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Autore: Rohhh    26/11/2016    1 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 41

 

Ashley dischiuse gli occhi nella penombra della stanza, la tenda copriva del tutto i vetri della finestra ma riuscì comunque a percepire la presenza di luce all'esterno: era già mattina.

Si girò a pancia in sù e stiracchiò le braccia, che sporsero fuori dalle coperte. La temperatura non proprio mite la costrinse a ritirarle subito e riportarle al caldo. Dei brividi di freddo la percorsero e la fecero rannicchiare su sé stessa, provocandole il desiderio di rimanere lì sotto ancora per molto tempo.

Con aria piuttosto frastornata, voltò la testa alla sua destra e si rilassò immediatamente nel vedere accanto a lei Matt, o per meglio dire i suoi capelli sparsi sul cuscino, l'unica parte di lui visibile al momento.

Era completamente rintanato sotto le coperte, il freddo durante la notte doveva aver colpito anche lui.

Sorrise d'istinto.

Non aveva sognato, era successo davvero, Matt si trovava lì con lei e quella era la realtà. I suoi occhi assonnati ripresero luce e vitalità subito mentre il suo corpo sembrò risvegliarsi dal torpore e acquistare energia ed era bastata quella visione perchè accadesse.

Le sarebbe piaciuto indugiare approfittando del tepore, stringersi a lui e accarezzare la sua pelle calda, metterla a contatto con la propria e godere di quella seducente sensazione, soprattutto adesso che disponevano di un letto grande e il senso di ristrettezza e soffocamento provato quando dormivano insieme da suo padre era solo un ricordo, ma c'era una cosa che aveva in mente di fare.

Si accertò che Matt fosse ben immerso nel sonno, scostandogli lievemente il lenzuolo e scoprendo il suo viso per osservarlo. Era disteso e rilasciato, il suo respiro regolare e capì che non si sarebbe destato a breve.

Ne approfittò e si sollevò, facendo attenzione a non fare movimenti troppo bruschi o rapidi per evitare di svegliarlo, poi agguantò i suoi vestiti alla velocità della luce e li indossò, strofinandosi un paio di volte la braccia per riscaldarle.

Diede un'ultima occhiata al suo ragazzo dormiente e si premurò di risistemare le coperte, che aveva allontanato per scendere dal letto, e accostargliele per coprirlo meglio.

Uscì dalla camera, richiudendo la porta delicatamente e si avviò quasi in punta di piedi giù per le scale.

Erano le 8 del mattino di Domenica, July avrebbe di sicuro dormito fino a tardi, la scuola era cominciata quella settimana e alzarsi presto in quei giorni era stato traumatico per lei dopo le vacanze estive, mentre Phoebe dalla sera precedente non abitava più con loro, perciò la casa risultava stranamente silenziosa.

Ashley però sapeva con certezza che la persona che cercava era già sveglia e in azione, non aveva bisogno di vederlo con i suoi occhi, la conosceva a tal punto da poterci scommettere qualunque cosa sopra.

E infatti eccola lì Nancy, girata di spalle col grembiule allacciato alla vita e i capelli raccolti in una coda bassa. Le sue braccia si muovevano veloci davanti ai fornelli, probabilmente stava preparando qualcosa di buono per la colazione.

«Buongiorno mamma» la salutò mentre faceva il suo ingresso in cucina.

Nancy si voltò sorridendo «Buongiorno Ashley, dormito bene?» le chiese, riprendendo a mescolare degli ingredienti in una ciotola.

«Sì, grazie» rispose lei, appoggiandosi a braccia incrociate sul frigorifero, proprio accanto a sua madre.

«Sei sola? E Matt?» continuò, dopo aver distolto per un attimo gli occhi dalle sue faccende per sincerarsi di non aver preso un abbaglio e che il ragazzo fosse invece presente.

«Sta ancora dormendo, ieri è stata una giornata intensa e pesante, soprattutto per lui, e ho preferito lasciarlo riposare» le spiegò, mantenendo un tono di voce leggero e tenero, da cui trasparì tutta la premura che stava rivolgendo a quel ragazzo.

Nancy annuì, poi si piegò sulle ginocchia per aprire uno sportello ed estrarne uno stampo per dolci, Ashley seguì con gli occhi tutti i suoi movimenti e si strinse nelle spalle, quasi volesse farsi più piccola e invisibile.

Quell'atmosfera tranquilla e intima che si era creata in cucina la rendeva giusto un po' a disagio, il suo carattere chiuso e riservato spesso la tradiva, con la differenza che adesso non gli permetteva di farla soccombere, non scappava ma lo affrontava per vincerlo.

Fece un passo in avanti verso Nancy, i suoi occhi vagavano insicuri per tutta la stanza, come alla ricerca di qualcosa, come se le riuscisse impossibile tenerli fermi in un punto fisso.

«E... va tutto bene?» chiese poi sua madre, senza entrare nello specifico ed evitando di fare l'impicciona come Phoebe, finendo per metterla in imbarazzo con troppe domande e con allusioni più o meno velate su ciò che fosse successo tra loro dopo che si erano chiusi in camera.

«Adesso sì» mormorò Ashley, sincera, aprendosi in un sorriso genuino e così vero da non lasciare dubbi sull'autenticità di ciò che aveva appena affermato.

Nancy non potè non cogliere quel particolare, insieme a quel misto di imbarazzo e innocente felicità che era la sua espressione in quel momento e che rifletteva come uno specchio il turbinio di emozioni che doveva aver provato la sera precedente.

«Sono veramente contenta per te, amore mio, te lo meriti davvero!» affermò con gioia, girandosi a guardarla.

