Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: lapotenza    20/11/2016    1 recensioni
"Gli esorcisti sono persone possedute da Dio. Essi esistono al fine di consegnare all'Oblio le sinistre creature che emergono dalle tenebre."
D.Gray-Man ~ Prima Notte, Vol.1
Yuki Hirai. Diciotto anni. La sua espressione, un vero e proprio capolavoro di falsità.
Ingenua o furba come la più infima ed astuta delle volpi?
Passionale o gelida e pacata?
Guerriera o spettro in fuga dal passato?
Yuki é divisa in due parti perfettamente... (A)simmetriche.
Non uno, ma ben due passati alle spalle, non uno, ma nessun futuro che si profila all'orizzonte, non uno, ma ben due marchi imposti da Dio.
Un' anima infranta o un cuore d'acciaio?
Ci sono così tante alternative da scegliere... Ma nessuna persona pronta a condividerle.
Come si sopravvive al ritorno nelle fitte spire dell'Ordine?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Il treno passava veloce per il paesaggio mutevole, il vetro appannato dalle nebbie che si alzavano il volute aggraziate. 
Yuki si strinse nel cappotto e si accoccolò meglio sul sedile in pelle dello scompartimento che avevano prenotato per lei e Kanda, durante il sonno in cui era appena caduta. 
Kanda la guardò, alzando un sopracciglio in segno di disapprovazione.
Bella scusa, quella di Lvellie: "l'assistente".
Quando Komui glielo aveva detto avrebbe tanto voluto poterlo fare in due, anche in tre, ed andarsene in missione da solo, ma purtroppo non era il momento ideale per fare scenate di qualsiasi tipo. Dopo la sua fuga assieme a Johnny Gill, in cerca di Mammoletta, i sospetti su di lui erano aumentati, ed il suo silenzio sulle spoglie di Alma era una grossa aggravante. Eppure, per mantenere una parvenza di equilibrio interno, avevano acconsentito alla sua nomina a ruolo di Generale. Ma, in cambio, si doveva portare appresso quella tipa che gli sarebbe potuta tranquillamente entrare in tasca, ovunque, sempre e comunque. Non bastavano già quelle palle al piede dei Finder, anche una della Scientifica. Della Scientifica, poi! Quella tappetta, aveva detto Komui, non aveva particolari peculiarità, se non un'intelligenza innata, che aveva dimostrato in quel mese che era già passato dal suo arrivo. Anche se, e questo doveva ammetterlo, durante gli scontri con gli Akuma, non gli era mai stata d'impiccio, si muoveva sempre di modo che potesse tenerlo d'occhio ma mantenendosi fuori dalla portata degli scontri. Il modo in cui lavorava faceva sembrare che sapesse esattamente come funzionasse il fronte. 
Il treno iniziò a rallentare, Kanda si sporse verso la ragazza, punzecchiandola appena con la punta del fodero di Mugen. 
-Ehi, tappetta, siamo arrivati.- lei aprì gli occhi lentamente e lo guardò storto.
-Ho un nome.- ribatté, secca. 
-Non mi é noto.- rispose lui, alzandosi ed uscendo dallo scompartimento.
Yuki lo raggiunse solo quando furono scesi dal treno e gli rivolse uno sguardo omicida. 
Dal momento che lui era Kanda, non lo scalfì nemmeno, ma doveva ammettere che aveva proprio una grande espressività degna di classe, la ragazza. 
-Dovrebbe attenderci un Finder qui, ma...- la ragazza fece un gesto eloquente con la mano destra, ad indicare la stazione totalmente vuota. 
-Tsk.- rispose Kanda. Ma si poteva almeno definire una risposta, quella? Evidentemente, se si trattava di lui, si. 
Rimasero per qualche secondo immobili, poi Kanda, con uno sbuffo, si incamminò fuori dalla stazione a passo spedito, e Yuki lo seguì in silenzio.
