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Autore: Love_My_Spotless_Mind    03/08/2016    0 recensioni
Una storia sospesa tra presente e passato, divisa tra l'adolescenza e l'età adulta, ricca di riflessioni e sentimenti. Lasciatevi conquistare dall'amore, anche se sembra nascondersi dietro indecifrabili parole o sorrisi pieni di timori.
#KenHani #Exid #Hani #Vixx #Ken
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ken, Ravi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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((But I know 그냥 날 안고 싶다고 오늘만 같이 있자고))







16 marzo 2008,


Junghwa era in lacrime fuori dalla scuola, si era seduta sulle scale dell’ingresso e non accennava a voler entrare in classe. Le guance erano completamente umide di lacrime ed il suo viso era arrossato per aver troppo pianto.
Jaehwan stava entrando a scuola quando la vide, l’aveva incrociata un paio di volte per i corridoi, nel complesso pensava fosse una ragazza carina ed anche allegra ma nulla di più. Appena lo vide Junghwa sollevò la mano per attirare la sua attenzione.
-Sei il ragazzo delle punizioni? – gli domandò lei tra i singhiozzi.
Jaehwan annuì non sapendo che cosa la ragazza potesse volere da lui. A quel punto Junghwa annuì a sua volta e restò in silenzio ma come Jaehwan accennò ad andar via lei lo fermò.
-Aspetta. – sussurrò lei – La mia amica oggi non verrà a scuola. –
Mentre sussurrava tali parole sollevò verso di lui gli occhi grandi e colmi di lacrime, tremò appena poi si decise a proseguire il discorso per quanto riuscisse.
-Mi ha chiesto di avvertirti, puoi tornare a casa prima oggi. –
Jaehwan impiegò poco a comprendere chi fosse l’amica di cui la ragazza parlava, Heeyoun era l’unica rappresentante del sesso femminile con cui sostenesse un discorso, d’altra parte.
-Le è successo qualcosa? Sta poco bene? – domandò allora.
Junghwa abbassò nuovamente lo sguardo, lui prese dalla tasca un fazzoletto e glielo porse.
-Grazie. – la ragazza si asciugò gli occhi lentamente, probabilmente era alla ricerca delle parole giuste per rispondere a quella domanda. Certe situazioni sono particolarmente complicate da riferire, lei non ne aveva dubbi al momento. -È al funerale del padre. – spiegò brevemente. 
Jaehwan non sapeva che dire, a nessuno che conosceva era mai accaduto qualcosa del genere. L’unica cosa a cui continuava a pensare era il momento che avevano vissuto insieme due giorni prima, si era ripetuto quell’istante nella mente diverse volte, senza capire perché lo facesse.
-Non vai da lei? –
-Si, prima dovevo avvertire tutti i professori. Ma adesso ho paura. Che cosa faccio se la vedo soffrire? Sarebbe ingiusto piangere proprio di fronte a lei, perciò sto consumando tutte le mie lacrime prima di andare. –
Jaehwan si guardò attorno, improvvisamente non gli interessava più così tanto arrivare in orario. Una ragazza che conosceva e con cui aveva condiviso alcune ore della propria giornata adesso stava vivendo un momento tanto brutto, non poteva restare con le mani in mano.
-Vengo anche io con te, andiamo da lei. –
 
 
Fu così che i due si incamminarono insieme verso la chiesetta del paese vicino. Raggiungerla era piuttosto difficile poiché nessun autobus arrivava fin lì, i due semplicemente andarono a piedi, scambiandosi appena qualche parola anche se Junghwa non faceva altro che piangere.
Lei ed Heeyoun si conoscevano praticamente da quando erano nate, la discussione che avevano avuto era insulsa e lei non vedeva l’ora di far pace. Conosceva da sempre la famiglia di Heeyoun, conosceva i loro problemi e conosceva, soprattutto, le difficoltà della sua amica. Nei momenti più difficili si erano supportate a vicenda, crescendo era capitato loro di scontrarsi senza mai dividersi sul serio. Perciò Junghwa non vedeva l’ora di stringere la sua amica tra le braccia e sussurrarle che tutto si sarebbe risolto. Riusciva a pensare solamente a questo, senza interruzione.
