a meno che Lupin non
gli facesse compagnia.
Stavano
ancora ridacchiando quando qualcuno
scostò l’arazzo.
“Che
state combinando voi tre?” chiese una voce che conoscevano molto bene
“Ehi,
Lupin! Come stai? Passata l’influenza?” sviò il discorso James
“Sto
meglio, grazie… mi hanno appena dimesso….” Rispose rapido il ragazzino “Ma comunque che ci fate qui? Non sarà ancora
sceso nessuno a colazione…”
“Volevamo
vedere se eri ancora qui…” disse Peter
“Ma
perché dietro un arazzo? Potevate aspettarmi fuori dalla porta… anche se è
presto il coprifuoco è terminato” sorrise il ragazzo indicando la porta a
qualche metro più indietro, “A meno che non abbiate combianto
un’altra delle vostre…” disse guardando
James e Sirius.
“Sei
dannatamente intelligente Lupin!” sbottò James fissandolo “Senti fai finta di
non averci visto e saliamo di sopra…. Dovrai prendere i tuoi libri, no?” disse avviandosi
verso la Sala Comune, Sirius al fianco e Peter alle calcagna. Remus li seguì in
silenzio
“Non ci
farete perdere altri punti spero?”
chiese ad un tratto Lupin
“Chi?
Noi? Non sia mai…”
“Black sii
serio…”
“Sono
serio, sono Sirius… ” concluse ridacchiò il moro per l’assonanza.
“Tranquillo
Remus non ci ha visto nessuno!” sorrise Peter rassicurando l’amico e ricevendo
un paio di occhiatacce dagli altri due
“Sarà…”
disse titubante Remus.
“Lupin!”
erano appena riscesi in Sala Comune dopo aver raccolto le loro cose quando
furono raggiunti da tre ragazze.
“Sirius…”
salutò allegra la bruna sorridendogli.
“Eny…” rispose lui
caloroso.
“Lupin,
io ti ho preso gli appunti… ho visto che non c’eri e mi avevano detto che avevi
l’influenza…” sorrise la rossa al centro porgendoglieli.
“Grazie,
Evans…” sorrise Remus prendendoli. James alle sue spalle fece un salto in avanti
“Se io
stessi male, prenderesti gli appunti anche per me Evans?”
“No… ci
penserebbe il tuo amico a prenderli, no?!” e così dicendo la rossa si
allontanò. Le amiche la seguirono.
“Ma che
ha?” chiese James perplesso
“Credo
non abbia ancora perdonato il vostro scherzo…” sussurrò Minus.
“Dici?”
chiese lui guardando prima Peter e poi Remus “Lo credi anche tu, Lupin?”
“Credo che non ti abbia ancora perdonato,
Potter…” disse Remus
“Se lo
dici tu, Lupin, mi fido… sembra tu sappia sempre tutto!” disse sorridendo “Ma
che sarà mai un po’ di succo di zucca addosso, ve lo dico io… quella è troppo
permalosa…”
Remus e
Peter si guardarono, quei due erano un caso perso.
Quando
giunsero davanti al portone della Sala Grande vennero investiti da una dozzina
di ragazzi che erano usciti di corsa.
“Ha
funzionato?” chiese Peter cercando di sbirciare nella sala
“Spero
non sia il motivo per cui eravate svegli stamattina presto…” disse Remus. Non
appena riuscirono ad entrare, James si grattò la testa perplesso.
“Mi chiedo
dove non abbia funzionato il tuo incantesimo, Sirius…” disse, il moro osservò
la scena. Una paniere stava ripetutamente lanciando quelli che sembravano dei
panini ad ogni persona che le passava accanto, solamente che quei panini non
erano altro che palle di neve ben trasfigurate e una brocca stava schizzando
succo di zucca un po’ di qua e un po’ di là.
“Doveva
lanciarle solo ai Serpeverde…” disse adombrato “Dove
non ha funzionato?!” Remus guardò la
scena allibito.
“Hai
trasfigurato tu le palle di neve, James? – il ragazzo annuì- E tu avresti
incantato il paniere e la brocca, Black?” anche Sirius annuì.
“E io
ho fatto il palo!” sorrise Peter, felice di essersi reso utile. Remus si mise a
ridere. I tre lo fissarono
“Vi
siete dimenticati di dirgli a CHI dovesse lanciare i panini!”
