30. Il ballo
Jorinde quella mattina fu svegliata dall'incessante vibrare del suo cellulare, che a contatto con la superficie piana del comodino, emetteva un terribile e fastidioso rumore martellante. Allungò una mano e afferrò il telefono. Con gli occhi semichiusi, sbloccò il cellulare e distinse a malapena il nome di Kibum. Aveva due o tre chiamate perse e un numero indefinito di messaggi. Si strofinò gli occhi e schioccò la lingua infastidita.
Che
diavolo era successo
perchè Kibum continuava a chiamarla incessantemente? Gli era
forse
crollata la casa? La libreria era andata a fuoco?
Si mise a sedere e si decise
a leggere i messaggi del corvino che erano tutti connotati da un
allarmismo crescente.
“Jorinde,
ti sto
chiamando. Perchè non rispondi?”
“Didi, vuoi rispondere a
questo maledetto telefono?”
“Senti, sono le undici,
non è possibile che tu stia ancora dormendo.”
“Cazzo, rispondimi.”
“Tutto bene? Dai, non fare
la stronza e fammi sapere.”
“Giuro che vengo a casa
tua e sfondo la porta.”
“DIDI?????”
Rispose ai suoi messaggi prima che Kibum mettesse in atto le sue “minacce”.
“Scusa, stavo dormendo. Comunque che succede? Vuoi darti una calmata?”
“Calmata? Un corno! Pensavo che Jonghyun ti avesse messa tutta intera nella lavatrice!”
“Perchè avrebbe dovuto, scusa?!”
“Non lo sai? Taemin gli ha rivelato che l' “Imperatore” è lui! Però, tranquilla, non gli ha detto che sei uscita di casa e che hai un legame anche con noi, si è inventato una balla sul fatto che ti ha vista a una finestra e cose così. Ad ogni modo sembra che se la sia bevuta.”
A
Jorinde per poco non venne
un colpo quando lesse quel messaggio.
Ecco perchè era di cattivo
umore la sera prima: aveva scoperto di Taemin.
“COME?! CHE DIAVOLO ASPETTAVI A DIRMELO?!
Ecco perchè Jonghyun era arrabbiato ieri sera!”
“Non ti ha detto niente?”
“No, nulla. Era un po' strano ma mi ha taciuto tutto.”
“Non ti preoccupare, lascia che gli parli io. Gli ho detto che dopo la festa gli avrei parlato della situazione. Troveremo una soluzione.”
“E io nel frattempo che faccio??!”
“Niente, stai alla larga da Taemin e aspetta mie notizie. A proposito, se vuoi puoi venire all'anniversario per la festa di Chul Moo. Jonghyun non ci sarà per questioni lavorative. Pare proprio che ci sia una cena importante all'hotel proprio nello stesso giorno della festa. Lascerà da Chul Moo alcuni suoi uomini fidati. Ho saputo che ha lasciato tutto in mano a Jinki. Quindi, puoi venire, via libera. ;)”
“…
Via libera un paio di pere! E Taemin? Non hai detto che dovevo stargli lontana?!”
“Taemin non credo si tratterrà molto alla festa e poi tu starai con ME. Non avrai modo di parlarci o di averci molto a che fare. Quindi piantala di lagnarti che abbiamo già un sacco di rogne.”
“Ricorda che l'hai detto tu bellezza.”
“So, quello che faccio! Comunque, ci vediamo domani sera alle otto. Ti passo a prendere io. :)”
“Si ma io non ho un vestito.”
“Possibile che devo pensare a tutto io? Jonghyun oggi pomeriggio va in hotel. Ti passo a prendere e andiamo a comprarne uno.”
“Cosa?! No, non posso uscire!”
“Senti tesoro, se è per questo saresti dovuta restare a casa dall'inizio di questa storia ma ormai è fatta quindi poche chiacchiere.”
“...va bene ma facciamo subito!”
“Allora, ci vediamo alle quattro. ;)”
“Va bene, non fare tardi o Jonghyun si farà un paio di stivali con la nostra pelle.”
“Sei l'ansia di vivere.”