Pareva che il ragazzo fosse felice di non aver alcun Finder appresso, e non poteva negare di sentirsi sollevata pure lei. I Finder erano brave persone, che si impegnavano per la salvezza del mondo proprio come loro, ma talvolta erano un po' d'impiccio e si rischiava di non riuscire a proteggerli a modo.
-NOBILE ESORCISTA! SIGNORINA! VI PREGO ASPETTATE.- Yuki si voltò e Kanda emise una sorta di ringhio scocciato, qualcosa di buffo, se non l'avesse fatto lui. 
Un Finder, molto giovane, li stava implorando di fermarsi a gran voce, mentre un altro decisamente più vecchio lo seguiva con contegno e tranquillità.
-Perdonate il ritardo, abbiamo avuto un intoppo lungo il percorso.- si scusò il più grande. Aveva sessant'anni, ma era ancora robusto e perfettamente stabile, un accenno di bianco nei capelli. 
Il ragazzo invece aveva circa ventidue anni, lineamenti dolci e capelli e occhi marroni. Era carino, ma piuttosto anonimo, nulla a che vedere con i marcati tratti orientaleggianti e gli occhi dal taglio obliquo e sottile di Kanda.
-Muovetevi.- sbottò il giapponese, con la solita "amabilità".
-S... Si, Kanda-gensei.- balbettò il ragazzo.
-Come vi chiamate voi due? Altrimenti dovrò venirvi a ripescare per il rapporto, e non ne ho la benché minima intenzione.-
-Io sono Carl ed il ragazzo é Hubert.- rispose pronto il sessantenne. 
-Potete elencarci le informazioni che avete ottenuto?- domandò Yuki, stemperando la tensione con un lieve sorriso. 
-Oh... Si, Hirai-sama, certamente.- l'uomo si schiarì la voce.
-Pare che nel terzo piano di una vecchia casa qui vicino avvengano strani avvenimenti... Apparizioni di defunti, oggetti inanimati che si muovono da soli... Per cui siamo andati a controllare, ma non siamo riusciti ad entrare... É come se... Se fossimo... -
-Come se fossimo stati respinti.- intervenne Hubert, il ragazzo. 
Yuki corrugò la fronte. 
-Strano.- mormorò -Potete parlarmi di questa casa? - chiese nuovamente. 
-Noi no, Hirai-sama, ma la famiglia che ci ospita si, penso vi diranno tutto appena arriveremo.- spiegò Carl, con lieve imbarazzo. Yuki annuì. 
Avrebbe voluto chiedere a Kanda cosa ne pensasse, ma il ragazzo camminava ignorandoli senza troppi problemi, guardando dritto avanti a se.
Le dispiaceva che, per qualche strano motivo, fossero partiti con il piede sbagliato, anche se, da quello che vedeva, Kanda partiva col piede sbagliato praticamente con tutti.
Era già la quarta missione in cui lo seguiva, e le cose erano filate lisce, tranne che per qualche frecciatina vagante, nomignoli scomodi ed un paio di litigi. Non avevano ancora trovato alcuna Innocence, però.
-Siamo quasi arrivati.- il Finder Carl li condusse per una salita del paesino lastricata con pietre solide e compatte, indicando loro la sua fine. 
Si trovarono di fronte ad un giardino il cui confine era delimitato da delle ringhiere ed una grossa cancellata in ferro di ottima fattura, al termine del quale vi era una casa di dimensioni abbastanza considerevoli. 
Le mura erano in pietra e le finestre del primo piano erano schermate da inferriate, ma nel complesso dava comunque l'idea di accoglienza che ogni casa dovrebbe avere.
Hubert suonò il campanaccio appeso accanto al cancello, fastidiosamente rumoroso.
Kanda fece una smorfia infastidita, stringendo Mugen. 
Per una volta, Yuki considerò la sua una reazione appropriata. 
Un uomo allampanato vestito in un elegante completo da maggiordomo uscì dal portone e si diresse spedito verso la cancellata, prendendo un anello pieno di chiavi e scegliendo quella appropriata.
