Film > Le 5 Leggende
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Autore: Roiben    13/11/2016    2 recensioni
Ancora poco, solo qualche metro, e infine sarà libero.
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«Tu chi sei?»
«Boogeyman, e tu?»
«Katherine»
Genere: Angst, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Emily Jane Pitchiner, Kozmotis 'Pitch' Pitchiner, Nuovo personaggio, Pitch
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'La Strada Verso Casa'
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capitolo 4 – Rivelazioni




È appena riuscito a rimettersi seduto contro l'albero, una piccola vittoria personale, quando qualcosa di soffice avvolge il suo collo magro. Si osserva un momento e non può fare a meno di spalancare la bocca, nonostante lo abbia sempre ritenuto un comportamento poco elegante. C'è una sciarpa di lana rossa, proprio lì, che penzola sul suo petto nero, e ha un profumo dolce, di caramelle.


Quando volta prudentemente il capo, si ritrova faccia a faccia con il volto paffuto di Katherine che, nel frattempo, è tornata a sorridergli. A lui: a Pitch Black. E gli ha messo la sua sciarpa al collo; una sciarpa rossa! “Me misero” sospira dentro di sé.


«Così non hai più freddo» fa notare Katherine, con un'allegria a suo parere eccessiva.


«Mh» biascica lui, ben poco convinto della validità di quella pensata.


«E ti sta bene, sai! Sei tutto così nero» rincara lei.


«Ma non mi dire» replica lui con sarcasmo. «E non ti sei, per caso, chiesta come mai?».


Le ciglia nere sfarfallano veloci sui sorpresi occhi verdi.


«Beh... No, magari a te piace» ipotizza. «A me piace il rosso e il verde!» esclama eccitata.


Pitch sbuffa esausto. Fare conversazione con gli umani è normalmente tedioso, ma fare conversazione con i bambini è una vera tortura psicologica, altro che Incubi.


«Non dovresti fare ritorno a casa?» tenta speranzoso. «Tua madre potrebbe essere in pensiero».


Per qualche motivo, a quelle parole Katherine reagisce incupendosi e scostandosi di un passo. Lui ha l'impressione di scorgere qualcosa di strano nei suoi occhi, ma passa veloce e non è in grado di identificarlo, per lo meno fino a quando non è la stessa Katherine a fornirgli un indizio utile.


«La mia mamma non si preoccupa. È morta due anni fa».


Poi torna in silenzio e si perde a osservare gli alberi più fitti all'interno della foresta, magari con la speranza di vedere qualche scoiattolo: Katherine va pazza per gli scoiattoli!


Pitch è indeciso su come comportarsi. Di certo la tristezza non è un sentimento utile ai suoi scopi, quindi ritiene sia perfettamente inutile provare ad alimentarla. D'altra parte, potrebbe rappresentare la sua unica possibilità di levarsi dai piedi quella piccola scocciatrice e le sue sciarpe dai colori improponibili (anche se, lo deve ammettere, è piacevolmente calda contro la sua pelle).


«Senti, Boogeyman...» torna disgraziatamente alla carica Katherine.


«Pitch» la corregge lui.


«Cosa?».


«Pitch. È il mio nome: Pitch Black. Se proprio devi chiamarmi, fallo come si deve e usa il mio nome».


«Ma...» ribatte lei «avevi detto che ti chiamavi Boogeyman!» protesta oltraggiata.


Sembra perfino sconvolta dalla notizia. Pitch, per la prima volta da molto tempo, ghigna divertito.


«No, è inesatto. Tu mi hai chiesto chi sono e io ti ho risposto. Se tu mi avessi chiesto come mi chiamo, ti avrei detto il mio nome».


Adora giocare con i bambini, oh sì! A modo suo, ovviamente.


Katherine gonfia le guance, indispettita, con l'intensa sensazione che lui la stia prendendo in giro.


«Io ti ho detto il mio nome!» precisa piccata.


«Ma io non te l'ho chiesto» ribatte lui, mentre il ghigno si allarga.


«Tu... Oh, tu! Sei cattivo!» sbotta Katherine, con un bruciante senso di tradimento in fondo al cuore.


Pitch assottiglia gli occhi. «Sì, è ciò che sono. E non serve affatto che sia tu a dirmelo. Ma grazie comunque per averlo finalmente notato» sibila.


A quel punto dovrebbe essere sollevato perché, alla buon'ora, la peste ha compreso con chi ha a che fare. Perché, allora, si sente invece pervaso da un senso di inadeguatezza? Perché ha quasi l'impressione di provare tristezza?


Frustrato e confuso più che mai, dà un piccolo calcio al terreno congelato. Poco dopo è però costretto a irrigidirsi. Se ciò fosse possibile, direbbe di essere rimasto senza fiato, ma gli spiriti non hanno nessun bisogno d'aria, giusto? Katherine lo sta abbracciando (perché sì, il suo piccolo volto affondato nelle vesti nere e le sue corte braccia che tentano invano di contenerlo tutto sono esattamente ciò che sembrano), e non ci sono state spiacevoli conseguenze questa volta, e il suo corpo è così caldo e in qualche modo confortante... Che cosa?!


«No» rantola Pitch, ormai ampiamente giunto al limite, racchiudendosi il capo fra le mani. «Che cosa stai facendo? Che cosa... mi stai facendo?». La sua voce, seppur bassa, ha un tono disperato.


«Scusa. Non è vero che sei cattivo. Ero arrabbiata con te e… Non so» tituba, mentre la sua stretta si fa più decisa, nel vano tentativo di consolarlo. «Non ti volevo offendere, sai. Non è vero che sei cattivo» rimarca, nel caso il messaggio non fosse stato chiaro già la prima volta.


«Lo sono, invece. Lo sono! Lo sono sempre stato».


E vorrebbe crederci lui per primo, ma ultimamente non è più sicuro di nulla, nemmeno di sé stesso.



Quasi tutte le creature che consideriamo malvagie o cattive, sono semplicemente sole.” (Big Fish · Le storie di una vita incredibile - film)


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Non sapere nemmeno che si è malvagi: è questa la vera malvagità?” (David Foster Wallace)






  
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