“Anche colpa vostra! >.>”
“Ora vado, ci vediamo dopo. <3”
“Ok! ^^”
Jorinde
scese in cucina.
Ora si spiegava perchè
Jonghyun fosse così arrabbiato. Aveva scoperto di Taemin,
non c'era
da biasimarlo. Anzi, si chiedeva come non aveva fatto a sbatterla con
la testa nel muro appena l'aveva vista. Al posto suo, lei lo avrebbe
fatto. Non appena si sedette al tavolo, scoprì che Jonghyun
era
uscito e che non sarebbe tornato nemmeno per pranzo.
-
Forse vuole stare solo... - mormorò la rossa a testa bassa.
- Come?! - chiese Odette.
La ragazza scosse il capo e addentò il suo pane tostato.
**
Come d'accordo, alle quattro Kibum si fece trovare fuori dalla villa di Jonghyun. La portò in tutte le boutique della zona ma Jorinde non faceva che scuotere la testa davanti allo specchio mentre si rimirava annoiata o disgustata.
- Senti, questo è l'ultimo negozio! Non so più dove portarti, o qui trovi qualcosa che ti piace o te lo cuci stanotte con le tende della stanza di Jonghyun! - esclamò il corvino esasperato lasciando scattare la cintura e scendendo dalla macchina.
Jorinde sorrise immaginandosi avvolta nelle tende scure del biondo.
- Non scendi? - chiese il ragazzo.
La
rossa annuì.
Sfortunatamente neanche in
quel negozio riuscì a trovare qualcosa che la convincesse
sul serio
nonostante Kibum la incoraggiasse a prendere quello rosso o quello
verde.
-
Vedo le tende di Jonghyun sempre più vicine... -
mormorò Kibum mentre scompariva fra un vestito e un altro.
- Forse sono l'unica soluzione...dell'unico vestito che mi piace non
c'è la taglia - replicò imbronciata la
più piccola.
Tornarono a casa a mani vuote e con i musi lunghi. Odette invitò Kibum ad entrare a casa per una tazza di tè freddo visto che Jonghyun aveva chiamato e aveva comunicato alla donna che avrebbe fatto tardi.
-
Possibile che non abbiate trovato niente? - chiese la giovane intenta a
versare il tè nelle tazze.
- No, a Jorinde non piaceva nulla. Mi usciranno delle ulcere per tutto
il tempo che sono stato in piedi – replicò aspro
il corvino.
- Non è che non mi piacevano, non ero convinta e allora non
ho comprato nulla! - ribattè indignata la più
piccola.
- Si ma adesso come fai?! Verrai in vestaglia?! -
Jorinde
sbuffò.
Odette emise un risolino.
- Io credo di avere qualcosa per te! - esclamò poi alzandosi e dirigendosi al piano di sopra.
Jorinde
guardò Kibum
perplessa e questi scosse il capo.
Dopo non molto, la donna
ritornò nel salotto reggendo in mano quello che sembrava un
informe
sacco marrone. Stavano quasi per chiederle cosa dovessero farci con
quell'impermeabile deforme che Odette appese alla credenza dalla
gruccia, da cui pendeva quel “sacco” e
abbassò la cerniera che
aveva davanti e per poco a Jorinde e Kibum non caddero gli occhi per
terra e rotolarono via.
-
Odette ma è-
- Bellissimo! - esclamò Jorinde emozionata.
Appeso alla gruccia c'era uno stupendo vestito blu con uno scollo interessante ma davvero particolare. Sembrava fatto di rami e foglie ricoperti di una scintillante polvere blu. Era lungo, con la gonna che scendeva leggera e la coda ampia.
-
Vorrei che lo indossassi tu - disse la donna mentre la rossa guardava
ancora estasiata l'abito.
- Dici davvero?! -
- Scherzi? Dovrebbe mettersi sui trampoli per indossare un tuo vestito!
- esclamò invece Kibum con noncuranza.
Odette rise mentre Jorinde metteva il broncio come una bambina a cui vietano di andare sulle giostre per gli adulti.
- Non
c'è nessun problema! A me andava corto e non l'ho mai messo.