Armeggiò qualche secondo ed aprì il cancello, salutandoli con un elegante cenno del capo. 
Fuori luogo. Pensò subito Yuki.
Un maggiordomo simile in un paesino simile, quella stessa casa... Era tutto davvero fuori luogo. 
-Venite.- disse, con voce baritonale. 
Li guidò fino al portone che tenne aperto finché non furono tutti entrati, poi fece loro cenno di attendere.
Da fuori la casa sembrava bella, ma dentro era inquietante.
Era poco illuminata, cupa. 
Il pavimento a scacchi bianchi e neri era screziato da venature grige, così come il colore della pietra delle pareti.
Una grossa scalinata, dall'atrio in cui si trovavano, conduceva al piano superiore. 
-Quel tipo mi da i brividi.- mormorò Hubert, riferendosi al maggiordomo. 
Yuki annuì, mentre Kanda fece il suo solito verso stizzito. 
-É questa stessa la casa, giusto?- domandò Yuki. 
-Si, Hirai-sama, la famiglia che ci ospita é sostenitrice dell'Ordine, per cui appena si sono verificati gli strani eventi ci hanno immediatamente contattato.- sussurrò Hubert in risposta. 
-Capisco.- rispose la ragazza.
Il suono di passi che arrivavano dalle scale li spinse ad alzare lo sguardo.
Con passo elegante e lento, una coppia a braccetto scese la rampa.
Il signore, dai capelli biondi ben pettinati, indossava un completo nero, con tanto di panciotto grigio.
La signora indossava un lungo abito di pizzo rosso con le maniche a sbuffo, i capelli scuri ed ondulati come le onde di un lago placido che scendevano con grazia lungo la figura equilibrata seguendone il profilo della schiena, gli occhi, neri come la pece, appena truccati.
Yuki non era sicura che tanto sfoggio di bellezza potesse in qualche modo aiutarla con la sua autostima scarsa da ragazza troppo piccola per la propria età.
-Buonasera, é un piacere per noi vedervi rientrare perfettamente in forma, signori.- esordì l'uomo guardando Carl ed Hubert, con un lieve sorriso che ne a Yuki né tantomeno a Kanda piacque affatto, specialmente quando lo rivolse a loro.
-Piacere di conoscervi.- disse la donna, guardando Yuki dall'alto in basso e squadrando poi Kanda con sguardo lascivo.
L'Esorcista inarcò un sopracciglio e la donna distolse la vista.
-Volete favorire la cena? Amstrong si é impegnato molto.- disse l'uomo.
Il maggiordomo si diresse verso di loro, reclamando i cappotti. 
Kanda si rifiutò categoricamente di consegnargli qualsiasi cosa, e per poco non affettò il maggiordomo quando gli domandò se volesse posare Mugen per stare più comodo.
-Ci é molto affezionato, era un dono di suo padre.- mentì Yuki, porgendo il proprio cappotto, nero come la notte, ad Amstrong. Lanciò uno sguardo a Kanda, con il tacito consiglio di non rivelare quale fosse la sua Innocence. 
-Capisco, perdonatemi.- il maggiordomo chinò il capo e si diresse verso la sala da pranzo. 
-Venite, mentre Amstrong si occupa degli ultimi preparativi, mi piacerebbe scambiare due chiacchiere.-

Nel salottino, in cui si erano disposti su dei sofà messi a formare una specie di triangolo, calò un'atmosfera pesante, mentre il signor Marvin accendendo un sigaro, si apprestava a raccontare la sua storia.
-Succede da qualche mese, ormai, che qui dentro avvengano strani fatti.- iniziò, aspirando del fumo e buttandolo lentamente fuori. 