“E, di
grazia, tu lo sapresti fare?” chiese offeso Sirius
“Bastava
chiedere…” sorrise malizioso il ragazzo.
TTT
“Sono
sicura che sono stati loro a combinare quel caos stamattina…” sbuffò Lily
versandosi del succo di zucca nel bicchiere. Enif e Bonnie ridacchiarono.
“Ma
dai, secondo Silente chi abbia trasfigurato quelle palle di neve deve essere
minimo del secondo anno…” cominciò
timidamente Enif
“Ma hai
visto quel Potter, l’altro giorno come se niente fosse ha trasfigurato il succo
di zucca di Severus in whisky!” continuò la rossa,
proprio nel momento in cui un allocco bianco atterrò sul tavolo.
“Sono i
miei…” sospirò Enif allungandosi verso il volatile
che le porse docilmente la zampa.
“Che
dicono?”
“Uffa…
avevo chiesto se potevo restare qui con voi per Natale… invece dicono di no…”
“Come
mai?” chiese Bonnie sorpresa. I suoi genitori
dovevano andare in Francia per le vacanze per motivi di lavoro e le amiche
avevano deciso di rimanere con lei.
“Daremo
un ballo… che noia…” sbuffò la ragazzina porgendo un cracker al
barbagianni. “E io che volevo davvero
restare qui…”
TTT
“Tua
madre non ti manda più strilettere, ma si è messa a
scrivere come le persone normali?” chiese James notando Sirius leggere una
lettera arrivata poco prima.
“Ma no…
e io che pensavo di salvarmi con la scusa della scuola…” James lo fissò incerto
“Che?”
“Dobbiamo
andare a non so che avvenimento…”
“Vuol
dire che te ne torni a casa?” chiese James con una punta di amarezza
“Si…”
“E
tutti i nostri scherzi? Ora che abbiamo arruolato Minus…”
“Li
faremo un’altra volta…” sospirò tristemente Sirius.
“Se
sbagliate incantesimo come quello di questa mattina, credo vi serva una
mano…” sorrise Lupin avvicinandosi loro.
“Ma tu
non sei il cocco del professore?” chiese James perplesso.
“Io non
l’ho mai detto…” sorrise malandrinamente lui.
Spesso veniamo amati
per ciò che sembriamo, per ciò che fingiamo di essere.
E per mantenere
l'amore di qualcuno, continuiamo a fingere, a recitare una parte, finendo così
per rendere la finzione autentica a noi stessi.
Anonimo
Il
castello degli Icecrow immerso nella natura dell’Essex era ancora silenzioso, ma lo sarebbe stato per poco.
“Adesso
vi diremo cosa dovrete dire…” cominciò Orion Black fissando i due bambini.
Sirius aveva preso la notizia molto male, aveva cominciato a gridare non appena
suo padre aveva finito di parlare, tanto
che Walburga lo aveva relegato in camera sua per i
due giorni prima.
“Orion,
puoi venire un secondo…” lo chiamò Walburga
dall’altra stanza dove assieme a Felicia stavano
dando le ultime disposizioni agli elfi domestici intervenuti per l’occasione, e
dove Regulus stava aspettando pazientemente l’arrivo
degli ospiti sperando di trovare qualcuno con cui passare la serata dato che Enif e Sirius non avrebbero avuto tempo per lui.
Rimasti
soli Enif guardò l’amico che imbronciato avrebbe
incenerito la stanza se solo avesse potuto.
“Neanche
tu non sapevi niente, vero?” chiese
“No,
ma che diavolo gli salta in testa… io non lo so davvero! Sei la mia migliore
amica, per le sottane di Morgana, non è normale!” esclamò.
“La
mamma non era convinta… sai…” disse Enif “dice che
siamo troppo piccoli ma è per il nostro bene… dice che così saremo al sicuro…”
“E
da cosa? C’è un mostro che mangia i purosangue non fidanzati?” chiese ironico.
Lei rise.
“No,
dagli altri purosangue… scusa vorresti vedermi fidanzata con quel testa vuota
di Richard Gamp… piuttosto la morte!” disse sicura “e
non so tu potresti essere accoppiato con… Violetta Rosier…
ad esempio…”
“TI
PREGO!” disse scandalizzato.