Dopo quei giorni di estrema preoccupazione, in cui non aveva potuto nascondere una forte apprensione nei suoi confronti, il lieto fine inaspettato di quella vicenda amorosa aveva fatto tirare un sospiro di sollievo anche a lei. Era un balsamo per la sua anima vedere sua figlia così luminosa e serena, finalmente libera dalla tristezza e dal grigiore.

«Fai un dolce?» le domandò poco dopo, sporgendosi verso il ripiano sul quale Nancy stava lavorando, nel tentativo di trovare un debole spunto per intavolare una conversazione. Un avvolgente aroma di cacao si cominciava a spargere per la stanza, contribuendo a donare all'ambiente una dolce nota profumata.

«Sì, pensavo di fare una ciambella al cioccolato – la informò, intenta a versare il composto nello stampo con l'aiuto di un cucchiaio - a Matt piace?»

«Beh...non saprei, credo di sì» farfugliò mentre si portava alle labbra il cucchiaio appena utilizzato per assaggiare i residui dell'impasto, una vecchia abitudine che conservava da quando era bambina e sua madre permetteva a lei e sua sorella di leccare e mangiucchiare i resti di creme e cioccolata dalle fruste dello sbattitore o dalle varie ciotole, momento che entrambe attendevano sempre con trepidazione.

«Dovresti saperlo, non avete vissuto insieme per più di un mese? Avrai visto quello che mangia, no?» continuò Nancy, con tono scherzoso.

Ashley sobbalzò e cominciò a tormentarsi le mani. Sua madre non aveva certo detto quella frase per lanciarle un'accusa mascherata da battuta, la sua era stata un'ingenua osservazione senza nessun doppio fine e nemmeno stava ripensando più al fatto che sua figlia avesse omesso di raccontarle quel dettaglio, ma lei provava ancora un netto senso di colpa per quella faccenda e le parole di Nancy accentuarono quella sua impressione.

Era proprio per chiarire quel punto che aveva rinunciato a rimanere a letto con Matt e aveva deciso di approfittare di uno dei rarissimi momenti di pace in casa per trovarla da sola e poterle parlare.

«A tal proposito, mamma – prese a balbettare – ci tenevo a farti sapere che non ti avevo nascosto in mala fede il fatto che Matt fosse figlio di Monica. Io non avevo la minima idea che avesse deciso di venire da me e...semplicemente non avevo ritenuto fosse un'informazione importante. In questi giorni ho avuto la testa così confusa e piena di pensieri che a stento riuscivo a ricordarmi di mangiare e di studiare e c'erano tante cose che avrei voluto raccontarti e non ho potuto... Spero che non ti abbia dato troppo fastidio» terminò, abbassando lo sguardo.

Monica smise di fare tutto ciò che la stava tenendo impegnata e si concentrò su sua figlia. Si avvicinò a lei e le afferrò le spalle con decisione, guardandola negli occhi.

«Rispondi solo a questa semplice domanda – le raccomandò, usando un tono così solenne da farla rabbrividire – sei felice con lui?» chiese.

«Sì, tanto» ammise senza dubbio, era stato fin troppo facile risponderle.

Nancy sorrise «Questa è l'unica cosa che conta – le sussurrò per poi allontanarsi e badare al forno, già attivo da una ventina di minuti, e infilarci la sua ciambella – e comunque non ci stavo nemmeno più pensando Ashley, smettila di farti tutte queste paranoie, per me è già tanto che tu adesso ci tenga a rendermi più partecipe della tua vita, non è necessario che sappia ogni piccolo dettaglio, sei sempre stata un tipo riservato e discreto e non voglio che ti sforzi di diventare tutt'altro o non saresti più tu! Non ho creduto nemmeno per un secondo che l'avessi fatto per farmi un torto, quindi tranquillizzati!» la rassicurò, sperando che le bastasse e che non si torturasse ancora troppo il cervello.

Ashley prese un lungo respiro e buttò fuori l'aria con grande sollievo, godendosi nuovamente quella sensazione liberatoria che si prova quando ci si toglie un peso da dentro o quando si mettono in chiaro determinate questioni spinose. Aveva fatto passi da gigante da quel punto di vista e si rendeva conto sempre più di quanto il suo benessere fisico e psichico stesse aumentando considerevolmente da quando riusciva con maggior facilità ad esternare agli altri le proprie emozioni o a parlare di un problema cercando il confronto, senza tenersi chiusi nel cuore i dubbi e i sentimenti.

Ecco perchè le mancava ancora un ultimo tassello che non intendeva più lasciare in sospeso e si trattava di Tyler, ma a quello avrebbe pensato dopo, sempre sperando che lui le avesse voluto ancora dare retta, dopo quello che era successo la mattina precedente.

«E adesso che intenzione avete di fare?»

L'interrogativo più che legittimo di sua madre la riscosse da quei pensieri, ma fu così generico che non riuscì a comprendere a cosa si stesse riferendo.

«Cosa?» domandò, contraendo la fronte per la confusione.

«Intendo tu e Matt – specificò Nancy – come pensate di organizzarvi da ora in poi?»

Ashley pensò di essersi sbagliata ma le era parso di aver percepito una sfumatura di apprensione nella voce di sua madre e non poteva certo biasimarla.

Avrebbe davvero voluto darle una risposta chiara ma la verità era che quell'argomento non lo avevano ancora affrontato, sarebbe stata la parte più dura ma anche quella più inevitabile e stava cominciando a riflettere e ad interrogarsi su come sarebbe cambiata la sua vita e su ciò che era disposta a sacrificare per quella storia.

Ripensò a come aveva vissuto fino a quel momento, a quelli che erano stati i suoi sogni, le sue aspettative e i suoi progetti e lo confrontò a quello che era diventata adesso, a quello che voleva e qualcosa dentro di lei cominciò a smuoversi, come quando le nubi si diradano dopo un violento temporale, lasciando spazio al sereno.