-Vedete, è iniziato esattamente con la morte di mio padre, che pare fosse uno scienziato dell'Ordine Oscuro. Al momento della lettura dei testamenti, si sentivano strani rumori, ma nessuno gli ha dato peso. La casa è stata lasciata a me ed a mia moglie, ma nel testamento era esplicitamente specificato di lasciar perdere il terzo piano. Io all'inizio seguii quella volontà, ma capitemi, quelli che all'inizio erano strani rumori poi col tempo sono diventati suoni atroci, ed ho deciso di controllare. Ma non sono riuscito a salire, qualcosa me lo impediva.- la voce del signor Marvin era convincente, ma il suo sguardo e la sua espressione erano quasi... Malate. Lo stesso valeva per la signora Marvin. Eppure ne Kanda ne i due Finder notavano nulla, come se le loro espressioni fossero comunemente normali. Yuki non capiva se stessero facendo finta o se non se ne fossero resi conto.
-Una sera, poi, mentre mi apprestavo a coricarmi, ho udito mia moglie gridare, e, quando l'ho raggiunta, con questi miei stessi occhi, vidi una figura lucente identica all'antenata della mia famiglia che è ritratta tra i quadri di tutti miei avi, ed è da allora che loro appaiono.- il sorriso del signore si allargò.
-Diverrete forse anche voi anime in pena?- sussurrò. 
Yuki si voltò verso Kanda, il quale annuì e si alzò. 
Non aveva sentito.

-Secondo me nascondono qualcosa, hai visto com'erano strani a cena?- disse Yuki, sedendosi a gambe incrociate sopra al letto di Kanda.
Il ragazzo annuì, stranamente tranquillo.
Yuki si strinse nell'enorme maglione blu scuro che aveva preso di nascosto a Bak qualche giorno prima, tentando di scaldarsi in quella casa gelida. 
Indossava solo quel maglione, che, bassa com'era, le arrivava a metà coscia ed anche più giù coprendo i corti pantaloncini grigi, e che utilizzava come pigiama. Per lo meno, uno degli sporadici vantaggi del lavorare con Kanda, era che non ti guardava in modo strano per il semplice fatto che fossi una ragazza, il che regalava concessioni come non preoccuparsi troppo per i capelli ed indossare maxi maglie al posto del pigiama vero e proprio, che, essendole stato confezionato sotto le precise indicazioni di Lvellie, era una camicia da notte tutta fronzoli e merletti.
-Domani mattina controlliamo questo terzo piano.- continuò Yuki, sospirando -Non ci hanno detto nulla, tranne di essere i "signori Marvin".-
Kanda annuì di nuovo, senza dire nulla. 
Yuki si sporse per cercare di capire che gli fosse preso.
Aveva il mento tra in pollice e l'indice ed era seduto sulla sedia posta accanto al tavolino rotondo che c'era nella stanza, la testa china, che gli impediva di vederlo bene in faccia, nella penombra. 
-Ehi, Kanda, tu che ne pensi?- Chiese ancora. Nessuna risposta. 
-Kanda?- Yuki si alzò e si avvicinò. 
Quello si che era strano, anche chiamandolo per più di una sola volta, di solito il samurai si infuriava a morte, invece stavolta non stava reagendo. 
-Ehi Ka... - Yuki lo spinse leggermente indietro, ed il volto del ragazzo fu visibile alla fioca luce del lampadario malfunzionante.
Urlò e fece due passi indietro, scioccata. 
La porta si aprì di scatto ed entrarono Hubert e Carl. 
-Hirai-sama!- esclamò il giovane. 
-Che vi succede?- domandò Carl, prima di vedere anche lui il corpo sulla sedia: una grossa marionetta dalle sembianze di Kanda Yu.
Eppure, quando era entrata nella stanza, portando una grossa pila di documenti, Yuki aveva visto il giapponese sbuffare e borbottare, ed era normalissimo, non certo di legno e con le evidenti giunture.
-Kanda-gensei! Ma cos... Cos'è accaduto? Che é successo al Generale...- balbettò Hubert. 