“Ecco…
io dico di far finta di essere felici e contenti, di far passare oggi e poi
vedremo… il mio papà era già fidanzato quando ha incontrato mia mamma, ma ha
lasciato l’altra per la mamma… quindi non penso ci obbligherebbero a sposarci,
no?” chiese speranzosa.
“Da
mia madre non lo escluderei…” disse sconsolato “ma hai ragione! Di certo non ci
sposano domani!” disse riacquistando il sorriso. “Ma non capisco perché
dobbiamo far finta di divertirci…”
“Perché
non voglio che papà pensi che Grifondoro ci ha
rovinato in tre mesi…” sorrise facendogli la linguaccia.
“Ma
non è quello che è successo?” disse lui ironico, lasciando cadere l’argomento
all’arrivo del padre e del padrone di casa.
“Bene
Sirius, dove eravamo?”
“Dovevate
dirci cosa dire, padre…” disse mansueto. Orion Black guardò il figlio, quel
comportamento non era affatto normale, ma forse l’idea di passare tutte le
vacanze relegato in camera lo aveva ammansito.
“Si,
dunque… Sirius, si tratta di cose importanti quindi vedi di non fare pasticci…
dopo che Algol avrà annunciato il fidanzamento come
si confà, sarete voi al centro dell’attenzione… non penso abbiate seguito con
molta attenzione i fidanzamenti di Bellatrix e Narcissa quindi vi daremo una rinfrescata…” disse Orion
pratico, Sirius si disse che lo stesso tono lo avrebbe usato per compiere un
affare importante: freddo e distaccato.
“Sirius
tu prenderai la mano di Enif e dirai “Ecco la mia
promessa…”…
“…
di donarti un futuro, di donarti una casa e una famiglia così come fecero i
miei antenati prima di me…” Sirius fissava gli occhi di Enif,
sapeva che se si fosse distratto si sarebbe scordato tutto, e forse non era il
caso di passare tutte le vacanze rinchiuso per uno stupido fidanzamento. “ti
dono l’anello dei Black, perché tu da oggi farai parte della mia famiglia e di
quella che un giorno creeremo insieme…” la voce di Sirius risuonò squillante in
quella sala piena di gente in abiti preziosi. Alzò la mano della bambina
stretta nella sua infilandole l’anello di famiglia: due lingue in argento
reggevano una piccola pietra nera, un opale.
“Accetto
te come mio promesso” la voce di Enif tremolava
imbarazzata “e mi impegno a regalarti il futuro che abbiamo avanti, perché da
oggi io sono tua e la mia vita e i miei istanti saranno i tuoi, è questa la mia
promessa e per ricordartene ecco ciò che ti offro…” tese una catenella a
Sirius, alla fine era appeso un orologio da taschino in argento. Con quello la
promessa era sancita e l’accordo steso, ma per Sirius ed Enif
il tempo della finzione non era ancora concluso… ora veniva il ballo vero e
proprio e loro dovevano aprire le danze.
Orion
guardava il figlio con un sorriso, non era andata così male, avrebbe preferito
che fossero più grandi, ma non si poteva rischiare, il carattere di Sirius era
abbastanza selvaggio senza che Grifondoro ci mettesse
del suo.
“Non
crederai che si stiano divertendo, vero?” la voce del suo consuocero gli giunse
ironica.
“Non
li vedo nemmeno in lacrime…”
“Devi
un grosso favore a tuo figlio sai… Enif lo sta
facendo per amore mio ma Sirius… è un favore quello che ti fa ricordalo…”
“Sirius
ha ancora tanto da imparare…”
“Una
volta qualcuno disse “Chi trascura di
educare il proprio figlio all'amicizia, lo perderà non appena avrà finito di
essere bambino*.”…” disse guardando i bambini
danzare, sembravano due bambole.
“Chi
l’avrebbe detto?” chiese curioso Orion.
“Non
importa…” scrollò le spalle Algol. “Spero che tu
riesca a far capire a tuo figlio che tu rimarrai sempre suo padre… e non un
despota…”
Orion
rimase in silenzio continuando a guardare il figlio danzare.
“Dov’è
Andromeda?” chiese Enif, non appena riuscirono a
scappare dalle formalità andando a prendere aria in giardino.