«In realtà non ne abbiamo ancora parlato – dichiarò, scrollando le spalle con aria pensierosa – ma presumo che ci verremo a trovare a vicenda e magari qualche volta ci incontreremo a metà strada da papà e da sua madre, come quest'estate. Abbiamo entrambi l'università da frequentare e non possiamo di certo abbandonarla.»

Nancy le fece cenno di aver capito col capo, poi si voltò per evitare che la figlia notasse che la sua espressione si era rasserenata e che le labbra le si erano piegate in un sorriso.

Non voleva che la fraintendesse, che pensasse che i sacrifici che la aspettavano e le difficoltà che una relazione a distanza comportava la facessero ridere, al contrario ne era ben consapevole e già pronta a incoraggiarla e a farle sentire tutto il sostegno possibile, soprattutto nei momenti di sconforto che purtroppo sarebbero arrivati, ma non era stata capace di negare a sé stessa un sentimento materno un po' egoista.

Aveva temuto che Ashley se ne sarebbe andata via con il suo fidanzato, facendosi trascinare dall'impulsività che spesso accompagna i sentimenti forti, talmente all'improvviso da non lasciarle il tempo di prepararsi psicologicamente a quell'abbandono, ma sua figlia si era riconfermata la ragazza giudiziosa e intelligente quale era sempre stata.

Nancy si sentì quasi stupida per aver dubitato delle sue qualità, forse perchè lei per amore cazzate ne aveva fatte troppe e la maturità dimostrata dalle figlie in quel campo la stupiva sempre ma la rendeva anche orgogliosa di loro.

Certo, sapeva che se le cose tra Ashley e Matt avrebbero proceduto per il verso giusto, come si augurava fortemente, nel giro di pochi anni anche lei avrebbe preso il volo e lasciato il suo nido, ma riponeva una fiducia cieca in lei e poteva stare sicura che avrebbe fatto la scelta più giusta e opportuna quando sarebbe arrivato quel momento.

Posò lo sguardo sul suo viso, era concentrato e le labbra, lievemente imbronciate, la facevano apparire più giovane di quanto non fosse, si stava tormentando delle ciocche di capelli con le dita e i suoi occhi erano fissi al pavimento. Evidentemente quel discorso sul futuro doveva averla impensierita e a Nancy fece un'enorme tenerezza vederla combattere con problemi ed emozioni che fino a poco tempo prima non erano lontanamente nei suoi programmi.

Le si avvicinò con discrezione e le carezzò una guancia, facendole sollevare lo sguardo da terra.

«Non preoccuparti, andrà tutto bene, sei una ragazza forte! - la incoraggiò, svolgendo per l'ennesima volta alla perfezione il suo compito di mamma, come faceva ormai da anni – ho piena fiducia in te e so che prenderai le scelte più sagge per gestire questa situazione e per questo io ti appoggerò sempre, qualunque cosa tu decida di fare!» si affrettò a farle sentire la sua vicinanza e il suo totale sostegno.

«Grazie mamma, per me è molto importante» le ribadì la ragazza, riacquistando ottimismo e positività, poi chiacchierò con lei per qualche altro minuto e alla fine decise di risalire in camera per controllare se Matt stesse ancora dormendo.

Quando aprì la porta lo trovò seduto sul letto, aveva addosso una maglietta a maniche corte che chiaramente era inadatta per le temperature fresche tipiche della sua città, a cui Matt pareva proprio non essere abituato.

Il ragazzo alzò gli occhi per incontrare quelli di Ashley, pareva abbastanza intirizzito e rigido, aveva spostato di poco la tenda dalla finestra per fare entrare qualche timido raggio di sole nella speranza di riscaldarsi.

«Ehi, buongiorno» gli sussurrò dolcemente mentre si sedeva accanto a lui e gli circondava la vita con le braccia, dandogli un bacio sulla guancia.

Matt si avvinghiò subito a lei, per approfittare del calore del suo corpo e trovare del ristoro.

«Fa un freddo cane qua» borbottò con le labbra poggiate sulla sua spalla.

«Non esagerare, non siamo nemmeno in inverno! Cosa farai quando verrai qui tra un paio di mesi e troverai la neve alta fuori!» lo prese in giro, stringendolo più forte.

«Se ci pensi tu a riscaldarmi come si deve potrei anche decidermi a fare questo sforzo» scherzò a sua volta, sorridendo sulla sua pelle con fare malizioso per poi sollevare la testa e guardarla.

«Sei più carino quando sei assonnato – commentò Ashley, allontanandogli con la mano dei ciuffi di capelli da sopra la fronte per guardare meglio i suoi occhi – e infreddolito» aggiunse ridendo.

Matt la osservò perplesso «Si può sapere che ti sei fumata stamattina? - le domandò col suo solito tono ironico, abbozzando un sorriso – e soprattutto, perchè sei sgattaiolata così presto da sotto le lenzuola, che avevi di più importante da fare che stare abbracciata a me al caldo?»

«Avevo bisogno di parlare un po' con mia madre, come hai potuto notare è difficile beccarla in un momento tranquillo e ho pensato di approfittarne» ammise, sciogliendo l'abbraccio e alzandosi dal letto per riassettare la stanza.

«Capisco – sorrise Matt, notando con piacere come Ashley non fosse più a disagio nel parlare di sua madre, poi si abbassò per recuperare la sua valigia, finita sotto il letto, e prese a scavare con poca grazia tra i suoi vestiti – quindi dove mi porti stamattina?» continuò poi, senza sollevare la testa.

