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Autore: Signorina Granger    01/11/2016    9 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
Agli occhi di molti la Cimmeria Academy è solo l'ennesima scuola privata, con le sue divise perfette e i suoi brillanti e ricchi studenti. La scuola ospita i figli delle più influenti e importanti famiglie di tutto il mondo, i ragazzi più promettenti e destinati a ricoprire ruoli di spicco nella società, come i loro genitori.
Ma mai giudicare un libro dalla copertina: la Cimmeria è molto di più e nasconde dei segreti, come alcuni suoi studenti già sanno... e presto anche altri se ne renderanno conto.
Genere: Romantico, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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- Questa storia fa parte della serie 'Night School '
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Capitolo 2: Banchetto di inizio anno 

 

 

“Hai finito di guardarti intorno? Ti verrà il torcicollo…”    Jackson inarcò un sopracciglio, osservando il suo migliore amico con cipiglio più che scettico: Alastair era seduto di fronte a lui ad uno dei numerosi tavoli rettangolari che occupavano la Sala da Pranzo, illuminata dalle centinaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sopra le loro teste. Il ragazzo non la smetteva un attimo di lanciare occhiate impazienti verso la porta a doppio battente della stanza, spalancata per far entrare gli studenti: non era certo un mistero chi stesse aspettando, ma il gesto bastava comunque a fargli venire una specie di mal di mare.

 

Il ragazzo si voltò verso l’amico, stringendosi nelle spalle:

 

“Poco male, non sarebbe la prima volta… spero solo che arrivi in tempo, altrimenti una certa persona non esiterà ad appiopparle una bella punizione.”

 

“Già, e tu dovrai andare a salvare Jefferson dalla lingua biforcuta della tua dolce migliore amica… ah, eccola lì. Punizione scampata direi, per questa volta.”   Jackson accennò all’ingresso della sala con il capo, facendo voltare Alastair in quella direzione per l’ennesima volta da quando avevano preso posto, occupando il loro solito tavolo.

 

Un sorriso comparve sul volto di Alastair alla velocità che solo la presenza di Isabelle Van Acker poteva comportare, rivolgendo un cenno alla ragazza affinché li raggiungesse.

Gli occhi verdi di Isabelle si soffermarono subito nella loro direzione, avvicinandosi quasi a passo di marcia mentre scoccava un’occhiata soddisfatta in direzione del tavolo degli insegnanti, come a voler rinfacciare al suo professore prediletto di non avergli dato modo di metterla in punizione.

 

“Eccoti qua… credo che tu abbia scampato l’ira del barbagianni per soli tre minuti… ottimo tempismo.”

 

“Mi sono intrattenuta a salutare Jude, ma per fortuna ho fatto in tempo… Ciao Wilkes.”

 

“Sera Isabelle… ti sono mancato? Sai, stavo giusto pensando che forse il motivo per cui ogni anno sei felice di tornare a scuola è che non vedi l’ora di rivedermi.”

 

“Naturale Wilkes, è esattamente per questo che amo tornare qui… Come hai fatto a non rendertene conto prima?”

 

Isabelle sfoggiò un sorrisetto ironico mentre prendeva posto accanto ad Alastair, guadagnandosi un sorriso da parte di Jackson:

 

“Ne ho sempre avuto il sospetto, ovviamente.”

 

Jackson le sorrise amabilmente, facendole rotare gli occhi mentre invece Alastair scoccava un’occhiataccia in direzione dell’amico, intimandogli silenziosamente di smetterla di fare il cretino.

“Jax, so quanto ami essere al centro delle conversazioni, ma se permetti cambio argomento… Dimmi un po’ Izzy, quando dici – salutare Jude – intendi che gli hai di nuovo canticchiato la canzone dei Beatles?”

 

Alastair rivolse alla ragazza un’occhiata eloquente, guardandola sfoggiare un sorriso innocente che non lasciava alcun dubbio. Il ragazzo sbuffò appena, a metà tra il divertito e l’esasperato mentre Jackson inarcava un sopracciglio, osservando la ragazza con aria accigliata:

 

“Hai una concezione del divertimento molto strana, Isabelle Van Acker.”

 

“Detto da te, Jackson Wilkes, lo prendo un po’ come un complimento…”

 

 

                                                                                 *

 

Adrianus fece correre lo sguardo sui tavoli affollati della Sala da Pranzo, valutando sul posto dove sedersi… era consapevole che molte ragazzine più piccole lo stessero osservando, ma ormai ci era praticamente abituato e non ci fece molto caso, sorridendo invece e puntando in direzione di due facce decisamente note:  Francisca e Alexandrine non si accorsero subito che il ragazzo si stava avvicinando a loro visto che erano intente a chiacchierare, ma poi la rossa alzò appena lo sguardo, puntando gli verdi dritti su di lei e rivolgendogli un sorriso allegro.