-Questo non é Kanda.- lo interruppe Yuki, girando intorno alla bambola per ispezionarla -Lui é sicuramente finito da qualche parte, anche se non so ne dove, ne come, nè quando.- la ragazza annuì, convinta di ciò che aveva appena detto. 
-Andiamolo a cercare.- ordinò, uscendo dalla stanza.

Kanda aprì gli occhi, avvertendo un dolore sordo e pulsante alla testa. 
Si toccò la parte lesa con le dita, e quando si portò la mano davanti al volto, le vide scintillare di sangue alla pallida luce lunare che entrava da una stretta finestra in alto alla piccola stanza dove si trovava. 
-Ma che...- istintivamente, cercò con la mano la sua Katana al fianco sinistro, rimanendo agghiacciato quando, con sorpresa, non ve la trovò.
Si alzò. 
Era in una piccola stanza fatta totalmente di vecchi mattoni consunti e scuri, la finestrella in alto era coperta da sbarre. Sembrava un sotterraneo, umido e freddo. 
Davanti a se, l'apertura che avrebbe dovuto ospitare una porta, della quale erano ormai rimasti soltanto i cardini arrugginiti.
Si guardò nuovamente intorno, era sicuro che prima si trovasse in camera sua con la tappetta, che continuava a fare ipotesi su ipotesi e che gli passava documenti dopo altri da firmare e compilare, per i rapporti. 
Quella lì, oltre che essere minuscola e fastidiosa, era anche devota al lavoro, per cui il rapporto doveva venire stilato giorno per giorno, per ricordarsi più particolari possibili, e non alla fine della missione. 
Certo, in quel modo doveva ammettere che, i maggiori dettagli, rendevano quell' avvoltoio di Lvellie meno velenoso e viscido, ma ciò non toglieva che fosse una seccatura comunque. 
Si passò nuovamente la mano sul fianco sinistro, digrignando i denti per la rabbia crescente. 
Poteva sopportare tutto, ma la sua Mugen non doveva assolutamente venir toccata! 
Passò per l'apertura e si ritrovò in una stanza delle dimensioni della precedente, con due librerie piene di ragnatele ed uno scrittoio sommerso di carte polverose, ampolle di inchiostro secco e penne d'oca spelacchiate. 
In una simile situazione, stupendosi lui stesso, il suo cervello formulò l'ultima delle frasi che si sarebbe mai aspettato di dire, nello studio di un sotterraneo:
-Komui sa fare di meglio.- sbottò, poi, assottigliando lo sguardo, diede un'occhiata ai fogli.

-Hirai-sama, ne siete sicura?- domandò Carl, tentennante. 
-Si.- Yuki fece un gesto con la mano, come per allontanare le preoccupazioni dell'uomo, poi posò la mano sul corrimano della grande scala, decisa a salire al terzo piano -Se voi non volete venire, state qui.- disse, risoluta. 
-Ma... Signorina... Senza un Esorcista...-
-Abbiamo un Esorcista, e devo salire lassù per trovarlo.- ribatté secca, senza nemmeno dargli il tempo di finire la frase. 
Poi, maledicendosi ancora tra se e se per essere rimasta in pigiama e non essersi messa nemmeno qualcosa ai piedi nonostante il freddo in quella casa, salì.
Le scale non più di pietra come quelle che conducevano al secondo piano, bensì di vecchio legno tarlato, scricchiolarono al suo passaggio, nonostante il passo leggero e lo scarso peso.
Alla fine della scala, i piedi nudi furono accolti da un vecchio tappeto che, seppur rovinato ed impolverato, era ancora morbido. Il suo manto scarlatto copriva tutto il lungo e lugubre corridoio illuminato solo dalla luce lunare che filtrava appena dagli sporchi vetri delle due finestre poste l'una al suo inizio e l'altra alla sua fine.
Yuki si mosse piano, rabbrividendo dal freddo.
I due Finder erano rimasti di sotto. 
E menomale che non sanno che sono in grado di combattere... pensò, guardando le scale.
