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Autore: Piuma_di_cigno    11/09/2016    2 recensioni
Tic Tac, fa l'orologio di Wendy. Ha ormai 17 anni e ogni giorno le sembra che crescere la renda più triste. Non si può fermare questo treno in corsa, e quel che è peggio è che non ricorda nemmeno che, per un attimo, ne ha persino avuta la possibilità.
Ma cosa succederebbe se, infine, gliene venisse concessa una seconda? Una seconda possibilità per rimediare, per scegliere meglio, per valutare e, soprattutto, per mettere in conto anche gli occhi di Peter, in cui si perde continuamente?
Partirebbe all'avventura una seconda volta?
Genere: Fantasy, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: John Darling, Michael Darling, Peter Pan, Wendy Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7 – Tornare

 

Passarono solo tre giorni prima che si presentassero altri tre amici di Peter sull'Isola, tanto che il Grande Albero ormai era pieno di gente. Furono i giorni più divertenti che potessi immaginare, perché diventammo grandi amici con facilità; intorno al fuoco, la sera, si raccontavano esperienze vissute. Io ero quella che aveva meno da raccontare a causa della monotonia della mia, ma adoravo ascoltare i racconti degli altri, che avevano vissuto avventure incredibili anche prima dell'incontro con Peter. Anche quello era stato divertente per alcuni, traumatico per altri, ma in ogni caso era fantastico ascoltarne le storie.

Di giorno c'era chi nuotava nella baia, chi imparava a volare, chi correva nel bosco. Per certi versi eravamo tornati tutti bambini, sebbene per altri non lo fossimo più: insieme a Emma, Cassidy, Jack e Alexander erano arrivati anche Pierre, Sebastian e Kate, che a quanto pare era stata una delle prime a conoscere Peter fuori dall'orfanotrofio, anche se lui non le aveva detto subito il suo segreto.

Loro due godevano di un'amicizia tutta loro, in cui lui scherzava con lei e lei rideva delle sue battute, si spingevano a vicenda giù dalla scogliera e si rincorrevano nella foresta. Cercavo di ripetermi il più possibile di non essere gelosa, ma sapevo di esserlo, e nonostante questo … Cosa potevo dirgli? Io e Peter non eravamo fidanzati e io non gli avevo mai chiesto più di quello che avevamo. Eravamo amici; la presenza di tutte quelle persone sull'Isola dimostrava che lui non aveva fatto nulla di particolare per me portandomi con lui. Gelosa o no, non potevo lamentarmi e in ogni caso il mio orgoglio non me l'avrebbe permesso.

Questo non significava tuttavia che non ci stessi male, perciò continuavo a girovagare per l'Isola più lontano che potevo da loro due e ad ignorare Peter e Kate per quanto fosse possibile. Nonostante i miei sforzi immani per non far trasparire nulla, Peter se ne accorse -vivevamo pur sempre insieme- e parve esserne divertito. In certi momenti accentuava addirittura la cosa o mi punzecchiava e io mi arrovellavo continuamente per capire cosa significasse questo suo atteggiamento; voleva dirmi qualcosa, forse? Non gliene importava? Gliene importava? Non mi ero mai sforzata tanto di capire i pensieri di qualcuno, nemmeno quando mio padre era allegro a tavola e questo portava sempre cattive notizie per me.

A causa delle tante persone presenti, io e Peter finivamo sempre per dormire vicini e la cosa era praticamente insopportabile oltre che imbarazzante, perciò vagavo quasi sempre in giro per l'Isola anche di notte, addormentandomi poi sul ramo di un albero o sulla scogliera. Avevo sempre saputo che Peter mi piaceva, certo, ma non avevo mai pensato che avrei dovuto affrontare la cosa prima o poi o che ne sarei stata gelosa.