Mi farebbe piacere che lo mettessi tu - ribattè la donna
raggiante - al massimo lo stringiamo un po'. -
- Oh, Odette! Non so come ringraziarti! - esclamò Jorinde
alzandosi dal divano e correndo ad abbracciare la sua consigliera e
amica.
Kibum sorrise intenerito.
- Senza me e senza Odette saresti persa - sghignazzò poi svuotando del tutto la sua tazza di tè.
Jorinde
lo colpì sul
braccio ma sorrise dolcemente.
Forse non aveva tutti i
torti: Kibum ed Odette erano per lei amici preziosi e niente le
avrebbe mai fatto cambiare idea.
**
Jonghyun era tornato sorridente con lei. La trattava anche meglio dopo l'incidente con il pugnale e le dava casti baci sul collo ogni volta che ne aveva l'occasione. A Jorinde piacevano i suoi baci sul collo, le procuravano un brivido lungo la schiena anche se il ragazzo vi poggiava solo le labbra per qualche secondo. Era il suo segno distintivo e Jorinde era certa che se l'avessero bendata e dieci, cento o mille ragazzi le avessero dato un bacio sul collo, lei avrebbe riconosciuto quello di Jonghyun fra tutti.
Era arrivato il giorno del ballo, organizzato per l'anniversario del palazzo di Chul Moo, e Jorinde era elettrizzata. Odette le aveva stretto il vestito in vita e sui fianchi e dopo averglielo visto addosso aveva esclamato con entusiasmo ed emozione che era bellissima e che non poteva esistere abito che le calzasse meglio. Jorinde stava pensando ancora al vestito sfavillante mentre guardava Jonghyun che si aggiustava davanti allo specchio il completo che avrebbe indossato quella sera a quella seccante cena all'albergo.
-
Certo che è una sfiga che tu non possa prendere parte alla
festa che hai organizzato con tanto zelo! - commentò la
ragazza con il mento poggiato sul palmo della mano.
- Che vuoi farci! Mi tocca, è il mio lavoro. -
- Si lo so ma che palle! Non potevano fissare un'altra sera per questa
cena?! Sembra quasi che lo hanno fatto di proposito! -
Jonghyun sorrise.
- Non credo ma purtroppo non posso dirgli di no – mormorò il ragazzo voltandosi in direzione della rossa - allora, come sto, signorina Kübler? - chiese poi.
Era
davvero bellissimo, lo
era sempre ma fasciato in quel vestito le sembrava meraviglioso.
Indossava un completo scuro:
giacca, pantalone e gilet, da sotto il giustacuore spuntava una
camicia bianca con il colletto ornato da un intreccio di fili
argentati e gli stessi si presentavano nella catenella che collegava
il gilet al taschino della giacca aperta.
-
Stai benissimo! - esclamò Jorinde con un sorriso sincero.
- Grazie, allora io vado. -
- Già vai via? -
- Si, ho delle questioni da sbrigare prima della cena. -
Dopodiché Jonghyun si avvicinò al letto e si chinò su di lei.
- Ci vediamo dopo o domani. -
Jorinde annuì e Jonghyun inclinò la testa di lato per lasciarle quel familiare bacio. La rossa gli allacciò le braccia al collo di slancio prima che lui potesse rialzarsi.
-
Jonghyun, io...-
- Mh? -
- Io volevo dirti una cosa...-
- Cosa? -
La ragazza lo guardò dritto negli occhi. Cosa voleva dirgli esattamente? Perchè voleva parlargli ora?
- Io volevo augurarti buona serata...divertiti! - esclamò lisciandogli la giacca.
Jonghyun le sorrise ma mentre si allontanava dalla stanza ebbe come l'impressione che fossero altre le parole che la rossa voleva rivolgergli.