Se lo avessero saputo che avrebbero fatto? Mi ci avrebbero lanciato quassù? 
Si voltò di nuovo verso il corridoio. 
Ragnatele ovunque, polvere ovunque, la si vedeva anche svolazzare allegra contro la pallida luce.
Ed adesso dove lo trovava, Kanda? 
Aveva la certezza che quella marionetta non potesse essere Kanda che era stato tramutato in qualcosa di diverso, proprio era da escludere, dal momento che non riusciva a percepire ne il Ki né alcuna aura attorno a quella marionetta.
Allora cosa era successo al ragazzo?
Come aveva fatto quella bambola inquietante a prendere il suo posto? 
Provò con l'alternativa più semplice, ma anche più pericolosamente stupida, da fare in un luogo sconosciuto. 
-Kanda Yu?- chiamò. 
Nulla. 
Se non le rispondeva o non l'aveva sentita, cosa alquanto improbabile, o non era lì. 
Se avesse dovuto trovare un motivo per passare inosservato era sicura che appena l'avesse vista l'avrebbe afferrata di malo modo ordinandole di tapparsi la bocca (l'aveva già fatto) e trascinandola in un qualche cantuccio recondito. 
Inoltre, sapeva bene che Kanda non fosse così stupido da fare uno scherzo simile come quello di sparire.
Non le rimaneva che controllare stanza per stanza... 
Con calma e passo silenzioso, entrò nella prima porta alla sua sinistra.

-Questo é interessante.- Kanda prese i documenti con le informazioni più significative e li ripiegò, infilandoli nella tasca posteriore dei pantaloni, più tardi, li avrebbe fatti analizzare alla nanerottola che, sicuramente, avrebbe capito qualcosa in più di lui.
Passò per la porticina tarlata a destra dello scrittoio, così bassa che, con la sua altezza, dovette abbassare la testa. 
Si ritrovò in una stanza grande quattro o cinque volte le precedenti, e molto più piena. 
Al centro vi era un lettino circondato da macchinari, attrezzi scientifici come ampolle od anche materiali più specifici erano ordinatamente riposti sui mobili e nelle vetrine. 
Era tutto sporco anche lì, ma le ragnatele e la polvere, in alcuni punti, erano assenti, come se se qualcuno usasse ancora quella stanza ma non si prendesse la bega di pulirla come sarebbe invece stato necessario. 
Si guardò intorno, che genere di esperimenti potrebbero mai essere stati svolti lì?
-Ma guarda guarda, qual buon vento ti porta qui, monaco?-

Yuki batté forte la testa contro il pavimento, quando qualcuno, con violenza, ce la sbatté impietosamente contro. 
Il sangue colò lungo la fronte, la guancia premuta contro il polveroso tappeto che regnava sovrano anche nella stanza. 
Temo di essermi spaccata la testa. Pensò. 
Era successo tutto velocemente. 
Appena era entrata qualcuno le era saltato addosso facendole prendere quella dolorosa botta che, tra non molto, sarebbe comunque guarita. 
-Oh, una bella bimba.- la voce che le sussurrò all'orecchio la fece agghiacciare. Era roca e folle, pazza. 
Con la coda dell'occhio, scorse una cascata di stopposi capelli simili a pagliericcio. 
-Adoro le belle bimbe, sai?- ripeté la voce. 
Yuki si divincolò e si appiattì contro una libreria strisciando all'indietro, il suo assalitore non si oppose, la lasciò anzi libera. 
Un moto di disgusto misto ad una vorace curiosità le attanagliò lo stomaco. 
Un occhio eccessivamente aperto, spalancato verso di lei come un faro, l'altro forzatamente chiuso da una grossa cucitura fatta con un filo spesso e nero si sporcizia, come veniva fatto in passato alle persone sospette di stregoneria o contatti col mondo degli spiriti, circondati da occhiaie enormi, quasi spropositate, la bocca piegata in un sorriso troppo largo, poiché ampliato da due brutti tagli sanguinolenti ed infetti, l'espressione maniacale di chi ormai non aveva null'altro se non la follia.