Non era giusto. E poi, come diavolo facevo ad ammetterlo? Non potevo. Era impossibile, assolutamente no, mi diventavano rosse le orecchie al solo pensiero. Mi avrebbe presa in giro per chissà quanto tempo e poi avrebbe pensato che io volevo stare con lui … E sì, in effetti lo volevo, ma non ne ero sicura. Non mi ero mai sentita tanto confusa in vita mia, non riuscivo a ragionare. Da cosa si capiva di amare una persona? Nessuno a casa me l'aveva spiegato. L'amore era un optional, visto che in genere i matrimoni erano combinati … Se poi ci si amava anche, oltre a sistemare la questione economica, era sicuramente meglio. Non avevo mai visto nessuno scegliere qualcuno perché lo amava.

In classe con me c'era stato qualcuno che sosteneva di essere innamorato di me, ma non mi ero mai posta il problema di quello che provava … Avevo solo tentato di evitarne i monologhi appassionati il più possibile. E no, non volevo fare un monologo appassionato a Peter.

Mentre la mia mente si contorceva duramente per arrivare alla soluzione del dilemma, conobbi meglio tutti gli altri e scoprii una certa affinità con Pierre e Cassidy; Pierre era un marinaio di grado piuttosto alto e aveva una ventina d'anni, forse di più, mentre Cassidy era una sorta di pianista nomade. Viaggiava, fermandosi di tanto in tanto in giro per locande e osterie a suonare e si guadagnava così da vivere; la ammiravo molto per essere riuscita a trovare una sorta di libertà anche nel nostro mondo nonostante la giovane età. Aveva infatti i miei stessi anni o forse di meno.

Lei aveva conosciuto Peter su un ponte, di notte. Era inciampata e lui l'aveva aiutata, da lì avevano iniziato a parlare e lui aveva deciso di seguirla per un po' in giro per la città e di andare a sentirla suonare. Pierre l'aveva invece conosciuto al porto.

In pochi giorni io, lui e Cassidy passammo più tempo insieme di quanto non ne passassi io con i miei fratelli e, anche se avevano intuito la mia situazione con Peter, ebbero la delicatezza di non parlarne mai.

Mi chiesero di raccontare la mia storia, perciò raccontai loro del mio primo viaggio all'Isola e di come ero arrivata lì anche questa volta. Si dimostrarono entrambi sorpresi a sentire tutte quelle vicende assurde e mi sommersero con un fiume di domande: davvero lì c'erano dei bambini? Dov'erano in quel momento? Ero felice di aver ritrovato Peter? Davvero mi ero dimenticata di lui? Com'era possibile?

Risposi a tutto quel che sapevo rispondere con tutto quello che ricordavo e man mano che parlavamo rimasi sorpresa di quanto mi sentissi … Felice. Per la prima volta da quando ero arrivata sull'Isola mi accorsi del vuoto che si era formato dentro di me e che, malgrado tutto, quel vuoto era una certa solitudine.

I miei giorni lì erano fantastici e meravigliosi, ero libera e mi divertivo ma dopotutto c'eravamo solo io e Peter, e avevo dimenticato come fosse una conversazione con altre persone, conoscerle e lasciarsi conoscere. Era una sensazione piacevole che per un po' mi indusse a chiedermi come sarebbe stato se fossi tornata sulla Terra. Non dai miei genitori, era chiaro, ma solo … Da quelle parti. Magari avrei potuto andare in giro con Cassidy, o navigare con Pierre e forse anche Peter sarebbe venuto con noi, sperando che non lo facesse anche Kate.

Dopo una settimana della loro permanenza, considerai seriamente l'idea di tornare a Londra.

Spazio autrice: cari lettori, mi scuso per la brevità di questo capitolo, ma l'ho scritto piuttosto in fretta e programmo in ogni caso di scrivere qualcosa di meglio nel capitolo successivo. Purtroppo devo anticiparvi che non lo pubblicherò a breve: domani la scuola inizierà anche per me, perciò dubito seriamente che avrò tempo di aggiornare. Questo sarà il mio ultimo capitolo per un po' di tempo, vi prego di avere pazienza e ringrazio tutti quelli che mi hanno lasciato qualche recensione; le leggerò e risponderò volentieri anche se non riuscirò ad aggiornare la storia :)
Nel frattempo, inizio il conto alla rovescia alle prossime vacanze, che spero arrivino veloci, e spero di arrivarci tutta intera.
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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