La ragazza non vedeva l'ora di partecipare al ballo. Certo, ci aveva preso parte anche in passato ma quello che le premeva di più era rivedere Yoora. Poi, non vedeva l'ora di indossare il vestito che le aveva donato Odette. Mentre si preparava per la festa e lo indossava, il suo pensiero volò a Jonghyun. Avrebbe voluto dirgli tutto da una parte, evitare che fra loro ci fossero segreti ma dall'altro lato, cosa sarebbe successo se gli avesse detto che lei e Taemin non si erano incontrati in casa sua ma che era uscita infrangendo le sue regole? Era già abbastanza arrabbiato avendo scoperto di Taemin, Jorinde non immaginava cosa avrebbe detto se avesse saputo la verità. Mentre era immersa in questi pensieri, sentì il telefono squillare: Kibum era arrivato.
**
Taemin
girovagava per il
palazzo con un bicchiere di champagne in mano e l'altra in tasca.
Jinki era occupato ad impartire ordini al posto di Jonghyun che
quella sera non ci sarebbe stato. Il più piccolo si chiese
se fosse
a causa sua e probabilmente lo era. Passò davanti la vetrata
di un
balcone e vi si specchiò. Quanto era cambiato da quando
aveva messo
piede lì l'ultima volta? Tanto, anche troppo. Il vetro
rimandava la
sua immagine così come la vedevano tutti. Avvolto in quella
camicia
bianca e in quel completo nero aveva davvero un'aria galante ma per
Taemin poteva anche essere avvolto nel pigiama che non se ne sarebbe
importato granchè. Sarebbe rimasto poco a quella stupida
festa e poi
sarebbe andato via, la valigia era già pronta, sarebbe
partito la
sera stessa. Quando si voltò per tornare al suo posto,
alzò lo
sguardo sull'entrata del salone e rimase a bocca aperta per quello
che vide. Jorinde era arrivata con Kibum e Taemin guardandola si
convinse ancora di più del fatto che doveva andare via. Era
bellissima, più bella di quanto fosse mai stata, il che era
difficile. Era sorridente, gli occhi che brillavano, i capelli
raccolti e fluttuava in quel bellissimo vestito scintillante verso
Minho che sventolava la mano nella sua direzione. Jorinde gli
piaceva, che fosse per la maledizione o no, sentiva di non riuscire a
controllare i suoi sentimenti verso di lei.
Minho era solare e doveva
ancora essere all'oscuro di tutto visto come si comportava. Non ci
doveva essere stato tempo per riferirgli tutto. Fece segno a Taemin
di avvicinarsi. Taemin e Jorinde non poterono fare a meno di
guardarsi negli occhi e salutarsi.
-
Ciao Taemin. -
- Ciao. -
Seguì
un silenzio
imbarazzante in cui Minho guardava entrambi con uno strano cipiglio.
Che cosa potevano dirsi dopo
quello che era successo?
Kibum tossì.
-
Allora, Didi, vuoi qualcosa da bere? - chiese e senza aspettare
risposta la portò via.
- Ma che succede? - fu la domanda di Minho posando gli occhi sul
più piccolo.
- Niente. -
- Ti aspetti che ti creda? C'è qualcosa sotto. -
- Non è il momento per le spiegazioni. -
- Jorinde ti ha rifiutato? -
Taemin sorrise amaramente.
- Molto peggio - fu l'unica risposta del più piccolo.
Minho stava per chiedere spiegazioni quando furono interrotti da Jinki che, nel suo completo bianco e nero, li raggiunse con un sorriso.
- Va tutto bene? -
Taemin annuì ma Minho non rispose.
-
Sono arrivati Kibum hyung e Jorinde - lo informò il moro.
- Ah, bene - mormorò il maggiore perdendo un po' del suo
smalto.
Ovviamente ciò non sfuggì all'occhio attento di Minho che lo inseguì per tutta la sala.
-
Hyung c'è qualcosa che dovete farmi sapere? -
- Ma di che stai parlando?! -
- E' visibilmente successo qualcosa. Magari fra Jorinde e Taemin visto
come sono impacciati, si sono salutati a malapena. Sai qualcosa? -
- No. -
- Tu sai qualcosa. -
- Ok senti, dammi due minuti e ti racconto tutto. -
Il più alto non disse né si né no ma accompagnò Jinki al tavolo dove Kibum, in giacca viola di velluto e cravattino, beveva un bicchiere di vino con la rossa.