Yuki sentì la testa pizzicarle, mentre la ferita si risanava. 
Fece una smorfia. 
-Chi sei?- domandò. 
L'essere, vestito di vecchi stracci, che ormai non si capiva nemmeno più bene se fosse una donna od un uomo, da quanto male era ridotto, si avvicino di poco, gattonando il modo convulso e sconnesso. Yuki notò una catena alla sua caviglia, che lo teneva ancorato al muro.
-Bambooolina.- mormorò con voce altalenante -Una nuova bambolina per mamma e papà.- si avvicinò ancora. 
-Papà dice che le bamboline sono più belle se vengono fatte dalle belle bimbe.- ancora la fissava con quell'occhio spalancato. 
-Chi sei?- ripeté di nuovo Yuki, una strana sensazione che le premeva sul petto. 
Kanda, appari come al tuo solito, ti supplico. Pensò, odiandosi per cercare il suo aiuto in qualsiasi situazione.
Eppure, quella strana creatura maledetta le impediva di reagire, qualcosa in lei la spingeva a tentare di aiutarla, più che combatterla. 
Era forse... Pena? 
Probabilmente si. 
Però v'era ancora quel qualcosa che le impediva d'avvicinarsi.
La catena tintinnò quando si avvicinò ancora. 
Yuki si appiattì alla libreria ancor di più. Ma che le stava succedendo? Non era da lei aver così... Paura? 
Appena la creatura fece ancora un passo, si alzò e scattò verso la porta.
L'essere le sfiorò la caviglia con le dita, nel tentativo di afferrarla, ma Yuki fu più veloce, riuscendo ad uscire. 
La porta si richiuse alle sue spalle con un tonfo. 
Si accasciò contro la parete, guardandosi la mano.
Tremava? 
Guardò verso la porta.
La sensazione opprimente sul petto cessò, e Yuki si rese contro di cosa la stesse trattenendo. 
-La vedi così dunque, Dio?- sussurrò, guardando il soffitto.
Lanciò un'occhiata alla caviglia dove era stata toccata, che sfrigolava a causa della rigenerazione in atto. Ancora erano distinguibili, rossi e sanguigni come delle bruciature, i marchi lasciati dalle dita. 
Questo si che é strano. Pensò, alzandosi.

-Ma guarda guarda, qual buon vento ti porta qui, monaco?- Kanda si voltò, ma non vide nessuno. 
-Sembri giovane, Dio continua a reclutare le povere anime fresche impedendo loro di vivere una vera vita?- Kanda girò su stesso, ma lui sembrava essere l'unico nella stanza. 
Non percepiva alcuna presenza. Niente. 
-Saresti un buon materiale per la mia Dolcezza, sai? Adora fare bamboline con i visini carini come il tuo.- era uno voce maschile, melliflua, che Kanda era sicuro di non aver mai udito prima. 
-Dove ti nascondi?- domandò. 
-Accidenti, di solito quando mi sentono le persone non sono mai calme. Mi chiedono chi sono, cosa voglio, non certo "dove mi nascondo".-
-Non me ne frega niente degli altri, rispondi alla mia domanda.-
-Siamo davvero scortesi qui eh. E poi sentiti, che voce profonda. Un ragazzino non dovrebbe avere una voce del genere.- lo sbeffeggiò la voce. 
-Ragazzino un corno.- borbottò Kanda.
La voce scoppiò a ridere di gusto, per poi zittarsi improvvisamente.
Silenzio. 
Kanda si guardò intorno. 
-Ehi!- chiamò, una sfumatura furiosa ed irritata nella voce. 
Non ricevette alcuna risposta. 
Avrebbe voluto spaccare qualcosa, se solo non avesse saputo che quel posto sarebbe stato poi dovuto ispezionare, alla fine di quella stupida ed assurda storia.