Ashley si fermò e lo guardò con aria stralunata «Cosa? Non ne ho idea, se vuoi facciamo un giro, ma il mio paese è davvero noioso, non c'è granchè da vedere. Di sicuro la tua città è molto più bella e movimentata e non voglio che ti annoi» disse abbassando lo sguardo, quasi mortificata.

Matt le puntò addosso i suoi occhi azzurri, poi si sollevò dal pavimento e le venne accanto, stringendole le mani.

«Che stai dicendo? Certo che mi interessa! Voglio vedere dove vivi, dove sei andata a scuola, scoprire dove giocavi da bambina o dove hai dato il tuo primo bacio! - le sorrise, poi posò il naso contro il suo – voglio sapere tutto di te Ashley, anche se ci stiamo prendendo un impegno bello grosso insieme, ci conosciamo comunque da poco e sono sicuro che ci sono ancora una marea di cose che non sappiamo l'uno dell'altra e non vedo l'ora di scoprire qualcosa in più di te. Non sono qui per fare il turista o per divertirmi nei locali, sono qui per te, ok?» le precisò con dolcezza, baciandola sulle labbra subito dopo che Ashley annuì.

«Ora, se me lo consenti, vorrei tornare a cercare qualcosa da mettermi che mi impedisca di beccarmi un raffreddore colossale che ti farà venire voglia di starmi a una certa distanza di sicurezza! Non sarei per niente un bello spettacolo, te l'assicuro!» la informò, riprendendo la sua disperata ricerca in un guardaroba da vacanza estiva a mare davvero poco fornito e adatto a quel clima.

«Sicuro di avere qualcosa? Purtroppo a casa mia siamo solo donne, ma se vuoi posso chiedere a Peter di prestarti qualcosa, dovreste portare più o meno la stessa taglia» gli propose, piegandosi sulle ginocchia e affiancandosi a lui per dare un'occhiata.

«Tranquilla, non lo disturbare, ho qualche felpa che avevo portato per le serate in spiaggia, me la farò bastare! - disse, mentre finalmente ne estraeva una nera dal mucchio, vittorioso, poi si alzò – allora mi faccio una doccia e scendo, va bene?»

Ashley gli diede l'ok, poi lo osservò uscire dalla stanza e rimase da sola a rifare il loro letto. Quando ebbe finito vi si sedette sopra e prese tra le mani il suo cellulare.

Sospirò pesantemente. continuò a fissarlo e se lo rigirò tra le dita una decina di volte, le sue sopracciglia erano piegate in un'espressione contratta e dubbiosa ma all'improvviso con uno scatto risoluto parve decidersi e rapidamente selezionare il nome di Tyler dalla rubrica.

Portò l'apparecchio con la mano tremante all'orecchio e ascoltò pazientemente gli squilli che seguirono, fino a sentirli interrompersi bruscamente, come se qualcuno avesse chiuso la chiamata.

Ingoiò a fatica al pensiero che il suo amico non volesse più parlarle ed ebbe terrore di averlo ferito irrimediabilmente. Avrebbero dovuto incontrarsi proprio in quei giorni, era stata lei stessa a garantirglielo ma poi l'arrivo di Matt aveva scombinato tutti quei piani e aveva complicato le cose in maniera inaspettata.

Armandosi di coraggio riprovò più e più volte ma il risultato fu sempre lo stesso, finchè si rassegnò, smise di tentare e optò per una soluzione diversa. Digitò velocemente sulla tastiera il testo di un messaggio.

“Tyler, ho provato a chiamarti ma non rispondi. Volevo solo dirti che avrei bisogno di parlarti al più presto, ti prego, fammi sapere quando puoi! Ci sentiamo!» scrisse semplicemente, poi ripose il cellulare sul comodino e lo fissò, sperando invano che si illuminasse.

Il rumore della porta che si apriva la distolse da quello schermo, Matt era rientrato ed Ashley rivolse a lui la sua attenzione, provando a scacciare via l' inquietudine che la assaliva, e insieme si diressero in cucina per fare colazione.

 

Nancy non voleva essere di certo indiscreta, ma per quanto si impegnasse, non riusciva a non soffermarsi con lo sguardo sulla coppia di fronte a lei.

Se qualcuno le avesse chiesto, si sarebbe certo giustificata dicendo che da madre voleva accertarsi che quel ragazzo avesse intenzioni serie con sua figlia, ed in parte era vero, ma per la maggiore si trattava di pura curiosità.

Quei due ragazzi insieme formavano un'accoppiata davvero ben assortita e la scelta di Ashley confermava l'attitudine delle donne della loro famiglia ad essere attratte da persone molto diverse, quasi complementari.

Nancy scosse impercettibilmente la testa: a lei purtroppo non era andata mai molto bene, ma sua figlia Phoebe era fidanzata da sette anni con un ragazzo che stava a lei come la notte sta al giorno e avevano sempre funzionato alla grande. Per Ashley era davvero troppo prematuro fare delle valutazioni o delle previsioni, ma auspicò che il futuro potesse essere roseo anche per loro, ovviamente.

Con Richard, il suo ex fidanzato, abbastanza simile a lei, non era andata molto bene, la loro relazione a distanza non aveva mai ingranato e i due si erano accontentati subito di non vedersi anche per lungo tempo senza sentire la rispettiva mancanza, e quello era già stato un sentore di quanto in realtà non fosse mai scattata una forte attrazione o sintonia tra i due.

Matt, invece, sembrava accenderla, darle quel tocco in più che le mancava, si completavano a vicenda e non riuscivano evidentemente a stare lontani l'uno dall'altra per molto tempo, proprio per questo stavano vivendo il problema della distanza in quel modo drammatico. Più si tiene a qualcuno e più è naturale volerlo avere accanto il più possibile.