“Non
lo so… non lo vista… strano… c’erano tutti gli altri…” disse teso, guardando
l’amica sedersi e togliersi le scarpe.
“Odio
ballare…” sentenziò lei, sedendosi a gambe incrociate sulla panca, le scarpette
abbandonate sulla neve.
“E’
strano davvero… Andromeda non sarebbe mancata sapendo che volevano farci fare
questo, perché e chiaro che gli unici che l’hanno saputo oggi siamo noi…” borbottò
Sirius sedendosi al suo fianco.
“A
i piccioncini sono qui! Non vi ho fatto ancora i miei auguri!” ridacchiò Narcissa avvicinandosi loro “Sarete la coppia più bella di
tutta la Torre del Grifondoro, oh ma che sbadata,
nessuno si fidanza su alla Torre…” rise malevola.
Sirius
non aveva voglia di starla a sentire, era già abbastanza opprimente la
situazione senza aggiungere la malizia gratuita di sua cugina.
“Cissy… senti Andromeda perché non è venuta?” chiese Enif, il volto di Narcissa si
fece se possibile ancora più pallido.
“Ma
come? Nessuno ve l’ha detto?! Andromeda non fa più parte della famiglia, è
scappata con un nato babbano… cosa ci troverà in loro… forse vuole
ammaestrarlo?!” i due Grifondoro ignorarono il
commento su Andromeda, anche perché era abbastanza evidente che erano parole
vuote, dette per sfogare la rabbia della perdita.
“Comunque
è per questo che hanno voluto anticipare il vostro fidanzamento…” disse seria
guardandoli
“Anticipare?”
“Si,
lo zio aveva intenzione di proporlo agli Icecrow
quando avreste avuto 15 anni… come il mio con Lucius…
ma il vostro smistamento a Grifondoro e la fuga di
Andromeda hanno fatto velocizzare i tempi…”
si rivolse di nuovo a Sirius “vedi di non rovinare tutto come il tuo
solito… la zia e lo zio ci tengono a questo matrimonio…” l’ammonì “hai già
messo abbastanza in imbarazzo il nome dei Black…” così dicendo se ne andò.
“Sirius?”
“Si?”
“Resterai
sempre il mio migliore amico vero?”
“Certo!”
“Ma
dobbiamo farlo…” singhiozzò lei
“Lo
so… beh ma adesso non ci pensiamo sono certo che se prima della fine della
scuola tu avrai trovato l’uomo della tua vita, tuo padre manderà a monte questa
fesseria…”
“Dici?”
disse lei incerta.
“Sicuro!
E sennò vorrà dire che continueremo a fingere…” ridacchiò lui.
Enif lo guardò, non le era difficile
pensare di sposare Sirius… Bonnie le aveva anche
detto che credeva fossero fidanzati il primo giorni che li aveva visti parlare
assieme.
“Sirius?”
“Si?”
“Non
importa ciò che succederà… io voglio solo restare la tua migliore amica.”
“Certo!
E io resterò sempre il tuo migliore amico, sia che ci sposino oppure no! In
fondo mancano ancora 7 anni…” sorrise lui.
* Charles Pèguy (Orleans 1873- Villeroy 1914)
Eccomi
qui? Allora
che ne pensate?
Ringrazio
intanto ginny_potter94, muriel, PrincessMaraunders,
_kisty_ e _Polla_ per aver aggiunto la prima one-shot nei preferiti e Alohomora
tra le seguite (questo missing moment è dedicato a te,
come hai visto ^^)
Muriel: come vedi non c’è
propriamente un seguito diretto… anche perché non sono brava a descrivere cosa
provano dei bambini (sono nata vecchia ;P)
Sissy88: sono felice che il
mio piccolo Sirius ti sia piaciuto
Pan_Tere94: ti ringrazio per i
complimenti. ^///^
Alohomora: Come vedi non erano
proprio al massimo della gioia i due all’inizio… ma per Enif
che era un po’ sognatrice era più facile… Regulus è
un po’ scomparso in questo momento… ma dov’è? Credo che nella prima parte sia
in camera sua perché erano cose da grandi, nella seconda era sempre lì e nella
terza… beh mi sa che si stava chiedendo con chi giocare con quei due impegnati…
speriamo che Narcissa non l’abbia sistemato come un
bambolotto da qualche parte…