 

In effetti da quella angolazione Adrianus non si accorse che Alexandrine aveva assestato un bel calcio all’amica sotto al tavolo, facendola quasi sobbalzare oltre ad imprecare sottovoce, proprio mentre il ragazzo le raggiungeva sorridendo:

 

“Buonasera ragazze… come state?”

 

“Ciao Steb… molto bene, grazie. Ti siedi con noi?”  Sentendo la voce familiare del ragazzo Francisca si voltò di scatto, rivolgendogli un gran sorriso mentre lui annuiva, prendendo posto accanto a lei.

La castana rivolse un’occhiata omicida in direzione di Alexa, che sorrise innocentemente e chiedendole silenziosamente scusa per il calcio mentre Adrianus parlava:

 

“Vedo che avete imparato la lezione… niente punizione, quest’anno.”

 

“Nossignore, non daremo soddisfazione al barbagianni!”

 

Francisca assunse un’espressione risoluta, come se credesse fermamente in quello che diceva prima che Adrianus si lanciasse un’occhiata fugace alle spalle, parlando a bassa voce:

 

“Ti sta fissando, credo abbia sentito…”

 

“CHE?”   Frankie sgranò gli occhi con aria allarmata prima di voltarsi quasi di scatto, facendo ridacchiare l’amico mentre invece Alexandrine sorrideva appena, alzando gli occhi al cielo:

 

“Rilassati Frankie, Steb ti sta prendendo in giro.”

 

“Dannato… cretino! Mi hai fatto prendere un infarto.”   Frankie sbuffò, guardando male il ragazzo e assestandogli una pacca sulla spalla, cercando di sembrare offesa anche se come al solito le risate di Adrianus glielo resero impossibile, sciogliendo inesorabilmente le sue labbra in un sorriso:

 

“Sei veramente un idiota, Adrianus.”

 

“Sempre in vena di complimenti, Frankie… Tranquilla, lo so che provi moltissimo affetto nei miei confronti.”        Adrianus sfoggiò un gran sorriso, strizzando l’occhio alla ragazza mentre la Sala si affollava rapidamente e i tavoli venivano occupati.

 

“Io non ne sarei tanto sicura, simpaticone… Piuttosto, come mai stasera sei qui con noi e non al tavolo dei Vip?”

 

Francisca inarcò un sopracciglio, sfoggiando un sorrisetto leggermente scettico che fece sbuffare debolmente Adrianus:

 

“Ve l’ho già detto molte volte ragazze, non fermatevi alle apparenze. Alastair non è arrogante, è solo piuttosto riservato e non gli piace avere molti amici… Quanto a Jackson beh, Jax è Jax. E poi sapete cosa penso, a me piace stare un po’ con tutti… perché soffermarsi sempre sulle stesse due, tre persone?”

 

“Beh, contento tu… Non capisco proprio come fai ad essere amico loro, ma tralasciamo… piuttosto, sapete qualcosa dei compagni nuovi? Sono piuttosto curiosa a riguardo.”    Alexandrine sfoggiò un sorriso, muovendosi sulla sedia con impazienza: se da un alto la prospettiva di riprendere le lezioni non la entusiasmava, dall’altro non vedeva l’ora di conoscere qualche compagno nuovo.

 

“Non ne so nulla, temo… ma stando a quanto ha detto Alastair, avremmo un paio di facce nuove in classe, quest’anno.”

 

“In tal caso speriamo che Shafiq abbia ragione, anche se non brilla per simpatia ai miei occhi…” 

 

Frankie sorrise, prendendo il calice di cristallo pieno di succo di zucca fino a metà e sollevandolo leggermente, quasi a voler brindare all’ultimo anno scolastico imminente:

 

“Sperando di avere davanti un anno per niente noioso… cin-cin!”

 

Adrianus e Alexandrine si aggregarono al brindisi e Frankie sorrise mentre i tre calici tintinnavano alla luce delle candele, non potendo prevedere che quell’innocente, spontanea speranza avrebbe avuto fondo in un modo che nessuno di loro avrebbe mai potuto immaginare.

 

                                                                                         *

 

 

“Aspettate… ha detto Selwyn?”

 

“Selwyn-Holt.”        Isabelle corresse Alastair quasi d’istinto, osservando attentamente la ragazza dagli eccentrici capelli a caschetto che era stata appena presentata dal Preside Hamilton.

