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Autore: KayS    30/10/2016    0 recensioni
Daisy è elegante, di intelligenza sottile, voluttuosa e mondana, coglie le glorie ed i piaceri della vita agilmente, con le sue mani brune e ingioiellate mentre la bellezza le divora il cuore, instancabilmente esigente, di una consistenza ineffabile. Brillante, desiderabile e fredda come l'oro.
Genere: Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Dall'alto della mia sedia di broccato bianco avvertivo il buio della cameretta pregnarsi d'attesa.
Nel mio stomaco si agitavano le aspettative, sottili e infide, i timori, dolci.
Le pareti della stanzetta sembravano allungarsi verso la luna e sprofondare nel pavimento, mentre il ronzio delle luci del corridoio amplificava il momento intermedio.
Dilatazione dell'attimo.
Bevevo, fantastica, dalle labbra del Tempo Minuzioso, mentre un abito, soavemente, incorniciava la mia voluttà; il velluto nero non era mai stato così splendente.

La mantellina di persiano mi scaldava la carne delicata, le scarpette scandivano i passi, misurati e sostenuti.
Scorsi il candido ermellino di Marie dal giardino d'ingresso: i capelli liscissimi rilucevano per il riflesso del suo collier di diamanti. 
Gettava la testa indietro, mentre la risata le fluiva cristallina dalla gola, immergendo così parte del volto nella luce oscillante delle lanterne. 
Il petto, costellato di brillanti, sussultava sensibile ai suoi cinguettii.
Appoggiata al suo dorso, incurvato con civetteria, stava Elena.
Sollevando la piccola manina bianca in un gesto affettuoso privo di alcuna malizia, sulle sue labbra sporgenti espresse graziosamente un placido sorriso.
Con il piccolo palmo albino cinse il polso femmineo di Laurence, a cui i capelli piovevano sulla fronte madida come filigrane d'oro; sulle cui guance la vergogna soffiava un caldo rossore.
Rimase con le labbra protese in silenzio. Un pallore diafano gli tingeva la fronte e dilagando anche il collo slanciato.
Le labbra già avevano iniziato a fremere sotto il respiro erompente quando alle sue spalle apparve Flaubert.
Fece scivolare la sua mano da signore sulla piccola nuca aristocratica di Laurence, imprimendo sulla chioma ondulata una carezza quasi paterna.
Avanzava con il suo passo distinto mantenendo lo sguardo concentrato su di me. 
Quando mi fu di fronte, arricciò le labbra in un sorriso:
"Daisy cara, è un piacere per me rivederti, sei venuta a sorvegliare i tuoi amanti?" Esordì, accompagnando le parole scorrendo i volti maschili più familiari con il palmo rivolto verso l'alto.
"Permettimi di avvicinarmi alla tua anima, condividiamo l'amarezza di un sentimento impuro."
Gli dissi scrutandogli il viso.

Le pupille rilucevano nere d'orgoglio, il taglio affilato dei suoi occhi rivelava la stravaganza della sua anima, la singolarità dei pensieri. 

Calò il viso verso il mio con un gesto morbido, mentre le ombre disegnavano il profilo delle sopracciglia sulla fronte bruna e vasta.
"Quale onore Daisy."


Mi fermai davanti alla vetrata dipinta della villetta di Julie prima di tornare a casa.
Da sotto il portone barocco un fascio di luce obliqua tagliò il buio quando scricchiolando fu aperto da una domestica. 
Le consegnai dal pugno ancora tenuto chiuso con vigore la cravatta di seta nera in cui Flaubert aveva ripiegato un filo di perle.
La donna osservò attentamente e circospetta il dono innocente; stava allungando il braccio per recuperarla quando la interruppe un bisbiglio impercettibile.
"Sai che non si regalano perle? Si dice portino lacrime."
Gli occhi scuri di Julie rimandarono un bagliore malinconico. 
Le sue mani ingioiellate raccolsero il dono, giocarono con il fermaglio d'oro bianco.
"Sei stata al club? Volevo venirci, ma Francois mi indispone e Andrew mi ha riferito che avrebbe accompagnato lui, Laurence e le signore questa sera."
Fingendo inefficacemente indifferenza inclinò il capo esile verso una spalla. 
Qualche ciocca di capelli le scivolò sul profilo appuntito del naso.
Un sorriso malinconico le disegnò una curva sulle labbra carnose mentre sistemava i capelli in un fermaglio di agata
"Ti sbagli, ha accompagnato Flaubert."
Il sorriso svanì all'istante dal suo tenero viso ovale.
"Ho riconosciuto la cravatta, porta le sue iniziali all'estremità finale, nascoste qui... Guarda."
Teneramente, con l'unghia curata, dipinta di rosso, tracciò il profilo di quelle lettere ricamate con filo d'oro in una posizione nascosta.
Il suo gesto modesto ricordava il modo in cui un amante pettina con le dita le ciocche dell'amato.
"Vorrei chiederti d'entrare Daisy, di sederti a bere un po' di vino con me. Non voglio parlare di me, non temere, ma se posso ascoltare qualcosa di tuo che ha il potere di ravvivare sotto alle foglie del mio spento autunno una primavera... Qualcosa che possa accendere in me una speranza... Daisy perfavore" chiese portandosi le mie mani al petto "perfavore Daisy..." 
Con il respiro infranto non concluse mai la frase, ma mi condusse dentro.
  
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