Negli ultimi tempi i parenti della ragazza si erano a malapena accorti di lei, erano tutti concentrati sulle situazioni critiche del padre ed il resto era scivolato in secondo piano, molto spesso involontariamente. Heeyoun non aveva mai avuto un carattere semplice ma questa vicenda aveva contribuito a renderla più scontrosa, a far peggiorare i suoi voti a scuola.
-Tu hai mai avuto un amico a cui tenessi particolarmente? A cui volessi bene con tutto il tuo cuore? – domandò ad un certo punto a Jaehwan che camminava silenziosamente, con lo zaino in spalla e la mente affollata di pensieri.
-No, mai. –
-Nemmeno una volta? –
-Nemmeno una volta. –
A pensarci in quel momento Jaehwan si chiedeva quanto potesse essere importante l’amicizia nella vita. Lasciare sola quella ragazza per entrambi era stato impossibile, anche per lui che la conosceva appena. Era forse questa l’amicizia. Se fosse stato così probabilmente non era poi così male.
Heeyoun era seduta fuori dalla chiesetta, a terra, ed era completamente vestita di nero. Indossava un vestito che probabilmente doveva essere di sua madre poiché le stava un po’ largo, completamente nero ed anonimo. I due ragazzi la videro da lontano, Jaehwan provò un brivido lungo la schiena nel vederla in quella situazione.
Junghwa le corse in contro, Heeyoun la abbracciò, si accarezzarono la schiena, poi Junghwa le diede un bacio sulla guancia.
-Vado da tua madre. – le disse.
A quel punto, quando Heeyoun pensò di essere rimasta sola e tornò a sedersi a terra, sentì dei passi venire verso di sé. Trovarsi di fronte il ragazzo fu molto più di una sorpresa per lei, per brevi istanti le si fermò il respiro. Si alzò in piedi, il vestito scivolò fino a coprirle le ginocchia.
Fino ad allora era stata forte, si era trattenuta, soprattutto per non farsi vedere sofferente dall’amica, sapendo quando sarebbe stata male nel vederla piangere, ma di fronte a Jaehwan le lacrime iniziarono a scorrerle sul viso, senza che lei potesse trattenerle. Era davvero venuto fin lì per vederla? Non ci pensò nemmeno un istante, andò a  posare le mani sui suoi fianchi e premette il viso contro il suo corpo, continuando a piangere silenziosamente.
Jaehwan le accarezzò piano i capelli, timidamente. Lei era minuscola di fronte a lui, il suo corpo sottile sembrava scomparire in confronto a quello di Jaehwan, appena diventato da uomo.  Lui pensò a tutte le volte che era stato male per sciocchezze e quasi si sentì in colpa, non tanto verso se stesso quanto verso la ragazza. Ora si trovavano a condividere un momento del genere, probabilmente lui non riusciva nemmeno ad immaginare il dolore che lei stava provando però le rimaneva vicino, senza accennare la volontà di allontanarsi.
-Ti va se camminiamo un po’, mh? –
Le domandò lui, pensando che fosse la maniera migliore per tranquillizzarla un po’. Lei annuì, si divise lentamente e si passò le dita sul viso per asciugarlo. Lui le mise una mano sulla spalla per convincerla ad andare. Camminarono fianco a fianco restando in silenzio, Heeyoun aveva lo sguardo basso e camminava lentamente.
Poco lontano dalla piccola chiesa c’era un ruscello, Jaehwan si mise a sedere a terra ed Heeyoun su una grossa pietra. Si sfilò le ballerine nere ed anche i calzini color crema, permettendo ai piedi nudi di sfiorare l’acqua fresca.