-
Jorinde, ciao - la salutò il proprietario della libreria.
- Oh, Jinki ciao! - esclamò la rossa pimpante abbracciandolo
di slancio.
- Immagino tu sia contenta di essere di nuovo qui - commentò
il maggiore.
- Tantissimo. Anzi, vorrei fare un giro per il palazzo! -
- Se vuoi ti accompagno, tanto devo controllare che sia tutto in ordine
– si propose Jinki offrendole il braccio.
Jorinde accettò volentieri e insieme s'incamminarono per i corridoi decorati da nastri e fiori.
- Non
vedo l'ora di rivedere Yoora - confessò la rossa.
- Non la vedi da quando sei andata via? -
- In realtà non la vedo da quando Jonghyun – ma
s'interruppe subito mordendosi un labbro.
Che idiota! Parlo sempre troppo!
Con sua sorpresa però Jinki rise.
- Non
ti preoccupare, Kibum alla fine mi ha raccontato tutto. -
- Ah, in questo caso allora... - sussurrò con un sorrisino
Jorinde.
- Mi dicevi? -
- Dicevo...? Ah si! Non la vedo da quando Jonghyun per farmi una
sorpresa non l'ha invitata a casa sua. - raccontò la rossa
– Non credevo ai miei occhi quando l'ho vista! Non mi
aspettavo una mossa del genere da lui...da quel giorno ho pensato che
non era così cattivo come tutti dicevano. -
Jinki
sorrideva con la testa
china.
Jorinde lo guardò per un
attimo.
-
Jinki...non sei offeso o arrabbiato con me, vero? -
- Dovrei? -
- Beh...ti ho mentito per tutto questo tempo. -
- Beh, avevi le tue ragioni. -
- Su una cosa però non ho mentito. -
- Su cosa? -
- Sul fatto che ti voglio bene, a te e agli altri. Il mio amore
è sincero - sussurrò in tutta serietà.
Jinki le afferrò il mento con due dita e sorrise teneramente, come avrebbe fatto con una bambina. Jorinde era convinta che ci si poteva innamorare mille volte del suo sorriso e ogni volta con lo stesso trasporto.
- E
Jonghyun? - le chiese.
- Cosa? -
- Il tuo amore per lui è sincero? -
Jorinde rimase spiazzata dall'immediatezza e dalla naturalezza di quella domanda.
- Il mio amore...? -
Jinki annuì.
-
Vorrei che non andasse mai via la mattina, che restasse con me sempre,
vorrei vederlo sempre sorridere come nel mio quadro. Vorrei potergli
dire tutta la verità ma al contempo il pensiero di farlo
soffrire mi rattrista. Vorrei che il suo cuore tornasse a battere a una
velocità normale, in cambio darei volentieri il mio...vorrei
un sacco di cose per lui e cercherò di farle tutte.
È amore questo, no? - sussurrò poi con gli occhi
lucidi.
- Credo di si...non so dirti come l'amore si possa riconoscere ma io
guardando quel quadro, sento il mio stomaco stringersi come se ce
l'avessi davanti in carne ed ossa – replicò Jinki
indicando un quadro di fronte a loro raffigurante una giovane sposa.
- E' il quadro della sposina*! Era uno dei miei preferiti -
esclamò Jorinde voltandosi.
- L'ho fatto io. -
La rossa si voltò a guardare l'amico che invece fissava il magnifico dipinto sfiorando con le dita il volto di quella bella ragazza. A Jorinde venne un groppo in gola e avrebbe voluto allungare una mano per sfiorare Jinki ma non se la sentiva di riportarlo alla realtà, non davanti alla bella ragazza che aveva ritratto e reso umana al contempo su quella tela.
- Si
chiama Bea - le comunicò.
- Bea? Da Beatrice? -
- No, da Baek. Il suo vero nome è Jiwon. -
- La tua fidanzata? -
- Si ma non mi riconosce più. -
La
più piccola rimase
colpita da quelle parole. Jinki le raccontò la triste sorte
che era
toccata a Bea e Jorinde si sentì profondamente dispiaciuta
per il
ragazzo.