Sospirando, passò per la porticina incastrata tra due vetrine piene di alambicchi, trovandosi davanti ad una stretta scalinata.
Appena salì il primo scalino, un urlo familiare gli ferì le orecchie.
Malgrado avesse tanto voluto fregarsene, rendendosi conto della propria "posizione lavorativa", salì la scala di corsa spalancando la piccola botola alla fine di essa, sul soffitto, ed arrampicandosi nell'apertura. 
Sbucò sotto l'enorme scalinata che conduceva al secondo piano. 
Con uno sbuffo, si alzò e si pulì i pantaloni e la camicia dalla polvere, poi corse su per le scale.
Un urlo diverso dal precedente si diffuse per il corridoio del secondo piano, e Yuki sbucò fuori dalla scalinata che conduceva al terzo, ancora in pigiama. 
Appena lo vide, gli si illuminarono gli occhi, come se lo stesse cercando da molto. 
-Kanda! Quello è un pedofilo!- urlò, andando a nascondersi dietro di lui ed aggrappandosi al suo braccio sinistro. 
Davvero una reazione strana, per lei.
Kanda, impassibile, guardò davanti a se.

Angolo dell'autrice

Ciauuu a tutti ed eccomi qui con un nuovo capitolo, è passato un mesetto da quando Yuki è tornata all'Ordine e chiedo perdono per questo salto temporale che, lo giuro, sarà l'ultimo (forse), solo che se descrivessi qualsiasi cosa che avviene alla nostra piccola (decisamente piccola) protagonista non ne usciremmo più, dal momento che questa si prospetta già, se le cose vanno bene, una storia piuttosto lunga. Inoltre, se vi raccontassi subito i suoi primi giorni all'Ordine sarei costretta a raccontarvi già come stanno esattamente le cose e proprio non ne ho la benché minima intenzione, per questo "salto i pezzi". Voglio che, ancora per un po', piccoli dettagli riguardanti Yuki (escluse alcune cose che, sebbene non abbia ancora esplicitamente rivelato, si intuiscono lo stesso) rimangano nell'ombra e che si rivelino pian piano (nella speranza che mi stia riuscendo).
Riguardo il capitolo quattro, ovvero il precedente, faccio delle piccole precisazioni: si, Yuki soffre di allucinazioni, ma non sono allucinazioni qualunque... ancora non vi dico cosa riguardano, ma quando appaiono sono così prepotenti che, sebbene lei stessa non se ne renda realmente conto, la inducono in una sorta di "paralisi momentanea", ovvero non riesce più ad interagire col proprio sistema nervoso, non so come spiegarmi, per cui spero capiate voi, che siete un pubblichetto intelligente (anche se mi impegno per essere il più accurata possibile, in casi simili non so come muovermi nelle spiegazioni, non sono un medico😂). Inoltre, nego categoricamente qualsiasi eventuale ship fra Yuki e Bak. Salvo fraintendimenti, nonostante i numerosi momenti teneri tra questi due che sicuramente ci saranno, il loro è un rapporto puramente basato su di un legame fraterno, nulla di più.
Comunque per i più romantici, sappiate che avremo molti problemi di cuore, anzi, la ff è proprio partita dall'idea di una tragica storia d'amore che piano piano vi racconterò, con molta calma.
Ultima cosetta: adesso siamo ad inizio Novembre (nella storia), se qualcuno ci ragiona attentamente si renderà conto che, dall'inizio di D.Gray-man, è impossibile trovarsi ancora lì, ma avevo bisogno di questo piccolo stratagemma per far "cosare le quadre", quindi perdonatemi, era inevitabile, perché voglio raccontare un po' di cosette e purtroppo preferivo far così, più che mandare un anno avanti la narrazione, pensiero che, ancora non so perché, mi era rimasto antipatico.
Cordiali saluti!

Sara

P.s: ecco a voi un piccolo disegno della mia Yuki.
Spero vi piaccia.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: lapotenza