-Sai – disse improvvisamente Jaehwan – mentre venivo qui mi sono accorto di non conoscere il tuo nome, è davvero strano. –
-Già, forse è arrivato il momento di dirtelo. – rispose Heeyoun accennando un sorriso. – Io sono Ahn Heeyoun, piacere di conoscerti. –  si presentò porgendogli la mano.
Jaehwan la strinse – Io sono Lee Jaehwan, il piacere è tutto mio. –
Il ragazzo osservò il suo sorriso e gli occhi colmi di lacrime. Da quand’è che era così carina? Prima di allora non se ne era mai accorto. Forse prima di allora non aveva fatto caso a troppi particolari importanti, se ne rendeva conto per la prima volta.
Per Heeyoun udire quel nome fu un colpo al cuore. Eccolo, il ragazzo che aveva continuato a cercare, lo aveva sempre avuto di fronte agli occhi. Che scherzo del destino era mai quello? Le venne nuovamente da sorridere. Forse aveva per più di un mese continuato a cercarlo nel luogo sbagliato.
-Hai fatto colazione questa mattina? – le domandò lui.
Heeyoun solamente in quel momento si accorse di non toccare cibo da due giorni. Non aveva minimamente provato il senso della fame, non le era mai capitato in vita sua.
-Ora che mi ci fai pensare… no. –
Allora lui tirò fuori dalla tasca il pacchetto di Kitkat al cioccolato bianco e glielo porse. Lei lo guardò attentamente, non capiva perché lui glielo stesse porgendo.
-Perché lo dai a me? Non dovevi regalarlo alla tua innamorata? –
-Mangialo tu. Lei sta tardando troppo ad arrivare. –
-E non vuoi più aspettarla? –
-Semplicemente non voglio più pensarla così tanto. –
Lei annuì, scartò il cioccolatino e lo mangiò piano. Aveva un buon sapore, anche se in quel momento non riusciva a capirlo chiaramente poiché tutti i suoi sensi erano leggermente appannati a causa di quel che era accaduto in quei giorni. Non era avvenuto in fretta, era stato piuttosto un avvenimento graduale ma che ugualmente l’aveva provata, sia fisicamente che mentalmente. Lei sapeva che sarebbe finita così già da molto tempo, era stato l’evolversi naturale delle cose.
-Mio padre ha sempre adorato il cioccolato. Non ho mai visto divorarne tanto come faceva lui. Anche quando ero bambina, lo dicevo sempre. Poi però la vita si è allontanata sempre di più da lui, talmente tanto che non aveva più la forza di mangiare cioccolato. Lui una vita come questa, senza il suo dolce preferito, non avrebbe mai voluto viverla. – disse lei a bassa voce, masticando lentamente il cioccolatino. – Per questo ho capito che ben presto sarebbe finita. Gli ho portato un cioccolatino al latte e gliel’ho posato vicino, lui non l’ha nemmeno guardato. Era davvero finita, l’ho capito in quel momento. –
Jaehwan aveva lo sguardo basso e gli occhi lucidi, quando Heeyoun si voltò lo vide. Se non avesse rovesciato i dolci del ragazzo quello che stava mangiando adesso sarebbe stato il cioccolato che avrebbe portato a suo padre due giorni prima. Peccato, però, che sarebbe rimasto per sempre incartato e nessuno lo avrebbe minimamente assaggiato. La vita è davvero strana, ci pensò intensamente in quel momento. Forse le cose dovevano andare in quel modo, chissà perché. Ora tutto si congiungeva, il puzzle iniziava a combaciare.
-La tua amica ti vuole davvero molto bene, lo sai? –
-Junghwa? –
-Si. –
-Le voglio molto bene anche io. –
-Mi ha fatto un discorso sull’amicizia e… ho capito che veri amici non ne ho mai avuti. –
-Sarò io la tua amica, Jaehwan. L’amica che non hai mai avuto. –
-Ed io che cosa sarò per te? –
-L’amico che ho tanto cercato, sempre nel luogo sbagliato. –
  
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