Un tratto però pareva accomunarli e renderli simili ed era la riservatezza e la discrezione con cui interagivano tra loro e manifestavano il loro affetto in presenza di altre persone e ne stavano dando prova anche quella mattina.

Nancy era abituata a Phoebe e a Peter e alla loro spesso eccessiva tendenza a dimostrare in pubblico il loro amore, lasciandosi andare a baci più o meno profondi, abbracci, carezze e smancerie varie. Spesso venivano ripresi da tutti proprio per quell'abitudine smielata e invitati a cercarsi un posto appartato e lontano da occhi indiscreti se proprio non riuscivano a non stare appiccicati.

Al contrario Nancy finora non aveva mai assistito ad un bacio nemmeno casto tra Ashley e Matt, i due stavano seduti composti senza dare spettacolo, chiacchieravano e sorridevano ma non indulgevano in effusioni di alcun tipo, eccezion fatta per un gesto soltanto, che riassumeva e faceva trasparire in maniera evidente tutto l'affetto e l'attaccamento che provavano reciprocamente.

Da quando avevano iniziato a fare colazione insieme, infatti, non si erano mai lasciati le mani, che giacevano intrecciate sopra il tavolo, in bella vista e Nancy non aveva potuto fare a meno di notarlo. Di tanto in tanto cambiavano modo di stringersele, passando da una stretta più blanda a un intreccio fitto e talvolta Matt le carezzava il dorso della mano con dei delicati movimenti circolari del pollice ma, per quanto dovesse risultare loro scomodo mangiare utilizzando una mano sola, nessuno dei due aveva mollato la presa, continuavano imperterriti a tenersi in quel modo e quel particolare bastò a far crollare l'immagine, ad un primo impatto fredda, che davano di loro come coppia.

Nancy non si meravigliò più di tanto, la riservatezza era una caratteristica tipica di Ashley, se non quella prevalente, ma evidentemente anche il suo ragazzo doveva essere un tipo poco incline a manifestare in pubblico le sue emozioni e in quello si somigliavano molto.

A osservarlo bene, infatti, dava l'impressione di essere freddo, distaccato, a tratti indifferente al mondo circostante, colpevole un po' anche il modo che aveva di guardare e il taglio appuntito dei suoi occhi, nonché il loro colore freddo. Il suo sguardo era davvero molto bello e magnetico, ma a volte era così intenso da intimorire e rendere arduo reggerlo per più di qualche secondo.

Ad un certo punto Matt dovette sentire il peso degli occhi di Nancy su di lui, perchè sollevò quello stesso sguardo e lo puntò su di lei con fare interrogatorio, cogliendola alla sprovvista e costringendola a spostare l'oggetto della sua attenzione ad alcune cianfrusaglie sparse sul tavolo.

«Era tutto molto buono, grazie signora» gli sentì dire poco dopo, col suo solito tono educato.

Si portò di fronte a lui e sbattè le mani sul tavolo forse con un po' troppo di enfasi perchè vide gli occhi di Matt sgranarsi lievemente con stupore.

«Non ti azzardare a chiamarmi signora! – rise scherzosamente, simulando un tono offeso – guarda che sono ancora giovane eh? Chiamami Nancy e basta, va bene?» gli sorrise poi, abbassando il volume della voce.

Matt glielo promise, si voltò a guardare la sua ragazza che soffocava qualche risata con una mano accanto a lui e ancora una volta sentì di non aver sbagliato, che si trovava al posto giusto e con la persona giusta come mai nella sua vita.

Una voce dall'esterno, fin troppo familiare, li costrinse tutti a voltarsi verso l'ingresso. La porta si aprì subito dopo rivelando la figura di Phoebe, che a passi veloci si precipitò in cucina, trascinandosi dietro Peter.

La bionda si fiondò sulla coppia di innamorati e circondò loro le spalle, piazzandosi proprio al centro dei due.

Matt roteò gli occhi, sospirando, mentre Ashley si accigliò e le lanciò un'occhiata poco amichevole: di certo Phoebe non prometteva niente di buono e il suo sorrisetto furbo stava già preannunciando la sua intenzione di non lasciarli in pace.

«Allora? Come stanno i miei piccioncini preferiti? Vi siete divertiti ieri sera?» li provocò, facendo loro un occhiolino malizioso. Prima che Ashley potesse sbuffare e richiamarla all'ordine ci pensò Matt a risponderle a tono.

«Esattamente come avrai fatto tu, immagino!» la punzecchiò, lasciandola a bocca aperta per qualche secondo per poi sentirla scoppiare a ridere.

«Bravo, i miei complimenti, così si fa! Sei tosto eh? - esclamò compiaciuta, battendogli una mano sulla spalla - Ashley dovresti prendere esempio da lui per zittirmi all'istante! Mi conosce da meno di ventiquattro ore e riesce già a tenermi testa!» si rivolse poi alla sorella, che se la rideva sotto i baffi, finalmente soddisfatta che qualcuno fosse riuscito a controbattere alle sue allusioni invadenti.

«Noi comunque stiamo uscendo! - annunciò nel frattempo ai presenti, mentre scendeva giù dalla sedia, imitata subito da Matt, colse al volo la bocca della sorella, che si era dischiusa per commentare, e la anticipò – da soli!» si sbrigò a precisare, facendo spuntare un'espressione delusa sul viso di Phoebe.

«Ma come? Domani però usciamo tutti insieme, non ci sono scuse! Altrimenti poi Matt se ne va e chissà quando ricapiterà un'altra occasione»

Phoebe aveva parlato ingenuamente, provava un sincero desiderio di uscire con sua sorella e il suo fidanzato ed era felicissima per lei. Non era certo sua intenzione portare alla luce un argomento scomodo, tuttavia non si rese conto dell'effetto delle sue parole su Ashley e Matt.