Gli mise una mano sul
braccio ma in quel momento sentì due braccia cingerle la
vita.
Sobbalzò voltandosi di scatto e recuperando subito dopo
colore non
appena vide Yoora avvolta in un vestito viola, con il corpetto di
pizzo.
-
Yoora! - esclamò abbracciandola.
- Jorinde ma sei bellissima! - ribattè la ragazza tenendole
le mani e rimirandola nel suo abito.
La rossa presentò l'amica a Jinki e scoprì che i due si conoscevano già perchè l'amica faceva talvolta compere da lui. Tutti e tre poi ritornarono nel salone, le due amiche si raccontarono quello che era successo in quel periodo di tempo e Jorinde voleva un consiglio dell'amica a tutti i costi su quella intricata situazione, Yoora sapeva sempre dire la cosa giusta.
-
Yoora devo raccontarti un sacco di cose – disse la rossa
mentre la ragazza si prendeva un bicchiere di champagne.
- Spara! - la incitò l'amica.
- Non qui. -
- Allora vieni con me – disse Yoora ma nel mentre si voltava,
si scontrò contro qualcuno.
- Santo Cielo, mi scusi! - esclamò mortificata quando si
accorse di avergli versato lo champagne sulla giacca.
- Non ti preoccupare, va tutto bene – replicò
sbrigativamente il ragazzo mentre Yoora afferrava un fazzoletto e
cercava di ripulirgli la giacca blaterando mille scuse.
Jorinde guardava la scena divertita ma quando riconobbe Taemin per poco non sputò un polmone insieme allo champagne.
-
Senti, non fa niente - continuava a dire Taemin mentre Yoora ripeteva
le sue scuse con mille inchini.
- Sono davvero dispiaciuta, deve scusarmi ma non l'avevo proprio vista!
Se vuole porto la giacca in tintoria...-
- Ho detto che non fa niente e smettila di tamponarmi con il
fazzoletto! - sbottò Taemin afferrandole i polsi e
costringendo la ragazza a guardarlo dritto in faccia.
Yoora aprì di poco la bocca, forse voleva dire dell'altro ma non appena mise a fuoco il moro la richiuse e i suoi occhi s'ingrandirono. Taemin le sorrise e poi girò sui tacchi.
-
Yoora? - la chiamò Jorinde perplessa.
- Jorinde ma per caso lo conosci quello? - le chiese senza staccare gli
occhi dal ragazzo che si era allontanato verso un gruppetto.
La rossa rise.
- Si,
è Taemin. Non l'hai mai incontrato in libreria? Lavora anche
lui lì. -
- Non mi avevi detto che Taemin era così figo! -
l'accusò l'amica alzandosi sulla punta dei piedi per spiare.
- A dirla tutta ho un sacco di cose da dirti su di lui -
ribattè mestamente la ragazza.
Quando furono sole e lontane da orecchie indiscrete, Jorinde raccontò all'amica per filo e per segno quello che era successo senza tralasciare niente.
- Hai
fatto sesso con Jonghyun?! - esclamò lanciando quasi via il
bicchiere.
- Urla un altro po', da Parigi non riescono a sentirti bene! - la
rimbeccò acida la rossa.
- Scusa è che non me l'aspettavo! - ribattè Yoora
cercando di non ridere e ricomponendosi.
Jorinde gli raccontò anche della maledizione e di Taemin lasciando la ragazza sempre più stupefatta. A fine racconto, la povera Yoora non sapeva cosa dire. Era una situazione complicata e anche se avrebbe voluto aiutare l'amica, non sapeva come fare.
Kibum, dal canto suo, non perdeva di vista Jorinde neanche quando la ragazza era in compagnia dell'amica. Allungava sempre il collo per cercarla nella folla di abiti svolazzanti e colorati.
-
Tranquillo, non l'ho ancora mangiata, sono qui con voi, non ho il dono
dell'ubiquità - lo apostrofò malignamente Taemin.
- Ma devi fare per forza lo stronzo?! - ribattè seccato
Kibum.
- Smettetela subito! Vi sembra il momento di mettervi a litigare?! -
disse Jinki guardando entrambi in modo bieco.