 

“Hai capito quello che intendo… Phoebe non ci aveva detto di avere una cugina che avrebbe studiato qui!”      Alastair inarcò un sopracciglio, osservando Camila a sua volta mentre invece Jackson restava in silenzio, chiedendosi se l’assenza di Phoebe non avesse a che fare con quella ragazza che aveva il suo stesso cognome, o quasi.

 

“Questo perché Phoebe non ha cugine.”   Isabelle scrutò Camila per un istante prima di alzarsi in piedi, mandando momentaneamente a quel paese le buone maniere e avviandosi a passo deciso verso le porte della Sala da Pranzo: Phoebe non si era presentata a cena e non si era quasi fatta sentire per tutto l’ultimo periodo… si era già chiesta se ci fosse qualcosa che non andava, e quell’inaspettata coincidenza sul cognome di quella ragazza la convinceva ben poco.

 

“Non ha cugine? E allora quella chi diamine è? Forse una sua lontana parente…”    Alastair si accigliò, voltandosi verso Jackson come a voler sentire la sua opinione a riguardo… ma l’amico rimase in silenzio, osservando Camila guardarsi intorno con genuina e sincera curiosità, scrutando con i grandi occhi truccatissimi i volti dei suoi nuovi compagni di scuola.

 

“Si, forse… ma qualcosa mi dice che le cose non stanno così. E stando a come ha reagito Isabelle, credo di non essere l’unico.”

 

                                                                         *

 

“Mi sento orribilmente osservato…”

 

“Di che ti stupisci, siamo “quelli nuovi” … ovvero, uno dei maggiori argomenti di conversazione, almeno per questa sera.”

 

Mathieu si strinse nelle spalle con noncuranza, mentre invece Etienne sospirò, guardandosi intorno e invidiando l’amico più che mai: non gli sarebbe dispiaciuto essere in grado si stare così tranquillo… In effetti Mathieu sembrava molto rilassato mentre si gustava la cena, a sua detta ottima nonostante “quello strano piatto di pasta che aveva avuto la sfortuna di assaggiare”.

 

“Rilassati ET, non siamo fenomeni da baraccone… dopodomani nessuno parlerà più di noi, è la norma.”

 

Mathieu guardò l’amico annuire, sperando di essere riuscito a convincerlo: sapeva che non era molto tranquillo riguardo al suo trasferimento alla Cimmeria… non tanto perché non fosse in grado di fare amicizia con il prossimo, quando più perché temeva di dover rispondere a domande scomode, come quelle inerente alla sua espulsione e alla sua presenza lì.

 

“Spero che tu abbia ragione Mat… Beauxbatons mi mancherà, ma tanto vale adattarsi.”

 

“Il Consiglio ti ha espulso, quindi non credo che quella scuola meriti troppi rimpianti da parte tua… E poi tuo fratello dice che questa scuola è fantastica, di che ti preoccupi?”

 

Mathieu sfoggiò un sorriso che Etienne finalmente ricambiò, riprendendo a mangiare mentre intorno a loro tutti li imitavano, chiacchierando.

 

“Che ne pensi della ragazza, comunque? Quella che è arrivata oggi, come noi.”

 

“Camila? A primo impatto mi sembra… un tipo. Insomma, basta guardarne l’aspetto…”

 

“Non è l’abito a fare il monaco, Mat…”

 

“Forse, ma non dimenticare che l’abbigliamento, i capelli e il trucco per quanto riguarda le mademoiselles sono manifestazioni del proprio essere… Pertanto credo che nostra nuova compagna americana, o come qui li chiamano, yankee, sia proprio un bel tipo. Ma immagino che avremmo presto modo di vedere chi di noi ha ragione.”

 

Mathieu sorrise mentre prendeva il suo calice per bere un sorso d’acqua, facendo roteare istintivamente lo sguardo all’amico:

 

“Come vuoi… ma non bisogna sempre prendere tutto come una sfida!”

 

“Che ci vuoi fare, avere ragione non mi dispiace. Piuttosto, mi passi quel vassoio con la torta di mele? Ho urgente bisogno di zuccheri in previsione dell’inizio delle lezioni…”

 

                                                                                   *

 

“Perché non me l’hai detto?”

 

“Ciao Isabelle… mi chiedevo quanto ci avresti messo.”   Phoebe sfoggiò un sorriso ironico, senza nemmeno alzarsi in piedi per guardare l’amica in faccia: rimase stesa sul letto, osservando il soffitto con la divisa addosso.

 

Le parve come di sentire Isabelle sospirare prima che la porta della camera si chiudesse, facendo calare nuovamente il buio nella stanza anche se per poco, visto che Isabella accese un paio di candele con un colpo di bacchetta.