I due si scambiarono un'occhiata mesta, poi Ashley si sforzò di sorridere, salutò tutti e uscì di casa insieme a Matt.

Per qualche metro non parlarono, rimasero in silenzio tenendosi per mano, poi Matt si voltò verso di lei e si schiarì la voce, cercando di trovare le parole adatte per affrontare quel discorso che non si poteva più rimandare.

«Senti Ashley, riguardo a quello che ha detto prima tua sorella – iniziò, entrando direttamente nel nocciolo del problema, senza girarci inutilmente attorno – se sei d'accordo pensavo di partire tra due giorni ma prima dovremmo passare dai nostri genitori per parlare con tuo padre, credo che sia il minimo dopo tutti i colpi che gli abbiamo fatto prendere!» provò a sdrammatizzare, passandosi distrattamente una mano dietro la nuca.

«Certo, mi va benissimo» concordò Ashley e gli sorrise debolmente.

«E per il resto, non devi assolutamente preoccuparti, verrò sempre io ogni fine settimana, tu non devi trascurare niente di ciò che facevi prima, i tuoi impegni, lo studio, lascia fare tutto a me! Ormai ho imparato la strada per arrivare qui e vedrai che la prossima volta ci impiegherò molto meno tempo!» dichiarò con decisione.

Ashley lo guardò ma non con l'espressione entusiasta che Matt avrebbe voluto, anzi sembrava carica di apprensione e non totalmente in accordo con quanto sentito.

«Matt...» tentò di ribattere ma il ragazzo non volle sentire storie.

«Dico sul serio, uno dei miei crucci più grossi era quello di poter essere un ostacolo per i tuoi obiettivi, una distrazione o qualcuno che potesse rallentarti e non voglio che succeda, non lo permetterò. Hai detto che dovevi fare un tirocinio importante e che ti serviva studiare sodo per potervi accedere, giusto?» le domandò.

Ashley non rispose subito, in testa riaffiorò un pensiero che aveva cominciato ad elaborare da quando Matt era ritornato per lei: ciò che era disposta a sacrificare.

Abbassò lo sguardo «Sì, ma...» provò ad obiettare ma lo fece usando una voce così flebile che Matt non la udì.

«E allora non preoccuparti, ce la farai!» la incalzò, senza darle il tempo di spiegare.

«Sì ma tu? - lo afferrò per il braccio, obbligandolo a fermarsi – a quello che vuoi fare tu, ci pensi?» gli chiese decisa, fissandolo.

Matt rimase di sasso, non si aspettava quella domanda e lo colse impreparato.

Era abituato a non pensare mai a sé stesso e al suo bene o a cosa volesse davvero fare.

Per un attimo riflettè su cosa stesse combinando nella vita, su quanto prendesse alla leggera i suoi studi e tutto il resto, come se non fossero questioni importanti, come se lui non fosse importante.

Per Ashley però lo era adesso, lo guardava con quei suoi occhi dolci e preoccupati e forse realizzò per la prima volta che era arrivato il momento di pensare anche al suo di futuro, se aveva intenzione di intrecciarlo con quello della ragazza a fianco a lui.

«Beh, a me non devi pensarci, non sono promettente come te e in un modo o nell'altro riuscirò a tirare avanti come ho sempre fatto!» provò a giustificarsi, ma il suo tono apparì debole dopo quello che gli era appena passato nella testa e che lo aveva sconvolto.

Ashley si accigliò e si parò davanti a lui puntandogli i pugni sul petto, aveva un'espressione seria ma buffa nello stesso tempo.

«E invece certo che ci penso a te! Lo vuoi capire che sei importante per me e che non voglio più sentirti dire che non vali nulla?» gli ribattè, con gli occhi fissi nei suoi, li sosteneva senza timore e senza accennare a voler cedere.

Matt la strinse d'impulso, abbracciandola e tenendole la testa stretta nell'incavo del suo collo, poi la allontanò e le baciò le labbra.

Forse era davvero il momento di cambiare e di riprendere in mano la sua vita.

«Guarda un po' chi si vede!» una voce squillante li costrinse a staccarsi e interruppe quel momento tra loro, Ashley si voltò e saltò in aria.

«Sophia!» strillò, rossa in viso.

L'aveva beccata mentre si baciava con Matt e, anche se sapeva che la sua amica avesse già intuito tutto, non potè fare a meno di sentirsi in tremendo imbarazzo. Ciò che aveva visto lasciava ben poco all'immaginazione o a qualche altra interpretazione.

«Buongiorno ragazzi! Vedo che state bene! - li stuzzicò malvagiamente – o era il tuo modo di ringraziarlo per il libro che ti ha gentilmente riportato fino a qui?» continuò, sorridendo candidamente.

«Sophia, avrei dovuto chiamarti ma non ho avuto il tempo...» accennò Ashley, lanciandole uno sguardo minatorio.

«Non ne ho dubbi, sarai stata molto impegnata!» commentò, spostando rapidamente lo sguardo verso il ragazzo biondo davanti a lei che, al contrario di Ashley, continuava a stare in piedi tranquillamente senza fare una piega.

«Esatto, e lo sono ancora adesso, quindi se non ti dispiace, togliamo il disturbo!» si affrettò a liquidarla per evitare di sentirsi sotto pressione ancora per molto.

«Ma certo, non vi trattengo oltre, a presto Ashley!» li salutò la riccia.

«Sophia a volte è terribile!» borbottò Ashley, poi come se si fosse ricordata all'improvviso di qualcosa di molto importante, frugò nella borsa e prese il cellulare con ansia, lo controllò, fece una smorfia di delusione e lo ributtò dentro.