- Comunque non ti preoccupare, non mi trattengo molto, fra un po' vado
via. Ho già la valigia pronta - comunicò il moro
a Kibum.
- Via? Dove vai? - chiese Jinki incredulo.
- Mi allontano da qui. Gioverà sia a me che a voi -
confessò il più piccolo a mezza voce.
- Non ti sembra di esagerare? - chiese Kibum leggermente a disagio.
- Chi sta esagerando? - chiese allora Minho tornato dalla sua
incursione al tavolo del buffet.
Il
ragazzo allampanato
sorrideva con i suoi denti candidi guadagnandosi occhiate
interessanti da parte delle ragazze che squadravano con aria sognante
quel principe azzurro in completo nero a quadretti piccoli e camicia
bianca.
Non appena notò
l'espressione dei ragazzi però il suo sorriso
scivolò via perdendo
luminosità.
- Che succede ora? -
Nessuno gli rispose.
-
Potete rendermi partecipe o il fatto che mi sia allontanato qualche
giorno mi ha reso un completo estraneo indegno dei vostri
“segreti”? - sbottò innervosito quando
si vide negata una risposta per l'ennesima volta.
- Scusaci Minho è che la situazione è
più complicata del previsto - sussurrò Jinki -
non ti abbiamo detto niente prima perchè eri in viaggio e
non volevamo darti ulteriori preoccupazioni. -
Minho lo guardava ora preoccupato.
- Stasera vado via e non penso di tornare presto – disse all'improvviso Taemin rivolto allo hyung.
Prima che Minho potesse replicare, Jorinde si avvicinò interrompendo i loro discorsi.
-
Kibum, vuoi ballare con me? - chiese pimpante afferrando il ragazzo per
la mano.
- Come?! Perchè dovrei? Scordatelo - tagliò corto
il maggiore.
- Eddai! Un ballo solo! - piagnucolò la rossa tirandolo
verso la pista.
- E va bene! Uno solo però - cedette il corvino seguendola.
Taemin
approfittò
dell'interruzione per dileguarsi ma non sfuggì alla
vigilanza di
Minho che lo seguì, a sua volta seguito da Jinki.
Taemin entrò in bagno e si
fermò davanti il lavabo dove cercò di ripulirsi
per bene la giacca
dallo champagne.
- Che
significa che te ne vai? - chiese Minho entrando in bagno.
- Significa che io sono la causa di tutti i vostri guai. -
Il bruno continuava a guardarlo senza capire.
- Hai
litigato con Kibum? -
- Non ha nessuna importanza ora! Ho fatto un macello ed è
bene che io mi allontani da questo dannato posto. -
Nel frattempo anche Jinki li aveva raggiunti.
-
Taemin, senti-
- Sono io l'Imperatore, Minho - disse lapidario il moro interrompendo
il bruno.
Il ragazzo impiegò qualche secondo per elaborare quelle tre parole, poi sgranò gli occhi e fu incapace di proferire parola alcuna.
- Ho
tradito Jonghyun, ho tradito tutti voi. Sono l'unica ragione per cui
non avrete più indietro la vostra vita di prima. Se non
abbraccerai più Hyun Soo sarà colpa
mia– disse Taemin mortifero avvicinandosi al più
alto.
- Come...com'è stato possibile? - sussurrò Minho
che sembrava fuori di sé.
- Jorinde. É Jorinde - rispose Jinki dietro di lui.
Minho si voltò a guardarlo.
Jorinde? Jorinde.
L'unica cosa che Minho riuscì a pensare di fronte a quell'informazione, anzi, l'unica cosa che i suoi occhi riuscirono a vedere fu l'immagine di Jonghyun.
Cos'aveva fatto quel giorno mostrandogli quella foto?
“Hai contribuito alla rovina” sussurrò una piccola voce maligna dentro di sé.
**
Kibum e Jorinde stanchi di volteggiare decisero di uscire su uno dei grandi balconi spalancati sulla sala.
- Dove sono gli altri? - chiese Jorinde.
Il corvino si guardò intorno.