 

“Phoebe, dico davvero… Lo sapevi?”

 

“Certo che lo sapevo Izzy, altrimenti sarei scesa per cena, non credi? Allora, dimmi… com’è la mia sorellina, simpatica?”

 

Phoebe sorrise, tirandosi a sedere e incrociando finalmente lo sguardo dell’amica, che era in piedi accanto al suo letto e la osservava attentamente quasi con aria preoccupata… Si sentiva quasi onorata, era raro vedere Isabelle Van Acker agitata e perdere la sua posa composta e impassibile.

 

“Ok, senti… Perché non mi racconti per bene cosa sta succedendo?”

 

“Non vuoi cenare?”

 

"No, non ho fame… e finché possiamo parlare, meglio approfittarne. Sul serio Bibi, se non ne parli con me cin chi dovresti farlo?”

 

Isabelle sedette sul letto accanto a lei e l’amica la osservò, rilassandosi leggermente sentendosi chiamare con il suo infantile soprannome… guardando Isabelle si trattenne dal farle notare che nemmeno lei era completamente incera, che c’era sempre qualcosa che le divideva… Ma non le andava proprio di discutere e si limitò a sorridere, stringendosi nelle spalle:

 

“Che vuoi cheti dica, Izzy… è andata così, sembra che quest’anno ci saranno due Selwyn alla Cimmeria… E anche se non la conosco, sono sicura che Camila si guadagnerà l’affetto e la stima di molti.”

 

Il tono della ragazza era fermo, ma con una punta di amarezza che non sfuggì alle orecchie di Isabelle, che dopo aver esitato per un attimo allungò una mano per metterla su quella dell’amica:

 

“Non lo so, Bibi… ma comunque vadano le cose io sarò sempre con te. Anche se Camila dovesse essere una sottospecie di adorabile angelo, o in caso contrario l’incarnazione della Regina cattiva di Biancaneve.”

 

“Non so di chi parli, ma ti prendo in parola… grazie Belle. Come mai tutte queste dolci parole, stasera? In genere sei pressoché un blocco di ghiaccio.”

 

“Quando serve mi sciolgo, Phoebe… ormai dovresti saperlo.”

 

                                                                                      *

 

Jude si lasciò cadere sul letto, sollevato che quella serata fosse finalmente finita: non andava matto per il Banchetto di inizio anno, quando Hamilton si dilungava in infiniti discorsi e venivano presentati i nuovi studenti… Provava quasi un pizzico di emopatia per loro, visto che solo un paio d’anni prima era stato al loro posto.

 

La mano di Jude andò ai suoi capelli neri, scostandoli dal volto come faceva praticamente solo quando era da solo: il ciuffo di capelli neri gli copriva quasi sempre parte del volto, nonché l’occhio destro che scaturiva reazioni perplesse in tutti quello che lo vedevano: era chiarissimo e quasi opaco… sembrava fosse cieco, ma in realtà Jude ci vedeva benissimo da entrambi gli occhi.

 

Un debole sorrisetto comparve sul volto affilato del ragazzo mentre si sfiorava i capelli neri con la mano, chiedendosi se non fosse il caso di tingerli di verde acido, come spesso faceva quando era as scuola… suo padre avrebbe di certo storto il naso vedendolo e anche i professori non ne erano mai troppo contenti, ma lui lo trovava divertente.

 

Già, i suoi adorati professori… la faccia di Jefferson era stata molto eloquente quando aveva messo piede in Sala da Pranzo, fulminandolo a dir poco con lo sguardo e di certo rammaricandosi di non poterlo mettere in punizione: nonostante avesse incrociato Isabelle sulle scale, era comunque arrivato prima delle 19.30… anzi, forse avrebbe dovuto ringraziarla per avergli suggerito di muoversi, ma difficilmente l’avrebbe fatto e lo sapevano entrambi.

Il ragazzo sbuffò debolmente filandosi le scarpe con un calcio e facendole volare attraverso la stanza, evitando come al solito di curarsene prima di rigirarsi nel letto, mettendosi su un fianco per poter guardare fuori dalla finestra.

 

Non avevano ancora ricevuto alcuna istruzione, non quella sera… ma probabilmente già dal giorno dopo le cose sarebbero andate diversamente.

Nel buio della stanza Jude sorrise con aria quasi soddisfatta, sicuro che quell’anno sarebbe stato a dir poco memorabile… Di certo, più entusiasmante rispetto a quello precedente, visto che la sua posizione all’interno della Night School era mutata.