Non era la prima volta che ripeteva quel gesto quella mattina e Matt se ne accorse.

«Qualcosa non va?» azzardò a chiederle.

Ashley scosse la testa per rassicurarlo «No, no, solo che avevo provato a rintracciare Tyler per potergli parlare... sai prima che venissi tu avevo deciso di chiarire con lui una volta per tutte ma poi.. beh è andata così e adesso temo non voglia più saperne» mormorò desolata.

«Mi dispiace, non volevo rovinare i tuoi piani» si scusò Matt, dovette ammettere di sentirsi in colpa per averla cacciata involontariamente in quella situazione spiacevole con quel ragazzo, a cui comunque lei teneva e anche molto.

«Non ti scusare Matt, non potevi saperne niente tu!» lo rassicurò con forza, riprendendo la sua mano e sorridendogli con amore.

Matt lasciò cadere l'argomento, ma in cuor suo si chiese se non ci fosse qualcosa che poteva fare per rimediare.

 

«Ho dimenticato una cosa in macchina, vado un attimo a prenderla e torno!» dichiarò Matt, cercando di sembrare più veritiero possibile. Era l'unica scusa plausibile che le era venuta in mente per giustificare un suo allontanamento da casa di Ashley da solo. La sua ragazza non aveva indagato troppo e si era limitata ad annuire, anche perchè July l'aveva praticamente sequestrata per aiutarla con gli ultimi preparativi della sua festa, e al momento era alquanto impegnata, anche se non proprio di sua volontà

Matt ne aveva approfittato e adesso camminava in pieno tardo pomeriggio nelle stradine di quella città, stretto nella sua felpa troppo leggera, con le mani, ridotte a due pezzi di ghiaccio, sepolte dentro le tasche, nel tentativo di riscaldarle.

La gente lo guardava con circospezione nemmeno avessero davanti un criminale, forse perchè un viso nuovo riceveva sempre quel trattamento nei paesi piccoli o forse perchè, curvo e incappucciato in quella felpa nera mentre camminava, guardandosi in giro per evitare di sbagliare strada, non doveva essere una visione esattamente rassicurante.

Imprecò mentalmente contro sé stesso un paio di volte per aver preso quella maledetta decisione che sembrava degna di un pazzo o di un ubriaco, ma lui era perfettamente lucido e sobrio e stava andando a cercare Tyler.

Il suo obiettivo era parlargli e provare a convincerlo ad accettare di vedere Ashley ma, avendo bene a mente il modo simpatico in cui Tyler gli aveva rivolto la parola la sera prima, non escludeva di poter fare ritorno a casa con un occhio nero nella migliore delle ipotesi. Aveva anche già pensato a giustificarsi con Ashley utilizzando la scusa di un tentativo di rapina, ma non era informato sul tasso di criminalità di quel tranquillissimo paesino e forse cominciava a constatare che non fosse una scusa credibile.

Mentre era impegnato in quei vaneggiamenti, forse sollecitati dal freddo che gli stava raffreddando fin troppo il cervello, giunse davanti a quello che sembrava essere proprio un campo da calcio. Non era un tipo sportivo, anche se avrebbe sfidato chiunque a non considerare attività fisica il suonare un concerto rock di tre, quattro ore, magari anche in pieno Agosto, ma riusciva comunque a riconoscere quel luogo.

Con qualche trucchetto e qualche domanda apparentemente disinteressata, era stato capace di estorcere ad Ashley un paio di informazioni su dove si potesse trovare Tyler quel pomeriggio e la ragazza gli aveva rivelato che si allenava sempre con la sua squadra in un campo nei dintorni, così aveva deciso di fare un tentativo.

In fondo era stata anche per causa sua se Ashley adesso era triste e a lui non piaceva vederla così, e se il prezzo da pagare era rischiare un cazzotto dal ragazzo che probabilmente lo odiava a morte, l'avrebbe fatto.

Aspettò qualche minuto, poi fortunatamente vide uscire una folla di ragazzi con alle spalle tracolle e borsoni e scrutò tra le file per intravedere Tyler.

Alla fine lo notò, gli si avvicinò e tolse il cappuccio della felpa dalla testa per rendersi più riconoscibile ai suoi occhi.

«É andato bene l'allenamento?» gli chiese, giungendo alle spalle del moro, il ragazzo si voltò e inizialmente trasalì, ma dopo avergli gettato una rapida occhiata e averlo riconosciuto, la sua espressione divenne furente.

«Che cazzo ci fai tu qui? Ti sei perso?» domandò sprezzante, sorpassandolo e continuando a camminare con passo più lesto, per lasciarselo dietro.

Matt corse e lo raggiunse per affiancarlo. «No, veramente cercavo te» disse serio.

«Mi prendi per il culo? Non ho tempo da perdere con te e ora vattene!» gli ringhiò, dandogli uno spintone per allontanarlo che però non scoraggiò Matt.

«Vuoi aspettare un attimo?» continuò, mentre con un balzo in avanti riuscì ad arrestare il suo avanzare.

Tyler sbuffò infastidito e incrociò i suoi occhi scuri con quelli di ghiaccio del ragazzo di fronte a lui.

«Se sei venuto per sbeffeggiarmi o per schiaffarmi che ieri ti sei scopato Ashley, guarda che stai giocando con la persona sbagliata» lo minacciò, facendogli intuire che in un confronto fisico sarebbe stato lui ad avere la meglio, visti gli allenamenti a cui si sottoponeva.

«Non dire stronzate, non sono qui per te o per me, sono qui per Ashley! - lo vide abbassare lo sguardo quando il nome della ragazza uscì dalle sue labbra e parve calmarsi un po' – so che mi odi e ti capisco, ne hai tutto il diritto, ma non ti sto chiedendo di diventare mio amico. Continui a non rispondere ad Ashley e volevo solo chiederti, per favore, di farlo, di accettare di vederla perchè possiate parlarvi.» gli parlò, spiegandogli il motivo di quell'intrusione.