- Non lo so, erano qui quando siamo andati via. -
Il ragazzo si voltò per cercare gli amici tra la folla ma l'unico volto familiare che vide lo fece impallidire e per poco non svenne.
- Jonghyun... - mormorò con un filo di voce anche se avrebbe voluto urlarlo quel nome ma improvvisamente gli era mancata la voce.
Il
ragazzo si stava
avvicinando da bordo pista con le mani in tasca, lo sguardo fisso su
loro due e le labbra serrate.
Jonghyun aveva visto tutto:
i suoi amici che parlavano in modo concitato, Jorinde che si era
avvicinata e aveva portato Kibum a ballare e poi era rimasto a
guardarli volteggiare fra mille colori e gonne di ogni tipo. Quando i
due poi avevano abbandonato la pista da ballo, si era detto che era
il momento di entrare in scena, aveva sceso lentamente le scale e si
era diretto verso i due ragazzi usciti sul balcone.
Jorinde nell'udire quel nome si era voltata di scatto e non appena aveva scorto il ragazzo, poggiato allo stipite della porta balcone, aveva sussultato e si era portata le mani alla bocca.
La sua mascella era rigida e i suoi occhi impietosi.
- Vi state divertendo? - furono le prime parole che rivolse loro.
I due
erano pietrificati.
Nello stesso momento Minho,
Taemin e Jinki si avvicinarono al balcone.
- Jonghyun! - esclamò sorpreso Jinki non appena riconobbe l'amico.
Il biondo si voltò verso i nuovi arrivati.
- Che tempismo ragazzi! Siete giunti giusto in tempo - fu il commento del ragazzo.
In tempo per cosa?
Taemin aveva la faccia di uno che avrebbe preferito morire sul posto piuttosto che assistere a una scena del genere.
Un leggero vento si era alzato e fra tutte le cose che avrebbe potuto portare con sé, aveva deposto sul quel pavimento prezioso solo guai, grandi e densi.
* Angolo di Natsumi213 *
Toc toc.
C'è qualcuno? Sono tornata!
^^ Come sono andate le vacanze? Io mi scuso per il ritardo ma sono
stata un po' al mare anche io e sono tornata non molti giorni fa!
Dunque, eccoci con il
trentesimo capitolo. Siamo alla sera del ballo della festa del
palazzo di Chul Moo. Tutto sembra abbastanza tranquillo, salvo per
gli screzi di Taemin e Kibum e i sentimenti ancora vivi del ragazzo
per la rossa. Jorinde rivede finalmente Yoora a cui racconta tutto ma
il colpo di scena si presenta alla fine del capitolo: Jonghyun non
è
andato a nessuna cena di lavoro, è lì, in carne
ed ossa davanti a
loro e li guarda in modo impietoso. Cosa accadrà adesso?
Cos'ha in
mente Jonghyun? Sono tutte risposte che non tarderanno ad arrivare
visto che mancano pochissimi capitoli alla fine.
Inoltre, devo farvi una
precisazione, il quadro della sposa* che compare nel tenero
siparietto in cui vi sono protagonisti Jorinde e Jinki è lo
stesso
dipinto che Jinki ha fatto di Bea nel capitolo “17. Il
passato VI –
Sono qui per restare”, esposto al palazzo come molte opere
dei
ragazzi che vi abitano.
Non penso di dover
aggiungere altro, tranne che sotto vi lascio le immagini degli outfit
dei ragazzi per la festa.
Grazie mille a lagartischa
e Blakneco
per aver recensito lo
scorso capitolo! Grazie! <3 < 3
Grazie a tutti coloro che
hanno inserito la storia fra le seguite,
le ricordate
e le preferite!
Grazie mille! <3 <3 <3
Un grazie piccolo piccolo ma
grande grande va, come sempre, a Ninechka!
<3
P.s. La foto di copertina è
del bravissimo Christian Birmingham!
A presto! ^^
Kisses! :*
Molto simile al vestito blu di Jorinde. Per la verità è il modello a cui mi sono ispirata ma ha qualche particolare diverso come le gambe più coperte! ^^
Il vestito di Yoora! ^^