 

                                                                                  *

 

“Nemmeno a te hanno fatto sapere nulla?”

 

“No, niente… potrei chiedere ad Isabelle, ma dubito che per lei sia andata diversamente.”

 

Alastair si fermò nel corridoio buio, davanti alla porta dipinta di bianco della sua camera. Jackson si voltò verso di lui, annuendo mentre infilava le mani nelle tasche dei pantaloni blu:

 

“Lascia stare, al limite ne parleremo domattina… E poi non dovresti andare da lei adesso, c’è il coprifuoco… Cosa direbbe tuo padre se sapesse che non tieni conto delle regole, Shafiq?”

“Dubito che gli importi quello che faccio, se si tratta di infrangere banali regole… almeno non finché non faccio niente di grave da essere degno dell’attenzione del Consiglio. Ma non fingere di non sapere come arrivo al Dormitorio delle ragazze Jax, sai che la falsa ignoranza non mi piace.”

 

Alastair rivolse all’amico un’occhiata scettica mentre apriva la porta della sua camera, facendo ridacchiare Jackson che gli fece l’occhiolino prima di girare sui tacchi e allontanarsi nel corridoio:

 

“Lo so, non preoccuparti… buonanotte Shafiq, sogni d’oro.”

 

                                                                                *

 

Camila, seduta a gambe incrociate sul suo nuovo letto, stava leggendo il fascicolo che le avevano lasciato sopra al comodino… Non aveva degnato di troppa attenzione l’orario, soffermandosi invece sul regolamento della Cimmeria Academy: si era aspettata il solito, banale regolamento scolastico… e invece si era trovata stupita di ciò che leggeva, realizzando che quella scuola aveva regole alquanto originali.

 

E così c’era una sottospecie di società segreta, alla Cimmeria… tutti sapevano che c’era, ma nessuno era a conoscenza dei suoi membri, almeno non con certezza.

 

Quasi senza rendersene conto Camila sorrise: forse il suo ultimo anno di scuola non sarebbe stato molto noioso, infondo…

Chissà se Phoebe, sua sorella, faceva parte di quel gruppo…  

Se era così, dubitava fortemente che le avrebbero permesso di entraci: aveva come la sensazione che sua sorella non avesse preso benissimo il fatto che avrebbero dovuto condividere lo stesso tetto… di certo non moriva dalla voglia di averla tra i piedi anche durante quegli incontri, di qualunque cosa si trattasse.

 

La ragazza si lasciò cadere sul letto, sbuffando e puntando lo sguardo sul soffitto: dicevano che quella scuola era piuttosto tosta, sul fronte lezioni e compiti… probabilmente Ilvermorny le sarebbe mancata, insieme al clima molto diverso da quello umido dell’Inghilterra.

 

Camila lasciò il regolamento della scuola sul comodino, chiedendosi come sarebbe andato il primo giorno di lezioni… era un po’ nervosa in effetti, ma sperava di non combinare pasticci e che tutto andasse per il meglio.

 

Chissà come sarebbe stato l’approccio con la sua sorellastra, che era praticamente un’estranea ai suoi occhi… qualcosa le diceva che erano molto diverse e che non sarebbe stato facile relazionarsi a Phoebe, ma almeno ci avrebbe provato. In un modo o nell’altro erano comunque sorelle… non le sembrava corretto ignorare il legame di sangue che le legava, anche se probabilmente Phoebe non era dello stesso avviso.

 

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Angolo Autrice:

Buonasera a tutti! Per prima cosa, spero davvero che stiate tutti bene e che il terremoto non abbia danneggiato nessuno di voi... so che se anche fosse leggerete queste righe solo prossimamente, ma più di questo non posso fare. In particolare, un bacio ad Hadley, sperando che tu stia bene e che tutto si risolva il più presto possibile. 

Detto ciò, chiedo scusa per il ritardo ma ho avuto qualche giorno di ispirazione veramente scarsa... ma alla fine eccomi, e spero che anche se non molto lungo questo capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia offerto una visuale leggermente più "larga" dei personaggi... Ovviamente è ancora presto, avrete modo per conoscerli per bene. 

Questa volta non ho particolari domande per voi, ma tenevo a dirvi che se volete, potete farmi delle richieste per quanto riguardare le amicizie o anche per le coppie... sia chiaro che non è detto che io esaudisca le vostre richieste, specialmente nel secondo caso. (Donde evitare malintesi, sottolineo già qui che Alexandrine è lesbica) 

Non mi sembra di avere altro da dirvi, quindi vi auguro una buona serata... e una buona visione de "I Medici", per chi come me lo guarda XD 

Signorina Granger

 

   
 
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