Tyler rimase un attimo zitto, poi sospirò e riprese a camminare come niente fosse.

«Non sono affari tuoi, non intrometterti» rispose gelido.

«Invece mi intrometto perchè non sopporto di vederla così depressa e desolata! - urlò, facendolo bloccare, stavolta di sua spontanea volontà – non è stata colpa sua se sono spuntato all'improvviso quel giorno, non era sua intenzione ferirti e non c'è stato nessun complotto contro di te, se è questo quello che pensi! Lei ci tiene a te, magari non nel modo in cui vorresti, ma ti vuole un gran bene e sta davvero male per quanto è successo, chiede solo di poterti parlare e di raccontarti come stanno le cose, tutto qui! Permettile di farlo, dalle questa possibilità se anche tu tieni a lei!» concluse, il freddo nemmeno lo sentiva più, tutto quel parlare e il fervore con cui lo aveva fatto lo avevano fatto surriscaldare anche troppo, al punto da costringerlo ad abbassare la zip della felpa per prendere aria.

Tyler rimase immobile, per quanto odiasse con tutto sé stesso quel tipo e lo detestasse dal profondo della sua anima, le sue parole lo colpirono e non potè ignorarle. L'unica colpa di Ashley era non vederlo nient'altro che come il suo primo amore e un caro amico. Niente di più, niente di meno.

Sempre se potesse considerarla una colpa, anzi, la risposta a quel quesito dentro di sé già la conosceva.

Non si fidava di Matt, non poteva farlo e per quanto sembrasse amarla davvero e l'aveva dimostrato anche venendolo a cercare lì solo per chiedergli di incontrarla, non riusciva a togliersi di mente l'impressione che la stesse solo usando.

Ciò che aveva urlato però era tristemente giusto e lui era stato troppo accecato dalla rabbia e dalla delusione per rendersene conto.

Si voltò verso il biondo e gli venne incontro, il suo viso sempre contratto e disgustato. Quando gli fu abbastanza vicino, tanto da poterlo guardare dritto negli occhi, lo afferrò per il colletto della felpa con violenza.

Matt non si mosse, né fece resistenza, non distolse per un attimo il suo sguardo da quello di Tyler, così incazzato e pieno di odio: non voleva sfidarlo però, era calmo e non c'era traccia in lui di voler reagire al suo gesto rude.

In un certo senso quella sua tranquillità spiazzò Tyler e gli diede forse ancora più fastidio. Pensò che Matt si sentisse superiore a lui, che magari fosse abituato a fare il galletto con tutti con quella faccia da schiaffi che si ritrovava e non lo sopportò.

«Non permetto agli stronzi come te di dirmi cosa devo o non devo fare, capito?» gli soffiò,gli era talmente vicino da riuscire a sentire il suo fiato sulla faccia, ma Matt continuò a non scomporsi, né ad abbassare lo sguardo.

Esasperato dal suo atteggiamento, Tyler lo mollò di colpo, strattonandolo, poi si voltò e andò via.

«Vaffanculo!» gli urlò a gran voce, facendo voltare qualche signora sconvolta nei paraggi, che già temeva qualche lite tra teppisti.

Matt non rispose, giurò di aver visto qualcosa nei suoi occhi e sperò di non essersi sbagliato.

Si affrettò a ritornare perchè la sua assenza non diventasse troppo sospetta e si scusò con Ashley del ritardo, raccontandole di essersi confuso e di aver perso la strada del ritorno, anche se lei stavolta parve dubitare un attimo di lui, per poi tornare serena e non dare tanto peso a quell'episodio.

 

Ashley si svegliò di soprassalto, si chiese se non avesse sognato quel suono che l'aveva distolta dal sonno ma il display illuminato del suo telefono smentì la sua ipotesi.

Ancora mezza addormentata si allungò sul comodino per prenderlo e lo portò davanti ai suoi occhi, ma la luce troppo intensa dello schermo la costrinse a serrarli di riflesso.

Pian piano li dischiuse e riuscì ad abituarsi alla luce e ancora sotto le coperte cercò di leggere il mittente di quel messaggio.

Rabbrividì quando lesse il nome di Tyler, erano già le due di notte e la sua camera era immersa nel buio più totale, Matt dormiva al suo fianco.

Con uno scatto si tirò a sedere per leggere meglio, mentre il cuore cominciò a batterle più forte.

Aprì il messaggio con ansia, aspettandosi magari di essere mandata a quel paese, ma ciò che lesse la incoraggiò.

“Se vuoi possiamo vederci domani mattina” recitava semplicemente.

Sembrava piuttosto freddo ma almeno era un segnale, le stava dando la possibilità di spiegarsi.

Sorrise e si sentì subito più tranquilla, un fruscio le fece voltare lo sguardo di lato, Matt sembrava essersi svegliato e si era sollevato sui gomiti per capire meglio cosa stesse succedendo.

«Che succede?» le chiese, con la voce roca presa dal sonno.

«Niente, era solo il telefono.. Tyler ha deciso di vedermi... domani» gli sussurrò a bassa voce, per non fare troppo rumore.

Era buio pesto intorno a loro ed Ashley non potè vedere il sorriso che si era formato sulle labbra di Matt.

«Capisco – disse lui, senza commentare – adesso però torniamo a dormire» la invitò, per poi trascinarla in un abbraccio sotto le coperte e prendere a baciarla per un po', prima di rilassarsi nuovamente e lasciare che il sonno avesse la meglio su di loro.

 

  
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